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e^I DIARn
DI MARINO
SANUTO ^ ^ ^
VOLUME XLVII
VENEZIA M DALLA
STAMPERIA DI VBEN-
TINI CAV. FEDERICXa * j»
EDITORE in ^ * jk Jt j» j^
DIARII
DI
MARINO SANUTO
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ir^. -.-..r^ ^.v >....::.';. -r- ^. . - ^^ -^y^-^'/r ^:^^'^.^•^^^r'^r,,^*:^^^•^'^^ " *r . . ' '' "^^S^P^. ì
L'Edizione è fatta a cura di
FEDERICO STEFANI
GUGLIELMO BERCHET — NICOLÒ BAROZZI
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ti^JJt->'r.
•*l^itìfA
ALLA CARA MEMORIA
DI
FEDERICO STEFANI
CHE L'EDIZIONE DI QUESTI DIARII DI MARINO SANUTO
DELLA QUALE FU BENEMERITO
PER SAPIENTE COLLABORAZIONE
ED INDEFESSO LAVORO
4
NON POTÈ COME DESIDERAVA
VEDERE COMPIUTA
I COLLEGHI ED AMICI
NICOLÒ BAROZZI e GUGLIELMO BERCHET
QUESTO VOLUME CONSACRANO
.«vìe: att^'.:^ j^%ff^< • . . v
TT^^ArSl
DIARII
DI
MARIN-O SANUTO
TOMO XLVn
VENEZIA
A SPESE DEGLI EDITORI
MDGGCXCVIl
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FRATELLI VISENTIN! TIPOGRAFI EDITORI — VENEZIA
kl^rf.^k.ta4>£- T . ^ -•_- ./v-^"' lT<- ■■ '-•^•'.'X -. ^«-h....m^ ^. ^ _> . ......v^» _^^ ^ A-*C.- •^ - ~* ?■.■> »>'«C. Cf-
DIARII
DI MARINO SANUTO
TOMO XLVII
i
DIARII
I MARZO MDXXVIII. — XXXI MAGGIO MDXXVIII
1 Del mese di Margo J538.
Adì primo Marao, di Dotnenega. lotrooo
Coi del Conseio di X sier Marìn Corner, sier Nicolò
VeDJer et sier Hironimo Barbarigo, Uiili Ire stati
altre «ade. Etiam iotrono li Auditori nuovi, io
luogo di sier Nicolò Bo|ani, sier Jaeoimo Bar^^ro et
sier Borloiomio da Canal, faozi partili de qui, ei
vanno in sindicado; i qual di ordine di la Signoria
comenzono andar a Mestre, ei poi a Noal, dove é
molti rechiami, poi aodarano a Padoa.
Veneno in Collegio li gaiioti di la gatia venuta
a disarmar, dicendo voler tornar in armada et cod
danari ei senza ; ma non voleno tornar cop sier
Francesco Dandolo staio suo soracomiio. CI Sere-
nissimo ti admonite ad andar con lui. Non so quello
sarà.
Di eompo di Casaan, di sier Toma Moro
proveditor generai di 38
1* Di Ravena di sier Alvixe Foseari prove-
ditor, di 28. Come avisa de li andamenti di que-
sti contorni. Pare die li gebelliui fomussiti di Cer-
via, da alcuni giorni in qua hanno deliberalo di ro-
bar quella cilli, si ludica con conseuiimenlo del
Pontefice : et la sera de carneval, per quanio é sta
ditto, se messeno a camino con zerca 800 fanti co-
mandati, ma non poteno redursi per il tempo di
pioza et vento grandissimo ei obscurità grande
dove baveano messo ordine, ei ftN'OQO scoperti da
alcuni cavalli leggeri di domino Zluan di Naldo, cbe
lui li mandò de li, li qpli poco m^acò non fo$3eiU)
svalisati; tamm la cosa non é reus^ta. Se intende
pur che de novo vogliono tentare de iRljrarjirj. Li fo
mandato due compagnie di fapii di più di quello vi
erano, che in tutto potranno esser da 150 fanti, et
damatina, piacendo a Dio, anderò fili li per regolar
quelle cose, et me ne tornerò la sera qqi. Scrive, bi-
sogna far qualche provisioQ di miglior presidio,
perchè li tesorieri del Pontefice non poleno patir
che la sia venuta ne le mani nostre, perdié se met-
tevano in borsa assà danari per li sali.
Et nota. Erano con ditte zenic Zim Battio
Piva, Francesco ei Gardelin di Zervia, ei uno . . .
Faiiteaguzo, fo nostro contestabile.
Di Zervia, di sier Zuan Francesco Sagr$-
do proveditor, di 38. Scrive etiam lui la cosa
come é seguita, ut in litteris.
Die primo Marcii 1538. In Maiori Consilia. 2
Ser Marinus de Molino,
Ber Joannes Aemilianus,
Ser Daniel Renerius,
Ser Marcus Minius,
Ser Alojsius Mocenicus, eques,
Ser Franciseus Donatus, eques,
Oonsiliarii.
EI fu provislo ne li superior mesi circa 1* aadajr
ne le eletioni, che sicome per il passato non pote-
vano andar salvo uno per ca^da, cussi de coeiero
IfDXXTUI, MARZO.
8
possino andar dui, ma in diverse eledon, zoé ano
per eletion. Et perché si observa da quel tempo in
qua, che avanti la prima eletion sia partita dal tri-
bunal l'occorre che uno altro tocca ballota d*oro
a li capelli, et questo seguito se ne va sul tribunal,
et senta separato da quelli dieno andar in eletion,
indusiando fino che quella election sia expedita del
suo numero ; al qual star in tal modo ricerca es-
sergli fatto provision però che puoi d^ser in libertà
de i ditti eleclori che siedono sopra la banca di
parlar cautamente con quello o quelli che sedesseno
separati et cussi e converso; la qual cosa seguendo
vien ad esser contra le leze nostre, come cadauno
puoi bene intender ; et però :
L'anderà parlp, che quando V accaderà che to-
chi alcuni ballota d' oro per andar in election, non
possendo immediate andar a sentir sopra la ditta
banca per esser occupata per uno altro de essa me-
dema casada, etiam che'l monti sul tribunal, debbi
esser fatto andar acompagnato da uno de li nodari
nostri in quella eletion dove lì tocherà andar, et li
stii serato fin che li altri electionari intranino in
quella, et cosi sticcessive si babbi ad observar in
cadauna de le election.
t De parte 665
De non 470
Non sincere 126
Dapoi disnar fu Gran Conscio, et non vene il
Serenìssimo. Fu fatto Capitanio di le galle di Baruto
sier Zuan Nadal fo patron a Baruto qu. sier Ber-
nardoj qual vene dopio et rimase di largo, et do
altre volte è sta tolto et sempre è sta nominato, et
era meglio di altri ; bora é rimasto, et altre 6 voxe.
Fu posto, per li Consjeri, una parte zerca quelli
dopii di caxada vanno in electiohe, aziò non parlino
a li elecionarìi, siano menati in la sua eletion da uno
secretarlo, non potendo intrar in quella, ut in
parie. Fu presa. La copia sarà qui avanti. Ave . .
.... Et fo una cosa mal considerata, et fu presa
di poco.
Fo strida i ladri insta il solilo, prima Domenica
di Quaresima, per sier Michiel Trivixan qu. sier Ni-
colò Avogador di comun, et non fo slrldato sier
Stefano Viaro fo camerlengo et castelan a Vela,
qual é in preson condanato per il Conscio di X.
In questa malina acadeto, che a la Scuola di
S. Zuane Evangelista, tenendosi uno puto di anni 8
a la corda di la campanella di Ri Scuola, quel di
(ij La otrU S* è bianca.
8ora tirò la corda, lui si lene fin soto i travi, poi
lassò la corda, cazete, et atatim morite : caso oribile
et spaventoso.
Adì 2,\a matina, hessendo la peste a Cbioza
et multiplicando, parse a li Proveditori sora la saniti
bandizar le barche di Chioza, et quelli vieoeno di
Chioza, per non amorbar la terra.
Fo mandato i Savi! di terra ferma et Savi! ai
ordini per li do oratori di Moscovia, quali volseoo
venir a tuor combiato ^^r partirse, ai qual é sti
dato il presente, preso in Pregadi. I quali richieseno
certo bombardier, che'l Papa gè Y havia dato, qual
é sta retenuto a Ravena, perchè voleno menarlo con
loro. Et fo scrilo a Ravena di dargelo.
Di sier Piero da àia' da Pexaro procura-
ior, orator a monsignor di Lutrech fo lettere,
di 21 da Sulmona, 22 da Civiin di Chieti^ et
23 da Sulmona. In sumario, come inimici erano
retrati 10 mia di là da Sanguigna, et se*l conte
Piero Navaro havesse voluto dar la banda soa de
italiani con li nostri, quelli erano roti; qual mai
volse dar, dicendo non aver ordine da Lutrech di
combater. Item, scrive come andò a Civita di 3»
Chieti a parlar con monsignor di Lutrech. Et scrive
colloqui hauti; il qual li disse queste nove di Fraiiza,
esser di grandissima importanza la retention ha
fatto rimperator di oratori, et il Re voi romper
guerra di li, meglio saria V atendesse a expedir
Italia prima, però scriva a la Signoria, persuada il
Re a questo. Etiam lui scriverà a la Signoria.
Item, li disse come si provedi di danari per pagar
le zente, et che al passar il Tronto li lanzinech vo-
leano al lutto retenirlo, et li capitani era di questo
voler, unde si messe ad ordine, et poi vene li ca-
pitani et acquietò le cose ; ma voiseno alcuni pati,
videlicet non star da drio, ma andar avanti. Item,
scrive, il cardinal Triulzi, che è a Napoli, haver
scritto a Lutrech vadi in Puia, perchè havendo la
Puia sarà signor del regno.
Da Ravena, di sier Alvise Foscari procu-
rator, di primo. Come era stalo a Zervia, et vislo
la terra et Inrge fosse, ma amunile, *et a cavarle
bisogneria far con burchiele. Li ha posto dentro 5
bandiere di fanti numero 152; siche bisogna custo-
dirla, perchè voriano volentieri haverla, che si pò
ben considerar. Scrive, si mandi danari, eie.
Fo parlalo in Collegio et proposto per sier Lu-
nardo Emo savio di Conscio, di cresser altri 50 fanti
a quel Manfron Manfron fo mandalo con 50 archi-
busieri, et cussi fo scritto lettere li fazi; il qual
però ancora non par sia zonto de 11.
9
IfDUVni, IIARZO.
10
Item, (o batlotii mandarli ducati 3000, et que-
sta sera fono inviali.
4 Dal Ceresara, data in la eiità di Chiete
olii 21 di Febraro 1528. Come Pelro Navaro
havea retirato Tuor di Y Aquila le gente sue et re-
dutle a certi castelli II vicini per disgravar la cittì,
non havendo in contrario che'l Viceré gli potesse
pili nocere per le provisioni che ho scritto a vo-
stra excellenlia ultimamente lui haverli fatto; et
cosi lui vene a monsignor di Laulrech qua in Givi-
tavechia di Chiete. Lo Viceré che ancor lui intese
le genie del Navaro esser fuora di la terra, et se
lui voleva usar diligeiilia la nolle seguente che gli
potria de facil reussir la ini rata sua con quelli lanz-
chencchi agiunti a quelle sue genti, non fece pili
longa determinalione, che in un momento se ne
voltò verso T Àquila un* altra volta per far il pos-
sibile per entrare. Et venendo di longo, una spia
vene a la cittì al signor Francesco Montorio con
questa nova, et lui subito expedl al Navaro qua de
tal successo. Il Navaro il quale era in Consilio con
monsignor Lautrech, come ebbe questo aviso, se
ne parli in posta per la compagnia, el fu Unto di-
ligente che gli agiunse inanti che*l Viceré fosse
presentato alle mure della citta ; ma ben gli era
vicino. Et il Navaro, inteso che il Viceré non era
ancor alla cittì con le gente sue agiunlo, se ne
aviò verso il Viceré, et in quello scrisse a monsi-
gnor Laulrech che la cosa era reduta in bon ter-
mine, né più era pericolo che'l Viceré conseguisse
alcuna sua determinatione, che al tutto era provi-
sto, et che lui andava alla volta del Viceré con
animo s* el poteva di abocarsi seco, benché non gli
era bisogno tarlare molto più, perché lo Viceré
era propinquo alla cittì. De li successi ne daria su-
bilo aviso a Sua Excellentia. Cosi monsignor
Lutrech, il quale non restava senza qualche impe-
dimento di questo, é restato mollo satisfatto de la
diligentia del Navaro, et pertanto si crede che sia
fin ora fuor di dubio le cose di 1* Aquila. Questa
4* nova il Navaro la rescrisse a monsignor Laulrech
questa notte alle 9 bore. Quello che sia successo da
« allora in qua non se ha inteso ; ma ben in questo
progresso di questo esercito ogniuno desidera per
beneBcio di questa impresa la diligentia, perché da
questa in lai caso pare il resto senza dificulla lo ne
ho voluto darne aviso a vostra excellentia, perché
a me pare in questo proposilo nova de importanlia.
El la signorìa vostra sapia, che quelle bone ope-
ralione che si son falle da questo exercito sono
successe mediante la diligentia, et ancor se*l Navaro
non era diligente, lo Viceré gli haveria potuto dare
qualche Impedimento, ancor che il male fusse con-
vertito sopra lui. Alfine, per questo, li signori di
questo campo dicono de li imperiali ancor non si ha
aviso che siano ussiti di Roma.
Bai Ceresara, da Civita di Chiete, date a 5
li 22 de Fehbraro 1528. Per lutto hoggi raonsi-
gnor illustrissimo de Lautrech é sii occupalo in
assetare le cittì et castella del regno che sin qui si
sono resi, riconfirmando alli loro ambasadori li pri-
vilegii senza ponto alterarli, et concedendogli di-
mande et gralie, el ponendo in ciascuna citi un go-
vernai Te, talmente che tutti li mandati di cittì et
castella si sono parliti molto ben satisfati secondo
che si polca comprender.
Il Facodera, che era commissario in questo
exercito, é sii elelo residente in l'Aquila el gene-
pale governator di Abruzo. Il signor Francesco
Montorio, dappoi expedite le cose sue in nome de
la comunilì de TAquila, é sii fallo condutliero de
500 fanti de Monsignor illustrissimo per gratifi-
carlo del bon animo^che in favore de la liga ha di-
mostrato. L' ambasalore veneto è andato tanto
inanti nel regno, che fin ora con quelie sue poche
gente é intralo in un castello apresso Napoli 30
mia che si dimanda Sanguie, né li imperiali sono
ancor mossi di Roma : dove che non si vede diffl-
culli alcuna de andare fin alle porle de Napoli,
et sì se usa un poco de diligentia, secondo che di-
cono questi signori, si oleniri il tutto facilmenle.
Per via de Firenze se ha aviso de la pratica de la
pace fra lo Imperatore et il Chrisliaiiissimo con
maior discordia che mai, el che'l Chrislianissimo
insta mollo Monsignor illustrissimo ad procedere
inanti.
Del ditto, date ut supra, alli 23 ditto. Lu-
Ireclio hoggi, per una copia di lettere de V amba-
sador del Chrislianissimo residenle presso la Cesa-
rea Maestó, ha che, havendo il Chrislianissimo el il
re Anji^lico mandato a disfidare alla guerra la
Maeslì Cesarea per dui araldi in nome delle loro
Maeslì et de signori Veneliani el Fiorentini el de
la lega, lutti li oratori de questi potentati pre-
aero licenlìa dalla Cesarea Maeslì il giorno se-
guente dopo la anonliata guerra; del che lo Im-
peratore sdegnato mollo comandò che la nolle
seguente fossero presi tulli li ditti oratori, el il
di seguente conduli sotto bona custodia ad un
certo castello poco lontano dal loco dove dimora
Sua Maeslì. Il che fu eseguilo per il Contestabile
con 60 lanzcbenechi et 30 spagnoli archibusieri
11.
lIDXXTUr, UABIO.
19
5^ con una quantili di cavalli, né altro de li prefati
oratori 9i é poi inteso, havendo ordinato anche la
Cesarea Maestà a tutti li passi de li cooQni de Spa-
gna che non sii lasciato passare homo, se prima
non si vede o intende ehi sia et dove vadi. Per il
che con molta fatica si ha potuto intendere questa
nova di Spagna. Dicesi anche, che la Maestà Cesa-
rea ordina grandissimo sforzo conira li prelati regi»
et non può patire questa iniuria, et con periurì et
altre acorozate parole minaza non volere mai ces-
sare fin non sii vendicato over babbi perso ciò che
ha al mondo, et la vita insieme.
Lo Christianissimo ha bandita per il suo paese
la guerra a T Imperatore, comaudando che per
quelli delli confini sui sia mossa guerra a quelli de
li confini dell* Imperatore, et cosi fin bora hanno
cominziato ad damnificarsi V un 1* altro. Dioaane
Monsignor illustrissimo si parte da Civita di Cbiete,
et va a Lanzano. Il marchese di Saluzo si é partito
da Todi, et vien verso questo exercilo per unirsi
seco, et ben che esso non scrivi che imperiali siano
ussiti di Roma, nondimeno da questo si comprende
et si fa argomento che debbano merchiare verso il
regno, havendosane anche aviso che sono ussiti, da
loco degno di fede.
Altri avisi di Franga, di 10, mandati per
il ditto. Si ha che la Maestà Cesarea ha fatto pò-
nere li oratori prefati separati V uno dell* altro in
diversi lochi apresso Burgos. Et che' 1 re Christia-
nissimo inlesa tal nova subilo per monsignor di
Cavigni mandò ad captivare V ambasator dell^ Im-
peratore, che era a Parigi, qual fu conduto nel ea-
stello de la Oura, et ne fece dare aviso al re An-
glico, soliritandolo ad resentirse di tal atto. Et da
poi ha mandalo per ludo il regno a far comanda-
menlo che le genti d* anne vadino alle loro guar-
nison, pfT marchiare poi dove sarà il bisogno. Che'l
re Anglico vole repudiare la Regina sua consorte,
dicendo chela dispensalione che fece il Pontefice
per bavere prima havuto per marito il fratello di
esso Re, era diffetiva et invalida, et ancora per es-
ser dilla Regina di tal età, che non si pò sperare
da lei pid figlioli ; dove che per conservatione et
bene del suo regno vole prendere la figliola di
monsignor Bolan, quale é bellissima, intendendo
che*l Papa é conlento de consertirglì, talmente che
la nimicilia fra es^ Re et lo Imperatore, non sola-
mente ha ad continuare, ma ancora ad augumen-
tare.
g De Alberto Gatto, in Santo Germano, alti
12 de Fébraro 1528. 11 re Christianissimo ha
mangiato ad principiare la guerra io le btode di
Picardia, aziò che le gente d* arme et cavalli le*
gieri che gli sono in guariiison vadino sopra li t>or-
gognoni et fiamengi. Si aspetta la risposta de \f^t^
Anglico, quale se eslima sarà secondo che si 'de-
sidera, zioé che babbi ad tendere alla guerra eoolro
r Imperatore. Monsignor di Vandoma ritornò fa^ri
qua a la corte per attendere alla expeditione uoi-
versale. Monsignor San Polo aiiderà in Pieardia ad
provedere alle cose necessarie là. La causa fier U
quale principalmente il Re ha mandato ad prioei*
piare la guerra verso Picardia, é stata per divertire
le minazie che fonno lanzchenechi de volere andare
in Borgogna, aziò che habbino pid presto causa de
defendere la Fiandra che venire in Borgogea, per-
ché è pili reputatone et è cosa pid seeura, perché
descendendo in Borgogna facilmente potriano preo-
dere il camino di Lione, quale non é forte, et po-
trebono fare del male assai. Dilli laozcbenechi, per
quanto intendo, hanno mandato a dimandare il pas-
saggio al duca di Lorena. Il Re manda al presente
al duca di Gelder 100 milia scudi per fare U guerra
conira fiamengi, et cosi si darà a loro ancor tolta
quella nK)lestia che si potrà. Sua Maestà similaseale
ha expedito in Allemania per fare una levala di
lanzchenechi pid grande die far si possi. Monsignor
Liscut senescal de Genois debe partire per Cbieqa
per riparare dove sarà il bisogno, et per quel che
intendo, monsignor lo Orando Seuier uoii l^rdarà
andare in quelle parte con autorità di provedere a
li bisogni et forsi locolenente del Re. Li apagqalt
hanno preso verso Baiona quatro navilii carictii de
vilualie et mercanlie; siche da più bande si accende
il foco. Il Re h detonine tulli li borgognoni, fia-
mengi et spagnoli che sono in Pranza, con le loro
mercanzie. Si comparliseno li canoneri et altri de-
putati sopra r artigliaria con la della *arlegliarìa,
per mandarne a tulle le frontiere di questo regp^.
Monsignor lo Armiraglio senza fallo partirà domane 6^
per Borgogna, et la causa è che monsignor S. Polo
non é andato nel Delfiuato per non aquislare la
malivolentia Hi quel paese, dal quale si dimandaqo
al presente li danari accordati alli Ire Stati.
Da poi disnar fo Collegio di la Signoria et Savij 7
per esser sopra le cose di la reformalion di la terra;
et fo relele le do opinion, qual fono lode in Pre-
gadi.
Item, una parte di sier Carlo Capello Cao di
XL, qual voi tulli li subdili da terra et da mar
pagi per una volta marcello uno per caxa, videli-
oet la exation si fazi dapoi rarcolto, et in questa
i^
IIDXXVItl, HABZa
li
terra quelli paga di fitto da du<^ti 35 m suso, pagi
ducati uffo, da 10 in suso ducati mezo et da 4 ìù
20S0 sia conosotd per tre Procuratori da esser
electi, ut in parte.
Da Udene, di sier Zuan Basadona el dotar
luogotenente, di ultimo. Maada avi90 di Venzoo,
La copia sarà scritte qiiì avanti.
Di Foligno, di eier Ahise Pixani procura-
ior, proveditor cenerai, di i7. Come ti Capilamo
zenerai è alozafto por a San OrachK li Ticino, et che
li ha dfttò non It per di andar avanti, perché va eon
poco suo onor et saria eolonello di monsignor di
Lettrech. Scrive el soticita si mandi danari, ifem,
spagnoli et lanzinecb erano ad Arnagni mia 30 km-
tan di Roima, et fato la monslra haveaftò 1 1 milia
fanti, et ptfr abt>tno hauto nel darli danari voluto (?)
zurar di andar a trovar Lutrech. Item, scrive, il
cardinal Campezo, che è in Roma, bavià hattiodu-
caii 30 rÈfHia del eardiual di 9an Severino noviier
creato. H Papia li scrisse non li desse si li cesarei se
non in Gito volesse brosar Hotnt ete. IktH, par li
cardinali Vt^M et Gesis, che erano obslagii H a Ro-
ma é sta liberati ; ma li cardinali Pisani tè Trintei,
che é a Napoli, è in gran slreta et in ima camera,
li quali in zorori . . . . non li é st& conoésteo golum
S volte aprir le finestre.
Fé Mandalo in questa sera al prdcHrator Piiani
pet corter ducMi 10 milia m oroj per la via de . .
7« Di sièr IbtM Moro ptomMor ameraii dm
CassfaHi di 29. H àuthario scrivevo di sotto per
ma poterio bavei' baofto hozf.
Del ffot^èrnùdot éifhor Jaims Maria di
CnÉmpù Fregai, de^ éampo da Oa$sart, a di
29 Fevrèr. Vidi MtCeii» sorilte ai redori di Brèxa :
ClarhUfni domini honorandi. .
Hora mi actadé signifi^r a quella, quallntento il
signor Antotiio da Leva personalmente eon fantarìa
et cavalhria grossa ussite Vkrì ftieri de Milano,» et
sono stati q^i^ta noite ailogiali a PioHello, deaè-
gnando^ lòH) questa matinà per tempo andar a Mel-
zo pei^ prènderlo et svaiisa^ la compagnia dèi ceorte
Qaudio Rangon de fanti el quelle del Vieoaro et
Hannibat de Lenzo de leggeri. Queslà noUe babbiih
mo fatto venir tutte k loro bagaie al eampo el le-
valo quanlé tiluarie al vino era in easo loeo; quello
cbe non ar è potuto levar, sjtarso. Bt cosi le ditte
eo^a|^ (faeataf maUna ibansi d giorno bavemo
fatto ritirare allo exeroilo per fare andir blito il
disegno de li inimici. Ifondifneno essi inimici a bon
bora gionsero a Uelzo, et personalmente il signor
Antonio da Leiva al suo governo. A la glonta loro
ritrovorno K nostri levati de li, et li seguitorno
drielo a cavaHo el archibuseri in sua compagniai et
cosi scaramuzando con loiro il prefalo eonte GIau*
dio et li leggeri nostri sonosi retirati a salvamento.
Venuti loro messi al campo a notificarci tal cosa,
habbiamo fatto cavalcar contro li nemici el signor
eonte da Caiazo el la compagnia del Castro, quali
per bono spatio sono stali a le mani con li inimioi,
el il prefato Conte ha preso uno capetanio de loro
de cavalli l^eri et uno de Insegna, con alquanti
homeni d' arme el cavalli leggeri, in tutto da 13 in
14 bene ad ordine. De morti et feriti de loro non
ne farò mentione, né de cavalli, perché mal si può
sapere ; ma cerlanfente 3 Leyva era venuto molto
grosso persuadendo far gran fatti et gii é andato
MKto fi SBO pensiero, el spefasao faif line andar fal-
liti ancor de li allri. De qoanlo ne segt^iri, vost#a
signoria né bara aviso, a la qual moMo mi oflero
el raeoMoandd.
Sotloseritta :
A cemandi de V. S.
JéxM Masu di Gaitfo FiAbeso.
Da Vdem^ di sier Zuem Bamdma el dee- g
t&¥, ikog&tenmio, di ultimò Fevrer lS27é Man-
dH questi avisi :
Ék UHéHe VenMni ad elàrtaMmum dominum
LdeÉfhtBnmtèmf die 98 FebrUarii 1528.
Magnifico et clarìssimo signor nostro obser-
vandisBimo eie.
Per dui bebi*ei partili da Vienna eirea 13 zoniì
fdnno, referiseono òhe in Vienaa se atrova el conte
Nieòlè da 9olm« et ebe lo Re boemo el arciduca
aUstriano se alrova in Strigonia eum poca zente, el
cbe Sua Maestà el ancóra le Hefine^ zoé la sorella
et la moglie se aspectavano a Vienna. Lo re Zuane
angirioo, uIìob VaiyodalrànsRvano^se alrova su la
Tiasa a quel ivogò ddve fu fadit la^ prima searamu-
za Ira esso Re htongarico él lo Re boemdi el dice
che il frreiifo re Zuanè esser polente di zente. 172-
léWn^ ne riferisse ono nòstro cittadino, qua! vien
dd qtiélfe parli superiore^ che da persone degàe di
fede èsisèfff sti rerek*itbì el préfìilo re Zuane haver
preso 4oi castani de l' aniedtfto Archiduca, el nome
tm «eia Ai (Keli «iit^lli^ tanten ebe t^ Vayy oda
15
MDXXVin, UARZO.
16
traDsilvano subsliluilo da esso re Zuane, che prioia
era Vayvoda, qual era rebelado da esso re Zuane,
dice che é ritornato a la sua devolione et é inimi-
cato eum el Re boemo ; et tal inimicitia è causata
per la Regina. Né altro abbiamo per bora de signi-
ficar a vostra signoria a la cui gralia, eie.
Di campo, da Cassan, di ultimo Fevrer 1527.
Come el signor Antonio da Leva beri ussite
di Milano cum tutte le gente sue si da pé come
da cavalo, et mandati 3000 Tanti per soccorer Leco,
eum tutto el resto si é alogiato a Piantelo 6 mi-
8* glia lontan da Milano. Nui subito babiamo expedilo
bon numero de Tanti et cavalli sopra il bergama-
sco per obviar al passo a quelli che vanno a la
volta di Leco, come indubitatamente se Tari se
vorano passar sul bergamasco, come cegnano di
Tar. Et el carico de tal impresa é sii dato ai ma-
gnifico domino Petro Longena eum diverse com-
pagnie di Tanti, a la summa de 1500 et piiL Et
bozi poi a cerca bore 20, ditto Leva cum bon
numero de cavalli et Tanti se ne é venuto fin qui
apresso, et come Turno per mezzo a Metz, comin-
zorono a scaramuzare con la compagnia del conte
Claudio Rangon, dove vi era anche lui in persona,
et veniva de qui per ordine datoli dal clarissimo
Proveditor. Et lui eum la sua compagnia se ha
portato valorosamente, et sono venuti fin qui sem-
pre combattendo et senza perder un homo. Come
Turno propinqui a qui, si dete a Y arme et tutti
corseno a li repari al solito. Gionse poi il conte
di Caiaza et Zuan Battista da Castro. CMm parte
di le sue compagnie, et si penseno Tuori drieto li
inimici che già davano volta, et ne hanno preso
zerca 15 tra homeni d'arme et cavalli leggeri,
fra li quali vi é uno capitanio de legieri detto Pa-
dr^;no, poi li hanno dato la Tuga più di 6 miglia
luntan de qui. Et cusl riescono le bravarie loro;
et sono ritornati a Plantello ; ma si tien non sta-
rano molto a tornar in Milano.
Q . Da Cassan, di sier Toma Moro provedi-
tor Menerai^ di 29, hare 24. Beri scrisse la ma-
tina quanto si bavea de novo, et de li inimici da
Milano quali erano per ussir, et cussi beri a bore
90 le zente inimiche, si da pie come da cavallo,
uscirno et veneno in uno loco ditto Piontello,
apresso Melzo miglia 4. Et li sol cavalli legieri
corseno fino a Pozolo miglia 3 lontano di questo
loco da CasiaDo» Et beri etiam 11 ioimici aodorao
in battaia grosissimi da pie et da cavallo per an-
dar a Melzo; et per esser sta cussi deliberato in
consulto, el conte Claudio Rangone vene Tuori in
battaia stretto sempre scaramuzando con loro fino
qui a Cassano, et qui si dete a Tarme et si saltò
Tuori con alcuni cavalli legieri, zoè il conte de
Caiazo et missier Zuan Battista da Castro, et han-
no preso da 13 de ditti inimici, tra i quali uno
capitanio spagnol di cavalli legieri. Dicti inimici
sono alogiati a Pozolo lontan de qui miglia 3 4 si
dice sono da 400 cavalli et da 3 in 4000 Tanti,
con pezi tre de artellarie, et la persona del signor
Antonio da Leva. Si ha come lo resto de inimici,
con il conte Lodovico Belzoioso et Pietro Birago,
sono andati con 3000 Tanti verso Leco per socco-
rer quello et passar sul bergamasco Qon 5 pezi
di artellarie. L' é sta mandato domino Pietro da
Longena al governo di bei^amasco, et doe altre
compagnie di Tanti apresso a quelle erano za an-
date, zoé el Vaylà et Cesare da Martinengo el do-
mino Maria da Castelo. Scrive, creder si scaramu-
zara con inimici et grossamente. Scrive si mandi
danari per pagar le gente, che di altro non si du-
bita niente.
Di Cassano, pur di tdtimo lébraro. Come
beri il signor Antonio da Leva ussite di Milano in
persona con tutte le sue gente da pie et da ca-
valo, et vene fino ad uno loco chiamato Piontello
luntano da Melzo miglia 6, et per questo si Tu
ordinato per bon rispetto che le gente nostre,
che erano in Melzo, dovesseno levarsi et venir de
qui, ita che il preTato conte Claudio oggi eoo le
sue et altre gente che ivi erano, metutosi in bona
ordinanza stretamente uniti, si è venuto a questo
exercito, essendoli sempre alia coda scaramuzando
le ditte gente cesaree, et si è portato bene, che é
reussito senza danno et con onore, et tutte le gente
inimiche spno fino apresso questi repari mezo mi- g<
glìo. Et qui si é dato a 1* arme, et ussiti Tuora de
li repari, alcuni de li nostri a cavallo hanno sca-
ramuzato, ma Turno presi do tre de li nostri a
cavallo, et poi gli andò el signor conte di Caiaza
con molti de* suoi cavali seguitando li dicti cesarei
che gii si partivano, et con loro scaramuzando ha
preso uno valente capitanio di leggieri con 13
homeni di valore ben ad ordine di cavali et altre
cose, ut quelli con molta vigorìa ha condulti qui
in Cassano, ita che inimici si sono partiti con poco
onore et manco utile di questa impresa. Le gente
nostre che erano in Lomelina» se sono tutte revo«
cale et dimane agiongenmo de qui. Il coote Fi*
17
MDXXVin, MARZO.
18
lìppo TornielOy el conte Lodovico Belzoioso et Pie-
tro Birago con tutte le gente italiane e 3 bandiere
de lanzchenech si sono levate hìefi de Milano, et
vanno con 4 pezi de artelaria ad coniongersi con
quali altri che sono siati già molti giorni sopra il
monte di Brianza et per soccorer Leco se polrano,
et minazìano di buttar un ponte a Brevio sopra
Adda et passare a danni del bergamasco. Si hanno
mandati drio Adda sul bergamasco fanti 1500 et
più. Al governo di quelli gli é mandato il magnifico
domino Pietro Longena, ita che drio Ada sono
da 8 compagnie di fanti et 4, o, 5 de cavali le-
gieri, et quando inimici passasseno sul bergamasco
si leveria de qui, tutto questo exercito per non
lassar danizar quelli subditi nostri.
10 Copia di una lettera dal campo, da Cassan,
di 30 Marzo 1528, scritta per Hironimo
Gago a domino Oioan Battista Manfredi
secretarlo de lo illustre conte di Caiaeo in
Venetia.
Signor Gioan Battista mio bonorando.
Sendo liieri el nostro signor illustrissimo an-
dato per trovar la scorta de li nimici che veniva
da Monza a Pioltello, imboscatosi con la compa*
gnia et circa 200 archibusieri presso mezo miglio
a la strada dove dovevano passare, mandò spie in
Pioltello ove sta ancora el signor Antonio da Ley-
va col campo, et parimente fece andare uno altro
^ Monza distante Y uno dalP altro sei miglia. Quello
del Pioltello riportò che'l signor Antonio con tutto
el campo era in arme et in battaglia ; l'altro disse
che in Monza era una grossa banda de cavalli et
un* altra de archibusieri, et che qualclie 50 lanz-
chinech stavano per partir con viluaglia per el
campo. El signor havendo gran sospetto da duo
canti, retirò la fantaria un miglio più securo, poi
deliberò d* andare a combattere gli ditti pochi lanz-
chinechi, et tolti solamente 25 archibuseri electì,
con Bertolo andò sulla strada per aspettarli fuor
de una villa a la campagna. Et cosi camminando
Bertolo per entrare in essa villa, trovò che già
erano arivati non tanto quelli lanzinech ma ancora
spagnoli et italiani che venivano da Pioltelo, pur
egli gli diede dentro, pensando che non fossero
se non quelli 50 atamani; ma trovò grossissimo
contrasto. Il signor veggiendo gli nostri archibu*
sieri impegnati in una casa, carigò dati* altro canto
con li cavali; tuttavia non puoté far niente, per
avere già loro messe alcune botte sulla strada.
Diarii di M. Sanuto. — Tm. UYIL
Anzi in quello carigare furono amazati dui de li
nostri cavalli, et (erito malamente quello de sua
signoria. Fatto questo, il signor si retirò in cam-
pagna, et montato su la cavalla determinò de so-
correre gli nostri archibusieri gli quali anchora io«
combattevano ne la casa, et cosi con li archibu-
sieri a cavallo, che fece smontare, et la compagnia
de cavali legieri cargo, de sorte che ributò gli ini-
mici, talché gli nostri fumo ricuperati. De ti av-
versari, secondo che se intende, ne sono morti più
de dieci, de li nostri uno et feriti due, el come
ho detto de sopra morti due iltri cavalli el ferito
quello del signor de maniera che lo veggio a
piedi, et sua signoria per ciò mi ha commesso
che io debia scriver a vostra signoria, che stia a
r erta con maistro Giovanni Pietro Mariscalco, avi-
sandola se gli viene cosa al proposito. Et non altro
occorrendo, a vostra signoria mi racomando.
Copia di lettere del ditto campo^ di 30 Mar-
BO 1528f scritta per
Heri el signor conte de Caiazo cavalcò, ma la
sua Imboscata fu scoperta et non potè exeguire
quanto era ito per fare, pur fece slare in arme
tutto el giorno li inimici al suo campo a Piontelo
et a Monza. Quando fu la sera, el signor An-
tonio da Leva mandò a Milano quattro forzieri di
le miglior cose se avesse driedo, per non lenirle
a perìcolo. El prefato capitanio ritornò con el suo
cavallo ferito de arcobuso, che i forno però a le
mano con alcuni lanzinechi che stano in Monza.
Ad instantia del prelato Conte, fessimo heri sera
uno salvoconduto a uno capitanio Antonio di Ca-
stello qual al presente serve imperiali, che *1 po-
tesse venire di qua el mandatolo.
Monte in questa notte domino Leonardo Pon* 1 1
tirolo francese, medico excellenle, el qual beri fo
in uno collegio, et poi venuto a caxa cazete apo-
pletico el monte.
In questa matina la Signoria dele un poco de
audientia, et li Savii si reduseno a consultar le
parte de hozi.
Da poi disnar fo Pregadi per expedir le parte
de conzar la terra ; et fo lede le sopradilte let-
tere, et di più.
Da Padoa, di sier Ma fio Miehiel podestà
et sier Santo Contarini capitanio, di .... ^
Come ha bauto la lettera nostra di baver T im«
9
19
HDlX^ai, MAR20.
«)
presiedo, chiamono il suo Conseio, et lecla la let-
tera tatti fono di un voler, el cusi porterano tm-
mediate li ducati 10 milia. Et elexeno do oratori
domino Antonio Caodivacca el cavalier, et domi-
no .... da Lion dottor.
Da Trevixo, di sier Stefano Magno pode-
stà et eapitanio. In conformili, scrive nel suo
Conseio tutti esser contenti de l' imprestito.
Da Vicenea, di sier Zuan Pixani pode-
stà et sier Zuan Antonio da chà Taiapiera
eapitanio. Come, lecla la lettera et proposto nel
suo Conseio, preseno servir la Signoria et . .
Da Verona, di sier Zuan Emo podestà
et sier Daniel Barbaro eapitanio. Come hanno
preso nel suo Conseio di servir la Signoria, et
venderano li vicariadi per haver presto li danari.
Fo lecto etìam una lettera di dicti rectori de
Verona con uno riporto hauto de le cose de so-
pra ; et esser zonlo uno eapitanio chiamato ....
per far 40 bandiere de fanti, se dice per condurli
in Borgogna per romper guerra a Pranza. Et altre
perticularità, ut in litteris.
Fu lecto una lettera di monsignor Lutrech
da Civita di Chieti, di 22. Scrive al Serenis-
simo li progressi fatti, et non è di lassar Timpresa,
però non si manchi al danaro per pagar le zente
et tenir in Lombardia le zente si è ubiigatì di le-
nir. Et più, havendo inteso el re Cbristianissimo
voi romper guerra di li a V Imperador, che il me-
glio sdrìa attender prima a V Italia, però si per-
suadlla Christianissima Maesti a voler far questo ;
con altre dssi parole et eonsegli a beneficio de la
guerra, ut in litteris. Una savia et ben ditata e
longa lettera, et sopratutto lauda summamente il
procura lor Pexaro.
1 1» Fu posto, per i Savii, una lettera a sier Zuan
Battista da HoKn proveditor zeneral in Dalmazia;
òhe quelli ha in prexon a Spalato, et formato prò*
cesso, quel! meritano poenam sanguinis, li mandi
de qui a le preson et li processi a li Àvogadori ;
quelli eitra sanguinis remetemo a lui li debbi pu-
nir, havendo rispetto a la calamiti di Spalato per
la peste slata, et a la condilion di tempi, ut in parte.
Et è risposta di sue lettere, di 6 Fevrer passato.
Ave : IT^, 2, 2.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL el Savii,
mandar uno presente di cosequadragesiniala mon-
signor di Lutrech, qual eosta ducati 60, ut in par '
^. Et fu presa»
Fu posto, per i Savii lutti, che a Pandolfo Ce-
nami luehese, qual li bisogna per una sua nave,
patron Zuan Quarlano, con la qual conduceva Tor-
menti in questa terra, et per fortuna ha dato in ter-
ra a Puola, li sia dà di V Arseni una barca ve-
chia, 5 tornali, 10 laie da temali, 5 pasteche, 8
manti di galle solil, 5 argane fomite, IO pezi di sto-
pazo, 6 meminali di cenlure, depositando in con-
tadi eie. El de eoetero non si possi dar robe de
r Arsenal ad alcun se non darano in conladi a T Ar-
senale et scrivendo in Banco, li patroni li trazi in
termine di 8 zorni. Ave : 181, 5, 1.
Fu posto, una parte per i Savii, zerca quelli die-
no pagar la tansa et non hanno il credito, il moilp
dì pagarla, come in la parte si contien. La copia é
qui avanti. Fu presa. J88, 7, 3.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savii del
Conseio el terra ferma, che havendo sier Vetor Gri-
mani procuralor oferlo prestar a la Signoria Destra
ducati 500, questa oferta sia acciaia et la restitu-
zion si fazi in le prime angarie. La copia sarà qui
avanti. Fu presa. 173, 19, 0.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savi del
Conseio et terra ferma la expedition del conte Ale-
xandre Nogaruola et Tonm Colpano dolor oratori
di Verona, et domino Francesco Losco dolor, cava-
lier, et Vicenzo Feramosca dolor oratori di Vicen-
za, che li debitori di le daie di i^ lanze da priorìe
Marzo 1517 fin 15*27, li sia concesso a pagar la
mila per tulle questo mexe et Taltra mila per tutte
Aprii, melando a conto quffllo ha dato a li exatorì,
non obstante sentenlie di Provedileri sopra le ca-
mere, e le cause di Francesco da Ugnoan et Piero
Venier exalori sia come le é, el sia revoca semplici
mandali di rectori, et quello se scoderà sia ioiplicà
a le presente occorenlie, sotto pena eie. Et a li Pro-
veditori sopra le camere siano dati ducati 200, et
la execulion sia eomessa al Proveditor sora i dana-
ri et al Cassier di Collegio, ut in parte. Ave :
160, 4, 7.
Die tertia Martii, 1528. In Bogatis. ^
Sapientes Consilii,
Sapientes Terme firmae.
Fu preso, per questo Conseio, chela ultima tan-
sa una el messa al Monte di subsidio fusse pagata
una de sconte eum la tansa a restituir, et V altra
roeza in conUidi, m fusse aceti il sconto a chi non
pagaia prima ii eoQtudi» Et parchi « vede quelli
SI
KDXXVQI, UJMO.
2S
che mm hanno tansa dì scontar» andando duramente
a la satisfat'tione esser raduti ad haver lassata pas-
sar ii termine cum perdeda de (e 10 per 100 de
don et dei prò'; et che lassandose cussi scorer saria
a loro danno grande et a la Signoria noslra inco-
modo, la qual desidera poter exigere da ogniuno
cum presteza, ricercando cussi ii presenti bisogni ;
et però, essendo ben prò veder che habiano el modo
de satisfar li predili che non hanno il credito de la
tansa a restituir preditta, per haver quella pagato,
tagliato, over venduta, o per qualunque altra causa :
L' anderà parte, che in loco de la ditta tansa de
sconto, se possi pagar cum la infrascritta sorte de
danari, videlicet con el prò' de Monte vechio paga
di Septembrio 1481 nel sestier di Ossoduro nova-
mente butado, con el prò* de Septembrio de Monte
novissimo, che de proximo se dia pagar cum la
prima rata del prò' de Moirte novo del 1513 che
proximamente se die pagar, et ancora se possi pa-
gar eum la prima rata dell* imprestedo de Gran
Conscio che de proximo se ha da butar. I qual tutti
danari siano acetati m loco de sconto, quali se possi
far da li creditori di quelH in nome cussi suo come
de altri ; ma non se possino acetar, se prima noa
sari sti pagata la meza tansa di contadi, et de li dit-
ti tutti sconti se li babbi a dar don de 10 per 100,
cosi come è sti fatto del sconto de la tansa a resti-
tuir. I quali tutti prò* el ogni altri simili danari siae
obligati a la Signoria nostra, el oonze le scritture, el
per li Governadori de le inlrade scossi eC portali a
le presente oecorentie. El azió che tulli possino con
comoditi far el compito pagamento de la ditta tansa
una et meza, sia prorogalo a cadauno termine ie
poter pagar la una tansa, si cum le dille sorte de
credili come cum la tansa prefala a restituir, el la
meza tansa in contadi per tutto di 15 del presente
mexe con el don de 10 per 100, el cum el beoeflcio
del prò* de Marzo presente. El passalo el dillo ter-
mine non se possi scuoiier più con el dillo don,
sotto le più strette pene che se contien in le parte
sopra ciò prese ; ma se debino tirar immediate le
marele nel zornal.
t De parte
De non
Non sincere
188
7
3
Die tertia Marta In Rogatis, 13'
Ccnsiliarii,
Capita de Qaadraginta^
Sapientes Consilii^
Sapientes Terrae firmae.
Hàvendo il nobii homo sier Vetor Grimani prò*
curalor 1* altro zorno in questo Conscio cosi lauda •
bile el promplamente o£ferlo a la Signoria noslra
ducali 500 ad impresiedo per le presente occoreo-
•ie, però;
L* anderi parte, che per auloriti di questo Con-
scio sia accepli ditta oblalione, el mandar debbi li
ditti ducati 500 a 1* officio nostro di Canoerlengi a
la cassa de le presente occorrentie, dove sta fallo
creditor, et possi scontar el dillo suo credilo in ca-
dauna di le sue graveze el angarie che de coetero
se penerà, havendo lui rechieslo cum tulli i doni el
eondition saranno poste dille graveze et angarie.
De parte 173
De fton 19 ^
Non sincere
Die dieta.
Omnes suprascripti.
Ha scritto a la Signoria noslra lettere il Prove-
ditor nostro Pexaro, haver mandato ad tare in que-
sta città per ordine di monsignor illustrissimo di
Lutrech alcune cere, specie el altre cose quadrage-
simale per valuta di zerca ducali 80 ; le qual cose
essendo a proposilo per gratiflcar Sua Excellentia
mandarli a presentar in nome nostro ;
L' anderi parte, che *l sia di faculli al Collegio
nostro di spender fino a la ditta somma ducali 80
ne le robe predille, da esser mandale ad apresenlar
in nome de la Signoria noslra al prefalo monsigoor
di Lautrech.
t De parte 171
De non 1
Non sincere ^
Queste sono le cose rechieste per Lutreoh. j 3
Fige
Uva di Damasco .
libre 100
> 50
S8
MOXXVUI, MARZO.
Si
Avelaoe
Altra sorte di uva'
Zucaro per cucioa
Ziicarofino
Prune
Torze di zer% bianca di peso libre 2 .
Candele di cera bianca di 5 a la libra,
di longeza d* un piede e noezo . .
Riso •
Pevere pesto
Polvere di ogni sorte di specie . . .
Garofoli
Canela in cana
Canela pulverizata
libre 50
> 60
> 100
pani 10
libre 50
> 80
100
50
6
6
2
1
1
14* Da Zervia, vene lettere di sier Zuan JFVa»-
eeseo Sagredo proveditor, di , , , , Narra la cosa
come fu di Tasalto volevano Tar li foraussiti di Zer-
via, nominati per le altre, et quel SJefano Fanle-
aguzo da Cesena To nostro contestabile con li danari
hauti da li tesorieri del Papa, etc, et le provision
lui fece, et come il Proveditor di Ravena è stato
Il etc, ut in litteris.
Di sier Toma Moro proveditor ^general, da
Cassan, di primo, hore 6, Come beri scrisse li
pregioni fatti per nostri de inimici forono 12, bora
avisa sono 22, et do capitane! et do altri capitani di
spagnoli feriti a morte, V uno don Alons capilanio
di cavalli ferito di due archibusate, T altro capila-
nio pur di cavalli legieri, taiato una mano, et do
capitani furono presi. Li inimici sono allogiati in
Piontello et li si stanno, né hogi hanno voluto in-
sire, perché venendo di Lomelina el signor Cesare
Fregoso et domino Paulo Luzasco sono corsi Gno a
li muri di Piontello el li hanno tolti cavalli e( li
muli del capitanio Zucaro, né mai loro inimici se
hanno mosso de 11. Item, hogi inimici do volle
hanno dato allarnìe, vexali da nostri carvalli, né
però si sono mossi. Il conte di Caiazo con 150 ca-
valli et 400 fanti insite fuora per trovar dilli ini-
mici ; ma loro non li volseno venir. Scrive, 8 capi-
tani de fantarie sono sta mandati sul bergamasco
con le sue comitive, et è bona gente el in ordene.
Scrive, hozi se ha sentilo tirar artellarie da longi,
pur verso Leco ; ma non se sa dove. Scrive, za do
. notte stemo a V erta; senza dormir.
Bel ditto, di 2, hore 3. Come el signor Anto-
. nio da Leyva é pur a Pionteila, el heri, come scrisse,
passorno per de li le zenle nostre da cavallo, che
(1) La carta 13* è bianca.
venivano de Lomelina, et li feceno dar a Tarme, né
mai volseno venir fuora. Si stari a veder ben oocu-
lati ciò che '1 vor5 fare*. Heri inimici che sono per
socorer Leco tentorno di passar Ada a Brevio et in
altri lochi, et già alcuni di loro erano passali et fu-
rono con loro danno et vituperio fatti tornare di
là ; siche é sii fatto tale provision drio Ada, che
non é da dubitar che dicti inimici habbino a passar
Ada, né potrano soccorer Leco. Scrive baver baule
li ducati 10 milia.
La Brexaydisier Zuan Ferro capitanio, H
di 2, vidi lettere particular, che dice. Da uovo
si ha, el signor Antonio da Leva baver mandato per
soccorer Leco 1200 italiani, do insegne di lanzioech,
pono esser 300, el zerca 650 spagnoli, quali bozi si
dieno trovar a Ulcina. Hanno doi canoni et dui roezi
canoni. A l'incontro, a Caurinogli é el signor Piero '
da Longena, el conte "Crcule Rangone, Cesare da
Marlinengo, Octaviano Vayli, Marian da Castello,
domino Guido do Naido, Feracino el Balistin da
Rimino, che sono zerca 1800 fanti. El cast^lan di
Mus se li ritrova in esser fanti 800. Heri gionse in
campo a Cassan il signor Cesare Fregoso, il magni-
fico Luzasco con quelle gente che erano in Lume-
lina quali riposaranno per uno giorno : et doman
infallanter si farà una di due cose, o andarono a
tagliar a pezi el soccorso di Leco, o faranno gior-
nata con el signor Antonio da Leva che se ritrova
a Piontello. Hozi o doman si tlelibererà qual de
due cose barano a fare ; ma se indica farano quella
di Leco. L' altrieri si fece una grossa scaramuza ;
fu preso do capitani Ispani de leggieri con noolli
altri homeni da bene, et loro inimici guadagnorno
una insegna di gendarme che cascò a quello la por-
tava, che era del conte Odo Brazo, giovane valente.
Ma questa é la prima baruffa che ba fallo ; un* altra
volta sarà piti advertito.
Del capitanio del lago, Jacomo Barbaro,
date al lago a dì primo Marao, particolar,
vidi lettere. Come, essendo sta preparalo per el
venir de monsignor reverendissimo Farnese a Salò,
qual doveva venir, el tutto é sta venduto, el questo
per haver ditto el suo spendador, che il Papa li ha
mandato uno brieve che voi vavli da Sua Santità ;
siclic ha convenuto andar verso Orvieto. Di sopra
si fa una dieta nel conti de Tirud, per voler far
gente. Scrive haver mandato doi, che uno non sa
di r altro, per ved< r quello é, el sono persone che
reporlerano la verità. Si fa le munilion rifrescar,
tamen di union di gente non si ha.
Del ditto, da Bordoìin, di 2, Come quel ca-
96
uDxxvm, lUBza
se
pitank) nominalo Dogano Grison si fece da merea-
dante et apresenlossi al Proveditor di Salò, et an.
dele a la corte del Principe, et non vene per il
lago, ma smontò a Gargnaii, et per terra con guida
15 sene andele. Et il Proveditor non Tarla lassato
passar se non li fiisse sta ditto per alcuni di Salò
che lo conoscevano, che era mercadante et homo
di gran fazon et di guerra. De qui se ha, che il
Principe ritorna in Hongaria per haver hauto la sua
gente sinistro da le zenle del Vayvoda. Io ho man-
dato a Trento dove si fa una dieta de li signori del
conti di Tiruol, et quello sari risolto lo saperò
benissimo. Dicesi che il signor Antonio da Leva
scrive in Alemagna : soccorso, soccorso, altrimenti
la fame lo strenzerà a pigliar partito. Se condu-
cono biave a Riva et farine. É stati dui regenti in
la vai Deben a veder quelli passi; non bisogna fl*
darsi.
Fu baloti iusta le leze sier Francesco Dandolo
venuto Soracomito, haver ben servido et tenuto la
galla. Ave 110, t.
15* Fu posto, per li Savii del Conscio et terra
ferma, excepti quelli nominerò di sotto, una parte
di ritornar su le de«;ime, et altra siano tansadi ca-
daun, qual poi sia incorporada et se intendi pagar
tanto per decima, et questo per anni 5, con molte
clausole, et duri questo per anni 5, ut in ea.
Fu posto, per sier Zuan Matio Bembo, sier
Carlo Cappello Cai di XL, sier Lunardo Mocenigo
procuralor, sier Luca Trun procurator savii dei
Conscio, sier Piero Boldi) et sier Filippo Cappello
savii a terra ferma, una parte di retansar di novo
tutti, con molte clausule, ut in parte. Et per esser
do opinion, fu rimessa a ballolarle doman.
In questa matina, in Quarantia criminal fo meni
uno caso intromesso, una retention in caxa di sier
Zuan Malipiero qu. sier Hironimo qu sier Zuane,
qual Sabato passato fo retenuto per una sententia
voluntaria fatta al Petizion in favor di fìoli fo de
ser Homobon Oriti, per causa di certo colar ave et
non gè lo rese. Et sier Michiel Trivixan avogador
intromesse et parlò. Li rispose in favor di Oriti
domino Cornelio da Feltre dotor. Andò la parte di
taiar la retention, 19 de si, 1^ di no, 5 non sincere.
Et fu presa di una baiota, perchè non si poi per
debito tenir in caxa.
A dì 4. Là matina fo gran pioza • et vento et
calivo tempo.
Di Brexa, di sier Antonio Barbaro pode-
stà et sier Zuan l'ero capitanio. Come, nel suo
Conscio haveano preso di dar li 10 milia ducati ri-
chiesti ad impresiedo, iusta la parte, la qual ava
tre ballote di no.
Da Cremona, di sier Gabriel Venier ora^
tor, (Il ... . Come il Duca era montato in burchio
per andar al suo camin verso Ferrara per andar a
Loreto, con ordine dato a lui Qralor Taspettaria a
Caxalmazor. Et cussi esso Orator, iusta le lettere
haute di la Signoria nostra che1 vadi, con lui si
partiri per andar insieme.
Veneno in Collegio li do oratori padoani do-
mino Antonio di Caodivaca el cavalier et domino
Zuan Battista da Lion dotor, et portooo ducati 2000
a conto de 1* impresiedo ; il resto sariano etiam
presti.
Da poi dìsnar fo Collegio di la Signoria per la
cosa di becheri coati offici deputali, Oovernadori,
Proveditori di Comun, el oGciali a la Becaria, et
nulla fu fatto, rimesso a uno altro zorno.
Da Fiorenza, di sier Antonio Surian dotor
et cavalier, orator, di 24 et 27. Il summario di
le qual scriverò di sotto.
Da Vieenaa, dÌ4tectori. Come quelli voleno
pagar Timprestedo, che 1* eslimo pagi di quelli
paga da soldi 5 in suso, et voleno se comprendi
etiam li venitiani hanno beni in visentina.
Dei Cereaara, da LanBano, aUi 24 di Fé- la
braro 1528. Monsignor oggi è venuto io Lanzano,
dove fin qui non ho altro, se non che da li ho-
meni di la terra se dice che li cesarei venivano
verso il Oarìgliano, quali in tutto, con quelli di le
forteze che sono uniti, sono da 16 in 17 mila fanti
con una grande quantiti de artellaria, et che è bel-
lissima gente; ma questo l'ho solo dal populo, né
però ancor si ha di certo che siano ussiti di Roma.
Del ditto di 25, ut supra. Beri s' ebbero av-
visi da Firenze, da V Aquila, et dil signor Valerio
Ursino, li cesarei esser ussiti di Roma, preso il ca-
mino verso Napoli da Santo Germano costegiando
la fiumara del Oarìgliano ; del che Monsignor si
mostra molto contento, et dice non voler tardar
più in loco alcuno fin che non si trovi presso loro,
con animo di combatter ogni volta che gli venga il
proposito. Cosi dihiane parte da Lanzano, et va al
Guasto procedendo per l' avenir dìligenteotente. Et
il capitanio di T artellaria ha ditto a Monsignor, che
la fari caminar 15 mia al giorno dimodoché per
r artellaria non si tarderà, di sorte che procede»*
dosi a questo modo, a iudicio de ogniuno non potria
passar molto che si vederi gran cose, né V impresa
può andar molto al longo; che o li cesarei, o quelli,
di la l^a sarano sforzati al combatter per la mot-
S7
MMXVqJt MARZO.
MnAim di le gentil et per le viltuarie che a loago
andar non bastarano. A nnio iuditio, tutto questo
exerfito si trova molto voiUnteroso al combaler, et
vi si trovano soldati da faetkme numerati da 21 ia
93 milia eombatenti ogni volta che tutto lo eser-
cito de la lega sii unito, senza quelli che non sono
pagalK» che in tulio si tiene che ascendano più de
50 milia fcoti ; cosa quasi incredibile. Et tutto que-
sto esercito occupa apreaso 60 mia di paese; siche
pensi Vostra BxceHentia se bisognerano di le vit-
tuarie. Et medemamenle l' esercito imperiale unito
sari Torsi da 17 milia combateoti de (actione senza
la zurma ; si che difficile sari che vi sia viUuaria
16» de inlertenirli mollo, ancor che ne ritrovino per
qualche di.
Dei diito, dal Guasto, dì aSFebraro. Hoggi
monsignor Lautrech e venuto qui al Guasto, et per
dimane potria sapraseder in ditto loco per bavere
fetto hoggi un lungo camino da Lanzano sino al
Guasto, che se gli fa 25 mia con V artellaria ; ma
postdimane se partirà per Tremole, che se gli fa
di strada 20 miglia. Cosi procedendo di questo
modo, per quanto esso Monsignor dice, sino si ri-
trova albi volta de imperiali. É venuto aviso hoggi,
che gli imperiali mandano 3000 fanti con diligeotia
verso Manfredonia per fare V intrata loro dentro
prima di quelli di la lega ; nova di qualche impor-
tanza, seeufido il iuditio di questi signori, quando
la gK succedesse a li imperiali. Nondimeno è difficile
che la gè reussiri ad eSecto, perché Pietro Navaro
et il marcliese Saiuzo che si ritrovano in V Aquila
non hanno mancato di celere provisione sin bora,
io scriverei la importaotia di questa entrata in Man-
ferdonka pid difusameiUea Vostra Eseeilenlia quan-
do se bavesse possalo intendere piiì chiardmeute
per il presente; ma quaulo ho potuto iulendere
et più veriGcato lo scrivo, uon restando di darne
ancor più copioso aviso, come si veda V elTetlo di
tale cosa quanto T importi.
17 Adi 6. Se intese esser morto sier Nicolò Bra-
gadin qu. sier Vettor, era Pruvedador a la Zefalu-
nia, fato V intrada di...' zorni io loco di sier Nicolò
Halipiero, qual ha convenuto restar viceproveditor.
Del Pexaro, fo lettere di 24 et 25, di Lan-
gan^ et 26 et 27 dal Vasto. Scrive il suo venir
n, et Lutreeh con T esercito seguitando eipaeifice
hanno hauto quelli lochi. Item, colloqui hauti con
Lutreeh, qual voi baver il dominio di la Puia, per-
chè chi baveri la Puia sarà signori del R^no.
Item, come hanno uno aviso, cbe li cesarei veni-
vano in Puia, tamen non lo credono. Scrive, Lu- i
I treeh baferìi ditto si scrivi In Pranza il Re naadi
danari in Italia, perché havia deputi 240 milia
fhinchi per la guerra in Italia al mese, et par che ne
babbi tolto la siiti per far la guerra a li confini^
Scrive, ba inteso li danari esser zonti a Pesaro li
ha mandi a tuor : de eoetero si mandi a Landino.
Scrive, che si partirano per Maoferdonia, mia 100
de li per mar, ma &0 per terra, et rechiede ordine,
recuperando le terre erano nostre li in Puia, come
è Monopoli, Mola, Trane, Brandizoel Otranto, se
la Signoria voi le toy a nostro nome, o quello babbi
a far. Et che Lutreeh qual li parlò, dicendo : < Qual
é le vostre terre di Puia? » Lui li rispose : < So quale
era, ma non so la parte vori al presenle la Signo-
ria nostra. » Scrìve Taviso haver cbe*l marchese del
Guasto eon 10 bandiere di fanti et 400 cavalli era
venuto avanti, per venir in la Puia avanti di loro ;
et altre particularili.
Da Fuliffno, di sier Almxe Pixami procu-
ratorproveditar general, di ultimo et ptr imo ds
V istante. Come il Capitanio zeneral non sa quello
babbi a far, né ha alcuna intelligentia da Lutreeh,
né {sa) dove el sii. Scrive si mandi danari, et si bari
da 4500 fanti. Avìaa a Orvieto esser zonti li do cardi-
nali erano a Roma per obstagi, videlicst Cesia et
Ursino, el il cardinal Cotona é partito di Roma el
va a Napoli. Scrive, é sti preso da Zeotil da Ugii-
bio mandato 11 dal capitanio, da Varano,
qual andava per intrar iu Camerin, et il Capitanio
seneral l' ha mandato preson a Pesaro. Itemy è sti
prese alcune lettere cbe1 ditto mandava a quelli
dentro, dicendo quel traditor del proveditor Pi-
sano venilian manda zente in favor del duca di
Urbin per haver quel Stado. Scrive, ba haute ad
imprestedo dal signor Malatesta Raion ducati 4000,
et spera haverne altri 1000. 11 Papa ha maudato a
Roma 4 iH>nipagnie di fanti, et quelli erano fuora di
Roma, poi che ussiti li inimici, ritornano ad babilar
in Róma.
Da Fiorensa^del Surian, di 24 et 27, Come ]7«
il morbo prodede de li, et 14 case nove iufi^tade.
Item, quelli signori li 4000 tanti con il
signor Uoratio a trovar Lutreeh, et {adj alcuni di la
casa di Medici erano in la cilti, li hanno fatto co*
mandamento si parlino; hanno mandato uno orator
alla comunità di Siena.
Di Cotogna, di sier Nicolò da Canal po-
destà. Come, nel Conscio loro, richiesto Timpreste-
do, tutti fono di bon animo di darli per esser mem-
bro di Veniesia, et mandano li ducati 500.
Da Crema, dd Podestà et capitanio sier
29
MDIXTVf, MAR»).
18
Andrea Loredan, Come nel loro Conseio, non so-
lum è sti conienti pagar li ducali ^300 limitatoli,
ma voleno dar ducali 1000 di pid.
Vene r oralor di Milan per saper di novo.
Vene V orator di Fiorenza etiatn lui per saper
di novo.
Po letto in Collegio li capilolidi'la liga si ha
con Pranza, zerca il reame di Napoli, et un' altra
capitulation latta.
Da poi disnar fo ordinato Pregadi et Conseio
di X con Zonta, da poi credo per scriver al Pexaro
per il Conseio di X. aziò sia secreta.
Pu posto, per tutlo il Collegio, atento il danno
patito per la inondation dell' Adexe li homeni et
comun (li Castignaro et Carpi territorio veronese
et di la Banchela sopra la Badia, pertanto li sia
concesso exemption per anni 8 di ogni angaria real
et personal, exceplo la colta ordinaria. Pu presa.
134, 7, 93.
Pu posto, per li Consieri, cerle permulation a
Cardin Peramosca visenfin Tate con pre' Zuan Ma-
ria Palcerio arziprete di S. Mtchiel di Brendola, et
con pre' Iseppo di Gualdo, di alcune terre, sia con-
firmata. Pu presa. 104, 12, 16.
Die 5 Mariti 1528. In Bogatis.
Ser Marinus de Molino,
Set Joanes Emiliano, *
Ser Daniel Eenerio,
Ser Marcus Minio,
Ser Aloysius Mocenieo eqttes,
Ser Franciscus Donato eques,
Consiliarii.
Ser Joannes Franciseus Emiliano,
Ser Joannes Matheus Bemho,
Ser Oaroliés Cappel lo,
Capita de Quadraginta.
Ser Dominieua Trivisano eques, proeu-
rator,
Ser Leonardus Moeenieo proenrator,
Ser Lueas Trono procura tor,
Ser Franciseus Bragadeno,
Ser Andreas Trivisano eques,
Ser Leonardus Lauredano procuratore
Ser Nteolaus Bernardo,
Ser Leonardus Emo,
Sapientes Consilii.
Ser Valerius Margello,
Ser Petrus BoldH,
Ser Gabriel Mauro eques,
Ser Petrus Mauroceno,
Ser Philippe Capello,
Sapientes ierrae firmae.
Dovendosi per iustitia et universal satidfacCione
de tutti li zentilomeni citadini et subditi nostri ve-
nir a regolation delle laxe ultimamente create, come
per lexe di questo Conseglio expressamente é stato
provislo, aziò, se alcuno se trovasse gravato, over
che in questo tempo havesse patito danno manife-
sto, over per qualunque altro carico protrahendosi
la retaxation in longo potria produr gniDdisstnu
ruina nelle facoltà soe ; et cosi de converso, accre-
sciute le loro facullà, o per qu-alcbe altra causa non
conosciuta ne la prima taxatione cadauno possi
esser reduto a quella laxa che sia lusta et conve-
niente, però :
L'anderà parte, die il primo Conseio di Pre-
gadi sia electo per scurtinto una mano de XX
Savii et il secondo Conseio l'altra mano de XV
Savìi, cum tutti li modi et condizioni furono electi
li precedenti, i quali subito electi redur si dcfaano
in dui lochi separati da esserli deputati per ilCoi-
legìo nostro, una mano de li quali, videlicet U
XX, habbino a reveder per li sextieri leeonditioni
de tutti li nobili cittadini subditl nostri et altii abi-
tanti in questa città, nemine exeepto, si taxati
come asolti, fazendosi dar in nota esse conditioD,
sotto tutte le pene et strettezze T altra fiata de^hta*
rite et prese in questo Conscio, fazendo revedar et
scontrar quelle a li offici nostri, reineontrandole
etiam cum le ultime polize date per loro alla pre«-
cedente taxatione, aziò ben instrucli de le facoltà de
cadauno, possino cum bon fondamento essef reso-
luti ne la sua expeditione. Et medesimaiDente debi
far r altra mano de li XV Savi, taxando li sol*
toposti a loro cum ogni diligentia et sollecitudine.
Et perchè ne le taxation preterite, per il variar de
li iudrci et per la longeza del tempo fo fatto varie
et differente taxatione, da le quale éinasciuta gratH
de inequalità et discontento, dovendosi a questo
ben proveder aziò la taxatione sia fatta cum ogni
brevità, tome etiam rezercano le presente impor-
lantissime occorentie, non si dovendo a modo al-
cuno permetter la mutation de li taxalorì, sia* preso
che quelli saranno electi iion possino lassar il ca-
rico a loro imposto per qualunque causa, me
etiam se ben tm»no tketi in «Hri offici d« éeth
31
iiDXXyn,|ifAR^.
Si
(ro per li quali si potesseno excusar de non poter | absenti et poi venuti in questa cillà, overo quelli
conlinuar il ditto carico, nel qual debino continuar
fino a la fine. Possi esser electo cadaun del corpo
di questo Conseio, et de &idaun loco et officio, et
etiam de oftitio continuo, excepli solanìente quelli
del Collegio nostro, del Conseio di X, della Zonta
del dillo Coiiseio, et li Procuratori enlrano in ditta
Zonta. Quelli saranno electi non passino rerudar,
solto tulle le pene contenute ne la parte ultima del
nostro Mazor Conseio circa i rel'udanti ; ma subito
elecli siano obligati redursi ogni nialina ad ora di
terza, et ogni zorno da poi disnar quando non sia
Pregadi, solto lutle le ditte pene, attendendo cum
ogni sollecitudine alla expe<iitione, quale de ragion
convenirà esser breve per la poca dislantia da la
taxation precedenle a questa, da la qual si bavera
molta inslructione, dechiarando che li laxadori sa-
18* ranno electi del corpo de questo Conseio, come è
ditto, se ben ussisseno de Pregadi avanti il finir de
la taxa. Non debino però ussir di l'ufficio de taxar ;
ma in quello debino continuar 6no alla fine, come
di sopra é ditto. Et sapendosi che ne la preterita
taxatione molti hanno expeclato le septimane de
quelli laxadori da li quali li pareva che nel meter
la sua parte de la laxa fusseno facili a metterla de
piccola suma, sia preso che quando si dovere meter
la parte di taxar overo de absolver alcuno siano im-
bosolali li laxadori et extracto uno fuori, el qual
debbi metter la parte, el non essendo quella presa,
se debbi extrazer V altro, et cussi de uno in un'o
fino sarà presa la parie, aziò ninno possi saper
quelli che deveno meller ditta parie, non si pos-
sendo in alcun tempo, sotto debito di sacramenlo,
apalesar quello o quelli che haveranno messo le
parie. Ne le altre cose veramente si debbi observar
l'ordine consueto de li ebdomadarii per la bona
regolation del Collegio, dovendo esser per loro ob-
servata la parte de le pregierie in tutto et per tutto,
insta la conlinenlia sua. Habino li ditti laxadori ad
far nota ad uno per uno li taxati sopra il libro de
carta bergamena, con silenzio sotto debito de sa-
gramene, cum tulli li modi el conditione V altra
fiata prese in questo Conseio.
E perché è conveniente che tulli universalmente
babblno a pagar la dilla angaria secundo la facuitè
sua, non si dovendo permetter che alcuno, o per
oblivione o per altri mezi che habino tenuto a la
preterita laxa o potesseno lenir, babbi a passar
senza esser stalo a la presentia de li laxadori, sia
preso che lutti quelli che non fusseno sta chiuniati
overo DOQ fusseno ^tali davttuli Ipro per esser stali
che si de lochi alieni, come del Stalo nostro fus
seno da poi venuti ad habitar in questa città, overo
per qualunque allra'causa, debano fra lermine de
mesi doi, da poi che se bavera dato principio a la
taxation, haversi apresenlà a li laxadori predilli,
dando le condilion sue in nota cum li modi el or-
dini diti di sopra, quali siano laxati secundo V or-
dine suo, et siano obligali pagar tulle le iaxe che
da questo zorno adriedo saranno messe. De quelli-
veramente che fra ditto termine non compare-
ranno, sia comessa la inquisilione ai X Savii nostri
sopra le Decime, li quali, secundo la consuetudine
di r officio suo debano inquerir el lanxar tutti
quelli sarano sta inobedicnti, tolendo le condilion
soe in noia. El habuta sopra quelle ogni matura iu-
telligentia insta li ordini sopra zio dispooenli, i
qual inobedienti taxati da essi X Savii nostri deb-
bano pagar non solum le Iaxe venture, ma tulle
quelle sono sia poste dal principio de la laxalion
nova in qua cum^b per 100 de pena, da esser
divisa fra lo accusator el offilio suo, secondo il loro
consueto. El perchè nella taxa da esser falla oguiuno |g
die dar in nota principalmente per quello i paga-
vano por decima, el poi per il resto de la facultà
sua, sopra le qual cose i laxadori dieno far il suo
fondamento ; essendone molti che da molti anni in
qua per esser sia levata la decima hanno compralo
et acquistato molti beni si di la Signoria nostra
come possession de fuora da altre persone che non
erano a le decime, ifem molli stabili fabricati da
novo, qual cose è ben conveniente siano dechiarite
ne le condilion loro, sia preso, che quelli non da-
rnno in nota alli venti overo quindici laxadori pre-
dilli simil accrescimenti, li X Savii sopradicli de-
bano inquerir conlra di loro, azonzendo alla angaria
sua per li dilli accrescimenti quel di più che have-
rano ritrovalo, cum tulle le pene el modi de sopra
dechiariti, aziò cadauno habbia causa de manife-
starsi el solozazer a le leze el ordeni de questo
Conseio. El per far pili prompto cadauno a dechia-
rir dilli soi accrescimenti a quelli che li darano in
nota tftim verità, possino etiam esser considerati
in ditto accresciniento se havesseno altri sui beni
deteriorali, sicotne per leze é previsto in questa
materia a l'officio nostro di X Savii predilli. Prtne"
terea^ besseudo molli mercadanli che vanno el
vieneno in questa città non si Ormando per habilar,
che non sono taxati el melono le sue mercantie
senza graveze de decime, cosa non conveniente,
però sia slaluilo che lutti quelli che per non ba*
33
HDXXVni, MARZO.
34
bitar in questa cillà non saranno (axati et mede-
ranno robe in questa città, debbano pagar do per
cento perse in loco di le decime che si soleva pa-
gar ; le qual due per cento se babbi a pagar da
tutti quelli lochi et de tutte quelle ròbe che sole-
vano pagar decime al tempo che correvano le de-
cime ordinarie. Et dille do per 100 non possino
esser cresciute, overo diminuite per più o manco
angarie che si metlesseno ogni anno. Et aziò non
si usi fraude nel mudar dei nomi, servendosi del
nome de quelli fusseno taxadi per fugir la ditta an-
garia, sia preso che ultra il sacramento che se babbi
a dar nel far de le bollele, che quella roba sia sua,
overo de altri sui maestri drizata a loro, siano sta-
tuite quelle mazor pene a le qual sono sottoposti
quelli cascano alle pene de contrabandi ; a* le qual
pene sotozazer debino quelli che muderano le mer-
cantie da nome a nome et che interromperanno
Tordine presente; et sia dechiarito, aziò alcuno che
sia tansato non babbi causa de permetter che altri
mettano robe in nome suo per liberarsi da le ditte
due per cento, si per qualche comodo che potesseno
haver, come per servir che quando si farà la refor-
mation di questa taxa, quale de anni 5 in anni 5 se
habbia a far insta V ordine za preso in questa ma-
teria, veder se debi per li taxadori li libri di le
doane nostre, come si suol far per veder le fazende
]9« de quelli che fanno grossamente. Et se fra lab ne
fusseno de quelli che escusandosi dicesseno haver
permesso che altri meltino robe in nome suo, ultra
le pene sopraditle a le quale se intendi esser in-
corso, non sia admesso tale excusalione, anzi se-
veramente siano lansali per quello si vederà portar
le ditte fazende fatte in nome suo, et per quello
porterà la facultà sua. Et il presente capitolo et or-
dine sia mandato alle doane nostre da mar et da
terra et a cadauno altro oflBcio nostro dove sì fa
bollet^, et registrato ne li suoi libri, adciò ad ogniu-
DO et sia noto et se possi far la executione contra
quelli che defraudasseno o permetlesseno il permu-
tar il nome nel tr.zer et meter le mercanlie sue,
per esser de non piccolo danno a la Signoria no-
stra, sì per causa de le ditte 2 per 100 da esser
pagale, come etiam per altre fraudechese com-
metteno per questa mutalione in diversi officii,
siano obbligati li signori delti ofBcii cum le solite
sue utilità farne la debita executione. Et perché
nelle occorrentie se ritrova il Stato nostro, se ben
é necessario per iuslilia devenir a la presente taxa-
tione, non è però a proposito che se babbi ad im-
pedir che la Signoria Dostr| non possi haver modo
/ Di0rii di M. Sanuto. - Af». XlVJl
de prevalersi de quella summa de danari rizercarà
il bisogno, sia preso che se in questo interim ac-
caderà metter laxe, quelle se debbano pagar inte-
gramente come si fa al presente per nome di de-
posito con questa dechiaration, che fatta la taxa
nova, quelli baverano pagato de pili de quello sa-
ranno taxali, possino scontar quel più si in le an-
garie soe venture come in quelle de altri; quelli ve- ^
ramente sarunno taxati più di quello baveranno
pagalo per la taxa presente, d« bano pagar fra ter-
mine de mexe uno allora proximo quello resterano
a pagar con il don, come bavera pagalo le altre.
Etiam li taxadori prefati debbano nel laxar ca-
dauno haver conveniente rispello alle spexe, nu-
merosa famiglia et ogni altro carico che havessero
li zentilomeni cittadini et subditi nostri, come se
convien ad ogniigiuslilia ed equità. Et tìnila la ta-
xalione* de tulla la cillà, siano elecli per questo
Conseglio cum li modi et ordeni che saranno elecli
li presenti altri XV Savii taxadori, quali debano
laxar si li XX come li XV Savii predicli, aziò ca-
dauno sia laxalo come é conveniente.
De parte 163
De non 34 '
Non sincere 2
Fu posto, per sier Zuan Miani, sier Marco Minio, 20
sier Alvise Mozenigo el càvalier, sier Francesco Do-
nado el càvalier consieri, chel sia concesso a mai-
Siro Marco Medico a Montagnana, che reusendo
Tediricio fallo di segar legnami, li sia dato il sesto
di quello al presente si paga in la caxa di V Arse-
nal per ogni til che'l segarà et sii obligalo andar
per li boschi, et questa gratia sia per anni 30.
Et sier Marin da Molin consier voi, atento sia
gran numero di segadori in questa terra sotto la
sua scuola, qual vivono con le fameie, si observi
quello é sta observato fin ora et non li sia concesso
tal gratia La gratia 79, fu presa. Del Molin 58. Di
non 4. Non sinciere 9.
Fu poi posto per tutto il Collegio una sola parie
di riconzar la terra al modo come appar in la parte
qui av^ntf posta. Ave : 163, 34, 2.
Et lìccnliato Pregadi, restò Conscio di X con la
Zonla. Et fu posto dar certi doni a quelli condus-
seno questo anno passato bestiame in questa terra,
insta la parte, et non fu preso.
Fu posto expedir TOrator che va al Signor
turco, videlicet darli ducali 800 per comprar aN
cuni presenti mancava»
8
• - •■
35
HDXXVIIIi MARZO.
36
Questi sono i lochi et terre bandite per esser
amorbate, per V officio di la Sanità.
Roma con ia Romagna
Fiorenza con la Toscana
Ravena
Rimano
Faenza
Forìl
Cesena
Bologna
In veronese.
San Bonifacio
Soave
Monleforle
Isola di la Scala
Sennion sul Lago
La Campagnola di Caslion su Garda
In padoana.
Arsego sotto Camposampiero
In el Piova questi do
Bovolenta
Blaran
Item.
Chioza
OQ, Adì 6. La malioafo lettere del procurator
Pexaro^ da Termini, di ultimo Fevrer. Come
erano venuli 11 con Lutrecb, el come anduriano
mia 18 a uno loco del Serre, qual si ha reso a la
liga. Inimici par siano a Campobasso, mia 30 lon-
tano, pur di là di monti Pirenei (sic). Scrive come
Lutrecb ba la pratica con Sara CoIona, qual venirà da
la nostra con Tanti 3 in 400, et però voria si pagasse
per mila. Item scrive che ba parlalo con il ditto
zerca il venir del Capitanio zeneral con le zente 11;
qual non par li piacqui tal venuta. Scrive esso Pe-
xaro haver pratica con molti baroni del regno, et
tutti desiderano star sotto il dominio di la Signoria
nostra.
Fo mandalo per Collegio sier Piero Morexini et
3ier Filippo Capello suvii a terra ferma a caxa di
monsignor di Baius, qual ha le gole, per oonferir
zerca il Capilanio zeneral quello si babbi a far eie.
Il qual li dele alcune lettere li scrive monsignor di
Luirecb.
Da Brexa, di sier Zuan Ferirò capitanio^
di 4, vidi lettere particular. Come, per lettere
del Governador date a Cassano a di 3, advisà a di
2 cavalcò il signor conte di Caiazo el il conte Ce-
sare suo Ggliolo alla volta del monte di Briaoza, el
verso Monza, quali trovono una grossa cavalcata de
inimici el stelero un gran pezo a le mano coniba-
tendo, a la On per nostri fu preso uno capitanio de
inimici nominato Todaro Albanese con ^ io 30
altri boni cavalli el a bore 3 li condusseno a Texer-
cilo. Item scrive, doman si aspetta qui a Brexa il
clarissimo Avogador.
Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor
aeneralf di 3 11 summario scriverò qui avanli.
Scrive il successo di questa scaramuza.
Del Capitanio del Lago, da Bardolin, di 3^
vidi lettere particular. Come le moniliun et pre-
paration si fa di sopra, etiam si fa la dieta io
Trento di questi si^noreii del Tiruol, qual se dia
compir bozi. Io barò el certo di quello baranoo
fatto. È voce quelle bandiere fatte di sopra de
Ysprueh stanno cusi el attendono a pagarle; iudico
certo vorano far qualche movimento etjo farà il
conta di Tiruol, né le cose de Uongaria impNediri
che questi non fazino motioo, come bo ditto.
Del Ceresara da Termini, a l' idtimo
Febraro 1528.
Le due spie che venero bieri de notte a monsi-
gnor de Lautrech, de che scrissi per le mie de
hieri, hanno riportato che li imperiali erano giooti
ad un loco nominato Nochiera, (?) lontano 36 niigUa
da questo allogiamento, lì quali puono esser zerca
13, 14 milia fanti. Dimane Monsignor parte di
questa città el va ad Serra, dove poi non si sarà
lontano da imperiali più de 15 miglia. Et li impe-
riali die hanno sapulo che questo exercilo bavea
ad fare Taltro allogianìento ad Nochiera (?) se visono
redulti loro prima, perché quel loco, aucor che ooo
sii forte, nondimeno è di importanlia per le entrate
de le dovane, le quale polriano andare in sinistro
a Monsignore el similiter a li imperiali, perché
tutti dui li exerciti si trovano in essere tale, che
ciascuno di loro le dissipare per non cedersele Tun
a r altro, et far questo non si può, senza grandis-
simo detrimento delia Pyglia, Et si fa iuditio elio
2i
87
llDXtyUI, UAMZO.
sé
Monsignor non le potrik pid haver, opur quando ne
habbia, sera una parie, ma sar& con grandissima
difflcuUà. Àncora questa dovana dovea dare il Olio
a questa Pasca, che saria stato apresso 100 miiia
sculi a Monsignor ognivolla che Thavesse ottenuta;
ma fin qui, per quel si ved^, é pid prsto in qual-
che dubbio che altrimenti di poter haver riser-
vata senza danno questa dovana, benché ancor si
possi salvare per qualche bona sorta. Dicesi che
sono sta inlercette lettere per le gente del mar-
chese di Saluzo, che si riportavano da Napoli a
Roma alli spagnoli, di tenore chel marchese del
Guasto et il Viceré, havendo ricercali li baroni del
regno che si contentassero di accettare una parte de
li imperiali in Napoli per conservatione loro et
della città et per interesse della Maestà Cesarea, gli
fu risposto da tutti che erano contenti volendo
stare ad bene et male per la Cesarea Maestà, con
questo che loro imperiali vi mandassero tutte le
loro robe, donne et tutti li loro monimenti riposti
ne le fortezze loro, azi^ che~havendo ad esponersi
a questa fortuna tulli egualmente vi si exponessero,
et quando non vogliano essi imperiali fare questo
risolutamenle, dicono non volergli consentire, nia
volere la città libera. Il che vedendo imperiali che
non gli [)uò succedere, hanno preso partito di re-
dursi in questo loco, nel quale sono varie opinione
se si combatterà. Dimani cominciarassi ad andare
in ordinanza con tutto lo esercito per quanto se
- dice, et hoggt tutti li capetanei sono andati ad unire
insieme tutte le loro compagnie.
e I » Del ditto, date pur a V ultimo lebraro.
L'imperiali marchiano acanti con diligenza per
prender loro prima la dovana di le pecore di que-
sto exercito. Roggi monsignor Lauirech é venuto
qui a Termine, et ivi ha bavuto avisi che li impe-
riali erano lontani da monsignor Vandemonte pid
de ^0 mia, et subito ha spazato al dillo che stia vi-
gilante alle cose sue per tal rispetto. Petro Navaro
e venuto da Lutrech, et hanno insieme statuilo di
appropinquar le gente tutte pid unite insieme et
marchiare inanti provedulamenle con lutto T exer-
cito verso Manferdonia, et con quella diligenlia che
gli conyerà. Se ha ancora aviso che 1* Imperatore
h grandissima armata con fatha di mandarla per
soccorer Napoli ; ma però che*l fin de Sua Maestà è
di mandarla per Genua ; dove monsignor Lauirech,
intendendo questo, subilo ne ha dato aviso al si-
gnor Teodoro Triulzio, é in Genova, avvertendolo
*ad star antiveduto se in Genua fusse qualche inten-
dimento, et voglia provvedere a li bisogni oppor*
tuni. Monsignor Lauirech postdimane marchiare a
Serra, lontano 18 miglia da Termini, pur sempre
pid accostandosi a li imperiali. É iuditio universal
cbe'in breve se babbi a veder il fine di questa im-
presa, perchè imperiali vengono polenti et con
animo di combatter, et del medemo animo sono
questi altri.
Da Cassan, di sier Toma Maro proveditor 22
general, di 3, hore 1. Hozi sono giontl qui al cam-
po lanzcbenech 150, che vieneno da Lione nova-
mente, et sono di quelli de la Banda negra, al quale
si darano danari al solito de li altri. Questa notte el
signor conte di Caiazo, essendo slato in scaramuza
con inimici, ha conduto pregione el capilano Todaro
Albanese, Con zerca 15 bomeni de valore. Il signor
Antonio da Leva è pur ancora con le sue gente a
Pionlello el con alcuni pezzi de artellarie, et fin qui
non ha fatto cosa alcuna, et li inimici che sono per
soccorrer Lecco, etiam non hanno fatto cflTecto al-
cuno, né trovano modo de passar Adda, perché le
gerite nostre gli stanno alP opposito con bona cu-
stodia. Hozi le zenli nostre da piedi che erano in
Lomellina sono andate a la volta di Lecco. In Brexa
sono metlttti nd ordine 500 arcbibusieri de quelle
valle per mandarli a la custodia di Beiamo In ogni
occorentìa di biso;;no.
Da Udene, del Loeotenenie, di 3. Manda una
lettera che li scrive sier Lorenzo Morexini casteiau
di la Chiusa, di 3. Come in questo zorno, da uno
sier Daniel Gallo homo degtio di fede, che vien da
le parte de Alemagna, {si sente) come el se tran-
sferisse de Ala et de altri lochi molla fantaria verso
Trento, benché in questi preteriti lorni intese che l'era
adunato gran quantità di biave li a Trento, et s&diceva
che ditta biava era sta conduta lì per causa di que-
sta zente, che vanno per calarse in Lombardia.
Questo è quanto bavemo inteso. Staremo atenti, et
di quanto intenderemo, avisarò.
Da poi.disnar fo Pregadi, el lecto «oZtim que- g^*
sle do lettere, fo tolto il scurlìnio con bolletini di
X Savii sopra la reformation di la terra, et si farà
uno altro scurtìnio.
1 92. Electi X Savii sopra la riformatian di la
terra, con pena, iusta la parte.
Sier Nadalin Contarini fo profeditor
a! Sai, qu. sier Hironimo, qu. sier
Stefano procnrator 76.104
99
Sier Francesco Àrimondo fo prove*
dilor al Sul qu. sier Nicolò • •
t Sier Andrea Mar/elio fo al luogo di
Procuralor, qu. sier Antonio. .
Sier Jacomo Badoer fo Consier, qu.
sier Sebaslian e! cavalier . . .
Sier Piero Malipiero To al luogo di
Procuralor, qu. sier Micbiel . .
Sier Nicolò Zorzi fo duca in Candia,
qu. sier Bernardo
Sier Maffio Bolani è di Pregadi, qu.
sier Piero
Sier Bernardo Moro fo provedilor al
sai, qu. sier Lunardo ....
Sier Alvixe Bernardo è di Pregadi,
qu. sier Piero da san Fola . .
Sier Alvise Malipiero fo cao del Con-
seio di X, qu. sier Stefano prò-
curator
Sier Zuan Nadal Salamon fo savio a
terra ferma, qu. sier Toma . .
Sier Polo Valaresso fo podestà a
Bergamo, qu. sier Gabriel . .
Sier Hironimo Bondimier è di Pre-
gadi, qu. sier Bernardo . . .
Sier Andrea Marzello é di Pregadi,
qu. sier Jacomo
t Sier Antonio Venier fo Consier, qu.
sier Marin procurator ....
t Sier Toma Mocenigo fo capitanio in
Candia, di sier Lunardo procura-
tor qu. Serenissimo ....
Sier Lunardo Venier fo proveditor
al Sai, qu. sier Bernardo . . .
Sier Filippo Bernardo fo savio a ter-
raferma, qu. sier Dandolo . .
Sier Daniel Dandolo é di la Zonta,
qu. sier Andrea
t Sier Hironimo da chà da Pexaro fo
savio del Conscio, qu. sier Beneto
procurator
t Sier Marco Loredan fo avogador di
Comun, qu.-sier Domenego . .
t Sier Hironimo Querini fo savio a ter-
raferma, qu. sier Andrea . . .
Sier Andrea da Mula é di Pregadi,
qu. sier Nicolò
t Sier Antonio SanuJo fo podestà a
Brexa^ qu. sier Lunardo . . .
Sier Marco da Molin procurator, qu.
sier Alvise procurator ....
MOXXVUr, MARZO.
I
40
83.110
111. 68
88. 93
66.116
72.117
87.103
82.106
92. 96
97. 92
70.122
81.109
77.116
80.107
1 12. 79
142. 43
100. 86
88. 99
36.153
121. 65
109. 80
101. 86
75.116
IH. 79
65.121
101. 93
100. 85
93. 92
98. 87
70.113
88.100
93 94
91. 95
59.117
99. 88
Sier Marco Zantani fo podestà et ca-
pitanio a Trevixo, qu. sier Anto-
nio
Sier Priamo da Leze fo Cao del Con-
seio di X, qu. sier Andrea . .
Sier Andrea Barbarigo fo al luogo
di Procurator, qu. sier Nicolò .
t Sier Alvise Soranzo è al luogo di
Procurator, qu. sier Jacomo . .
Sier Alexandro da cbà da Pexaro è
di Pregadi, qu. sier Nicolò . .
Sier Francesco Valier fo cao del Con-
seio di X, qu. sier Hironimo . .
Sier Jacomo Bragadin è di Pregadi,
qu. sier Daniel
Sier Zuan Badoer doctor et cava-
lier, fo capitanio a Verona, qu.
sierRenier
Sier Daniel Trivixan é di Pregadi,
qu. sier Andrea ... • •
t Sier Piero Trun fo Cao del Conscio
di X, qu sier Alvixe ....
non Sier Pandolfo Morexini fo podestà a
Padoa, qu. sier Hironimo.
non Sier Bernardin da chà Taiapiera é ai
X Savii, qu. sier Nicolò.
Fu posto, per li Consieri, una gratia a domino
Zuan Aguslìn Pantheo di far stampar una sua open
per anni 10, ut in parte, di la Purification di Vo-
to, 106,26,9.
Da poi ussite li Savii fuora et fono sopra una
deliberation.
Fu posto, p r i Savii del Conseio et Savii di
terra ferma, excepto sier Filippo Capello, una let-
tera a sier Piero da chà da Pexaro procurator ora-
tor a lo illustrissimo Lutrech, in risposta de soe
zerca a le terre nostre erano in Puia, che vedesse
ottenendole di haverle, et di le altre digi a Monsi-
gnor illustrissimo che saremo d* accordo con la
Chrislianissima Maestà, et per sua instrulione li
maiidemo li capitoli de la nostra ultima lega
fatta col re Christianissimo z. rea partir del regno
acquistandolo. Quando a le nostre zente è in Tosca-
na, debbi persuader Lutrech che 'I Capitanio zeue-
ral vengi con quelle zente per agunienlar rexercilo.
Et sier Filippo Capello savio a terra ferma voi
la parte bora lecta, con questo se scrivi una let-
tera a parte al diclo Pexaro, che non volendo el
Lutrech vadi el Capitanio zeneral, che si scrivi al
procurator Pixani che vadi lui Proveditor eoo le
23
il
IIOXXVUI. MARZO.
a
zente et el Capilanio zeneral con parie resti qui ìd
Toscana a custodia di quella Provincia.
In la qual opinione introno sier Piero Boldd,
sier Valerio Marzello el sier Piero Morexini savii
a terra ferma. Et da poi disputudo, etiam introno
sier Marco Minio el sier Francesco Donado el cava-
lier, coosieri.
El parlò primo sier Gasparo Malipiero fu Cao
di X, contradice.ido una parie el l' altra, et disse
che
Da poi parlò sier Gabriel Moro el cavalier, sa-
vio a terra ferma.
Da poi parloe sier Filippo Capello per la sua
opinion, el li rispose sier Gabriel Moro el cavalier
savio a terra ferma per la opinion di Savii.
Da poi parlò sier Piero Trun fo Cao di X, el
qual disse si mandasse el Capilanio zeneral; el poi
S3« parlò sier Nicolò Micbiel el doctor, dicendo . . .
Da poi parloe el Serenissimo per la opinion di
Savii, in la qual enlroe insieme con sier Zuan Miani
el Consier.
Oa poi, sier Valerio Marzello savio a terra fer-
ma per la opinion del Capello savio a lerra ferma,
in la qual era inlrato con li do collega. Et ultimo
parloe sier Carlo Capello Cao di XL, el qual disse
voleva metter una opinion, qual fece lezer, la qual
metteva sier Zuan Matlio Bembo el lui sier Carlo
Capello Cai di XL, voler la lettera, con questo, sier
Alvise Pixani procurator, proveditor zeneral con le
zenle vadi immediate a trovar monsignor di Lau-
trecb, et il Capitanio zeneral con la sua compagnia
vengi in Lombardia, in réliquis zerca la lettera
scritta al Pexaro volevano la lettera, et zerca le
terre di Pula et di pagar la mite di Colonesi potendoli
haver. Et disse che dovemo aricordarsi la discordia
fo del 1509 fra el conte di Pitian et il signor Bor-
tolomio, et da poi altre discordie seguile in li exer-
citi : però voleva spartir el gran da la paia, far ve-
nir el Capitanio zeneral in Lombardia et mandar le
zente a ingrossar Lutrech con altre parole. Et ve-
nuto zoso, letta la parte, andoe le tre opinion. La
prima volta .... non sincere, .... di no, di
quella di sier Marco Minio consier, et altri nomi-
nati, 53, et questa va zoso ; di quella di sier Zuan
Mallo Bembo et sier Carlo Capello Cai di XL fo
61 ; di quella del Serenissimo 75. lierum, le due
balolade fono : 8 non sincere ; 87 del Serenissimo ;
100 di Cai di XL, et questa fu presa. Et con gran-
dissima credenza fo ordinata. Si vene zoso a bore 5.
Noto. A Pftdoa é grandissima mortaliti di pe-
teehie, adeo ne muor 30, 40 et 50 al zorno, che é
una extremilà.
È da saper. Tanta è la penuria del viver, che
sul Ponte di Rialto stano da ^00 villane con sol Soli
una apresso V allra, el se li dà elemosine, et per
pietà li lodesohi del Fontego fanno far calderoni de
maneslra de legumi, o altro, et li mandano a dar a
cadaun. È una grandissima pietà veder la quantità
di poveri, et sopratutto quelle de Buran de mar, le
qual vanno zercando con le visture in capo, insta
il suo consueto, et più che hanno tolto la piuma di
loro ledi, el in sachi stanno bon numero di qua dal
Ponte de Rialto a vender quella piuma per viver,
che è grandissima compassione.
A dì 7 La matina, fo lettere di Padoa, di 24
sier Santo Contarini capitanio, di heri Con
riporti hauti di Trento zerca quelli preparamenti,
come è motion el capetanei fanno zenle, ut in Ut-
teris.
Di Salò, di sier Hironimo Oradenigo prò-
veditor. Con avisi, ut supra, di motion.
Di Udene, di sier Zuan Basadona el dotar,
luogotenente, di 3, di T instante. Qual manda
questo riporto, qual dice cussi :
A dì 3 Margo 1528, in Udine.
Juri Brenaro mandato a li passati giorni per il
clarissimo domino Zuan Basadona doctor luogote-
nente de la Patria a le parte de Ongaria, parlile da
Udene a li do Febraro preterito, hozi sera ritorna-
to. Refferisse, come a li 14 del mese agionse in una
campagna zomate due lontan da Buda, dove scon-
trete alguni mercadanti acompagnati da 10 bomeni
armati, da quali intese de 11 a Buda le strade non
esser secure : per il che non li parse andar più ol-
tre, ma accompagnato con essi, andò verso un ca-
stello chiamalo Bistriza Todesca. Et in viagio ragio-
nando di le cose del Vayvoda, li fu da dicli mer-
cadanti diclo esso Vayvoda ritrovarsi in Buda con
bon exercilo, et che tra 11 et altri loci avea apare-
chialo da 15 mila persone, quale al tempo de l'erba
nova per adunar insieme et venir contra todescbi,
et le zente sue erano turchi, tartari, moscoviti, et
hongari. Et da dicli mercadanti etiam intese el
campo del principe Ferdinando ritrovarsi zomate
due sopra Buda fra due acque. Et gionto a Bistriza
Todesca castello fortissimo, luntan da Buda zornate
quattro, vide 11 da 50 pezi de arlegliarie de esso
Principe, parte grosse, parte menude. Partito de li
éa
MDXXVUI, 4IARZ0.
U
andò verso il campo, al qua! gionse a li 19 del
mese, et riirovó quello esstir tra lo Danubio et la
Mura Gumi grosissimi. Et stato in dicto campo una
zornaia, vide quello esser da persone 10 milia in
circa, gente desutile, mal in ordine et mal pagate et
per la mazor parte infermi. Et dieta infirmila aver
inteso esser processa da le uve, che al tempo de le
venderne per bongari furono attosegate, et de tal
infirmila esserne morti da 6000. Dice cbe in dicto
campo era da 1000 cavalli, il resto fantarie, et tra
li altri era il conte Zuan de Corbavia con cavalli
300. Partito de 11, andò a Graz dove bavea inteso
24* atrovarsi la persona del Principe, et gionlo là a li
24 del noese, intese esser de li partito il dicto Prin-
cipe et andato a la volta de Vienna. De li in Graz
intese, a li precedenti zorni esser sti facta una dieta,
et era sti electe 3000 persone, quale bavean tenuti
ben 15 zorni senza danari et poi scossa per il paese
certa quantità de danari de impositinn, li bavean
data meza paga et mandati a la volta del campo,
blese etiam, W Principe baver spazato ambasadori
al Gran Turco per adimandar pace o tregua. Partito
de li, vene a Gii, dove ritrovò esser sta intertenuto
ano obe si asseriva ambasciator del noarcbese de
Mantoa, et le lettere cbe li erano sta ritrovate era
sta per il capitanio de Gii mandate al Principe, ben-
cbé el dicto asserto ambasciator diceva taver nel
cuor Quello I* bavea da dir al Principe ; con el qual
esso referente parlò et adimandato di la causa del
suo andar a quelle parte, li disse esser andato per
comprar Tormenti. Intese etiam, come el Principe
bavea posto una nova imposilfon al paese, et cbe el
Vayvoda aveva dato ona stretta a le zente dei Prin-
cipe, zoé a quelle 8000 persone mandate da Graz
verso el campo. Et da Gii poi è venato de qui. Re-
ferisse etiam, in diete parte baver inteso da diverse
persone, cbe il Principe ba dimandalo danari a li
sol baroni del paese per far la guerra, et loro ha-
verli risposo non volerli dar più danaro alcuno per
conto di far guerra. Et U popoli lutti dolersi de
dicto Principe, digando obe mai non bavera Victo-
ria per baver lui spogliato tutte le chiesie di arzenti
et non li baver lassato salvo calici et patene de
rame, et per pagar li soldati baver lui impegnati
quasi tutti li sui castelli, i/em, riferisse baver in-
teso, cbe tutti li bongari si son rebellati et ritornali
dal Vayvoda. Àdtmaodato di le biave, riferisse es-
serne abundantia et cbe qua a li confini ne vien
conducte assai quantità.
In questa matlna in Collegio fo parlato zera k
deliberation di beri, et fatto le lettere, tra le qual
una bona lettera al Capitanio zeneral, cbe *1 vì^dì
in Lombardia, con dolze parole; su la qual el Sere-
nissimo voleva pur che la opinion persa fuase li
mior, iamen fo fatte le lettere et expedile si al Pe-
xaro come al Capitanio zeneral et al Pisani.
«
Laus Deo
A di 7 Marzo 1528.
Referisro io Bernardin Gelfo da Bassan servi-
tor de vostra signoria, de ordine de quella esser
stato a le parte superiore per intendere quelli ao«
damenli et movimenti de' inimici, et baver inteso
ut infra :
Et primo, a di 27 Febrer la sera mi ritrovai io Val-
sugflna a Grigno, dove etiam gli era zonto misster
Francesco Cnstelaltoel il signor Carlo Trapo (Trapp)
capitanio de Bisen tutti dui commissari deirimpera-
tore, quali andavano publicando alcuni munifesti
del Principe, il lenor de li quali non naro a vostra
signoria, perché quella é slata avisata del vero,
perchè subito spadai uno messo apposta al magni-
fico podestà di Biissan.
Ifem, dico cbe a di ditto la notte zonse nel ca-
stelo de Trento carete 4 lauzoni, et questo l' be
per via de uno servitor di missier Andrea da Rezo
comissario ut supra.
Item, che a di Zoba 27 ui supra zonse a Tren-
to missier Nicolò Traustelf capitanio sopra le arti-
gliane, con alcuni bombardieri, et portò lui li sopra-
ditti manifesti da Yspruch.
lipm, cbe a li 29 ditto a Riva di Trento fìirno
facte oride, con pena de 1 50 marchi uiun doves-
se condor tignami fuora del territorio.
Itenif che subito da poi de li fumo tolti in nota
tutti li legnami segadi si ritrovava in man de li
mcrcadanli, el da pc»i smi li, fattogli comandamento
che sotto pena della forca non dovesse vender ditti
legnami a niun fino non baverano altro in coio-
mission.
Item, ho inleso in Trento per più vie, come
alcuni maislri di far barche cusi richiesti sono an-
dati a Inspruch, per provvedere di alquante barche.
Item, nel Luni, due del presente mese, mi re-
trovai a Roveredo, el disnai con quel mio amico,
qaal era con il conle Gerardo de Arcbo et il podestà
di Rovereto, et disnai con loro el fu parlato de più
cose circa la guerra, el tandem Uitte le sue raion
45
hduviii, marzo.
16
gè le faceva bone. El però a firmo a vostra signo-
ri», a cerio hanno ileliberalo venir in llalia con fanti
numero ^iO milin, el la sua ferma deliberalion é de
dar il guasto per tutto dove potrano, affirmando
non esser altro remedio in acquistar le terre della
Vostra Signoria, salvo il preditto.
Item, dico, che essendo a tavola soprazunse dui
italiani imbavarati, el subito zonti, dicto Conte se
levò da tavola et andò in una camera a parlar de
secreto con loro, dove siete per spazio de forsi una
bora, el poi se partìrno, el il Conte ritornò a tavola
tutto aliegro. Et da poi dimandai quel mio amico
se *l cognosceva dici! imbavarati et quello cercava*
no : mi rispose non cognoscerli altrdimenle, salvo
che indicava loro esser visentini over veronesi, et
che di presto sentina qualche cosa da novo ; né
altramente mi volse chiarire.
Item, dico, che essendo andato con uno maistro
Zuane professor di gramatica mio amico, qual gii
è sta in Bassan, andassemo a veder una bella fabri-
ca si fa in Trento per nome del Signor. Gli trova-
semo uno missier Michiel maistro di caxa del Si-
gnor, et parlassemo con lui de più cose circa la
guerra ; qual me dimandò se io sapeva che fusse
sii messo una part€ in Pregadi dì reteuir lo amba*
sador de 1* Imperador, qual non era passato, lo gli
SS* dixi non saperne niente, et lui mi dixe di ciò baver-
ne habuto litlere da Venelia. El poi parlando de
pid cose circa la guerra, lui disse: «Se veneliani sa-
pessero lo inlrinsìco el deliberationi de questi signori,
io zuro a Dio fariano altra provisione el delibera-
tione al facto suo, di quello fano. El vi so dir que-
sto, che de presto sentirete qualche gran diavolo
verso di loro. > El qual dicto maistro de gramatica
rispoxe per littera, el dimandoli se questo sarebbe
in termine de zorni 15, overo SO, lui dixe non sa-
per il tempo stabilito ; ma certo di brieve sentiria
gran cose contra veneliani.
Item, dico haver visto suso alcune zelare in
Trento suso l'Adexe, farfossi de biave numero 35.
Item, perchè haveva intexo doveva esser zonte
alcune monilioni in alcuni lochi, me ne andai de li
da r Adexe in uno nvonestiero di S. Lorenzo ; non
li vidi altre monition, salvo barche numero 37 da
far ponti, pur facli per avanti.
liem^ similmente andai in un altro monestiero
di S. Marco pur in Trento apresso T Adexe, et vidi
in dicto loco assaissimi ponti da legnami el scale
fatti etiam gii per avanti.
liem, nel castello di Trento, artigliarle et nio«
niliofi ga ne sono laute cbe iuipuwibìle é a crederlo*
Ittim, dico, che subito zonto io a Trento intexi
de certa quantità de biave doveva esser gionte a
Igna, loco de sopra da Trento miglia SO. Subito
mandai de 11 una mia guida, qual haveva menato
con mi per intender de ciò la verili ; qual fino al
mio partir de 11 non era zonto, perché io mi parlili
pid presto dell* ordine dato, el questo per essere io
9ti scoperto da unii guida, qual guidava quel secreta-
rlo di TArchiduca questo Oclubrio a Mantoa, al qual
gli fu drìedo per retenirlo fino a leTavarnele, come
il tutto sa vostra signoria. Di sorte che n)i é sta
forza fuzer et venir via per strade inusitude pur
slravestido da molinaro, perché a tulli li mei abili
io era conosciuto, et veni a la volta de Koveredò, et 26
tolsi do guide qual mi guidò per la montagna di
Valarsa sempre a piedi et per le neve gmndissime,
dove mi é sta forza lassar il cavallo et venir a piedi
flrfb a Schivo, et se io non avesse fatto tal viazo,
in tulli gli altri locni era retenuto, né altramente
gli era remedio a la mia salute.
Item, dico haver inleso, come lo Imperatore
ha scritto a 1* Arciduca che adoperi ogni suo inze^
gno et poterQ in recuperare ìlStado de Milano, cbe
lui gè lo donava totalmente, né in quello più voleva
baveri! a far domente lui lo recuperasse.
Item, dico che a Trento gli erano reduti tutti
gli castelanì et capitane! circonvicini, et ogni zonio
erano fra loro in gran raxonament! secreti, et per
questo intexi da uno servitor del capitanio da Per-
zene dovevano redarsi dì presto a la volta di Boi*
zan in uno certo conseglio da esser fatto tra de lor.
Item, ho intexo per più vie a Trento, cbe l'Ar-
zidoca die haver messo una imsà suso la Hongaria
et Boemia de meza corona per fuogo : se dice per
reparation de turchi, ma si pensa al contrario.
Altro per bora non ho, salvo che supplico con
ogni reverenza vostra signoria queUa si volgia var-
dar da qualche futuro tradimento, perché a tutti gli
andamenti el parole, per quello ho visto et inleso, mi
dubito, né altramente mi posso immagtoare. A la
qual bumilmente mi ricomando.
Da poi disnar, fo Collegio con la Signoria et ai^ 371)
tri offici sopra la Beccaria, et nulla feno^ Fo remeso
a urrà altra volta.
Da Canstantinopoli, di sier Piero Zen vi^
chailù, vene lettere per ma di Bagusi^ di 28
Zener. Come era venuto uno oratore del Re vayvo«
da de Hongaria, el qual aeonzò le sue cose con que^
(1) U o»U W* è MiBit.
47
IfDXXVIU, MARZO.
48
sto Signor, siche 1 voi re$ti in regno et darli aiulo
conlra V Archiduca. Et prima el signor Vayvoda
mandò do oralori, quali fono spoiadi el riturnorono
indrio, poi uno che fu morto : questo è il quarto,
il qual vene a dir il Re passado li voleva mal per-
ctié diceva stesse bon con questa Maestà, et però
voleva esser suo vassallo. £1 Signor li ha dato 1-2
mila cavalli in suo aiuto di quelli è a li confini, et
li manderà poi il bilarbei de la Grecia con 30 milia
cavalli, el li ordinò non facesse fatto d'arme se non
zonzeva il bilarbei. Scrive, esser slato da Imbraim
a ringratiarlo de li salnitri et altro. Rispose, da
amici non si poi sperar altro che favor, e lo trovò
che *l parlava con una santessa rivolta in una schia-
vina con vermi atorno, et li disse che la diceva an-
dasse in Hongaria ohe V haveria vittoria. Item^
altre particularilà scrive, ut in litteris.
Da Fiorenga, del Surian oraiar, di ultimo.
Come la Banda negra di SOUd fanti con il signor
Oratio Baion si m^tle ad ordine, et parlirano subito
per andar a trovar a Lutrech. Ci come é aviso da
Puligno, che *l proveditor Pixani col Capitanio ze-
neral et il nostro esercito partirà a di ^ per andar
etiam loro. Scrive, la peste é grande in la terra, el
lui partirla per andar a star fuora poco lontano.
Da Foligno, del procurator JPixani, vene
lettere a Kore una di notte, di 4. Scrive, come si
doveva levar con le zente per anelar a trovar Lu-
trech a di 7 ; ma a di 6 partiva la Banda negra di
fiorentini col signor Oratio. Scrive, il Capitanio ze-
neral non voria atidar, el sopra queste parole fa
longa lettera eie.
27* Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor
Menerai, di 5. Come hozi ei signor Antonio da
Leva, aproximandosi più a noi, si é allogiato con
tutto il suo exercito a Melzo el con molti pezi de
artellaria, né ha lassalo in Milano pur uno soldato
di niuna sorte, exceplo quelli del castello, et cre-
dendo che questa notte o dimane faranno qualche
demostralion, se indica habbino di andar a Trezo
et ivi buttar un ponte el passar sopra il bergama-
sco per favorir le altre gente sue che sono a la im-
presa di Lecco, le quale fino ad bora non hanno
operato cosa alcuna bona per loro, et manco, come
tutti indicano, faranno efletto alcuno. Scrive, de qui
tutti é di bon animo con tulli questi capetanei de
combatter valorosamente, venendo Tocasione. Que«
sta sera si aspectano de qui li 500 archibusieri bre-
xani per tutela del bergamasco, de quali si servire-
mo de qui al presente in questi bisogni. E sicome
li inimici procederano, cussi saranno seguiti et fatto
le provision necessarie. Da poi scritte, sono venuti
de li leggieri nostri, quali referiscono lo exercilo
del Leva non esser levalo da Piontello; poi è rilor-
nati el conte di Caiaza el Paulo Luzasco, quali que-
sta matina se partirono de qui el andorouo a la
volta del campo de inimici, che sono ai Zina per
soccorer Leco, el sono stati apresso loro el fattoli
dar allarme, et ivi hanno preso 12 pregiooi di loro
inimici, i quali avisorno a ditti signori, come una
grossa scorta di loro era andata a la volta di Monza
per condur al campo suo una molta quantiti di
pane. Ita che inteso questo, essi signori si miseno
andar a quella volta, et tandem ritrovomo essa
scorta con il pane, et combattuti assieme, quelli da
la scorta rimaseno perditori et di loro midli furuoo
amazati, et molli prexi insieme con il pane che con-
duceano, quiili pani erano numero 7000, la waior
parte del qual é sia conduto insieme con zerca 60
pregioni et zerca 150 cavalli boni et tristi a lo exer-
cilo nostro ; sicché inimici patirano molto de vic-
tuarie, che questa era la provision soa per do giorni
el per più; siche le cose procedono bene et di bene
in meglio.
Copia di una lettera di Paulo LuMoseo, da 38
Trevi, a dì 6 de Mareo 1528, scritta al
conte Hironimo Savorgnano.
Clarissimo et illustrissimo signor mio hono-
randissimo.
Ho lardalo tanto da scriver a vostra signorìa
dopo eh* io li scrissi de la presa del Castel de Ne-
biola confine a Novara, per non esserne acaduta
cosa degna de aviso da allora sino al partir nostro
de la Lumelina, et mafico so, né voglio scrìvere
favole, ma solum la pura verità, perché non cerco
con fucate parole far le cose maior che non sono
però che anco non li bisogna usarle con quelli
excellentissimi signori nostri voglio stiano un pon-
to da drieto a li effetti, che ad ogni modo é fom
se manifestino tale quale sono. Me satisfa molto a
r anima narrare li pochi successi nostri come pas-
sano elcon la debita convenientia. Come vostra
signoria debbe haver inleso. Venerdì, che fu a li
28 de lo passato, per comandamento de questi si-
gnori illustrissimi se levamo de Mortura el invia-
mosi a queste bande. Il Sabato fossemo a corer
sino nel campo de nimici, nel mezo di quali loglies-
semo alcuni cavalli, el facti alquanti pregioni dessi-
mo volta. Lunedi che fu il secondo de lo inslantei
noi medesimamente, pigliato longo camino ritomas*
49
MDXZVIII, lURZO.
50
28»
semo pur ad assallare inimici nel campo loro così
a r improvvisi), che li bomeni d* arme el altri sol-
dati ebbero a pena tempo de imbrazar le cappe et
metter man a le spade per defension sua, et alcuni
fugiteno ne le case, altri sotto li portegi, di sorte
che con fatica se salvoruo; ma non tutti, perchè
parechi ne rimaseno pregioni. Detlero un grosso
allarme, con non poca mia speranza che ne baves-
sero a venir drieto, el dando in uno poco de im-
boscata che havcvimo facto, perdessimo il
de retirarse ne li allogiamenti, ma non furono cosi
animosi che volessino venir troppo inauli. Heri,
circa a le bore 10, el signor conte de Caiazo ed io
usciiDo a ritrovare il campo inimico, qual batteva
Usnago, el corendo sino nel niezo de loro facesse-
mo alquanti pregioni, da i quali, intendendo che
venivano victuaglle al campo in assai quantità con
bona scorta da la via de Monza, gli audassemo a
r incontro, el quelli rotti el fugati gli togiicssemo
ogni cosa, el vino spandessemo per la incomodità
de condurlo, pigliassemo capitani foreri generali,
fanti et cavalli, de tal maniera, che de loro non
campò la quarta parie. El penso che nel suo campo
beri el tulio h zi generalmente se sii degiunalo.
Altro non xé. Hebi a li di passali la undecima let-
tera de vostra signoria, de 'i7 del pussato, et gra-
tissinìe mi furono le nove che quella mi avisava,
indicando per li presenti andamenti che le cose
nostre babìno ad baver prospero exilo. Il signor
Julio suo Ogiiolo é sano, se porla benissimo el lui
et io se racomandamo in bona gralia de vostra
signoria.
Data in Trevi, a li 6 de Mareo 1528.
Sottoscritta :
Servilor minimo
Paulo Luzasoo da Verona.
A tergo: k\ clarissimo el illustrissimo signor
Hironimo Savorgnano signor mio observaudisimo.
In Venetia.
29 Sumario di una lettera di domino Antonio da
Castello, da Cassan, a li Mareo 1528.
Per una altra mia notiGcai, inimici baver batulo
una rocheta apresso Calzinà, et di poi che baltevano
ditta Calzinà, quale Zobia notte li piantono Y arlel-
laria grossa el Venere da malina comenzò a tirar,
di sorte che a bora de disnar fu preso per forza.
Circa a quelli che erano verniti a Piantello col si-
/ Viarii il II. Sahuto. - Tm. UYIL
gnor Antonio da Leva, heri se levorono el veneno
verso Melzo ; fu ditto per alozar, tamen se tornono
la sera a Piontelo. I nostri cavalli legieri lutti ha
cavalcato, maxime il signor conte di Caiazo, Paulo
Luzasco, i quali Irovorono circa 100 cavali de pan
che andava a queli de Cnlzinà accompagna da zirca
80 fanti, el deteno dentro, in modo che preseno
tutti quelli cavali de victuarié et meseno de mal
tutta la scorta, fazendone molti presoni. Penso che
di brieve se risolveranno de la inlention loro, per-
ché male poderano durar cosi per rispetto del vi-
ver. Heri lanzinecb, che sono verso Leco, veneno in
scorozo de mala sorte con il conte Belzoioso per
non baver il pan ; siche bavendoli tolto questo che
speravano, penso non possi star de bona voglia.
Quelli de Lecco son saltati fora el forono rebaluli
dentro da queli del castelan de Mus, con mortalità
de molti de quelli de dentro. L* armata de Como
per el lago in quel tempo si scover/i et quella del
castellano andò per inveslirla^ in modo che se non
fosse slato le gente che bavevano in terra restava
tutta persa ; pur se sono retirali a salvamento in
Como. Non dirò altro ; a la bona gratia, eie.
Copia di una lettera dal campo, da Cassano; ^qu
di 7 Febrer 1528, scritta per Hironimo
Oago a domino Zuan Battista di Man-
fredi caneelier del conte di Caiago, in Ve-
netia.
Signor Gioan Battista mio.
Gli inimici sono andati a battere un luogo chia-
n)ato Olzinà presso Ire miglia di Lecco, ove sta
dentro un fratello del castellano dì Musso ; el per
darli un poco di soccorso, il signor nostro illustris-
simo {conte di Cajaeeo) el il signor Paulo Luzasco
slamatina andorno a quella volta con qualche 200
cavalli et molti archibusieri ; ma gionli, là hanno ri*
trovalo il campo de nimici in luogo tanto montuoso
et forte, che non li hanno potuto far niente. Pure gli
fecero dare una grossa alarma per la quale venero
fuora molti archibusieri; tuttavia vegiendo li nostri
di non poterli offender, passo, passo relirandosi, pre-
seno un gentiluomo del conte Ludovico Belzoioso el
certi altri senza molte bagaglie9%che gli dissero che
la scorta de spagnoli era andata a Monza per coudur
vicluaria al campo, et che un giorno già ne era
stato senza. Per il che il signor con li altri comin-
zio a cavalcare verso Monza, et 11 presso trovò una
(!) U etrto sa* è kimMi,
51
iinxxvin, MARZO.
52
compagnia bellissima di fanlaria ilaliana imboscala
per scoria, et li da un canlo ratti dismonlare a piedi
li nostri archibusieri et da V altro canlo mandando
cavalli, da una parte et da 1* altra si cominziò a
combatere generosamente. Et benché li nostri aves-
sero grandissimo disavaiitagio per bisognare di
campagna spazzata entrare in un bosco a combat-
tere, nondimeno al modo solilo si sono portati tan-
to bene, che hanno presa et ruinata tutta quella
compagnia insieme col capitanio, et hanno mede-
mamente guadagnati 150 cavalli. La victuaglia che
se li è tolta non si potrebe dire, cosi di pane et
vino, come d' altre cose ; ma so dire a vostra si-
gnoria per cosa certa, che qui a Gassano se sono
condotti circa 10 milia pani li più belli che mai se
vedesse, da dui soldi V uno, di maniera che se gli
beali inimici beri digiunorno, hozi non staranno
30* troppo bene, et per forza, non havendo altro modo
in quei paesi, saranno costretti a fare el corpo a la
spagnola forse più che non vorrebono.
Signor Joan Battista !
Qui havemo tanti capitane!, alfieri et altri boni
soldati, che non potemo slare in casa, et per Dio,
r bavere hozi Hisfala in tutto questa compajj;ma et
preso il capitanio, V è stala come V altre una bellis-
sima fazione ; del che son certo che 'I signor Anto-
nio molto se ne dolere, si per haver persi tanti ho-
meni da bene, come anche per il mancamento de
victuarie; di che patiscono extremamenle. Altro
non so che dire ; acadendo cosa degna, non man-
cherò di dargliene adviso.
Copia di una lettfra pur da Cassano, dal cam-
po, di 7 Marzo, a sier Jacomo Antonio
Moro di sier Lorenzo.
Li spagnoli che sono a la volta di Leco per soc-
corcrlo, hanno preso una certa rochela che è sopra
Adda, detta Ulcinii, con cerca 20 fanti del caslelan
di Mus che erano dentro; del che però se ne fa
poca stima, et se vorano andar a Leco li inimici li
bisognerà far uno altro conto. Et si atrovano tante
gente di le nostre a quella volta, che nemici non
saranno bastanti a contrastarli, et non si manca ogni
zorno da le necessarie provisioni. Antonio da Leva
con il resto di lo exercilo è ancor a Piantello. Si
dice anche, che quelle poche gente che erano restate
in Milano sono tutte venute lì; non so quello si
pensano voler fare. Da quel primo di in fuora che
yeneoo fio qui, mai più se hanno seutidi, et li nostri
cavalli lizieri li correho ogni zorno fin su le porle ;
ma ninno voi ussir fuora di Piantello.
Copia di una lettera del Oovernador^ data al
campo a Cassano, adì 6 Marto, a hare 5^
scritta a li rectori di Brexa.
Claris^mi Domini honorandissitni.
Voslre signorie per le presenti saraiio avisale,
qualmente hozi el signor conte di Caiazo el missier
Paulo Luzasco con le loro compagnie sono cavalca-
le a Olzinà per romper li desegni a li nemici et
farli dare a V arme sicome hanno fatto. A la sua ri-
tornata al campo, sono passati per la via <ii Moiuea
et ha ritrovati una insegna di fanti de inimici, die
faceano la scorta a 150 in 200 some dì vicluarie et
praecipue pane che si conduceva al campo cesareo
a Pioniello, et haimo presa tutta la vicluaria et
presi da zerca 50 de quelli fanti, il resto svaiisati et
condulli al campo le victuarie, et ditti pregioni
sicuramente. Altro per bora eie.
A dì 8, Domenpga secunda di Quaresima, 31
Zorno dedicato a d.ir il capello al reverendissimo
Grimani. Et essendo sta inviduto tutto el Pregadi
et altri zentilhomeni fuora et parenti et amici a
compagnar soa signoria di Procuralia in diiexia
et poi la messa a disnar a caxa di sier Vettor prò-
cura'.or suo fratello a S. Maria Formuxa, fono
invidiati etiam tutti li arziepiscopi et episcopi el
prelati sono in questa terra, et fo teriuinuto non far
Conscio, per il grandissimo pasto che si fa. £1 cussi
reduli tutti in Procuralia, adeo non restò ultra la
Signoria, Collegio, Avogadori, Cai di X et Censori
so/um 7 zentilhomeni, che vanno in Pregadi con il
Serenissimo, hor poi terza il Serenissimo, vestito di
vesta di veludo ruosa seca, et cussi la bareta, con li
oratori Papa, Anglia, Hongaria, Milan, Fiorenza et
Manloa, mancò Pranza qual ha gote, et quel di
Ferrara che é andato a Ferrara. Et cussi il reve-
rendissimo Cardinal, vestito con manto di zambe-
loto cremexin, capuzzo fodrà di varo, acompagnato
da tutti li prelati et procuratori per numero . . . . ,
cavalieri, doctori, et altri senatori, poi zoveoi elsoi
parenti un numero di più di 250 genlilbomeni. Et
scontrato il Serenissimo a li stendardi, posto il
Cardinal di sora; al qual il Serenissimo si cavò la
bareta, introno in chiexia a la messa. La chiesia era
conza a la porta et al coro, et a V aitar grando con
arme del Papa, Grimana del Cardinal et del Sere-
nìssimo, et San Marco, con zoie mollo belle, El ia«
53
IfOXXVUI, lUHZO.
54
Irati in coro, pochi polene star, àdeo si convene
star a mezo la ciiiexia su banche, un gran numero
di vechii, Ira li qual io Marin Sanudo. Erano nnoUì
vestiti di seda, il resto di scarlatto, et uno solo di
paonazo, qual fu sier Francesco da Leze é di Pre-
ga li, che da lutti fo notato. Et ditto la messa per il
Patriarca nostro domino Hironimo Queriui in pon-
tificai, poi recitala una oration per prè Battista
Egnatio molto exceliente, et compila la messa, fu
fatto le cerimonie, et per domino Anzolo dal Bufa-
lo romano, e qui col cardinal di Trane, li fo dato il
capello a nome del Pontefice; poi cantato alcuni
salmi et laude, si compile mollo lardi. CI ussiti di
chiexia verso Marzaria, il Serenissimo con la Si-
gnoria tolse licentia dal Cirdinal et tornò in palazo.
El Cardinal con li oratori et prelati et altri invidalì
andono per Marzaria a S. Maria Porrnoxa, passan-
do per chiexia, sonando campano per alegreza fino
a caxa sua, dove fu fatto uno bellissimo pasto con
molte ferente et diverse bandison, preparale le la-
31^ vole dì zoso el di suso el in camere. Et in la came-
ra grande fu servilo a la corlesana, dove erano li
oratori et prelati solamente, el fo cantalo; né altro
fu fallo. Et compilo il pasto tulli si parlirno ; ma
quelli oratori el prelati vi fono, a eterna memoria,
qui avanti voio far nota.
Noto. El cardinal di Trane non volse venir;
licei al capello fo dato al cardinal Pixani vi vene il
carlinal Adriano, che in questa terra si ritrovava.
La causa perché non vene fu
È da saper, che in questa malina con campano
ìnlrò dentro le do gaKe di Alexandria, capitanip
sier Berluzi Contarini, mollo carge, stale fuora
mexi , É zonle a salvamento, ma hanno
cargato da poi muda coulra le leze nostre.
•
Questi sono li prelati fono col Cardinal.
Lo arzivescovo
Lo arzivescovo
Lo arzivescovo
Lo episcopo di
Lo episcopo di
Lo episcopo di
dinal,
Lo episcopo di
Lo episcopo di
Lo episcopo di
Lo episcopo di
Lo episcopo di
de Santa Severina,
di Spalato, Cornaro,
di Nicosia, ciprioto,
Bailo, Pexaro,
Concordia, Arzentino,
Ceneda, Grimani, fradello del Car-
Urbin, de Nordis, di Friul,
Bologna, Campezo,
Liesna, da chà Trivixan,
Chisamo, Dolce,
Torzello, Foscari,
servivano.
El primocerio di S. Marco, Barbarigo,
L* abate di San Ziprian, da chi Trivixao,
El cavalier di Garzoni.
Questi aenfilhomeni da conto restono a disnar 33
coi reverendissimo cardinal Grimani in la
sua caxa a S, Maria Formosa.
Sier Andrea Gusoni procurator,
Sier Carlo Morexini procurator,
Sier Andrea Lion procurator,
Sier Marco da Molin procurator,
Sier Francesco di Prioli procurator,
Sier Antonio Capello procurator,
Sier Antonio Mocenigo procurator,
Sier Marco Grimani procurator,
Sier Veltor Grimani procurator,
Sier Polo Malipiero qu. sier Jacomo fradello del
Serenissimo,
Sier Tomaso Contarini el cavalier, conte del Zaffo,
Sier Marco Dandolo doclor el'cavalier,
Sier Nicolò Michiel doctor,
Sier Sebastìan Contarini el cavalier,
Sier Nicolò Tiepolo doclor,
Sier Sebastian Foscarini doclor,
Sier Andrea Mocenigo doctor,
Sier Hironimo da chà Taiapiera doclofi
Sier Nicolò da Ponte doctor,
Sier Andrea di Prioli doctor,
Sier Marco Morexini doctor,
Sier Hironimo Polani doctor,
Sier Francesco Morexini doctor,
Sier Lorenzo di Prioli cavalier,
Sier Marco Antonio Contarini avogador,
Sier Michiel Trivixan avogador,
Sier Ferigo Renier censor,
Sier Daniel Moro censor.
Di Pregadi et Zonia.
Sier Francesco Arimondo qu. sier Nicolò,
Sier Piero Badoer qu. sier Alberlin doctor,
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Nicolò,
Sier Lodovico Barbarigo qu. sier Andrea,
Sier Alvise Barbaro qu. sier Zaccaria cavalier pro-
curator,
Sier Antonio Bembo qu. sier Hironimo,
Sier Alvise Bernardo qu. sier Piero,
Sier Francesco Bernardo qu. sier Dandolo,
Sier Alvixe Bon qu. sier Otlavian,
Sier Andrea Bragadiu qu. sier Alvise procurator,
ss
Mfnxfm^ UAKox
ȓ'
Rf«r l/tfenzo Bfagi4in qa. ftef Ffineeieo,
Sier Marco fìibriH qa. fier Zaccarii,
Sier Simon Capello qu. sier Domenego,
Sier D^irnenego Capello qu. sier Carlo,
Sier Gasparo 0>n(arìni qa. sier Alrise,
Sier ìjjfemi} Omimnì qu. sier Antonio,
Sier Toma Contanni qo. sier 11 icbiel,
Sier Aniofìio Dan^lolo qu. sier Hironimo,
Sier Alexandro da Pexaro qn. sier Nicolò,
Sier Andrea da Mula qu. sier Nieoló,
Sier France-ico da Leze qu. sier Alvise,
Sier Marco Antonio di Prìoli qu. sier Alvise,
Sier l^orrnzo Falier qu. sier Tomi,
Sier Francesco L/^ngo qu. sier Francesco,
Sier Maflo Lion qu sier I»fJovico,
Sier Marco Malipiero qu. sier Mann,
Sier 2^an Francesco Marzello qu. sier Antonio,
Sfer Andrea Marzello qu sier Jacomo,
Sier Toma Michiel qu. sier Zuan Malio,
Sier Franceseo Morexini qu. sier Nicolò,
Sier Zuan Francesco Morexini qu. sier Piero,
Sier Mario Morexini qu. ì^ier Piero,
Sier Polo Ndni qu. sier Jacomo,
Sier Hironimo Querini qu. sier Piero,
Sier Mario Sanudo qu. sier Francesco,
Sier Zuan Nadal Salamon qu. sier Tomi,
Sier Filippo Trun qu. sier Priamo,
Sier Daniel Trivixan qu. sier Andrea,
Sier Polo Trivixan qu. sier Andrea,
Sier Marco Zantani qu. sier Antonio,
Sier Berluzi Zivran qu. sier Piero,
Sier Hironimo Zane qu. sier Bernardo,
Sier Lunardo Jusliniani qu. sier Lorenzo,
Sier Tomi Mocenigo di sier Lunardo procurator,
Sier Vicenzo Capello qu. sier Nicolò.
Altri vien in Tregadi.
Sier Anzolo Badoer di sier Piero, Raxon vechie,
Sier Hironimo Ben qu. sier Alvise, X offici,
Sier Vicenzo Baffo qu. sier Beneto, Provedador di
comun,
Sier Marco Antonio Barbarigo qu. sier Gregorio,
Sopra le camere,
Sier Anzolo Gabriel fo avogador,
Sier Anzolo Corer vien in Pregadi,
Sier Marco Corner qu. sier Doni, Provedador di
comun,
Sier Hironimo Centanni qu. sier Tadio, Sopra le
camere,
Sier Zuan Contarini da Londra, vien in Pregadi,
Jicoaio^son i
Sier Franeeseo da Morto qo.
Bandii,
Zuan Fraoceieo da Molio q«. sier Piero, t le
Sier Francesco Diedo di sier Alme, Pniredador di
comao,
Sier F^go di Prioli, rieo io Prepdi,
Sier Mann di Cavalli, Calaver,
Sier Antonio di Prioli, vieo io Pr^gedì,
Sier Setiastian Falier, vim in Pregadi,
Sier Marco Antonio Grìmani, fo Savio a temfemit,
Sier Hironimo Grtmani. Ct«9er,
Sier Alvise Mirhiel fo Consifr,
Sier Piero Morexini qu. sier BqitisU, vìeo io Pre*
P^i,
Sier Cbrìstofal Morexini, govemador.
Si r Franceseo Sanudo, govemador,
Sier Franceseo Soranzo di ster Jacomo procontor,
vien in Pregadi,
j Sier Stefano Trivixan, vien in Pregadi,
Sier Bernardin Tatapiera, ai X Savii,
Sier Fcrì;^ Valaresso, vien in Pregadi,
Sier Marin Zusti^nan, Avogador extnordinariOi
Sier SetMStian Z gogna savio ai ordini,
Aitri fuma Pregadi.
Sier Alvise Beml)o qu. sier Lorenzo,
Sier Zuan Bartiarigo qo. sier Antonio,
Sier Troian Bolani qu. sier Hironimo,
Sier Alvise Capello qu. sier Hironimo,
Sier Antonio Corer qu. sier Zuane,
Sier Antonio da Pexaro qu sier Lunardo,
Sier Fantin da Pexaro qu. sier Lunardo,
Sier Beneto di Prìoli qu. sier Francesco,
Sier Alvise di Prìoli qu. sier Francesco,
Sier Zusto Guoro qu. sier Pandolfo,
Sier Vicenzo Loredan qu. sier Lunardo;
Sier Priamo Malipiero qu sier Dionise,
Sier Francesco Mocenigo qu. sier Piero^
Sier Zuan Malipierò qu sier Polo,
Sier Marco Memo qu. sier Andrea,
Sier Vcttor Morexini qu. sier Jaooroo,
Sier Domenego Pizamano qu. sier Marco,
Sier Benedetto Marin qu. sier Marco,
Sier Marin Sanudo qu. sier Lunardo,
Sier Alvise d* Armer qu. sier Simon,
Sier Francesco Zen qu. sier Alvise,
Sier Jacomo Simitecolo qu. sier Anzolo,
Sier Filippo Basadona qu. sier Alvise,
Sier Piero da Molin qu. sier Jacomo dolor.
57
Sler &far!n ConlarinI qu. sier Bortolo,
Sier Ferigo Contarìni qu. sier Ambruoso,
Sier Hironimo Diede qu. sier Andrea,
Sier Zip^i^D Malipiero qu. sier Hironimo,
Sier Tonnaso Conlarìni qu. sier Alvise,
Sier Perigo Morexini qu. sier Hironimo,
Sier Ferigo Cioolarini qa. sier Zuan Alvise,
Sier Vincenzo Zanlani qu. sier Zuane,
Sier Lodovico Trivixan qu. sier Domenego,
Sier Vincenzo Tiepolo qu. sier Francesco,
, Sier Tonìà Tiepolo qu, sier Francesco,
Sier Hironimo da Canal di sier Bernardin,
Sier L»u nardo Foscari qu sier Nicolò,
Sier Lu nardo Venier qu. sier Moisé,
Sier Alvise Grimani qu. sier Alvise,
Sier Beneto Grimani qu. sier Marìn,
Sier A n<lrea Trivixan qu. sier Polo,
Sier Alexandro Badoer qu sier Antonio,
Sier Al vìse Badoer di sier Bernardin,
Sier Polo Zusti(|;nan qo. sier Piero,
Sier Zuan di Cavalli qu. sier Nicolò,
Sier Bernardo Conlarini qu. sier Teodoxio,
Sier Marco Grimani qu. sier Nicolò,
Sier Bernardo Grimani qu. sier Hironimo,
Sier Antonio Grimani qu. sier Hironimo,
Sier Anzolo Boldd qu. sier Antonio cavalier,
Sier SetMstian Griti qu. sier Francesco,
Sier Alvise Basadona qu. sier Alvise,
Sier Alvise Bembo qa. sier Zuan Butlisla,
Sier Piero Maria Michiel qu. sier Piero,
33 Sier Ck>rnelio Barbaro di sier Alvise,
Sier Zuan Maria Pasqualigo qu. sier Marco,
Sier Andrea Barbarigo di sier Gregorio,
Sier Pi^ro Antonio Moro di sier Fantin,
Sier Alvise Bragadin di sier Andrea,
Sier Daviiel Bragadin di sier Andrea,
Sier Ma reo Antonio Venier qu. sier Pelegrio,
Sier Alvise Vendramin qu. sier Luca,
mcesco Vendramin qu. sier Luca,
locaria Vendramin qu. sier Zaccaria,
Sier A.t
MDnf UI, UàBXO.
Sier
Sier
'Ctonio Alberto qu. sier Jacomo,
bier P^ioolò Capello di sier Domenego,
**' onimo da Molin di sier Piero,
Sier H
Sier Jaoomo da Molin di sier Piero,
Sier Nicolò da Molin di sier Piero,
Sier 2tjan da Pexaro qu. sier Andrea,
Sier A.f izolo Maria di Prioli qu. sier Piero Alvise,
Sier Ooinenego Trivixan qu. sier Stefano,
Sier Nicolò Grimani qu. sier Alvise,
Sier Hironimo Malipiero qu. sier Jacomo,
Sier Zacaria Barbaro qu. sier Daniel^
Sier Piero Soranzo qa. sier Zuane,
Sier Frane seo Soranzo qu. sier Alvise,
Sier Nicolò Vendramin qu. sier Zaccaria,
Sier Francesco Zustignan di sier Nicolò,
Sier Lunardo Zustignan di sier Hironimo procu-
ra (or,
Sier Zuan Francesco Zustignan di sier Hironimo
procurator.
Altri pien in Pregadi.
Sier Pandolfo Morexini, Proveditor soni V arnoar.
Sier Lorenzo Zustignan vien in Pregadi, qa. sier
Antonio.
Sier Piero Trivixan vien in Pregadi, qu. sier Pòlo.
Sier Vicenzo Grimani vien in Pregadi, di sier
Francesco.
Sier Piero Grimani vien io Pregadi, di sier Fran-
cesco.
Sier Andrea Morexini vien in Pregadi, di sier Ju-
slinian.
Sier Filippo Foseari vien io Pregadi, di sier Fran-
cesco.
Sier Alvise di Prioli vien in Pregadi, qa. sier
Marco.
Li XL OìMtMl.
Sier Antonio Basadona qn. sier Piero.
Sier Iseppo Badoer qu. sier Bernardin.
Sier Zuan Barbo qu. sler Beneto.
Sier Lunardo Boldd di sier Piera
Sier Marco Contarìni qu sier Tadio.
Sier Zuan Mallo Bembo qu. sier ^Ivisew
Sier Cario Capello qu. sier Francesco el cavaliere
Sier Zuan Franceseo da Canal qa. sier Piero.
Sier Beneto da Mosto qu. sier Piero.
Sier Marco Dandolo qu. sier Polo.
Sier Antonio di Garzoni di sier Hironiax).
Sier Lorenzo Gradenigo qu. sier Mario.
Sier Francesco Foscarini qu. sier Piero.
Sier Hironimo Malipiero qu sier Piero.
Sier Zuan Memo qu. sier Trìbun.
Sier Jacomo Marin qu. sier Bortolomio.
Sier Nicolò Minio qu. sier Almorò.
Sier Piero Orio qu. sier Bernardin el cavalie;r.
Sier Hironimo Querini qu. sier Jacomo.
Sier Alexandro Micbiel qu. sier Piero.
Siér Mafjo Soranzo qu. sier Zaccaria.
Sier Hironimo Bragadin qu. sier Andrea.
Sier Sebasliau Taiapieni qu. sier Nicolò.
my&Sfiu, uàMUU
60
Sier Aoiooio Maro qu. sier Zmoe.
8ier SUtèùo Tririsao qiL sier BiUttsent
33* Qmtttf(>minchi€Xia^mafumwnenoalpa$io.
LiCoosieri.
U Cai di XL
U Cai di X.
Sier Domen^ TriTixao ea? aliar procarator.
Sier Lunardo Moceuigo procur^lor.
Sier Lorenzo Lore<lao proeurator.
Sier Alvise Paaqualijico procurator.
Sier Lon^nzo Pasqualigo procuralor.
Sier Hironimo Justiniao procuralor.
Sier Polo Capello cavalier proeurator.
Sier Zuan Baloer dolor el cavalier.
Sier Andrea Trìvixan el cavalier.
Sier Gabriel Moro el cavalier.
Sier Piero ConUrìni qu. sier Alvise.
Sier Juslinian Morexini qu. sier M^rco.
Sier Nicolò Zorzi qu. sier Bernardo.
Sier 2Suan Antonio Dandolo qu. sier Francesco.
Si^T Michiel da Leze qu. sier Donado.
Sier Polo Donado qu. sier Piero.
Sier Almorò Donado qu. sier Piero. '
Sier Polo Valaresso qu. sier Gabriel.
Sier JHComo Badoer qu. sier Sebaslian cavalier.
Sier Valerio Valier qu. sier Antonio.
Sier Alvise Gradenigo qu. sier Domenego el ca-
valier.
Sier Daniel Dandolo qu. sier Andrea.
Sier Nadiilin Conlariiii qu. sier Hironimo.
Sier Lunardo Eriio qu. .sier Zuan el cavalier.
Sier Panlin Corner qu. sier Hironimo.
Sier Nicolò Bernardo Savio del Conscio.
Sier Valerio Marzello,
Sier Piero Morexini,
Sier Filippo Capello,
Sier Piero Boidd.
Savi a terraferma.
Sier Harin da Molin,
Sier Zuan Miani,
Sier Daniel Renier,
Sier Marco Minio,
Sier Francesco Donado cavalier.
CùnsierL
Sier Zuan Francesco Miani, Cao di XL
Sier Marìn Corner,
.Sier Nicolò Venier,
Sier Hironimo Barbarìgo.
Cai di X.
Dapoi disnar fo Collegio di b Signoria et ailri
offici depuladi per le cose di la Berarìa, et non si
fo in ordine il Collegio, et expediteoo h coromis-
Sion a sier Cario Contarìni proveditor zeneral.
Hozi fo trovalo a San Palriniao ano esser
iDorlo da peste; il qual fo mandato a Lazaretto.
Da Udm^, dei Loeoienenfe, di 5, manda qne-
sii avisi dn Venzoo di 4 Marzo.
Magni fice ei darissime, eie.
Hozi é passato de qui lo viceeapitanio di Gradi-
sca Lo4Ìovico de Braiidis de Qvidal, d qual viene
da Villaco et mena uno suo fratello io sbarra ania-
lato, che viene de Hongaria. Per uno nostro citta*
dino suo amico fatto adimandar de le cose de Hoo*
garia, dice lo Vaivoda si é potentissimo ; altro non
é poleslo sotMzer. Et dice ebe uno ba bauto la
Irata de 20 milia verìini de biave et meuari den-
tro ; che Dio lo voglia. Et per diverse vie se ba,
che'l Mudaro de la Trevisa ha dicto che le biave
venirano ; ma li mette un dazio di niezo rayoes per
verliiio. Beri parlai ad uno che veniva da Salzpurch.
(Dice) che volevano far fanti per Hongaria, ma che
non voleno andar ancor che non sia cose che
se aspecta a le guerre. In Baviera el Salzpurcb sono
grande heresie, zerca che se fano baptizar, ne api-
cano a la zornata assai. Ste discordie non sono a
proposilo del Prìncipe, et maximamenle in uno loco
de Sbec sono da 6000 chinopi (?) de li IO, li 9 sono
baplizali, né non se gè può metter sesto a (auto nu-
mero; però lo Principe è contra sta sella, bavera
dificulli ad exlirparla. Se alrova in grandi intrighi.
Altro non se ba.
Copia di lettere di sier Lorenzo Morexini ca-
sfelan di la Chiusa^ di 2 Marzo^ al ditto
Locotenente.
Magni/ice eie.
In questo zorno, da uno sier Daniel Gatto homo
degno di fede, che vien da le parte di Alemagna, ho
inteso, come el se (ransfei isse de Ala el altri lochi
molta fantaria verso Trento, benché in questi pre-
teriti zorni intesi che T era adunalo gran quantità
di biave li a Trento, el se diceva che dicla biava
61
XDXZVin, MARZO.
62
era sia condutla II per causa de questa zenle che
vanno per calarse in Lónobardia. Questo è quanto
si ha.
34* Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà
et capitanio, di ... . Con uno avlso habuto da
Trento ; ma per'dir meglio fo letto una deposition
di uno Bernardin Gelfo sialo a le parte superior,
et referisse de preparation grande si fa. il summa-
rio scriverò poi.
Da Fuligno, di sipr Alvixe Pixar^i procu-
ratore, proveditor eeneral, di 6. Come attendeva
a far le mostre a le zenle et pagarle, et scrive zerca
danari, et come era slato dal Capitanio zeneral a
S. Orachii, qujil W disse che Y anelar suo a Irovar
Lulrech saria con po&i sutisfation soa, et Je sue
zenle mal ad ordine per non esser pagate; però che
se la Signoria o lui li comandaria, come bon ser-
vì tor cava Ica ria.
In questa sera in Procuratia di sier Marco Gri-
mani fu fatto un festin con 10 donne de le belle di
la terra, et vi era il fradello del ^Sardina! Cibo do-
mino Lorenzo Cibo, qual studia a Padoa, el fo bal-
lalo assai con mascare, et fallo il ballo del capello,
et una cena a la corlesana. Fono da zerca 40 a la
tavola, el durò fino a ore 9 di notte.
35 Da Cividal di B^llun, di sier Polo More-
xini podestà et capitanio^ di 6. Come, proce-
dendo la fama de li andamenti cesarei el di soi
preparamenti, li parse mandar a due bande per
saper, videlicet da la banda di Tiruol et da la
banda di Prissenon inGno a Yspruch. Per quel
venuto da la banda di Tiruol, qual é stato a Boi-
zan, Maran, Perzen et Trento, riporta: Di co-
mandamento de li comessari de lo illustrissimo Fer-
dinando, quali sono tre capitani de .\ugusla, é sta
fatto la descrition di tulli quelli poleno portar arme,
con ordine che a uno cegno siano io pronto; el che
se aspectiiva in quelle bande bandiere 4 de fanti
usali. Dice ancora de fermo esser fatto comanda-
mento a Fren che debbino preparare da 16 mila
pianconi per-(ar ponti. Et nel suo ritornar, passando
per Canales, vene lettere al signor del ditto loco
che dovesse mandar a Trento una gran quantità
de brege similiter per far ponti et barche. Per
r altro venuto de Yspruch, el qual, andaudo el ri-
tornando é passiilo per Brunich, Persenon, el Ster-
zen, dice, come già "20 giorni lo illustrissimo Ferdi-
nando expedite il duca di Bransvich eletto da la
Cesarea Maestà capitanio zeneral, persona de gran
per»uuagìo oe le cose de gui^rra^ doq di gran valori
et mandato a Ispruch et fallo capitanio de le lanze
borgognone el capitanio Rochendolf et magnifico
Sitim capitanio di le fantarie. Al qual Capitanio ze-
neral sono andati per haver partido el conte Gi-
rardo de Arco, el conte Zuan Battista da Lodron
et il conte Parisoto da Loilron, messerJurida Pie-
Irapiana, messer Nicolò Tranlstolfer. El dicesi che
esso CapKanio zeneral se ritroverà a Trento a le
Palme, con ordine de discendere in Italia, el con
commissione di far bona compagnia a li popoli dove
andarà ; el de vicluarie dice che novamente hanno
mandalo in Baviera per una grandissima quautilà.
Avisa haver operalo bono offilio con li confinanti 35*
del ben vicinar, servando el modo datoli per lettere
di la Sij^noria nostra di 27 del preterito.
Adì 9 Là malina vene in Collegio sier Bertuzi 36
Conlarini, venuto capitanio di le galle di Alexan-
dria, patroni sier Zuan Alvise Badoer di sier Ja-
como, el sier Nicolò Balbi qu. sier Zaccaria, sier
Filippo Erizzo qu. sier Francesco, vestito damaschin
cremexin, et presente sier Marco Antonio Conlarini
el sier Michiel Trivixan. Fé la sua relatione et apre-
sentò uno presente ligado, qual il seriflb, che fo
causa di far romper muda a le galle, manda a do-
nar a la Signoria do nose de India, in la (|ual è una
pezza di sessa (?) sotilissìma di braza 60 V una, et
uno corichilo.
Et dito Capitanio et Patroni subilo per li Avo-
gadori fono falli referir in V officio, overo lolseno
come rei il loro consliluto, et formano .il processo
per farli cazer a le leze per haver rollo muda.
Vene sier Marco Foscari venuto oralor di Fio-
renza, qual é sta a Muran zorni .... per venir
di loco amorbato, et era vestito damaschin negro,
et disse poche parole, remeteudosi a far la sua re-
lation hozi in Pregadi.
Vene V orator di Milan, dicendo haver lettere
di Ferrara del suo signor Duca, del zonzer suo li el
va a Kavena.
Di sier Gabriel Venier orator nostro^ da
Ferrara, di ... . Del zonzer lì col Duca et par*
tiria per Ravena. É sta molto onorato dal duca di
Ferrara, el con lui vien don Hercules primogenito
del Duca.
Vene il secretarlo di V orator di Ferrara, qual
é ito a Ferrara, et monstrò una lettera del suo si-
gnor Duca, di Li scrive besserli venula di
Franza la confirmation del matrimonio di suo fiul
signor Hercules primogenito in madama Keniera fo
fia di re Alvise, sorella de la qu. reina di Franza, et
la dvta li dà conladi ducali 50 oiiliai el uuo du*
63
MDXXTUI, MàSatO.
64
cato in Pranza de intrada ducali IO milia a V anno,
qual il Re possi scuoderlo con darli (incuti 100
milia, et veslida, senza però le zoie. Li richiede el
palo, el novizo vadi in Pranza a sposarla iu termine
di mexi .... liem, scrive voy dimandar la sua
caxa dove sta il Legato, perché voi venir in questa
terra. Il Serenissimo si alegrò di le noze, el di la
caxa disse che per nui eramo contenti I* havesse ;
ma
Introno li Cai di X, el siete il Collegio con li
Cai suso Bno passa nona Nescio quid.
36* In questa malina in Rialto, da poi udito messa
in S. Zuane, vene sier Antonio Capello qu. sier
Lunardo, vestito di veludo negro, sier Alvixe et
sier Pranceseo Vendramin qu. sier Luca, vestiti di
seda, et sier .... Ventlramin suo Iradello a ma-
nege strele, acornpagnati da sier Lunardo Moce-
nigo procuralor el altri Procuratori el palrici ve-
stiti di color, veneno al suo banco, qual fo levalo
Tanno dorè era conzato et assà danari
suso, tra li qual molti ducati d'oro veniliani et sa-
cheti di monede el a refuso. Et venuti, con trombe
el pifari (o fatto una crida, come sier Silvan Ca-
pello el sier Luca Vendramin, il qual é morto, voi
saldar il banco el pagar tutti quelli dieno haver,
però si vegni a scontrar chi é creditori, die saranno
satisfatti, perchè non voleno lenir più banco ; el poi
sonato trombe a furia : siche è gran onor di la terra
el suo. La ditta dice cusi el si disfà perché sier
Luca Vendramin lassò per il suo testamento che in
termine di uno anno li soi fioli dovesse saldar il
banco, el cusl lo fanno.
El noia. Sier Silvan Capello predillo, qual é ama-
talo, el suo zenero sier Pilippo Capello qu. sier In-
ferno, voleno levar loro il banco.
Da poi disnar fo Pregadi, el letto le soprascritte
lettere :
Andò in renga sier Marco Poscari, qual é di la
Zonta, venuto oralor di Fiorenza, el fé la sua rela-
lione. Slete 4 ore in renga, disse assà cose di Pio-
reoza, si iaclò molto, sicome dirò di sotto. Laudò
Daniel di Ludovici stato suo sccretarìo. £1 compito
con gran tedio del Conscio, il Serenissimo lo laudò;
ma con poche parole, el sopralullo laudò il suo se-
cretano. El compila, fo licenlià il Conscio a bore 2
di tìolte.
È da saper. Pu posto per sier Zuan Matio Bem-
bo, sier Carlo Capello Cai di XL, sier Ruzier Con-
tarini, sier Zuan Sanudo, sier Jacomo Pixani Prove-
dilori sora la Saniti, una parte di far la provision
del (moverlo el viver a UoU poveri sono io questa
terra, el poner una angaria che tutti di le caxe dove
abitano da ducali 10 di (ìlio in suso pagine per una
volta soldi ^ per ducato; con certe clausole, ut in
ea. Et sier Gabriel Moro el cavalier savio a lem
ferma voleva conlradir; fo rimessa a uno altro
Conscio.
Sumario di la relation di sier Marco Foscari 3
venuto orator da Fiorenaa^ in Pregadi
fatta.
Come Ire cose voi haver un bon seoator, ut
tntdligat^ ut explicet, ut atnet. Di la prima» lui
non ha la inlelligentia, la seconda manco, la terza é
ben in lui, che di amor verso questa Repubblica
niun lo passa, et é come un can, qual si beo ò t)a-
luto dal suo patron et cazalo di caxa, come el trova
un buso da entrarvi ritorna cim più amor che
prima, cussi ha fallo luì, el in questa l^;atione de
Piorenza, dove é stato mexi ... in grandissimo
pericolo, si per la novità seguita di mutaiion di
stato, come per fa gran peste vi era che ne aM>riva
da ... al di, né si poteva si*hivar, ita che in la
terra è morie anime 35 milia nel suo leaipo da pe-
ste, nel conti ^5 milia. Questa cilli di Pioreoza ba
inlrada 340 milia (?) di spexa 240 milia, li resU 100
milia di pili. Ha 100 chiesie el 40 hospeiiali; sono
li VIU che é al governo del Slado con il Conialo-
nier fatto ad tempus, el li X di la Balia. Haouo il
suo Gran Conscio che sono 4000 ; lutti inlrano. In
una citli bisogna 4 cose : Cultus divinus^ vicUéB^
artifiees el milites. Meteno per Tordinario una tao-
sa, et meza a utele el meza persa, la qual loro chia-
mano arbitrii Hanno uno officio che si chiama
Monte de le dote, dove, quando nasce una Sola che
si di 104 ducati, el fin a 15 anni vieb a cresser
durati 800, el a quel tempo si di un terzo di con-
tadi et do terzi riman in camera, el se \\ dà tanto
per cento ; ma morendo quella, si perde tulio. Vi é
Monti di contrati che danno 7 per cento de intrada.
El li zoveni Oo anni . . . non portano zipon di seda
el da ... fin 34 portano zipon di seda et saio di
veluto, et da li in suso non. Le donne hanno solum
do vesture di seda. Si fa il meslier di la seda et
di lana, el si spaza per un milion d' oro a Y anno.
Sono tre parli in la terra, Piagnoni, cbe sono ipo-
criti, Arabiati che sono armigH*i, Bisi cbe Simo da
la parte di Medici. Li homini li sono magis lucida
quam ferax. {sic) Piurentioi liesiderano star in
liberti, el non amano molto venetiani. Sono assi
ricebi. Uuo nominalo . . » . ba 300 milia dueali*
65
IIDXXVIII, UARZO.
66
38*) Da Vdene di sier Zuan Basadonna locotenen-
le, date a dì 6 Marzo; manda una lei-
lera haula dal capitanio et comunità di
Venjson, di 5 Marzo.
MogniGco el clarissimo, eie.
L* é zonto in questa sera in questa nostra terra
ser Bernardin de Berioiin bergamasco el cilladino
de SaciI, cum uno compagno, el qua! vien de Àio-
magna, et hozi sono 17 zorni che dice esser par-
lilo de Slrygonia dove si atrovava il He bohemo,
qual si dovea partir et andar a Buda; et dice che
il zorno de San Malia apostolo esser parlilo da
Viena, et che lo conte Nicolò de Solm è andato in
Boemia per far zente. Che messer Nicolò da la
Torre Cìim lo resto di le zente del prefalo Re
boemo é andato a la volta de Casovia, dove é a
campo lo re Zuane ungarico cum valoroso et po-
tente campo. Questo luogo de Casovia a inteliigen-
tia de vostra signoria é a li confìni de Polonia ;
passo de grandissima imporlantia. Et subzonse, che
ré grande numero de turchi a li confìni de Hon-
garia, et indica, per li andamenti cheM vede del Re
boemo, che non farà alcuna impresa degna contra
il prefalo re Zuane. Questo è quanto che a cavallo
ha referilo; il che ne ha parso significarlo a vostra
signoria per esser dillo sier Bernardin persona ve-
ridica et dabene, il quale era andato in quelle parte
per haver la tratta di le biave mediante il favor
de messer Nicolò da la Torre, tamen non ha po-
tuto conseguir la gratia.
Copia di uno aviso mandato al ditto Loco-
tenente per il Provedador di Cividal di
Iriul, de 6 Marzo.
A lo magnifico messer Thomao Donato di-
gnissimo proveditore et patrone mio honorando.
In primis, la terra di Costanza si ha folto
liga con sguizari contra el suo vesco, per la fede lu-
terana. Item, la terra de layza se ha dato al Turco,
per uno capitanio amico del Vayvoda. Item, hanno
comandamento lo paese de slare in ordine con le
loro arme, et a mezo lo mexe de far la sua mostra.
Item, Salamanca si fa zente verso le terre franche
et cavalli ; sino a queir ora se ne havea fatti 4000
fanti, et si è non so che altro signor con lui che lo
aiuta a far. Et non ho podesto intender a che via
(i) U otrU 37* 4 bianet.
/ Diarii di li. Sanuto. - Tm. IL VII.
I sono per andare. Item, Io loro signore se ha dato
licentia a uno mcrcadanto che possa menar 20
milia verlini de biava dentro in le terre de la no- 38*
stra Serenissima Signoria, ma lo paese vicino de
qua non la vole lassar passare perché voleno an-
cora loro la licentia, el si sono andati in contradi-
tione a quello. Si crede lo mercadante otegnirA.
Et questo ho inleso in Villaco, et secondo quello,
referisco a vostra magnificenlia a la quale mi ra-
comando.
A dì 10. La matina fo lettere del procurator 39
Pexaro da Serra di la Capriolala dì primo de
Vistante, Come erano zonti li con monsignor di
Lut>*ech et lo exercito, et partiriano la matina per
S. Severo, qual è distante mia 26 da Manferdonia.
Ne la qual terra di Manferdonia par 2000 fanti et
alcuni cavalli di quelli erano in 1* Apruzo voles-
seno inlrar, et non fono lassati inlrar da quelli di la
terra, et sono andati a Barleta. Si tien etiam li non
saranno admessi. Scrive, con noslri sono da 22 aii-
lia fanti, el inimici erano a S. Germano dovefevano
la massa; erano 10 milia in li milia tra lanzinech
el spagnoli el 4000 italiani. Scrive, li danari se li
mandò erano zonti in Ancóna, el li hanno mandali
a tuor. Item, che sier Vetlor Soranzo con li ca-
valli lìzieri ritrovandosi avanti, volendo tornar al
campo, al passar di certa montagna fo tanta fortuna
di neve et , che li cariazi fono persi et ne
moriteno da
Di Cassan, di sier Tofnà Moro proveditor
zeneral di 7, hore 4, Come a li inimici si é resa
la rochela di Ulzinà, mia uno luntan da Leco, in la
qual erano da .... , fanti, el si reseno a descri-
tione, et par li habbino morii lutti, et questo fu
eri. Inimici, per gli forti contrasti che gli sono sul
bergamasco non hanno fino a ora passato Adda ;
ben e vero che si ha, inimici facevano gran prepa*
ration di barche, che é segno voleno passar. Li fo
mandalo in bergamasca 2000 fanti, olirà 300 ho-
meni d* arme vi sono. Il signor Antonio da Leva
con le sue gente é ancora a Piontello, né fin ora d
facto effeclo alcuno. Scrive, inimici tagliono lutti
quelli erano in Ulzinà a pezi ; si dubita molto oon
vadino sul bergamasco. Non si manca di proveder
et mandar zente ; ma sono malissimo pagale et
molto si teme non voglino far le fazione. Scrive, li
a Oissan si sta con molta guardia. Si ha mandalo
2000 fanti con spalle di 300 homeni d* arme sul
bergamasco.
Vene roralor di Anglia, rechiedendo il pos«^ g^*
67
MDZXVm, liABZO.
68
sesso del veseoado di Cividal di Bellun datoli per il
«
Pìipa et r abakia di Verona a lui data per il Conseio
di X, il possesso il Papa V ha dato al protonolarìo
Gambara. El SereDissimo disse il Papa haverlo dato
a domino Antonio Barozzi, dato entrasse in castello.
Et nota. La parenti del ditto Barozzi, el qual é
a Roma al presente, instano li sia dà il possesso ; et
sier Alvix^ Mooenigo el cavalier, Consier, voi met-
ter la parte, tamen il Serenissimo é contrario.
Vene il Legato rechiedendo le nove si ha da
Constantinopoli, dicendo voria haver li capitoli del
re Vayvoda col Turco, per mandarli al Papa. Il Se-
renissimo disse non si sapeva li capitoli, et se li
havessemo, non gè li dassemo etc.
Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago^ da
Bardolini di 8. Come a le parte di sopra é ren-
frescali li preparamenti per venir in Italia, et TaUro
giorno passò uno eapitanio Tegaino grison, homo
di gran fazion, et fu conduto al Proveditor di Salò,
et per quelli di quel loco li fu ditto era mercadanti,
li quali meriteriano mille morte, ma lui Proveditor
non ha causa. Sono sta fatti capi di colonello de li
fanti per Italia il conte Battista da LoJron era in
Alexandria et Simon Auspurch, et eapitanio di le
artellarie il signor Nicolo Strofor de Castelcorno, et
altri capitani sono in ordine, et fanno lo sue cose
molto scerete per poter venir ali* improviso^ per
non haver obslaculo; siche indubitatamente per
quel vedo, costoro farano movesla. Et si dice hanno
fatto provision per veder di brusar le fusto di
questo lago et amazarmi perché per questa via pò-
triano farsi signori di la Riviera, et polriano coo-
dur vittuarie et artellarie a loro modo, to non ho
peosier, perchè son adverlito.
40 Da poi disnar fo Ck)llegio di la Signoria et Sa<
vii per ballotar uno contestabile a Corfù, in luogo
di Aj;u:^tÌQ da Parma, è morto. Et alditi quelli vo-
leno andar, visto non esser alcun di loro suGcieotc,
Cu ballota se doveano ballolarli, overo non. 16 di
DO, 10 di si. Et fu preso di no.
Fono expedili li capitoli di 1* orator da la Cania,
luato r autorità data al Collegio per il Conscio di
Pregadi.
In questo zoroo, in Quarantia Criminal fu expe-
dito sier Lunardo Justiaian qu. sier Unfré, presen-
tato per le bote dete a quel bastardo, fio de sier
Vicenzo Zen in caxa sua. Et parlò sier Marco Anto-
nio Contarini avogador. Li rispose sier Alvixe Ba-
doer avocato. Preso il procieJer, fa posto 4 parte.
Era sier Alvise Moceoigo el cavalier Consier di
8ora et li do altri Consieri. Fu posta al secondo bai-
lotar la parte del Cao di XL et vicecaOi videlicei,
ch'el ditto sier Lunardo pagi immediate ducati 150,
videlieet 50 a Tofeso, 50 a li AvQgadori, et 50 a li
poveri sono in questa terra: et cussi ussite di prexoii.
Adìll.lA matina, si vete in Rialto, di ordine
di Provedadori al Sai, questa notte fu butta zoso
tutti li reveteni a le botege.
Dì Fiorenga, del Surian orator^ di 4 et 5.
Come era ussite di la terra per il suo habitar, et 1 1
peste cresceva in Fiorenza. Scrive che li fanti con
il signor Orazio Raion (sic). Item hanno nova che
Tabate di Farfa di casa Ursioa, fo fiol del signor Zuan
ZorJan Ursino, con li soi partesani era intrato in la
valle di Taiacozo et preso alcuni lochi et morti
certi Colonesi et spagnoli ivi erano.
Di Bavena^ di sier Alvise Foscari prave* 40*
ditor di 9. Come quel zorno a bore SO zonse 11 il
duca di Milan con 400 persone, qual va a lioreta
L' honoroe assae et alozoe a S. Maria in Porto, il
resto di zentilomeni per le caxe in la terra ; el qual
aspettava la galla per poter passare a Loreto. Item
scrive, come a Faenza domino Bernardin da la
Barba et per nome del Papa feva 3000 fanti eoo
fama voler andar a recuperar Rimano, dove è la-
tralo dentro il signor Sigismondo ; per il che du-
bitando di qual cosa, esso Proveditor ha scritto a
Zervia mandi fanti, et a Raveoa si starà con bona
custodia.
Di FiUignOt del procuratar Fixani^ di 8.
Come il di seguente si leveriano et andariano ad
alozar a Spoleti. Del procurator Pexaro nulla io-
tende per esser le vie tutte rotte eie.
Vene in Collegio uno che portò una lettera da
BitKkano del signor Sigismondo Malatesta.
Avisa il suo intrar in la città et nel castello, perché
il Papa non havia voluto observarli alcuna cosa di
la capitulation facta con Lulrech, imo quelli ca-
steli li dava, ha scritto brievi sieno consegnati ad
altri, poi la sorella non havia la dota promessa ; per
il che era disposto non ussir dal stato suo più, se
non sarà trato per li piedi : però avisava come bon
^rvidor questo successo, offerendosi, si racco-
manda.
Di Bavena^ di sier Gabriel Venier orator^
di 9. Avisa il suo zonzer U con il signor Duca, et
desidera la galla, et parlando con Soa Excellentia,
disse andarerao lemporizando, et potria esser nel
ritorno venissemo a Venexia a far reverenlia a
queir Illustrissimo Dominio.
Noto. Herì fo expedila la fusla patron sier Ma-
rin Malipiero, et mandata a Raveoa per levar il dillo
69
MDUinn, UAMOé
70
Duca, dove bavera altre bafche et st spaza I* altra
fasta patron sìer .
Item^ il capitanio del Golfo sier Àlmorò More-
xìni è stii expedito, é in galla a Lio, manca darli li
ducali 10 milìa va al Zeoeral.
41 Copia di una ietterà dèi signor Sigismondo
Malatesta, scritta a messer Matio et mes-
ser Zuan Battista lidel
Mollo magnifici messer Matio et messer Zuan
Baplista mei sempre honorandissimi.
Havendo per longa experientia quanto di bon
core le magniOcentie vostre mi hanno sempre
amato et amano, non mi acasca dubitar che quelle
habbino sempre consolati et conlenti ad esser di
ogni votivo et ben mio. Et però mi par con vostra
magnificentia comunicar li caxi mei, et avixarli, che
havendo.mant'/e^fe visto et conosciuto, che dovea
esser ingannato di le promesse a me facte per rela-
xar questa città antiqulssima di eaxa nostra a la San*,
tità del Papa; et che*! sia vero, quando pensava ha-
vet* r investitura di Meldola el quelli altri lochi, ho
rtlrovalo esser uno breve di Nostro Signor in la
persona del Prexidente, che di quelli lochi dovesse
assignare il possesso al signor Alberto da Carpi.
Quando pensava haver la tenuta di Berlonoroi ho
ritrovato che li ministri di Sua Santità li hanno
facto levar in arme con animo che io li habbia a
combatter s' io li voglio ; il che noti penso di fare.
Visti questi signali, mi ne son ritornato in Rimino
con animo et firmo pensamento di voler morir qui
dentro. El perchè vostre magnificenlie mi possano
esser boni leslimonii quanta reverentia el fidelis-
siroa servitù ho sempre portato a quel Serenissimo
Senato di Venecia, mi ha parso scrivere questa al-
ligata al Serenissimo Principe, el certificar Sua Su-
blimiti di Y essere mio ; la quale per vostre manio
sani a Sua Serenili consignata. El oltra questa, le
magnificenlie vostre li agiungerando quelle amo-
revole el accomodate parole quale rizerca el spe-
rar mio in voi, et non solo con Sua Serenili, ma
con tutta quella Serenissima Signoria, a la quale
sempre me tenereli racomandalo, el in la loro bona
gralia da fidelissimo servitor come li son el sempre
insino a le cenere sarò, non desiderando mazor cosa
che quella Serenissima Signorìa di me si serva, et
di me facino qual volesse prova et experientie, che
posso sperar de creder che diriano: NuUam in
iUio tantatn invenimus fidetn, pregando vostre
magnificenlie a non mancare a li caii mii che suo
parliculare lo possono atribuirselo, et ancora non
restare di avisarci di qualche vostre opere so fafeli
per me : a le quale molto mi raccomando.
In Rimino a di 7 di Mareo 1538.
Non mancareli ancora consignare le alligate,. le
quali sono per mio interesse, el procurare cum
quelli ogni poder vostro.
Di vostre magnificenlie tutto
SlOlSMONDO MaLAITSTA.
A tergo : A li molto magnifici messer Hatlio
el Zuan Baplista Fideli, in Venezia, come fratelli
honorandi. — Ricevuta a di 12.
In questa matina, se intese a San Zane Bragola 42*)
esser morto uno pulo el do femene amorbate con
la peste in caxa serale : fo mandate a Lazareto.
El hozi per li Proveditori sora la saniti fu de-
vedalo più non si canti in banco in pidza, sotto
pena di esser frustadi; el questo per non far adu*
nailon di zente.
Dapoi disnar fo Conscio di X con la Zonta
Del procurator Pixani^ da Spoktì, di 9,
hore . . . Come quella matina, parlilo T exercilo
el il Capitanio zeneral da Fuligno, erano venuti 11
mia ... . lontano él anderanno sequendo il ca-
mino. Havia haulo lettere dal procurator Pexaro,
da
Del procurator Pexaro^ da San Severo^ a
dì 3, Come partiti da sera, erano venuti 11 con
Lutrech el lo exercilo, el nostri avanti cavalcati,
zoè il conte Pietro Navaro, havia hauto Nocera, el
hessendo venuto uno da Fogia a dir, andaaseno
presto che Inimici volevano intrarvi, el dubitando
nostri di Irati doppio, lui volse restar, el mandato
le zente avanti, introno in Foia a lempo che Ini-
mici volevano intrar per V altra porla ; i qual fono
rebaluti. Sono entrali in Manferdonia 500 fanti per
via di. la rocca, sicché Lutrech par non vogli an-
darvi più. Li inimici sono a Troia, havendo lassi
500 fanti in San Zermano. Siche scrive si ha hauto
tutto TApruzo el il meglio di la Pula, maxime
dove è il loco di la posta di le piegore, che si ba-
veri 100 milia ducati, che se non si fosse sii pre-
sti, inimici li hariano scossi loro. Il qual loco di
Foia, per lettere intercepte, inimici facevano gran
conto. Item^ scrive, il marchese di SqIuzo con le
(1) Lft etrtft 41' è lUtaA. -'
71
MDXXVnr, MARZO.
7J
sue zenle esser zodIo al Guasto, el veniva al campo.
Li danari se li manda non erano zonli; ma ben sa-
pevan esser zonli in Ancona, el havia mandalo
scorta a tuorli. Scrive si mandi danari ; Lutrech so-
42« licita non si manchi. Item, scrive
Di Bergamo, di sier Nicolò Salamon pode-
sta, et sier Vicensfo Truncapitanio, di 9, Come
inimici haveano passa Adda, et il conte Hercules
Rangon, che era a quella custoiiia, si é retrato, et
domino Petro di Longena; siche inimici é passali di
qua. Loro fanno quelle provisioue che pono per con-
servation di la cittì.
Da Cassati, del provediior Moro, di 9. Come
il Leva é ancor al loco solito. Le gente sue che sono
air impresa di Leco, da pò che hanno preso quella
rocbela de Ulzinate non hanno più fallo alcun bon
effetto, ma ben tentano ogni giorno de voler pas-
sar Ada, ma trovano obslaculo forte da li nostri.
Postscripia. Come per multiplicati avisi si ha,
inimici che erano a Olzinà sono passali Adda, el li
nostri sono retirali a la volta di Caprino et di qui
si ha mandato gente immediate alla custodia de la
città di Bergamo.
In questo Conscio di X, fu preso luor ducali 300
di la cassa del Conscio di X per conzar il ponte de
Rialto che minaza ruina.
Item, fono sopra le biave per li zenlilomeni
portano farine in terra ferma, el fo parlato a^sai,
nihil conclmum,
43 Del Ceresara, data in la Serra Capriola,
a ìi 3 Marzo 1528.
Scrissi per la mia de primo de Marzo a vostra
cxcellenlia, come per doe spie s' havea haulo avisi
che li imperiali tulli erano reduli fra Nochiera et
Foggia per impedir la dovana a monsignor Lau-
Irech, et con animo di combatlere. Non obstante a
questo oggi sono venuti altri avisi, che e ben vero
che 2000 fanti spagnoli erano venuti a Nochiera et
a Poggia, ma se sono subito parlili verso Barlela.
El dicevasi, che loro haveano mandali questi 2000
fanti per impedir quando monsignor Laulrech ha-
vesso mandato genie per obviare che lo exercilo
imperiale non polcsse passare verso Barlela, el
verso le terre sue forte, perchè pare che loro se
vogliano redur nelle terre; cosi vedendo non poter
star in queste terre di Nochiera el Foggia, né mon-
signor havea mandale allre gente inanti verso loro,
hanno preso il viaggio verso Barlela et Manferdo-
nia apresso li altri imperiali. Questo é quanto bog^
se hu in leso.
Del ditto, date in Santo Severo a li 3
sopraditto.
Monsignor Laulrech oggi è venuto qui a Sanlo
Severo. Ivi ha havuto avisi che 2000 faDli che
erano venuti a Nochiera poi s* erano partiti verso
Mafredonia, che quelli di Manfredonia non li hanno
voluti acellar ne la terra, nemmeno quelli di Bar-
letta, dove loro se ritrovano verso V esercito impe-
riale. Petro Navaro oggi se deve ritrovare a Foggia.
Quando cosi gli sii* venuto, dice monsignor Laulrech
haver recuperato la dovana. Post dimane lui si parie;
ma non si sa ancora il camino, però dimane Io scri-
verò a vostra cxcellenlia. Che quesli avisi de li impe-
rjali siino veri noi posso scriver, perché può esser
et ancor non ben loro spie così hanno portato a
monsignor Laulrech. De lo exercilo imperiale, dove
.è tutta la massa, in qual loco se ritrova non se oe
sa, fin qui non se ne parla. TulVe le terre et città,
da quelle piazze forte in fuora del regno, vengono
a portar le chiave a monsignor Laulrech de torre,
rendendogli obedientia.
Del magnifico domino Oian Baptista Spiticmo, 44*1
da Lodi, de 8 Marzo 1528,
Il signor Antonio Leyva non si affirmò in Melilo.
Andò a Gorgonzola demonslrando sempre designare
allogiamenti, poi la notte ritornò a Pioltello. Il di
seguente andò a Milan ad parlare ad alcuni oratori
dei svizari, el si tiene fossero per cose de biade :
cosi bavemo aviso da Milan.
Il soccorso mandalo verso Lecco ha preso per
forza la roca di Olzinate et taglialo a pezi tulli \\
si sono trovati, excetto doi, il nome di quali non
scio. Minaciano nimici di passar Adda, et credo lo
farano, dico quelli soli che sono stali alla expugna-
lione d* Olginale, et lentarano di soccorer Leco.
Ogni altro conato credo sarà vano, perchè non sa-
ranno sufficiente ad turbare le cose di Bergamo
2000 fanti, essendovi il presidio di quasi allralanli
oltra li cittadini. Questo dico, perchè non è ragione
che sua la che'l Leyva debba passare con tutte le
forze, ci lassare uno Milan certo per acquistare Ber-
gamo incerlo. Penso che tulle le aclione de inimici
saranno vane al Gne, pur purché stiano franchi 1000
(1) U carta 43* è biaooi.
73
IIDXXVlIIi MARZO.
7i
Tanli a Cassano et 2000 in l>ergamasca ; né di certo
li fanti di quella Signoria illustrissima sono piti nu-
onero di 3000, el la Signoria pensa siano cerca
6000. Et questo procede per il Tar le page de 60
di el 70. Stiamo atenti se qualche occasione ne
nascesse con fundamento per occupare Milano, la
qual cosa liora ne saria facile ; ma impossibile é il
retenirlo per la tenuità delle gente nostre, però non
si tenta.
45* A dì 12, fo San Gregorio. Li oflSci, né la
Quarantia sentano; ma per tutta la (erra si lavora.
Vene Torator di Milan, et ave audientia con li
Cai di X.
Veneno sier Alvise Gradenigp el sier France-
sco di Prioli procuralor, proveditori sora le biave,
et con li Cai di X fono assai sopra biave el il gran
numero di forestieri vien in questa terra et zenti-
lomeni che trazeno farine di Fontegi et le portano
in terraferma, dove é grandissima carestia el mo-
reno da fame.
La terra fo piena del desastro seguito in ber-
gamasca a li nostri Piero di Longena con li ho-
meni d' armerei Claudio Rangon el altri capitani
di fantarie, el inimici, zoé il conte Lodovico Belzoioso
el conte Cristoforo Torniello haver butà ponte so-
pra Adda el esser passati di qua et ritrovarsi a . .
Di sier Toma Moro proveditor general, da
Cassan, fo lettere di 10, hore 20. Come tutta la
gente d* arme é andata ad allogiare vicino a Ber-
gamo per difensar quella città in caso che inimici
se inviasseno a quella volta. Il roagniGco Longena
et le nostre fantarie hanno fatto testa di sopra Ca-
prino, el si crede inimici barano fatica di soccorer
Leco, qual é reduto air estremo, perchè quelli del
castello di Mus vorano combaler. Il Leva non é
ancor partito da Piontello.
Da Udene di sier Zuan Basadona el dot-
tor, luogotenente, di 9. Manda queste lettere el
prima una da Gorizia li scrive :
Magnifico el clarissimo.
L'officio mio si è, per esser servitore di la vo-
stra signoria, per advisarvi quello é de utile el di
danno di quella. Sapiate, come qui a Gorizia sono
alcuni fanti spagnoli da 50 in zerca, li qual hngi si
parteno el voleno andar in Lombardia el voriano
passar per le terre vostre a parte a parte. Saria
(1) La carta 44* è bianca.
bona cosa a prohibir il passo a quelli. Altro di
novo non e. lo vado in Hongaria el Transilvania
per intender il successo de le cose Ira Ferdinando
el il Vayvoda et poi per advisar al Stado vostro ;
mi ricomando.
Data a Gorizia die 8 Marci 1528.
Sottoscritta :
H£RcuLus MissoLus, dolma-
tus, olim Faganae tri-
remis praefecttM,
Copia di una lettera di sier Toma Donado 45<»
proveditor a Cividal di Friul al clarissimo
Locoienente, di 7 Marzo,
Magnifico et clarissimo.
Da uno venuto da presso la Trevesa do miglia,
se ha inleso a Vienna esser gionti cavalli da 700, el
quelli di Gorizia hanno comandato che tutti stiano
in ordine con le sue arme che ai 5 del presente li
sarà facto la mostra, el che quattro homeni per
villa andasseno a Gorizia, el questo risona per via
di Coslao, et da queste parte finitime se ha etiam
per persone fide dignae, che li soldati di Gorizia et
Gradisca si levavano per andar a trovar il Principe.
Io non scio che iuditio far sopra questa ultima
parte ; ma el potria esser qualche stratagemi. Om-
nino si voi star oculati, et sei parerà a vostra ma-
gnificentia, la el farà intender a la Signoria nostra.
Mi rimetto al suo sapientissimo iuditio el sine fine
mi raccomando. Non voglio tacer questa parola, se
questa patria havesse del grano, che lemeria i pen-
sieri sui
Copia di lettere di Antonio Biderueo capita-
nio et la Comunità di Veneon, al ditto
Locoienente, di 7 Marzo,
Magnifico el clarissimo eie.
L'è dui zorni, havemo inleso che le zenle del
Principe siano sta rotte, el questa sera si è zonto
uno da Villaco. Dice che Mercore viense la nova
che li sia sta dato una gran tagliata, el che*l Prin-
cipe è zonto a Vienna, ancora che non habbiamo
cosa certa. Sozonze che stanno di mala vola a
Villaco.
76
MDXXTni, MARZO.
7fl
Capitolo di una ietterà di sier Lorenno More-
xini eastellan di la Chiusa^ al ditto Lo-
cotenente, di 8 Marao.
Da novo, in questi zorni, per avisi havemo in-
teso, come el Principe ha hauto una rolla a la vòlla
di Hongaria.
Da poi disnar fo audientia di la Signoria el Col-
legio di Savii per consullar certa maleria del Con-
seio di X.
Fo spazà lellere per Collegio in Pranza et in
Anglia, al procurator Pexaro et al procurator Pi-
sani.
Da Fiorenza^ del Surian orator, di 5. Come
la peste è grande in la terra ; lui é ito fuori ad abi-
tar in uno palazo bellissimo datoli per quelli signori.
Scrive nove de li campi, et come li fanti di floren-
libi sono in ordine, ma li nostri é pochi ; et se do-
veano levar et andar a trovar monsignor di Lu*
trech.
46 Copia di una lettera del magnifico domino Zuan
Andrea Prato cavalier eolateral general^
data al campo a Cassan^ a di 10 Mar-
BO 1528.
Questa fazo per dirve di le cose che occoreno
de qui, aziò particularmente intendiate di la vaio-
rosila et pocagine de li capi nostri, sicome per il
caso subseguenie potrete intendere. Saperete adunca
per questa come heri passò Adda 3000 fanti de li
inimici per soccorer. Leco. Sono passati sopra al*
quante barche su le ripe del bergamasco : a T in-
contro de li quali era 300 fanti del conte Hercule
Rangone, qual tutti per dirve la verità, per quanto
é referto, se misero in fuga, né feceuo uno contra-
sto al mondo, ma solum se li oppose il magnifico
Longena con la compagnia sua, et valorosamente
con loro combattendo, rebutorono dicti fanti per
tre volte tino in Adda, et se fosseno sta soccorsi da
li fanti predilli del ditto conte Hercule, dico pur da
35 archibusieri, li fevano saltar bona parlo in Adda ;
ma essendo dicti homeni d* arme perseguiladi cum
li archibusi da li fanti nimici, et già erano morii ca-
valli 7 et feriti de dilli homeni d*arme 14 da lì ar-
chibusi, li fu forza abandonar, dimodoché inimici
passorno come ho ditto senza altro contrasto. Que-
ste sono le valorosità che sanno fare li forestieri,
quali sotto a li camini taiano a pezi li homeni, et a
far li fatti, fugono come femine, che forse saria
meio dar il pane a li nostri, che almen sodo fideli,
che questi tali. Li inimici per questo hanno Iktto
poco, perché dovendo soccorer Leco, é necesBario
che combateno in uno loco nominato la Chiusa, il
qual, il castelan di Mus, per quanto ha scrittoi ba
fotta fortissima, et ha custodia di fanti zerca 1000
tra ditto eastellan et nostri, quali spero si porte-
rano di altra sorte di quello ha fatto li sopranomi*
nati. Se doverano acquistar quel loco, penso li co*
sterà. Sono eiiam in uno loco nominato Caurìno
altri fanti de li nostri zerca 1500, quali sono U in
caso inimici volesseno voltarse a li danni di berga-
masca, over Bergamo, che li sarano a 1* opposito,
che volendo esser quelli homeni che deno, non las- 4g«
serano per niente che sia dato danno; tanto più che
questi signori hanno fatto cavalcar tutte le genie
d* arme a quella volta per segureza de ditto paese,
et di Bergamo credo non sia da dubitar che pos-
sano darli danno alcuno.
Adi 13. La matina fo lettftre di Cassan del 47
provedador Moro, di 11, hore 22, Manda co-
pia di lettere del eastellan di Mus, et la risposta
fattali, et si potrà comprendere li boni andamenU di
esso castellano.
Di Pranza vene uno corrier in zorni 7, con fe<*
tere di sier Sehastian Justinian el cavalier^
orator nostro, di Poert, adi 4 et S. De colloqui
hauti con Madama madre del Re et la sorella raioa
di Navara et il Gran Maestro, etiam con il re Chri*
slianissimo zerca Ravena et Zervia, quali in confor-
mità li hanno ditto voler al ludo questo Stado babbi
ditte città, et si dagi bone parole al Papa. Et ha
scritto air orator in Anglia, parli a quel Serenìs-
simo re, sia di questo instesso voler. Scrive, haverli
ditto voleno far gaiardamente la guerra a Cesare
di qua, et za li ha rotto guerra a li confini. Harano
36 milia fanti, 3000 homeni d* arme, l'200 cavalli
llzieri con artellarla a sufficientia. Scrive, haver ri-
cevute nostre lettere zerca Ravena et Zervia, et di
oratori relenti in Spagna. Tamen non va più drio,
et risponde al Conscio di X.
Di Anglia, di sier Marco Antonio Venier Ji;j9
el dottor, orator, di 22 Fevrer, date a Londra.
Come, essendo sta intertenuti alcuni navilii che cou-
duceano vittuarie de lì da alcuni navili francesi,
quali in questi mari hanno comenzato a far una
bona guerra a Cesare, et hanno preso alcuni navili
di fiamengi, et aziò ditte victuarie possano esser
discargade, questo orator del re Cristianissimo é
andalo tino a Dobla per far le vittuarie vengano qui
77
HDXXVm, UABZO.
78
per esser ora mollo necessarie per la carestia se ri-
trova. Si rasona ancor die le oblalion che si fazeano
a Cesare, per esser honorevole et utile si debbia far
stampar. Per lettere di 14 di Fiandra si ha nova,
come la strada di Cotogna in Anversa non sarà fin
pochi giorni sicura, per mettersi ad ordine quelli di
Geldria per Tar la guerra in quelle parte a li sub-
diti di Cesare
Vene in Collegio V prator di Firenze, dicendo
haver lettere di soi signori. Come le zente erano
ad ordine di loro et vanno a trovar Lulrech, et che
non mancherano di quanto e obligati.
Vene V orator di Hongaria dicendo, bora che'i
suo Re prospera, saria bon questo Stado li man-
dasse uno orator per darli reputalion, et tanto più,
quanto é d*dcordo col Signor turco. Il Serenissimo
lì disse li Savi consulteria.
Da poi disnar fo Pregadi, et Ielle molte lettere
fin tardi.
Fu posto, per li Savii del Conscio, terra ferma
et ordeni, acetar una offerta fatta per Michiel Bo-
sco da Laurana, qual dice che al tempo fu occupata
la maior parte di la Croatia da turchi, veneno ho-
meni con li villani parte ad habilar sotto la Signo-
ria nostra, et parte sotto alemani. Il qual Michiel ha
parlato con molti di quelli stanno sul territorio im-
periai, i qual veriano sotto el Dominio nostro a
obedientia del capitanio di Raspo con uno bon el
sufficiente cavallo, et star per tutta V Histria, ma
el ditto rector li fazi raxon in civil et criminal, et
cussi quelli erano sotto la Signoria, con questo siano
esempli per anoi 5, el li sia dà a 1* anno una ca-
saca a 100 nobil omeni, el cussi li sia concesso. Et a
Michiel predillo, havendo principia a redur fin nu-
mera 40 homeni con li villani, babbi ducali 10 per
paga a page 8 alPanno a la camera di Raspo, el
legni do cavalli. El li dicli babbino exemption per-
sonal et non li sia tolto si non soldi 4 per uno, ut
inpari0. Ave 153, 7, 9.
^g Da Lùm, di 8 Marao 1538, del signor Pom-
ponio TfivuUio a domino Evangelista Cit-
tadino,
El Slafileo parte de qui in qucsia bora per an-
dar dal Papa. Come esso me ha dillo, va ambassa-
iore del Ré el del re d'ingallerra. Et sono 3 giorni
che per qui passorno dui secretari anglesi li quali
vanno^ come si dice per chi lo può sapere, dal
Papa per procurare la dissolulion del matrimonio
de la Regina moderna el po^seroe fare uno allrp»
Et chi dimandasse a me, direi che il Staphileo non
va per altro, che per questo.
Qua sono lettere de 22 da Auspruch, che non
parlano punto de movimento de lanzinech, né per
Italia, né per altrove, el il messo che ne viene dice
che per li lochi dove é passato non ha inteso cosa
che sia, et che se n)assa alcuna se havesse a fare se
farla in quegli lochi dove egli é passato. De più,
questi alemani me fanno sapere che ne la Atemagua
se comenzava nna guerra molto grande fra li Ar-
zivescovi di Magonza, Trevire, el Colonia contra il
conte Tis che tiene le parte luleriane, qual dicono
sarà molto favorito da comuni el paesi assai. El
questo potria causare che lo Imperatore non po-
lesse cosi fazilmente levare zente. EU di più me di-
cono alcuni marcadanti, li quali sono tenuti el sono
imperiali, che credeno che il re Ferdinando habbia
adoperalo in suo uso li dinari die per lo Impera-
tore erano in la Aiemagua per levare lanzinech, ci
questo a beneficio di le cose de Hongaria. Et da
qui potrebbe nascere che le cose vadano frede» ci
che lanzinech non se levano.
Da pò scritta la alligata, se sono haute lettere 4g«
I da Fiandra de 2G, de Anversa, el ve mando copia
de lo infrascritto aviso venuto a raercadaati. Vui lo
interprelarete. Se io havessì lettere de corte, per
avenlura saperla qualche co^a, el forsi che il corrier
presente, che parti avanti beri da Paris porterà
qualche nova cb* io poo scio per adesso^ |ierò mi
riservo eoa le prinoie mie dirvi qualche oo3a di piiL
Aviso di Anversa, di 26 Fevrer,
El re de Angletera mandò alcuni soi per co-
menzare la lite, el per quello se ha inteso, ha otte-
nuto una senlenlia mollo favorevol. 11 re di Pranza
anche lui (a il debito, el non la dubio cbe in breve
non obtenga tulio queUo che vorà, peircbè lo Im-
peratore par che Qon procniri a casi Stuoi e( cbe
resti ki molta con^nmatia.
In questo Pregadi fu posto, per li S^vii del Con*
seio. et terra ferma, la conQrmalioA di 4 (^piloli
presi nel Conseio di Verons^ di 13, el 40, zer^ il
mestier di la lana. Fu preso. 152, 13, ).
Fu posto, per li ditti, hessendo sta definito chi
babbi ad haver la heredilà del qu. Filippo Moce*
nigo fo prior di la Chà di Dio, per il che é sta de-
ferito a pagar le texe, pei Unto sia concessa alli he-
riedi del dillo che pagando fra quattro zoroi c^usbIo
dieno iés^ le possino pagar integre el eoo il doa et
79
IIDXXVIII, MARZO.
80
senza pena, ut in parte. Fu presa. Ave: U6,
17,2.
Fu posto, per li elicli, hessendo le Procuralie de-
bitrice di lanse per conto di commessane, sìa
preso li Vili Savii debbino veder et terminar a chi
loca pagarle, et per suplir al numero siali azonto 4
di X Savi sopra le Decime. 157, 5, 0.
49 Fu posto, per sier Alvixe Mocenigo el cavalier
consier, sier Ruzier Contarini, sier Zuan Sanudo,
sier lacomo Pixani provedilori sopra la Sanità una
parte di proveder a la quantità di poveri è in que-
sta terra, la qual ba molti capi. La copia sarà scritta
qui avanti.
Et sier Zuan Mallo Bembo Cao di XL, voi la
parie con cerla condilion, sicome difuse scriverò
qui avanti.
El sier Gabriel Moro el cavalier Savio a terra
ferma messe una altra soa oppinion, la copia etiam
sarà qui avanti, la qual non fu accepla al Conscio. El
primo parlò ditto sier Gabriel Moro predillo, el li
rispose sier Alvise Mocenigo sopranominalo. Andò
le parie : di quella del Moro 3, del Bembo 8, del
Mocenigo et Savii sopra la Sanità el questa fu presa.
Fu posto, per li Consieri, excello sier Daniel
Renier, Cai di XL, et Savii, alento le oplime ope-
ralion falle a la Signoria nostra per il magnifico
domino Piero di Piero Labia habitanle a Fiorenza,
sicome ha refendo sier Marco Foscari venuto ora-
lor nostro de li, el qual desidera venir ad habitar
in questa terra con soa facullà et fameia, et voi
privilegio di esser ciltadin inius et extra, pertanto
li sia conces"^, sottozasendo a qualunque carico,
graveza et angarie et qualunque ordinatione de li
altri citadini.
Et contradixe sier Antonio Bembo é di Pregadi,
qual é Provedilor sora la mercadanlia, dicendo
questi forestieri tuo V inviamenlo a nostri, et non
se die romper le leze.
Et li rispose sier Marco Foscari, qual è di la
Zonta, dicendo li meriti el bone operalion di costui,
et li danari prestadi per spazar V armada. Andò la
parte. Fu presa. Ave 139, 39, 26.
Di Bergamo vene lettere, qual fo lette, di
reetori ; eliam di sier Toma Moro proveditor
zeneral, di 12. Come inimici passono quel di
Adda el rebaleno li nostri et ha preso Agustin
Cluson ferito et zerca 60 di so' fanti tra feriti et morii
el malmenati, rota etiam la compagnia del Gagnolo
et con gran bulino si sono levati el andati di là di
Adda. Et scriveno dil castellan di Mus, sì tien si
acordera con spagóoli. Lecco é sia soccorso.
Et ditto proveditor Moro scrive. Esser ve-
nuto li per haver danari, et a caso acadele questi
disordini : provederà al bisogno eie.
Ba Goyra, del Grangis fo letto lettere ne-
nute per via di Bergamo. Come a grisoni diano
venir 4 oratori di le terre franche per haver cerio
numero di fanti da loro; pertanto saria bon far
provision, el si toy a nostri stipendi di la liga 3000
di loro, perchè non andarano con inimici, el che'l
I scrive a la Signoria aziò sia presto, perchè scri-
vendo al re Christianissimo è mollo lonlan, eie.
In questo zorno, da poi disnar, atenlo per la 49*
terra si refudava a tuor le monede lodesche da
soldi 2, unde li pislori andono a li Cai di X per
saper quello havessero a far, unde fu fallo far una
crida a Rialto et a S. Marco, che niun possi refudar
ditta moneda, sotto pena eie, et si debbi spender
et correr come le altre.
Fo ditto hozì esser zonta una barca con limoni
è zorni 6 parli da Fortor Riporta nostri esser in-
Irati per forza in Manferdonia et haver taìato a
pczi li spagnoli erano 11. Tamen tal nova non si
crete per non haverla per via autentica.
Di sier Toma Moro proveditor zeneral^ da
Bergamo, di 13. Ho scritto di sopra.
Da Udene di sier Znan Basadona él dottor
luogotenente, di 12. Manda una lettera hauta da
la Comunità di Venzon, di 1 1 ditto.
Clarissimo eie.
Sono zonti in questa sera in questa Dostra
terra dui preti hongari a piedi, quali vanno a la
Madona di Loreto, el hanno riferito che in Hoa-
garia se diceva che re Zuane ongarìco. Sabato
avanti carlevar, haveva hauto la terra di Caso-
via. Item che venendo a lor viazo, hessendo a
Giavarin loco soKo Vienna 80 miglia, vene lettere
del re Boemo, quale comandavano che tulle le ca-
rde de quel contorno se dovesseno redur a Buda.
J^€m, dicono che*l prelibalo re Zuane ungarico,
alias Vayvoda transilvano, è polente ed ba polani,
transilvani et serviani al stipendio suo. Soi coade-
renti sono le vescovo de Varadin et quello de Xa-
gabria, el tutti li baroni et nobeli che sono a la
banda verso Transilvania. Item, se dice che al suo
stipendio vengono ancora turchi in bona copia, i
quali vengono con promissione de non offender per
danniGcar ne la Ongaria, ma che tutto quello i
acquisteranno fora de la Ongaria sia loro. Li pre-
dilli preti nòo hanno referto dove ae atrova lo ra
81
MDXXVHI, 4IAR20.
8-2
BoemO) perché non hanno fatto lo camin loro per
Viena, ma per la volta de Pelovia ; tamen per di-
verse et più persone che vengono da le parie supe-
rior se intende che Sua Maestà si è venuta a
Vienna.
)0 Die 13 Marcii 1528, In Bogatis.
I
Ser Aloysius MocenicuSy eques,
Consiliaritis.
Ser Rujserius Contareno,
Ser Joannes Sanuto,
Ser Jacobus Pixani,
Provisores saniiaiis.
Ser Joannes Franciscus EmiUani4S,
Caput de Quadraginta.
Gum sii che uiuna operalione che far se possi
in questo mondo sia più grata al nostro Signor
Dio che haver cura et carico de proveder a le mi-
serabii creature sue, acciò da tanta penuria et inco-
modi intollerabili che le ditte al presente patiscono,
eum le bone provision et auxilio siano alquanto al-
leviate; et vedendosi chiaramente che chi non pro-
vede alla multitudine dei poveri che al presente se
attrova in questa città, et che de «giorno in giorno
etiam anderà multiplicando, non solum è per
causar molto maggior carestia della presente, ma,
ch'é peggio, è altacar il morbo della sorte che in
molte città de Italia se ha visto esser accaduto, che
poi cum alcun remedio human non si ha potuto
estinguer. Oltra di questo, sentendosi tutta la notte
tal poveri andar cridando sopra li ponti et per le
contrade, dimandando elemosina cum grande igno-
mìnia de questa città, il che è etiam cosa scanda-
losa et di mal exemplo, et essendo necessario far
una gagliarda et presta provisiooe a tanta confusion
che causa ditta multitudine per tutti li loci di que-
sta nostra città ;
L' anderà parte, che ad laude et gloria del-
r Omnipotente Dio et per honor di questa excelsa
Repubblica, siano electi doi, o, tre, over più loci,
come meglio parerà al Collegio nostro, dove siano
posti tutti ditti poveri che vanno per questa terra,
et li siano fatte le stantie de tavola cum assai paglia
et altro per dormir, né de II se possino partir sotto
pena a chi sarà trovato fuora de ditti loci et andar
per la terra mendicando et cridando la notte, da
esser subilo retenuto et messo in presoo, et il
/ Diarii di M. Samuto. - 2\m ILVIL
giorno seguente fatto frustar et condutlo fuora de
la terra, et se'l ritornerà la seconda volta, sia
iterum frustato et couduto fuora, et hoc toties
quoties, et siano obligati tutti li barcaroli che con-
duceno persone in questa città, sotto pena da esserli
brusate le barche, quando leverano alcun, de farli
intender che non vengino per andar mendicando,
perchè se sarano trovati mendicar saranno frustali 50^
et mandali fuora. Ne più alcun povero che venirà
de fuora possi esser alozato io li predilli loci, et
siano obbligati tulli li officiali che vanno la notte
et il giorno di relenir tulli quelli forestieri che tro-
veranno, si de zorno, come de notte andar mendi-
cando.
Al viver suo veramente sia provisto in questo
modo : che siano obligati tutti li habitanli in questa
città nostra pagar per una volta sola per elemosina
soldi tre per ducato a rason del Olio de la casa et
bottega dove el stantia, et questo se intende de le
case el botteghe che pagano de fìtto da ducati 10
in suso esclusive. Li qual denari, sia obligato el
piovan con un nobile et ciltadin nostro scuoder et
notar sopra uno libro distinclo et particular a
nome per nome de quelli de la sua contrà che pa-
geranno, et quelli che non vorano pagar, siano
messi debitori all'officio di Proveditori sora la sa-,
nilà, il quali li facino pagar, et siano pubblicati le
feste solemne a bora di messa grande per li pio-
vani in le sue contrade in ecclesia. Li qual denari
cusi come se scùoderano a zorno per zorno, cusl
siano portali all'officio de li dilli Provedilori so-
pra la sanila, de li quali uno li habbia a ricever et
lenirne cassa sopra un libro distinclo per contrade,
el siano dispensali per alimento de ditti poveri con
uno bolletin, sottoscritto de man de tutti tre dilli
Proveditori, come a loro parerà meglio, tenendone
distinclo el particular conto. Et questo far de spese
duri per tutto Zugno proximo, nel qual tempo
siano posti lutti dicti poveri sopra barche et man-
dati in terra ferma, con far publice proclame, che
ritornando alcun di loro a mendicar saranno fru-
stali da S. Marco a Rialto, et li barcaroli che li
condurano siano puniti, come parerà a li dilli Pro-
veditori de la Sanità, a li qual Proveditori sia co-
messa la execution de la presente parte in tulio et
per tutto, qual sia fatta proclamar sopra le scale di
Rialto el S. Marco.
Né per la presente parte et ordine non se in«
tendi ponto esser ritardato, o impedito il misericor* .
dioso officio che si fa de praesenti in cadauna
conlrà per li piovani, nobeli et cittadini nostri in
83
HDXXyni, MARZO.
84
5i boDor et laude del nostro Signor Diodo cercar
elemosina per li poveri vergognosi de le sue con-
tri, anzi sia preso che scosso che sia tutti li sopra-
ditti denari per el ditto officio de la Sanità et fatta
la description di quel che bisognerà per li ditti po-
veri serrati fino al mese de Zugno, il denar restante
sia mandato per le contrade, a cadauna la sua parte,
da esser dispensato per il piovan, un nobile et cit-
tadin a li ditti poveri vergognosi, et de tal dispensa-
tion ne sia fatto fede a li Proveditori preditti per
una poliza sottoscritta de man de li ditti piovan,
nobile et cittadino nostri, aciò il tutto se sappi esier
sta dato per lo amor di Dio.
t De parte 170
52') Sier Gabriel Maurus eques, sapiens terrae
firmae vuol che*l sia eletto tre del numero de
quelli che possono venir in questo Conseglio, i qual
habbino omnimoda auctorità di regular durante
questa {s^me valide et incomparabili quelli delle no-
stre terre et terrilorii, over de altre terre et ler-
ritorii, cusi mendicanti qui come venuti signanter
a viver in questa terra cum el suo denaro, come
iudicarano per le conseienlie sue esser expediente
al ben del Stato, et proveder che non gè uè vengi
più alcuni de le soprascritte qualità, ac etiam pos-
sino quelli mendicanti che vorano relenir qui, man-
darli in qualche loco qui vicino, aut retenirli qui
ne ti bospedali, et non possino andar a mendicar
senza sua licenlia, et li sia subministrato dal Domi-
nio il denaro necessario per ballolation de Collegio,
et possino metter parte in tal materie in questo Se-
nato. Et debbino far descriver tutti li forestieri che
sono in questa terra cusi mendicanti, come non, et
li mendicanti per nome suo et del padre cum espri-
mer la età sua et qualche segno de la sua persona,
et debbino far portar a li mendicanti seguo che di-
stingua il terrier dal contadino, et dal forestier, in-
tendando per forestier non nostro subdito. Volen-
doli retenir qui, possino, oltra el presente coperto
far a San Zuane Paulo uno, o do altri coperti de
quella medesima longeza, o largeza, o maior, per-
ché se trova li ei spacio commoJo a poterli far in
quello medesimo àndedo, ne li qual debbino co-
stringer li mendicanti che vorano tenir qui ad ha-
bitar cum quelle regule che li parerà esser expe-
diente, et sia commessa questa cura a la prudentia
sua cum ogni auctorità. Debbi durar questo m^fgi'
strato per tutlo Settembre. Li sia data in Terra nova
la porta de uno altro magazen per luogo deli' offi-
cio suo, cum tanto spacio dentro quello quanto é
quello de T officio della Sanità. Possino tuor do
fanti di altri offici che non hanno molte facende, et
che hanno più fanti, et uno scrivao de quelli senza
altro premio, come meglio li parerà, et li sia depu-
tato uno nodaro de la Cancelleria nostra.
De parte 3
Ser Johannes Matheus Bembo, caput de
Quadraginia, Vuol la parte in tutto et per lutto,
cum questa addilion che li siano veduti quelli de
ditti poveri che sono sani, et datoli un quarto de
ducato el mandati via, li altri amalati et impotenli
siano messi ne li ditti loci.
De parte
De non
Non sinceri
8
6
A d\ 14. Veneno li Sa vii Provveditori sora la 53»),
sanità per dar ordine a la executione di la parte
beri presa zerca li povereti, et fo parlato di tuor 4
luogi, uno agumentar quello de San Zanepolo, qual
é pien di poveri, el farli coperti de legname, uno al-
tro drio rhospedal de Incurabeli, uno altro drio
San Canzian dove si recitava le comedie, et uno
altro a la Zucca, et fo termina praticaseno di ha-
verli poi si concluderà.
Di Bergamo, di sier Toma Moro prevedi-
tar general, di 13, fo lettere, hore 5. Come beri
et hozi é stalo qui in Bergamo et ad un tempo ha
fatto dui boni effetti, uno fatto star di bon animo
quel populo, che tutto era in timidità, et fatto
molte provision, V altro é che ha cavalo de qui per
conto de l' imprestedo in questi do giorni du-
cati 2000 et più, quantunque sia mollo difficile il
scuoder danari de qui da bergamaschi ; ma con bone
parole usatoli li ha hauti. Le cose di Lecco vanno
bene, et quel magnifico Castellan {di Musso) per-
siste in bona fede.
In questo zoroo, di ordine di sier Zuan Dolfiiv
sier Marchiò Michiel, sier Mann Justinian avogadori
exlraordioari fu fallo relenir do scrivani
de r officio di Ire Savii som i offici, videlicet An-
drea dal Corlivo et Zuan Ballista Costantini*
Da Antonio di Castello capo di colonnellOf
85
vnnvm, iurm
M
del Mmpo, da Cassan^ di 13, vidi lettere. Come
per le altre sue si bari inteso le dlmande fatte per
il castellan di Musso; et al presente havemo ledere
lai essere accordato con il Leva, et perché ditto ca-
stellano non si fidava del Leva ; par che il Morone
habta mandato tanto fnanzi et indrieto che hanno
fallo li capitoli, et cosi ei si ha tacato a inimici. Da
poi scrìtto, é venuto uno del castellano, qual refe-
risse non. esser vero niente, anzi cheM se à lacato
con inimici, qual erano a Calolzo et fatto lassar quasi
tutto il bulino et cazatoli fino a Olzini, dove é
morto dì le persone zerca 300, el più sono de ni-
mici : et questo é certo.
53« Da Savena, di sier Altixe Foseari prove-
ditor general^ di . . . Come il duca de Milan é
pur II et si disperava per non esser zonta la gallai
et voleva andar per terra, ma non se ritrova haver
pìQ dì 4 moli ; siche havendo con Soa Exoellentia
400 persone, non sa come poter andar ; siche é in
pratica di tornar indrio. liem, scrive come il Papa
ha hWo far una proclama che tutti li subdrti de la
Chiesa che sono a soldo de altri, debano tornar a
casa loro sotto grandissime pene. Item^ che tutte
le terre di la Chietia, le chiave de le porte, qual so-
lcano tenir li cittadini, le siano date al govemador.
Scrive come a Bologna era seguito chel Legato ha-
via fatto taiar la testa a uno zovene di
principali di la terra, qual fo quello fé certa novità
r anno passato in Bologna, poi persa Roma.
Et sier Gabriel Venier orator apresso ditto duca
di Milan, scrisse in consonantia zerca il Duca etc.
Vene P orator di Milan per saper di novo di
Pranza, et solicitò il mandar la galla. Il Serenissimo
li disse le fuste erano sta expedite, qual tenimo
siano zonte 11
Da poi disnar fo Conscio di X con la Zonta.
Fu preso che a Padova, Treviso, Vicenza et
(Bologna non si possano vender li formenti più del
precio fo limita in questa terra, videlicet lire 17.
Fu preso, che'l Collegio possi dar li doni a
quelli conduseno animali per la beccarla in questa
terra Tanno passato, et trovato li danari, el de eoe-
fero il Collegio di la beccarla per li do terzi possino
dar doni come li parere, acciò vengi carne in que-
sta term.
Fu preso, che li debitori di la comessaria del qu.
sier Zaccaria Gabriel procurator, qual é li Procura-
tori di ultra, debano pagar il loro debito a ditti Pro-
coratori termine a zorni 4 proximi, aliter siano
venduti li pegni, de' quali danari lì ditti Procuratori
servirano li^ Signoria nostra.
Fu posta certa gratta di sier Lorenzo Justinian
qu. sier Antonio et sier Antonio Correr per ubliga-
tion di formenti che non é venuti in tempo, vo-
riano et ballotata do volte, non fti
preso.
Fu posto certe parte per la Zeca.
Fu preso, che li debitori dei dazio del vin et
Ternaria per conto di ferro et legname et oio et di
la becaria pagino la metà per tulio il presente mexe
l'altra mila per tutto Aprii; et passato, siano astretti
a pagar 10 per cento di pena, la mila sia di signori,
r altra roità di la Signorìa nostra, né si possi scuo*
der il cavedal senza la pena, et passa il termine, li
debitori siano naandati a le Raxoo nove^ Ave:
24, 2, 1.
A dì 15, Domeneffa. La malìoa fo gran
pioza.
Del proeuratar Pixani fo lettere date a
Lauro, mia .... distante da Spoteti, di IL
Come erano zonti 11, el ha solum di nostri ikn-
ti 2500, che é pochi, di fiorentini numero 3000.
Ba ricevuto le lettere del Senato, che'l Capitanio
zeneral vengi in Lombardia et cussi datoli la let*
tera, soa Excellentia fo molto contenta et però lui
Proveditor la matìna partirà per uro altro aloza-
mento mia 10 lontano, et a bone zornale seguirà il
camino per esser presto a monsignor di Laiitrecb.
Et come doveano andar in uno loco ditto Castel-
franco, mia 28 di l'Aquila. Scrive zerca danari, etc.
Del procurator Pexaro, di San Sovero di 5,
6, et 7. Come inimici, zoé il marchese del Vasto
et capHanio Arcone, oltra li fanti messeno in Man-
ferdonia, sono intrati da 1500 in Troia, mia 12
de II lontano. Et poi, per altri avisi, scrive sono da
fanti ... Et come Lutrech era di opinion si an-
dasse a expognar ditto loco, et metteno la cosa in
consulto. Il campo grosso, era a Roma, di Beni-
vento é venuto ad Ascoli, che é mia 16 lontano;
ma per altri avisi hanno il suo levar et venir inanli,
che sariano solummìti 8 lontano. Scrive zerca da-
nari, et li lanzinech voriano un' altra paga, havendo
inteso per lettere scritte al marchese del
Vasto, come havia pagato li fanti di resti vecbii el
datoli una paga nova. Item, scrive come inimici
sono da 8000 archibusieri, videlicet 5000 spagnoli
5000 lanzinech et 4000 italiani et hanno fornito Man-
ferdonia et Barleta et lassato l'artellarie in uno ca-
stello di colonesi ditto Castelfortin, et par vorano
tuor le artellarie a Barleta. Item, scrive, come hessen-
do l'artellarie a Foza (Fo^^ia) nostre alozate di fuora
in uno monasterio, quel di la torre vete un gran spot-
87
MOXXVUIi MARZO.
88
verin, adeo tene fusse inimici et fé tirarle dentro et
il campo slè in arme, et altro non fu. Hem, scrive
come Lulrech feva metter la cavallaria in Poza, li
fanti nostri et soi in Nocera, et le bagaie resteriano
a S. Severo. Ilem, manda alcune lettere intercepte
del S'gnor don Ugo di Moncada ohe di Ascoli scrive
al signor Cesare Feramosca di . . ., per le qual
par voglino venir lezieri per far zornala. Et scrive
di una barca con ballote et polvere et altro di le
artellarie di Lulrecb era in mar perida, per il che
rechiede^e ne mandi ballote ctc, ut in litteris.
54* Di sier Toma Moro provedi tor general
Nulla da conto.
Da Cividal.del Podestà etcapitanio, di 12.
Come, hessendo venuto uno de li soi mandati, ri-
porta esser sta fatte le cride, che tutti li italiani,
quali sono in grande mulliludine, che vi è andati
per fugire la suprema carestia di queste bande, se
habbino a levar de la Memania, sotto pena de esser
offesi ne la vita per tutta Domenica che viene, et si
ragiona che fazino questo perche, volendo far adu-
nution di gente, non habbino causa de riportare in
Italia. Li conGnanti a queste bande fanno bona vici-
nanza et permetterò portare qualche soma di biave,
siche alcuni loci di queste montagne si prevaleno
qualche poco.
Da Udene, di sier Zuan Basadona dottor^
locotenente^ di 13. Come, per saper se li spa-
gnoli erano a Gorizia si fosseno per partir per Lom-
bardia come fo ditto, mandoe una sua spia. Il suo
riporto è questo, ritornato a di 13 Marzo 1538.
Ser Batista Filiteno da Cividal, mandato a Go-
rizia et Gradisca per sotrazer quello che de 11 se
intende, questa sera ritornato referisse : haver in
Gorizia inteso, come li turchi hanno corso fino
apresso Postoyna, et de anime haver fatto assai
prede. Ha insuper visto non li esser più spagnoli
né altri soldati a la custodia de Gorizia, ma esser
tutti levati di quel loco et haver inteso esser par-
titi, parte per le parte di sopra, et parte imbarchile
a Trieste. Ha etiam inteso el Vayvoda esser po-
lente ne le parte de Hongaria, con numero di 12
milia in 15 milia persone Da poi, venuto a le porte
de Gradisca, non hessendo sta permesso in quella
intrar, ha de li inteso in ditto loco essef da cento
soldati Ira spagnoli, borgognoni et bohemi, et farsi
gran guarde. Né altro, etc.
Del Ceresara, date in Santo Severo,
a li 4 di Marzo 1528.
55
•De li avisi che si hanno per spie de li imperiali,
hoggi il marchese del Guasto é inlrato in Troia
cum '2000 fanti spagnoli, et altri 2000 fanti ita-
liani sono andati a Manfredonia, et sono entrali
ancor che con qualche resìstentia de li homeni di
la terra habbino havuto difficultà, pur questi impe-
riali con bone parole et persuasione loro, con dirli
che non volevano mettergli dentro più di 400 fanti,
come ebbero fatto entrare quelli pochi fanti gli
andò drieto il resto de li 2000. Cusi sono questi
imperiali in Manfredonia, et il marchese del Guasto
in Troia con quelli altri, di la qual cosa alfln suc-
cede che la dovana andarà dissipata et da loro et
da questo exercito, perché più non si può conser-
var, ancor che Pietro Navaro scrivesse a monsignor
Lautrech, che da poi .che lui era entrato prima in
Foggia et in Nochiera che T imperiali, che la do-
vana era recuperata, et pur quando se ne conservi
una qualche parte, sarà assai, perché tutti li be-
stiami di questa dovala adesso si trovano in mezzo
de Troia et di Manfredonia, terre de imperiali. Si-
milmente li imperiali di questi lochi soprascritti
hanno mandato in Barletta tutti li soi bagagli et
robbe loro per sua maggior sicurezza. Il resto de
lo esercito imperiale era partito da Benevento el se
ne veniva a la volta di Troia. Il maestro di logi di
questi ultimi imperiali che sono entrati in Manfre-
donia era venuto a pigliar le stanze in Nochiera,
credendo ancor non gli fusse entrato alcun di quelli
del Navaro; per V imperiali volevano entrar se ha-
vesserò potuto in Nochiera. Il maestro di logi del
Navaro, che era entrato prima di lui, intese questo
et incontinente lo prese et V ha condutto a monsi-
gnor Lautrech. Costui ha confirmato il medemo
che io scrivo a vostra excellentia, con adiunla che
r in^periali risolutamente vene per combatter con
monsignor Lautrech ; et questa banda de fanti che
hanno spenti prima in queste terre do loro che lo
hanno fatto per destruer li bestiami de la dovana, 55*
aziò Monsignor non babbi questo utile perche era
di grande importanza ; ma che come tutto lo exer-
cito imperiale sia a Troia coniuncto col Marchese,
venirà quelli altri fanti et disponense di conibattere.
Monsignor Lautrech aspettarà qua in Santo Severo
il marchese Saluzo, il quale é lontano una giornata
da lui a Serra Caprioli, et seco viene il signor Ora-
zio Baione con quelle gente di fiorentini, el in que-
89
MDtXVUI, MARaSO.
90
56
sto mezo si vederà quello faranno quelli imperiali,
ei ivi se determinerà quanto si bavera a fare. Ben
▼ostra excellentia saperà che questo exercito é
tinto disposto a combattere che altro non desidera
dì questo, et se ritrova molto polente et animoso
per 23, o H milia combattenti che sono capali, de
li quali Petro Navaro in Foggia ne ha fanti 10 milia,
ei questa Fogia non é lontana da Troia 8 mia. Mon-
signor Vandemont con tutti li lanzchinech, che sono
ancor forsi loro 10 miglia, se ne va a Nochiera
poco lontana de Manfredonia, et il marchese di
Saluzo con il resto di quelli di fiorentini appresso.
Monsignor Lautrech se ritrova qua in Santo Severo,
et se deterroinarì V ultimo loro parere.
Del medesimo, date a li 5 Marzo.
De novo de li imperiali altro non si ha inteso
de importantia pid di quello scrivo ne la mia di 4
qui alligata. Per dimane non se partirà de Santo
Severo monsignor Lautrech Ancor non si è concluso
quanto voglino operar questi signori contra impe-
rlili. Come sarà determinato cosa alcuna, che presto
sere, non mancarò a la giornata dar aviso a vostra
excellentia.
Die 11 Marta 1528. In Vicenza.
Sier Petro Pagain habilador in Àrzignan, con-
stituido davanti al clarissimo missier lo Podestà
di Vicenza et interrogado de nuove cesaree, ri-
spose : Beri ad bore 22 me parliti da Trento, do-
ve son stato t>en 8 zomi per mie facenJe, dove
ho inteso che '1 contado de Tiruol dà 20 milia
doti pagati a la Maestà Cesarea; tamen non se
fa movesti alcuna né preparalione, né se vede al-
tro segno, salvo che in ditto loco esso constiluto
hi visto 10 comessarii lodeschi, bellissimi homini,
li quali sono sopra l' hostarie a spese de la Mae-
stà Sua et sguazano. Dice etiam che Luni proxi-
mo gionseno in dito loco 8 bo(e de segala et 2
de formenlo, de raxon de mercadanli, et che im-
mediate haveano dato principio a vender le segale
a 30 carantani quel suo staro, et il formenlo a
carantani 38. Et che la comunità de ditto loco ne
aspeclava per conto di la terra due zatrc. Item^
che 'I se diceva che ad Ala erano zonle mille bol-
le de biave p.T conto de la munition. Affirma de
pid che Tera sta fatto capitanio di la arlellaria
missier Nicolò Austolph, il qual ha visto a Trento.
Hem^ ha etiam titolo de capitanio de colonello;
et che 11 se faceva far una caxa in Trento, vista
per ditto constiluto eum una fusina per far im-
manegar archibusi et altre artellarie da metter in
ponto ; ma che in Trento non erano gionle artel-
larie salvo do carete de archibusieri, parte de i
qual dicono de li haverli hauti da Vallrompia^ et
per quello se ragionava, erano per far 6000 ar-
chibusieri. Interrogato de altre munilione grosse,
lanzoni et altro, disse, haver visto cum li sui oc-
chi non esser artellarie, salvo quelle che erano
per avanti.
Summario di una lettera di Vicenza^ di sier 56*
Carlo Contarini proveditor zeneral^ di IH
Marzo.
Come essendo qui a lo allogiamento con el
magnifico Capitanio, é venuto uno genlilhomo de
questa terra, et ne ha ditto che beri mattina pas-
sò de qui uno mercadanle milanese qual diseva
venir de Hongaria, el qual li disse che Marco
Stringer era sta fallo capitanio de le fantarie ale-
mane, le qual saranno 24 milia, et che *1 duca de
Bresvich era fatto capitanio zeneral de la impresa
de Italia et haveria cavalli 2500. Il capitanio Ri-
zano era fatto capitanio di borgognoni et haveria
cavalli 800, et ehe tutte queste gente doveauo
per la oliava de Pasqua esser sotto Verona et
questa terra, et che parie passeria per la via de
.... sopra el veronese, el parte per la via de
canal de Brenta verso Bassano. Poi disse che lo
Apchiduca havea roto el Vayvoda, el che '1 trat-
tava tregua col Signor turco per anni tre; la qual
obtenuta, vcneria in persona a questa impresa.
Copia di una lettera del castellan di Mus^ 57
scritta al proveditor zeneral Moro.
Illuslrissimo signor Prove.lilor, signor mio
observandissimo.
Ilo visto quanto la mi ha scritto, et cosi quello
mi ha scrino il mio homo, che e apresso le si-
gnorie vostre. Io conosco il bon animo de quella
Illustrissima Signoria el cosi di vostra signoria;
ma male d'assai exoguita et vi prometto che mi
altrovo il più disperato homo del mondo. Io son
molestalo da Antonio da Leva da più luogi, et per
me non posso più di quello posso; loro mi molesta-
no dal lago, mi bisogna tenere curato Lecco et la
Riviera fino a la Chiusa, cosi la Chiusa et li monti,
01
MDXXVmi VARSO.
n
et non posso hre tanto. Eténim ho auto beri li ini-
mici passomo II a Olgini per viltà de voslH ; siche
io non scio che mi dica,* né manco quello mi fazia.
Se io havesse a tendere se non a una banda, gii
ha<rerìa resegata la fortuna, non già senza rasone.
Da r altro canto Antonio da Leva me insta con lar-
gìssimi partiti, dico tanli che vostra signoria non
lo crederà, et mi molesta de tanti luogi aziò me
habbi a risolvere con hii ; cdsa che non è mente
mia de abandonare quella Illustrissima Signoria, ma
se non sarò aiutato, sarò sforzalo a farlo. Per il che
io gli scrivo liberamenle et resolulamente, che se
tìon mi é mandato fanti 600 die siano homeni di
gnerra per difertder questi loci fino si prenda Leco,
che non può durare per tutto il presente mexe, et
che ditti fanti non se habbino a partire di qua se
lYon in caso che inimici se parlisseno de qua, et che
io ne abbia a disponere, gli protesto come io sarò
necessitato a fare il volere di Antonio da Leva ; cosa
che io fazo mal voiuntiera, non sarà il caso di quel-
la Illustrissima Signoria. Cosi volendogli vostra si-
gnoria provederli, gli proveda por tutto doman, et
se vostra signoria mandasse uno homo come é el
conte di Gaiaza et qualche fante più, vi prometto
che noi combatteremo costoro et li vinceremo. Io
non scriverò più di questo a vostra signoria.
Aspetto risposta resolula rtsosl vogtio esser excu-
sato con tutto el mondo. Vi mando li inclusi bolle-
tiDi da Milano. A vostra signorìa me rìcomando et
offero.
Dal Ponte, a dì 10 Marzo 1528, a ho-
re 23.
Sottoscritta :
JoAN Jacomo di Medici.
Prego la signorìa vostra ad farmi bavere li da-
nari de la paga, et cosi quella che sarà fornita a li
15 de questo, aziò mi possi valere de quello è il
debito.
57* Risposta del signor Governador et Proveditor
general a V anteditto castellan di Mas.
Molto magniOco signor castellano.
Rabiamo questa matina riceputo le lettere de
vostra signoria, de beri, per le quale havemo ve-
duto quanto la ne significa et rizirca. A le qual
rispondendo le significamo» che « noi é sia de graa-
dissimo cordoglio che al passar de Inimici non se
gli sia potuto far el debito obstaculo. Subito che
intendessemo questo, Invìassemo a quella volta 200
homeni d' arme con Io illustre signor Cesare Fre-
goso, quali havesseno ad favorire quella impresa et
far ogni provision possibile che inimici non sorti-
scano efTetlo alcuno di quanto desiderano, el cosi
havemo scritto al magnifico Longena, ita che ne
hanno fatto intendere essere tutti de optimo animo
et voler combatter et far intender a questi cesarci
che sono homeni, per monstrarli la faza, come vo-
stra signoria in puoche bore, accadendoli la occa-
sione opportuna, la vederà. Habiamo etiam scritto
al prefato magnifico Longena, che subito el vogli
mandar a la Chiusa per defension di quella li 600
fanti per lei richiesti, in questo modo : 400 li a la
Chiusa, el SOO sopra il monte per custodia et de-
fension de quel passo, et ancor maggior numero,
siccome a la giornata sarà richiesto da quella et
accaderà el bisogno, con farli moto che in ogni cosa
se intenda con la signoria vostra, a la qual signifi-
camo non ad altro fine haver spinto de lì li ^00
homeni d' arme, se non per non voler mancar de
fare quanto ne sia possibile per beneficio de quella
impresa, debilitandosi de qui le forze nostre, ove
ne possamo haver bisogno, quantunque non stima-
mo Antonio da Leva, se ben havesse tre volte tante
gente quante che Tha. Sictiè vostra signoria in-
tende che noi non li mancamo, né di Don voler, né
di boni efTetti, etiam ultra vires.
Quanto al scriver de vostra signorìa che la vien
sollecitata dal prefalo Antonio da Leva al pigliar
partito con lui con largissime promissioni, questo el
credemo, perché esso Leva per fare qualche suo
effètto sapemo non manca da simel tratti et tenia-
menti, ma ben se persuademo che vostra signoria,
che é prad|ntissima et per la molla soa cxperienlta
ha cognition de Antonio da Leva, la non sia mai per
dar orechie a simel sue vane, quantunque grande
promission, però che per lui fa il prometter el ma-
xime di quelle cose che si puoi dir non esser sue.
Vostra Signoria ha poi da considerar, che la Illu-
strissima Signoria nostra mai manca ad alcuno.
Quanto spetta a li danari per lei rechiesti, hab-
biamo fatto far la provision per la via di Bergamo,
quali si mandarano, et se quelli non baslerano, se
lì manderano ancor de li altri. Et perchè ogni cosa
per la molta pressa, sicon:e havemo in animo, non 53
se può scrivere, gli mandamo a posta el presente
lator nostro comesso, qual conferirà con lei, et la
pr^mo ad prestarli quella fede che a noi medemi
MDXXVni, MABZO.
H
U fSuria se li parlassemo, et a vostra signoria se
racomandemo.
IM eampo a Cassano, 11 di Marzo 1528.
»
SoUoscrilta :
Janus Maria di Campo Freooso,
gubemator — Thomas Mau-
ro, provisor generalis.
59* Da poi disnar etiam fo gran pioza fino al tardi,
et fu Gran Conseìo. Vene il Serenissimo, ci non
essendo alcun Avogador a Conseio, fo mandato a
chiamar sier Michiel Trivixan V avogador, qual ve-
oe, altramente non si potea Tar Conseio. Fu fatto 7
TQXe, non cose da conto ; seguila a far li XL.
Fu posto, per i Consieri, una gratia di
Roy, al qual per incendio de la sua caxu a Santa
JusUoa li fo dalo una .... in Fontego ; ma per
esser lauti dimanda poter cambiar et baver mas-
ser « li Cataveri, da poi 4 anni compie costui è ; et
é presa per tutti i Consegli. Fu presa. Ave ....
Da Tieenea, di sier Carlo Contarini prò-
veditar eeneral, di 13 et 14, con reporli et avisi
Dotadi qui avanti.
Da Udene^ di sier Zuan Basadona el dot-
tor, ìocotenenie, di 13. Manda una lettera hauta
di sier Zuan Battista Minio podestà di Monfalcon^
data idi 12 Marzo 1538:
Magnifice et darissime.
Beri sera» per uno venuto da la Piuca, da uno
loco chiamato Sclavataber sotto Postoyna, dice co-
me Luni passato zerca 2000 cavalli turcheschi han-
no corso per quelli contorni et preso anime assai,
el brusàno ville et fanno danno excessivo, et che
tandem se baveano alozati apresso ditto castello,
et non se scia quello faranno. Insuper li dinoto
esser sta dato principio a cavar li saxi per le for-
nase, el iudico Goo Domenica proxima li sarano
tulli cavali, et se procederà poi a cuoser de quelle
el non se mancarà de ogni expedita provisionc.
59« A, dì 16. La malina vene in Collegio V orator
de Milan, per cose particular. Nulla da conto.
Da Fiarenga, del Surian, di 11. Del partir
di domino Alexandro Gualteroti dottor, orator de-
stinato a la Signoria nostra in loco di questo domi-
no Alexandro Pax!. Etiam è partito per Franza
, • • • Palla, qual é inimicissimo de la casa de Me-
(i) U «nrta ir è WaB«
dici. Scrive baver nova de lì che 1 Papa voi andar
in Ancona per certo voto, poi a Civita Castellana
dove voi star.
Del procarator Fixani, da Castelfranco^
di 12. Del zonzer li et del partir del Capitanio ze«
neral da lui, et ha voluto do compagnie de fanti lo
accompagni fino et poi le manderano al
campo ; el qual voi venir in questa terra, andarà a
Pexaro et de lì a Ravena. Scrive baver mandalo a
dir al signor Oratio é avanti con li fanti di fioren-
tini, lo aspecti per andar unito. Da malina si partirà
et la sera zonzerà, Deo favente, a Y Aquila
Vene domino Baldo Antonio Falcutio doctor,
orator del Capitanio zeneral in Collegio, con lettere
del suo signor, di 12; del partirse del campo,^el
vera a far reverentia a questa Signoria, prima.
Noto. Heri fo scritto a sier Domenego Lion po-
destà de Chioza, vadi fino a Ravena coulra el ditto
Capitanio zeneral per bonorarlo, et zonto a Chioza
li fazi le spexe, etc.
Da Ravena, del proveditor Foscari, di 14.
Come el signor duca de Milan vedendo non venir
la galia, era partito et venuto a Santo Alberto per
aspectar ditta galla, con dir andava li per causa de
la peste è in Ravena. Scrive del zonzer uno homo
di la fusta patron sier Marin Malipiero a boca de
Primier, per levar el ditto Duca, ma Soa Excelleu*
tia non si satisfa e voria pur aspectar la galia. Scri-
ve in quella sera é zonto li a Ravena uno oratore
fiorentino, domino Alexandro Gualteroti, destinalo
a la Signoria nostra.
Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria el li
offici deputati per la beccarla, intervenendo li Cai
del Conseio di X.
Da Udene, del Locotenente, di 13. Come, per
avisi hauti dal podestà de Monfalcon, turchi hanno
corso fino a Postoyna et menato via assà anime
subdite del principe Ferdinando.
In questo zorno in Collegio de la beccarla, pre- gg
sente di Cai de X, ma non ballotono, fu preso dar
doni a tutti quelli per questo anno condurano ani-
mali in questa terra, habbino de don per quelli da
mar pizoli 4 per lire .... et da terra, pigoli 2.
Item, con ditto Collegio fo termenà li taiadori h)*
vesseno un bagatin per lira da li mercadanti de
animali taierano ; et cosi fo expedito le cose de la
becaria.
A dì 17. La notte, la matìua et il zorno se?
guente fo grandissima pioza.
Di sier Toma Moro proveditor Menerai^ da
Cassan^ fo lettere^ di 14. Come era ritornalo otà
95
ICDXXVm, MARZO.
96
da Bergamo. Et scrive che il Longena non è sialo
rollo, perchè inimici passopno Adda per villa de
alcuni fanli che erano a quella guardia. Il Longena
con la sua compagnia fece el debito suo el ne mo-
riteno da IO cavalli de archibusi, el se li fanli non
se mellevano in fuga, non sariano passali. Scrive
esser sialo a Bergamo per do cose, prima per sco-
der danari, poi per andar Ono a Caurino per meler
seslo a quelle genie che erano messe in fuga, et
zonli veneno tulli quelli capitane! et li^vele tanto
prompli al combaler, che non li parse luor altra
fatica de andarvi. Il disordine seguilo fu per causa
de alquanti fanli del conte Hcrcule Rangone, che
erano a quella guardia; li altri feceno el debito ne li
loci soi. Nemici come fumo passati andorno per
soccorer Leco, ma non posseno, el se lien non pò-
Irano per esser talmente fortificali et custoditi li
passi, et maxime la Chiusa, che non è da dubitar ;
ma loro vedendo non poter far nulla, andorno a
Carem el tolseno quello trovorno el ritornando se
incontrarono in la cotnpagnia del Cluson de zerca
100 fanti, el lo preseno cum alquanti de loro : el
non meritano impulalioue, perochè furono circum-
dati da forsi 500 de inimici. CI con questo bulino
passorno de qua né pid sono tornati de là, se non
qualche uno, qual é sia rebaludi da li nostri ; ma
con le sue artellarie havendo minali li nostri re-
pari, mal se li potrà obviar quel passo. Tien non
passeranno più vedendo non posser far frutto al-
cuno. Io non manco a le provisione, ma le forze è
legiere, convenendo tener dui campi con si poca
zeole. In questi do di da Bergamo con fatica ho
baulo ducati ^000, a conto de T io)presledo. La
mila ha mandalo al castellan de Mus. Item, manda
una lettera hauta dal Grangis, qual sarà scritta qui
avanti.
60* ^ poi disnar fo Collegio de la Signoria el Sa-
vii, con li Capi di X, el fono sopra la commission
se dia dar a sier Tumà Conlarini va orator al Si-
gnor turco se V ha secreta per el Conscio di X, qual
rba publicà per Pregadi; et parlato de far bailo ad
Costantinopoli , o lassar questo è vice bailo sier
Piem Zen, qual é in bona gratia con el Signor et
Imbraim bassa.
Da Bergamo, di rectori, di 15, horei. Co-
me inimici sono ancora a Calolzo sopra Adda, et
voleno tentar di metter soccorso in Leco. Item, el
Leva, che era a Piontello, ha mandato parte de le
gente con bulin fallo sul bergamasco in Milan. Scri-
ve, li nostri da 1500 fanti sono a Caurino, mia 6
loulano de Calolzo. El provedilor Moro é ritoroato
a Cassan con ducati 3000 hauti da Bergahio per
conto de V imprestedo.
IH sier Toma Mero provedilor general, da
Cassan, di 15, hore eie, :
Copia de una lellera scrilla da Coyra, del
Grangis, al dillo Provedilor general.
Mollo magnifico signor Provedilor mio hono-
randissimo.
Da poi Y ultima mia eh' io scrissi a voslra si-
gnoria di 5 di questo, per la qual li advisai de la
dieta rechiesta da li imperiali a lor spese, qual li era
concessa a li 2*2 de questo, non é succeso qua cossa
de momento, se non che da le spie mie sono advi-
salo che la levata de lanzinech non si farà cussi
presto come era el rumore, perché ancor che lo
Imperatore babbi remesso là certi danari per questo
effetto, non é sufficienlia, per voler Marco Silich de-
putalo capitanio loro generale e*l pagamento de tre
mesi, el volendoli loro dar el pane per el pagamen-
to de uno mese non lo ha voluto, et è^artilo in
corozo. TJllra de questo, el Vayvoda de Trausilva-
nia ha messo insieme uno bono exereilo a piedi et
a cavallo et è intralo nel reame de Uongaria, del
quale come sa la signoria vostra era sta coronato,
per modo che io spero che haverano da far altro
che passar in Italia, né andar in Borgogna come
bravano voler far. De tutto quel accaderà a la zor-
nala el che io potrò intender da ogni canto, né
darò sempre aviso a la signoria voslra, a la quale
{ quanto più posso me ofiero et ricomando.
Da Coyra, d\ 10 Marea 1528.
Sottoscritto :
Tutto al piacer et servilio di Vostra Signoria
De Grangis.
A dì 18. La malina, fo grandissimo vento et g.
nevegò, ma con pioza, siche la neve non si vele, el
fo grandissimo fredo.
Vene in Collegio V orator del duca de Milan,
dicendo haver lettere da Santo Alberto dal suo si-
gnor Duca, di ... . Come havia termenà non an-
dar più a Loreto in questi tempi a compir el volo ;
ma ritornava a Cremona et
Noto. Intesi esser letlere da Orvieto, di , . . .
particular. Come erano venuti 11 4 oratori di ro-
mani al Papa a pregar Soa Santità volesse tornar
a Roma, poi che li cesarei erano parliti, con la cor-
97
KDXXVIII, 1IAR20.
98
te; Soa Santiià rispose che per adesso non li pareva
di andarli, ma ben li inanderia la Rota et la corte,
et poi col tempo Soa Santità con li cardinali re-
tomeria.
Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonla. Et
fa posto, per li Cai di X, l' opinion di sier Nicolò
Venier è sora la Zeca, qual etiam è Cno di X, di
bandizar tutte le monede forestiere se spende in
questa terra, zoè da 8, da 7 Vj, da 4, da do soldi,
siche non se possi spender altro che bozi et nostre
monede in questa terra et nel Dominio nostro. Et
fu gran disputation. Contradise sier Luca Trun prò-
carator, savio del Conscio, iamen fu presa. Ave :
Ì5, 11 et 3. La copia sarà qui avanti scritta.
Fu scritto a •
Di sier Zuan Mòro provediior di V arma-
da, vene lettere da la Valona, di 26 Fcvrer.
Scrive el suo partir da Livorno a di .... et na-
vegando 16 galle nostre sopra . . . . , li sullo for-
tuna, €uk^ con 1 1 galle zonse a Caxopo el poi le
4 veneno, siche ha 15 mal in ordine etc. Manca la
galla soracomito sier Alvise Sanudo, la qual non si
sa dove la sia ; ma si tien non sia perita. Scrive ha-
Ter trovato una nave .... con formenti, la qual
r hanno presa, et lenirà li formenti per bisogno de
r armada. Supplica li sia dà liecntia di venir a di-
sarmar, per esser amalato.
Noto. El ditto Proveditor non ha hauto ancora
l'ordine de andar in Puia et si ticn lo troverà
zonto el sia a Corfu.
61* Di sier Toma Moro proveditor general, da
Cassan, di 16, inanti eorno. Manda lettera ha
bauta dal castellano de Mus et di Piero di Longena.
Scrive sana tempo di cresser lo exercilo, et il Go-
vernador aricorda tre capitani, zoé, Morgante Oen-
tini, Zaneto Albanese, et Cesaro Farina, però saria
ben comenzar, tanto più se el castellan di Mus vol-
tasse, il bergamasco potria patir assà danno. Item,
si mandi danari.
Copia di la lettera del castellan di Mus.
Illustri signori mei observandissimi.
Li inimici sono ancora a Olzinà et Garlà. Heri
gli gionse 5 bandiere che hanno il nome di spagno-
li el hanno lassato le bagaie a Monza ; ma non sono
più che fanti 300. Il disegno suo è pur di soccorer
Lieo, ancora gli sia gran difficultà, facendo li soldati
il debito suo, et é forza che inimici fazino eSetto da
dooiBD a r altro aUramenle non la pono durare el
JHaHi di U. Banuto. - 2\m. ILVII.
\
non trovano il modo de viver. De qua da la Chiusa
è passata la compagnia del Martinengo e del Vaylà
et di Cosco, quali non sono più de fanti 300. 11
Cagnola e a Carem et sta bene, ma voria pregar
vostra signoria che mi desseno altri fanti 100 de
qua de la Chiusa ed accrescere un'altra compa-
gnia a la montagna con il Cagnolo. Se verano ini-
mici a questa banda, come é il loro disegno, se
farà el debito; se ancora venissero verso el ber-
gamasco, gli prometto venir mi con quanto forzo
potrò in servizio di quella Illustrissima Signoria.
La prego quanto posso ad expedire el mio per le
page, al qual gli scrivo più difusamente il tutto.
Da la Chiusa, a di li Mareo 1528.
Sottoscritta :
JoAN Jacobo di Medici.
A tergo: A li signori Governador et Prove-
dador generale.
Copia del bolletino hauto da Milano al ditto
castellan.
Tante trovate si fanno del vostro acordo che
non si potria dire, per inlertenire questa città el
dar animo al soldato ad passar Adda et dividere
li vostri collegali da voi: però voi farete contra
questo la provision vi parerà, et con quelli avete
liga. Sapiate che li soldati et la città più se inter-
tene de fabule che de danari. Hozi li lanzchinech
hanno tolto el disnar (?) al Leva in campo per
Gelten. Non si cerca altro se non cum tutte le vie 62
de gabarvi. Se voi sarete homeni, questi sono per-
si. Hozi per crida si é comandato che si pagine
le contribution ancora per 5 zorni avenire.
Copia di lettere di domino Pietro di Longena
al Proveditor general.
Signor clarissimo.
Fino a questa bora non hanno proceduto al«
tramente del solito. Il signor castellano mi fa in-
tendere per el capitanio Feramolino che 12 ban-
diere sono passate per quella gola del monte che
é sopra P Agra ; qual via puoi gire verso Lecco,
et poi rivolgersi verso Milano. Et dice ancora, es-
sendo li esso Feramolino, che mandarano a veder
una barca, la qual riporta haver veduta V artella-
ria ; pur temendo io la sia una stratagema, ho re*
forz\le le guardie driedo Adda, el pregato missier
7
9d
MDXXVIII» ICARZa
100
62^
Guido de Naido vada a Careno, perché hozi se ha
Tatto Torliflcar. Et rccevuta la lettera de vostra
signoria. Cerca a Brevi, gli è Feracino et qualche
uno di comandanti, et ho mandato Maria da Ca-
stello con domino Guido de NaIdo a Careno et li
gli é anco el Cagnol. Li a Brevi gli é el conte
Oddo Fqrtebrazo ; staremo vigilanti. Penso la gira
per bona via; dubito che inimici non voglino ten-
tar a Leco et qui da noi. Et il signor castellano
ha promesso occorrendo che inimici vengano per
via de Careno ritrovarsi la sua persona con tutte
le sue forze, lassando li soi passi custoditi, et af-
ferma, se rompirano.
Dal parto di Pladino, a dì 15 Marzo
1528, hore 23.
Piero Longena.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capiianio,
di 16, vidi kttere particular a sier Gregorio
Pigamano, Et manda una lettera dal campo di
Cassan, di domino Antonio di Castello, di 16.
Qual scrive cussi : Certissimo el castellao di Mus-
so, per mezo di quello Rafaelo da Palazuol havea
parlamento con el signor Leva ; ma non segui nien-
te, et questo si e visto per gli boni eflecli che lui
ba fatto in combatter con li inimici. Sabato a li
14 li fu mandato li 800 ducati per la paga. Ini-
mici sono a Olzinà et stasse cosi ; voriano a tutto
lor potere soccorer Leco et maxime per la via di
sopra a Calolzo, dove si é mandato el Cagnol a
fortificar meglio quelli passi. Tre bandiere son sia
mandate de là de la Chiusa, e*l resto de le nostre
gente sono a Caurino et li vicino. Par che tra loro
fusse qualche divisione, zoé fra li doi Rangoni et
anche fra missier Piero Longena et missier Guido
de NaIdo, perche dimane matina li cavalca el si-
gnor Governador. Non é dubio che è necessario
guardar Leco come le cose de la Signoria, perchè
quando el se difende che M non sia soccorso, penso
certo che M castellano starà saldo; che quando se
perdesse Lecco, potria facilmente vacilare et saria
di molta importanza.
Da Bergamo, di rectori, di 15. Manda una
lettera hauta da Coyra del Grangis, qual scrive a
la Signoria nostra, di 10 del presente, et manda
una lettera hauta di Baviera, di 5 di .... del
Duca^ Come scrive, el capitanio Nicolò diSalm vo-
leva 4 page, et loro voleno darli una paga di pani
et una dì contadi, siche tien le cose sarano tarde.
Da ConstaniinapoU, di 9ier Fiero Z$n vi»
cébailo, di 5 Fevrer. Replica quello scrisse per
le altre zerca Torator del Vayvoda cxpedito ad
vota, honorato et apresentato et promesso dargli
aiuto contra el principe Ferdinando; et ha fatto
cridar la guerra et scritto a li sanzachi si prepa-
rano per andar in Hongaria, saranno da 70 milia
persone. Etiam vi andarà li ianizari. Scrive come
Imbraim bassa li ha mandato a donar uno puto
qual restò vivo di la nave griinana, prese Curto-
goli, et amazò tutti, dicendoli esso bassa « questo
tristo di Curtogoli non è fuori di pericolo de la
vita > et ha ditto, se costui sarà mai torna a chri-
stiani, voio renegar el mondo etc.
A dì 19. Fo il zorno di S. Joseph, che se 63
varda per la terra.
Vene in Collegio sier Andrea Loredan venuto
podestà et capitanio di Crema, vestito de veludo
paonazo alto et basso, con barba, in loco del qual
andò sier Luca Loredan per danari electo ; et refe-
rite de quelle cose di Crema, et fo laudato dui
Serenissimo.
È da saper. Tre zorzi avanti che M ditto sier
Andrea se partisse di Crema, havendo per avanti
voluto procieder contra uno nominato Contin da
, per certa cosa seguita a una festa, par
che uno suo parente chiamato il Contin da Moza-
nega, mettesse al muro in più lochi una pittura
con il Podestà depento, vestito di scartato et tre
diavoli atorno con lettere di sotto in modo di exeo-
munica, con tal parole: Andrea Lauredanum
hebreum visu et opere, cremenses bene memo-
res lapidibus et fustihua prosequentur. Per il
che, esso Podestà, inteso questo et hauto notilia
lui esser sta il delinquente, fece il processo et lo
fece retenir, et lo mandoe in ferri a li Capi del
Conscio di X.
Da Noal, di sier Nicolò Bolani, sier Ja-
corno Barbaro et sier Bartolomeo da Canal
sindici da terra ferma, di ... . Come erano
stati a Mestre, dove feno bone operation, poi ve-
nuti li a Noal hanno trovate tante enorme cosse
et manzarie fatte per sier Francesco Pasqualigo
qu. sier Marco Antonio è podestà d» li per da-
nari, videlicei, fatto boleto a Treviso per conzar
el castello et soa habitation, et nulla ha fato. Item,
per iusticiar do, et li danari ha posti in suo uso.
Item, haveva do, quali feva accusar persone per
arme, che non era il vero, et li condannava:
et altre assà extrusion et manzarie; al qual ha
fatto restituir asaà danari. Il suo canzelier et cava-
lier é fttsito via. Serive come erano venuti bomeoi
101
MDXXVIII, MARZO.
109
di Piove di Sacco, pregandoli dovesseno andar 11
et cusd anderiano, perché inleodeno baverano li
etiam da far assai.
63* Et lecto questa lettera in Collegio, fu termi-
nalo scriverli, che uno di loro Sìndici dovesse ve-
nir in questa terra con il processo contra el ditto
sier Francesco Pasqualigo per far provision, et
poi ritornarà al suo sindicato.
Da Brexa, di reciori, di 17, Manda una
lettera hauta dal capitanio di Valcamonica, qual
dice cussi :
Magnifici et cìarissitni Domini, Domini
observandissimi.
Hozi, interogando uno grisone viene da le parte
di sopra, mi ha referto che in Saxonia et Baviera
se fanno 40 milia fanti a nome de V Imperatore,
et che a Dragez, sotto Felchrich 15 mia, sono
agiunte nove bandiere di le gente fatte in Baviera,
et che non se intende dove vogliano andar, per-
ché alcuni dicono andarano a Costanza et Lindo
per la nova collegation hanno fatto cum sguizari,
alcuni dicono a Roma, et alcuni Milano, et che sono
queste gente state de molta admiratione a sgui-
zari, perché sono fatte in un subito, et che per
questo se fa una dieta in Ibenz, terra de grisoni.
Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di 17, partieular, vidi, drieata a
sier Gregorio IPieamano. Come le provisioni
procedono avanti da le parte di sopra, et ultima-
mente preparano le robe de le artellarie et ogni
altra cosa, et sono in esser per voler venir in Ita-
lia. Et per lo adviso io ho, quella gente pagata
erano a la volta de Costanza et Yspruch, hanno
pigliato il camin de Bolzano, che saria a voler ve-
nir verso Trento; vero è che non credo questo sari
avanti Pasqua, perché voi tempo et maxime fanta-
rie in questi tempi a venir per monti. Le monition
sono preparate. Se aspetta el clarissimo mis3Ìer Gir-
lo Contarini proveditor general, che invero sarà a
proposito la sua persona, et per remediur a quelli
passi et farli conzar.
g^ Da poi disnar, fo Pregadi, et lette le soprascritto
lettere :
Fu posto, per li Savii del Conscio et terra (erma
et ordeni, mandato fuora del Conscio sier Toma
Contarini va oratcr a Constantinopoli al Signor
turco, come vadi el apresenti a li bassa prima, et
poi al Signor li presenti dati el consignatoii,el cussi
a li altri. Item, al Signor T altro presente, qual li
dagi in qualche luoco se 'I potrà separalo da li bas*
sa, et ringraciar Soa Excellentia de la Irata di for-
menti data et donati et cussi di salnitri, pregando il
magnifico Imbraim vogli per l' anno che ha a venir
etiam darne Irata de formenti. Item, che se li dà
il presente ne ha dato il SerifTo di Alexandria, qual
ha fatto garbuio a la nation et fatto romper muda
contra li soi comandamenti. Item, lamentarsi di le
galle prese et la nave per Turcogoli ( Curtogoli ?),
ut in commissione. Ave lutto il Conscio.
Fu posto, per li Consieri, a provar una permu-
tation fata per li frati di S. Maria Maddalena di Pa-
dova et S. Maria de Lispia, territorio padoan, di
r online di S. Sebastian, di certe terre con uno
padoan ctc. 141, 6, 4.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL el Savi loro
che a Manoli Grecopulo el Tomaso Lusi, atento in
Dalmatia si hanno ben portato, li sia dà, computa
la provision el stipendio, ducali 5 per uno al mexe.
Et lecto fede di sier Hironimo da Canal et sier Zuan
Battista da Molin provedilori in Dalmatia, fo balolà
do volte. La prima : 1 15, 20, 5 ; la seconda ; 136,
17, 5. Et fu presa.
Scurtinio di altri X Savi sopra la reformation
di la terra, con pena.
t Sier Zuan Badoer dottor el cavalier,
fo capitanio a Verona, qu. sier
Reriier 102. 88
t Sier Francesco da Lezo fo al luogo
di Procurator, qu. sier Alvixe . 96. 95
t Sier Francesco Longo fo al luogo di
Procurator, qu. sier Francesco . 129. 66
Sier Jacomo Badoer fo Consier, qu.
sier Sebaslian el cavalier . . . 83.102
t Sier Andrea Barbarigo fo al luogo
di Procurator, qu. sier Nicolò . 105. 87
t Sier Polo Donado fo Consier, qu. sier
Piero 108. 84
Sier Nadalin Contarini fo proveditor
al Sai, qu. sier Hironimo . . . 62.124
Sier MaHo Bolani é di Pregadi, qu.
sier Piero 85.105
f Sier Bernardo Moro fo provedador
al Sai, qu. sier Lunardo ... 97. 92
Sier Andrea da Mula é di Pregadi,
qu. sier Nicolò 82.112
f Sier Domenego Capello fo Cao del
Conscio di X, qu. sier Carlo . . 137. 50
Sier Andrea Justinian el procurator . 78.109
103
MDXXVUI, MARZO.
104
Sier Filippo Bernardo fo Savio a (er-
raferma, qii. sier Dandolo . . 93. 98
t Sier Jacomo Bragadin è di Pregadi,
qu. sier Daniel 117.68
Sier Francesco Arimondo fo prove-
ditor al Sai, qu. sier Nicolò . . 74.115
64^ Sier Simon Capello To al luogo di
Procuralor, qu. sier Domenego . 94. 93
Sier Daniel Trlvixan é di Pregadi,
qu. sier Andrea 66.116
t Sier Hironimo Zane fo podestà et
capilanio in Caodistria, qu. sier
Bernardo 116. 67
Sier Antonio Bembo fo Cao del Con-
seio di X, qu. sier Hironimo . . 89. 99
Sier Marco Antonio di Prioli fo pò-
desta et capitanio a Ruigo, qu.
sier Alvise 93. 94
DOD Sier Zuan di Prioli fo Cao del Con-
scio di X, qu. sier Piero procu-
ralor, per parente.
A dì 20. La matina, vene in Collegio sier Lo-
renzo Salamon venuto podestà et capitanio di Fel-
tré, vestito de , in loco del quale andoe
sier Toma Lippomano, rimasto per danari, et refe-
rite di quelle occorenlie. Fo laudato, de more.
Noto. Beri sera partite sier Almorò Morexini
capitanio del Golfo, al qual fo dato lì ducati 10 mi-
lia, va in armada, et dia andar a dretura a Corfù,
per trovar 1* armada et farla passar in Puia.
Fo aldito li Patroni fo di le galle di Alexandria
con sier Marco Antonio Contarini avogador di Co-
muni zerca pagar le rifusure, et fo rimesso la cosa
al Pregadi.
Noto. Non fu lettere del Pexaro, né del Pixani,
che molto pareva de novo a tutti, che di 7 del me-
se in qua non si ha nova.
Da poi disnar fo Collegio di la Signoria et Savi,
con li Cai di X, in materia di debitori.
Da Vicenea^ fo lettere di sier Carlo Conta-
tini proveditor sfeneral, di heri. Come si partiria
hozi per Verona, che per la pioza non havia potuto
partir. Et manda una lettera con avisi di le cose di
• sopra.
I
Copia di una lettera da Magrado, di 19 Mar-
fso 1528, scritta per Zuan Fiero da Valle
a domino Antonio da Porto vicentino.
Putron mio magnifico et observando.
Borjolamio Zanibon é venuto, et heri parlai, et
mi ha ditto voler venir hozi over diman a Vicenza.
Quello ho potuto cavar da lui é, che preparatione
grande si fa di biave in Trento, et per adesso se
conduse in Trento 500 farfossi di biave> benché la
provision sia de 2000 et pensa certo, che subito {do-
po) questi si condurà il resto. Le qual biave cargano a
Ala et la conducono su carete fin a Bronzolo, che é
de sotto da Bolzan, et ivi la metteno su li rei (?) et
vien a Trento. In Trento continuamente se lavora a
far archibusi, schioppi et ponti et altri preparamenti
bellici ; ma né a Sbez, né a Yspruch, né altri loci è
ancora asunanza alcuna di gente ; ma ben se pensa
che ad un tratto fazino uno buso, che 1 dir et venir
sit unum et idem. Ferandio, per quel se dice, é 65
capitanio, el qual ha reduto a 1* ultimo extreminio li
luleriani che erano messi insieme cum il duca de
Saxonia. Io non ho potuto retrar altro da lui.
Da Verona, di Nicolò Barbaro, capitanio
del lago di Garda, di 18, particular. Come per
uno mio venuto da le parte di sopra, frequentano in
proveder di calare a la volta di Milan, et Luni prò-
ximo passato li inimici, zoè loro capetaoei, se redu-
seno ad uno loco ditto Avi verso la Crovara miglia
6, et hanno visto quelli passi, poi ritornorono a
Trento. Me ha ditto eiiam che l capitanio Tegine
si aspectava da la corte del Principe. Il signor Ni-
colò Astrofort di Castelcorno, fatto capitanio di la
artellaria, di continuo sta nel castello di Trento a
far conzar artellarie, et si aspecta quella gente pa-
gata vien da Yspruch verso Trento. Credo però
non vegnirano avanti Pasqua. Et el clarissimo pro-
veditor Contarini non é ancora venuto qui, il qual
voria venisse presto.
Da Bergamo, di sier Nicolò Salamon po-
destà et sier Viceneo Trun capitario, di 18.
Come inimici hozi do squadroni grossi sono passati
di qua di Adda et ritornali di sopra di Calolzo a
quel loco di Caren» non se serano ancora al piano.
Per fare aspectemo di bora in bora adviso, tamen
non é da temer di questa terra, perché le zente
d' arme é alozate sopra le porte et verano in la
terra. Et Guido di Naldo et il Gagnolo se sono re-
Irati in qua.
105
MDXXVUI, UABCO.
100
Da CcMan, di Antonio di Castello, capita-
nio di colonello, di 18. Scrive, inimici beri per
iTÌsi si hanno baiamo el ponle di Lecco, al qual
non fece altro, el li mancò la polvere el ballote. Et
per diversi prcgiooi risona che o soccorer Leco, o
non, di brieve vogliono tornar a Milano, perchè
non possono più star 11 per la fame.
65* A dì 31. La malina, fo lettere del procurator
Pixani, di 13, da V Aquila, Del zonzer lì, el
come a di 10, hcssendo zonlo de li ci signor Oralio
Baion con li 3000 fanti de Gorcnlini et alozali, par
che a mezanoUe li fanti dove erano alozati comen-
zorno a metter sacco et far pregioni, siche feno
danno per più de ducali 50 milia. Scrive poi . .
Del procurator Pezaro, da Nocera, di 8,
9y 10. Come la terra di Beslize a Marina si havcan
dato a la Signoria nostra, dicendo voler esser sotto
de nui. Scrive il disordine di lanzìnech et altri era-
no con sier Vetor Soranzo, volendo danari, et si
mulinorono el poco mancò non V amazasscno, ta-
men le cose fo conze con darli do page corcnle.
Scrive sopra danari, et che esso Proveditor havia
tolto danari ad imprcstCilo, et monsignor di Lu-
trech li prestò ducati .... milia, et cosi altri, ut
in Uiteris, per pagar le nostre zente. Inimici erano
tulli in Troia redulli, et monsignor illustrissimo
havia fatto far certa quantità di biscolo per bisogno
del campo, qual si aspcctava, et cussi la mattina
uaciriano in campagna andando verso Troia per
fair ussir inimici de 11, et venendo a la zornata, ve*
rano con suo gran disavantazo.
68 Da Santo Severo, a li 8 de Marzo 1528,
Gli imperiali, unitamente con tutto lo exercito
loro sono redulli in Troia et in quei contorni vicini,
et il numero loro non é meno de 15 unlia fanti,
1000 cavalli lezieri et più, et 500 homeni d* arme
con 8 pezi d*artellarie, come per cerlcza é sia refe-
rito a monsignor Lautrech ; i quali imperiali sono
venuti deliberati per dar la giornata a monsignor
de Lautrech el per loro non si manchi di combatter
per molti respetli, come più volle per mie ho scrit-
to a Vostra Excellenlia. Et il primo é, che essendo
loro venuti a Troia da Manfredonia con speranza
ancor de prender Nochiera, Zogia, Saheto Severo
e Termine per usurparsi la dovana, hanno trovato
fallace la loro determinatione et consulla. Ora elli se
ritrovano in Troia senza molta victuaria, et di quela
che gli é non se ne ponno servire loro per non
essergli instrumenli da macinare il grano, et non
haver acqua se non con grandissima difficullà. Poi
li lanzchenechi, che non sono pagali, vanno cercando
occasion nova ogni giorno ; per la qu&l non se poi
far molto buon concetto di loro ogni volta che '1
andasse in longo, non havendo ancor da potergli a
questa altra paga dar danari per non ne bavere.
Poi se ritrovano molto vicini a questo exercito, che
con honor suo non se pono retirare che non gli
succedesse danno in la dovana, che in qualche parte,
se potessero restar, ne haveriano qualche utile e ver-
gogna poi de la retirala, el dariano ar lire a questo
exercito maggior di quello el tiene, che non mo-
strasse non grandissimo per quanto si può com-
prender : unde per questi respelti et ancor perché
parono confidarsi molto ne la fortuna, dicono ogni
modo voler combiiltere, et monsignor Lautrech
che ha inteso questo per pregioni che sono stali
presi da quelli del conte Cesare Scollo, et per let-
tere interct'pte de imperiali, ha preso queslo partito
a far, zoc il marchese di Saluzo hozi si deve rilro- gg*
var con tutte le gente d* arme, che sarano di nu«
mero 1000 homini d* arme con le sue de Todi et
300 homeni a la legiera ne la lerra di Fogia, lon-
tano da Troia 8 miglia. El qual Marchese vole seco
quelli 200 cavalli legierì per poter haver da scara*
muzar con imperiali. Monsignor Lautrech hozi é
parlilo el è andato a Nochiera con tutte le fanlarie
et r artellaria, la qual Nochiera è vicina a Foggia
10 miglia et a Troia altri 10 miglia. Questa fanlaria
de numero sarà prima de lanzchenech, computando
quelli de vcnetiani 9000 fanti, de syizeri 3000 con
quelli del signor marchese Saluzo, de avenlurieri
francesi el guasconi 3000 fanti, de italiani con quelli
che mona il signor Oralio Baione a nome de fioren-
tini, con quelli de veneliani, con quelli poi che guida
il conte Cesar Scollo et il signor Hironimo Milanese
saranno la somma apresso 10 milia fanti, che in
lutto è 'SS milia combattenti. El per non esser an-
cor gionti quelle bande de fiorentini che sono de
imporlanlia, Monsignor polria andare ìnterlenen-
dose sino a la loro venuta, la qual sarà fra 4, o, 5
giorni. Poi, venuto che sia monsignor Lautrech, el
marchese Saluzo, il conte Guido et tulli questi ca«
pilanei, che li sono olirà questi el lutto il mondo
da una parte et V altra chiama la giornata, el dico-
no questi signori voler combattere, et Tuno el
r altro exercito é vivo. El per iuditio di qualunque
le cose di ambedue li exerciti sono redulli a tale,
che 1 combatter è necessario. El ancor che si pò-
ivr
Monnui XABzo.
108
tesse fagire questa occasione da questo exereito di
la liga', nondimeno se indica che a la bontà de le
genti, al nnoriero magior de li imperiali, a la quan-
tità di r artigliarìa di più di la cesarea et poi a li
capi tutti disposti a questa impresa conQdandosi
loro ne la bontà di queste zente, ne la iustitia et in
Dio, che si combatterà presto et che quanto questa
giornata vadi in longo 10 o 15 giorni, che la non
debbi passar.
Tutte le città che sono In obedientia a la Maestà
Christianissima monsignor Laotrech ha fornite di
genie fatte di novo, senza sminuir le bande ordi-
narie. Tutti li ambassatorì sono restati in Santo
Severo per comandamento di monsignor Laulrech,
et con gran difiBcultà lo abbiamo potuto pregare'
67 che ne vogli dire la causa de lo nostro stargli ab-
senti : alflne lui dice resolutamente che M non volo
ebe andamo seco, perché patiressimo. Noi li habia-
mo risposto che se Sua Excellentia resta per questo,
che noi non potemo patire stando apresso la per-
sona sua et quanto a questo, che considerano per
ogni modo s^ire Sua Excellenliu per poter scri-
ver al nostri signori et per non mancar del nostro
debito. Lui a Tultimo non ha voluto; cosi semo in
Santo Severo tutti et havemo a la guardia de la cita
600 fanti. A noi conviene per sua commissione ha-
ver cura di conservar questa città da alcuni pochi
bnti di Manfredonia che con il viceré di la Puglia
li sono restati, che una notte non la pigliassero as-
sieme con la parte angiovina, imperoché questa
terra é debolissima d'ogni conditione. Noi adunque
ci siamo divisi ciascuno a la parte sua.
68') Dcs Bergamo^ di rectori, di 19^ hare 16.
Come inimici non sono mossi dove i erano. Si ludi-
ca facilmente soccorerano Lecco. La compagnia di
Guido di Naido et del Gagnolo, quale erano a la
defension di Carem, sono sta da inimici molto nial-
tratlate, et le reliquie loro se hanno reduto ad
Almen.
Da Cassan, vidi lettere^ di 18^ partieular.
Come il caslellan di Mus havia deliberà star saldo
et usar a quelli di Leco la descrìtion lì usorno a
li sol.
Post scripta, È venuto nova, come inimici
sono un* altra volta passati Adda et hanno spelato
la compagnia del Cagnol et di missier Guido di
NaIdo a uno loco nominato Carem, da qual potrano
(i)Uotrtaa7*él>iMQiu
andare a Lecco, se '1 castellan di Mus non li farà
grossa resistentia.
liem^ per un* altra lettera pur di Cassan di 1 8,
scrive, la notte passata alcuni nostri fanti sbandati
andomo a Melz, dove li era uno commissario a
nome de imperiali con 15, o, 30 compagni. Assai-
torno la stantia dove esso era a dormire, el quale
havia la sua signora apresso, lo preseno et lo me-
norono quivi pregione e lassorono la signora vedoa
et sconsolata in leto, per non dar anco ad essa
donna mala notte.
Da Verona, di Nicolò Barbaro capiianio
del Lago, di 19, parUcular, Scrive, cosd per
avanti ho dillo di preparamenti si fanno per venir
in Italia, né credo per sinistro del Prirveipe reste-
rano ad venir, perchè que>li che hacmo T artellarie
sono del conta de Tiruol et il contado ha fatto la
provision et non fassi altro elle far archibusi in
Trento, et pid per farli presto hanno drizato tre fu-
sine di novo et non fanno altro che lavorare, et poi
il mover hanno fatto quelle bandiere erano a la vol-
ta di Bolzan é segno che venirano, che Dio non el
voia per quiete de tutti. Già 15 giorni si ha de pre-
paration che sono in ordine et che puMice dicono
voler calar.
Vene 1* orator di Hilan, dicendo haver Ietterò 68'
del zonzer del suo signor Duca a Ferara ; el qual
va a Cremona.
Dal campo, da Cassan, di sier Toma Maro
proveditor cenerai, di 18^ hore .... Il sumario
scriverò qui avanti.
Da Bigamo, di sier Nicolò Saiamon pò-
desta, di 19, hore 15, vidi lettere, qual scrive.
Come beri sera vene la nova di esser passalo ini-
mici di qua da 2000 persone. Bora si ha la cosa
più certa che camin i facevano, per lettere di hozi
a hore 11. Come in questa matina inimici, da poi
passati, haveano iterum preso quel passo di Careno
a la guardia del qual era Guido deNaldo et il Cagnol,
i qual non solamente hanno abbandonato il passo
importante et forte, ma sono venuti fino Almen, che
é mia 7 luntan di qua ; et par che dicli inimici len-
deno a la volta di Lecco, perché sono alozati in
Valseca questa notte, siche si pensa vadano ad
quella volta. Questa terra è a la guarda solmn de
60 villani cremaschi. Le nostre zente, che sono a
la guarda di questo territorio sono messe in fuga,
la nostra ventura é che atendeno per quanto se
vede ad altro camin. L*é sta ordeoado a le zeute,
che non possando resister a If inimici, debano ve-
nir qui dentro; ma sono zente fugade : è da pensar
109
liDxrvni, ttARZo.
no
che soccorso é queslol che se ha vessa mo pur 500
fanti, non li slimasemo eie. Havemo scrillo al tna-
{^nìfìco Provedilor, pur speremo che 1 provedera.
69 Da Cassati, del proveditor /general Moro,
di 18, hore 4. Come era ritornato da Bergamo,
dove gionto li, tutti erano in fuga, et li dete tanto
animò che parseno resusitati et fece tor alcuni
danari impresiedo, et ritornò I) a Cassan con bona
scorta di cavalli legieri et homeni d' arme. Inimici
sono andati al ponte di Lecco, et cum bra varia
grandissima, et li tirono da 8 botte, et sono stuli
sotto doi giorni in lo tirar. Volea insir due bar-
che da Lecco cum gente dentro et la armata del
castellano di Mus andò per incontrarla et loro ri-
tomorono in Lcco, et inimici poi ritornorono a
Ulzini, et voleno passar Adda et andare ad uno
loco di la Chiusa, qual é di ditto caste lano, per
tentar de intrarli et andar poi a Lecco per la mon-
tagna. In la Chiusa, è do nostre compagnie, zoè
e! Vayli et Cesar da Martinengo, homcnì zoveni
et valorosi et una altra compagnia di Cosco (?). Si
ha spazato a quella volta el signor HannibaI Fregoso
con 350 fanti, quali sono venuti da Lomèlina, et
vi sono da 300 el più homeni d* arme, et se li
nostri soldati vorano far il debito suo, li inimici
resterano confusi; ma li soldati mal pagati, male
fano le sue facilone. Scrive, il castellan de Mus
protestoe per avanti volersi dar a la devulion del
signor Antonio da Leva se non se li mandava el
' di seguente fanti 600, et esso Provedilor mandò
uno suo. Qual zonto {il castellan) li usò assai parole,
alegandoli la fede spagnola esser quanto la havea il
suo intenlo, ma la Illustrissima Signoria manca di la
promessa. Et questo era un principio a sua signoria
a farsi grande. £1 qual a la fin promesse libera-
mente voler mantenir la fede el far lo debito suo,
et volse haver lettere di suo pugno, et poi ritornò
ditto Duntio scaramuzando con inimici. CI essendo
esso Proveditor a Bergamo andato, vene li a por-
tarli lai nova.
69^ Da Cividal di Bellun^ del Podestà et ca-
pitanici di 15. Come, per uno venuto da Yspruch^
é refendo haver inteso per bon mezo, come li re-
genti hanno habulo da la compagnia de li Fucari
nynes 300 miglia a nome et per conto di le
bachete (?) del Tiruol, de li quali ne dieno spender
100 roilia in biave per subvenire a le bachete,
et li altri 200 milia per subvenir a li soldati de
le btcbete per Imprestedo a quelli non barano
danari, perché li paesani vano di sua borsa, et non
pagano altre colte. Da poi referissei esser li soldati
assai a piedi et a cavallo ben in ordine, el che
ogni giorno se assoldava gente et le mandava a
uno loco de là da Yspruch, qual non sa il nome,
a le stantie, perchè dicono a Pasqua voler discen-
der in Italia^ et che se sforzano far fare armature
per homeni d* arme. Venendosi poi in queste ban-
do, passando per Brunech vide alcuni soldafì che
andavano a Yspruch a toccar danari. Di poi gionto
in Primiero, loco contiguo a questo territorio, vi-
de far cerned(>, et se diceva che erano per nome
del contado de Tyruol.
Summario di una lettera del signor Cesare 70
Fregoso, scritta ad Agustino Abondio, data
a Tr avello sotto Bergamo, a li 17 de Mar-
eo 1528.
Missier Angustino carissimo.
In questa bora ho recevuto una vostra de 14
de questo, per la qual voi mi scrivete che li no-
stri clarissimi signori hanno deliberato di voler
fare qualche castiga demonstratione a quelle nostre
gente che cbmmiseno tanta viltà in el passare de
inimici da qua de Adda. Dio volesse che la Se-
renissima Signoria una volta sola desse exempio
a simil gente, perchè el me par de credere, che
quando se costumasse punir simel persone, poi
quando accadesse combattere, T homo farla il de-
bito suo, overo non toria il danaro de la Serenis-
sima Signoria, et quanto Y homo è maggiore et
commette errore, el se voria cum muggior pu-
nilione castigarlo, sebene el non commettesse er-
rore per viltà,. ma lo commettesse per maligniti.
Sapiate che il proverbio non mente: chi ne pu-
nisse uno, ne castiga cento; ma non se ne fari
niente. Et zerca questo non me posso contenire
che non ve dica qualche cosa. Quando fu acadesto
questo passare de inimici, il clarissimo signor Pro-
veditore et il signor mio padre a questa volta con
la gente d* arme, pensando aponto a tanta viltà
che era sta comessa, che non se ne havesse a co-
mettere una maggiore et maior sinistro, et per
darli remedio, fui mandato qna, si per far spalle a
quelle gente, come etiam per haver T echio a le
cose di Bergamo. Et zonto qua et alozato le zente
d'arme in poco de spatio, scrissi a li clarissimi
signori rectori di Bergamo, et poi me ne montai
a cavallo et andeti al Porton de là de Caprino,
laddove atroveti el capitanio Longena^ che slava
non troppo de uno volere cum quelli capi da pie,
et uno pareva se lamentasse di T altro. El Lon*
Ili
MDXXVin, MAR^.
113
gena diceva che li fanti non baveva voluto con)-
battere, li capi da pie.!! preva che volesse scusare,
dicendo che 1 Longena mai partecipava cum loro
alcun suo volere, né cosa che si havesse a fare.
Può essere che *l sia vero, et non ; nr)a ben vi so
dire, che quando fui da loro, al primo tratto gli
arìcordai quello era debito suo per onore loro
et beneficio de le cose de la Serenissima Signoria,
che era a mettere da canto ogni rancore et odio
che caso fusse Ira loro, et cum opra verile et vo-
lere fraterno recercare de recuperare V onore suo.
El poi me gli offersi, che volendo loro far questo
et vedere di cazare fora di Calolzo gli nimici cum
taliarli a pezi, mostrandoli il modo, et a questo
me li offersi cum la persona mia cum 150 ho-
meni d'arme che si poteva molto bene far com-
battere lì su la riva de Adda et far* che le fan-
tarie tolesse la volta de la montagna, et tore in
mezo gli inimici ; parse che tutti fosseno contenti.
70* A questo me risolveti cum loro, che dovesse far
che lì capitani parlasse cum li soi capi di squadra
et bandierai et lanze spezade, et visto loro voler
combattere, che ditto capitanio Longlena me ne
dovesse dare aviso per uno suo bollettino, adver-
tendo se in questo mezo inimici passassino di là,
overo le fantarìe fusseno in termine di non voler
combatter, mi advisasse, aziò non conducesse le
gente d'arme ad ruinarle per quelle montagne.
Et cum questo me ne ritorneti a le gente d'ar-
me per metter ordine di levarli a uno minimo
cegno che io havessi hauto da dicto capitanio Lon-
gena. Quando fu la mattina, vedendo non haver
avixo alcuno, gli mandeti uno mio homo d' arme
cum una mia lettera aricordandoli di novo come
io era in ordine ad una sua richiesta et sempre
prompto. El non mi fece risposta ; né per sua let-
tera, né in parole. Io non contento di questo, gli
remandetj uno altro mio homo d'arme; manco
potè cavare costructione alcuna; basta, che li ini-
mici sachizorno Caren et tutta la montagna ad
quella parte dove era bestiami assai et altre robe,
et poi cum lo bottino securamente se ne ritornò
di là di 'Adda. Se il capitanio Longena aceptava il
mio parere, certo si tagliava a pezi tutte quelle
gente nemiche che erano di qua, né restava sachi-
zato Caren et la montagna, né presone il capitanio
elusone. La causa mo' che ditto capitanio non babia
voluto che si facia una cosa si honorevole, non so
da mi dar la causa ad altro, salvo per non volere
che mi atrovasse partecipe de una si honorevole
impresa. Me dote poi quaodo che la mia Sereoiasi* '
ma Signoria porla la pena della malignità de simil
gente. Pacientia, da poi che loro signori voleno cosi.
Altro non mi accade. Dio vi conservi.
Cesare Fregoso.
Da poi disnar, fo Conscio di X semplice, et bai- 71
lotono quelli di le Scuole acceptadi, et in loco di
morti li electi con la iuridition di uno per Scuoia
per Cao di X et uno a li scrivani di bando.
Item^ feno una gratia a uno Gol di maistro . . .
sta a S. Luca, bandito per 15 anni, é stato 9, ti
manca 6, che 'I possi venir in questa terra, con ob-
bligation far netti le croxe et candelieri di la chie-
xia di S. Marco, di bando.
liem, fono sopra certi monetarii, et mandato il
Collegio zoso a la corda, sier Marco Minio Consier,
sier Marin Corner Cao di X, sier Antonio da Mula
inquisitor, sier Marco Antonio Contarini avogador.
Et il Collegio di Savii si reduseno a consultar.
Da Bergamo fo lettere di sier Nicolò Sala-
mon podestà et sier Vicenzo Trun capitanio^
di 19, hore 2. Come inimici andavano a la volta
dì Lecco, et questa notte doveano allogiar a Postca-
reno apresso Careno mezo miglio, lontan mia 7 di
Lecco, di asperima montagna carga di neve, tamen
havevano 3000 guastadori con loro per spianar.
Diman venirà in questa città 250 fanti con il locote-
nente di elusone, qual in questi giorni fu fatto pre-
sone de inimici. Scriveno, de li ha nevegato doi
giorni continui.
A dì 22, Domenega. La matina, fo lettere di ji
Bergamo, di rectori, di 19, hore 6. Come el
capitanio Piero Longena scrive da Caprino, haute in
queir bora, inimici haver soccorso Lecco, et che il
castellano dì Mus se ne e fugito da la Chiusa per
via del lago, havendose imbarcato con le gente. Li
inimici hanno munito il ditto loco di la Chiusa, et
doe compagnie di le nostre, che erano a la Chiusa,
si sono redute a Caprino insieme con una compa*
gnia del castellano preditto.
Da poi disnar, fu Gran Conseio, et non fu il Se-
renissimo. Fu fatto Proveditor sora il cotìmo di
Damasco et niuu passoe. J^em, di Pregadi, in luogo
di sier Toma Contarini va orator al Signor turco,
el niun passoe. Item, a Y Insida, et quattro XL Zi-
vii, con titolo.
Fu posto, per li Consieri, una parte, che li Pro-
veditori sora i conti presenti et futuri vengano in
Pregadi non mettando ballota ; la qual é conira le
leset di dar autorità a cbi é io officio, ma ben de
113
lIDXXVItl, MARZO.
114
poeterò, ci non Tu intesa da la mila del Conscio ;
che quando la fussc s(ù intesa, la non era presa et
bailotata. Ave : .... et fo presa. La copia sarà
qui avanti.
Da Vicenza, di sier Zimn Antonio da chà
Taiapiera, di 21. Come, per uno Zuane da V Oio
di Axiago, de li confìni, solilo avisarmi di le cose
di sopra, mi scrive esserli venuto uno cxploralor,
venuto da Bolzan, et dice de li non esser prepara-
tion alcuna di soldati, nò se ne parla in ninna de
quelle vallade, ma soìum sono sia mandati molli
cari a levar biave a Ala, et vegnandoli il zoso, ne
lassano per quelle terre.
Fu mandato in questa sera in campo al procu-
rator Pexaro ducati ^26 milia in scudi, per tre l)ar-
che fino in Ancona et de li poi dove potrà. Oipi di
le barche di Chioza fono Pasqualin Valaresso, Piero
Corso et Mathio Tentor.
72 Jesus.
Magnifice et clarissime Domine semper
óbservandissime.
Non posso scriver a vostra magnifìcenlia quello
che desiderava di dover scrivere, perchè le cose
vanno roverse a li pensier nostri. Sperava dover
scriver la constantia et probità de nostri soidali, di
questo campo et del mantegnir di passi nostri, ta-
men posso ben scriver de la viltadc et incostantia
et de abandonar li passi, ita che li inimìzi hanno
passalo di qua et hanno questo paese in sua balia.
Heri passorno de qua et miseron ci ponte verso
Caxalolzo de sopra et hanno passalo senza alcun
contrasto, et poi se miseno assender a la montagna
a trovar i nostri, i quali fezeno poche difese. El
nome dì capitani erano a la guardia non lo scrivo
per suo bonor, perchè almanco dovevano pur far
qualche difesa, essendo cosi beile barbe de homeni,
et hanno habuto un pozo d* oro da la Signoria no-
stra, el poi se temeno a farse romper un poco la
pelle et far saltim il debito suo. Mi dirò questo che
ho desideralo, se pur li inimizi dovevano passare
che fossero venuti da la banda nostra de breve,
che se haveressemo fatto più honor. Noi siamo alo-
zati in quello medesimo loco, dove sempre siamo
stali el più periculoso, el habiamo patito assai in-
convenienti. In questa notte azonse in Cavrino mis-
sier Piero da Longena eum tutte le gente, et hanno
abandonato el Portone, loco forte dove slasevano a
far la sua residentia le gente d* arme et avanti ver-
so Bergamo. Noi siamo li ullimi dal campo el più
/ Diarii di M. Sahuto. — Tom. XI VII
propinqui a li inimizi. Tutte le gente del paese sono
fuzite ; li inimizi vanno verso Lecco per soccorerlo,
tamen noi speremo che 1 castellano de Musso non
li lassi passar, perchè el bisogna che vadano per
alcuni lochi fortissimi, maxime a la Chiusa, dove
sono homeni boni combattenti di guerra, che li
renderà bon conto. Tamen hozi o domane saremo
dentro, o fora. Che Mio faza quello sia per lo
migliore! Son certo; magnifico patron, che vostra
magnificentia per leltere del clarissimo Proveditor
hahbia inteso come tulle le zenle di Valdesabia son
absentade et partile, insalutato hospite, in le ma-
zor faclione et in la mazor importantia che fosse,
ita che non gc è rimasto gnanca uno homo, né la
bandera, né 1 suo capitanio; cosa che è sta in gran-
dissimo dispiacere al clarissimo Proveditor nostro.
Non hanno haulo rispetto al bisogno di la Serenis*
sima Signoria, né etiam al suo honor et utile, el
tanto più che queste vallade sono adotlade de tanti
privdegii, exentioni et altre preminenlie, che dimo-
strano grandissime ingratitudini. De Valtrompia
sono ancora partite le meitade, ma molti amaiali
per la gran faclione, ma utcumque sit^ questa non
è la fede et amor che doveriano haver verso el no-
stro inclito Stato, et sono inmemori di benefici!
ricevuti. Gè li dovevano dar questi archibuseri pa-
gali per uno mexe a far el debito verso la Illustris-
sima Signoria, et per far cosa grata a vostra ma-
gnificentia a la qual humiliter me aricomando.
La mura a dì 19 Marzo 1528,
El tamburion de Castel prega vostra magnifi-
centia el vogia haver per cxcusato se 1* é preterito
el tempo che V ha tolto per non esser stato suo
difetto.
Magni fkentiae vestrae servitor
JOANNES AnTONJUS DE VaLLAETROUPME^
Magnifico ac clarissimo domino 72^
Joanni Ferro , dignissimo
Brixiae capitaneo, domino
semper observandissimo,
Brixiae
Die 22 Marta 1528. In Maiori Consilio. 73
Ser Marinus de Molino^
Ser Joannes Erhiliano^
Ser Marcus Minio,
8
115
MDXZVUI, MARZO.
116
Ser Aloysius Mocenico eques,
Ser Franciscus Donato eques
Consiliarii.
Ser Joannes Franciscus Miani,
Ser Joannes Matheus Bembo,
Ser Carolus Cappello,
Capita de Qaadraginta.
Havendosi da clezer uno a V officio di (re Savi!
sopra la revision de' conti, è ben conveniente che
i predilli Savii sopra i conti li sii ritornala la pri-
slina prerogaliva de andar in Pregadi non ponendo
ballota, qual fu data a V officio loro per el dillo
Conscio in la crealion sua sotto dì 7 Zcner 1471, el
coroborata per parte presa in questo Mazor Conscio
dei 148'2 a di 13 Decembrio, continente, intercoe-
tera, che per esso iterum dovcsseno eleger cum
le condition solile ; al che non se poteva derogar
per el ditto Conscio di Pregadi quando in esso fu
deliberato che li dicti sopra i conti non andassero
più in Pregadi, stante le leze disponente che le
parte prese in questo Conseio non se possano per
alcun altro inferior Conseio revocar, il che al pre-
sente tempo etiam è da trovar nrìodo el forma che
se habbino più voce da far che sia possibile, el far
di quello sicome e sta fatto etiam de li officii di X
Savii sopra le Decime et di Proveditori sopra le
pompe, che i stiano uno anno ;
L'anderà parte, che per auctorita de questo
Conscio sia deliberato che li ditti Savii sopra la re-
vision dei couti si presenti come quelli che de eoe"
Uro saranno elecli ; star debano in dillo officio
anno uno solamente dal zorno del prender la pre-
sente parte indriedo, ancor die i presenti hanno a
star molto più. I qual cosi contentino et possano
essi Savii, cosi li presenti come li futuri de tempo
in tempo, domenle i saranno in esso officio, perse-
verar la sua anledita pristina prerogativa de andar
in Pregadi, non ponendo ballota. — {Expulsi at-
tinentes).
De parte 425
De non 164
Non sincere 66
numero 655
74^ A dì 23. La malina fo lettere di Vicenza di
(i)UotrU73*èbbUMi.
' sier Zuan Antonio da cha' Taiapiera capita-
ftio, di 21, Come hora é gionto uno exploralor
mandato a posta, il qual riporta, haversi parlido
Venere a li 13 drl mese da Yspruch el venuto a
Ala, dove slete fino Dominica a li 15 ; el h^ver in-
teso dir si a Yspruch come a Ala, esser sta fatto in
la Baviera 15 milia lanzchenech, 2000 cavalli bor-
gognoni, et 1000 corvali, et che el conta de Tirol
die far 10 milia f^nti del numero de quelli che a li
proximi passali giorni fumo scritti per venir in
Italia. Et questo dirsi da tutti, maxime ne la corte
de Yspruch. De vitluarie dice esser sta fatto co-
nìandamento a Alla che non sia alcuno che ardisca
levar biave, perchè le voleno per conto del signor,
el tuttavia le carde cargavano per ditto conto, et
conduseno in zoso. Et dice haver visto in Bolzan
da 50 botte di biave discargate novamente. A
Trento dice che se trovò Zobia a li 19, et andetc
nel castello per tuor liccntia di portar fuora di
Trento biava, el haver visto che li erano 24 maislri
che lavoravano a nettar et metter in ordine arlel-
lirie, et haveano fallo dì novo tre fusine. Del modo
del danaro dice haver inteso che el contado del
Tiruol, al qual é sta domandato 100 milia raynes,
non havendo il modo de trovarli da S(>, ha ritro-
vato signori che li esborsano, et dillo conta li dà
a ra.xon di 6 per 100, fino a la restitulione.
Da Fiorenza, del Surian orator nostro, di
16. Scrive nove del campo del Pixani el del signor
Oratio di 8. Item, nove di Pranza di . . . Come
nui havemo et questo di più, che Madama Malgarila
ha ordina in la Fiandra che a li confini non si (azi
alcun danno. Item scrive, come io Fiorenza la pe-
ste mulliplica molto eie.
Di rettori di Bergamo, di 20, hore 2, Conje
a Cassano in consulto era sta deliberalo che il si-
gnor Mercurio vengi a la custodia di questa città
cum alcune compagnie de fanti, et hoggi ne in*
trarà una che é del capitanio elusone con 200
fanti, quali dimani se pageranno, et etiam diman
si aspecta ditto signor Mercurio con il resto. Et
scriveno de li stanno de bona voglia, el senza 74*
paura.
De li ditti, di 21. hore 17. Come li inimici so
inviavano per batter il ponte di Lecco, qual é for-
nito di gente del castellan di Mus : la via poi che
siano per pigliare non si sa. Hoggi intrarì in questa
città il capitanio Feracino cum la sua compagnia, et
il strenuo Filippino da Salò con 200 archibusieri,
che vien da Brexa.
Vene Torator di Milao et parloe zerca quel . . .
117
MDUVUlf IIABZO.
Ì18
di Slozanega mandalo in ferri di qui per il Podestà
el capiUoio di Crema per la piUura posta, come ho
scritto di sopra.
Di Verona^ di Nicolò Barbaro capiianio
del Lago, di . . . Del zonzer li a liore 21 il prò-
vedador zeaeral Conlarini avanti li rectori li podes-
seno andar contra ; ma si preparavano per andarli.
Di le cosse di sopra, per uno venuto di Trento si
ha li avisi za scritti, siche certo sarà garbuio.
Di domino Zuan Andrea Prato el cavalier^
edateral general, da Cassan^ di 21, a li rectori
di Brexa, Di qua non é altro di novo, salvo che
li inimici hanno soccorso Lecco et hanno spontato
la compagnia di messer Guido de Naido el una al-
tra compagnia. Vero é che de qua se intende che
non ga hanno dato soccorso de victualia perché non
ne hanno, et questo sarà niente. Questi signori non
attendeno ad altro, salvo a la conservation di Ber-
gamo et bergamasca. Se altro occorrerà ne darò
aviso a le Signorie vostre.
Da Cassan, del proveditor Moro, di SO.
Come inimici . hanno soccorso Lecco el bauta la
Chiusa, la qoal cosa ha sempre dubitato, benché il
castellan di Mus aiBrmava facea guardar li passi di
la montagna dove mai passerìano: famensono pas-
sati. Lo capitanio Cosco el Cesar da MaHineogo
sono rìlornali da la Chiusa con le compagnie sue.
El capitanio Vaylà se imbarcò con lo castellan di
Mus et è partito, perché di ordine del castellan la-
sorno la Chiusa. Scrive di provision non si manca,
et bora bisogna vardar il nostro paese.
Del ditto, di 2L Come inimici, poi soccorso
Lecco si ha che voleno batter il ponte di Lecco, che
SODO dentro quelli de! castellan di Mus, el quello
bavoto voleno andar a Mandello et chi dice a Mon-
guzo. Et è venuta una bandiera di fanti in Brevio.
Li rectori di Bergamo sono in gran fuga et prole»
stano che si vadi I), eie. Se li ha mandato da 800 in
1000 fanti. Si dice inimici aspettano soccorso, el
grosso.
75 Da Cassan, di 20, hore 13. Come inimici
essendo passali oltre Adda el ascesi al monte di
Caren, hanno per via del monte trapassata la
Chiusa, el deinde andati a Lecco V hanno soccorso
senza alcun obstaculo, perché, vedendo il castellan
di Mus non poter esister a V impeto de inimici, che
haveano passalo li iuogi forti, fece intender ad
quelli che erano a la Chiusa che si dovesseoo reti-
rare el al meglio potesseno salvarsi. Et lui con al-
cuni capi el fanti andò in armata sul lago. Il ma-
gnifico messer Piero Longena el il conte Qaudio
R^ngon con alcuni altri sono retirati el salvali a
Caprino, el si hanno mandalo bora bora a dimao-
dar li condutieri per consultar de qui quello si
babbi a far. Heri il signor conte di Gaiazo, et il si-
gnor Paulo Luzasco cum tutte le loro cavallarie el
200 archibusieri andono a la volta de Ulzinà per
divertire quelle gente che erano passale, et feceno
presoo un capiianio Battistino da Castelnovo et •
molti fanti el bagaie et dissipeleno molte vittuaiie
de inimici ; ma questo non giova a la impresa, non
essendo fatto altro effecto.
Del ditto, di 21, hore 15, Come inimici, da
poi soccorso Lecco, hanno levata Tarlellarìa che
avevano a Olzinà et la conducono a la volta del
ponte di Lecco per batter esso ponte. A nome del
castellano di Mus si é mandato il magnifico conte
Mercurio a Bergamo con alcune compagnie de
fanti per defensioo di quella città, che sono da
1500 fanlL
Vene sier Bortolomio da Canal auditor nuovo
et sinico di terra ferma, qual vien da Piove, el in-
sta le lettere del Collegio é venuto con il processo
fatto a Noal contra sier Francesco Pasqualigo po-
destà de H, et fo parlato quello si bavesae a far. Al-
cuni volevano andasse al Conscio el mettesse di
retenirlo, el lui disse starla troppo in prexon fino
compisseno il sindicà. Et fo dillo che li soi parenti
ha ditto esso Podestà é contento venir via el vadi
il successor, ancora che*l sia sta elacto per danari,
el poi tornati li Sindici lo menarano ai Consegii vo-
lendo. Niente fu concluso et fo rimesso a da ma-
tina. El la mattina fo lettere del ditto Podestà, che
a requisition di quel popolo per farii cosa agrala
refudava, ito che li fo scrìtto per li soi, cosi fa-
cesse ; et però il Sinico fo expedilo, et poi doman
torna a Padova.
Da poi disnar fo Conscio di X con la Zonta, el 75*
veneno zoso a bore S4 el lexeno il processo fatto
a Brexa per sier Alvixe Bon el dottor avogador
contra sier Zuan Ferro capiianio de 11, per certe
parole brute ditte a uno Halvezo citta-
din de 11 é .... del Conscio, videlicet rebello
el altro. Hor il processo non fo compilo, el fo ri-
messo a uno altro zorno.
Da Constaniinopoli, di sier Piero Zen vice-
bailo, fo lettere di 19 et di 20 Fevrer. Come li
preparamenti si fa grandi per Hongaria, el il Signor
va in persona cum tutto lo exercito suo el la
Porta, el uno numero excessivo di artellarie. Ha
scrìtto a li confini lutti li sanzachi siano ad ordine,
el si partirà questo Aprii per Andernopoli. L'oralor
119
IIDXXVUi, MARZO.
120
del Vayvoda é mollo honorato et carezato. Questi
hanno mandalo 10 nave a cargar di formenli per
far biscolti per lo exercilo et mandarli in mar ma-
zor a la bocca del Danubio. Scrive come
che i voleno andar a far vendella conlra quelli non
ha serva la (ede al Papa di Roma et ha saehizà
quella terra. Scrive li Tormenti de lì è montali.
Da Ferrara di sier Gabriel Venier oraior,
di . . . Del zonzer li con il signor duca di Milan
per ritornar a Cremona.
Fu posto, per li Consieri et Cai di X, che a
quelli di la Patria di Friul, a conto de Timpresledo,
li sia fatta la restilulion di danari del sai di Udine,
si del presente impresiedo, come del primo impre-
stedo posto adi 21 Zugno 1527, videlicet in anni
tre, il primo comonzando questo primo Marzo 1528,
ogni tre mexi la rata, siche in anni Ire siano pagati
et in altri anni tre questo altro presente, quali del
1531, 1532, 1533 siano satisfalli, zoé ogni Ire mexi
tarata. Ave 21, 3, 3.
76 Copia di una lettera di sier Toma Moro prò-
veditor general^ data nel campo a Cassan
a di 20 Marzo 1528, hore 10, scritta a In
Signoria.
Serenissime Princeps etc.
Questa mattina expedii le ultime mie a vostra
Serenità cum li avisi mi occoreno ; da poi non si
ha habulo altro. Expectavemo qualche aviso dal
castellano di Mus per esser meglio informati del
successo, che non è venuta cosa alcuna, salvo che
da domino Petro Longena habbiamo lui esser stalo
fin sotto Ulzinà, et haver inteso lì come inimici
hanno levata l' artellaria et conduta a la volta del
ponte di Lecco per batterlo, dicendosi esservi an-
cora gente del castellano. Pur abbiamo deliberalo
lo illustre signor gubernatore et questi altri signori
capilanei se hanno trovalo, che1 magnifìco conte
Mercurio abbia andar a Bergamo, qual etiam- im-
mediate si è parlilo, et li meneremo ivi 1500
fanti, che sarano fra tutti questi capelanei domino
Guido de Naldo, Baplistin da Rimano, Cesar da
Marlinengo, el Cagnol, Cosco, quelli del Cluson,
Maria da Castello, Feranino el el Vultrompia. El
conte Ilercule Rangon é rimasto senza fanti; li altri
faremo venir de qui, che e el conte Claudio et
signor HannibaI Fregoso et Octavian de Vaylà
quando ritornerà dal Castellano, che però non sa-
pemo altro de lui. Et per inlelligenlia de Vostra
Sublimila babìamo considerato che de qui non
se hanno olirà 2500 fanti, dico senza quelli de*
slinali in Bergamo; et questi inimici ogni giorno
se ingrossano più, il che, come più volte gli ho
dillo, posseno facilmente farlo per la libertà che
hanno del paese. El da poi la venuta di questo
conte Ludovico da Belzoioso havemo, nemici esser
cressuti a più di 6000, el esserne almeno da 30(K)
italiani et bona parie sono di questi nostri di Texer-
cito che chi per le page longhe el chi per li pochi
dinari tochano, ogni di se ne vanno per meglio pro-
veder al facto proprio. Io mi dubito che per la
poca gente siamo da poi malcontenti non segui uno
giorno qualche inconveniente. Costoro sono ora in
liberta, sempre che li piaze, buttar uno ponte et
venirsene sul bergamasco el far paura a Bergamo.
Et el primo loro obietto saria de farne abbandonar
questo allogiamento. Nui per le forze nostre non
siamo una volta per mancar dal debito, el tutto
quello potremo far, si per manlenirsi in questo al-
logiamento, come etiam in conservar Bergamo.
Ma Vostra Serenità intende bora la importanza de
le cose sue, che di poca gente non si. poi far tante
cose che siano tutte bone. Li bisogna adunque pre-
sta provisione si de danari, come di gente, lo li ho
scritto più volle questo, el similiter ha fallo lo il-
lustre signor gubernatore, né altro fin qui hab- 76*
biamo avuto da quella, salvo di la expedilion di
domino Tomaso di Costanzo con 50 legieri, el di
uno conte Brunoro da Porlo che era a Vicenza a
dover venir de qui cum la sua compagnia. De ca-
valli, per gratia de Dio, siamo assai ben in ordine;
ma fantaria adesso ne bisogna et danari da pagarli.
Come p^rò ho reverenter fallo intender molle
volle io non so ora che altro poterli più dir, salvo
che cum tutto il core iterum atque iterum la
supplico a non tardar più a far di quelle provisioni
che ben lei medema intende horamai bisognar, zoj
et de i.igrossar questo exercito de fantarie et di
haver prompta et presta la provision del danaro,
che altramente io non posso salvo, di ogni disordine
seguisse, excusarmi con la Serenità vosli*a, la qual
essendo sapientissima, ben mi confido non vorà
mancar a le cose sue. Ho scritto etiam a Vostra Se-
renità zerca la forlificalion di Berg-amo, che pur
saria bono a questi .... tempi dar drieto in pro-
seguir r opera già principiata, che ogni poca spesa
p^rmi reduria el tutto a bon esser el perfilione. Par
etiam che di ciò ne habbino scrino più volle li ma-
gnifici rectori a Vostra Serenila, come mi hanno
ditto, né haverne mai però habuta altra risposta.
Io, Prìncipe Serenissimo, non posso far che non li
131
MDUVUI, MARZO.
133
ricordi con la debita reverenda mia quelle cose che
al mio debol iuditio parmi siano et habbino ad
esser de profiKo a lo cose sue. Quella mò dispo-
Deri del tulio come a sua Siipicntia parerà. Àricor-
doli etiam reverentemente la provisione per que-
ste sue gente d* arme, la sa, come altre volle li ho
serilto, che a la fin di questo mese doverano haver
dui quartieri. La suplico a far che anche esse possino
scorer contente et mantenirsi, o provedendoli de
danari del quartiron, che sono cretilrice de pur,
over concedendoli le taxe, però che non é possibile
si possino mnntenir altramente in queste carestie.
La suplico etiam a risolversi zerca quel capilanio
di lanzinech, però che questo suo messo mi é ogni
di alle spalle importunandomi per la risposta sua,
qual dice molto dubitarse di averne carico apresso
il suo patrone di tanta tardità et dimora. Scrissi
etiam a li giorni passali a Vostra Serenità a rispo-
sta di sue zerca quelle artellarie da campo che Vo-
stra Serenità existimava fusseno de qui in lo eser-
cito et sono de 11 a Venetia, che seria bono farle
eoodur de qui per poter mandar queste in Brexa.
Bora ne lo replico, pero che essendo quelle le;;ere,
tomerano tanto più a proposito per li bisogni del
campo. Gratie.
Serenitati Vestrae humilHer me commendo.
77 1528 a dì 20 Mareo.
Questa è la relation di Pianceseo Depentor,
mandato per la Signoria nostra in Hon*
garia.
Diee, come a di 6 Febraro arrivò a Buda, dove
vide 11 il principe Ferdinando il qual havia Tallo
Francesco Bacbiani Ban de la Crovatia, che é la
prima dignità in Hongaria poi Conte palatino, et
havia etiam fatto Valentino Turcich conte di The-
uiisvar ; il conta del quale è sotto re Zuano, oìim
Vayvoda. Dice, ditto Ferdinando ha in V Hongaria
fanti 2500 in Ire città, videlicet Buda, Pesi et Va-
cia, et poi li gionse 2000 persone boemi et lanzi-
nech, le qual z:nte è pagale di angario poste per
lui in Hongaria et Àlemania di 7 carantanì per
testa. Dice, ditto Principe non ha un ducalo, ci de
li arzenti di le chiese che è ora uno anno tolse,
hanno paga li lanzinerh che per T bnperator vene
in Italia. Dice poi, che Ferdinando parli di Buda
per Vienna per andar a le terre franche, dove si fa
una dieta per voler aiuto contra turchi, le qual
terre li rispose non voler darli per far guerra con-
tra hongari. Il qual va in Boemia per far un*altra
dieta, et che il terzo di di Quadragesima si parti da
Strigonia con la Rnina et portò via tutto, et las.sò
in castello fanti 100, de li qual non è restati GO per
non esser pagati. Dice, il re Zuane paga ben le
zente sue, et di lanziiiech del principe Ferando ne
muor assai, in 3 et 4 di si indica morino . . ., per
il gran fredo é in quelle parte. Dice, ditto Archi-
duca haver i4caretedi artellarie senza artellarie,
et al suo partir le zonte era in Inovar, che é uno
castello tra Pelovia et Viena, dove é la raina Maria
vedova, sorella di TArchiduca, il qual ha lassa
4500 persone in Hongaria. Le qual zente passava il
Danubio per andar contra il Re. Et sono attorno
Casovia ditto re Zuane con 14 in 15 milia persone,
et 60 bocche di artellarie da battana et da campò
et con lui è ratìani, polani, valachi ; i qual ratiani
hahilano in Hongaria et tieneno la fede greca, sono
fedeli a ditto re Zuane, con il qual é uno orator del
re Cristianissimo, et va piando le forleze prese per
1* Archiduca et havea preso per forza il castello di
Nilria, et taià a pezi tutti, excepto il capilanio fallo
pregion. La qual Nitria è sul passo va in Moravia.
Item, ha preso etiam per forza un* altra forteza,
si chiama Golgoza, la qual ò del magnifico Alexio
Truso baron di Hongaria, che tien con PArchiduca,
et ha taià a pezi tutti, excepto do, i qual ha lassati
vivi aziò porli la nova al ditto Principe. Et queste
forleze le ha ben presidiale di vituarie. Item, è
andato poi a !* impresa di Cisovia, et le bombarde
ha ruinà z«'rca do zerchii di muro, et quelli del loco 771
ha dimandalo 15 di di termine, non li venendo soc-
corso, di rendersi. Et ha mandato dal Principe,
qual li ha inviato le 4500 persone dite di sopra.
Dice, a li di passati alcuni cavalli de V Archiduca se
imboscò per dove dovea passar uno Bodo Ferenz,
capilanio del re Zuane, et cusi lo preseno solo vivo,
et ne amnzò alcuni. Dice, che in la Alemagna se iu-
dica, venetiani et la liga dia danari al re Zuane, et
che ditto Re ha uno orator a Vcnecia. Dice, hongari
sono inimici de todeschi et la Signoria li dà danari.
Itfim, che turchi hanno preso layza, et alcuni fanti
del ban dì Croalia ha preso do turchi, i qual li ha
menati dal Principe et li ha ditto turchi vien in soc-
corso del re Zuane con gran exercilo, et farà do
campi, uno per la Alemagna, Pailro descenderà da
Pelro Perini a uno loco se chiama Seclos, castello
fortissimo, dove è li il tesoro del ditto Pietro, il
qual subito inteso è andato al dillo' suo castello, il
quale score pericolo di esser preso. Dice, si dice li
in Alemagna nove di la confederalion del re Zuane
198
MDSxrm, lofizo.
19^
eon Signor turco, el qaal vien in suo soccorso ; di
che li prelati et baroni di TOngaria si doleno mollo.
Dice che ultimate lo episcopo di Zagabria ha re-
belato al re Zuane, qual oblene uno saivocoiidulo
di l' Archiduca et li parlò in Strigonia. Il qual Ar-
chiduca è mal voluto da li popoli di V Hongaria, et
ha tolto li cavalli per condur vitualie in campo.
Non ha danari, il suo tesorier ha tolto impreste<Jo
in Hongaria ducati 180 da uno homo italiano. Dice
el ditto rclator, haver da uno canzelier di domino
Alexio Turso trato molte cose et porta la poliza di
le oblalion di lochi ha fatto a V Archiduca. Dice,
nel venir é stato a Gorizia et in Lubiana et che a
Zagabria fo retenuto 14 di pregion, poi é sta lassa
per mezo de uno altro pillor suo amico. Dimandato
di zente in Alemagna, dice non ha visto preparation
alcuna, et non si parla di soccorso babbi a venir in
lUlia.
78 Adì 24. La matina, (o gran pioza. Vene 1* ora*
tor di Ferrara con lettere del suo signor Duca che
li scriveva pregasse la Signoria li volesse Tarli dar
la sua caxa iusla li capitoli fatti, perché non li par
esser zentilomo non havenJo la sua caia, perchè el
voria venir tre volle a 1* anno in questa terra ba-
vendo dove alozar, et non se habi rispetto al Papa,
perché el sa certo che *l non ha altri a chi el voia
mal che a la Signoria nostra et esso Duca. Con al-
tre parole. Il Serenissimo li disse, si vedcria etc.
Po ditto esser nova in Fontego, per lettere aute
da r Aquila, come li campi erano slati a le man, et
il primo squadron di monsignor Lutrech fu rotto,
et da poi il secondo cazò spagnoli, ita che si redu-
geno io Troia. Et questo fo a dì . . . . , et la nocte
senza alcun strepito si levorno el andono "20 mia
più in li.
Di Ravena, di sier Alvise Foscari pravedi-
tor. Come Venere a di SO era zonto a Cesena lo
episcopo Sypontinoy venuto governador io la Ro-
magna.
Da Bergamo^ di rectori^ di 21^ hore 17.
Come li Inimici se inviavano per batter el ponte di
Lecco, qual é fornito di gente del castellano de
Mus. La via poi che siano per pigliare non se scia.
Hozi inlrarà in la cita el capitanio Feraciuo con la
sua compagnia et Filippino da Salò con 300 archi-
busieri» che vien di Brexa.
Di sier Nicolò Salamon podestà, di 21, ho-
re 1, Come questa terra ha preso un poco de Oado,
che prima erano tutti persi, vedendo esser abando-
nadi et in tanto pericolo non haver pur uu fante.
Hoà i venuto il conte Mercurio et 4 bandiere de
fanti, chi con 100, 4A\\ con 50 et chi con 30, et
hanno cadauno di loro pid di 300 fanti in condulla:
et cussi vanno li danari di la povera Signorìa. Pur,
come i sono, hanno consolario questa terra, et se
inimici vegnivano di longo, ne fazevano gran fasti-
dio. Li qual nemici sono passati di là di Ada parte,
et bombardano el ponte di Lecco da la banda di là,
el do bandiere sono andate a Brevio. Et beri al
dispetto di nostri sono passati di qui et ruinade
certe trinzee fatte per li nostri a la bastia per mezo
Brevio, et poi sono passati di là. Alcuni allri hanno
seguitato il castelan de Mus, che é ad uno luco no-
minalo ci Mandelo sopra la riva del lago da la no-
stra banda.
De li ditti, di 21, hore 4 di notte. De inimici 76*
nulla pili si ha. Come hozi el signor Mercurio é ve-
nuto di qui al governo di queste gente et securtà
de la città. Etiam è intrate dentro cinque compa-
gnie, che sono da numero zerca 700, siche bora si
potemo reputar securissimi. El nome de li capitani
saranno scritti qui. Antonio Maria Castello fanti 160,
Feracin 80, B^iptista da Rimano 80, Zuau Antonio
Valtropia 125, Cluson hozi pagali 300.
De li ditti, di 21, hore 6. Per lettere del ma-
gnifico Longena siamo avisali che inimici altramente
non vogliono batter el ponte di Lecco, ma che li
lanzchìnech si sono partiti con I* arlellaria el andati
a la volti di Milano, et che italiani et spagnoli zer-
cano di fornir Lecco di carne et vino, perché den-
tro havevano pane per lutto Aprii ; et fornito che
r habino, essi spagnoli et italiani voghooo andare
a Milano per andar in Lomellina; siche sperano non
si bavera de qui più fastidio, mediante etiam le
provision da ogni canto si fanno, le qual danno da
pensar a U inimici.
Fo lecto una parte in Collegio, di far 3000 fanti
novi per il calupo di Lombardia, o dove acaderà.
Et sier Filippo Capello savio a terraferma, vuol li
capi si fazi per il Conscio di Pregadi.
Da poi disnar, fo Pregadi, el lecto le lettere so-
praditte, et vene :
Da Feltre, di sier Toma Lippomano po-
destà et capitanio, con avisi di le cose superior
di preparamenti si fa, in consonantia di altri hauti.
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo pode-
stà et capitanio. Avisi di Trento ut supra, pre-
paration di biave, et fucine da far artellarie etc.
Di sier Almord Morexini capitanio del
Golfo, in galla sora i Breoni, a dì 22. Come
navegando trovò una .... qual veniva di Trieste
et andava in Pula, sa la qual era spagnoli
195
MDXXVIII, MARZO.
136
soUo alcuni capi, quali andavano al campo et quella
prese, et examinali dicono esser stali al sacco de
Roma, et venuti poi in Alemagna et stati nel campo
He l' Arehiduca, et adesso tornavano a la guerra.
Et esso Capitanio ne fece relenir .... capi et li
mandò al conle di Puola, li altri lassò nel navilio et
li fece tuor le vele et il limon.
Fa posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii,
dar il dazio di anfore ^^, quarte 7 di vin fatto con-
dur di qui per V orator fiorenlin. Ave : 140, 15, 0.
79 Da Ccissan, di sier Toma Moro proveditor
general, di 22, hore 16, Come lieri è venuto in
Trezo alcuni cavalli de inimici et alcuni fanti.
Etiam beri li cavalli del conle di Caiazo forno
sotto Monza et preseno da 33 cavalli de b^'ai, et
•mazomo da ^5 archibusicri, et li cavalli di dello
eonte erano solum 8, et feno gran cose in li arclii-
busìerì. Item, scrive, si rispondi a quel capitanio
voi condur lanzincch nel nostro esercito, |)ercbé si
vuol partir. El signor Antonio da Leva mollo brava
voler venir a trovarne, nò fa però movimento al-
cuno. Si sia cum gran custodie et vigilantissimi,
acciò non seguisse qualche disordine. Scrive voleva
andar Gno a Bergamo per rimediar a tanta paura
è de li.
Da Cividal di JBellun, del Podestà et capi-
tanio, di 21. Come, per uno venuto da Brunici) è
referilo che non cessano de li preparamenti di gen-
te per venir in Italia, et che hi>nno preparado cavali
800 per condurre rartellarie et danno fama de
voler calar per la via di Verona, ci andar al primo
viaggio verso Ferrara, cum animo Je recuperar ci
capitanio Ivori con suo Gglio. Afferma la proclama
fatta di sgombrar per tutta la Domenica V Italia eie.
come scrisse per le altre, et dice che a T andar in
là passando per Livinal longo, loco contiguo a que-
ste bande, aldite far le cride, die alcuno alemano
non ardisca praticar con h subdili di la Signoria
nostra, da meza quaresima indrio, et che li italiani
esistenti in Aleraania se habino a partir sotto pena
grande. Scrive as|>eltar uno suo mandato a Yspruc
di brevi ; et il riporto aviserà.
80^ Dal' orator del Vayvoda è in questa terra
fa letto una lettera, drigata al Serenissimo.
Come la nova fo ditta di esser rollo il suo Re per
via di Fontego, fo zanza levala et non é la verità.
Fo posto, per lì Consieri, una taia a Bre.xa, let-
tere del Podestà 14 Fevrer, di V bomicidio atroce
JD Troian Averoldo uobii brexao, chi accuserà babi
(i) U oirti 99* è Uuoa.
lire 1000, et chi accuserà di compagni sia assolto.
Item, inteso la verità, dar libertà di bandir di terre
et lochi et di Venetia con taia vivi lire 1000, morti
lire 800. Ave: 164,2.
Fu posto, per li ditti, una taia a Goneian, che
alcuni incogniti apresso il Castel di notte amazò
Francesco Sermogna et Ferina so moier, li tolse li
soi beni, chi acuserà lire 500 di taia, et uno com-
|)agno accusando sia assolto, el chi sa cadi in pena
et inleso li bandisi con taia lire 1000 et lire 500.
150, 2.
Fu posto, per sier Alvise Moccnigo el cavalier,
consier, et sier Valerio Marzeilo savio di terra fer-
ma, dar al predillo il posst^sso del vescoado di Ci-
vidal di Bellun vacado per la morte del reverendo
domino Calese ultimo episcopo defuncto, aleuto il
voler del Summo Pontefice, come apar per verbo
placet eie.
El il Serenissimo parloe contro, dicendo non se
dia far questo al presente per non irritar el Papa
conlra de nui, et si voi temporizar, sìcome ha ditto
il re ChrislianissinK) ; et che questo placet fu fatto
avanti la morte di missier Calese a requisition di
l'episcopo Gurzense barba di questo zenlilhomo da
chà Barozi. Da poi volendo il Papa darlo a uno al-
tro per renoncia di missier Galese, per questo Se-
nato fo scritto a Roma a missier Domenego Venier
orator parlasse a Soa Santità per questo Barozi, il
qual mai volse dir gè lo darave, come etiam apar
per una testimonianza falla per ditto orator Venier.
Et fu lezer la dilla scrittura. Da poi seguita la mor-
te, il Papa hessendo in castello dete questo vescoa-
do a r orator de Ingalterra e in questa terra el una
abatia di Verona, qual è sta dato il possesso per il
Conscio di X con la Zonta al dito orator, par il Pa-
pa r liabi dato al prolonotario Ganibara suo orator
stalo in Franza et Anglia, et ha fallo mal offitii con
questi reali per la reslilution di Ravena et Zervia,
però non è da dar per il presento il possesso al
ditto Barozi ; con altre parole etc.
Et li rispose sier Alvise Muzenigo el cavalier et
consier, longamente et senza alcun rispetto, dicendo
le raxon del ditto Barozi, et il Papa gè V ba dato
una volta et tanto vai placet quod fiat. El cargo il
Serenissimo, che niqn li dice di Collegio cosa con-
traria per timor hanno, et lui non teme niun al ben
del Slato et al ben de la nobiltà, et non dà favore 80*
a forestieri, come qualchesia altri. El biasmò che
la Soa Serenità da sé havesse mandato ad examinar
sier Domenego Venier el qual è reo preso per que*
sto Conseio, vengi a le prexoD, et lui sta in caxa et
127
MDXXVin, MARZO.
128
h deposilion. Disse dil possesso del vescoà di Padoa
al fiol di sier Zuan Pixani dal Banco nepote del
Serenissimo, che si poi dir nominalo senza bolle né
altro, eiiam ad altri è sta dato il possesso, et parlò
altamente contra il Serenissimo con grandissima
atlenlion del Conseio, mostrando le sue raxon et sì
agitava non con il Papa perchè T ha dà il placet,
ma da particular a particular, con altre parole etc.
Et il Serenissimo iterum levò suso et parlò do-
lendosi che un citladin li bastasse Y animo di par-
lar si altamente contra di chi rappresenta etc, scu-
sandosi che 'I non favorizava forestieri et che sem-
pre l'invigilava al ben di la Republica come sa que-
sti di Collegio nostro.
Et sier Zuan Mattio Bembo ci Cao di XL messe
la presente materia indusiar, et non si potesse dar
il possesso del ditto vescoado ad alcun forestier se
non con li tre quarti di le ballote di questo Con-
seio, ut in parte.
Et sier Alvixe Mocenigo el cavalier si levò sul
tribunal el volse dir alcune parole, et sier Marco
Antonio Contarini V avogador, lo Té andar in renga
a parlar el non li. El qual andò in renga, el parlò
su la opinion del Cao di XL che era cattiva, et più
farla sdegnar ih Papa, et nulla rispose a quello havia
ditto il Serenissimo.
Et sier Zuan Matio Bembo si tolse zoso de la
clausula di sopra notada, ma solum messe de in-
dusiar.
81 Andò le parte: del Consier di darli il possesso
Iti, del Bembo Cao di XL de indusiar 71. Di non
3, non sincere 17. Iterum balolala perchè il scon-
tro andò zoso la parte sola di Consier 121, di non
51, non sincere 29, et niente fu preso. La pende,
andare a uno altro Conseio, voi baver li do terzi.
Et si vene zoso a la terza campana.
Nolo. Hozi se intese sier Zuan Contarini Caaa-
diavoli esser in Golfo con do nave di formenlo
cargate a Tunis et una piccola di vini. La qual nova
portò certe nave con formenti zonte in Hislria ; si
che in Histria é zonto 18 milia stara di formenlo.
Item, per via di Curzola, per lettere di 14 del
presente, si ha esser zonti 11 alcuni di Manfredonia
parlino a di 12. Dicono come spagnoli a V intrar
hanno sachizà quella terra et amazati più di 200
bomeni di Manfredonia. 2fem, che il formenlo li
valeva soldi 7 il slaro, che tutti voleva vender el
formento per scampar con il danaro per dubito dì
«serdU.
AdìSS^fo U Marno di la Modena. La oocte
M no po0o la matiDa fo gran* pioza. U Sereoissioio
vestilo di veluto cremexin, et cussi la bareta, vene
in chiexia a messa con li oratori : Papa, Hodgaria,
Milan, Fiorenza, Ferrara et Mantoa et il Primocerio
di S. Marco. Erano do soli procuratori : sier Dome-
nego Trivixan el cavalier, et sier Lorenzo Loredan
quali sono Savii del Conseio.
Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et capitaniOj et di Bassan, di sier Gabriel
Barbo podestà et capitanio. Con avisi di prepa-
ramenti sì fa di sopra, et come in Yspruch si pre-
parava alozamenti per 10 milia fanti el
cavalli per le cose de Italia. Item, a Trento si lavo-
rava arlellarie, si feva scale, etc.
Da poi disnar si predicò a S. Marco insta el
solito per il predicator di S. Salvador fra .... di
r ordine di S. Domenego. El Principe era vestito di
veludo come questi matina, con li oratori soprano-
minati, et di pili r oralor anglico, il vescovo Pexaro
di Baffo, et non era il Primocerio, el solum do
procuratori, sier Domenego Trivìsan el cavalier, et
sier Lorenzo Loredan savii del Conseio.
T>a Fiorenza, del Surian orator, di 19. Co-
me quelli signori li hanno ditto haver nova da Or-
vieto, di 12, che hanno de li aviso dal campo, che
si è stalo a le ntan el crudel baiaia, el a la On fran-
cesi è restali vincitori ; ma è nova non si crede.
Da Bergamo, di sier Nicolò Salamonpo- gì
desta, di 22, hore 19, vidi lettere. Manda una
lettera hauta dal Longeiia, per la qual si vede il
pensier di inimici esser di andar in Lomelina.
Copia di la lettera di Piero Longena da
Caprino, a li 21 Marzo, hore 24.
In questa bora è gionto da me uno mio nuntio
qual haveva mandato nel campo de inimici, per
intender li andamenti loro. Mi ha referto, sicome
ha parlato con il capitanio Valcerca dimostrando
esser di quelli del sua campo ; dal qual ha inleso,
sicome hanno fatto consulto et deliberalo di non
voler batter el ponte, imo che li lanzchinech se
sono partiti et vanno a la volta de Milano, condu-
cendo seco r artillaria. Li italiani et alcuni spagnoli
sono restati in Lecco et circumcirca, quali italiani
li hanno a far dimora per tutto dimane, perchè con
ogni lor studio zercano in diclo termine voler for-
nir Lecco di carne. Da poi passato el ditto giorno
hanno da parlirse et andare a Milano per conzon-
zersi insieme con li lanzchenechi et poi andare nella
Lumellina, digando anche che quelli erano in Lecco
gli bavevano vicluaria de pane et vino per tutto el
I2d
HDXXVm, ¥ARZO.
ISO
mese de Aprile quelli pochi spagnoli hanno ad re-
stare di qua, eompartcndose in Lecco, Brcvio et
Ulzini.
82 1528. Die 24 Mariii. In Rogatis.
Ser Aìoysius Mocenigo eques,
Cansiliarius,
Ser Vaìerius Marcello,
Sapiens Terrae firmae.
Dete principio queslo Senato Gno a Decenobre
1538, mosso da convenienle cause perlinenle al
Stato, a cometer a TOrator in corte, dovesse eum
non vulgar inslanlia procurar che lo episcopato di
Gvidal fusse conferilo al reverendo et nobii no-
stro domÌDO Zuane Barozi da poi la morte del
reverendo domino Galese conslituto in età de-
crepila, unde la Beatitudine del Pontefice, si per
far cosa grata a questa Republica, si per compiacer
al BallM) episcopo Gurcense barba del dillo Barozi,
che di questo havea suplicato, si per Tar segno de
lenir conto di una singular bontà et eloquentia di
li qaal é ornato ditto nobiI nostro, li conferi per
placet dillo episcopato poi la morte del Galese.
Deinde Soa Santità per molto tempo et sino a la
bma de la morte del dillo Barozi continuò cum
▼ari modi a li sui Tavori, come é certissimo Tara
etiam al presente modo da nui non sia abandonato,
elperò;
L'aoderà parte, che al prefato reverendo domi-
DO Zuane Barozi, in execution de la collalione dal
Pontefice fatta per placet, forma valida et favora-
bile, sia dato el possesso delPepiscopato predillo
eum responsioo de fruiti, iusla el solilo, maxime
bavendo etiam lui Barozi za conseguito el possesso
spiritual.
De parte Ili
ExpuiUis expellenàis.
Ser Joannes Matteus Bembt43,
Caput de Quadraginta,
Tool che 'I sia differito per adesso.
-- 71
De non 8
Non sincere 17
/ Dierii di ìi, Sanuto. -* Tom, Il 711.
Cum prior pars non habuerit duo teriia
ballotarum, iterum ipsa cum non et non since-
rae, sive scontro, iusta formam legis balotata
fuit.
De parte 131
De non 51
Non sincere 29
Pendetpro, quia non hàbuit duo tertia bal-
lo tarum.
Die 27 dicio.
Suprascripti duo, posuerunt seeundo par-
tem suam suprascriptam, quod detur possessio
episcopaius Civitatis Belluni reverendo domi»
no Joanni Barocio ad litteram sicut continet.
De parte
139
De non
57
Non sincere
16
t De parie
144
De non
53
Non sincere
15
Exemplum litterarum domini Joannis Barocio 83*)
ad Petrum Justinianum, datarum Romae,
16 Decembris 1527.
NihiI ncque novum ncque insolitum ad me per*
venit cum ex Antonii fratris litteris intelexi quan-
tum in hoc negocio episcopaius bellunensis mihi
sis patrocinatus. Habeo enim usitatum ac prope
quotidianum abs te aliquid assidue proficisci, quod
ad statum et honorem meum augendum conducat
et quam turpe est in amore atque officiorum vicis-
situdine superari. Iccirco magnopere mihi elaboran-
dum censeo, ne aut acceptorum beneGtiorum im-
memor aut tanti adolescentis amicitia indignus,
ullo unquam tempore extitisse videar. Quod si ob
meam tenuitalem prò tuis immortalibus erga me
meritis pares atque decentes gratias refferre non
poterò, voluntate certe atque animi affectione su-
sceptorumque beneGtiorum memoria ab omni labe
ingratitudinis me facile vendicabo. Quoniam autem
%x hoc episcopaius omnis fulurae vitae meae ratio
pendet iccirco te etiam atque etiam rogo ut ad
1 (1) U 0urtt 82* è biiium.
13t
ifDXXVin, lURza
133
hoc negocium perfìciendum mihi velis praesto esse,
atque omne tuum studium, operam, induslriam
accomodare. Pro certissimo Ubi pcrsuades, si liuno
episcopatum adeplus fuero, ex eo aliquid comodi
alque emolumenti in te ipsum rcdundalurum. De
meo autem statu, dcque meis infortuniisjicet grave
et molestum sit scribore, facit tainen amicitiae no-
strae vis et magnitudo ut aliquid recenseam ca-
sumque mcum levandi doloris causa tecum com-
municem. Quo die romana civitas ab hispanis et
lancireris est expugnata, ego una cum aliis captus
fui, atque omnibus meis bonis spoliatus et, quod
est gravius, vario ac paene omni tormentorum et
cruciatuumque generis dilaceralus. Tenuerunl me
quidam milites bispani in quodam obscurissimo
atque teterrimo carcere per XXXXIIII dies, vinc-
lum gravibus cathenis et ponderosis. Inde, cum
vetulae cuiusdam ope meas calamilates miseratae
aurugiksem, in alios bispanos incidi, qui simulatquc
acceperunt me esse venetum et offilialem urbis
Romae, magnum talionem imposuerunt, ouius par-
tem cum iam persolvissem ncque reliquum haberem
aut ab amicis eamdem pcnuriam laborantibus inve-
nirem, decreverat illi me caplivum in Hyspaniam
secum atrahere. Et iam iter ingressi eramus illi
equites et ego pedes, casu in quosdam milites ita-
licos incidimus, qui ubi cognovisscnt illos bispanos
et praeciosissimis spoliis onuslos, simul congressi
sunt et per duas horas atrox utrinque praelium
83^ comiserunt. Tunc ego optimam aufugiendi occa-
sionem nactus, Roroam magnis itinerlbus contendi;
quam ubi vidi adeo eversam dirulam deformatam,
non solum dolui atque ingemui, sed etiam in uber-
rimas lacrimas sum resolulus, cogitans praeclaram
illam urbem atque olim rerum omnium dominam
nunc ad tanlam tamque insignem miseriam redac-
tam esse, tot nobiles atque ingenuas matronas
stupratas, tot houestissimas virgioes violatas, tot
senes iugulatos, pueros a complexu parentum evul-
SOS, sacratissima Dcorum tempia profanata, nul-
lunfMiue locum in tam ampia civitate extitisse, qui
non caede atque ruinis, vaslatione atque sangiine
redundarit, Vis scire quam miserabilis fuerit ista
ruina et eversio urbis Romae? Vidi ego, vidi et
diligenler obscrvavi ipsos etiam bostes lugeoles
calamitates nostras. Non multo post tanta inopia
rei frumenlariae laboratum est ut nobiliores atque
potentiores ferinis carnibus vescerentur, pLsbei-
autem homines herbas et vilissimas quidem berbas
esitarint. lllud est scitu non indignum atque etiam
ad declarandam fortunae varietatem $ili3 decorno-
datum, visos fuisse quosdam opulenlissimosepiseo*
pos et plerosque alios praeclarissimos viros panem
hostiatim mendicasse ; et quod tunc gravius puta •
balur non invenisse, hanc autem comunem cari-
talem tanta pestilentia subsecuta est. Sunt enim
ista mala natura inter se connexa, ut quolidie tre-
centi et quadrigenti homines interipent, atque istuJ
malum ita in dies magis, magisque invalescebat,
ut vidisses loquentes homines mortuos in terrain
labi, vias mortuorum cadaveribus refertas, arrep-
tosque hoc morbo vii quattuor horas supervivere.
Ego in tanta tamque communi infcctione non potili
me tantum custodire quin in ipsam peslilentiain
inciderim. Et quamvis de mea salute iam actum
existimarem, nolui tamen mihi, quantum in me
fuit deesse. Non defuit mihi medicus, non defuc-
runt medicamenta, quibus brevi factum est, divina
benignitate id praestante, ut prislinae valittidini et
incolumitati sim restitutus. Et iam cogilabam ad
vos reverti, et post tot prooellas, tot ac tantas
tempestales in carissimam patriam, tamquam in
tulissimum tranquillitatis portum redire. Oh quo-
tiens vos felices, quotiens fortunatos et (er qua-
terque beatos appellavi I qui ob stupendum ac peue
divinum vestrum illum situm ab bis atrocioribus g4
periculis tuti, summa illa quiete et dulcissimo illp
ocio perfruimini. Tunc, quando eram apud vos, vcl
privalam vitam agens, vel pubblico aliquo munere
perfungens,libertatem illam cum dignitate coniunc-
tam vix cognoscebam, et quemadmodum bona va-
litudo gratior est his qui aliquando egro corpore
fuerunt, et libertas carior his acerbissimum illuni
servitutis iugum tolerarunt, et portus iocundior hia
qui marinis tempestatibus aliquandiu iactitati fue-
runt, ita ego post tot labores exhaustos, tot gravia
infortunia tollerata, nunc ineipio, sentire nunc de-
mum cognoscere quam duloe sit in patria sua ad
vivere, quam dulce atque suave illud securitatia
tranquillitatis, libertatisque nomen. Sed quoniam
est in rebus bumanis vicissitudo servatque has vi-
ces conditio mortalium, ut secunda ex adversis,
adversa ex secundis oriantur, spero quod ist^e res
aliquando componentur,et Romana Urbs,qua6 excel -
lentissimis atque omni genere laudis ornatissimis
viris semper floruit, brevi pristinum suum decus
atque splendorem relinebit. Ego tamen, si itincra
essent tuta et virea longioribus malia conflictatae
labores ìtineris ferre posscnt, libens ad vos redi-
rem. Oh I felicem illum diem et signandum albo
lapillo, quo una esse, loqui et nostro more com-
mentari polerimus, amplecliqu^ vet^a illa mea
133
MDXXVm, MARZO.
lai
bonarum lillerarum et eloquenliae studia, qaae ut
in prosperis meis ornamento, ila in his meis tantis
miseriis magno mihi Solatio fuerunL Cupio et vota
fjcio ut interea felix vìvas et insignem aliquem
magistratam geras, meique ab scutis memoriam
summa cum benivolenlia teneas: vale.
Rogo ut Francisco Molino, Joanni Landò, Aloy-
sio Donalo et Hyeronymo Bernardo, relìquisque
comunibufl amicis meo nomine salutem dicas.
Datis Romae 1527, die 16 mensis Decembris.
Subscriptio :
Quam deditissimus
JOANNBS BaROTIUS.
A tergo : Magnifico domino Petro Jusliniano
amico bonorando.
85* A di 26. La matina, (o ditto a S. Marco esser
nova, incerto auctore, ma uno napolitano la por-
lava, parli a di 18 dal campo, come spagnoli lia-
vendo Tento voler venir una parte verso Fogi^, loco
tenuto per francesi, monsignor di Lutrech vi man-
dò il conte Piero Navaro et monsignor di Vande*
mon con eérto numero di 2ente, qual é state a le
man, et presi li capi et feriti et morti molli dei
nostri, etc. Tamen^ non si pota saper chi era. Et
sier Andrea da Molin dai Banco la vene a dir in
Collegio.
Item^ da poi vene V orator di Milan, et disse
et menò uno qual parli da Pexaro è zorni 3, che il
fratello del castellan di Mus, partito da Orvieto a di
21 li a Pexaro, parlando col maistro di le poste dil
re Christianissimo, che li sopravene una posta con
ledere di V altro maistro di le poste, dal campo.
Li scrive mandi il presente pacbetto di lettere in
Pranza subito, et si scusa non lì poter mandar da-
nari per la pressa, et le cosse procedono bene. El
qual pachetto era dato in Troia adi ITdePin-
slanle ; che saria segno nostri si havesseno insigno-
rito di quella terra, dove era spagnoli.
Ikm^ il reverendissimo cardinal Grimani ave
lettere da Orvieto, di 21, del cardinal ReJolfi, con
uno brieve del Papa, el li scrive haverli dato do
beneficii sul Stado de Milan vacadi, danno intrada
ducati 1200 ; et ditto cardinal Redolfi ha bauto uno
altro, qual scrive sarà del Grimani. Item, avisa ha-
ver nova dal campo, che *\ principe di Orangie era
sta ferito di uuo arcobuso et stava malissimo.
(1) U otrta 84 * è blanoa.
Vene T orator di Milan, come ho scritto, per
Vene V orator del principe Ferdinando, per sua .
excusation del caso seguido a di .... che fu ferito
uno homo griego di la galla era soracomito sier
Francesco Dandolo da uno di soi, di do ferite ; el
qual partito andò a trovar esso orator, a dolersi.
Or erano doi, tndelicBt il .... et par che uno di
loro lusse compito di ferir di 17 ferite, T altro si
butò zoso di uno balcon, et si dice l' orator proprio
el ferite, qual sta a S. Zulian, et poi sì asunò pid di
80 grìegi per amazar V orator et li soi, ma per dito
sier Francesco fo acquietadi, unde per questa cosa
d venuto in Collegio V orator.
Vene T orator di Hongaria^ zoé del re Zuane, 8 5
olitn Vayvoda, dicendo . . . ,
• . .....
Di sier Carlo Coniarini provedUor general,
da Verona, di Si. Di quello ha operato de 11,
fatto la mostra, visto li castelli, posto certi ordeni,
poi si parti per andar a li passi confina con tode-
sebi. Et manda una lettera hauta dal Proveditor di
Anfo, qual dice cussi :
Magnifice et élarimme tafnqwun frater
óbiervandissime.
Ne li giorni passati recevei una de vostra ma-
gnificentia, da Vicenza, di 16 de 1* instante, et ad
quella li feci la debita . risposta ; ma perchè vostra
magnificentia me scriveva, che, se intendeva cosa
alcuna da le parte superior, che subito el fesse asa-
per a vostra magnificentia ; del che li dico che di-
versi mercadanti brexani che erano passati per que-
sto loco per andar a la fiera di Bolzan, sono ritor-
nali indriedo el in questa bora passavano de qui.
Et dimandalo per me la causa del suo ritornar, me
refermò come in ditto loco di Bolzan era sta fatto
le cride, che lutti brexani et subditi de la lllustris-
sima Signoria se dovesseno partir de li loro loci ;
siche questa é sta la causa del suo ritornar, et che
per ditta via me è parso notificarlo a vostra magnifi-
centia, a la qual di continuo mi raccomando et of-
fero, pregandola che questa rocca vi sia recoman-
data, azìò accadendo possiamo far el debito nostro.
Data ex arce Amphi, die 12 Martii 1528.
Sottoscritta :
Daniel Taonus
ards Amphi provisor.
18$
MDUVIII, llAfiZO.
136
Di Nicolò Barbaro eapUanio del Lago^ da
Verona, di 23, partioular, a sier Gregorio Pi-
ramano. Di novo si ha, che tulle le carele da Bol-
zan sono comandate per condure munilione a Tren-
to, et ^e ha fallo la erida per esser la Aera al pre-
sente a Bolzan, che niuno caralier ardisca condur
mercadanlie, ne somiero, ma menar le munilion.
Item, alcuni di Riva, calafai, sono mandali a Tren-
to a calafatar le barche da ponti, et per quelle fucine
nove se fanno molti archibusi et feramenli da guer-
ra. Hanno etiam comandato et fatto andar careti
86 et cavalli da Trento a Bolzan in bon numero per
le munition. Non si può pensar altro che indubita-
tamente sono per descendere. Questo clarissimo
proveditor Contarini ha pagato hozi le compagnie,
doman andarà a veder i castelli, poi se cavalcherà
a li passi.
Da Bergamo, di reofori, di 23, Del zonzer
11 il Proveditor zeneral Moro, venuto di campo per
scuoder danari dell' imprestedo. De inimici nulla
hanno. É sta gran pioza 3 zorn^ continui.
Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta.
Da Pexaro, di sier Domenego Lioth podestà
di Chioea, di 24. Del zonzer del Capitanio zeneral
Il a di .... Et lui li andò contra, et tutto Pexaro,
fino le donne. El qual si partirà per Ravena, poi
Chioza et Venelia. Né de li campi scrive alcuna cosa.
Fu posto et preso una gratia di domino Todaro
Paleologo va interprete con I' orator al Signor
turco, videlicet le sue canzelarie li fo date.
Item, fu preso donarli ducati 150perspexe,
per andar a Constanlinopoli.
Fu preso, limitar le biave menude in questa
terra, a Padoa, Vicenza, Verona, Cotogna, Trevixo
et la Patria di Friul con li soi territorii, videlicet
la fava a lire 13 il staro venitian, la segala lire \'2,
il meio lire 10, il sorgo lire 5, V orzo lire 5, soldi
8, sotto pena di perder le biave, el ducato uno
per staro, ut in parte. La copia sarà scritta qui
avanti.
Noto. Fu fatto vicecao di X, in luogo di sier
Nicolò Venier, qual é morta sua fia maridà in sier
Hlfonimo Morexini di sier Christofolo, sier Gasparo
Malipiero stato altre fiale Cao di X.
Fo letto una lettera de Constantinopoli . . .
Come Imbraim bassa havia donalo pi*ze 2000 di
zambeloti ad Alvise Grill fiol naturai del Serenis-
simo, è de 11, et voi menarlo in campo in Hongaria
et darli il vescoado di Strigonia, et donarli una
terra di V Àrohiduca, che si piglierà.
86* A di 27. La mattina per tempo, fo assà perso-
ne a S. Marco per saper la nova, el se era lettere
del Pexaro, le qual però zonse subito.
Del procurator Pexaro, date in Campagna
a di 12, 13, le et 16 de V instante. Il sumario
di le qual scriverò di sotto.
Fo mandati do Savii di terra ferma, sier Gabriel
Moro el cavalier et sier Piero Morexini da monsi-
gnor di a comunicarli quanto si havea, et
Vene Torator di Milan, insieme con domino . . .
da Corte dottor suo parente, leze a Padoa in . .
Vene il Legato del Papd, con una lettera del re-
verendo olim Datario episcopo di Verona, zerca
quanto li fu fatto et il foco artificiale posto a la
cariega a di 24, pregando si provedesse. Et in con-
formità si bave lettere di reclori di Verona, utìde
il Serenissimo con voler del Collegio, li disse hozi
in Pregadi si darla gran taia.
Da Udine, di sier Zuan Basadonna ci dot-
tor, locotenente, di 23. Con avisi hauti di Venzon.
La copia sarà qui avanti scrilla.
Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et capitanio, di 25. Di preparamenti si fa di
sopra, et barche da ponti eie, tamen Castelalto li
ha mandalo a dir si voi convicinar ben con Feltre.
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà
et capitanio, di 25, hore 2 di notte. Come, per
uno venutomi bora di Trento mi è referto, che de
11 se crede doversi far la massa, et che de veduta
au^ zonse Domenica malina a di 22 forsi 30 far-
fossi de biava, quali forno scaricati su la riva per
metterli poi in monition, et che Sabato avanti zonse
alquanti altri farfossi, quali andorno de longo per
r Adese a Roveredo. Et Luni malina etiam viste
zonzer cerca 300 fanti, quali dicevano venir di so-
pra. Et questo é quanto finora ho.
Vene in Collegio el signor Cesare Fregoso con-
dulier nostro, fiol del signor Janus, venuto di campo
a stafeta et con li spironi in piedi. Fo in Collegio et
parloe il bisogno del campo et si agumenli di fanti
el boni volendo prender Milano, perchè a vardar
Bergamo el Cassan queste zente basterà ; con altre
parole, persuadendo il Collegio a far presto provi -
Sion.
Et cussi il Serenissimo lo laudò dicendo si faria
et presto, el fo ditto per li Savii di prender hozi iu
Pregadi di far 4000 fanti.
137
MDltTIII, MARZO.
188
87 Copia di una lettera di sier Andrea Zivran
proveditor di la stratia, data in campo da
presso Troia un tiro di bombarda^ a di 15
Marao 1528, a hore 3 di nocte, scritta a
sier Cristofolo Zivran suo fratello.
Beri ve scrissi quanto bavea de qui. Nul hozi
bsTemo acquisUlo il moute del nostro allogiamento
a despregio de inimici et presentatogli le nostre ba-
taglie in un bellissimo pian con tanto bono ordine,
ebe ciascadun di noi ne cresea V animo ad comba-
ter. Da poi salutatili con le arleilarie et loro sta-
vano in battaglia nel suo alozamento forte, né mai
volsero ussir al fatto d*arme. Il signor Lutrech
vide loro non voler la zornata : nui siamo venuti a
alogiar sopra un monte al Ganco di loro un tirar
di bombarda, dove se sta, e chi bavera pane scaziarà
il compagno di alogiamento. Fumo alacate assai
scaramuze, sempre loro haveano la pegìor. Da poi
allogìato lo esercito, per ordine de lo illustrissimo
Lautrecb andai con la mia banda contra a le vitua-
rie per farli scorta insieme con 100 bomeni d*arme
francesi, dove se metessemo sopra una collina io
battaglia. Inimici se spinseno a la volta de nui per
seraroe che non potessimo ritornar al campo. Ve-
dendo io la furia che adosso ne venia, dissi ai capi*
tanei francesi che*l saria stato bono a retirarsi verso
il campo ; ma per la loro superbia volsero slare
fermi. Vedendo io questa sua òstinatione, nor) volsi
mostrar viltà de animo ; cosi io andai a la volta di
inimici et cosi li afrontassemo et amazassemo doi
di loro, et assai lanze furono rotte in quello impeto,
lo cominzai a retirarme per tirare li inimici ne la
oostra zente d* arme ; pensandomi esser soccorso
da loro, me voltai et feci testa. Allora mi fu tolto 4
stratioti, et questo perchè el mio banderaro mise
la bandiera dentro, talmente che fu preso il ban-
deraro con la mia bandiera. Io vili persa la bandiera,
cosi mi voltai verso nimici come rabiato cridando
a slratiotì : e Hozi dobiamo morir tutti per honor
nostro » et cussi se voltò da circa t20 slratioti come
missier Andrea Mauresi, roissier Joanni Co-
roneo, missier Nicolò Halli, missier Piero Frassina
et il banderaro. Ne fu poi carcato troppo i panni
adosso, talmente che ne convene voltar, et li fran-
87* cesi non fazendo mai testa se misero in fuga, tal-
mente che per spazio di uno miglio ne fu data la
caza ; el de loro ne fu presi cerca 6 a venga me pen-
sava havessemo receputo maggi(»r danno di quello
babiamo bauto. Uonsignor di Lautrecb biasima
mollo quei capitane! francesi, el lauda il nostro
combattere, benché non eramo salvo 40, per esser
stale mandate le compagnie in diverse factione.
Biasma etiam li capetanei francesi, el che Tuno di
loro la danno a 1* altro, el sopra questo se sono
disfidati al combattere. Inimici aspectano 6 pezi de
artellarie, quali Jovedl ussirno de Napoli per venir
in campo. Nui speramo che rartellaria vegniri
inanzi per lorglila per camino, el hozi li habiamo
tolto assai victuarie, et etiam ancora loro ne hanno
tolto assai a nui, come acasca nella guerra. Altro
non mi accade, salvo che stago di malissima voglia
per esser apresso inimici et mi sia stata sparpagnata
la mia stratia. Non mancarò con questi che ho a
far il debito. Nui siamo per far la zornata, el pia-
cendo a Dio, siamo per vinzerla. Iterum^ vale.
•
Ex litteris domini Ludovici CeresarH^ die 15 88
Marta 1528, sotto Troia.
Beri il cavalier Pialese et io arrivassemo in
campo da monsignor Lautrecb con tutte le gente
di Vostra Ezcellenlia, le quale erano mollo deside-
rale da lutto lo ezercito et sopra il tutto da Monsi-
gnor prefalo. Cod lo cavaliere è sii tanto ben visto
el acarezato da Monsignor el da lutti li capitane!
quanto dir si possa, di sorte che apresso monsignor
Lautrecb Vostra Excellentia non poteva mandar
persona a lui più satisfaloria, per haver un bon no-
me apresso li altri capitanei, el per saper monsignor
Lautrecb che il cavalier gli ha conduto gente expe-
rimentata el valente al combatter quanto altra ne
sii nel campo. Per il che el ringrazia molto la Exce-
lentia Vostra, et mi ha detto che quella li ha man-
dato una bella genia el un capo che é mollo al
proposilo suo per il bisogno del combatter, che se
avicina, el gii é incominciato hozi di sorte, che la
Excellentia Vostra per la mia prima pò aspettare la
nova de la giornata. Et per narrare a Vostra Excel -
lentia più diffusamente la grande scaramuza che si
é falla con V onore grande de li soldati de Vostra
Excellentia et del cavalier, quella saperi come hozi
li doi excrcili erano vicini tre miglia el ambi doi
potenti el disposti al combatter. Quello de li cesarei
é in forte sopra un picol colle, distante de Troia un
miglio, questo de la lega é in piano apresso un fiu-
me sotto quello colle. Monsignor Lautrecb volendo
torgli il passo de le victuarie da la banda de Napoli
hozi é marchiato iuanti verso Troia, costigiando
sempre il colle, el ha mandato Pietro Navaro con
2000 archibusieri da l' altra banda a pigliare il col-
Ì88
uùxvnii, luaxo»
140
te. Ivi si credea cdrto iòrme fin* Id giornata, per-
thè se havea inteso che II imperiali volevano venir
a diifensar quello posso, perchè gli era de molta
import&ntin ; questo colle fa do! branchi, uno dove
é lo èxefcito imperiale, l*altro dove andò il Navaro,
et qtìeslo branco è a lo opposUo de li cesarei, et
tra questi doi è una valle di largetza di mero mi-
glio, ma lòtiga assai pur verso Napoli. Hor qui nello
assalire Pietro Nàvaro quella banda del colle, se
incominciò Una grossa scaramuza di archibusieri
che durò per spaoio d' un quarto d* bora, et cosi
scaramikzando si vene sul monte tutto lo esercito
in ordinanza et la prinka schiera che ascesi Tu li
guasconi et fl^neesi venturieri che poteva essere
SSOO, lo secundo fu li svizeri che pote^Va esser 3000
et con italiani che sono 4000 era le Bande negre,
88* la terza fu li lanzcheneth che sono 8000 di nume-
ro) et tutte queste bande enlrorno il colle quasi a
un tempo, poi in tre squadrodi gli hotneni d* arme
seguirono et sono di numero 1000 et piiì et 2000
cavalli leggeri pigliato il colle opposito incominciò
r artigliaria de la lega a battere ne li allogiamenti
de li cesarei et li fece qualche danno. Questo bat'-
tere durò per ofieza hom ; tra questi doi colli nella
valle comineiosse una scaramuza pid brava de pri*
ma de cavalli leggeri et de homeni d* arme, talmen^
te che a poco a poco se ritrovava ne la scaramuza
pid di 500 cavalli de V una et V altra parte, et ivi
con tanto ordine era condute queste gente che era
Cosa grande. Li eavalli leggeri de li cesarei per un
péÉo se diportorono bene, poi gli sopragionse la
compagnia di Vostra Ctcellentia, la qual entrò con
tanta furia in quei che gli mite in Alga, preso de li
homeni 6, pigliò una insegna de li cesarei et colui
che la portava, la quale era del signor Ferrante. Il
cavaliero ha btto cose grande, di manera che tutto
lo campo don parla d' altro che di la compagnia di
Vostra ExeeDentia et del cavaliere, che non menò
è valente di quello era la expe<itatione di monsi-
gnor Lautrech et di tutli li capltanei. Da V altra
banda era apiziata un* altra grossa scaramuza de
altri cavalli leggeri ; sopragionseli Uno squadrone
de homeni d' arme con parechi archibusieri et ivi
quest* alira se rinforzò grande, finalmente ne morse
di qua et di là, ma de li cesarei restò pregione un
nepote del cardinal Còlooa, il qual è grand* omo et
vai assai, et molti spagnoli, forsi da 16 a 20 in su-
so. Gli lahzchenechi cesarei, vedendo la scaramuza
cosi inforciarse, voleano descendere ii monte in or-
dinanza. L*arteliaria de la lega cominciò a batterli,
cosi restornoict eosi scaramùeaado si prese lo allo-
giamenlo designato con grandissimo honor de la
leg'.i. Gli pregioni spagnoli dissero che veniva 2000
lanzchenech da Napoli con 4 pezi d* artigliaria et il
Maramaldo seco con alcuni cavalli legieri. Subito
che foseno gionti, che risolutamente volevano de
scender a la giornata.
Monsignor Lautrech subito spense 400 homini
d' arme, 3000 fanti italiani et 300 cavalli legieri a
la volta de questa artigliaria per pigliarla; ma non
vene mai artigliarla, solo pigliorno questi cavalli
legieri, 8 muli carchi di vitluaria e 5 carchi de
veluti brocati et 7 che pono valere da 800 scudi
ih Suso questo botMno. Da la coda de le bagaie
quésti de la lega hanno similmente preso sei cara
di vicluaiia de li cesarei, che gli venivano da al- 89
cuni castelli. Gli spagnoli al solito suo tengono
svegliato il campò con far dare a Tarme mille volte
a rhora et certamente combattono valentissima-
mente, ancor che fin qui habino preso grossamente
et non habino trovato questi soldati come se cre-
devano. Il loco in che si trova V uno et V altro
exerclto non poterla esser più idoneo per il com-
battere come è, et è tanto vicino, che V arlellarìa
danneggia da la parte de li cesarei et da questi
doi piccol colletti io (brxi tutto il resto é spaciosa
campagna, che non vi è pur un arbor che impe*
disca, et cosi l' uno et V altro esercito si vedono
tutti li movimenti che ciascuno ftinno, et tanto sono
vicini, che se uno homo di una parte chiamasse
uno di r altra, io credo se ibtenderiano il loro
parlare. Ciascuno de la parte vogliono combatter
et sono valenti. Èi Vostra Excellenlia sappia che
è 20 anni che a la campagna non si vede mai cosi
forbita gente et bello exerclto come è questo, a
iuditio de tutti gli homeni da guerra^ talmente che
fa spantare ognuno^ et è con tanto ordine condulo,
che non si potria existimare. Io ho btlo tanto con
monsignor Lautrech, che è restalo contento che io
resti apresso lui, et cosi mi atrovo ora con il ca-
valier qua al campo, et mi son ritrovato a veder
tutti questi fatti, quale scrivo a Vostra Excellentia,
et quella si degnerà prestarmi fede come vero
servo, che né piò, né meno le cose sono passale
di quello ho scritto a Vostra Excellentia, pur sem-
pre pensand) io che quella fin qui habia inleso
successivamente de di i progressi per non haver
mai mancato di scriver ogni giorno per i continui
spazi che correno per Venetia. Uno homo d'arme
di Vostra Excellentia che si dimanda Comino è sta
morto ne la scaramuza, altro non ha perso il ca-
valier. Monsignor Lautrech tanto è ben restato
ut
MDXXmi, IIAIUEO.
la
salisfaUo dei cavalier, che non si polria exisUmare,
et mi ha commesso che io scriva a Vostra Excel-
lentia, che lui non polria desiderar altro capo a le
geote di Vostra Excellentia di pid virlute et di più
soa satisfatione del cavalier. Et cosi Iq confermo
io per haverlo veduto far cose degne come è ditto,
cbe veramente gli é con molta repulatione di quel-
la apresso tutto questo esercito et tnoxime Tra
francesi, perché lor meglio V hanno veduto dq li
altri perché gli erano più propinqui. Quello che ha
guadagnalo la insegna se dimanda Soncino alievo
89* di Vostra Excellentia ; lo pregione che portava la
insana d^l signor Ferrante si é scoperto fratello
del cardinal Campeggio et lo tiene il Beneduso; il
qual fu quello che 'I prese. Similmente in la pre-
ditta scaramuza é sta morto un capitanio di cavalli
le^ieri de li cesarei, et dieesi che era di gran
conto, et è nominato Gioanne Francesco Castaldo.
90 Da Cassan, di aier Toma Maro prQvedi-
ior Beneral^ di 25. Come era stato do ^orni a
Bergamo per recuperar danari de Timprestedo, et
ha baoto dueati .... et posto ordine a qqelle
cose, et é ritornalo li in campo. Et non havendo
per lettere fatto fln hora provision la Signoria
Doslra in agumenlar l*exercito, si manda io posta
de qui il signor Cesare Fregoso per expooep il
bisogno di questo exercilo perchè inimici ha deli-
berato ca^rne di Cassano, il che potraoo eseguire
facilmente, perché non vi é gente da difendersi,
zoé Bergaoio, Cassan et sopra le rive di Adda; et
si ha, ioimid, poi sono ussiti di Milano, ha fatto
2000 (anli, et ogni zorno se ingrossano, et nostri
98 sminuisse per non esser pagati. La compagnia
del cQnle Hercules Rangoo é risolta in niente. Li
nostri fanti fuzeno et vanno da inimioi, i qual ne*
mici veleno venir a metter ponte a Trezo su Adda :
non ai poi devedar. Tutto il loro intento é di venir
a Cassano, qaal obteneodo hariano la mila de la
impresa vinta. Sono zerca 3000 fanti io tutto tra
Bergamo, Cassan et per le rive di Adda, siche
non si provedeodo et presto, sarà forap abondonar
Cissan per andar a ^oeoorer Bergamo se non se
fa altra provisioe.
Da Bergamo^ di reetori^ di 95. Nulla han*
no de inimici, ma scriveno in conformità ioifnici
voler far ano ponte a Trezo per passar sul ber-
gamaseo, dove se li b^ mandato fonti a rincontro,
capo .... Ikm, del partir del proveditor Moro
con danari per Cassan.
X^ Udm^ 9om homrUto, MlmgoteimU
di 23. Manda do lettere haute da la comunità di
Venzon, la |urima di 21, che dice:
Magnifico et clarissimo etc.
In questa sera é zonlo uno nostro ciltadin di
Alemagna, referisse hiver parlato cpn zerti zeoti*
loiTieni alemani, ha bonaamicitia con e^so, Affir*
roano lo Principe si é a Vienna et che Y é bene
vero r ha lassato di le sue gente in Hongaria, mj^
esser venuto per andar a far una dieta a Rayspurch
zoé Ratisbona per dubito del Turco. Questo dicq
che dubitano assai lo Turco non vegna pe T Au-
stria. Circa il Vayvoda, dicono sia potente, et più
sobzonze che li cavalli di le taglie de li zentilomeni
de la Carintia vengono a caxa. Et per ditto ciltadinQ
ha facto una ambasciata pqr nome del mvdaro de 90*
la Trevisa, che é zentilomo, ad uno mio cugnado
che sol far mercadantia de cavalli, che '1 vadi U. Ne
vende sette, et cussi ditto mio cugoado va a ve-
der per haverli, che me par da novo che '1 mudaro
venda i cavalli, aleato non lassa passar oavalii sotto
una gravissima pena. Me ha parso far intendere
(al cosa a vostra magtiificenlìa, et più ho parlalo
con certi nostri sudili sono stati in Alemagna |on«
tani con n^erce. Dimandalo se hanno visto soldati,
dicono de d, ma pochi, et quelli andavano zer-
oando per Tamor de Dio, né havevano recapito ;
che è segno di far poche faconde.
Sottoscritta ;
8eri^tore8 Antovius B(0£lnuzo
capiianetis et Cotnuniias
Veneoni.
Di la ditta Comunità al preditto Loeotenente,
di 22 Marpo.
MagniBoo et elari|simQ ete.
Hozi é zonlo de qui uno servilor del mudare
de la Trevisa, et é venuto a trovar quello citta ^
dino che ho scritto a vostra magnifieenUa. El qnat
servitor vien di Viene, dice che la seconda Do*
menioa dì Quaresima zooae 11 io pripoipe di Hoo^
garia con la regina do Hongaria» non $m dir a1*
tfo, ma ohel Principe veste tutta la ^ua coft^ et poi
va a la dieta. Et ditto servitor ha portato lettere
del Principe a Lontferbfisor de la Cariillja, 9oé qi^
pitanio zeneral del paexe. Quello li scrive npn la
scia, ma ditto Lontferbeser a dittp s^vitor dette
lettere che*l portasse al suo patrone, et cavalcato
a trovar dillo LpnferiwMr «l che i fattori de la
U3
UDXXVm, MARZO
ÌU
muda dicevano iudicavano havesse mandalo per
ditto mudano per metter una muda in su le biave;
non che sapia di certo, ma cosi si parlava in la
muda. Et perchè li zentilomeni hanno speso et non
hanno dove trazer danari se non di le sue biave,
et ditto servitore hozi è partito de qui et va a la
volta de Venetia, me ha parso far intender a vo-
stra magnificentia. Quella sapientissima torà quella
parte li parerà. Et aziò vostra magniGcentia sapia,
non bavemo altro apiacer di adoperarsi per lare
cosa grata, che sia di honor di vostra magnifi-
centia et ben de la Illustrissima Signoria.
91 Di sier Carlo Contarini proveditor gene-
ral, da Santo AmbrtMso in Valpolesella, a dì
25. Manda una lettera hauta dal caslelian de la
Crovara et una del castellan de la Chiusa, et scrive
che aspectava Jaconieto da Novello, qual venisse
per esser con lui a li passi :
Magnifico et clarissimo signor.
Aviso vostra signoria V è passato per qui uno
et si è fator di la dona che fu del conte Piero da
Non et si vien di Trento, et vien a Verona et
alozarà in casa del signor Jannes et ha nome Si-
mon dal Porto. Se li piase a vostra magnificentia,
quella gè porà parlar, tamen a me el me ha ditto
che in Trento el se fa gran provision de munition
et fa far barche da far ponti assai. Non altro de
qui al presente. Mi racomando a vostra signoria.
Fatta in Crovara, ad\ 25 Marzo 1538.
Sottoscritta :
JOANNE ÀLEXANDRO DaL SoLOO
castelan di la Crovara.
Magnifico et clarissimo patron.
De le cose de sopra, per uno el qual vien da
Yspruch, dice hayer visto fantaria assà, etiam ca-
valli et cari de moiiition et si é per venire verso
Trento. De le cose dì Trento mi ha anche ditto,
hanno trovado zerca 1000 archibusi et aparechìa-
no circa 18 pezi de artellaria'di le più grosse se
habino, et aparechiano barche 28 da ponti. A Ma-
ran V è zonto 18 farfossi di biava per conto di la
munition. Altro non ho per bora ; quello di vero,
di zorno in zorno darò subito aviso a la magnifi-
centia vostra.
1528, a di 25 Marzo.
B.
Cimtestabile di la ChiMsa.
Di Raspo, di sier Filippo Donado capi-
tanio, di 11. Avisa come, per relation haute a
di 8, cavalli 1000 di turchi corse su la Pinca
loco de r Archiduca, et hanno menato via assae
anime, femene et puli, et fatto danno grande et
ancora non sono levati, et sono venuti dove cor-
seno Tanno passato. Di quello succederà aviserà.
Fo ditto, per uno navilio vien da Corfii, esser 9
nova che la nostra armada, galle 17, proveditor
sier Zuan Moro, era verso la Puia a S. Maria de
Termedi.
• Da Veia, di sier Marin Polani provedi-
tor, di . . . . , fo lettere, con avisi di incursion
di turchi, fatti a quelli confini su quel di Y Archi-
duca, et depreda anime 300 in conformità de lo
aviso di Raspo.
Da poi disnar fo Pregadi con la Zonla, et co-
menzono a venir li Proveditori sora i conti, iusta
la parte presa in Gran Conscio.
Po lecto le lettere sopra notate, et di più una
relation di unu venuto di Hongaria. Il sumario sarà
qui avanti posto.
Fo lecto una lettera di rectori di Verona, et poi
posto per li Consieri una parte, cum sit che a Ve-
rona siano sta fatte alcune polize de libeUi infama-
torii contra quel reverendo episcopo, et posto uno
canon solto la sedia soa in la chiesia episcopal con
polvere, dove dovea sentar, per farlo morir, per-
tanto sia scritto a ditti rectori debino far proclamar
chi quelli accuserà habino lire 2000 di soi beni, si
non di danari di la Signoria nostra. Et si uno com-
pagno accusi l'altro, sia libero di la pena, et hauto
la verità di delinquenti, essi rectori li possi met-
ter in bando di terre et lochi, navilii etc, con
taia vivi lire 2000, et morti lire 1500. Et fu presa.
Ave: 142,3, 10.
Fu posto, per li Savii del Conscio et terra fer-
ma, che 'I sia preso che '1 sia fatto di novo 4000
fanti, solto quelli capi che parerà da esser ballotati
in questo Conscio.
Et sier Marin da Molin el Consier, messe che li
capi si elezi per il Collegio, insta il solito. Ave : 33
ballote, et li Savii .... Et questa fu presa.
Fu posto, per li ditti, che Jacometto da Novello,
qual è in campo in Lombardia con la sua compa-
gnie, sia scritto al Proveditor zeneral Moro che *1
mandi subito in Verona a star a custodia di quella
città. Item, sia expedilo di qui uno Francesco Spi-
nelli con 100 archibusieri, et mandato a Verona.
Fu presa.
Fo posto, per li CoDsierl, una taia a Zara per 9!
145
tfDXZym, MABZO
146
leilere di rectori, di 18 Decembrio, di certo caso
seguile per Crislororo Trebentin, qual ha violato il
porlo di r isola di Santa Maria et lolto di una mar-
zìliana do hebrei subditi del Signor turco, et li
tolse la loro roba, ut in liiteris, pertanto siali dà
a dicli rectori autorità di poner il predillo in exilio
di terre et lochi, con taia vivo lire 500, et morto
300, ut in parte. Ave : 169, 3, 7.
Fu manda per li oodari, per far eleclion di uno
Pagador in campo del reame, iu luogo di sier An-
tonio Bolani ba refudà, uno Proveditor sora le fa-
briche di Padoa et 5 Savii ai ordeni, et aperti quelli
non melteno ballota. '
Fu posto, per sier Alvise Mocenigo el cavalier,
Consier, la parte che pende, di dar il possesso del
▼eseoado di Cividal di Beliun a domino Zuan Ba-
rozi, atento il placet del PonleGce. Et sier' Valerio
Marzello savio a terra ferma^ qual etiam è iu opi-
nion, per inadverlenlia non fo nominalo, volse se
dicesse etiam lui mette la parie, et balotala, che
non si poi conlradir. Ave : 137, 50, 16. Iterum ;
144 di si, 53 di non, 15 non sincere. Et fu presa,
et é conlra 1* opinion del Serenissimo, che T altro
zorno parloe do volle.
Da poi si andò a capello, et in questo mezzo
vene lettere :
Del procurator Pexaro, di 18, et 19, date
in campagna, le qual, avanti si principiasse a ba-
lotar, mandato fuora li nodarì, furono iecte, et scrì-
ve in questa forma
930 Election di Pagador in campo, in luogo di sier
Antonio Bolani,
m
Sier Antonio Soranzo qu. sier Maflo,
qu. sier Vetlor el cavalier, procu-
rator 63.145
Sier Vidal da Canal qu. sier Mann . . 42.169
Sier Piero Maria Michiel fo camerlengo a
Brexa, qu. sier Piero 117.89
Sier Lunardo Mario fo savio ai ordeni,
qu. sier Toma 69.153
Sier Ambruoso Contarìni fo camerlen-
go di comun, qu. sier Andrea . . 72.137
Sier Zacaria Barbaro fo vicesoracomito,
di sier Daniel 47.164
Sier Jacumo Antonio Moro fo Piovego,
di sier Lorenzo qu. sier Cristofolo . 99.106
J OiaHi ii M. Sanuto. - Tom. XLYJL
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Grego-
rio, qu. Serenissimo 135. 73
t Sier Almorò DoIGn fo camerlengo a
Padoa, qu. sier Alvise . . . . 146. 65
Sier Zuan Lippomano qu. sier Hironi-
mo, qu. sier Toma dal Banche . 106.106
Ftovedador sora le fahriche di Padoa.
Sier Hironimo Bragadin fo Cao di XL,
qu. sier Andrea da Campo Rusolo 109. 97
Sier Piero Maria Michiel fo camerlengo
a Brexa, qu. sier Piero .... 72.1*26
Sier Zuan Matlio Bembo el Cao di XL,
qu. sier Alvise ....:.. 106.107
Sier Alvise Balbi fo proveditor di Co-
mun, qu. sier Marco 80.138
Sier Anzolo Marzello fo Cao di XL, qu.
sier Antonio 61.148
Sier Zuan Francesco da Canal éi XL
criminal, qu. sier Piero . . . . 72.137
Sier Hironimo Malipiero fo Calaver, qu.
sier Piero . tf7,112
Sier Nicolò Minio fo Cao di XL, qu. sier
Almorò 63.149
Sier Zuan Barbo fo Cao di XL, qu. sier
Bendo qu. sier Marco 89. 1 1 8
Sier Alexandro Michiel fo Cao di XL,
qu. sier Piero 92.113
Sier Almorò Lombardo fo Cao di XL,
qu. sier Julio ....... 100.113
Sier Jacomo Mario fo auditor nuovo,
qu. sier Bortolomio . . . . . 88.128
Sier Zùan Memo el XL criminal, qu.
sìerTribun 122.» 88
t Sier Nadalin Contarini fo di Pregadi,
qu. sier Lorenzo 125. 83
Sier Antonio Contarini qu. sier Zenlil,
qu. sier Andrea procurator . . . 105.102
Sier Zuan da Molin el XL criminal,
qu. sier Beneto
92.116
Cinque Savii ai ordeni.
t Sier Almorò Barbaro fo savio ai orde-
ni, di sier Alvise 138. 73
t Sier Benedetto Boldu fo savio ai orde-
ni, qu. sier Antonio el cavalier . . 1 17. 92
Sier Francesco Venier fo savio ai or*
deoi| di sier Pellegrin 110.100
10
147 IIDXXYIII, IfiBZO.
Sier Piero Capello qu. sier Francesco
elcavalier 98.106
Sier Andrea Mocenigo qu. sier Lunar-
do, qu. sier Toma procuralor . . 71.133
t Sier Alvise Bembo fo ai XX Savii, qu.
sier Zuan Ballista 128. 82
Sier Bernardo Bembo qu. sier Alvixe
da santa Maria Nova , . . . 89.122
Sier Lunardo Marin To savio ai ordeni,
qu. sier Toma 94.117
93^ t Sier Zuan Francesco Lipporoano fo sa-
vio ai ordeni, qu. sier Nicolò • . 129. 89
Sier Aguslin Miani fo consolo di mer-
cadanli, di sier Zuan Francesco . . 78.129
Sier Benelo Balbi fo podestà a Lonigo,
qu. sier Piero 76.131
Sier Antonio Soranzo qu. sier Maffio,
qu. sier Vetlor cavalier procuralor 78.127
t Sier Piero Maria Micbiel fo savio ai or-
deni, qu. sier Piero 126. 76
Sier Orsato Hanolesso fo saliner a Chio-
za, qu. sier Jacomo 113.97
Sier Daniel Badoer fo avocato grando,
qu. sier Bernardin 97.109
Sier Polo Morexini fo podestà a Mula,
qu. sier Zuan Alvise 92.111
Sier Francesco Querini di sier Anto-
nio, qu. sier Marco 89.114
148
94 Le vostre lettere mi son più care che quelle di
alcun altro amico, come eh' io peni alquanto a leg-
gerle et ve ne souo obbligalo et reslerovvi dopia-
mente tenuto missier Giovanni mio bonorando, se
continuarete Io scrivermi de le nove che vengono
a Vinegia da V uno et T altro exercito, in scambio
de le quali vi potrei io dipingere scrivendo la mi-
seria de morti et affamati che si veggono qui ne la
città nostra, nonché nel paese, che è viemaggiore
assai, percioché certamente qualche giorno i reli-
giosi della città non possono suplire a scpellire i
nobili soli che morer.o, oppressi da una certa mali-
gnità di humori nascosti et quasi incogniti a medici,
di modo che molti se ne son morii col dir sempre
di non sentirsi male alcuno, altri facendosi a primo
tratto tulli immobili de la persona con gravissimo
dolor di lesta, pur tutti senza febbre molto appa-
rente ne le parli estrinseche, ma con una certa ma-
lignità che va loro al core, et vince di subito la
virtù vitale et animale a un tratto, tal che a molli
s' ha potuto far poco, per non esser stali forti a
portare argumento alcuno di medicina. A tali di
questi si son scoperte le petechie, a tali no, a qual-
ch* un larghe come becci et livide, a quaich' altro
picciole come ceci et rossette et aitarsele et puntive,
assai simile a le ferse che sogliono venir a fanciulli ;
degli uni et degli altri ne é guarito alcuno. La vita
é in sommo timore, et assaissimi temendo di sé stes-
si, cominciano schifar lo aere, fanno far fuochi di
legni odorali, portano odori di continuo in ma-
no, altri si lavano spesso tutta la persona et si pro-
fumano come se fosse tempo di pestilentia espressa.
Ce ne ha etiandio che sentendo là dove non sono
toccali (?) fanno i lor testamenti et si guardano de
visitare infermo alcuno, senza pensar che alcun mai
non poi esser molto lontan dal suo fallo.
Vedonsi poi per la città una infinità di poveri 94*
cogniti et incogniti, oltre quelli che son ne le case
nascosti, che patiscono de desagio per fame, quel
che non si crederebbe. A questi pensando li homcni
di pietà si sentono struggere il cuore dalla stessa pietà
sapendo lor bisogni, et la lor modestia et vergogna
de la lor fortuna, da le quali son spesse fiate con-
dotti a la morte. Gli altri si veggono di continuo
molti correr qua et là domandando et accattando,
quando a le case, quando per le strade, talché non
e possibile tenerli fora, non dirò de le corti, ma
for di le camere, dove vengono tuo malgrado con
inusitata prosontione, et senza alcun timor de mi-
naccia, fatta da la lor inusitata fame. Né li vai dare
a 200 la limosina, che di subito ve ne son raunati
allralanli ; né é lecito passar per strada fermarsi
in piaza in chiesia alcuna, che tu non ne hahia
molti et molti intorno che ti priegano elemosina, ai
quali tu vedi la fame dipinta nel volto, gli occhi che
pareno anella senza gemme, i miseri corpi che con le
sole loro ossa informano la pelle. Molli de i quali
etiandio si veggono morire non pur nei luoghi lor
deputali, ma per le strade, per le corti, sopra le scale
de le nostre case, ne la piaza € ne le chiese ancora,
talché non si può andare in alcuno di questi luoghi
senza sentire un certo strano fetore, causato dalla
immondicia et tristo fiato di questi miseri, i quali
cridano di continuo per la città, fanno ne gli animi
de pietosi tutti venire un certo strano orrore, con uno
iscutinimenlo di core troppo grande, percioché né dì,
né nolle cessano i gridori ; siche noi non abbiamo
riposo neanche la notte, il silentio de la quale slru-
bato da i miseri lamenti dei poveri, non pò donare
a gli humani V usato riposo. Taich' io non ^timo
che sia contagion alcuna ne 1* aere, ma si bene ne 95
gli anemi de li huomeni, causata da la pietà de tali
cose, che poi face bumor venenosi nei corpi, et gè*
149
ITDYXVni, MARZO.
150
nera h morte poi cosi subitamente. Benché certo
lutti cittadini fanno lor debito ne le elemosine; ma
non si pò supplire, perciochò gran parte del paese
è qui dentro, intanto che molle ville verso I' alpi,
Ira per la morte, tra per la parlila de le persone,
sono restate del tutto disabitate, ne ci sarebbe altro
ordine a remediare in parte a tanta calamità, se non
che non si mangiasse tanto per chi ha da mangiare.
Ma non polendo esser questo per ingordigia de li
homeni, resta solo che Dio ci aiuti et ci salvi da Itf
futura peslilentia. Io non so come sia venuto a scri-
vervi queste baie, che non ebbi in animo ul princi-
pio de lo scrivere mio. Pertanto stale sano et con-
fortate il compare mìssicr Àguslino ci il signore
Giovan Battista a Tare il simile; ma non scordale di.
racomandarmi inchinevolmente al signor Girolamo
Savorgnano.
Da Vicenza, a li 26 di Marzo 1528.
Di voi
Dile a missier Àguslino Abondio che habbia a
cuore le cose mie, con quello amore ci sollecitudi-
ne che si ricerca la nostra amistà.
AfTezionalissimo
Aloyse De Porto.
95* Al mio quanto fratello hono-
rando, missier Oioanne
Morello.
Alla Bolla in Venezia
9g Adi 28. La matina, inlroe savio ai ordeni sicr
Almorò Barbaro primo rimasto, in loco di uno
mancava, che era sier Nicolò Boldù, inlrò XL Zivil
Vene in Collegio ci signor Cesare Frcgoso con-
dutlier nostro el aricordò molte cose zercu il cam-
po di Lombardia, el aricordò alcuni capitani de
fanti, homeni da bene, saria bon darli condula no-
va. Item, sminuir le zenle d* arme, el far tanto più
cavalli lezieri, i quali é quelli fanno a questi tempi
le facilone. El aricònlò altre cose, ci tolse liccntia
per tornar in campo.
Non fo questa matina alcuna lettera da conto
in Collegio.
« Fo in S. Marco et in Rialto proclamato di orde-
ne di Provedadori sora la Sanità la parte di le pom-
pe di le donne.
Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria et Savi
per far li officiali di le galle di Baruto. Rimase armi-
raio Saba, el homo di conscio Piero Vilaii ; scrivani
et paroni che qui non accade notarli.
Vene iterum il signor Cesare Fregoso in Col-
legio, dicendo haver haulo lettere di suo padre che
li scrive dobbi dir a la Signoria si provedi a V exer-
cilo di agumenlarlo.
Da Vicenza, di sier Zaan Antonio da ckà
Taiapiera capitanio, di 27. Come si ha per mezo
di missier Tal ch*é uno di primari di Trento solito
dar qualche aviso a uno suo amico de qui, che la
crida fatta zerca il devcdar T andada di mcrcadanti
di le terre di la Signoria nostra a la fiera di Bolzan
e sta revocata. Che a Trento el capilanio Castclallo
e sta fatto capilanio di le artellarie et fa cavar dal
castello di Trento gran quantità dì artellarie, et che
li e sia condulo assà archibusi. Che il signor Carlo
di Besem, el capilanio di Roveredo, el conte Gi-
rardo de Arco, el nevodo del signor Zorzi de Pra
de Piana, quali sono sta falli capilanei di le fantarie
sono parlili, el vanno a la volta de Yspruclì. Che
bona summa de farfossi de biava che erano tra
Igna, Salorno et Bolzan si cargavano sopra ray per
condurle a Trento. Item, che quelli del conti de
Tiruol, che forno scritti, hanno stretto ordine de 96^
star preparali. Et che a Sboz, Ala et Yspruch se
facea preparalion de alogiamenti per gente assai el
che se aspectava di la Baviera et Colonia.
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor
generai, di 26
Magni fice et clarissime Domine observan- 97
dissime com.
La lettera de Vostra Signoria è stata a mi gra-
lissima per molli rispelli, el maxime per haver
inleso la bona opera quella usa in le cqjse mie ; del
che io ne era ben certissimo, per haver sempre co-
nosciuto Io amor de quella esser grande verso di
me suo servìtor. Per il che quanto io li sia obligato
saria difficile ad scriverlo. Altramente al presente
non so ehe dir, se "non rengraliarla quanto so et
posso. Vostra signoria non se darà admiraliou dei
mìo raro scriver, perchè non li è stalo cosa de mo-
mento. Quella se deve ricordare, che quando il si-
gnor domino Leva usci de Milano, ne scrìssi a la
signoria vostra che la principal cosa era di socorer
Lecco, come hanno facto, el anche il suo disegno
era di veder de acquistar questo lozamento et le-
varne de qui ; maxime fevano disegno che quelli
fanti erano in Melzo fussero causa de far perdere
ISi
MDXXVni, MARZO.
152
diclo lozameoto. Et che sia vero, vene con animo
di volerse meUer infra Melzo et qui, et far perder
quelle gente erano in Melzo, over che col disordine
di esse gente far V uno et V allro effecto de Melzo
et de qui. Ma lo ìllustrissinìo signor Governatore et
clarissimo Provedilor anticiporno il tempo, et sal-
varon le genie, assecurandose qua. Ma questa fu la
loro intenzione. Magnifico Capitanio, perfino che le
nostre forze sono state insieme et grosse, nui semo
stati patroni de la campagna, né posseano dir li
inimici che M fiato fusse suo, perchè subito loro era
fora de Milano erano presi. Da uno mese in qua, o
circa, le nostre gente hanno cominciato a, sfilare et
andar in campo de franzesi et de inimici; quella pò
sapere, che da una hora a V altra sanno meglio le
gente che noi semo, et più che da poi che hanno soc-
corso Lecco, per haver visto gran poltronaria ne li
nostri fanti ; et da novo ogni di sen vanno, de sorte
che el Leva delibera dislogiarne de qui, o sachegiar
Bergamo. Et se ha da più lochi, che*l prepara ponti
da passar acque, scale et vicluarie, et più se ha che
deve levarse da Pionlello et andar alozar a Vilmer-
cato, et de 11 voi andar ad Trezo et buttar un ponte.
Quella sapia, che da più lochi se ha, che '1 poi me-
nar con effecto con seco 6 mili& fanti, et tuttavia
ingrossano, perchè italiani tutti concorrono là. Vo-
stra signoria pensi, che passando loro con questo
numero, che modo havemo nui da tenir che non
passamo 3 miliara, che per assicurar le cose di Berga-
97* mo non vorremo esser per niente manco de 3 milia-
ra? Indichi quella, che abandonan lo nui questo alo-
zamento et non facendo altra provision, sarla forza
che tutta Jeradada andasse in preda. Oltre che, non
so come passasse le cose da Lodi et Pavia, che non
gli è tutte quelle provisione bisognaria. Siche lo
illustrissimo signor Governator et clarissimo Pro-
vedilor ne sjanno di mala voglia de esser coodutli
oosl miseramente ; del che è causa li captivi paga-
menti et carestie. Pare che le lor signorie habino a
questi di scripto a la illustrissima Signoria, et non
ne hanno resposta. Et per questo par, che questa
mattina se siano resoluli mandar lo illustrissimo si-
gnor Cesare Fregoso a la Serenissima Signoria. Io ho
visto in altri lochi far tutto quello si pò et se sa per
vincer; qui me par sia tutto Topposito, che se fa ogni
cosa per perder.Che'l sia vero,che di fa se parti di Lodi
spetiarie, malvasie et salumi, chi dice per 6, chi per
10, et chi per 18 milia ducati, quale robe andavan
verso Milano et se imbatterò in certi cavali del
conte de Gaiaza, et parte ne sacchegiaro et parte ne
andò a salvamento. Io non ve dico de le salvaguar-
de facte qua, et la fine in el monte di Brianza, che
adesso parte ne galde li nostri inimici. Siche, ma-
gnifico patron, non posso far non habbia passion,
perchè ce vedo in male esser, in preda de poltroni.
Pur il signor Dio ce mette la sua mano El se ba,
che r altra nocte dui capi di questi Adorni si erano
presentati verso Genua con 500 fanti et aspectavan
la armata cesarea che s' era parlila da Corsica, qual
non se intende dove la sia arrivata ; ma se li dui
capi spingeano inanzi, per haver il signor Teodoro
poca zente, si indica facii che banano preso Genoa,
el uno de ca' Doria ha facto certa zente in favor
di franzesi, le cose andavano poco bene. Et se ha
ancora da qualcuno, che li inimici vogliono andar in
su Lomellina. Apresso scrivendo questa, el se ha
hauto, che le zente inimiche che voliano andare in
Lomelina sono revocate et vengono verso Trezo
per buttar el ponte, et già hanno comenzo a butar
et gionger le barche insieme. El Leva doveva hier
sera allogiare a Monza. Altro non scrivo per hora.
De continuo a vostra signoria me ricomando.
Dal campo a Cassano, a dì 26 di Mar-
BO 1538.
De Vostra Signoria servitor
Antonio de Castello.
A dì 29 Domenega. La matina, vene in Colle- 98
gio I* orator di Milan con una lettera di Lodi, di
domino Zuan Battista Spiziano, li scrive de prepa-
ramenti de inimici, et se doveria far più numero
di fanti, perchè il Leva voi venir a Cassan; et che 'I
voi far più fanti a nome del signor Duca qual se
aspecta a Cremona el torà danari ad imprestedo da le
città, cussi doveria far la Signoria nostra in questo
bisogno, far etiam le città contribuissa, et si fazi
presto. Il Serenissimo laudò, et si faria.
Da Bergamo, di rectori, di 26. Come con-
tinua pur le voce che inimici voglino metter ponte
a Trezo, facendo grossa preparation di barche et
legnami. Il clarissimo provedilor Moro, dirnan fa
intrar in la città domino Guido de Naido con fanti
500, li quali tutti alogierano in Borgocanal di ordine
suo, et dimane etiam si principia un reparo a la
dieta porla de Canal per fortificar un poco quella
parte, benché si spera non accaderà. Inimici fanno
tutte queste moveste, solum per far mover l' exer-
cito nostro da Cassano.
Da Salò, di sier Hironimo Oradenigo prò-
veditor et capitanio di la Riviera di brexnna^
153
miamit uàsao.
154
di Con avisi di le cose di sopra. La copia
sari di sotto.
Di Nieoìò Barbaro eapitanio del lago di
Garda, di Avisa che saria bon, essendo
molion dì sopra che inimici siano per calar, buttar
le ... . faste in lago, qua! le armerà ; ma si mandi
de qui li patroni et 8 compagni etc.
Di Verona, di sier Daniel Barbaro capi-
taniOf et sier Zuan Emo podestà, di 27. Con
avisi in conformità di le cose di Trento, et prepara-
lion si fa et provision bisogneria per custodia di
quella città."
Da poi disnar fo Gran Conscio, et non vene el
Serenissimo.
Et a nona fo lettere del procurator Pexaro^
dal campo in Campagna . , . . , di 20 et 21
990 Fu posto per li Consieri, la parte di far Savii di
Zonta per tre mexi iusta il solito,, el fu presa. Ave i
633, 360, 75, et fo papié non intesa chi la contra-
diseva, era persa.
Fu posto, per li Consieri, excepto sier Zuan
Miani el li Cai di XL, concieder una galla soltil di
r Arsenal, inavegabile, a li frati di S. Cristoforo di
la pace per serar il suo orto, che il pare cascò. Et
fu presa. Ave: 812, 195,94.
Fu fatto eieclion di Podestà el eapitanio a Tre-
vixo, con condition vadi fra uno mexe, el si fa per
esser morto sier Francesco Zane questo mexe, qual
poi Pasqua dovea far i' inlrada ; el niun passoe.
Item, Proveditor sora il cotimo di Damasco, tolti
gran scontri el niun passoe. Item, di Pregadi ri-
mase sier Hironimo Polani el dolor, fo di la Zonta,
qaal passò di ... . ballote : et si feva 4 XL Zivil
ordinarli tolti con titolo quasi lutti, tamen non
passoe solum tre.
Da poi Conscio, ia Signoria si redusse in Colle-
gio con il Serenissimo el Savii et Cai dì X, per far
provìsion a la città di Verona.
Da Bergamo, di rectori, di 27, hore 1. Co-
me inimici non hanno fatto altro. Dicono voler but-
tar il ponte su Adda. Li é sta manda zenle a lo
incontrò. Hozi Guido di Naido entra de li, qual ha
di conduta fanti 500, ma ne bavera almeno 300 ;
siche la terra sarà assegurata.
Di sier Carlo Contar ini proveditor general,
de Val de Cavrin, di 27. Come é sta a veder
quelli passi per dove poleno calar lodeschi, el non
(1) U etrta 98* è bùmca.
si poi proveder se non con zenle a l'incontro.
Item, manda una lettera bauta del Proveditor di
Salò, con avisi.
Da Salò, di sier Hironimo Oradenigo prove-
ditor et eapitanio de la Riviera di brexana
di 26 Margo 1528, drisata a sier Carlo
Contarini proveditor general.
Magnifico el clarissimo tamquam frater ho-
norandìssimq.
Significo a vostra magnificenlia come, per una
mia spia per me mandala a Trento et hoziè gionla
da mi, son avisalo come lodeschi hanno comenzo a
far gente per tulio il paese fin ad Riva et ad Arco,
et che hozi il conte Girardo de Arco é cavalcato in
•Yspruch. Et che a Trento se dice publicamente,
ditto conte Girardo esser fatto eapitanio general di
tutte le gente, et che il eonte Hironimo da Arco
cusin del ditto conte Girardo va eum lui el fa zen-
te. Et che ad Arco li sono 4 magistri di archibusi, 99*
quali di et nocte lavorano in conzar zoè in cassar
archibusi, et che a Trento li sono tre fusine che
continuamente lavorano in conzar archibusi, et che
li magistri sono de Valtrumpia. El che a Trento
hanno tiralo fuori rarlellaria del castello. Dice etiam,
che uno Baptista Spagnol, qual sta in Avi di so-
pra de la Corvara in uno castello del conte Gi-
rardo, fa fanti 500 in quelli loci circumvicini. Dice
etiam, che a li 16 de 1* instante fu condulo a Tren-
to cavalli numero 16, lutti cargi di archibusi, quali
sono sta tolti in Valtrumpia. Dice etiam uno, qual
vien da Castion, come el conte Aloysio de Castion
é andato a Ferrara tre aut quattro fiate a stafella
dal conte Zorzo et dal conte Ludovico da Lodron,
quali son II a Ferrara, et che ditto conte Aloysio è
soldato cum Ferandino, et ha commissione de far
gente, et per quanto si intende ha dato principio.
Io starò attento, et mandale de le altre mie spie a
Trento et a Bolzano, el de quanto intenderò, subilo
ne darò nota a vostra magnificenlia. El cosi prego
quella, che bavendo alcuna cosa che sia de momen-
to, me ne voglia dar adviso. Et a la magnificenlia
vostra me racomando el ofiero.
Salodii, die 26 Martii 1528.
Da Sassan, di sier Gabriel Barbo podestà
et eapitanio, di 28. Scrive avisi ut supra, quasi
in conformità di questi di Salò.
Da Vicenga, di sier Zuan Antonio da chà
Taiàpiera eapitanio, di 28. Come, per uno ve-
153
MDXXTUI, MARZO.
156
nato hozi da Trento, si ha di preparamenti ut su'
pra, (àmen in caslel di Trento esser aolum 7
canoni di 50, né altro si vede.
Di Ravena^ di sier Alvise Foscari provedi'
ior, di 28. Come ha haulo lettere di Rimano, di
ano Monaldin. Come era lettere da Orvieto nel
signor Malatesta di Àrimino, che il Papa havia be-
nedl il suo nontio et voi perdonarli il tutto, et darli
quanto fu capKulato etc.
100 Veneno in Collegio sier Ruzier Contarini, sier
Zuan Sanudo et sier Jacomo Pixani proveditori
sora la Saniti, dicendo il Capitanio zeneral nostro
duca di Urbi!), per avisi si ha, vien di Ravenna a
Chioza per venir in questa terra, et atento a Chioza
si muor molto di peste, pertanto non voleno che 1
venga qui passando per Chioza, unde fu mandalo
per missier Baldo Antonio Falculio orator del ditto
Duca, al qual il Serenissimo li disse, scrivesse al
Duca questo et non andasse a Chioza per causa di
la peste ; et cussi fo expedite le lettere, mandate a
posta per cavallaro.
I)a Br^xa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 27, pariicular, vidi lettere. Come hi aviso
che a Trento se fornisse et fasse archibusi, et esser
fatto tre fusine da far ballote per persone che dico-
no de veduta ha ver visto barche, etiam alcuni di-
cevano che si fazeva fanti; tamen per un cittadino
di questa terra, qual vico da Bolzano et ha menato
certi cavalli, qual dice de 11 non se parlar, né farse
preparatioQ alcuna; siche non sa qual si debbi
creder.
100« A dì30. Ia mulina, vene in Collegio missier
Baldo Antonio orator del duca di Urbin, dicendo
haver lettere dal Capitanio, dal Porto Cesenatico.
Come ha haulo una lettera da Padoa, che la Du-
chessa sua consorte a Padoa stava malissimo, però
andava a stafTeta a Padoa et la sua fameia veueria
de longo qui, qual zonta, lui poi vegniri in questa
terra a far revcrentia. In questo mezo visiterà la
Duchessa.
Vene 1* orator di Mantoa per cose pariicular, et
il Serenissimo li fece lezer la lettera del Pexaro, di
91, con le nove.
Da Bassan, del Podestà et capitanio, di eri.
Con avisi di le cose disopra.
É da saper. Sier Gasparo Malipiero vicecao di
X, ussite, et tornò Cao sier Nicolò Venier, che per
la morte dì la fia é stato in caxa.
Da poi disnar fo Prcgadi, et lecto le soprascrite
lettere. ^
Di sier Toma Moro proveditor general, da
Cassan, di 28, hors 17. Come la compagnia del
conte Flercules Rangon é risolta, et lui vien a la
Signoria per far sua scusa. Scrive si mandi danari,
è creditor di ducali 5000 tolti ad imprestedo, et
molti soldati é andati via per non haver danari. Bi-
sogna al mexe da 37 milia ducati per pagare le
gente. Scrive é stè concluso, che giltando inimici
ponte a Trezo, come tentano et prep^irano, giltar
ponte da retirarsi nostri a Trovi col campo, mia 3
de qui, et lassar in Cassan 800 fanti, et se inimici
non passerotto, voleno far con la cavallaria et fanta-
ria cossa honorevole. Ancor che si dica il caslellan
da Mus esser d* acordo cum li inimici, per quanto
ha dillo Lunardo Bordegello, qual dice do fanti
venuti haverli ditto questo esser, ma si ha lettere
del caslellan da Monguzo che dice tutto Popposito,
et é fradello del ditto caslellan et lo ponte di Leco
si lien gaiardamenle. Si ha, a Trezo esser a ordine
ogni cosa per giltar il ponte, et tolta la mesura di
r aqua di Adda, beri il signor Paulo Luzasco et il
conte di Caiazo con domino Zuan Battista da Castro
sono corsi sino apresso Milano, et hanno dissipato
molle victualie, et preso alcuni spagnoli et lanzi-
nechi. Lo campo de inimici molto patiscono de vie- [{
tuarie, et stanno pur per levarse; a qual volta siano
per andar non si sa certo. Chi dice venirà a passar
a Trezo sul bergamasco, chi dice voi ritornar in
Milano, et non lassano andar li sui cavalli fuori, per-
chè non pono star per fame et scamperano. Scrive,
se fosse danaro nel nostro campo per far gente,
tutti li italiani sono con inimici si dice veoeriano
in questo exercilo, et saria oplima cosa. Conclude,
inimici hanno compito di far il ponte, né li bisogna
altro che buttarlo. Qual è in Trezo, pur le gente
sono ancor a li soliti lochi, videlicet il signor An-
tonio da Leva a Piontello con parte di le sue gente
et r altra parie è ancor di sopra Lecco, et se inten-
de sono per anJar a la expugnation di Monguzo,
terra custodita da le gente del castellano di Musso.
Scrive, Bergamo é in gran paura che ditti inimici
non passino et vadino a quella volta. ^
Da Fiorenea, del Surian orator, di 23. i
Come è stato con quelli Signori, et scrive colloquii
habuli con loro. Quali si doleno cheM Capitanio ze-
neral si parti per Lombardia, et il Pixani con lo
exercilo ito a trovar monsignor di Lautrech, pero-
che hanno, il Papa a Orvieto fa fanlarie et dubitano
vogli venir contra di loro, et ha tolto .... Vitelli
per suo capo. Et zi li popoli di Fiorenza cominziano
(1) U oarU 101* 4 biinca.
157
IfDXXVlH, IfAJtZO.
m
a mormorare che sono in guerra, et quando erano
sotto Medici stavano in pace senza pagar baiceli!
eie, et che se fosse qualcheuno de la casa de Medici
io la città, dubitariano di novità.
Del 6rangi8^ da Coyra^ di 24^ vene lettere^
mandate per li rectori di Bergamo. Cume erano
zoDli li 3 oratori de V Imperator, quali hanno auto
audientia et portato ducati 600 di la pension li dà
Soa Maestà a quelli grisoni. Hanno richiesto tre
cosse: la prima, passo per venir zente in Italia ; la
seconda, il transito libero di poter venir et tornar ;
la terza, poter tuor a suo stipendio quel numero di
grisoni parerà a Sua Maestà. £t questi signori han-
no fatto una dieta per farli risposta, in la qual esso
Grangis é inlralo, et a caso li era zonto 4500 scudi
del re Cbristiaoissimo, che li mandava per le pen*
Sion ordinarie, quali li hanno dato et pregato non
voy assentir, etc. Unde hanno rimesso la risposta
a una altra dieta, la qual si farà la Domenica di le
Palme. liem^ sono venuti do oratori di sguizari a
questi signori, a dir per niun modo si voy aderir a
i' Imperator, perchè farlano cosa contraria al voler
di loro ^uizarì, quali voleoo esser con il re Chri-
siianissimo.
103« Da Crema, di sier Luca Loredan podestà
et eapitanio, fo letto lettere^ di 26. Come bora,
havendo hauto da uno mio explorator come spa-
gnoli da Milano si mettevano a V ordine a Mare-
gnano per venir a li danni dì Lodi et lodesano per
far buttini di bestiami et presoni, por haver gran
penuria di carne, et che il capilanio Zorzi Stafer
con 300 se ha partito questa matina per andar a
Vegevano.
Del ditto, di 28. In questa bora, per un mio
explorator, ho hauto, come beri li nostri cavalli
leggeri battettero le strade da Milano et Monza, et
da Milano a Pianello, quali alrovorono che grfinde
numero di vivanderì conducea vino, parte suso
cavalli, et parte a spalle di contadini, chi con brenti
chi con vin et pane, con altre cose vivatìce, che si
conducea a Piontello. U tutto li fu tolto per nostri,
et quello non si potè condur, fu sparso et rotti li
amasi et svalisati tutti quelli. Et preseno ancor un
genlilhomo spagnol suso una chinea ben ad ordine,
qual andasea a spasso a dame, et a Cassano lo han-
no condutto pregione ; né per dilla cavalcata si ha
altro. Intendo per altre vie, essi spagnoli fanno uno
grande bravare di voler far gran cosse, et fanno
ancor preparation di barche et .Ugnami a Irezo,
cegnando voler buttar ponte. Quelli di verso Lecco lo
soceoreoo da vicluarie iu quello poco ponoo et mi-
nazano pur voler andar a pigliar Monguzo, ove à
dentro il signor Joan Battista di Medici fratello del
castellan di Mus, qual scrive, se ti andarano, bon
conto di se renderà.
Da Orvieto, di 21, di domino Alvise Lip-
pomano, vidi lettere partieular. Come de 11
sono lettere al Papa, di Roma, del reverendissimo
Campezo legato ; come sono avisi di Spagna, che
Cesare manda uno gran personazo al Papa con
autorità di far la pace con Sua Santità senza scri-
ver altramente in Spagna ; il qual si tien sarà lo
arziepiscopo di Bari.
Fu posto, per li Consieri, una p&rte, che li Sin- |03
dici di terra ferma è fuora, ancora che i com*
pieno, possino continuar il sindicà, ut in parte.
La copia é qui avanti. Fu presa. Ave : . . , .
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savi del
Conseio et terra ferma, una parte di uno candioto
Zanin Tornari condulor del dazio de V Ibtrada et
Insida di vini di Candia del 1529, qual voi ristoro
per la guerra di Rodi et per la peste, però li sia
fatto restoro di perperi 3763 et fatto del resto
termine 6 anni a pagar 130, 11, 27.
Fu posto, per tutti di Collegio, excepto Savii
ai ordeni, havendosi exercitato Antonio di Zuane
di S. Bonifacio ditto el Conte, nuirangon in TAr-
senal in condur ponti fuora, et V anno preterito
con il ponte posto sul Serio se infermò et in tre
zorni morite a Bergamo, et ha lassa la moglie
con 5 fiole et uno fio, però sia preso darli per il
maritar di Anzola et Franceschina soe fiole ducati
25 per una per suo maridar da poi le saranno
transdule, a l'oficio del Sai di la casa piccola, a
ducati do al mexe, ut in parie. Fu presa. liO,
24, 13.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii
dil Conseio et terra ferma, alento la relation di
sier Zuan Moro fo Luogotenente in k Patria di
Friul, et per lettere di sier Zuan Basadona el do-
lor è al presente di la ordinanza de li 3000 ho-
meni archibusieri btta in la ditta Patria, di quali
in ogni evento si potrà haver bon nuoo^ro di ar-
chibusieri, sioome etiam i sta fritta io brexana,
però sia preso, che 'I sia dà autorità al Collegio
nostro di poter far le ordinanze predille, etiam
ne li altri territorii nostri, come li parerà, prin-
cipiando al presente dal trivixan per esser pili
propinquo, et sia fato capo a disciplinarli et loro
governador il fidelissimo Lodovico Malombra cit>
tadin nostro, qual è sta nel roestier del soldo, el
qual se intwli capo do l' ordioaim di trivixnoB,
159 MDXXVUI, MAKZO.
con ducali 12 di provision, a page 8 a Tanno a I
la camera di Treviso, da esser pagato, et (axe per
cavalli 5 nel territorio trivixan; il qual principii
la provision come darà principio a far la ditta
ordinanza. Et balotà do volte non Tu presa, per-
chè la voi i Ire quarti. Ave la prima volta : 130,
52, 12. Iterum: 137, 63, 9.
103* Fo tolto il scurtinio di tre Savii del Conscio
ordinarli, et Tono nominati sier Hironimo da chà
da Pexaro, sier Zuan Badoer dottor et cavalier,
et sier Toma Mocenigo, i quali sono sta electi di
XX Savii a tansar la terra, et era in dubbio li
Cnnsieri se poteano esser ballolati vel non, et a
la fin terminorjno cbe i potesseno esser ballolati.
Unde li Avogadori di Comun, visto esser disor-
dine, et sier Alvise Mozenigo el cavalier haver
balòlà, qual si cnzava, intromesse la ditta balola-
tion, et andò in renga narrando al Conscio. Et
parlò sier Marco Antonio Contarini V avogador, et
insieme con sier Michiel Trivixan messe il terzo
sier Alvise Don el dottor é a Brexa, di taiar la
ditta terminalion, et fu presa. Ave: ....
Da poi li Consieri messeno al Conscio, per
viam declarationiSj se poteano esser questi tre
nominali di sopra esser electi, overo non, et fu
preso de si, perchè la leze di la loro creation é
chiara, et cussi fono ballotati ; ma contradise sier
Toma Mocenigo, dicendo la parte é chiara per loro.
Scurtinio di tre Savii del Conscio.
Sier Gasparo Malipiero fo Cao del Con-
scio di X, qu. sier Michiel . . . 78.158
t Sier Lunardo Emo el savio del Con*
seio, qu. sier Zuan el cavalier . . 140. 78
Sier Ferigo Renier fo avogador di Co-
mun, qu. sier Al vixe . . . . . 55.155
Sier Sebastian Justinian el cavaliere
orator al Chrislianissimo re di
Pranza 114.107
Sier Zuan Badoer dottor et cavalier, fo
capitanio a Verona 62.148
Sier Marco Foscari fo ambassator al
Sommo Pontefice 91.123
f Sier Hironimo da chà da Pexaro fo sa-
vio del Conscio, qu. sier Beneto
procurato** 132. 97
Sier Toma Mocenigo fo capitanio in
Candia, di sier Lunardo procurator
qu. Serenissin\p 107.107
Sier Alvise Gradeoigo fo Cao del Con*
160
seio di X, qu. sier Domenego el
cavalier 110.112
Sier Alvise Michiel fo Consier, qu. sier
Veltor 40.166
t Sier Marco Dandolo dottor el cavalier
fo savio del Conscio 134. 84
Sier Jacomo Soranzo el procurator. . 94.127
Sier Nicolò Michiel el dottor fo capita-
nio a Bergamo 53.157
Due Savii di terra ferma.
Sier Lunardo Zantani fo a la camera
d' imprestidi, qu. sier Autonio , . 94.122
Sier Andrea Mocenigo el dottor, è di
Pregadi, di sier Lunardo procura-
tor qu. Serenissimo 118.98
Sier Zuan Contarini fo podestà a Vi-
cenza, qu. sier Alvise qu. sier Ber-
tuzi procurator 113.110
Sier Marco Antonio Contarini fo savio
a terra ferma, qu. sier Michiel . . 95.118
Sier Hironimo Grimani fo Cao del Con-
scio di X, qu. sier Marìn .... 127. 99
t Sier Nicolò Tiepolo el dottor fo savio
a Terra ferma, qu. sier Francesco. 156. 68
Sier Andrea da Motin fo a la camera
de imprestidi, qu. sier Piero . .
Sier Troian Bollani qu. sier Hironimo .
Sier Ruzier Contarini, el proveditor
sora la Sanità, qu. sier Bernardo .
f Sier Bortolomio Zane fo a la camera di
imprestidi, qu. sier Hironimo . .
Sier Donado da Leze fo di Pregadi, qu.
sier Michiel 81.135
Sier Jacomo Antonio Orio fo a la ca-
mera de imprestidi, qu. sier Zuane. 1 18.104
Sier Vetor Pixani fo proveditor sora la
revision de i conti, qu. sier Zorzi . 47.156
Sier Zuan Nadal Salamon fo savio a
terra ferma, qu. sier Toma . . . 117.106
Sier Anzoto Gabriel fo avogador, qu.
sier Silvestro 126. 97
A di ultimo Marsso. La matina vene in Col-
legio sier Domenego Grilli, venuto irector et pro-
veditor di Cataro, in loco del qual andoe sier
Marco Barbo electo per danari. Era vestito di ve-
ludo ttegro, el referi insta il solito, el laudato dal
Serenissimo.
Di $ier Carlo Contarini proveditor sene*
112.105
103.118 11
78.136
135. 90
m
MDXXVni, MARZO.
102
raì, di 29, da Verona, fo lettere. Come era
ritornalo li, stalo in Valpulesella et Val di Caprino
a veder li passi. Et scrive le arteilarie sono io
Verona, et altre provision accade far.
IH reciori di Verona fono lettere eliam di
W 29. Con avisi hauti di sopra.
Da poi disiiar, fo Conscio di X con la Zonta,
et fo fatti Cai del Conscio di X di Aprii, sier Ga-
5pro Malipiero fo Cao di X, sier Vicenzo Capello
fo Conf^ier et sier Uirouimo Loredan fo capitauio
a Verona.
Fu posto una gratia di sier .Andrea Bondi-
mier, qual, hesst*ndo morto suo fiol sier Antonio,
qual è sta ainaziito, et per ducati .... era stù
electo castelan al Scoio di Napoli di Romania,
che *l ditto suo impreste lo possi scontar in anga-
rie per lui et per altri a ducati 100 per volta,
Zoe per angaria : et balolata do volte non bave il
numero, et non fu presa, et li fo fatto torlo, per-
ché é sta fatto in altri rimasti per danari et morti.
Fu posto una gratia di la moier fo di sier
Renier Vituri qu. sier Piero di Cròia, a la qual
per Gran Cooseio fu concesso la canzellaria di
Zara per ... . rezimenti, per suslentation di soi
(ioli et Se, bora dimanda li sia concesso per 5
rezimenli, taxà sopra la canzellaria di Parenzo du-
cali 5 al mexe, aziò possi maritar soe fie, eie.
Ave : H et 6, et non fu presa ; voi li quattro
quinti.
Fu posto, per il Serenissimo solo, una parte
di confirmar certo ordine fatto a Padoa per sier
Mallo Michiel podestà, che atento la carestia gran*
de, non possi li monari luor più il copo, ma soldi
3 per staro padoan. Et perchè di quelli di !a Zonta
erano molli cazadi, To reduta la cosa nel Conscio
(li X semplice, et posta pur per il Serenis.simo,
qual molto si scaldoe su questo per esser bene*
ficio di la povertà di padoana. Et fu presa.
105
Die 30 Marta 1528. In Rogatis.
m
8er Marinus de Molino,
Ser Joannes Emiliano,
Ser Daniel Maineritis,
Ser Marcus Minio,
Ser Aloiaius Moeenieo eques,
Ser Franeiacus Donato eques,
Consiliarii.
Ser Joannes Franeiacus Emiliano,
1 Diarii di M. Sanutq. -> Tom. IL VII.
Ser Joannes Maiheus Bembo,
Ser Carolus Capello,
Capita de Quadraginta.
Essendo proximi al fìnir de V ofTilio suo i nobeli
bomini Nicolò Bolani, Jacomo Barbaro et Bortolo-
mio da Canal auditori et sindici nostri da terra
ferma, é conveniente servar in loro quello che in
ogni tempo et in simil casi sempre é sta servalo,
maxime questa ultima volta, che furono Sindici li
nobel bomeni Piero Morexiiii et Beneto Barbarigo,
però;
L* anderà parte,* che per auctorilà di questo
Conscio, li preditti Nicolò Bolanì, Jacomo Barbaro
et Bortolomio da Canal sindici, possino exercitarsi
non obstante el compir de Tofficio di Auditori, eum
la medema auctorìtà, condition et modi che i se
retrovano al presente fino a la compita espeditione
del sindicato suo, come per sue lettere cum io-
stantia ne hanno rechiesto.
De parte 158
De non 20
Non sincere 6
Die dicto. In Rogatis.
Ser Marcus Antonius Contareno,
Ser Michiel Trivixano,
Advocatores Comunis.
Quoi ista ballotatio Consiliariorum, qua termi-
natum fuit quod nobilis vir Hironimus Pisaurus
qui est de Sapientibus electis super taxis possil pro-
bari Sapiens Consilii, in quo casu etiam sunt
nobiles viri Joannes Baduarius doctor et eques et
Thomas Mocenicus, tamquam male et indebite facla
quia nobilis vir Aloysius Mocenicus eques Consilia-
rius ballotavit cum non potuerit, rationibus allegatis
iocidatur auctoritate huius Consilii et anouletur.
De parte i 5 1
De non 38
Non sincere 3
Expulsi fuerunt supradieti tres nobiles cum
eorum propinquis.
11
168
IfOXXTIII, MARZO.
164
1061) Die dieta.
Ser Marinus de Molino,
Ser Joannes Emiliano,
Ber Daniel Henerius,
Consiliarii,
Quonium verlilur dubium an viri nobiles Joan-
nes Biiduarius doclor et eques, Hironimus Tisaurus
et Thomas Mocenicus possinl probari Sapienles
Consilii cum ipsi elecli sin! Sapienles super laxis,
ideo vadil pars, per viam declarutionis, et primo
quam ponunl, quod predicli Ircs nobiles non pos-
sinl probari.
— 42
Ser Marcus Minio, .
Ser Iranciscus Donato eques,
Consiliarii.
Ser Carolus Capello,
Caput de Quadraginta loco Consi
liarii,
Quod possinl probari.
— \n
Non sincere
8
Expulsi fuerunt omnes nominati et suorum
afflnes.
1527 (?) a d\ ultimo MarMO.
Seri tura data a la Signoria per uno di Bassan.
Io Bernardin Gelpho dico a Vostre Signorie,
che in questa malina a bore 14 ho scontralo in
Marznria uno nominalo Zuane del Negro da Grigno
de Valsugana, mio grandissimo amico, qual assais-
sime fìade è stalo a manzare et bevcre in caxa mia.
Et prima gli ho domandato quello lui é venuto a
far in questa terra. Me ha risposo, esser venuto
per comprare certo veludo et un puoco di malvasia
per uno certo missier Maximian Petrapiana, con el
quale dice esser eonzalo per capo di squadra, per
esser lui Tatto eapilanio di fanti 300. Item, li ho
dimandato se a Trento si fa alcuna preparation di
zente, overo di altro, et che oppinione é la sua. Mi
(1) U cuU i05* è Uinflt.
ha ditto, che gran provisìone fina bora é fatta di fa-
rine et biave, si de li quanto a Rovereto. Item,
che assai pezzi de artellaria erano slati tirali fora
del castello di Trento per veder se gli bisi^gnavu
cosa alcuna, idest artellarie menute. Item, dice
che in Trento in più fiade gli é venuto zerca fanti
numero 350, venuti per suo iuditio de la Val de
Non, et che de li se diceva expectarsi cerca lanze
300, el che subito quelle zonte, se adunerà tutte le
fantarie per avanti desi*ritte, le qual sarà a la suiti-
ma de fanti 8000 et più, et che petisa certo non
passi 24 de Aprile che tiebbaiìo calare, tlul i do-
mantiato a che banda lui iudica liabbino a calare ;
lui dice creder certo per la via di Verona, Schio ci
Bassan, et che Zobia passata in Trento gli erd as-
saissimi capitani el castellani di quelli castelli, quali
feceno fra de loro gran reportamenti. Item, IkìIIì
dimandato cerca V Àrchiduca ; me dice lui retro-
varsi per fermo in Vienna, insieme con il vescovo
di Trento, el eh*» le sue zente erano tulle ne la
Hongaria. Holli dimandato se crede che T Àrchidu-
ca sia per venir a la volta de Italia, overo mandare
sue zente. Dice, per suo iu<litio, che*l dillo Principe ](
non venire lui, ma crede ben che sia per mandare
una bona banda de cavalli. El io gli dissi se turchi
venisseno a la volta de Hongaria, el bisogneria più
presto che vui altri andaste a quelle bande, che cer-
car de calare de qui. Me rispose el disse, di le
terre franche oltra V Hongaria et Boemia aiuteraoo
dillo Ardiiduca, et di zente quanlo di danari, el
che certo cosi gli hanno promesso. Altro tion hO|
salvo a Vostre Signorìe mi racomaudo.
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor
general, di 29 Mar$o 1528, hore 20. Come li
inimici stanno dove erano a Piontello, ne si move-
no^ el patisseno molto de victualie. El conte di Caia-
zo hozi ha cavalcato con la sua compa^nia el :K)0
arcliibusieri, per andar di sopra verso Milano per
romper una guardia fanno inimici al ponte di Lain-
bro; il qual ancora non é loriiaio, non si sa quel
opererà. Quelli da Trezo hanno in ordine il ponte,
né però lo gettano su Adda, el stanno cussi.
Manda la :
Copia di una lettera da Copra, di monsignor
di Qrangis, qual dice eusA :
Magnifico el clarissimo signor Proveditor mio
honorandissimo.
Aviio Tortra signorili come qui g* é folto una
l
m
HMXVni, M ABZO.
166
diefa generale a richiesta de li imperiali, come scris-
si li giorni passali a quella se havea a fare, a la
qual se li sono trovali tre oratori imperiali, quali
hanno domun«Ia{o tre cose. La prima : che questi Ji
voli'sseno dar passo a li lanzinecli per andar a Mi-
lano; la seeunda : che questi signori vogliano far
che dilli passi st ano aperti et sicuri per poter man-
dar victunrie et monition a Milano et Como; la
lerza : che possano levare di le gente di questi si-
gnori per mandar con dilli lanzinech. Il che veden-
do, subito andai in dilla dieta, et feci intendere a
questi signori, che ancor cb* io Tossi certissimo che
sue signorie, come homeni dabene et di fede, non
fusseno per con iescendere ad alcuna de le doman*
de de dilli imperiali perché sono disoneste et leo-
denle contro V honor loro, nondimeno per il debito
mio me pareva recordarli, che questo saria expres-
samenle conira la confederatione fatta col Christia^i
Dissimo re, pregando sue signorie a voler dar re-
pulsa a dilli oratori. Et sopra ciò li dissi molle pa«
role, che per brevtlè ometto. Da poi comparseno
dui oratori de li Signori elvelii, che prr questa cosa
^rano veuuti, quali in dilla dieta mollo gaiardamen-
le huimo parlalo de non far quello che dilli impe«
ridli domandano, perché olirà che saria contra la
confederatione fatta col prefalo ChrisUaoissimo re,
saria ancfae conira quella hanno dicti elvelii et loro
li)7« che polria eausare una gran ruina tra epsi. Per ooq-
ciusione, dicli signori di la dieta hanno ordinato
ehe 1 tulio si referirà a le comunitade, poi se li
far) risposta. Et instando dilli oratori imperiali da
huver dilla risposta più presto sia possibile a loro
richiesta, hanno statuito un* altra dieta per la Do-
menica de la Oliva a Volane, dove, piacendo a Dio,
me atroverò, et spero talmente operar, ctia dilli
imperiali non conseguiranno efielto alcuno di le
domande sue, et del successo di dilla dieta ne avi-
sarò vostra signoria, lo ho del tutto avisata la
Illuslrissima Signoria, cum farli intender vogli pro-
veder a li passi de li, perché io dubito che quando
dicli lanzehinecb vediTano non poter passar per
questi passi di qua, cercherduo de descender de
quelli de là ; siche vostra signoria il tulio intende,
a la qual quanlo posso mi olTero et ricomando.
De Cùyra, a 25 Marzo 1528.
Soltoscrilla :
Tutto al parere et servìlio de Vostra Signoria
De Granois.
Da Verona, di Nicolò Barbaro oapitanio
fiél Lago, Si 3Ù Ma/00^ a sier Otegario Figa-
mano. Da novo, da le parte di sopra comenzano già
venir qualche cavallo, ma da .... et ti altri capcta-
ner erano a Trento sono andati a Yspruch per con-
sultar de la impresa hanno a far et dove dieno pas-
sar Se comenza già far la monition, il biscotto et
apparechiar i radi (ruote?) parto di Tartellaria cavala
fora, le barche dei ponti in ordine, li daniiri sono tro<
vati. Dieesì prima voler andar in Italia verso Milan,
poi andar in Reame. Vieneno con gran iniquità, et
par cegnano prender la riviera di Salò, et con quello
presumano haver il laco, et se la Signoria li manda
8 di le maistranze per metter in ordine le fuste per
governo, per esser apli et darnie almen 300 archi-
busieri per fornir le fuste et barche, spero farò co-
noscere la servitù et fede mìa. De qui se cominiano
a far preparamenti. Se la provision sarà fatta de
fanti, non passeranno per qui ; et di questo vi acerlo.
Signori de Ululo de tutto il reame de Napoli \q^
et li cognomi de le eaxate loro et le intrate
che t^neno, et quelli che hanno li sette oft
fici del regno, et quanta provisione teneno
et quante habitatione de terre murate sono
in ditto regno, et quanti casali aperti sono
in dicto regno, et quanti archiepiscopi sono
in dicto regno, et episcopi.
Lo signor Àscanio CoIona gran con-
testabile, con provisione de una
onza al giorno, sono a V anno
unze 3G6, ducali 2196, tene
de inlrala ducati 98 miiia, con
le dille provisione .... ducali 30.000
Lo signor Vespasiano Colonna, tene
xilolo di duca et non lo usa . . > 40.000
Lo principe di Salerno, di casa San-
severino » 20.000
Lo principe di Bisignano, de casa
Sanseverino > 40.000
Lo principe de Squilaze, de casa
Borges > 20.000
Lo principe de Stigliano, de casa
Caraffa > 10.000
Lo principe de Sulmona, de casa
de Lanoy ei gran canzelier
del Reame, ha una unza al di,
de inlrala » 20.000
Lo duca de Ameife, de casa Picelo-
mini, égran ìustitierdel Re-
167
gno, ha ducati 6 al di de prò- •
vision de intrada
Lo duca de Monteallo, de casa de
Araj[!;ona
Lo duca de Airi, de casa de Ac-
quaviva
Lo duca de Traiello, de casa Calc-
iano
Lo duca de Gravina, de casa Ur-
sino
Lo duca de Martina; de casa Cara-
zolo
Lo duca de Nerilo (Noci) de casa
Acquaviva
Lo duca di Santo Pielro in Gala-
ti'ja, Scamlarbecco Gasinolo .
Lo duca de Surama, de casa San-
to Severino
Lo duca de Ariano, de casa Ca-
raffa
Lo duca de Nocera, de casa Ca-
raffa
Lo duca de Castro Villari Spinello,
et è prolonolario del Reame, et
ha 6 ducuti al di di provision,
et de intrada
Lo marchese del Guasto et Pesca-
ra, de casa Davalos de Aquino,
è gran camerlengo del Reame,
con sci ducali al di,
et de intrala
Lo marchese de Bilonle, de casa
Acquaviva .
Lo marchese de Telia, de casa Ca-
razolo
Lo marchese de Licito, do casa Pi-
colomini
Lo marchese de Quarata, de casa
Aequino . . . . . . . .
Lo marchese de Montesarchio, de
casa Caraffa
108* Lo marchese de la Tripalda, de
casa Oislriolto ......
Lo marchese de Vuchiancio (?) de
casa (^arazolo . . . . . ..
Lo marchese de Pulignano, de casa
Faraldo
Lo marchese de Castalaneta, de
casa Carazolo . . . . . .
Lo marchese de la Padula et conte
de Colisano
MDXXVIUi MARZO.
ducati 18.000
8000
18.000
12.000
14.000
10.000
3.000
2.000
5.000
10.000
6.000
4.000
20.000
3.000
2.000
2.000
5.000
10.000
3.000
3.000
4.000
4.000
19.000
1
Lo marchese de Laino, de casa
Cardines
Lo marchese de Oira, de casa Do*
nifacio
La signora duchessa de Bari, de
casa Sforza et raina de Polonia,
tiene del ducato
La duchessa de Prancavilla, de
Aquino
La duchessa de Terranova, de casa
Maich (?) .
La duchessa de Sessa, de casa Cor-
dul)a
La duchessa de Termule, de casa
de Capua
La duchessa de Ferandina, de casa
Castriota
La marchesa de Civita Santo An-
gelo, Castriota
Lo conte de Potenza, de casa de
Ivara et gran siniscalco del Rea-
me, con provisione di una onza
al di, et de intrada ....
Lo conte de Oliveto, de casa Gar-
dona, et grande admirante del
Regno, ha ducali 6 al di di pro-
visione, et de intrada. . . .
Lo conte de Venafra, Pandone . .
Lo conte de Ogenlo, de casa De-
lasso (?)
Lo conte de Nola, <ie casa Ursino .
Lo conte de Gonza, de casa Je-
sualdo
Lo conte de Altavilla, de casa de
Capua
Lo conte de Morcone, de casa Caie-
tana
Lo conte de Melilo, de casa de
Mendoza
Lo conte de Capazo, de casa San-
Severino
Lo conte de Populo, de casa Can-
lelmo
Lo conte de Santa Scverina, de
casa Caraffa
Lo conte de Santo Angelo, de casa
Caraziolo
Lo conte de Montelione, de casa
Pignatello
Lo conte de Maialone, de casa Ca-
raffa
ducali 3.00^
4.0CKf
16.000
4.000
9.000
40.000
12.000
4.000
2.000
10.000
8.000
4000
4.000
8.000
14.000
6.000
3.000
3.000
6.000
4.000
6.000
4.000
3 000
10.000
169
icoxxvni, iiAiuEa
170
Lo conte de Policastro, de casa Ca«
raffa ducali 3.000
Lo conte de Rugo, de casa Caraffa . > 3.000
Lo conte de Montecalvi, de casa
Caraffa > 3.000
Lo conte de Sarno, de casa Tota-
villa > 4.000
Lo eonte de Santo Valentino, de
casa Litolfa ....'... > 2.000
Lo conte de Hontorio, de casa Ca-
raffa > 2.000
LocontedeAliffi,decasa GaroIon(?) > 4.000
109 Lo conte de Muro, de casa Ferrillo > 6.000
Lo conte de Noi, de casa de Azia . > 4.000
Lo conte de Arena, de casa Arena. > 3.000
Lo conte de Migniano, de casa Fe-
• rannosca » 2.000
Lo conte de Monlurri, de casa Ci-
vilu(?) * 3.000
Lo conte de Hartorano, de casa
Genaro > 4.000
Lo conte de Falena, de casa de
Capua > 5.000
Lo conte de Nicastro, de casa Ca-
razolo > 4.000
Lo conte de Trivenlo, de casa
Afllicto > 3.000
Lo conte de la Grutlaria, de casa
Caraffa > 6.000
Lo conte de Conversano, de casa
Acquaviva > 2.000
Lo conte de Arenda, de casa Adorno » 3.000
Lo conte de Sirobari (?) de casa
Aierba i 4.000
Lo conte de Sinopoli, de casa Ruffo > 3.000
Lo conte de Condaianì, de casa
Condaiani > 4.000
Lo conte de Montella, de casa Ca-
banillia > 6.000
Lo conte de Aìrolo, de casa Ca-
raffa > 2.000
Lo conte de Gioia, de casa de Ac-
quaviva > 2.000
Lo conte de Oppito, de casa Or-
sino > 2.000
Lo conte de Buriollo, de casa Pi-
gnalello » 2.000
Lo conte de Suriano, de casa Ca-
raffa » 2.000
Lo conte de Aliano, de casa Ca-
rafià > 3.000
numero
1558
>
1594
>
17
>
104
Lo conte de Brucino (?) de casa Ca-
razolo ducali 4.000
Lo coiite de Aiello, de casa Siscar . > 3.000
Lo conte de Cerilo, de casa Caraffa > 3.000
La sip;nora contessa di Alessano,
Balzo > 3.000
La signora contessa de Campagna,
de casa Cardona » 5 000
La conlessa de Migianie (?) de casa
Belirame * 2000
La contessa de Manera, de casa
Manera ... 1 ... . > 4.000
La contessa de Avellino, de casa
Cardona > 4.000
Notilia cbe tulle le terre murate
nel regno ^ono
Et li casali aperti habitali nel rea-
me sono •
ifefii, li arzivescovi del reame
sono • . .
Li vescovi del reame sono . . .
Dileeto fato nostro Marino S. R. E. presbUero 1 10*)
cardinali Grimano.
Clbmens Papa VII.
Dilecle oli noster, salutero et apostolicam be-
nedictionem.
Gratas habuimus litleras cir.^ luae, per quas
nobis gratias agii de cardinalatus dignitate, cui
quid se in labore, Rde et officio responsuram nobis
pollicetur id etsi fuerat indubium, tamen multo
gratius quam ipsam gratiarum aclionem accepimus.
Nos enim, (ili noster, in conrerenda bac libi digni-
gnitate, plurimarum rerum rationem merito habui-
mus, Tamiliae luae praenobilis avique et patrui tuo-
rum scraper laudandae memoriae, luae vero impri-
mis et doclrinae et virtulis, cumqu»^ ad deferendum
libi hunc honorem superiora salis movere possent,
ea quae tua propria erant lillerae et probitas tua
nos iuslius moverunt. Unde et libi ipsi hanc digni-
tatem haud minus quam nostro muneri rererre potes
acceptam, cum talis foeris, ac sis, ut dignum te hoc
bonore multo ante reddideris, quam ob temporum
iniquas conditione» adipisci potueris. Quace, quod
isti virtuti istum animum adiungis Iaborandi et co*
nandi ut nobis et buie Sanctae Sedi prò tua virili
(1) U carU 109* è bianca.
171
IlDXXVUf, APRILE.
17?
et ornamento et arliumento <iis, nos et p^urimum te
oominendamus, et non iniiius id te praesliturum
speramus : hahes enim plurima in hoc adiumenta
eum apud luos auctoritalis, lum in te ipso dignilatis.
Quod ut perRcias te ita adhorttimur, ut tamen no
sira horliitione non inii^'nisse fateamur, qui prae-
terita praestiteris fuluraque (am pie pollicearis.
Datum in chi tate nostra Urbé^eiana,
sub nnnulo Piscatoris, àie XIII Mattii 1528.
Pontificahis nostri anno quinto.
Dlosics.
n r Sanctissimo ac Beatissimo Domino nostro
Papae Clementi VII,
Sanctissime et Beatissime Pater.
Post pedum oscula t)eatoruni, ac mei humilli-
mam commendationem. Tarn ppaeclarum mibi de-
dit Tua Sanclitas affeclus sui testimonium, ut me
sibi devinxerit perpetuo : tam ardua sunt benefìcia
in me sua, quae nedum merila mea sed proprias
etiam vires longe exuperant, ut oorum quidem
magnitudini nulla ex parie possim aeque satisfacere.
Dum enim me nuper in Sanctae Romanae Erclesiae
Cardinalem suum assumpsit, non profeclo (|uae te-
nuitati meritorum meoruni conveniunt, sed quae
tuae polius Bealitudinis et clementiae erant, parles
optimas consideravi!, funeta interim eadem Tua
Sanclitas veri summi Patris officio, cuìus est omni-
bus benefacere et larga manu suam diffundere
gratiam. In quo quidem tam tale palet tuae Beati*
tadinis benignitas, quam quae amplissima. Nam si-
cui quae ad Rempubblicam 0)ristianam pertinere
visa i;unt ah ea nunquam neglecta fuerunt, sic illa
nullibi desinit filias suos etiam perexiguos pie favere
et extollere liberaliter, eaque onmia summo Consi-
lio ut sui beneficii utililas non tantum ad uuum
hominem pertineat, sed ad uiiiversalis Ecdeiùae
oommodum. Accedit ci ad suam gloriam ut non
modo quod obtineri possit, sed magis quod opti-
mum sit, largilur semper in alios, ita ut non soium
divinitatis dispensatorem se se nobis praebeat, sed
knmo auctorem repraesontel beueflcentia. Quocir-
ca, Pater Beatissime, cum ego te uno summo auc-
tore tanta sim dignitale amplificatus, ac rursus tua
Sanctitas nullis a me provocala offlciistam promplo
sii in me animo, meum erìt, quod referre nequeo,
perpetuo meminisse, polliceorque buroillioiam ao
(1) U ctrU 110* è bUDca.
perpeluam, quam libi debeo, servilutem, curam,
operamque meam, lum prò luis, lum prò Sedis
Apostolicae votis expendendam. Et quod denique
mihi oh forlunarum lenuitatem non licei, tofani
vilam, qune mihi e(»nliger»t, in eiusdem tuae Beati-
ludi lis ohservantia, in tulgenlia et assiduitate dedo
et quasi consecpo. Pie ego deinceps praecabop, ut
Deus ipse ouius viees illa gerii in terris, cumulale
reterai graliam bene erilo et luauìet Sanclitatem
diu fervei iiicohimem. Cuius sanctissimi< pedibui
ilerum atque iterum me humillime conmiendo.
Venetiis, die 19 Februarii 1528.
E. Sancì ilas Vestrao, et devota
creiilura, humilhmus servitor
M. Caroinaus Grimanos.
Del mexe di Aprii 1528.
A dì primo. Introno Gonsieri di sopra sier An-
drea Foscaririi et sier Domenego Conlarini, il terzo
sier Francesco Donado el cavalier inlrò za ... .
m xi. Item, Cai di XL, sier Nicola Minio qu. sier
Almorò, sier Zuan Franoesw da Canal qu. sier
Piero, et sier Bernar io da cM da Pexaro di sier
Piero; Savi! del Conscio sier Marco Dindolo dottor
et cavalier, et sier Hironimo da cha da Pexaro, il
terzo restoe perchè era Savio di Zonta, sier Lunardo
Emo. Item, Savio di lerra^ ferma sier Borloiomio
Zane, V altro, che è sier Nicolò Tiepolo el dottor,
non voi i itrar. Savii ai ordini, sier Benelo Boldù,
sier Zuan Francesco Lippomano, sier Piero Maria
Michiel slati altre fiate, el sier Alvise Bembo qu.
sier Zuan Ballista nuovo, il quinto sier Almorò
Barbaro inlroe a di *28 Fevrer passato. Etiam in-
troc»o Gai di X, sier Gasparo Malipiero, sier Vicen-
zo Capello et sier Hironimo Loredan, fo del sere-
nissimo Principe.
Da Verona, fo lettere di sier Zuan Emo
podestà et sier Daniel Barbaro capitante^ di
ultimo. Mandano un reporto di una spia stata fino
a Perzene, mia .... di .... di Trento, qual
referisse come il summarìo scriverò qui avanti, et
di preparation si fa per cakir li lanzinech, et che a
Trento si aspectava il conte Alvise da Gonzaga ; et
altre particularità.
Fo parlato di mandar zentilomeni 8 a le porte
di Verona el farli per Pregadi, con salario per spe-
(1) Le otrto Ili', 112, 112* sono bianche.
I
173
MDXKVI^ APROS.
174
xe ducali 40 al mexe, con 8 homenì, et fallo notar
hi parie, la qunl si niellerà in Pregadi.
Del duca di Uròin capitanio aeneral no-
stro, fa lettere, date heri a Padoa, drieate a
domino Baldo Antonio Faleutio suo orator
qui. Avisa il suo conzer li, venulo a stafeta, per
visilar la signora Duchessa, qua! non sU bene et la
sua famiglia havia inviata in quesla terra, siche
pensa la sarà zonla» et Jovedi, a di 3 de V inslanle,
vegnirà in questa terru. El qua! suo oralor za era
parlilo per andarli cniilra a Pudoa, et diUo Duca
arrivare a la caxa tien in affilio, zoè quella di sier
Marco Dandolo doclor et cavaher, di la qual paga
ducati ....al* anuo di fitto.
113* In questa mattina se intese, et fo dillo, esser
zonlo uno venulo per mar, qual è zorui 4 partì di
Manferdonia, el dice che francesi erano inlrati pa-
cifice in ditta cilti.
Da poi disnar^ fo Pregadi per far li Savi! di
Zonta, et avanti fosse letto lettere alcuna, ma posto
alcune (aie et parte, fu tolto ci scurlinio, el qual é
qui sotto.
Fu posto, per li Coosierì, una taia a Treviso,
cum 8it che di notte Jre inlrasse in ca.xa di prè
Liberal di Ruzanoti al qual li feze darli le chiave di
le casse, ei U tolse fuora zerca ducati ^0, pertanto
chi quelli accuserà babbi lire 500^ et se uno com-
pagno accuserà Taltro, dummodo non sia principal,
sia assolto di la pena, et babbi la taia ; et ave :
156, 0, 0.
Fu posto, per li dilli, una taia a Mestre, di certo
bomieidio perpetralo in la villa di Cornolea a uno
vechio povero ditto Busichio da alcuni iocognilii
ifltra^i in casa sia, et li tolse cerio carnier di pau»
ut in ìiUeris del Podestà el oapiianio di Mestre di
8 Marzo. Chi quelli accuserà babbi lire 5<)0, et se
uno compagno accuserà Pallro sia ^lS&oMo, dummodo
non sia il principal el babbi la taia. Et dillo Podestà,
inleso li malfaclori, U t)ossi metter in bando di
terre et lochi eie , con taia vivi hre 500, morti lire
300. Ave: IxVJ, 0, 0.
Fu posto, per li dillj, una taia a Chioza, cum
sit che Domenego Ferro et Ceco Cunetleto da
Chioza babbi perpetralo homicìdio in la persona di
Ugolin di Ugolini col navìNo andando verso Puia a
comprar biave, come apar per lellere del podestà
di Chioza, però sia dà auctoriià al dillo Podestà di
bandirli di terre ei lochi, con tara vivi lire 500,
morti dOO. Ave : 155, 2, 4.
Fu poslo, per li Savii, cum sit che siano sta
inviati ai procurator Pexaro ducali 35 milia in tanti
ori, quali sono a Chioza con (re bafche, però sia
preso che con altre do barche li didi danari siano
mandali con ditte 5 barche* Et fa presa.
Fu poslo, per sier Benelo Boldù, sier Zuan
Francesco Ltppomano, sier Alvise Bembo, sie^ Al-
morò Barbaro, sier Piero Maria Micfaiel savii ai or-
deni ; cum sit che per metter a carena una nave di
sier Zuan CapeNo qu. sier Lorenzo, li bisogna im-
presie^lo di T Arsenai alcune cose, però sia preso,
che *i dillo sia acomodato, dt positando latili conta-
di et pagando il frusto et mendo. l'2'i, 11,0.
Fu posto, una parte, di fair uno Procurator do-
man per il Mazor Coaseio, coti obialion di ducati
10 milia, ut inparte^ da esser |>osta a Gran Con*
seio. Fu presa. Ave: \6% 34, 4.
Fu posto, per lutto il Collegio, che a Jacomo
Antonio da Verona el compagiii daziari del dazio
di le intrade et dj le porle di Padoa, debbi pagar
il debito^ il terzo io contadi^ il terzo termÌDe 6
! mexi, el V altro terzo, 6 mexi» siche in uno aoiio
babbi ps«ato. 143, 8, 13.
Die primo Mariii 1528. In EogaHs. n^
Ser Andmas lusearenus,
Set Dominieus Contarenus,
Ser Joannes Emitianus^
Sir Daniel Badnerius,
Skr Frunciscms Donatus^ tqn^
Oonsiliarii.
Ser Nieolans Minius^
Ber FroMeidcus de (Janaii^
Ser Bernardus de chà de Pexaro,
Capita de QuadraginUk.
Ser Dominicus Trevisanus, eqms procu-
rator,
Ser Leonardus Moóènioifs, procuraUr^
Ser Marcus Dandulus doctor, eques,
Ser LuGOM IVaiiva, pr<imiraiùr,
Ser Franciscus Bragadenus,
Ser Andreas Trtpisanus, èqmeSi
Ser Laurenfius lJiuredanus,pfèeurator^
Ser Rironimus Pisaurus^
Ser Leonardus Emo,
Sapientes Consilii.
Ser Petrus Boldù,
Ser Petrus Maurocenus^
175'
IfDXXViir, APRILE
lU
Ser Bartholomeus Zane.
Ser Philippus Capello,
Sapientes terrae firmae.
La imporlanlia dei presenti tempi ricerca che si
fazi presenlanea provision de danari per polor su-
plir a le spese che occorrono far, et perhò ;
L' anderà parte, che dimane sia chiamato el
Mazor Conscio nel qual elezer si debba uno Procu-
rator a la Procuralia de citra, el possi esser electo
de cadaun loco, officio et rezimenlo, etiam de
quel! de una islessa casada, con li Procuratori de
ditta procuratia ; né possino esser provati quelli
offerirano meno de ducati 10 milia. Quello rema-
nirà sia obligato exbursar quanto V bavera offerlo
in termine di zorni otto ; la reslitution parimente
del ditto imprestilo se habbia :id far in questo mo-
do che 1 ditto Procurator da esser electo possi
sconiar ducati 1000 in le sue proprie a nga rie, de
ogni sorte che se uìeteseno con tutti doni et modi
come se l' havesse pagato in danari contadi ; né si
possi la presente parte suspender o revocar, o in
altro modo alterar per parte alcuna che fosse presa
in contrario, la qual in questo suo caso se intendi
nulla el de niuno valor. CI per il restante di quanto
r bavera offerto, li sia obligato il datio di la ma-
sena, pagati che sarano li Procuratori, oflicii et re-
zimenti, che sopra ditta *mascna hanno obligatione,
et da mò se intendi preso che la masena preditta
habbia ad continuar (ino a compimento et integra
satisfation de dillo Procurator, el li danni che se
baveri da dillo Procurator siano deputati al far de
ì fanti ultimumente deliberali per questo Conscio.
t De parte 16*2
De non 24
Non sinceri 4
In Maiori Consilio. Die iertio Aprilis.
»
Posila fuit suprascripla pars per Consi-
liarios et Capita de Quadragint<i, et fuerunt :
t De parte 1117
De non 188
Non sinceri 48
Scurtinio di 3 Savii di Zonta ai Collegio
mexi tre, iuxta la parte.
Sier Zuan Badoer doctor et cava-
licr, fo capitanio a Verona . . 57. ^^^^
Sier Nicolò Bernanlo fo savio del
&)nseio, qu. sier Piero ... 77./
Sier Sebastian Justinian el cavalier,
è ambassador al Cbristianissimo re ^^
di Pranza 9I.IC^'
i Sier Domenego Trivixan el cavalier,
procurator, fo savio del Conscio. 151. iC^
t Sier Piero da chi da Pe.xaro procu-
rator et orator a lo illustrissimo
Lutrech Ili». 08
Sier Francesco Bngadin fo savio del
Conscio, qu. sier Alvise procu-
rator 97. 91
t Sier Leonardo Mocenigo procura-
tor, fo savio del Conscio . . . 119. 68
Et chiamadi li do Procuratori electi iolrorno
immediate.
non Sier Alvise Mozenigo el cavalicr fo
Consier, non si provò, per esser
da basso.
Fu posto, per i Consieri una parte, che bes-
sendo bora rimasto savio del Conscio di Zonta
sier Piero da clià da Pexaro procurator, qual é
orator apresso lo illustrissimo monsignor di Lau-
trech, per tanto li sia resalvà il locho a iutrar Savio
del Conscio di Zonta, el de praesenti si lazi uq
Savio di Zonta in loco suo ut in parte. Fu presa.
Ave: 168, 13,0.
Scurtinio di un Savio del Conscio di Zonta.
Sier Alvise Pixani procurator, fo savio
del Conscio 78.111
Sier Zuan Badoer dolor et cavalier, fo
capitanio a Verona 54.130
Sier Nicolò Bernardo fo savio del Con-
scio, qu. sier Piero 87. 98
Sier Alvixe Gradenigo fo Cao del Con-
seio di X, qu. sier Domenico ca-
valier 87.106
(l)UoirUil4* èUiBOt.
in
IIDXXVIII, Al>RlLÉ.
178
Sier Sebaslian Justinian el cavalier, é
ambassador al Christiamssimo re
di Pranza ••.... 99. 93
f Sier Francesco Bragadin fo savio del
Conscio, qu. sier Alvise procurator 105. 83
El qual sier Francesco etiam introe immediate.
El tulti li Savi! si levono etandorono a consul-
tar, et in questo mezo fo ledo una lettera di sier
Thomà Moro proveditor general, da Cassati,
di 30. La copia é qui avanti.
Seurtinio di 8 Savii a iansar, et il primo di
ballote sia del numero di 20, et li altri 7
del numero di 15, ut in parte, con pena.
i Sier Polo ^laresso fo podestà a Ber-
gamo, qu. sier Gabriel .... 106. 44
f Sier Zuan di Prioli fo Cao del Conscio
di X, qu; sier Piero procurator. . 105. 36
t Sier Alvise Malipi^o fo Cao del Conscio
di X, qu. sier Stefano procurator . 1 1 1. 42
Sier Zuan Alvise Duodo fo Cao del
Coliselo di X, qu. sier Piero . . 68. 80
t Sier Hironimo da cbà da Pexaro fo al
luogo di Procurator, qu sier Ni-
colò 89. 6-2
Sier Piero Marzello fo ceosor, qu. sier
Jacomo 67. 78
t Sier Berluzi Zivran é di Pregadi, qu.
sier Piero 95. 57
1I5* f Sier Zuan Francesco Morexini fo Con-
sier, qu. sier Piero 113.33
t Sier Jacomo Badoer fo Cousier, qu.
sier Sebastian el cavalier . . . 81. 62
t Sier Bernardo Marzello foCao del Con-
scio di X, qu. sier Andrea . . . 103. 43
Sier Daniel Trivixan é di Pregadi, qu.
sier Andrea 76. 70
Fo strida far doman Gran Conscio, et far uno
Procurator insta la parte presa, et poi ditto, si farà
doman Pregadi.
Da Cassan, di sier Thomà Moro provedi-
tor general, di 30. Il sumario scriverò di sotto,
benché non sia di molta importantia.
Da Cividal di Bellun, di sier Polo More-
xini podestà et capitanio, di 30. Come, bessendo
tornati da le bande di qua molti quali erano reduti
in Alemagna per fuzir la carestia, cazadi per le cri-
de fate, come scrisse, riportano alcuni di loro cbe
/ Diarii di M, Sahuto. — Tom, XI VII
hanno qualche inzegno et sono stati a Presenon, et
alcuni a Trento el Bolzano, che in effecto non si
manca di preparamenti et ma3\ime verso Trento,
et a condurli ^biave et maxenar etiam legnami et
tole per far barche et ponti ; et dicono haver inteso
che hanno fatto dimandar il passo a sguizari per
andar a Milano.
A dì 2. La matina, a San Marco, fu fatto pro-
cession per le gran pioze, et portato atomo la
Madona fece San Luca, et questo si farà tre maline
di ordine del reverendissimo Patriarca ; et questa
notte fin la mattina piovete assai, et forte.
Fo frustato do villani per li Provedadori sopra
la Sanità perchè andavano zercando per San Marco
contra le cride.
É da saper. In 4 lungi son hospedali : a San Za-
ne Polo, a San Zuane Bragola et a Santo Antonio,
et a la Zucca in chà Donado, ne li qual sono da
numero .... di villa poveri, di quali ne moreno
assai al zorno. É sopra T hospedal di San Zane Polo
sier Hironimo di Cavalli qu. sier Corado, et sier
Hironimo Miani qu. sier Anzolo ; el su quel de la
Zucca sier Piero Capello qu. sier Francesco el cava-
lier ; et altri su altri. Tamen molti villani el dono
et femene non voleno andar, et vanno per la terra
zercando elemosina.
Da Verona, di sier Carlo Contarini prove*
ditor general, fo lettere, di ultimo Marzo, Co*
me havia fatto principiar a taiar li passi ; ma biso-
gna zente che li varda. Item, manda un reporto di
una spia vennta di Trento, qual sarà scritto qui
avanti.
Di sier Aìvixe Pixani procurator, provedi*
tor general, da sera, di 23. Come era zonto li, et
havia hauto lettere da domino Joachin francese,
qual é in San Severo, che lo avisa in ditta città es-
ser gran morbo, el lo avisa di successi di exerciti
sicome si bave per lettere del Pexaro di 21, et
m^nda la copia di la lettera. Scrive come lui si par-
tirà per andar verso Lutrecb.
Da Crema, di sier Luca Loredan podestà
et capitanio, di ultimo. Come da uno mio explo-
rator venuto da le parte di Zenoa in questa bora
ho, come Tarmata de Andrea Doria, havendo per
spia che *1 viceré di Spagna venia a la volta di Na-
poli con l' armata suso, la qual era da 3000 fanti,
ditto Andrea Doria havea rotta et presa, ne la qual
havea fatto etiam pregione il Viceré con molti
altri. Et pili per via de Milano ho per un'altra spia,
come spagnoli erano por gittar uno ponte a Trezo
et passar di qui per scorere el sachizare suso el
12
116
179
UDXXVm, APRILE.
bergamasco, et questo per far levar le zenle de la
Signoria nostra da Cassano. Di le qual nove tal
qual sono lo scrive.
116* Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di ultimo Marzo, particular, vidi
lettere, qual dice cussi. Habbiamo ogni zorno a
le parte di sopra rinforzarsi, si che, per quel si vede,
al tutto vorano venir giù et presto, che non posano
mai venir. Si ha dato principio a taiar li passi, ma
mancano gente a guardarli.
In questa mattina, in la Quarantia Criminal et
Zivil vechia rcduta a petizion di sier Zuan DoIGn,
sier Marchiò Michiel et sicr Marin Juslinian avoga-
dori extraordinari, per la relention di do scrivani
di Ire Savii sopra il regno di Cypro, li. qual è sta
relenuli, et tra et Consieri preso siano
ben retenuti, et fo cazadi li parenti di sier France-
sco Lippomano fo proveditor sopra i ofiBcii, sier
Piero Loredan qu. sier Polo è proveditor sora i
ofiBci, di sier Marco Antonio Contarini qu. sicr Al-
vise, di sier Filippo Trivixan fo patron in Barbarla
et
• • .....
Et parloe sier Marin Justinian, ma non compite.
Et aziò il Conscio non vadi vacuo, per li Avogadori
ordinarii fo bandito uno in tutte do Quarantie etc.
Da poi disnar, fo Pregadi, et lecto solum que-
ste tre lettere.
Fu posto, per li Consieri una taia a Vicenza, di
certo bomicidio seguito in la persona di Lorenzo di
Mioto Ballabon in la villa de Castelleto da Brianze
per alcuni incogniti, come apar per lettere di sier
Zuan Contarini podestà di Vicenza, di 19 Septem-
brio passato, videlicet di quelli accuserà babbi lire
500, et si uno compagno acusi Taltro sia absollo di
la pena, et babbi la taia. Fu presa. Ave : 153, 5, %
Fu fatto li 8 di XV Savii a lansar che mancha
avanti si facesse alcuna altra cosa; el qual scurlinio é
questo :
Ekcti 8 di XV Savii a tansar, con pena.
i Sier Nicolò Michiel el dolor fo podestà
a Bergamo, qu. sier Francesco . . 130. 36
f Sier Carlo Morexini ci procurator . . 100. 54
t Sier Polo Trivixan fo Consier, qu. sier
Andrea 123. 34
t Sier Francesco Valier fo Cao del Con-
scio di X, qu. sier Uironimo. . . 130. 51
Sier Daniel Trivixan é di Pregadi, qu.
sier Andrea 76. 81
f Sier liorenzo Falier fo proveditor a le
biave, qu. sier Thomà ....
Sier Jacomo Michiel fo Cao del Conscio
di X, qu. sier Thomà
f Sier Nicolò Bernardo fo savio del Con-
scio, qu. sier Piero
Sier Andrea Mozenigo el dolor, e di
Pregadi, di sier Liconardo procura-
tor qu. Serenissimo
Sier Zuan Alvise Duodo fo Cao del
Conscio di X. qu. sier Piero . .
Sier Antonio Capello el procurator. .
t Sier Nicolò Moceiiigo fo proveditor al
sai, qu. sier Francesco ....
Sier Marco da Molin procurator, qu.
sier Alvise procurator
Sier Lorenzo Pasqualigo el procurator.
Sier Vetor Minoto é di Pregadi, qu.
sier Jacomo
Rebalotadi.
180
112. 49
69. 89
97. 58
105. 50
47.108
94. CO
113. 39
81. ee
86. 61
94. 69
96. 61
Sier Antonio Capello procurator. . .
t Sier Vetor Minoto é di Pregadi, qu.
sier Jacomo 99. 6 1
Tolti et non siprovono, i quali tutti si cazano,
et che non polena esser per intrar nel Con-
scio di X.
non Sier Andrea Gusoni procurator,
non Sier Francesco di Prioli, procurator
non Sier Antonio Mocenigo, procurator
non Sier Andrea Justinian, procurator
non Sicr Andrea Lion, procurator.
Fu posto, per li Savii del Conscio et terra fer-
ma, alento le oplime operalion del signor conte di
Caiazo, li sia acresulo il numero di fanti sì che bab-
bi 1000 fanti. Item^ domino Antonio da Castello,
impido la compagnia al numero di fanti 500, et do
corsi, videlicet .... li siano dati fanti 300 per
uno ut in parte.
Fu posto, per li ditti, atento il signor conte di
Caiazo à hauto modo far venir nel nostro campo
Antonio da Castello era in Milano a stipendio di
cesarei, però sia preso che li sia dato di condula
fanti 300 et ducati .... per la sua persona. Fu
presa.
Fu posto, che al signor Cesare Fregoso, oltra li
50 bomeni d* arme V ba, io locho dì 30 hooieai
181
MDXXVm, APRILE
183
d' arme li fo dati di la compagnia del Baion, li sia
dato 60 cavalli lizierì. Fu presa.
Fu posto, per li ditti, che Jacometto da Novello
debbi compir la sua compagnia di fanti 500, et
vengi a la custodia di Verona. Ifem^ Hirooioìo
Poeta é in Padoa li sia dato fio 200 fanti, et cussi
altri 300 a .... i quali tutti tre vadino a la cu-
stodia di Verona. Fu presa.
Fu posto, per li ditti, che in Padoa, a Borgese
che vi é li sia impito la compagnia fino fanti 300.
Fu posto, per li ditti, che domino Balista da
Martioeogo, qual fin bora é stato a la custodia de
Verona eoo fanti .... debbi andar in brexana et
esser capo di quelle ordinanze, et star a quella cu-
stodia con ditte ordinanze.
Fu posto, per li dilli, che 'I signor Alvixe de
Gonzaga fo Sol del signor Rodolfo, stato a nostri
slipendii, et desidera ritornar a servir la Signoria
nostra, li sia dato 150 cavalli lizierl et fanti 1000,
117« di qual ne fazi lui 4 capitanii con ducali 20 per
paga, et esso Conte babbi provision per la sua per-
sona ducati 1000 a Panno, et in tempo di paxe
babbi cavalli 50, ut in parte. Fu presa. Ave:
124, 40, 95.
Fu posto, per sier Marco Antonio Corner et
sier Marco Antonio Zen proveditori sora il cotimo
di Damasco certa parte ; ma i Savii ai ordeni per
000 baverla inlesa volseno rispello, et però non
fu mandata.
Fo chiamato 24 zenlilhomeni a dover doman
andar conlra el Capitaoio zeneral a Liza Fusina,
videlicet cavalieri et dottori et altri tutti che vien
io Pregadi.
Fu posto, per i Savii, atenlo le nove si ha, sia
preso olirà li 4000 fanti presi di far siano fati altri
6000.
118 1528. A dì 19 Aprii In Pregadi.
Fu posto, per li Savii del Conscio el terra fer-
ma, una parte, di reformar le fantarie in questo
modOj zoé :
A) signor conte di Caiazo fanti 1000
A domino .\ntonio da Castello ... > 1000
Al conte Claudio Rangon » 500
A Jacometo da Novello » 500
A Hercules Poeta » 200
AMariaaCorso > 200
A Borgese Dal Borgo > 200
A Batista Marlinengo, olirà le ordinanze > 200
A Cesare Grison fanti 1 50
A Piero Maria Aldovrandin .... > 150
Canduti di novo.
Al signor Alvixe di Gonzaga . . .
Antonio da Castello venuto da Milan .
Dui corsi
Francesco Spinello , .
fanti 1000
> 300
» 400
» 100
Summa numero 5900
Capi veehi.
Filipin de Salis ....
Lanzinechi
HannibaI Fregoso reimpia
Otavian Vaylà ....
Andrea da Corezo . . .
Toso Purlan
Cesar Martinengo . . .
El Coscho. . . . '
Lodovico da Corte regia .
Jacomo Antonio Pochipanni
Bortolomio Avogaro . .
Guido Naido
Aguslin Cluson . . . ,
MafloCagnol
archifousieri 300
870
350
200
200
200
200
200
200
200
100
450
350
300
Numero 3620
Item, Baldissera AzaI deputado ] 1 8*
a Tarmada, vadi in Lombar-
dia con archibusieri 400
Il signor Capitanio zeneral so-
lito baver » 1000
Ave la dita parte: 181, 6| 1.
Da Udene, di sier Ztian Basadonna doetor^ 119
lochoienenie, di 30 Marao 1528^ manda
questo riporto a li Cai di X.
Zuan de Piero Mauro fo de Pozecho arente Co-
droipo, habilanle a Cremons, venuto dal clarissimo
Locolenenle, referisse, come mìssier Hironimo vice
capitanio di Gorizia et missier Raymondo Dorim*
bergo il mandò a chiamar, et li dete sagramento
strettamente, et li disse che *l dovesse esser servi-
lor di la cesarea Maestà et ledei di quella ; et che
se li bastava l'animo con certi compagni haver
183
lIDXXVni, APRILE.
184
Osoff, lo voleva far zentilhomo, ot non voleva che pìd
il stentasse» digando: € non vedistu che venetiani non
puoleno aver biave né comodità alcuna, et stenta loro
et vui stentate con loro. > Et referisse, come sier
Chrisloforo da Cremons stele segurtù per esso refe-
rente, perché disse esso esser fidelissimo del Stato
de lo Imperatore eie. ; et dice esso referente, come
loro sano il tutto, però che dicono che li parenti
sui che sono in Udine et de qui intorno li fan-
no saper il tutto, et che lui sarà mandato ad OsofT,
ma non sa quando, iamen che lui mandarà el
Gol suo a farlo intender al prefato clarissimo lo-
cbotenente, el che lo facia prender ancor lui quan-
do se mandarà a prender quelli che andarano a
Osoff per tuorlo, perchè voleno far imboschada,
dicens mio Solo ha anni 14.
120*) j^ eli 5. La matina, fo lettere del procuraior
Pexaro, di 23 et 2i, da Oìfanto, in campagna,
nel campo. Come, ha vendo inteso monsignor illu-
strissimo Lutrech che M principe di Melfe era in-
tralo in Melfe con 1000 fanti et alcuni cavaHi, de-
liberò mandar el conte Piero Navaro el Camillo
Orsini con 7000 fanti el 5 cannoni di 50. I quali
andati, andorno 11 el comenzorno a batter; et avanti
che fosse fatto gran rombo in le murale li fanti
nostri desiderosi li deteno una baiala, el uno capi-
lanio con 12 fanti montono in la terra el fono re-
batuti ; el sequendo pur el trazer, a bore 22 ne de-
teno una altra bataia, la qual e/mm fo rebatuta. Il
che inteso, Lutrech li mandò altri 5 canoni di 50 el
la compagnia di fanti fiorentini, i quali zonli poi a
di 24 li deteno bataria el bataglia; el introno per
forza dentro amazando tutti chi trovorono, fanti
homeni el done, fino i putti, et fatti presoni, el sa-
chizalo la terra, né alcun si salvò se non quelli se
bulorono de muri, quali si amnzavano el erano
etiam presi et morti. In la rocha so retirò il Prin-
cipe con zerca 1000 homeni. Et scrivendo la let-
tera, esso Pexaro avisa esser zonlo nova dillo
principe haversi reso a descrition de Monsignor
Illustrissimo. Scrive, che haveano mandato trombeta
a tuor alcune terre, el qual trombeta nel ritorno
ha ditto havea parlato con alcuni venivano di Arian,
el haverli ditto spagnoli esser tutti li, el li lanzinech
partiti el andati verso Napoli in disacordia con
spagnoli. Scrive, il trombeta andò a Manferdonia
per haverla non é ancor tornalo, el che Lutrech
era sta conlento che 'I signor Camillo con li lanzi-
(i) U otrU 119* è bianca.
nech nostri vadi verso Tran! et Barletta per haver
quelle terre, qual se bavera. Scrive, sotto Melfe
esser sta morii de li nostri, zoè del campo, da 50,
tra li qual 3 capitani, uno nominato Dantio da Fer-
rara, el altri banderari, etc. Scrive zerca i danari
non è zonli, el Lutrech se dispera.
Bel procurator Pixani proveditor general, \
fo lettere, di Ascoli, di 24. Come parti con le
zente nostre da sera di la Capriola, el per non lo-
char San Severo, che era amorbato, fé altra via più
longa, el hozi zonse qui ad Ascoli mia 7 dal campo.
Doman vi andarà piacendo a Dio.
Noto. Il corrier portò queste lettere, nominato
Nicolò da Es(e, disse nel venir esser stalo a Fortor
dove vele alcuni galioti de la nostra armada venuti
con una barca a comprar alcune cose, da li qual
intese Y armala esser zonla a Santa Maria de Ter-
medi, eh* é su la Pula.
Vene V orator de Mantoa, al qual el Serenissimo
li disse la conduta in Senato, preso de darai signor
Àlvixe de Gonzaga, et la qualità; el qual orator era
sta quello havia Irata con la Signoria de condurlo,
si che 'I mandi qui a stipular el haver danari. Esso
orator ringratiò el aricordò Sotoy (?) uno altro
nominato .... Et poi el Serenissimo li comunicò
le bone nove si ha del campo.
Vene V orator del re Christianissimo monsignor
di Baius, else alegrò che le cose prosperava in
reame. Item, mostroe una lettera de monsignor
de Lutrech di ... . qual se lamentava molti de
dinari per pagar le zente; et el Serenissimo le
disse erano in camin el el numero, si che li bavera
subito, etc.
Da poi esso orator apresentò UDa lettera de
credenza del re Christianissimo, di 10, el poi una
lettera li scrive èl Re a lui, come vedendo le cose
de Italia importar, el dubitando de sinistro, por
agumeiitar V exercito suo et di la liga de 14 milia
lanzinech feva di la compagnia, ne vo-
leva mandar 3000 subilo in Italia, ma voi la Signo>
ria pagi li do terzi el Soa Maestà un terzo, i qual
do terzi el li lanzinech sarano a conto de li fanti è
ubiigata tener la Signoria in campo. Il Serenissimo
li disse de la gran spesa eramo, el se conscieria.
Vi sier Carlo Contarini proveditor sene-
ral,di Verona, di primo. Come ha aviso che in
Trento li é preparado alozamento per 200 cavalli,
el el conte Girardo de Archo el Caslelallo sono
andati a Yspruch, el che a Maran é zonti 200 far-
cosi de biava per conto de la munition. Se risona
che Subilo compida la fiera se meleranno a camino.
185
lIDXXVin, APRUJ.
186
131 Da Udéne, di sier Zuan Basadona el do-
ior, ìocotmenie, di ultimo. Manda questa lellera
da Venzoo, di ultimo.
Da Vemon^ di la comunità al ditto Locotenente
di 30 MatBO 1528.
MagDJfico el clarissimo signor.
Questa sera sul tardi é gionto uno coriero de
la maesti del re de Poiana, qua! dice, da Cracovia
in Viena esser venuto in 7 giorni, el da Viena in
questa nostra terra in 5 zorni, et aferma le zente
del re Ferdinando esser sii rote el mallratade da
le zente del re Zuane, alias Vayvoda transilvano,
et che lo prelibato re Zuane se atrova in Buda, el la
maestà del prefato re el principe Ferdinando si atro-
va in Viena. Dimandato del Re polan, dice Sua Maestà
esser al presente in quiete et pace, benché assi polani
siano atrovati al predillo conflitto in favor del pre-
fato re Zuane bongarico ; et che se divulga che le
sae zente insieme cum le lurchesche in brevi habia
a vegnir a Viena a trovar la maestà di Ferdinando.
Questo é quanto ne ha referto ditto corriero.
VenBoni^ die 30 Marcii 1528.
Postserìpta. Sono zonli dui italiani, uno de
loro si è mio conoscente ; lì fazo qualche apiacer
quando passa de qui, et viene de Graz, eh* e a la
volta de Viena. Adimandato del Vayvoda, dicono
che a Graz si diceva hanno laiato a pezi le zente
del Principe, el lo Vayvoda si è stato superior, el
che *l ha dato un laion al ditto Graz, et haveva
mandato- 600 (?) fanti a la volta de Viena, el che *l
Principe se va a la dieta a Ratisbona se dice per
cose del Luther, el che l' é grande sisma in quelle
parte de le terre franche, onde coslori se conforma
de la mia scritta a Vostra Signoria. liem, di l'abate
di Vitrino, haver haulo lettere che li cavalli del
Prìncipe erano malmenali.
tìì^ Dei signor Governador cenerai Janus^ dal
campo di Cassan, di . . '
Di sier Thomà Moro proveditor cenerai,
da Cassan, di 31. Manda uno conto di danari ha-
bull el la spesa, el si voi ducati 23 in 34 milia al
mexe. Bozi se ha hauto per reporli, come el ca-
stellan de Mus havea haute lettere dal signor An-
tonio da Leva che 'I nostro campo in reame era
(i)Uaurt« m'èbiaooa.
Sii rollo, el li ha scritto esso Proveditor el conlra-
rio, el mandato la copia- di le particularità di le
lettere de la Signoria zerca le nove del reame aziò
el stii saldo. El il signor Governalor et lui li scrisse
una lellera molto ezortatoria persuadendo a man-
lenir la fede ; ma crede habbia mutalo proposito :
pur ancor non si sa certo, ma uno lamburlo de li
nostri disse haver visto suo fratello dal signor An-
Ionio da Leva a Pionlello ; el che seguendo saria
gran danno et discomodo de le cosse da le bande
de qui. Scrive haver provato li bombardieri iusla
r ordine de la Signoria, et fatto allegreze assai con
tirar artellaria el far fuogi per inanimar li nostri, et'
sgomentar li inimici.
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 133*
et capitanio. Con a\isi di le cose di sopra, el a di
5 principierano
In questa matina, in le do Quarantie Criminal el
Zivil, sier Marin Justinian avogador extraordinario
compite di parlar, el doman si lezerà le scritture,
over Luni.
Da poi disnar fo Gran Conscio, el vene il Sere*
nissiroo con dossi.
Fu posto, per li Consieri el Cai di XL la parte
di far un Procurator, notada qui avanti. Ave: .6
non sinceri, 188 di no, 1117 di la parte, el fu
presa.
1415. Eleetion di Procurator di San Marco
sopra le Comessarie de atra iusta la parte
presa.
non Sier Antonio da cbà da Pexaro fo
podestà et capitanio a Treviso^
qu. sier Leonardo.
non Sier Zuan Emo é di Pregadi, di
sier Leonardo qu. sier Zuane
el cavalier..
t Sier Francesco Mocenigo fo pode-
stà et capitanio a Treviso, qu.
sier Piero, el qual andò a offe-
rir ducati 10 milia a ogni be-
neplacito. Ave 1337.167
non Sier Zuan da chi da Pexaro fo di
Pregadi, qu. sier Leonardo.
non Sier Marco Antonio Barbarigo fo
podestà el capitanio a Ruigo,
qu. sier Francesco.
non Sier Zuan Corner qu sier Zorzi
el cavalier procurator.
187
MDXXVm, APRILE.
188
133
Et poi balotà do vote, fo chiama dal Serenissi-
mo et esortato t portar li danari a li Camerlenghi
questa sera, perché i bisogna mandarli a far queste
fantarie. Disse farla, et cussi fo aperto con li soi
parenti.
Fo fato Podestà et capilanio a Treviso sier Fran
Cesco Morexini fo avogador qu. sier Nicolò di zerca
900 ballote, di sier Anzolo Gabriel fo avogador.
Item, Provedilor sora il cotimo di Damasco sier
Sebaslian di Prioli fo a le Cazude, qu. sier Dome-
nego, et XL del Conscio di XL Zivil nuovi. Item,
XL Criminal niun passoe.
Da poi Conscio, il Serenissimo con la Signoria
si reduse in Collegio, et fono sopra danari, et fo
nota di meter una tansa il primo Pregadi liem,
sopra il scuoder di debitori et metter parte zercba
quelli che comprano li stabeli de debitori.
Da Bergamo, di sier Nicolò Salamon pode-
stà et sier Vicenjso Trun capitanio, di primo.
Come il castellan di Mus era acordato con spagnoli,
la qual cossa V hanno per molle vie. Et più, che se
ritrovava li a Bergamo uno fradello del ditto easte-
lan, al qual hozi vene uno cavalaro del ditto eastel-
lan con lettere, et il ditto messo, da poi date, bave
a dir che 1 castellan era acordato, et che V havia
scritto a suo fratello si partisse di Bergamo aziò
lui non sia retenuto
Da Verona, di sier Daniel Barbaro tapi-
tanio, di 2. Manda uno riporto di le cosse supe-
rior. Conclusive, calerano al tutto questo mexe, a la
pid longa sarano a di 3i Aprii ; et altre particulariti.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di 2. Con avisi in confor-
mità di lanzinech che calerano; tomen zente né da*
nari ancora se vede in esser.
Di Franaa, di sier S^Histian Justinian el
cavalier^ otaior, da .... di
123^
Hozi a Conscio fo chiamati 35 zentilhomeni de
Pregadi, tutti, excepto, do doctori, ad andar da ma-
tina a Liza Fusina contra il Capitanio zeneral qual
di Padoa vien qui.
Hozi fo il perdon di colpa et di pena a la Caritae,
antico, et ne concorse assaissìme zente ; ma seguite
una cosa che II in fo taiato il viso a uno
• • •••••.•«•••••••
Adid.lA matina, vene in Collegio sier Fran-
cesco Mocenigo rimasto beri Procurator, vestito di
veludo cremesin alto et basso, acompagnato da li
Procuratori et altri soi parenti in scartato, non però
I molti, et ringratiò la Signoria de la sua creation.
Et poi ritornò a caxa con li Savii di terra ferma et
ordeni.
Vene il duca di Urbin capilanio zeneral nostro
di longo con li zentilhomeni lo levò a Liza Fusina,
che fono 16 in tutto, sier Cabrici Moro el cavalier,
sier Andrea Mocenigo el dolor et altri ; qual volse
smontar al ponte di la Paia et venne di longo in
Collegio. Sentalo apresso il Serenissimo, disse era
venuto a far reverènlia, et desiderava poter venir
in Pregadi a far la sua excusation di le operation
sue, ma poi che li ordeni erano in contrario non li
voleva romper : al che il Serenissimo li disse che
non si consueta in questo Stado, ma dicesse in Col-
legio, perchè il tutto saria riferito in Pregadi. Et lui
disse venirla un* altra mattina ; poi si parlò de le
cosse del regno. Ditto Capitanio disse che inimici
non si poteva salvar se non a Benivento, overo Ca-
pua et 11 far testai, perché Taranto è lontano, el
cussi Caieta. Disse la Puia é per nui, et volendo
monsignor Lautrech passar i monti et andar di là
driedo inimici, potrà haver viptuarie da la Puia che è
grassa et aquistada quasi tutta per la liga, come è
da creder sarà etc.
Vene V orator di Franza Baius solicitando dana-
ri per il campo, et disse che *l saria bon tuor per
capitanio di la liga in Lombardia el duca di Ferani.
Vene T orator del duca di Milan con uno aviso
che *l suo Signor ha, che per via di Zenoa V Impe*
rator ha mandato a Milan ad Antonio da Leva du-
cati 36 milia.
Die 2 Aprilis 1528, hora tertia.
Ritornato da Trento D. F. L. explorator aian-
dato, dice Luni a mezodi arivai a Trento et li stetti
Marti, poi damatina ritornai in zoso. A Trento non
li èra niun de signori, né el Castelalto né altri, ma
erano parlili; per quello sentiti dir, el Venere avan-
ti era andato il Castelalto cum quelli signorotti a
Yspruch, né altro potè intender. Ma audetl per
Trento vedando quello si faceva et dicea, et trovai
nel monaslerio de San Marco barche 20 vechie, et
artegliarie assai vechic et nove, tra le quale vi era
da circa 400 archibusi lutti novi cum le sue casse
in ordene, falchoneti assai ancor in ordene, et da
circa 7 boche d* artigliaria grande, et assaissimo di
vecbie che non erano in ordine.- In San Lorenzo vi
sono barche vecbie 8 ; per la terra si lavora a furia
di barche, et gè ne ho contade 37 complde, et se
ne fa de le altre, et se fanno carri grandi per car-
1
i89
MDXXVni, APROS.
190
gar dicle barche. Son etiam sia davanti el loco de
U monition, perché allora era venulo Ire carra de
baloUe che si discargavano in monilion, che é aran-
te il castello. Et guardando dentro, vidi assai altre
balole, arcbibusi et artigliane senza Gne. Visti an-
cora molinari portar a macinar biave quale cavava-
DO fora da le monition, el si diceva che inaxenavano
per conto de essa monition ; el vidi che V era sta
fatta una fuxina nova dove se fa ballote per arte-
gliarie, et andando per quelle strade altro non se
vede se non marangoni che lavorano. Se dice lì per
Trento che '1 sarà guerra, el che presto voicno
calar gente assai a la volta de Brenlonicho per tuor
la Cbiusa el andar a Verona. Molte minacie se di-
cono; ma non li é uno soldato uè fante da Ala in
qua, el questo vi so dir perchè ho parlalo cum un
vesentitt che se partile Venere da Ala» el dice che
da Ala in qua non li è né cavalli né fanti, salvo
mulatieri che vanno suso et zoso per biave : ben é
vero che se dice die venir fanti et cavalli. lu Valsu-
gina altro non vi è, salvo el scriver che hanno fallo
per li lochi che stiano in ordine. Da Grìgno in su,
tutti li marangoni sono andati per comandamento
a Trento a lavorar.
1-25' Da Verona, di sier Daniel Barbaro^ capi-
tanio, di 2. Con avisi di le cose de sopra, el man-
da questo riporto, come el parlamento a Yspruch
per le cose de Italia era finito, el che se cominciava
caroinar con le gente erano in quelle bande verso
Trento, el che a Maran erano gionti *iOO farfossi de
biave per conto di la monition, el fosine 7 sono
drizale a Trento, el in tutte se lavorano diversi
strumenti de guerra. I biscotti se fanno, li loggia-
menti se preparano cosi a pé come a cavallo, ita che
se tien, latte le feste, potrano venir a suo piacer.
Dicesi serano da 20 milia fanti el da 3000 cavalli.
Hanno preparato ponti el scale. Per quel se intende
vogliono andar a Milan el stabilir quel ducato, poi
andar dove li piace ; el si dice sono tre in Italia che
fanno gente per lo Imperator. Vero è che non po-
trano portar tanta vicluaria che gli basti. Presupo-
neno pigliar la riviera di Salò, et pigliata esser si-
gnori del Laco, el a questo modo poter condur vi-
tuarie et ogni altra cosa a suo modo a lor bisogno,
et vedeno poco ordine a la difensioo.
El sier Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di Ve*
rona di i, scrive questi avisi di sopra, dicendo io non
dubito del Lago, se'l venisse tutta la Alemagna poter-
mi noeere, ma ben io essi. Tutte le barche le farò con*
(1) U otfta Iti* è Umm.
dur a Isola et le sfondrarò quelle mi parerano, farò
armar da soi (miei?) le due fuste, la barca longa et
barchette, et non bavendo li inimici inslìrumenti de
aqua non potrano far nulla. Se vorauno la Riviera
non forte da la banda de 1* aqua bisogna bone var-
die, perché con 1* armata ruinarò el tutto ; et quan-
do lor serano ad un loco io andarò a l'altro, perché
el cenze 100 milia. Voria ben se usase più diligentia
de quel se usa a preparatone di le nostre terre,
che questo clarissimo Proveditor general non manca
de diligentia eie.
Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonta. 125*
Fo ledo lettere di l'Oralor di Pranza nostro, di
10 di Marzo, drizale al Conscio di X, zerca il mal
officio ha fallo iterum il prolhonotario di Gambara.
con il Re zerca Ravena et Zervia.
Di Cypro^ di 6 Margo, di sier Silvestro
Minio locoienente et Consieri. Come havia pio-
vesto ile il la vizilia di Nadal, che era sta 8 mesi
non havia piovesto et
Fu preso, una parte, zerca li debitori di la Si-
gnoria, videlicet con molte clausole. La copia sarà
posta qui avanti,
El licentialo dal Conscio la Zonla, restò il Col-
legio con li Saviì zerca il conliu da Mozanega che
é in preson ; ma poi nulla feno per esser cosa che
voi pili tempo a la soa expedition.
Hozi é sta cala uno contrabaudo de alcuni ze-
noesi quali fevano condur in questa terra 14 peze
di veludo zenoin el do sachi di seda, el statim
li Avogadori di Comun lo partileno, el lutti bave
la soa parte.
In questa malina, a le do Quaranlie Criminal
et Civil fo compilo di lezer le scritture ; et poi
disnar iterum redute, sier Marin Juslinian avoga-
dor extraordioario parloe, et poi insieme con sier
Zuan Dolfin suo collega messeno che Andrea dal
Corlivo scrivan ai Proveditori sora i officii fosse
ben retenuto. Ave tutto il Conscio. Item^ Zuan
Batista Constanlini el ave una di no; siche questi
do fo preso fosseno ben retenuti etc. Item^ pre-
seno relenir uno Zuan Paolo .... nodaro.
Jfeifi, messeiK) de relenir Francesco Fabeni
etiam nodaro, per intaco de ducati et
haver fato bolelin a li di baver salda
la cassa, et non esser vero. Fo U non sinceri»
22 di no, el 28 di si la seconda volta ; si che la
pende in so favor.
Ma di sier Francesco Lippomano et sier Piero
LoredaD olim è al presente Proveditori sora i
Idi
iiD3nrvnT, aprilb.
m
136
ofBcii et di altri ha intacado, sier Francesco de
Garzoni etc. nulla fo preso, per esser solum do
Consieri, et voi la leze sia 3 Consieri a la Qua-
rantla criminal a retenir alcun nobele.
1528. Die 4 Aprilis. In Consilio X
cum addinone.
Essendo sia in diversi lenripi, si per el nostro
Mazor Conscio come per el Conscio nostro di
Pregadi, provisto circa la vendition de i beni de
li debitori de la Signoria nostra che si fano per li
offlcii de Governadori, Raxon nove, Cazude et X
ofBtii, par che si risolgano a la zornada nove in-
vention, et si inovano diverse cose per le qual
sono tagliate le rendede, in modo che difficilmente
se trovano compradori : al che dovendosi proveder ;
L' anderà parte, che nel far de le vendede de
li sopra ditti beni si habia ad observar il modo
de la parte presa nel Conscio nostro di Pregadi
del 1509 a di 36 Aprii cum le additione infra-
scritte, zioè che, avanti che se Taciano le vendition
siano obligali i deputati a quelle far a saver a li
debitori de V ofìcio suo, over a sui heriedi, come
i voleno vender la tal casa over case che fono
over sono di tal, et similmente ogni altra sorte
stabili et possession, dchiarando il locho dove li
sono, la contrada et la qualità del stabele over
possession, el non li trovando in persona mandino
tre volte a la casa facendosi far la relation, et
notar sotto le polize de li incanti come fanno al
presente. Et debano far tre incanti, et delivrata
che la sarà, habia tempo el debitor de scodar li beni
sui venduti zorni 30 senza alcuna spesa deirincanto;
passati i qual zorni 30 debba esser dato il possesso
al comprador, et mantenuto in quello, et occor-
rendo caso del taglio de la vendeda over revoca-
.tion de essa, non possa esser tratto di possesso
esso comprador se '1 non bavera tutto el suo ca-
vedal integro cum tutte spese et meioramenti,
come dispone la parte presa in Pregadi a di 17
Novembrio 1533, a la qualsia agionto che 6<iam
non se possa per la Signoria nostra, né per alcun
Consiglio magistrato, molestarlo in ditto pos-
sesso, ma sia mantenuto fln tanto che 1* baveri da
la Signoria nostra eSectualmente in contadi tutti
li sui danari. Et perchè a le Gade se vende con
el terzo de sconto et dui terzi de contadi, se debba
restituir per la Signoria nostra el tutto de contadi et
non de sconto, aziò cum mazor animo se possa com-
prar i dicti beni. Praeterea facte le venditione
predicte non possano i officiali de li officii, passali
dicti zorni 30, quella suspender o revocar, come
è provisto per la parte presa irf Pregadi a di 6
Marzo 1508, sotto pena a quelli contrafacesseno
de ducati 100 ne li proprii sui beni, da esser
scossi per H Àvogadori nostri de Comun, senza
alcun Conscio, de la qual uno terzo sia suo, uno
di TArsenal, et T altro di Taccusador. Habiano
tempo i debitori de apelarsi mesi doi secondo la
forma della parte presa in Pregadi a di 33 Mazo
1507, et debano diete apeliation prosequir in tempo
di mesi tre da poi interposta la appellation. CI man-
cando da loro da solicitar i Consiglii, over non pro-
sequendola in diclo tennine, over non apellandosi
in tempo de dicti doi mesi, le vendition siano ina-
pelabile; et aziò non alegino causa de non haver
hauto notitia de dieta venSition, sia azonto che li
deputadi a quelle da poi delivrade iterum fazino
a saper a li debitori li dicti sui beni esser sia |
venduti, el se pretendono recuperarli, che hanno
tempo zorni 30, et poi li mesi do di appellarsi,
et chi però pretendono comparino et usino di le
sue rason ; et non lo havendo facto in diclo ter-
mine i Capi de XL non li possino più dar el Con-
scio, sotto pena de ducati 100 per uno, quali siano
scossi et divisi ut supra.
Et perchè si atrovano stabili conditionali quali
non si possono per le leze nostre vender, debbano i
dicti deputadi affittar quelli per anni doi, vender dicti
6cti secondo la quantità del debito et cussi di tempo
in tempo per li debiti de quelli che al presente venes-
seno. Et perchè ne sono molli che habitano ne le case
conditionale, et non vorano ussir né lassarle affiliar,
debbano i dicti deputadi farli far comandamento
che debano ussir de la casa aziò quelle se possioo
affilar, et satisfar la Signoria nostra, el non volendo
li fazino ussir per forza over li faziano retenir ìq
persona, aziò siano a la condition de li altri.
Et alcuno de coetero non possa andar fuora in
alcun rezimento né officio nec etiam entrar in
q.uesta città in alcun officio, magistrato over Con-
siglio, se integramente el non bavera pagalo et
portato li sui bollettini.
Praeterea, essendo per li officii de Proprio et
da Procurator facti molti pagamenti dotali de li
beni de li debitori de la Signoria nostra, et date
le possession over case exlimate molto manco de
quel valeno, come in molli casi è intervenuto,
siano obligali dicti offitii mandar de mese in oiese
li pagamenti de le dote che farano a V officio de
le Cazude, over quelli altri officii dove fusseno de-
bitori, el quelli beo examinati, essendo slimato el
193 UDXXVm, APULE.
date io pagamento per il quanto manco di quelo
raleno, possino li predetti officiali andar a 1* in-
cacio et quelli vender, et pagate le dote luor el
soprabundante et melerlo in la Signoria nostra,
sia ben licito a le dotale over a soi beriedi volendo
pagar el debito a la Signoria nostra over li sui beni
come legamenti liberi senza alcuna conlradition.
UlteriuB è introdutta una consuetudine, che
qaelli sono debitori di la Signoria nostra, per fu-
gir le decime et tanse assecurano le done sopra
i sui beni ita che la Signoria nostra non se poi
satisfar de alcun credito, però sia preso, che per
li o6ciali preditti, siano viste le qualità del stabile
et altri beni, et le assecuration facte, et essendo
excessive de uno quarto più, come e dicto, de-
baoo del suprabundante Tar satisfar la Signoria
oostra del credilo suo.
Et perchè sono molti che lassano passar 8, 10
el 12 anni et più per i beni sui 'venduti, et cer-
cano poi venir per via de gratia, sia preso che
passali anni 5 non possi più esser facla gratia ad
alcun de dirti beni per alcun modo over forma.
137 Essendo ben conveniente che quando si pro-
sequeno le appellatione de le vendite de compra-
dori vengano et usino diligentia a la deffensione,
il che non (ano, perché sequendo taglio li sono
tassate le spese, le qual non si tassano a la Signoria
nostra, sia preso che a li predilli compradori es-
sendo' tagliate le vendede, non possa più essere
laxato spesa alcuna né datoli per causa di la disfesa
alcun danno over incomodo, aziò siano propri! a
venir a la deflTension gagliarda et efficaze, non di-
cendo solamente che fiat ius, ma usando ogni
diligentia et necessarie deffensione.
Il vigor veramente di la presente parte quale
se fa per li bisogni de la presente guerra, durar
debba fin che durerà essa presente guerra.
194
fì^i) Da Corphù, fo lettere, di $ier Zuan Maro
proveditar di rarmada, di 7 Mareo. Come
non bavìa hauto alcun ordine di passar in Puia,
et
IH sier Tkomà Moro proveditor eeneral,
da Cassan, di primo Aprii, Kore 3. Come hozi
é zonlo qui a bore zerca *20 el signor Cesare
Pregoso, qual ha referito quelli de Collegio haverK
dillo esser sta manda molli denari de qui, et più
assai de quello é; ma il. tutto si poi veder per li
mensuali za mandati et per li conti li qual di novo
li) U earU m * é biaoòa.
/ Diarii di M. Saicvto. — Tom. Il VIL
si manda a la Signoria. Et queste gente, visto che
hebbeno il signor Cesare xìoìì baver portalo dinari,
stano suspese et di mala voglia, che credo in dui
giorni si risolverano et anderano via ; el é passala
la paga del conte di Caiazo, di domino Paolo Lu-
zasco, de li lanzchenechi quali non bisogna passar
un zorno, et pur se intertengono, et altri capi de
fanti dieno esser pagali, che hanno passato il tempo,
et de qui non é un ducatorSi manderà l'altro men-
sual fra dui zorni. Inimici hanno mandalo a Milino
le bagaie et cariazi. Si ludica vorano far qualche
botta : nui stiamo a V erta meglio si poi con queste
poche zente mal pagate. Scrive la nova si bave per
lettere del podestà di Crema di 1* armata di Spagna
esser sia rola da Andrea Doria eie. É venuto qui
domino Zuan Batista Spiciano da Lodi, per nome
del signor duca de Milano, dicendo é tempo di an-
dar in campagna et é per far il debito suo ; ma bi-
sogna gente et per questo il signor Duca ha mandato
uno novo oralor a la Signoria.
Del ditto, di 2. Per avisi bauli da Bergamo si
ha, come el castelan di Mus é acordalo con spagnoli
et ha mandato a rechiamar Angustino suo fratello
qual era a Bergamo, et se n* è andato. Li spagnoli
li danno Lecho et Trezo, et fanno suo fratello Joan
Balista capo di colonnello, et é andati a Milano a
firmar li capitoli, et spagnoli danno obstasi a esso
castellano, quali deno star in la rocha de Mus. Eri
il conte di Caiazo cavalchò, prese alcuni presoni et
zerca 20 cavalli de bagaie.
A di 5, fo Domenega di P Oliva. La ma- 138*
lina, il Serenissimo, vestito di veludo cremexin,
vene in chiexia a luor le palme et udir messa con
questi oratori : Papa, Anglia, Milan, Fiorenza, Fer-
rara et Manloa. Mancava Franza et Hongarìa. /fem,
il Primocerio et lo episcopo di Bafo Pexaro erano
tre procuratori : sier Domenego Trivixan el cava-
lier, sier Polo Capello el cavalier, sier Lorenzo Lo-
redan, et uno domino Pranceschin da Corto conduto
a lezer a Padoa in leze di sora di cavalieri. Né poi
messa Collegio si reduse.
In questa mattina fo conduti 4 spagnoli, tra li
qual uno e capitanio, mandati per il capitanio del
Golfo sier Almorò Morexini, che fo di quelli prese
che di Trieste andavano al campo.
Da poi disnar, predicò a San Marco ti predica*
lor di San Stepbano maistro Marco da la Mirando-
la del suo ordine, et poi vespero si reduse la Signo-
ria con ì Savii et Cai di X in Collegio, et steteno
flnb bore una di notte.
Di campo f da QassMi del proveditor Moro,
13
195
KDXxnn, àPwajL
m
di 3. Blanda una lettera haata del conte Claudio
Rangon, et per più vie hanno che 'I caslellan de
Muss si é conzo con inimici, et Tra uno o doi giorni
sono per andar a li danni del bergamasco o la via
di Val Bremhana, et si ha ordinalo, non potendo
far altro contrasto a inimici veneuilo per quelle
montagne perchè li cavalli non poi combatter li,
che se sgonibreno tutte le meglior robe de esse
valle, aziò che inimici non se ne servino etc.
Copia di ufM lettera da Caprino, del conte
Claudio Rangon^ di 2 Aprii 1538, drimta
al proveditor general Moro.
Magnifico et clarissimo et patron mio òbser-
vandissiroo.
In questa bora mi é venuto aviso, per uno il
qual è slato in Ulcinà, come ritrovandosi con licita
scusa a la presenza de Filippo da Jrcino ivi capo,
che gli Tu portata una lettera come gli significava
che si havea deliberato in termine de dui giorni di
passar di qua et andar a la volla di Bergamo, et
che 'I castellano di Mus si era acordalo et sin bora
havea mandato quantilate di pane in Leco. llora è
venuto ancor il capilunio elusone, per il qual se in-
tende il simile, et del passar et del castellano, et
dicono che haveriano già sin ad bora passali se
questi mali tempi non li bavesseno inlerlenuti ; et
129 secondo egli dice haver inteso, dicono di volere
passar questa notte che viene. Hozi si è visto che
quelli da Brevio hanno botalo ne V aqua una nave
assai grande, la qual polria portar da 50 a 60 bo«
meni, et del tutto mi è parso subito darne aviso a
le vostre signorie, et cosi non nìanco per meglior
et più vie che io posso de intender quanto si può,
et del tulio le ne darò aviso. Quelli da Brevio han-
no pur quivi un' altra nave tale ; ma non Thanno iu
aqua, ma sia in termine che tosto gli la possono
ponere. In Ulcinà non sono altri che tre spagnoli,
et questo Filippo et uno suo fratello con circa 8
altri tra di la terra et del paese ; né altro per bora,
salvo che a le signorie vostre cwn bumil reveren-
tia bascio le mani et mi ricomando.
Da Caprino, il giorno secundo di Aprii,
1528.
Le signorie vostre aapiano che qua non sono
cavaltri, né altri.
Di Vostre Signorie servitor
CuuiMO Ramoonk.
A tergo : Al molto OMgnifioo et dirissimo si-
gnor Proveditore geoeraie et illusiriasinio signor
Governatore, signori et patroni mei observandisimi.
Da Vieenaa, di sier Zuan Antonio da ekà
Taiapiera capitamo, di heri. Certo aviso che
uno citadin de li li ha ditto, che queste zente si fa
di sopra è con li danari del Papa per farle andar
contra Fiorenza.
Da Cremona, fo lettere di sier Gabriel Ve-
nier, orator. Come il duca di Milan era venuto a
trovarlo a caxa dicendoli non si fa provision aeres-
ser r exercilo, et si patirà grandemente, et voria
si facesse fanti et lui da la sua parte farà eie., et voi
andar a star in Pavia. Item, che 'I manda per que-
sto uno suo nontio aposta a la Signoria.
Di AngUa, di sier Marco Antonio Venier
el dolor, orator, di 2, 8, 10 et 11 Mareo. Come
si aspeclava monsignor di la Moreta orator del re
Cbrislianissimo, qual vien per metter ordine a far
gaiarda la guerra a 1* Imperator, et si ha aviso iu
Fiandra esser sta publicà la guerra contro la Pran-
za et Geldria. Scrive esser nove de Italia de felici
successi de monsignor de Lulreeb, et questi deside-
rano vadino sequitando. De qui questo orator ce-
sareo vien guardato.
Scrive di colloqui hauti col reverendissimo car-
dinal Eboracense, qual li ha dillo che T Imperator
voi far la pace col re Cbrislianissimo et lassar nel
slado di Milan il Duca presente ma voi ben Zenoa
el Aste el un milion d' oro aj presente, el lassare el
DoIGn, et poi che 1 re Cbrislianissimo dagi in wan
di questo Re le terre di Borgogna sino che li sia
dato uno altro milion d* oro, et poi restituirà el
duca di Orliens ; ma sopra tutto non voi lassar el
Dolfin se prima monsignor di Lutrech non sia par-
lilo de Italia, dicendoli il Cardinal etiam il Re che
uno nontio di Cesare li havia dillo cussi venuto a
posta ; ma lui voi mandar al re Cbrislianissimo so
cuxin con 6 modi, i qual V Imperator volendo la
pace non potrà far di noen di acelarli, ma voi pri-
ma, che 'I Re so cuxin sia contento.
Di Iranga, di sier Sebastian Jusiinian el
cavalier, orator, di 18, da Poesì. Cooie era
stalo col Re, et parlalo voi far grajQ guerra né at-
ti^ader a pratica alcuna, et il duca di Geler havia
preso una terra di Y Imperator chiamata Aga ....
io
Scrive come lo episcopo di Pistoia orator del
Papa, qual voleva andar in Spagna, sicome scrisse
per le altre, andò a Lion a parlar al signor Alberto
Ì9t
MDXXnUi iPRlLB.
198
130*
di Offif, par il Re Don voy el passi io Spagna. Seri-
?e,a9pe(af lo episcopo di Bada oralor del re di An-
glia mandalo a questa Maesli, et se aspetta intender
il zonzer de monsignor di la Horeta in Ànglia, qual
è sii mandato per metter ordine a la guerra, an-
eora ebe quel Re liabbi fotto trieva per do mesi con
madama Maturità per quanto aspetta a le cose de
la Flandn, iusta però le conslitution antique, aziò li
mercadanti si possino levar di paesi. Scrive, il Cam-
bara tornato dì Anglìa riporta al Papa quel Re es-
ser contento il Papa pratichi la paxe, et voleva
efiam haver l' asenso del re Chrislianissiino, et aa*
dar in Spagna lo episcopo di Pistoia per questo
efecto, unde TOrator nostro contra operò dicendo
al Gran maìstro, a Madama et al Re non é da me-
lersi nel Papa, perchè el vorà Ravena, item Fio-
renza per li Medici, et Modena dal duca di Ferrar»;
unde il Re disse era vero, et però fé quel ho dito
di sopra.*
Ài Brexa, di rier Zuan Ferro eapitanio,
di 4, hore 9, partieular, vidi lettere drìMate a
sier Oregario Pissamano. Come à auto lettere di
Cassan, di domino Antonio di Castello, continua di
le preparalion di legnami fatta per inimici per gitar
d ponte a Trezo, et come uno signor di quelli di
Adorni aparse a Zenoa, el qual par sia andato a
Bassa; et seri ve che Antonio da Leva par sia refredito
in gettar el ponte a Trezo ; ma ben é vero che *1
castelan de Mus tenta pratiche strette con inimici,
et se intende che il signor Alvise di Gonzaga et il
signor Piero Maria di Rossi con alcuni altri fanno
certa gente a piedi et a cavallo a nome de l' Im-
perator. Li nostri fanti et cavalli ogni di sono in
campagna verso Milano et toleno vituarie assai a li
inimici, di sorte che li faoo molto patir, et spando-
no molto vino per le strade per non poter portarlo ;
la qual lettera é data in Cassano a di primo. Item^
esso Capitanio scrive come é sta ditto per uno che
rien di terra todesca, el duca di Zenoa ritrovarsi U
io terra todesca.
AdìS.lA matina, vene in Collegio il Capitanio
zeneral ben acompagnato da li soi, et stele più di
hore 3, intervenendo li Cai di X et
El qual parloe dal zorno se parti de qui prima,
Gno questo zorno
Da Verena^ fo lettere di rectori, die
Die € Aprilis 1528. In Bagatis. 131
Serenissimus princeps^
Gonsiliarii,
Capita de Quadraginta,
Sapientes Consilii,
Sapientes Terrae firmae.
Quanto sia il bisogno quale si ha de danari per
le presente occorrentie del Stado nostro ognuno
benissimo lo intende, si che è necessario far provi-
sione aciò si babbi modo de supplir a le tante spese
che ocooreno :
L* anderà parte, che sia posta una tansa al Mon-
te del subsidìo la qual si debba pagar da tutti li
tansati a li Govemadori de le intrade in contadi,
con don di 10 per 100 a quelli che la pagerano per
tutto di 25 del presente mexe, con don di 8 per 100
a quelli la pagerano per tutto di 10 del futuro mese
di Mazo, passado el qual termine siano tirate le
marcile immediate si che alcuno non possi più
haver ditto benefitio.
De parte 87 — 90 — 88 -* 88
Ser Leanardus Emus^
Sapiens Cansilii.
Havendo questa nostra citti per si longo tempo
sostenuta et bora pid che pid sostenendo una insù-
portabel spesa ne le cose di la guerra, é ben iuUo
et condecente che la sii in qualche parte sublevata
da quelli la eonservation de li ben! et intrade di le
qual dipendono da quella del Stato et cose nostre ;
et praesertim a li presenti tempi essendo necessa*
rissimo con <^i prestesa ritrovar una grosisBima
summa de danari, come a cadauno é noto; et però :
L' anderà parte, che per aoctorità di questo Con-
scio sii dimanda ad imprestedo al clero, si di que-
sta città et dogado come de qualunque altra cita et
loco nostro di terra ferma ducati 100 milia, da es-
ser esborsati con tutte quelle eompartition, modi
et condition che fu observà et exequl ne 1* ultimo
imprestedo rechiesto per deliberation di questo
Conscio, qual in ogni sua parte si babbi ad unguem
ad observar et ezeguir. Et tutti quelli che impre-
sterà no la portion et rata a se spoetante, siino facti
creditori al Monte nostro del subsidio, et haver de-
bino ogni anno il prò corrente a rason di 5 per
100 fino che li Barano restituiti li danari prestati,
199
MDXXVm, APRILE.
300
131
et quelli che pagerano per lutto di 20 di l'instante
la rata a se spedante, habbino 8 per 100 di don, et
per tutto il mese 5 per 100.
De parte 89 — 95 — 102 — f 105
De non — 8
Non sinceri 14 — 17— 16—15
Die anledicto,
Posita fuitper
Serenissimum Prineipem^
ConsiliarioSy
Capita de Quadraginta,
Sapienies Consilii,
Sapientes Terrae firmae,
la parte di la tansa presa ad Uiteram, excepto dan-
no termine al pagar per tutto il presente mese con
il don, ut ante, di 10 per 100.
De parte 157
De non 39
Non sinceri 9
132
Die 5 Aprììis 1528.
De parte de monsignor reverendissimo Patriar-
cha, sia data notitia a tutti li fedel christiani, come
el luogo di greci posto ne la parocchia de Santo An-
tonio, dove loro convengono ad aldir i divini offici,
é luogo prophano cum ninna authoriti eretto, non
benedetto et non consecmtJ, nientedimeno el se
celebra messe et altri divini officii i quali cele-
brar non se dieno, praesertim perché sono etiatn
celebradi da do preti greci excomunicati et publi-
cali, et irregular, i qual celebrano in preiuditio de
le lor anime inganando le anime de altri christiani.
Per tanto sua signoria excomunica et pronun-
tia excomunicafi tutti li altri sacerdoti si greci come
latini che non debbiano andar al ditto luogo come
in luogo prophano et inhabile, et eh' in quello non
debbino celebrar ne* altri oflScii divini exercitar, nec
etiam i corpi di christiani defuncti a quel luogo -
compagnar, né cum i ditti preti greci excomunicati
et irritar participar.
Probibendo ancora sotto quella istessa pena de
excomunieation tutti e ciaschedun laici, che pratica-
noo eum i ditti preti et laici si greci come latini, i
quali jmdarano al ditto luogo et participarano in le
cosse divine eum i ditti sacerdoti greci ezcomuni-
cali, come ne le lettere patente de sua signoria
fatte et publicate più largamente se contien.
Jo. Franciscus Zentiunus
Cancellarius subacripsi.
Da poi disnar fo Pregadi, et lecto lettere fin i;
bore una di nocte.
Da Cjfpro, di sier Silvestro Minio luogote-
nente, di 28 Fevrer. Come bavia pioveslo assai,
siche si spera haver bona anata; ma li orzi apena
apareva fuora di la terra per la gran secura stata.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, el Savii,
dar il dazio a lo episcopo di Baius orator del re
Christianissimo il dazio di anfore di vin,
in tutto... a conto di la Signoria nostra, ut in parte.
Fu presa.
Fu posto, per li Savii del Conscio, excepto sier
Leonardo Emo et Savii di terra ferma, una tansa
al Monte del subsidio, a pagarla per tutto 25 Aprii
presente, con don di 8 per 100, ut in parte.
Et a r incontro, sier Lunardo Emo savio dei
Conscio, voi sia posto uno imprestedo al clero ut
in parte. La copia sarà scripta qui avanti di la
parte.
Et parlò prima sier Lunardo Emo dicendo il
bisogno si ha di denari, et questo è niente a li frati
et preti che sono richissimi etc.
Et li rispose sier Marco Dandolo dolor et cava-
lier. Savio del Conscio, dicendo non é tempo, per-
ché il Papa non comporterà sia posto angaria ai
clero contra i capitoli fatti con papa Julio, et l' im-
prestedo fo messo questo Avoslo al clero siete beo,
perché era a difender il Pontefice; con altre parole.
Et il Serenissimo, Consieri et Cai di XL erano
etiam in la parte di Savii. Andò le do parte, el
ballota 4 volte, a la fin quella di sier Lunardo Emo
ave 105, del Serenissimo 88, non sinceri Ib, si che
di una balota fu presa. Et per saper il tutto, la
prima -volta ave 1 4 non sinceri, 8 di no, 87 del
Serenissimo, 89 di 1* Emo ; la seconda 17 non sin-
ceri, 90 del Serenissimo, 95 di 1* Emo ; la terza 16
non sinceri, 88 del Serenissimo, 102 di l'Emo; la
quarta come ho scritto, 15 non sinceri, 88 del Se-
renissimo, 105 di r Emo, et questa fu presa.
Fu posto poi, per il Serenissimo et per li Con-
sieri, Cai di XL et Savii tutti, una tansa al Monte
del subsidio con don di 10 per 100 a pagarla ler-
ci) U ctrU 132* 4 biaoot
301
MDXXVUI, APBItS.
902
mine per (alto del presente, ut in parte, con don
IO per 100. Ave : 157,39, 9.
Fu posto, per li Consierì, Cai di XL et Savii,
una parte, che tutti quelli sono debitori di la Si-
gnorìa nostra che hanno officii o Consegii in questa
cillà, nemine excepto, si nobeli come populari, si-
come fu preso a di 18 Zuguo 1527, debano per
(otto il presente raexe haver porta a Daniel di Vido
5 boletini, videlicet Govemadori, Cazude, Sora i
officii, Raxon nuove, et X officii, sub pena, ut in
parie, k^e: 155,27,4.
Fu posto, per li ditti, dar il dazio del vin, di
anfore 70, bigonzi 4, a monsignor di Baius oratór
del re Christianissimo, ut inparte. Fu presa. Ave:
153, 33, 4.
ia3» Da Fiorenza, di sier Antonio Surian do-
lor et cavcUier, orator, di primo et do di V tn-
Biante, Come per via di Zenoa, da . . .et etiam
da Livorno si ha esser zonto a Sardegna 20 galle
di l' Imperator con 20 barze, sopra le qnal erano
da 8000 fanti col Viceré che veniva a Napoli ; la
qual nova quelli signori gè T hanno falla intender
ancora che non la credeno. Item, del zoozer 11 il
protboùotario di Gambara venuto di Pranza, va dal
Papa, qual li ha ditto
Item, che volendo quelli signori angarizarli
preti et clero del suo Stado, il Papa li ha mandalo
UDO bripve admonendoli non lo fazi.
IH sier Toma Moro proveditor general, da
Casean, di 4 Come fin questa bora non si ha no-
va che inimici et con loro il castellan di Musso sian
passali Adria per andar a li danni del bergamasco ;
se intende ben che se metteno ad bordine per voler
passar. Quello babbi a seguir Iddio lo sa ; ma non
li vede obstaculo a questo povero territorio berga-
masco che inimici non possino andar a suo piacer
a sachegiar le valle di bergamasca, perché li cavalli
nostri non li poleno obstar né farli danno ne li
monti ; poi si ha molto poche fantarie. Manda la
copia di lettere di missier Gioan Batista Spedano,
date a Lodi, a li 3 di questo, a missier Santo Ber-
tio comissario ducal, qual conleneno alcune nove, et
sono queste :
Gionlo qui, ho ritrovato li seguenti avisi di lo
amico nostro di Milano. Li mando aziò li conferiati
con quelli signori. Per lettere di 29 et 30 da Milan
se intende, che in la Mirandola, apresso il signor
Anloniotto Adorno et lo ambassaJur imperiale che
era in Genoa, gli son 30 milia scudi portali da
Bortolamio de Tassis de Spagna a li preditti signori
che si exborsino al Leva, et si atende haver questi
danari In Milan il foi'mento vai lire 50 el mozo, et
passata Pascha, se non ne viene per la via de Seron,
poterla valer olirà lire 60 de imperiali. Per leltere
tre di 31 si certifica et assicura, che esso Bortolomio
di Tassi ha portato lettere di Cesare al Leva che gli
domanda 6000 fanti italiani per mandarli in Spagna
contra le gran preparation di guerra di logillerra
et Pranza, et che non speri più da Sua Maestà altri
danari, che non se ne tiene per defender la Spagna se
non si mette diverse angarie. Et olirà, il magnifico
Casliono presidente di Milano é morto.
Item, ditto Proveditor general scrive, pur di
4, Kore 20. Come scritte le aligale, è sopragionto
il capilanio Cluson, et manda la relation.
Die 4 Aprilis 1528,
Il strenuo capilanio Cluson stato pregion de ini-
mici, et partito da loro al primo di T instante da un
loco chiamato Asso del monte di Brianza, referisse
come adi 29 del passato il castellano de Mus con
r armata sua, che é de legni 17, 9 grossi et 8 bre-
gantini, s* incontrò con l' armala di Como, in la
qual era il conte Ludovico di Belzoioso con fanti
zerca 300 in 4 barche grosse. Venuti a le man in-
sieme, il castelan predillo fece discargar Tarlellaria
et fece anegar una di esse barche, un' altra de le
qual si retirò a la ripa et li homeni fugirono. Le aU
tre due veramente ne le quale era esso conte Lu-
dovico se relirorno a la volta de Comò. Et fallo
questo efeclo, esso castellano si rivoltò ad un*allra
villa che é sopra la ripa del lago dove allogiava li
spagnoli et lanzchenech, et tirò molti pezi de arlel-
laria in ditta terra, dove amazò da 5 o 6 di loro
cesarei ; et in questo tirar sopragionse al dillo ca-
stellano uno bregaotino venuto da Como con teiere
di r acordo del signor Antonio da Leva con lui
castellano, qual accordo lui capilanio Cluson ha in-
leso esser in questo modo : Prima, el dillo signor
Antonio da Leva contenta di dare ad esso castellano
Lecho con tulle sue habentie et pertinenlie, confer-
mandogli etiam la terra de Mus, Monguzzo et al-
tre terre che al presente galde et possiede, promel-
tendogli etiam di fargli haver la investitura da lo
Imperalor, et che però esso castellano debbia dar
immediate al prefato signor Antonio da Leva du-
cati 30 milia in conUdi/ Item, che '1 sia obligalo
dargli 3000 Tanti pagati per tre mesi, da essere
mandati dove esso Leva vori, de 2000 de li quali
sia colonello el fratello di esso castellano, et che 'I
134
908
MBXtfUlf APSOA
301
già étiam tenuto pro?edergIi di yfctusrki dove an-
dassero, et che il dlUo castellano gli babbi ad far
condur in Milano per li suoi danari some 5000 de
formento. Esso capitanio Cluson dice haver da uno
capifanio del campo cesareo suo amico, et publica-
mente etiam si dicea, che hogi doveano agtf)i>ger
tutte quelle gente inimiebe die erano andate al
soccorso di Leco a la folta di Brevio per passar
13^* Adda et andar in bergamasca. Dice ancora che li
fanti del castellano di Mus che bora se atrovano in
esser et sono da e rea mille, dieno insieme con
questi altri passare, quali tutti tra italiani, lanzche-
nechi et spagnoli potrano esser da 3500. Ben è fero
che altri 9000 grisoni se dicea doveano calar fra 4
giorni a nome del ditto castellano insta la obliga-
tion sua, quali gionli andariano a ritrovar questi
altri 3500 dove che fusseno, et che il prefato signor
Antonio da Leva con 1000 lanzchenech et 500 spa-
gnoli si dovea ritornar et star in Milano.
135 Copia di lettere di domino Zuan Andrea da
Prato eavalier, Colateral general, dal cam-
po de Cassano, a di 3 Aprii 1528, scritte
ad Augustine Àbondio.
De novo non habbiamo altro, solvo che boxi
alcuni cavalli de la compagnia del signor conte de
Caiazo sono scorsi de la strata de Lodi a Milano, et
hanno preso molti muli cargi de roercantie, et 18
mercadanti che condusevano, che se iudica el bo-
tino non esser manco, tra roba, danari, et talia che
Tarano li mercadanti, da 13 in 15 milia ducati. Per
quanto s* é ditto, certo questa compagnia et quella
di domino Paulo Luzasco et domino Zuan Baptista
di Castro meritano grandissima laude, che sempre
sono fora et valorosamente combuteno con li ini-
mici, con li qUdli (in qui mai hanno perso, ma ben
ne hanno menato de loro pregioni et toltoli del suo.
Io sarta contento che almanco 300 homeni d*arme
de quelli che se Irovamo al presente fusseno redutti
in 600 cavalli di questa sorte, che vi prometto la
fede mia che se li fusseno stati haveressemo fatto
morir li inimici de fame, et la impresa saria fornita.
Io saperla laudar a la Illustrissima Signoria el faces-
se sicome li aricordai de li, perché li tornariano pid
al proposito di quello fano. Tamen al suo sapieo-
Ussimo iuditio mi riporto.
Et per lettere di 4, lauda el condur del signor
Alvise di Gonzaga, perché é homo di bonore et
menarà compagnia cosi da cavallo come de fanti
cba 000 torà sia inferiore di quella del Caiazo et
I Lnzaseo, a li qual eerto non si potria opponere. Et
ditto signor Alvise feva coadunation di gente eo^
da cavallo come da piedi, et non si steva de qui
senza qualche suspecto. Hozi el signor Gubernator
andò a Bergamo et questa sera é ritornato.
A dì 7, Marti Santo. La mattina fo Gran 1
Conscio, iusta il solito, non vene il Serenissimo,
vice doxe sier Andrea Poscarini vestito de scarlato.
Po posto .... gratie, tutte spese, tra le qual
una de Zuan Balista Sechini atende a Gran Conseio,
al qual fu concesso una expectativa de fanti primo
vacante a
Item, fu posto, per li Consieri, una conflrma-
tion di una termination fatta per sier Piero Landò
capitanio zeneral da mar, che li homeni di Grisi-
gnana, per manco spexa, de coetero le appellalion
de quel Podestà nostro vadi in Civil et Criminal al
Podestà et capitanio di Caodistria sicome vanno
quelli de Portole, Buie et Do Castelli, ut in parte.
Fu presa. Ave : 86-2, 15t), 70.
Fu fato 7 voxe tutte per do man de eielion.
Et in Collegio, dove fu el Serenissimo cod li
Savii, vene el duca de Urbin capitanio zeneral no-
stro, con el qual fu conferito de le presente occor-
rentie del calar de lanzinecb, el letoli li avisi. Lui
disse che bisognava a l' incontro, venendo sì grossi,
far valide provision et un bon esercito, et vorìt
sopratutto fosse fortifica Vicenza azid inimici non se
insignorisseno de quella. Disse voria baver o land*
nech sguizari numero 10 milia per poterli obstar,
et altre parole zerca V impresa, et se fazi condur le
biave in le cita maxime in brexana, dove questi
cegnano de passar et per el veronese Et come se
partirla questa sera per Padoa poi Vicenza, qual
vista, scrìveria el bisogno. Et tolse licentia et fo
acompagnato a caxa da li Savii de terra ferma, et
parti da poi cenalo per Padoa.
Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonta.
Fu preso la gratia di sier Andrea Bondimier,
che ^uo fiol sier Antonio rimase castellan al Scoio di
Napoli di Romania per deposito, et fu morto, voi
poter scontar ducati .... per ogni angaria sua et
de altri, et fu presa.
Fu
Fu preso, che sier Alvise Bon el dolor, avoga- i;
dor de Comun, qual se ritrova in Brexa, fazi la
descrition de le biave, et ritirar le biave in la citlài»
(i) U otrta i85* è ìàtìMk.
905
Mnxivnii énoM.
m
Fu presta che per il Cooseio de Pregadi sia eie-
Io uuo ProveiiKor in Brexa eon quaalo al mexe
parerà al Collegio di limitarli.
Da Bergamo^ fo lettere di reetori^ di . , . ,
coD avisi bauli
Ite Corfò^ disier Zuan Moro proveditor
a P armada^ di 22 Marzo, Come non bavia
baule aleuQ ordine, et fio 4 zorni el Capitanio ze*
neral saria li per avisi hauti.
In questo zoroo, poi disnar, le do Quaranlie se
reduseoo a petilion de Avogadori estraordinari, el
lileleoo assai ad aspetar obe sìer Daniel Reoier el
8ier Marco Mjnio Consieri de sopra venisseno in
dicto Conseio, quali erano nel Conseio di X in loco
di Consieri cazudo uno, el T altro manca, perché
uoD se poi tralar contra alcun nobile se non é Ire
Consieri.
£1 primo parlò sier Zuan DolGn avogadur estra-
ordinario, qu. sier Lorenzo, in risposta de quello
disse sier Vicenzo Malipiero XL Zivil in favor de
sier Piero Loredan proveditor sora i oflìci qu. sier
Polo, il qua! ditto sier Zuan Dolfiu et sier Marin
Juslinian avogadori estraordinari meteno di rete-
oir. Et li rispose iterum sier Vicenzo Malipiero, in
favor dei Loredan. Andò la parte de reteuirlo, 43
' desi, 4 de do, 18 non sinceri Ma del Lippomano
fa posto il procieder, et sier Piero Orio qu. sier
Bernardin el cavalier andò io renga, et fo rimesso
a uno altro Conseio.
137 Da Cividal di Beliun, di sier Foto Mo^
rtxini podestà et capitanio^ di 2 Aprii. Come
hozi é ritornalo il mio mandai a Yspruch. Riporta
che Domenica a di ii zonse a Curverà una di le
bachete dove alozoe, et senti dir pubJieamenle
che se faceva zente a Ysprueb et Alla per veuir
in Italia. El Luni seguente andò in Gaderna dove
aldile il flirniie. El Marti gionse a Pers^noo, et li
vide assai hiave in bote cbe bavea la insegna de
riroperalor, el aldi dir a li carelieri cbe venia
gran sente, per il che pensavo scontrar soldati
per la strada ne V andar verso Motes dove gionse
el Mercore pbe iion scontrò alcuno, ma ben pas-
Mdo per li monili di Prever ei Trevol scontrò
careie ei tome assai de biave et corami crudi, e(
li carelieri dicevano ehe erano per far ponti et li
portavano verso Bolaan. La Zobia gionse a Yspruch
a mezo giorno, dove intese che li regenti Qgai
giorno fiMsevaoo eooaiglio, el in esso giorno li vele
venir zoso da consiglio, né vele soldato alcuno né
altra preparalione. Cerca una bora de note gionse
uno corier a li regenli, qual venuto ad elogiar a
r hostaria dove alozava esso esploralor, el aldite
a die ehe dubitavano de turclù a le bande de la
Hongaria Da poi hessendo a tavola, sentite nsonar
che da poi Pasqua voleano deseender in Italia per
tre bande, videlieet Trento, Cadore et Villacho.
El giorno sequenle andoe ad Alla per vedere se
faeeaoo sente el nulla vite, unde la Domenica poi
tornò a Persenon el fu in corte del vescovo et
li nulla vele, unde ritornò de qui.
Summario di lettere di Brexa^ di sier Zuan 1351)
Ferro capitanio, di 4 Aprii 1328.
Da novo se ha de qui per bona via, esser ino-
vesta de sente molto grossa, et dicesi cbe ad Ala
sa sono sente a pie et a cavallo, el le sente da
eavsllo sono borgognone, et che hanno intertenuto
in quelle bande da 1000 cavalli per condur mu-
nition et victuarie, et che preparano molte barche,
el che hanno alcune bote con biave, el per ogni
uoa di esse se conduce una soma de archibusi. Et
per quanto se indica, vegqirano per la via del ve-
ronese, el che M conte Batista da Lodron é capo
de 30 baadiere, et ohe se zudejja sarano insieme
per lutto questo mese, et sarano mollo grossi el
assai più numero de quello se esistima. £1 scri-
vendo la presente, m'é sia presentado et mostralo
una lettera de persona degna de fede <be coiifer-
ma quanto e de sopra scritto.
Leiiera dd ditto, di 6 ApU
Per uno messo habiamo dal Ponte di legno,
quale é a confini «de grisooii come ditti grìsoai
nulla hanno concluso de la dieta fatta per le pe-
(ilione li tacevano imperiaiii el cbe dimane 4ieno
far un* aitna dieU per qonchider a diUe ricbiesLe,
Quanto intenderò de ditlA dieta, aviserò»
Jkl ditto, di », kore 7 di notte.
In questa bom, bo bauto 4e cmfo ì» oove
infrascritte. Par fetAere dj 99 e( 30 4e Miiai)o ^
intende, cbe in la Mirandola, apreaso el sip^r AH-
tpftio Adorno et lo aminssador imperiale cbe era
in Genoa, gli soao 30 milia #cvdi portai da Bar*
tolomio de Taxis de Spagna a li predMti sonori
207
MDXXyin, APRILB.
208
che li exbopsano al Leva, el si alende haver que-
sti danari. Per ieltere di 31 se certifica et assi-
cura, che esso Bartolomeo de Tassis ha portalo
lettere di Cesare al Leva che li dimanda 6 milia
fanti italiani per maialarli in Spagna, conlra le
gran preparation de guerra de Ingallera el Pranza,
138* et che non speri più da Sua Maestà altri danari
che non se ne tiene per deffender la Spagna, el
ne mele diverse an;,'arie. Il magnifico Castion pre-
xidenle de Milano è morto.
Lettere del provfidifor general da Cassati, di 4.
Itpfn, per altre ÌHfere pur di campo, dpi
Coìlateral general, di 3.
De qui havemo el castellano de Mus esser ac-
cordato con el signor Antonio di Leva, ma del
modo di r acordo non havemo ancora; ma sia
comò si voglia non pò esser a nostro proposito, per-
ché per la gelosia del dillo la Uluslrissima Signoria
sarà sforzala star con grandissima spesa, volendo
guardar Bergamo el bergamasco el le vallale.
Hozi li cavalli lezieri del conte di Gnazo hanno
scorso la strala tra Lodi el Milano, et hanno preso
18 mercadanli, per quanlo dicono, el molle some
de robe che andavano a Milano, che, per quanto
ha dello el signor Conte, lo botino non sarà man-
co tra robe el dinari et talie de ducati da 12 in
15 milia. El gè sialo un bonissimo ristoro, el
cerio meritano ogni bene perchè voleno veder li
inimici ogni giorno. El similmente fanno quelli di
domino Paulo Luzasco el domino Zuan Balista da
Castro; che saria conlento havessemo cambiato 300
de li nostri homeni d*arme in 600 cavalli lizieri
di questi, che se fosseno stali a questi lempi, el
signor Anlonio da Leva saria morto da fame.
Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di 6 Aprii. Come la dieta se dovea
compir a li 5, el quanto al sinistro de .... non
impedirà che questi non calino, perchè in Augu-
sta se fa una dieta per le cose de Uongaria, a
Yspruch per le cose de Lombardia ; tuttavia azou-
zeno farine et biave assai, el de continuo si lavo-
rano in strumenti da guerra a le fusme, el sono
preparali gli alozamenli, et vi dico indubitatamente
costoro calerano, et da San Zorzi comenzarano a
venir a Trento a far la massa, lo vado sul Laco
per 6 giorni per haver armato una fusta, el tor-
nare il Sabato santo, et secondo le cose succede-
raoo tornerò, né soq per mancare. Mi piace del
signor Alvise di Gonzaga eh* è conzo, el qual facea
zenle, el la fama era per Cesare, el io lo so da
uno suo familiarissimo.
A S\ 8, fo Mercore Santo. La matina, non
fo lettera alcuna. Po ditto per la terra et in Col-
legi!», che sier Marco Bragadin dacier havia par-
lalo con uno patron de una barca vien dal Gua-
sto parte a di primo de T instante, el ha dillo
francesi haveano haulo Trane el Barletta. Tamen
non e* è lettere del Pexaro, che a tutti pareva
stesseno assà da venir.
Vene V orator de Milan con uno altro novo del
Duca nominalo .... dicendo il suo signor re-
chiedeva a questo Stado ducati 20 milia ad im-
prestedo, dando caution sicure, el voi lenir 4000
fanti per ultimar V impresa di Milan, et ne ha do
et voi haverne altri do. Il Serenissimo disse se
consulleria. ♦
Vene V orator di V Archiduca, pregando il Se-
renissimo volesse tralar ben questi presoni man-
dati per el capitanio del Golfo, et quasi rechie
dendo siano liberati. Il Serenissimo li disse non
potevamo liberarli per esser in lì capitoli de la
liga che tutto sia comune; ma se li farà mior com-
pagnia et è posti in li Cabioni etc.
Di campo, da Cassan, fo lettere de sier
Toma Moro proveditor zeneral, di 6, Kore 16.
Come Anlonio da Leva con le gente sue che *l
teneva a Piollello, cossi constretli da la penuria
del vivere, che li legieri nostri ogni giorno gli
tolevano le vitualie et gli davano de continuo mo-
lestia, sono ritornati a Milano con grande paura
de li milanesi, quali il prefalo Leva cerca di le-
nirli confortali con dirli che non lemino, che 30
milia lanzchenech sono gionti a Trenlo quali vo-
leno calar in Italia a favor suo. El questa -loro
retirata in Milano 1* hanno falla perché li lanzi-
nech etiam, oltre le ragion predille, non sono vo-
luti star fuora più, ma voleno slar in Milano, et
danno fama di voler andare a la expugiiation di
Biagrassa. 11 castellan di ... che è in Lecho, non
ha ancor voluto dar la terra al castellan de Mus,
né anche gè la voi dar se prima non gli dà 7
page per 100 fanti che sono dentro, che dicouo
dover haver, et beri esso Provedilor mandò dal
ditto castellano di Lecho ad farli proponer partili
per nome di la Signoria nostra, se *1 voi dare
quella terra di Lecho a nostri ; che Dio vogli che
el sii.
Da Verona, di sier Carlo Contarini pro-
veditor general^ di 7. Zerca quelle fabricbe, et
209
MBXXVIir, APRILE.
SIO
atende a fortificar la terra con guastadori, ut in
ìiiteris.
Da Vicenea, di $ier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di 7. Come di le cose di
sopra non ho certeza alcuna, se non di la diela
che si Ta. È |)assato hozi uno citadino da Berga-
mo, quale dice haversi parlilo da Viena a li '27
del passato, et che 11 se alrovava T Àrchiduca con
cavalli 300, qual dovea el seguente zorno cavalcar
verso Bohemia ; el che l' ha parlalo col iradello
de lo episcopo de Trento che allogiava in la in-
slessa hostaria dove era dillo da Bergamo, qual
gè disse esser aparechiala verso Yspruch assae
genie, el doveasi far una diela per deliberar se
la si dovea mandar in Italia opur in Hongaria,
perchè turchi erano corsi fino nel dominio del
profato Àrchiduca. Et li disse ancora, che de gcn'e
ne haveano numero assai ma poco denaro, perché
la mjzor parte de la Alemagna, hessendo lulhe-
rana, non presta obedientia al Principe.
Di Antonio di Castello, da Cassan, di 6,
partieular. Come el signor Antonio da Leva beri
malina se levò da Pianlello dove era alozato, el
se ne ritornò a Milano le gente che erano andate
a la volta di Lecho. Li spagnoli sono tornati in
Milano ; ma li italiani con li cavalli sono andali a
la volta di Lomellina. El caslellan di Mus, quale
s'è acordalo con loro,* li da 5000 some di grano
per Milano per li loro danari, et loro li han pro-
messo Lece ; ma per quel che si intende, non glielo
hanno ancor dato. Scrive, li pnr mille anni che noi
pigliamo OD poco di forze per andar inanli, et re?e
rar costoro in Milano, che star a questa fogia ce par
che non meritamo el pan che mangiamo.
)40 Da poi disnar, fo il Serenissimo vestilo di tabi
cremesin a V oficio in chiesia con questi
oratori : Papa, Pranza, Anglia, Milan, Fiorenza, Fe-
rara el Manina, i) Primocerio el lo episcopo di Baffo
da chà da Pexaro con 6 Procuratori ; sier Dome-
nego Trivixan cavalier, sier Lunardo Mocenigo, sier
Polo Capello el cavalier, sier Alvise Pasqualigo, sier
Lorenzo Loredan, sier Marco da Molin, el altri pa-
Iricii.
Item, si bave aviso da LIon, di primo, in mis-
sier Evanzelista Ciltadin, la copia del qual sarà qui
avanti poste.
A dì 9, fo il Zuoba Santo. Io lettere da
Pinguento, di sier Filippo Donado oapitanio
di Raspo, di ... . Con avisi di le cose turche-
sche, el che Segna si havia capitolalo con turchi, ut
in litteris.
Viarii di M. Bàkuto. * Tom. IL VII.
In questa note parti sier Toma Contarini va ora-
tor al Signor turco, insieme con domino Todaro
Paleologo suo inlerpelre. Andò con do fusle, pa-
troni sier Marin Malipiero el sier Jacomo Marzello,
et tre barche, acciò vadi sicuro fino a Sibinico dove
smonlerà. Porta il presente et ducali .... milia
per il tributo di Cypro de veneliani.
Vene el Serenissimo in chiesia, vestilo di velu-
do cremexin a la messa, con li oratori: Papa, Milan,
Ferrara el Mantoa, il primocerio di San Marco et
lo episcopo di Baffo el li 6 Procuratori fono beri,
et altri patricii. El poi messa et_vespero con li piali
Soa Serenità con tulli andono a Y hospedal de li
Incurabeli al perdon.
È da saper. Come hozi a Santo Antonio a Tho-
spedai non fu il perdon solito esser ogni anno, per-
chè non è sta rechiesto al Papa ; ma a San Giacomo
di Rialto, per uno perdon antico concesso per papa
Alexandro III quando fo in questa terra, fo il per-
don, el ave gran concorso.
Da poi disnar, il Serenissimo vene con li ora*
lori : Papa, Pranza, Anglia, Milan, Ferrara el Man*
loa, el il Primocerio in chiesia a T oficio.
Et da poi se reduse in Collegio con li Savii et
la Signoria per aldir Torator de Milan, qual à haute
lettere dei suo Duca, et disse che M solicitava rispo-
sta zerca li 20 milia ducati, el non é tempo de.
aspectar che lanzioech calano, perchè non se potrà
far la ricolta. Il Serenissimo li disse questi zorni
santi impedisse, ma si consulteria.
Da Cremona, di sier Gabriel Venier ora*
tor, di 6. Scrive in consonantia di quanto ho scrii*
lo di sopra.
Da Orvieto, si have aviso, per via di V ora*
tor del duca di Ferara. Come inimici haveano
voluto inlrar in Napoli, el quelli de Napoli non li
haveano voluti acceptar, dicendo non voler esser
come Milano.
Da Udene, di sier Zuan Basadona dolor, i4o«
luogotenente, di 7, Manda una relation, la qual e
qui sottoscritta.
Uno prete potano referisse, le genie de la mae-
stà del re de Bohemia quale erano in Hongaria, es-
ser sta conflitte. Item, referisse che Martino Sa*
voiese capo de fanlarie cum el Gosmar, qual é slato
in Venzon molti giorni, è andato fuori con salvo-
condutto del predillo re de Bohemia, portalo per
uno suo fratello, qual referìva, el prefato Re dover
andar a la dieta de ^^tanfurt terra franca, et non a
Ralisbona come era sta dillo. El che la maestà del
re Zuane bongarico ba usalo gravissime et severis*
U
211
MDXXVDIi APtaUL
512 :S
sime puniiione conlra quelli che li sono slati rebeli,
el Sua Maesli non confldarsi in altre gente che de
polani, li quali sono al stipendio su(», et la sua guar-
dia esser de polani et non bongari. Referisse etiam^
che el principe Ferdinando attendeva a iniponere
graveze et dimandar danari ad iniprestedo a li ca-
stellani per la impresa de Ilongaria.
141 Da Lion, di missier Pomponio TriuUi, di pri-
mo Aprii 1528 f a domino Evaneelisia Cit-
tadino, et manda una lettera hauta da
Paris, di 29 Marzo 1528.
Illustrissimo signor mio observandissimo.
Heri poi il disnare, al Re andorno in corte tulli
li ambassatori, quali, più giorni sono, erano stali
adverlili se dovevano trovare ad uno acto publico
voleva fare Sua Maestà, et che fu, secondo intendo,
il Re prò tribunali in publico parlò a Y ambassa-
lore de lo Imperatore, quale fu rilassalo et datoli
licentia de tornare dal suo patrone, et li disse aver
inteso più volte el da diverse persone degne di fede
come lo Imperador havea più volte sparlato el det-
to io esser un mancatore di fede, il che ad esso
Imperatore più pesava quanto che le veniva man-
cato da uno suo pregioniero. Et però io per una
mia sottoscritta de mia mano, quale vi prego a por-
tare el presentare ad esso Imperatore, convien che
mi resenti, et ad fin che ognun sapia quel che con-
tiene, vui intenderele. Et cussi fece leggere alta
voce al bayli Roberlct la lettera. Il tenore era che,
bavendo inleso Sua Maestà bavere sparlalo et dello
essere mancatore de fede et suo pregionere, che
quante volte Io baveva detto el diceva, lanle volle
ne bave\'a mentito et mentiva, perchè non fu mai
né mancatore de fede né suo pregionere, che non
lo vide mai al campo che gli havesse possalo pro-
metter cosa alcuna nò rendersi ad esso. Intendo la
lettera esser mollo ben composta el bene iusliOcata,
né vi è stalo farina de persona che de esso Re. La
risposta de lo ambassalore fu, che li rencresceva
grandemente die fra loro Maieslale acascassero si-
mele cose: quanto al portare la lettera, che lui non
era più ambassalore sendo occorse le cose che era-
no occorse, el che però non ti pareva conveniente
a portar simele lettere. Gli rispose el Re che vole-
va che la portasse. Non so se usò questo vocabulo
141* che voleva, basta die li replicò che la dovesse por-
tare, et che se mandarla o uno araldo o aliro a
questo effetto. Intendo che *l Serenissimo de Inghil-
terra! dal quale el Re nostro voleva el suo parere
et conseglio come se haveva da governare in questo
caso, li rispose che li parerla se dovesse resenlire
con parole et con fatti de quel che po' haver spar-
lato Cesare contra Soa Maestà ; el ideo non doveva
lassar de rcsenlirse come quello magnanimo el ge-
neroso Re che V é, et che quando Sua Maestà
la infermità passata non fosse cosi presta ad venire^
a le mani, che li dava la sua fede di pigliare la que--
rela el combatterla per lui. Il Re nostro lo ringra—
tiò et li rispose. Mio mercè non fui mai tanto san(^
el cussi gagliardo come al presente, el cussi è in
effecto, ci piacesse a Dio che lanle guerre Ira Chri-
stìani si bavessero a terminare per cosi nobile
duello, che sperarla molto in la insta querela et
virtù et posanza sua el bontà di questo re Qiristia-
nissimo. Dopo V alto publico, intendo che 1 Re se
retirò ad partem con li ambassalori, et li pregò
fussero contenti di nuovo scrivere a li loro mag-
glori ad perseverar in questa guerra contra esso
Imperatore, perchè Sua Maestà deliberava farla
con tutto el suo potere, et maximamenle per mare.
Non altro.
Da Parisi, a li 29 Martio 1528.
Sottoscritla :
De Vostra Signoria servitore
IliW)NiMO Francho.
A d\ 10, fo il Venere Santo. La mattina, fo u
lettere del procurator Pexaro et di ùer Alvixe
Pixani procurator Cadaun separado scrive, et in
quelle del Pexaro, di 26, 27, el 28, da dfanlo,
come havendo scritto pe * le altre la presa di Melfe,
avisa in quella vittoria fo morto de inimici da 3000
il forzo italiani, et il Principe é preson. Inimici sono
a la Tripalda andati mia 30 lontano da Napoli, el
etiam è sta fatto preson a Melfe el conte Alexandro
de Nuvolara. Scrive, Monsignor Illustrissimo man-
doe a luor Trani per il signor Camillo con 50 ca-
valli el Barletta, el quelle terre maodooo oralor a
darse, el in Trani ha mandalo sier Velor Soranzo
al governo. In Venosa par sia mtradi spagnoli, et
il conte Piero Navaro è andato con zente per ha-
verlo. Monsignor voi lor T impresa di Manferdouiai
dove è fanti 1500 intrali. Scrive che tarocca de
Trani si lien, in la qual li é intrado el marchese di
Quarato con alcuni fanti, el è sta manda li cavali ti-
zierì nostri el fanti a quella volta per baverlo. Seri-
ve come a di 25 il procurator Pexaro fo a far re-
verenlia a Lutrecb el tornò ad alozar ad Ascoiif
313
ICDXXVUI, APRILE.
914
dove é il eoo le zeule nostre, et scrive haver hauto
li ducali IO iniiia ; et altre particularilà.
Di siénr Ahixe Pixani procuraior, provedi-
tor general^ et ditto sier Piero da chà da Pe-
xaro proeurator, oratoti di 28^ uniti. Dei venir
ili campo ditto Pixani con le zente nostre, et che
Lulrecb li havia ditto baria voluto più presto danari
da la Signoria per pagar quello la é ubiigatai che
più zente.
Da FionnjM, del Surian arator nostro^ di
6. Conae quelli signori li hanno ditto haver fatto
taiar ia lesta a tre capitani nonainati in le lettere, quali
messeno a saco V Àquila lì in canopo, et uno di loro
r hanno fatto condur di qui a Fiorenza.
Et leto queste lettere, il Sercnissiroo, vestito di
14^* scartalo la veste et la barela insta el solito, vene a
la Riessa in chiesia, con li oralori Pranza, Anglia,
Milan, Perara el Mantoa, el lo episcopo di Baffo el
altri palrici, el li Procuratori soliti, zoé venuti questi
altri zomi dal Mozenigo in fuora, el poi il Collegio
tutto si reduse col Serenissimo et Signoria a lezer le
leltere.
Da poi disnar, fo predicato a San Marco per fra
Bonaventura da Venexia di 1* ordine di San Fran-
cesco observante, die predica a San Polo.
Di sier Oarlo C&ntarini proveditor Menerai,
a 8y^ da Verona^ fo lettere con uno aviso hauto
dal Capilanio del L.ago, qual sarà qui avanti.
Da Cassan, di sier Hironimo Moro prove-
iitor Minerai, di 8. Coaie si vede molto cruciato
per esser scorso li tempi di le page di le genie si
da piedi come da cavallo, non havendo modo di
satisfarli ; per tanto si proveiii eie. Questi cesarei
sono levali da li contorni di Leco dove erano, et
sono andati apresso Milano, dando fama el etiam
ini'iandosi a la volta di Lomeliua per intertenirsi
ivi fin che gli venga socorso.
Da Antonio da Castello, da Cassan, di 7,
partieular. Replica, Antonio da Leva manda certe
genie in su Lomelina et maxime verso Vigevene con
certi pezi de arlellaria. Questi nostri signori lianiio
scrito al duca de Milano che voglia far qualche pro<
visione in assicurar le cose di quelli lochi, perché non
bavendo loro il suo intento di lochi da la banda di là
da Milano, le loro cose non possono andar bene da
le bande di qua ; ma fino a questa bora par non ce
babbi fata provisione alcuna, et di novo li é sta scri-
to che ce voglia .far qualche provisione, el quando
non la possi far, a visi che ce la farà no loro.
Da Grignan, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di 8, particular.Cofue, da alcuni venuti
di sopra si ha, se dia far la monstra di 800 bomeni
d*arme a la borgognona ad uno loco ditto Fieso
apresso Yspruch. El capitanio dice esser el duca di
Precisburg (?). A Trento se continua a lavorar et non
si fa altro che ballote al presente et masenar. Dicono
al tulio voler venir dal veronese, et che haveano
inteso la viteria de la santissima lega in reame,
el di la presa del principe di Melfe, el che dubitano
grandemente di quella impresa, et cussi del discon-
zo del Principe, benché dicono esser sta una scara*
muza con le gente del Vayvoda.
Sumario di una lettera scritta per Nicolò Bar- 143
baro capitanio del Lago a sier Daniel Bar-
baro capitanio di Verona, et sier Carlo
Ccntarini proveditor general, di 8 Aprii
1628.
Che bavendo parlalo con uno suo molto amico
el qual vien da Yspruch, qual mi ha ditto che an-
dando in suso scontrò che etiam andavano Zuau
da Napoli habita a Verona, el qual fu cercalo da
alcuni agenti del conte Girardo di Arche se bavia
leltere, el fo^condulo dal Conte, il qual li dimandò
cl)e si fa a Verona, et quanta quantità de biave se
atro va. Li disse che gè ne erano per mexi 10; al che
li rispose haver nolitia non esserne più che per
mesi tre. Et volendosi partir ditto Zuanne, li disse
t andate con Dio perché preslo si vederemo in Ve-
rona »• Praeterea, die gè ha aOirmato che da Yspruh
in qua non sono gente di guerra, ma che li era sta
ditto che'l si dovea atrovar a li 4 del presente el duca
de Puerslang (?) capitanio de li cavalli in un loco
apresso Yspruch nominalo Fiche, a far la monstra,
et die erano da 20 milia fanti el da 800 lauze a la
borgognona; ma per quello havea inteso, che quella
zente non volea metersi a camino se non haveano
3 page : li fu promesso 1 ^',, ma non veleno con-
sentir. Disse ancora, che a Trento si butta ballote
assai, et che lui ha visto quadreti di ferro che poi se
copre de piombo le barche de ponti grandete. El
per qu mio ha veduto, tien indubitatamente cale-
rano per il veronese et per il Ligo. Item, che il
conte Lodovico di Lodron li dovea mandar danari
el bavea fatto il suo (orzo de luor al soldo de lo
Imperador signor Alvise Gonzaga da Castion ; ma
che a Bohsan si havea inteso é conzo con S. Marco.
Item, che vele do pezi de arlellarie portar a la
velia de Augusta, et che a Riva dieno venir 200
fonti subito da poi Pasqua.
Data a Orignan, a dì 8 Aprii 1528.
315
MDXXVIU, APRILE.
916
143* Copia di una ietterà data nel campo apresso
Mélfe^ scritta per il conte Francesco Ran-
gon, a dì 28 Marzo 1528, a Zuan Morello.
Missier Gioanni carissimo.
Più flale vi ho scriUo come passano le cose di
questo nostro campo, et aziò la intenda il tutto bora
abbiamo presa Melfu et preso el Principe et il conte
Alexandro da Novelara con tiiolti altri capitani, et
poi morti tutti gli soldati et quelli de la terra con
assà villani, de sorte che se pensa sono morti più
de homeni 4000. Dopo questo, il signore Pietro Na-
varo andete al castello 4ì Venosa a bater, ove den-
tro gli erano 400 fanti spagnoli et todeschi, et gli
é stalo atorno tre giorni et poi si é reso a discre-
tione, di sorte che tutto el mondo sin qua é no-
stro. Barleta e nostra, Trani é della illustrissima
Signoria, et penso (ra tre di la Illustrissima Signo-
ria bara tutti li soi porti fuora Manferdonia, che
dentro gli é Tanti 1500 et gli é dentro il Viceré di
la Pula et il figliolo del cardinal Farnese, el signor
Petro Aloviso et altri capitanei, siche quella si po-
trà tqner qualche di. Li spagnoli sono andati a la
Trepalda apresso Napoli. Si dice voleno partirse
parte in Napoli, in Gaeta, in Gapoa, et due altre
terre, fio a tanto pensano gli habbiano a venir soc*
corso. Ik *
144 Copia di una lettera di sier Zuan Ferro capi-
tanio di Brexa, di 6 Aprii 1528, scritta a
sier Gregorio Pieamano.
Come, per uno venuto di Trento, el qual dice
farse grande preparation de farine, et dice che sono
piene 16 fnrfossi che sono botte che tieneno 8 in 9
some per una ; et dice che se dice volerne far fin
a la suma de 1800 farfossi, et ogni zorno arivano
biave, et che hanno preparato 4 carri mali su la
piazza, et para 30 de beri che sono carri con do
raode per condur artellarie, qt che 1 gè un maga*
zen con pur assai artellarie di più sorte et ballote
di. ferro, et fanno ballote di piombo per falconeti, et
che fanno gran preparation de barche et che lavo-
rano mollo in pressa.
Lì capi sono Castelalto todesco capitanio di pae-
90i d eonte Girardo de Arco, el conte Batista da
LodroD» el capitanio tegen de grìsoni, et questi
qotlro 9000 fotli eolonelli. Et se dice che *l capita-
> To^eo n eoo 4000 de la banda de grisoni per
iiliii» et uno Trocbo Astolfo é fatto mae-
stro de campo ; li qual cinque preditti sono andati
in Yspruch a li YI del passato a stafeta. Si dice che
Castelalto, per esser capitanio del paese non se par-
tirà, et che 'I duca di Brambis (?) è fatto capitanio
zeneral d^ tutto lo exercito, et che a li 37 del pas&ito
zonseno dui forieri a Trento che preparano alza-
menti per cavalli 2000. In la valle de Non, del Sol
et Valsu;^na non e* é movimento alcuno, et se fa
iudilio che a mezo Mazo vegnerà molto grossi, et
che vegnerano da tre bande, da li Pomi in visentina
et da r Adise con barche et mouitiou per tuor la
Chiusa et la Corvara, et da Lodron per tuor la Ri-
viera per spgurar el Laco, et dice che ad Ala et da
Yspruch in qua non è preparation alcuna di zente ;
ma che fanno grande minaze et hanno suspeso li
mercadanti che non vendino furmento.
In questa bora 23, per lettere del clarissimo
Proveditor, el signor Antonio da Leva è partito con
la sua gente da Piontello et é andato a Milano. Le
altre gente inimiche che erano apresso Lecho, non
sono ancor mosse.
Copia del comandamento del sanzacho de Bos- 1
Sina, fatto a quelli di Clissa.
Dal felice nobile et potente signor Usref Bequi
signor di Bossina, a lo viceconte de Clissa et al
Conte et al resto de li grandi et picoli del borgo.
Adesso sapiate come a mi e stato comandalo dui
felice Imperator che io manda da voi tre lettere et
homeni, che vui mi dovete dar la forteza al felice
Imperator. Di bona volontà se voi la dareti, io dal
felice Imperator vi trazerò timari per quelli a chi
se rechiedeno i timari e chasache d*oro, et a cadau-
no il suo patrimonio et privilegii dal felice Impera-
tor come voi soli voresti, se anche non vorete, el
noi per parola et comandamento del felice Impera-
tor faremo. Et voi sapete ben quello é sta fatto del
re de Ilongaria et del suo dominio et de la sua
terra di Buda. Ecco: havete inteso come ha verno
renovato Obbrovazzo et Castelnovo el Vovigaio.
Adesso voi sapete come è stata tolta la vallada del
Ban et Izuognan et il resto di Sava. Si confidono ne
le gran forze, et le loro forze a gran ruina li hanno
condulti e molta ruina aspottorono. Adesso voi fate
come homeni <ia ben sanno, et considerano quello
che da poi valeno, et a nui rescriverete.
Questo comandamento si ave per lettere di
sier Zuan Batista da Molin proveditor zene-
(1) LA carta 144* 4 bianca.
217
MOXXiriU, APfilLK.
219
rat in Dalmaiia^ per iu$ lettere date a di uh
timo Marsfo 1528 in
I^') A dì 11, Sabato Santo. Il Serenissimo, iusta
il solilo, vene io chiesia con li oratori, vestito di ve*
lodo cremexin, videlicet Papa, Pranza, Anglia, Mi-
lan, Ferrara et Mantoa, et lo episcopo di Baffo.
Et nota. L* orator de Hongaria é andato a Rezo
a la sua patria a veder li soi parenti ; tornerà fio
zoroi Era etiatn con la Signoria li 6 Pro
curatori nominati di sopra.
Da poi disnar, To Collegio di Savii, né volseno
far Pregadi.
Di campo di Puia.del Pixantet Pexaro,
di 30 Marsfo, fo lettere^ date a Oìfanto. Come
il signor Cnmillo Orsini havia haulo la rocba di
Tran! a pati. Item, si havea haute tre terre de la
Puia, Holfeta, Jovenazo et Bexagai. In Manferdo-
niasono 1300 Tanti, et Lutrech voi ha ver quella
terra, et havendo inteso che quelli dentro se vo-
leano partir su certi navilii, per questo si era dimo-
rato andarvi con le zente. Inimici sono a Benevento
et la Trìpalda vicini mia '\6 da Napoli, dove havea-
Da zi principiato a mandar le bagaie et eariazi, et
era venato in campo loro don Ugo di Moncada per
farli rìtrar, sicome si ha bauto per li cavalli lizieri
corsi 11 apresso.
Scrìveno, da reatina il campo nostro si leveria
per vicinarsi a loro che é mia 35 lontano, et si an-
dare ad uno loco ditto Santo Antonio, mia 8 de 11.
Scrìve, il campo havia patido di vitualie, pur era
sti fatta provision. Item, ordinato biscoti a . • . .
per la nostra armada, la qual con desiderio viene
aspetata.
Et per lettere di sier Domenego Bolani qu.
sier Alvise vice pagador, di 30, vidi come io
campo nostro si trova in esser questo numero :
Lanzinech et sguizarì numero 8000'
Guasconi et italiani » 4000
Lanze > 600
Balestrieri > 1000
Cavalli lizieri > 400
Fanti fiorentini contadi .... > 2600
Fanti di la Signorìa nostra ... > 3000
5 compagnie erano prima, zerca . > 400
et in summa fanti 19 milia et più.
Cavalli lizieri nostri t 500
Lanzinech nostri > 1300
Homeni d'arme >
(1) U etrU 145* è biaooa.
Item, inimici sono da 13 milia, et tutti boni 146«
fanti, alozati a Bonivento et la Tripalda mia 25
da nui.
A dì 12, Domenega, fo il $orno di Pasqua,
Vene per tempo lettere di campo di Puia, del
Pixani et Pexaro, di primo, date a le Orote
di là de Santo Antonio. Come, partiti da Otfanto,
lo esercito erano venuti a \ alozar li, et si havia
Inimici esser levati di Bonivento et la Tripalda, et
andati a Nola mia 12 lontano di Napoli, con opinion,
per quanto hanno inteso, che li spagnoli se pailiran
una parte in Capua et V altra in Gaeta, et li lanzi-
nech in Napoli. Et per uno venuto da Napoli si ha,
napolitani haver fatto 4000 fanti, né veleno che
intrano in la terra ; la qual cosa non la credono.
Scriveno che a di 2 si leveriano per andarti driedo,
et sarano mia 38 lontano da Napoli. Scriveno aver
hauto lettere del signor Camillo Orsini, come Mono-
poli si ha reso a la Signoria nostra, et cussi Mola
et Pulignano, et li oratori di la comunità di Mula,
mia 40 de II, d venuti con gran iubilo a darsi a
San Marco. Scriveno, come in Tran! erano assà sal-
nitri et formenti, et vedere esso Pexaro dfstro
modo haver da Lutrech la Irata di ditte cosse. Scri-
veno, in campo patir di victuarie per esser un nu-
mero grandissimo di venturieri, et vederano far
pr ^vision etc Scrive che Lutrech solicita V armata
nostra, la qual non apar ; et altre particularità ut in
litteris.
Itfm, si ave nova, per uno vien di Hislria, ivi
esser zonto uno gripo da Corfù con lettere del Ca-
pitanio zeneral da mar, che a di 29 Marzo di Can-
dia zonse a Corfu.
Da Verona, fo lettere di rectori et di sier
Carlo Contarini proveditor generai, di 9, hors
.... Mandano uno riporto di uno stato a Trento,
la copia sarà qui avanti scrita.
Reporio di uno exphrator venuto hosi, a dì 9 147
Aprii *1528, da Trento, qual ha comercio
con una perdona de autorità, venuto a mi
Zuan Emo podestà di Verona.
Come Dominica passata zonse a Trento a mezo
zorno, dove è stato Luni et Marii, dove ha visto far-
fossi 250 di biave, et che dentro continuamente si
metteva formenti di la monilion, et che di tre bote
di Tormento ne fanno do di farina buratada, et che
ha visto in tre lochi che lavorano barche da ponti,
et che zi ne erano fatte 30, et erano bianche exceto
do che sono impegolade, una de le qual é cargata
Il»
ìmama, à»BnM.
320
su an caro eoa il suo ponte sotto sicome h se vo-
lesse alora condur via, et V ahra 11 apresso in terra,
et dicono volerne fino al numero de 60. Et liaver
etiam visto su b piaaa del castello circa 15 carri
da condur munilionc, ponti et barche, et che nel
loco di U monition si lavora tuttavia In far de ditti
carri et cassoni da porlar ballote et barili da pol-
vere, et baver visto gran numero di scale, da 300
in suso, de scalini 98 in 30 numerali per lui, et in-
cassar molti archibosi et moschelli. E( che essendo
z) 8 zorni partito il Caslel^lto, sono sta scritti allo-
zamenli per cavalli 1500 per le eaxe, et si dice
esser sti fatto comandamento che si conzino le
scalle. Et haver parlata con uno partilo Sabbaio da
Yspruch, qual dice che el conte Girardo de Arco, el
Castelallo, el signor Carlo de Bixem el il conte An*
tonio da Lodron erano andati a Ift'es do zornale di
sopra de Ysprucli tra Yspruefa et Augusta, per
esser in consulta con il duca di Brusvich el con
Marco Scilh ; li quali a di 3U de Mai'zo passato non
erano ancor zonti in Augusta, el dicevasi per tro-
var il modo del danaro da levar le zente. Et che sa
divulgava tra alcuni soldati, che volevano dissender
in Italia per andar a sacfaiaar Fiorenza; la qual voce
indica quella persona de auloniti, che sia aziò che
pia facilmente cum pochi danari li fanti et soldati
vengano. Né si erede che cus» facilmente desoent
dano in Italia, essendo mossa la guerra per il duca
di Geler, qual haveva za lolla una cita chiamata La-
già in Olanda ; el che le strade tra Cotogna e( An-
versa erano rotte, el ogni zorno se facevano coni*
rie. Et che volendo lo Imperalor proveder al dillo
paese facilmente, bavendolo caro, polria luandarli
U7* per soeorso queste gente per esser provisione pre-
stissima. Dicendo etiam, che havendo la Svevm A
molti aonù dato lioentia a Marco Scith di far 10
milia fanti era sul paese, el promesso de prestarli
qualche danaro, bora ha revocalo buvendo suspelto
che *l dura de Vertimberg li mova guerra ; qual
bessendo ceaado dil Stado suo fa zenle. El hanno
fatto intender al dillo Marco Sietb che non voleno
che levi li ditti fanti del paese per potersene loro
prevaler a li soi bisogni. El che in Yspruch non li
era uniun alcuna de fanti, ma ben si diceva che Do-
menica passata se doveria comenzar a dar li tam*
burli, benché per avanti era sta ditto il simile, et
iamen non era ancor seguito cosa alcuna. Ben é
vero ohe lì in Yspruch erano zonti alcuni soldati a
cavallo venturieri quali erano venuti per aooo^irsi
ewn il ditto duca de Brusvich, et haver visto anco-
ra io Trento alcuni fanti ferraresi et fnodeuesi ai
numero de t5 che erano venuti per toebar danari,
et che di bora in bora si aspectaoo li ditti conte Gi-
rardo Castelallo et altri capitanei, quali porteranno
la resohitione del tulio. Ben affannano, che quan lo
ben volesseno venir in Italia, non puoleno esser più
presto die 8 over IO de Mazo.
Et poi h'to le tlilte lettere, ci Serenissimo vestito 1
di restagno d' oro vene in rhiesia a la messa pa-
squal con li oratori : Papa, Pranza, Auglia, Mibn,
Fiorenza, Ferrara el Modena, el Primocerio el lo
episcopo di Bafo ci altri, etc.
Da poi disnar, Soa Serenità con li ditti oratori
et episcopi et di più lo episcopo di .... da chà
Dolze, vestito con nianlo di soprarizo d' oro bellis-
simo, el cussi la barda, con le cerimonie ducal el
la barela di zuie avanti portata in una confeliera da
uno scudier, porto la spada sier Domenego Piza-
mano va podestà a Brexa in veludo cremexin, fo
suo compagno sier Alvise Capello fo di Pregadi qu.
sier Hironimo etiam in veludo cremexin, et poi
altri patrlcii di seda et S'^arlato, non però molti,
vene in chiesia a la predica. Predicò Marco Damian
di r ordine di San Zane Polo, predica a San Zane
Polo, qual laudò molto il Serenissimo; ma biasemò
la terra, né si fa pid institia etc. Non si observa leze;
cose da non dir in tal pergolo. Et da poi ai andò a
vespero a San Zacaria insta il solito, lieet ivi non
sia al presente alcun perdon. Et in questo meio li
Savii si reduseno in Collegio a lezer le lettere et
consultar quid agendum.
Da VieenBa, di sier Zuan Antonio da chà
Tinapiera eapiianio, di 11. Come aspetta Anto-
nio da Castello, qual dal campo, di ordine de la Si-
gnoria nostra dia venirli, el il provedilor zeneral
Conlarinì, per esser con il signor Capilanto zeneral
che si aspeta per veder di forlifioar quella terra.
Di novo di sopra continuano le voce di le prepara-
tion di munition et vituarie, el beri bebU da homo
degno di fede, qual dice che di cerio vegnirano fanti
30 milia et cavalli 1500 in 2000 borgognoni. Li
ditti fanti tO milia sono del conta ile Tirol, el 10
milia vien di la Baviera, si che in questa terra ste-
rno a la speranza de Dio.
Da JJdene, di sier Zuan Baxadona el do- 1
(or, luogotenente di la Fatria, di 10. Manda
queste lettere di avisi :
23!
uDXxvini Arane
S33
Da Venzon^ al darissimo Locotenente.
Magnifico et clarissimo eie.
Beri passò de qui uno sler Cesare milanese qual
Jiabila in Treviso, homo da bene, persona cìrcura-
specla et che frequenta in Allemagna, ii qual alias
ne ha riferito coso degne de signilìcalione* Hora
viene da Salspuirb, et ha riferito che in quelle parte
se fa zente per Milano, et altro non ha ditto perchè
nn lava in pressa per far le feste a Treviso. Praete-
rea, V è un fiolo die uno nostro citadino a Buda,
qual scrive al padre per una di ^6 Marzo, che in
Buda non se fa facende imperochè hozi Buda è
del Vayroda, doman del prìncipe Ferdinado. Hab-
biamo a la volta de Sboz uno «Uro citadino il qual
di zomo in zorno lo aspettano, ei subito zoiito, del
suo riporto daremo aviso a vostra signoria, a la
cui gmtifl.
VenMoni, die 9 Aprilis 1528.
Da TulmeBO, al ólarissimo Loeotenenie.
Magnifico et clarissimo, etc.
Hoai^ ad hora prima di nocte habiamo ricévuto
lettere di T^stra magnifieentia, circa lo inquirirdi
le preparaiion et viluarie eum adunation di zeiite si
fanno in Allemagna ; del che rispondendo a quella,
dicemo che hozi a le 2*2 bore vel circa p ssò de qui
p r Tolmezzo uno Paulo Zaneto de Muta de Alle-
magna s immaro, et adimandalo per sier Virgilio
Janise citadin nostro, li rispose esser da novo da
le bande di sopra in Allemagna che Luni proximo
passio li allemani comenzorno a levar le biave et
munitione, quale sono siale assà zorni passati a Slan-
fels et a Traburch et loci eircumvicini apresso DraU|
condusendole in freta a la volta di Trento, dove
disse che debano calar in Malia da 30 milia (ode-
sebi eie.
£tp TulnuUo, die 8 AprUis, hora Uriia
nectts 1628.
De la ditta ewmnità di !MmeMOp ùl prefaio
LoeoteHente.
Magnifico et prectarissimo etc.
149 Bozi è venuto uno nostro maistro Zuan chirur-
go da Tolmezo,.il qual, il primo Venare di la pre-
sente quadragesima se parti per andar in Allema-
gna ad esercitar V arte sua in le parte di Pinzecba
sotto il dominio del reverendo episcopo de Salz-
purch. liem^ a Chizpil, in Arzilont et Milei sotto il
dominio di Yspruch, dove é stato Sn al pre^nle.
Et quando se parti de qui, bave da mi special co-
missino di intravenir se alcuna movesta sì feva di
venir in Italia per barbari, et che subito dovesse o
mandar o venir in persona a dar adviso ; onde il
ditto maistro Zuanne disse che ancora non saria
ritornato a casa, ma perché, segondo la comission
nostra vete che feva de bisogno a dar aviso, e ve*
nulo. Et dice che za sono zorni 15 vel circa passati
che in Mitet sotto il tenir de Yspruch comenzorao
a menar biave et carne seche, polvere et altre mo-
nition assai a la volta di Bolzan et de Trento, et
cussi ab inde dira hanno menato et menano. EI
tutti li saumari et oaruzari solevano venir per la
strada de qua, sono astrecti a condur le ditte mo-
iiitlon et vicluarie a la volta di Trento et Bolzan.
liem^ disse che in lo domin.o de lo episcopato de
Salzpurch é fatto uno editto, che tutti vogliano star
prompti et atenti con le loro arme io ordine, et che a
San Zorzi siano a uno son di campana preparati, et
dove ne è tre in una caia dui slagano con le arme
et uno rimagna a casa. Et cussi è fatto uno editto a
Il chinopi, che non se debtMno partir da le mioere
et loci dove se ritrovano esser, sotto pena de la
forca. Et di continuo in quelle bande si asolda zeole
et soldati, quali ntandano a la volta de Trento, et
dicono che vanno a Milan. Quelli veramente de
Rausis sotto Salzpurch che sa asoldano j)ii&/i0e, si |49«
dice in quelle parte che sono per venir a la volta
del Friuli, et grandi tumulti sono in quelle region
di far adunation di gente et preparation di munì-
tion et vicfuaHe. Et uUerius dice, dje in gran par-
te di le ditte vicluarie et munitìon se cooduseno hi
barca et meteno in barca a Rolhumberg qual e
arente Sbez, qual aqua deriva a la volta di Bolzan
et intra in lo Adese. Et li fu ditto per uno di Ho-
thumbercb, che oeuìis propriis havea visto barche
15 carge di munitìon et biave, et tot barche porta
cadauna da stara 900, nee alia^
Ex Tìdmetio, die nono ApfiUe 15ìè8.
Copia di una ietterà da Vimuta, di Ahiee da 150
Porto, di 11 Aprii 1598, BeHtla ad Agm*
etin Ahondio.
Odo che io illustrìssimo duca di Urbino é per
venir qui postdoman per starci tre giorni o qualro,
et designar la fortification di questa travagliata cita,
la quali per quanto mi dice aldun sue^ voi ebe in
termiAe di 3U giorni ella aia redoUa te forieia*
228
MDZXVIII, inutE.
224
Quel che dul)ilai già molto averra al presente, zoé
che dovesse venire adosso di lei un d) una fortitica*
tion tosta tosta subito in uno tratto, la qual fatta da
Euclide et Leon Batista insieme non posso creder
che fosse perfetta. Pur mi conforta lo excelleotissì-
mo ingegno del Duca, al qual, quando si obslasse, si
potrìa racordare alcuna cosa con ogni reverentia,
che forsi farla fiorire ne la elevala suave niente al-
cun pensiero, cerca zio che in 3 o 4 di non può
cosi venirci, et maximainente lo rffecto de le no
stre aque, eh' e di somma importatilia, et chi non
gli lo dimostra harà fatica in cosi brieve tempo
a vederlo da sé, et saria cosa di grande utile a
la Illustrissima Signoria el a la città nostra, et
ancora se vera destro di dirlo a chi lo sa, si farà
volentieri, (ieri vene da Bolzan uno bergamasco
chiamato Piero Guagino, che usa con mercautie ne
la Alemagna, homo che ha senno, il quul dice gran
cose della preparalion che ivi si fa per venire in
Italia, el la bravaria. Dicono di voler venir per tre
vie, zioè il Frioli, Biissan et L.ombardia, che non
credo Dice costui, esser a Bolzan venuto da Ala el
da altri luogi assaissime segale el altre biave in
gran quantità. Item^ che ivi si butava balle de ar-
tigliarla assai; iiem che a Trento egli ha veduto
da 400 opre che lavoravano a far carri si da soma
come de artigliarla, et barche delle quale ne ha nu-
meralo più che 50 falle a scale con loro rudelle in
zima el ferale dal pe*, et alcuni legnami da ponti.
Dice etiam che hanno nel contalo di Trento el in
quel di Bolzan da 2000 carri che son mollo mag-
gior de nostri, che mi par gran cosa el non lo
credo ; pur e la verità. Che hanno relenuti i so*
150* mierl di quel paese usati di portar le merze in Ita-
lia et da una fiera a V altra, el fannoli star sospesi
tanto che costui non ha potuto portar sua mer-
canlia in qua se non pocha sopra cavalli condutli
de qua ; el questo dicono fare per poter haverli in
un subito per portar vituaria in Italia ; tra la quale,
olirà la molta farina che è a Trento, hanno gran
numero de bestiame grosso. Dio el la Illustrissima
Signoria ce aiuti, ne quali dui solamente mi fido, el
mi doglio esser zoppo ; pur moslrarò eli' io vaglio
ancora a bisogni di signori nostri.
Qui segueno di continuo strauii mali.
151 Copia de uno capitolo, de 2 aprii 1528, scritto
a Venetia, data in Nurimergho,
Da novo non é altro, salvo che intendiamo es-
06»! subleveto il duca di Oeldrea in Fiandra af-
fecionato a francesi, demodoché se stima la guerra
in esse parte. Questa Alemagna tutta è in moto, et
ogniuno se prepara et fanno fanlarie et non si sa la
causa, salvo che per quello si vede si slima guerra
tra signori lutherani contra li signori episcopi el
papali. Questi signori de Nurimbergha fanno tut-
tavia fanlarie, el al ritorno de fiera de Franchforle
vole fare mostra^ generale de persone a cavalo che
ad uno bisogno poirano bavere. Hanno già più de
fanti mille pagati, quali tieneno ne la terra.
Copia de uno capitulo del primo de Aprile
de FranchforL
Harele prima inleso de alcune carette state
prese da quelli de Gheldres, li quali sono tutti in
arme el hanno sachegiato una ciià de Olanda ri-
ehissima. Questa Allemagna pare slagbi per tumul-
tuare, el gli sono cose scerete quale male se poleno
intendere. La dieta imperiale cotnenzerà dopo
Pasqua a Ratisbona, dove sarà il re Ferdinando el
molli principi di Fiandra ; et ogni cosa in tumulto,
el in ogni loco se sta in grande expectalione de le
cose de Italia. Harele de brevi vicino la furia di
questo novo esercito, quale, a le preparatìone si
fano, credo debbia templare il paso di la Chiusa
de Verona. Sarano fanti 10 milia, cavalli 1200 con
grande provisione de victualia, munitione et altre
cose necessarie. Svizari intendiamo si melleno ad
ordine per passare a V opposito di costoro.
Adì 13 Aprii, Luni di Pasqua. Damatina 15-2')
vene in Collegio Torator di Milan, solicitaodo la
ricevuta di ducati 20 milia.
Da Brexa, di sier Zuan Fero capitanio,
di 10. Come el castellan de Musso ha haulo Le-
cho senza dar danaro alcuno; ma ben li dà certa
quantità di formento. In questa bora, scrivendo, ho
haulo lettere da domino Scipion Pochipanni, qual
è capitanio*in Valcamonicha, qual mi scrive, che
zerca a li preparamenti de la guerra, che ha per
lettere di un domino Zuan de Jacomo da Veza, chel
se fa grandissime preparalion in tulle le terre di
la Alemagna de navete de corame el de rote, de ar-
tellarie, el monilion, di biave. Tutte se riducono a
la volta di Trento, el che li capi electi a questa im-
presa sono andati in Ispruch, zoé el conte Girardo
de Arco, el caslelan di Castelalto, el uno domino
Nicolò Lietistener, el parte de li Lodroneschi el
(1) U otrtt IM' k Uioct.
225
MDXXVm, APROB.
296
molti alili de questi mazori ; et che se dice, falle le
fesle de Pasqua durano el lamburiiio per congre-
gar lai genie ; el similiier se fa preparaliun de
lanzoli, alabarde, schioppi et archibusi in diversi
luogi, ma più a Trento. Idio non voglia che ven-
gano.
Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago^ da
Maìse$ene, di 9. Come ei se alrova li con una
fasta, per dove passano molti mercadanli che vie-
neno di sopra, quali riportano da Ispruch in qua
non esser gente de niuna sorte, né quelli sono
andati alla dieta sono ritornali, et ohe la fama è
grande de farsi genie, et che a Trento sono in or*
dine 59 barche da ponti el scalle assai, ei bulasse
ballote da 15, bon numero de piombo. Quelli de
Val Trumpia conducono per Lodron gran quantità
de archibusi ; li aiozamenti sono fatti per 2000 ca-
valli Se dice a San 2^rzi comenzerano a moversi.
Hanno bauto dispiacer il signor Alvise da Gonzaga
esser conzo con la Illustrìssima Signoria, con dir
esser Iraditor, ei che havea promesso a loro. Ce-
gnano, come più volle ho scritto, pigliar la Chiusa
qui da le nostre bande, dove si alrova messier Uer*
cules Poeta.
itiìÈ Da Cassan^ di sier Toma Mòro proveditor
tewralt di 10. Manda una lettera haula da Trevi
di domino Paulo Lusasco, et come una grossa
bjin<la de inimici con tre pezi di arlellaria sono an-
dati in Lomelina con fama di voler expugnar Vege-
vaiio, Morlara ei Biagrassa, el a richiesta del si-
gnor duca di Mdan si è deliberalo di mandar a suo
soccorso ire compagnie di fanti, 150 homeni d'ar-
me, el 100 cavalli lizierì. Il castello di Leco non é
ancora dato al caslellan di Musso, perché quel ca-
slelan voi 8 page, si conzerà in 5.
Copia di una lettera di domino Paulo Luaa-
8C0, data in Trevi a li 8 di Aprila scritta
al clarissimo Froveditor general.
Per adempir quanto mi ha imposto vostra si-
gnoria, agionlo che sou stato a casa ho parlato con
io anticti zerca la materia che quella desidera saper.
Cossi lui mi ha narralo la cosa star in questo modo.
Che Sabbato passato il caslelan di Mus si trovò fl?l
porto del Lago con alquante barche, et ivi ben nella
sua fu a parlamento con il governalor di Como ei
altri comessi del signor Antonio da Leyva, et con-
cluseno li capitoli sui in questa forma, zioé : che il
prefato signor Antonio gli dà Leco, Monguzzo ei
uu* altra terra di la qual non mi ba saputo dir il
/ DiaHi di M. Sahuto. - 7\m IIVII.
nome, et lo fa capitanio del Lago, dapoi lo fa colo-
ncllo di una frotta de fanti, et in osservation di la
promessa gli dà nelle mane il signor suo fratello el
qual é nel castello di Mus sino che gli ha dato il
possesso di Leco. Da Tallro canto, il caslelan exborsa
al signor Antonio una grossa summa de danari ei
una gran quantità de formenli el de sale. Quelli
soldati che sono in Lecco dimandano esser satisfatti
di 8 page; ma pensa la cosa si aconzerà in 5.
Apresso dice, che beri mattina cesarei passorono in
Lumelina con tre pezi di arlellaria grossa con dis-
scgno di andar a pigliar Vigevano, perché togliendo
il modo de le viluarie a Biagrasso sperano obte-
nirla pili facilmente; pur audarano de longo a
Morlara.
Da Cividal di Bellun, di sier Polo More- 153
xini podestà et capitanio, di 10. Hozi, per uno
venuto da Trento, é riportalo non si mancava di
preparamenti el in esser (?) haver visto apresso iL
castello far fosse, zoé bote de fanna numero 7 milia,
el arlellarìe de varie sorte cerca numero 40, ei fa-
bricare barche per ponti. Ei non vedendo soldati
de alcuna sorte, parloe con uno citadino di questo
loco qual già alcuni mesi é andato a star de li, el
qual li h:i affirmalo che hanno asoldato fanti 12
milia, cavalli legieri 800, el homeni d' arme 300 ;
et che li fanti non sono in appareniia imperoché
non sono ancora levati di <^xa, ma tulli scrili, ei a
San Zorzì dieno far la massa a Trento per descen-
der in Italia, et cosi li ha preparado li allogiamenti
a Trento et loci circumviciui. Per uno altro venuto
da Marano, qual é slato a Livinallongo, Passafren
et Gardena et altre bachete de queste bande, dice
che ne la dieta fata per 6 giorni a Marano é sta spa*
zalo mesier Leonardo Felzer capitanio di leTorreie,
cum licentia de venir a nostri danni come el
campo se pari) da Trento per andar in Lombardia,
ei però stiamo aleuti ; de li quali lochi hanno levato
lutti li cavalli el mandati a Ala per cargare ancora
biave.
Da poi disnar fo Pregadi et telo le lettere so- 154*)
prascrille.
Di Antonio Maaaruol seeretario, vene lei-
tere di 8, di Ancona. El qual e andato con li du-
cati 25 milia in oro in campo. Avisa il suo zonzer 11
con le 5 barche, et si partirà, ei andarà a la volta
di Trani.
Fo letto una lettera metteva li Savi del Conscio
(1) Uowta 159'èbitiiQft.
15
22r
HDZzmi, inuuB.
OAII
ZTO
et terra ferma di scrirer a sier Alvise Pixani etsier
Piero da clià da Pexaro procuralor in campo in
Puia in risposta di soe, laudando monsignor di
Lulrech di le operation soe, et vo^li solicilarlo
andar avanti, et vedino si babbi la trata di Tor-
menti, et si loy li salnilri. Et a Trane praeterea
havendo inteso la doana di le pecore,
che dicano a esso Lutrech sarà boni per pagar li
lanzinech, cussi a beneficio del re come nostro con
altre parole. Et inteso la ricuperation di 4 terre
fono nostre, havemo deliberà di elezer 4 zenlilho-
meAi nostri quali invieremo al Capilanio zeneral
che li metti in quelle terre li parerà, ut in litteris.
Et da mò sia preso, che per scurlinio in questo
Conscio siano elccti 4 Proveditori in do scrutinii,
li primi con ducali 50 al mexe netti per spexe, et
do con ducati 30 i quali vadino dal Capitanio zene-
ral, da esser posti al governo di quelle terre dove
li parerà. La qual parte non fo mandata, et fo ri-
messo a doman.
Fo leto eiiam una lettera a sier Sebastian Ju-
stinian el cavaiier, orator in Pranza, in risposta di
soe. Et laudar la Christianissima Maestà in mandar
li 3000 lanzinech in Italia, et havendo nui deliberà
di far 6000 fanti tra sguizari, grisoni et lanzinech,
per tanto Soa Maestà vogli scriver al Grangis e
apregso Grisoni, voy solicilar si habbia nostri sii-
pendii. Item, si scrive altre cosse ut in litteris. Et
da mò sia preso, chd sia tolto a nostri stipendii, in
loco di 6000 fanti fu preso di far de italiani, tanti
sguizari, grisoni et lanzinech. Tamen, etiam dilla
lettera non fo mandala.
Et fo ditto che doman si chiameria questo Con-
seio per expedir ditte parte, et si vene zoso a
bore 24.
Noto. Za 4 zorni morite domino Zuan Balista
Brocardo avocalo di Procuratori, el hozi li fo fallo
le exequie ; in loco del qual avocalo con il salario
intra domino Santo Barbarigo» videlicet di la Pro-
curatia di supra^ elelo senza salario za
anni.
Item r altro bori morite Malhio Brexan prolho
di albori di V Ài*senal, homo ne V arte soa excel-
lente et assà operato per la Signoria nostra. Fu
sepolto honorifice a San Francesco di la Vigna.
154* Fo mauilato hozi a Lazarelo tre morii a San Gas-
san in corte di la iiezina, locho novo el
uno a San Luca
Di Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 12. Come inimici sono insiti de Milano cum tre
pezi de arlellariai el se dice che souo per audar a
Vigeveno el a Biagrassa. Dio veglia che le cose ra-
dino bene. Il castelan di Mus bt hauto Lece senza
danari ; ma li dà certa quantità di formenti come é
sta dillo de qui. Beri sera le petichie è date fora a
questo magnifico Avogador, domino Alvise Bon
dolor.
Di Nicolò Barbaro capitanio del LagOf da
Verona, di 11, particular. Come é venuto qui
a far le Teste. Avisa a le parte de sopra sono ancora
a Ispruoh tutti quelli signori, et si dice |>er quel
s' inleuiic, che al tutto voleno calar. El tanto più mi
fa creder, quanto che a Trento di continuo se lavo-
rano monition da guerra, el queste zatre el scale
fa suspelar che vogliano far uno assalto qui a Ve-
rona, benché saria niente per esser in tal maniera
che poco se ne incurarà. El conte Girardo d* Arco
é fatto comissario di lo exercilo imperiai, et si
aspetta, fatte le feste, el vescovo a Trento. Di
continuo se masena el li alozamenti sonn preparati
per li cavalli, tamen da Ispruch in qua non si vede
union di zente. Da poi scrila, per uno venuto di
^pra si ha, che la dieta de Ispruch era eiiam per-
chè li citadini non voleno exborsar li 100 milia rai«
nes, el che voleno loro andare in campo ; ma si
lien che convegnermo condescender et pagarli. Ben
mi doglio che quelli de Val Trompia socorano li ini-
mici ; però bisogna aprir li ochii bene, et il maior
travaio si bara sarà sul Lago, dove son stalo con la
fusta, et havea fato che li bomini del Lago facesseno
le fazion a beneficio di la Signoria, ma il Podestà
per urlarmi ha dillo: « Se direte mal del capitanio
io non voglio faciale le zurme a vostre spese >, to-
men non guardo et fazo il debito mio.
Ora f ione fatta in Collegio per don ino Bar-
thotomw Gualterotti dolor, orator fioren-
tino, fatta adì 14 Aprii 1528.
El sapientissimo Creatore di questo universo,
Serenissimo Principe el Illustrissimo Senato, invano
harebbe creato questa machina mundiale et le
cose che in quella sono a uso et comodo de la crea-
tura rationaie, se non havesse posto in quelle udo
ordine determinalo el Oxo, el qual non fusse inai
Iransgresso o prevaricato, et se non bavesse unito
le cose contrarie el posto fra le cose create utia
ferma unione de concordio, secondo la quale cia-
scuna procedendo al moto suo et servando P of*
dine stabilito aiutassi la conservalione del . . . 4ie«
condo le leggi di sua eterna sapienlia. Percbò, sendo
li contrarli inclinali ad combalere insieme, il più pò*
1
£9
MDUVUI, APRILE.
930
lente et forte ad superare il pìd debole, senza dubio
girano rìtomeria ogni cosa nello antiquo caos et
nelli pristina confusione, né sarebbero li elementi
fornisti né le altre cose di quello composte, senza le
qoali r huomo non può vivere, né alcuna delle cose
creale durare. Ma la divina sapienza, per il suo infa-
libilcel admirando ordine, unì et proptirtionò le cose
runa a Paltra in tal modo, che Tuno contrario non
combatte con Taltro; ma stando contenti al termine
loro posto hanno quodammodo amicitia et confe-
deralione insiome. La medesima unione fu posta tra
li animali irrationali, li quali benché combatino
molte volte insieme, non solo in genere, ma ancora
quelli di una specie medesima in tra loro, non di
manco tale concertatione o combatimento non
fann » volunlarìamentp, ma tirati et sforzati dalla
necessiti del cibo et del coito, come diflusamente
si tratta p^r li sourtatori delli naturali secreti, de
quali non è nostra provintia o intentiooe al pre-
sente parlare. La medesima unione et confedera-
tione fu posta intra li homeni nel principio di la
loro crcattone, li quali si vivevano pacificamente et
tranquillamente, né si cognosceva sospetto intra
loro, non si haveva notitia di guerre, non si sapeva
che fusse avarilìa, ambilione et li allri monstri della
bnmana specie, anzi ciascheduno senza alcuna sete
godeva el suo conlento della liberalità della terra,
la quale largamente subministrava loro i loro biso-
gni, onde meritamente fu questa età denominata
155* la eti de Toro. Ma quando lo appetito inordinalo di
dominare insito nel primo bello fece che rompessi
la naturale et universale quiete movendo guerra
allì vicini, naquono a V bumano comerlio infìoili
mali, et pare che da quel tempo in qua il mondo
non babbi havuto diuturna quiete et pace, perché
la unione insila nelle menti di ciascuiH) per natu-
rale instinto, fu alora primieramente curropta, né
da qtiel tempo in qua si é goduto la pace né la in-
dennità di tali pericoli, se non per quelli populi che
hanno mantenuto la unione con li vicini, la quale co-
me prima hanno cominciato a maculare, cosi hanno
cominlialo a sentire le calamità di la guerra et 11 giogo
di la misera servitù. Li Hebrei furono un popuio po-
lente el inviclo el mentre che le 12 tribù fumo unite
crebbe tanto il loro dominio che superorono et feron
Iributarii li loro vicini. Ma quando si divisono et co-
minciorno a combattere le dua con le 10 tribù, in-
debilirno in tanto le forze loro, che non solo per-
deriio lo imperio propagalo loro dalli antiqui loro,
ma etiam fu loro tolto il terreno nativo, et furon
menali in longtssima captività. In Grecia, li Lacede-
monii et Atheniesi poterono con la unione che era
tra loro quasi soli scaciare il potentissimo re Xerse,
che havea col suo inumerabile esercito potuto non
solo muovere guerra alli vicini et longinqui, ma
eiiam subverlire li monti et far ponti sopra il
mare, et non solo una volta (vinsero?) epsi persi ma
molte, di che acquìstórno tanta fama che ancora vi-
vono le opere loro gloriose. Ma quando comincior*
no a emularsi insieme et combatere T una cita con
Paltra, si debilitorno tanto, che presto 1* una et Tal»
tra manco, né poterò esser defesi dalla potentia né
dalla sapientia loro, con la quale havevano facto si
belle et opportune legge venute poi in uso di tutto
el mondo, ma V una et V altra vene in mirabil cala-
mità di servitù. Ma a che Gne vo io ricercando le
cose extranee longinque et antique ? Considerisi un
poco Italia, laifuale é stala tanto potente che ha su-
biugato tutto il mondo^ non di manco la divisione et
disunione di V una cita con V altra la hanno lacera
in tal modo, che più volle é andata sottosopra. Las-
siamo stare li Golhi, Hunni, Vandali et Eruli et al- hq
tre genti che V hanno afflitta, ma dico pure de li
tempi moderni. Non pensi alcuno, Serenissimo
Principe, che si abbiano più volte vista h Italia
preda dalli ultramontani, che questo sia nato per
altra potentia che de italiani medesimi ohe si sono
volti Tono contra Taitro et oppressansi et emulansi
V uno r altro. Hannibale fu sapientissimo el poten-
tissimo capitano, tenne la guerra in Italia 17 anni,
scorse 6no su le porte di Roma, et fece molti facli
per li quali la lama sua sera eterna, et poi che fu
vinto in Africa da Scipione, sendo lui apresso il re
Anlbioco el da lui domandalo in che modo si po-
tesse mover guerra alli Romani, rispose non ci esser
altra via efficace se non primeramente porre la
guerra in Italia, perché la lunga experienlia li havea
mostro che era impossibile vìncere Italia con al-
tre forze che di lei medesima, et quando ìì animi
italiani sono inclinati alla discordia el disunione. Per
tanto, Serenissimo Principe, si può fermare que-
sta conclusione manifesta, che la discordia deli po-
puli de Italia é sUta quella che 1* ha depressa,
r ha debilitata, et Analmente a buona parte di essa
imposto el giogo della barbara servitù. Conoscendo
adunque per queste et altre ragioni il perirolo che
ne soprastava, et che a scaciare questa malatia era
nec(*ssario oporli un remedio di contrarie forze, parse
a Vostra Serenità et a questo Illustrissimo Senato di
fare lega el unione con la nostra excelsa Republica,
mediante la quale se defen ieseno le cose de V uno
et de r altro dominio el si salvasse da la misera
231
IfDXXVllI, APRILE
932
servila questi allri membri d' Italia che sono re-
stali sino a qui liberi. Per questa causa p.irse a
Tuno et al* altro Senato destinarsi invicem ora-
tori in segno che la liga et unione si faceva ex
corde, et per questo li mei excelsi Signori et quello
excelso dominio mi hanno mandato oratore alla
celsitudine vostra, in luogo del magniGco mio co-
lega et precessore Àlexaniiro de Pacii, per dichia-
rare che la Republica nostra unitamente desidera
mostrare a la Serenità Vostra di quanto bono animo
epsi siano in verso quella et verso questo Illustris-
simo Senato. Vorriano possere mostrare il core loro
et senza cerimonie possere operare qualche cosa in
beneficio et comodo de la Serenità Vostra et di
questo Illustrissimo Senato in testimonianza della
156* fede loro: et a questo desiderio é spincta quella
excelsa Republica non solo dalla mutua fede et
amicitia, il quale vineulo debbe esser assai a ogni
generoso core, ma etiamdio dalla proporlione che
la Illustrissima vostra Republica ha seco, parendo
etiamdio tal confederatione et unione sia non solo
utile ma eiiam necessaria a salvare 1* una et V altra
republica et il restante di Italia dalli iminenti pe-
ricoli ; la qual cura pare che si aspecti principal-
mente a queste due republiche per esser li princi-
pali membri di Italia, anzi V una il capo, P'altra il
core. Né è nova al presente la confederatione di que-
ste due republ)liche, anzi molle volle per li tempi
passati é stalo fra loro lega de unione. Mastino da
la Scala augumenlò tanto lo stato suo che la sua
tiranide era formidabile a ciascuno, lenendo lui Ve-
rona, Vicentia, Padoa, Parma, Luca et molti altri
luogi : a questo male si occorse per una lega ne la
quale la vostra Illustrissima Republica et la nostra
furon parte prin«'ipale. Ilavea Galeazo Maria Vi-
sconte occupato per gran parte la Lombardia, Ro-
magna et Toscana, quando providamenle in questa
regia cilii si Iralav» la pace fra lui et noi, benché la
opportuna sua morte anichìiasse ogni mentione di
pace. Di poi, al tempo de Filippo Maria, in tanto
fumo unile queste due potentie quanto si può per
le storie vedere ; nella quale unione quella Illustris-
sima Republica li tolse Brexa. Al tempo de la guerra
che questa Republica hebbe dillicillìma con li Ge-
noesi, parse al Senato nostro che questa guerra
fusse pernitiosa a tutta Italia, et però non solo trac-
lorono tra voi pace, ma si offerseno fideiussori di
gran summa di danari che si dovea pagar(\ Queste
cose ho cosi brevemente discorso per mostrare
che la amicitia et confederatione presente non e
nuova, anzi per molto tempo aoliquala, suscitata el
rinovala al presente dalla conformità et proporlione
delle noslre republiche el dalli evidenti et eminenti
comuni pericoli, et da un desiderio di potere,
quando che sia, riposarsi in pace.
Vostra Serenità «duncinc. Serenissimo Prencipe,
el questo Illustrissimo Senato consideri in persona
mia il nostro populo fiorentino, il quale ex corde
desidera la perseveralion della presente confedera-
tione et unione con quella fede el sinctrilà che é
conveniente a republiche tale, et vuole che la
Serenità Vostra et questa Illustrissima Republica si
prometta di lui quel tanto che alla mutua confede-
ratione et benivolenlia el alli mutui beneficii si ri-
cerca. Questo è quello che per el presente ho a
exporre alla Vostra Celsitudine per parte de miei
excelsi Signori ; le altre cose che ne oecorerano
a la giornata si farano intendere a quella, la quale
prego che per sua benignità mi excusi se lìei Qiio
parlare son stato tedioso o molesto. Dixi.
Adì 14, Marti di Paaqua, Fo lettere venute 1
heri sera del campo di Futa, del Fixani et Pe-
xarOj da Crrottatnenafa, di 2 et 4. Come si Ic-
vono di Santo Antonio et sono venuti con V exer-
cito. Inimici sono a la Tripalda et per quelli lochi
alozati, et hanno una grossa aqua davanti, el par,
per uno reporto che mandano, che siano andati
verso il Garigliano et spagnoli alozati in li caxali
vicino a Napoli. Et per uno riporto, par che quelli
di Napoli siano in tumulto per n>n voler inlraiio in
la terra. Nui havessemo cavalcato, ma per il leiiipo
cativo non si ha potuto; pur non si è slato indarno
et si ha fatto boni ordeni perchè le vituarie siano
mandate drio al campo. É qualche uno che tien
inimici ritornerano in Lombardia. Nui si leveremo
da qui da malina per aproximarsi a li inintici, et fa-
remo 10 miglia. Scriveno ha ver parlato con mon-
signor di Lulrech zerca haver Irata di formeuli di
la Puia ; el qual disse bisognava prima far provisiou
per il campo.
Vene in Collegio Toralor nuovo di fiorentini
nominalo domino Rartolomio Gualteroli, qual per
dubito che vien di terra infelada. fu fato star a San
Chimento alcuni zorni. Era vestito di veludo cre-
mexin con manege ducal molto grande, a la fioren-
tina. Vene insieme con Torator vecliio domino
Alexandro dì Pazi vestilo di zambeloto negro, et fo
mandati a coinpagnarlo alcuni cavalieri dolori et
altri chiamali beri in Pregadi; ma fono numero t4
solamente. Questo è venuto per star, et il vechio
partirà. £1 qual venuto in Collegio, el fatoli le aco-
933
MDIXnn» APRIU.'
984
glieoUe per il Serenissimo, sentati, esso orator
DO'o parloe, poi ha presentata la lettera di cre^ienza,
come la union cresceva le republiche et la discor-
dia le ruìnava, et che sempre che questa Republica
è slaCa uiflla con la excelsa Fiorentina la éagumen-
tata di slato, però li s<»i signori voleno perseverar
^^'* in questa amicilia, et V ha mandato qui a far resi-
denlia in locho di 1* altro che andare a repatriar;
con altre parole. Et il Serenissimo li rispose verba
prò v^hisff poi partirono.
Da poi disnar fo Pr^gadi el. leto le leftere di
campo di si^r Piero Landò capitanio general,
date in galla apresso Candia^ adì 15 Fevrer
Vene l' orator di Mantoa con una lettera del si*
gnor Alvise di Gonzaga da Castion, qual li scrive
acetta la eondutta datali, el aspetta li danari. In
questo mezo scriverà la compagnia.
Fu prima Taclo scurlinio con boletini de do sora
le cose di frati di Cnriziiola, in luogo di sier Marco
Dandolo dolor et cavalier é intrado Savio del Con-
scio, et sìer Toma Mocenigo é rimasto di XX Savii
a tansar la terra, el qual é questo.
Do Auditori sopra la eausa di frati
di Coriguola,
f Sier Gabriel Moro el cavalier, fo Savio
a terra ferma, qu sier Antonio . 137. 55
Sier Antirea Mocenigo el dolor, é di
Pregadi, di si(T Lunardo procura-
tor qu. Serenissimo 90. 98
Sier Hirouimo Polani el dotor, e di Pre-
gadi, qu. sier Jacomo 72.1*20
Sier Zuan Francesco Miani fo a le Ra-
xon vechie, qu. sier Hironimo . . 63.134
t Sier Zuan Marco Foscari fo ambas-
sador a Roma, qu. sier Zuanne . 130. 57
Sier Anzolo Gabriel fo avogador di
Comun, qu. sier Silvestro . . . 106. 86
Fu posto, per li Savii del Conscio et terra
ferma, essendo conveniente et per molti urgenti bi-
sogni et cause necessario, mandar al presente uno
Proveditor nostro zeneral ne la cita nostra di
Brexa et brexano, quale é di quella importantia al
Slato nostro che ciascuno per prudentia sua ben
comprende, però :
L*anderà parte, che per scrutinio in questo Con-
scio elezer si debbi uno Proveditor zeneral a Brexa
et brexano con servitori 10 computi il secretano
di la canzelaria et il so* fameio et 6 cavali con du-
cali 190 al mexe per spexe, stagi in Brexa, parti
immediate con quella conoitnissiou che li sarà data.
Ave 194, 14, 0.
Fu posto, per li Savi del Conscio et terra ferma, 158
una lettera a li proveditori Pixani et Pexaro in
campo con Lutrech od litteram come quella che
beri fo letta, e da mò sia preso di elezer 4 Prove-
dilori in do scurlinii, li primi con ducati 50 al mexe
per spexe, et li do seeundi con ducati 30 da esser
mandati al Oipitanìo Zeneral, il qual debbi meterli
al governo di quelle terre li parerà.
Et sier Zuan Miani el consier messe voler la
lettera; ma indusiar a far li Proveditori fino si babbi
risposta da Lutrech. Andò le parte .
Fu posto, per li Savii del Conscio et terra
ferma una lettera a sier Sebastis<n Justinian el cava-
lier orator in Franza in risposta di soe, et zerca li
3000 lanzinech il re Christianissimo voi mandarli
in Italia li mandi presto, et semo contenti pagar li
do terzi. Item, Soa. Maestà voy mandar olirà di
questo immediate altri 3000 lanzinech che nui li
pagaremo, et questo perchè si fa gran preparution
di lanzinecb a nome di Tlmperator per calar ai
danni nostri, come appar ne li sumarii che se li
manda. Et perchè putrià esser che calasseno in
gran numero, Soa Maestà voy scriver al Grangis et
far stiano preparati altri 3000 sguiz^iri che secondo
il bisogno li faremo venir in aiuto nostro; con altre
parole, si come in ditte lettere si coulien.
Et sier Filippo Capello savio a terraferma voi la
lettera, con questo si dicht che questi altri lanzinecb
si pagi per terzo, uno terzo Soa Maestà, uno terzo
la Signoria nostra et
Et primo parloe sier Filippo Capello per la soa
opinion. Li rispose sier Francesco Bragadin savio
del Conseio. Dapoi parloe sier Alvise Mozenigo el
cavalier fo Consier, el qual voleva che non si to-
lesse sguizari.
Et poi li rispose sier Lunardo Emo savi«) del
Conseio, et iterum parloe sier Filippo Capello. Da
poi sier Alvise Gradenigo è del Conseio di X, qua!
non li par si scrivi di preparar sguizari et non tuorli,
perché |>olria seguir che se li fassemo inimicissimi.
Et li rispose el Serenissimo dicendo non é da exa-
sperar li sguizari quali tien con il re Chrislianissiuio,
che non si possi bisognando tuor qualche parte.
Andò le parte: .... non sinceri, 98 di no, 17 158*
del Capello, 153 di Savii el questa fu presa, et si
vene zoso a bore una di notte. '
935
IIDIIfin, AFEIU.
98S
Ih Orf>ieto vidi lettera di damino Alvise
Lippomano canonico di Bigamo, di 6. Come
il Papa si parie con li cardinali per andar a star a
Viterbo, peroché la roca si ha resa', qual si teniva
per spagnoli.
E( conte era zonto II a Viterbo il reverendissinìo
(*an1inal Farnese venuto del suo vescoado, et il
Papa ollrd la cnrie ha mandato a Roma, mandava
etiam il reverendissimo cardinal Cesis
Scrive, il Papa la Dominica di V Olivo in la so-
lennità di le Palme exortò li cardinali et pr lati a
voler mutar vita et far penitentia di soi.pecati, per-
ché per li pecati era venuto il flagello di Ruma.
Scrive nove si ha de 11, del reame per lettere di 30.
liem^ esser morto .... Serapica fu favorito
di papa Leone.
A dì K.L» malina, fo grandissima pinza.
Di B^gamOj di rectori, mandano lettere
haute dal Oratigis,
Dal Grang/'s, da Coffra, di ... . Come la
dieta fatta pnr grisoni era risolta non voler dar il
Iraitsilo ai hmzinech de T hnperator passano, nò al
castellan di Mus, nò ad altri sicome più difusarnente
scriverò di sotto.
Da Verona j di sier Carlo Contarinipro
veditor general, di 13, Come è aviso la dieta
esser risolta che si è fatta a Yspruch, et concluso
non voler darli danari, ma ben IO milla fanti del
conta di Tyrol pagati per loro per venir in Italia;
et che 'I duca di Brexvich et Marco Sielb erano an-
dati a Fres lige 5 di là, et haveano mandati alcuni
capitani in Augusta per li fanti. Item, che erano
tornati el conte Girardo di Arco, Caslelalto et quel
di Lodron ai so* castelli, et fevano zente. Scrive dal
suo explorator non ha hauto altro aviso, qual a di
15 io aspecta, et li ha nuindato questo a dir a bocà.
Da Salò, di sier Hironimo Qradenigo prò-
veditor^ In consonanlia di quanto ho scrito di sopra.
1 59 Da Vdene, di sier Zuan Basadona dotar ^
locotenente^ di 12 :
Manda una lettera hauta da la comunità di
Tulmeeo, di 12, con una relation, guai
dice cussi:
Il zorno de Pascha de resuretion 1538, a bora
de mezod), Antonio de Ronco de Rivo, in execution
di la rechiesta fatta per lettere del magnifico et
elarissimo domino Locumtenente, mandato Zobia
proximo passato avanti zon)o da Tolmezo in Ale-
magna per spia a veder et intender se 1 feva zeote
altro aparato di guerra, et verso che logo et cen-
tra de chi, il quale referile che in quella Dotte zon-
se a Troburch in la hostaria de Jacomo Feoz ce-
nando, et da poi cena parlando cum alcuni mer-
cadanti che erano venuti de là del Tauro de Roslutli,
et cum alcuni altri falzari lì quuii erano venuti da
Pris}(raz, il qual logo è zuso verso V Hongaria, da
ditti falzari sentile afirmar come per il campo de
r Imperatore overo del fratello era sta preso el
Vayvoda, et cussi se diceva, el che tulle le z»'ule
che so IO de li logi de Staymoreh in zuso vanno
verso r Hongaria per cazar li turchi. £1 poi quelli
merc^idanti che erano venuti de là dal Tauro, disse-
no loro haver visto gran quantità di zente che
venivano verso Bolzano et Marano ; il qual loco de
Marano é zerca 12 migliara sopra Bolzano, et che
II vi si conduseva gran quantità di arlellarie, dicen-
do lor saper come lo Imperador haveva determi-
nato far \ìr\ grossissimo campo che forse vm se ne
vite uno simile, per andar a la volta de Mdano.
Dein'tC in domane ditto Antonio se partile de
Trahurch et andò verso Lotiz, et a caso per la via
se scontrò in do niureri da Como li quali oogno-
scendoli per avanii li salutò, et dimandò di che loco
loro venisseno, et se havevano qualche cosa da novo.
Li quali risposeno come venivano da Como per la
volta de lago de Garda fora per la volta de Valto-
lina, et de li a Bolzan, in el qual luogo de Bolzano
erano stati fermi tre d), et poi erano venuti a
Bronich et da Bronicb a Persenon, el da Persenon
a Thoblach el de li a San Candido, el de Santo Can-
dido a Lonz, dove per quelle strade hanno visto \
condur gran quantità de biave. Et hanno dimandali
li caradori a chi conduseno tal biava ; li quali li
hanno risposto condurle per le muoition del campo
de r Imperator il qual se preparava andar verso
Lombardia, elgran quantità de boi per monition ;
et che haveano aldilo dir che fevano condur do
carette de creppello di ferro, li quali li nostri chia-
mano grifB, che se metteno ai piedi per substentarsi
in logi de clivi. El che cadauna de ditte doe carete
erano tirate da 5 cavalli, el un* altra caretta simi-
liter Ciirga de scale, de catene di ferro ; et che in
Marano soprascritto erano zonti da zerca 1000 fanti
lanzchenech. Altro dillo Antonio non sapete referir.
Di sier Piero Landa capitanio Menerai da |
mar, da Napoli di Romania, di 15 Marao.
Del suo andar li etc, per haver biacoli, età haulo do
lettere del Senato zerca venir in Pula essendo in
Caodia, unde subito si levò et vene li. Scrive, sier
m
MHXtnii APBOA
S88
Hironimo Corner capitanio di Candia nort era li ma
andato a la Canla, el ba expedito quelle cosse et
sedale, el lo lauda assà. liem, scrive
Nolo. Per le nostre fuste é sta retenuto uno ga«
iion con formenti vien di Sicilia di nostri roerca*
danti» el qoal voleva andar a Ferrara.
Di 8ier Thùmà Contarini oraior^ va al Si-
gn&r tmeo, da . . , . ^adì 11
. • • ■ • « ■
Veneno in Collegio tulli do li oratori fiorenlini,
el mostrono lettere da Paria, di '2d, più fresche di
le nostre^ con la disfida Tata per il re Christianissi-
mo a P oralor de V Iinperator etc. La copia de le
qual, potendole haver, scriverò qui avanti.
Da Salò, di sier Hironimo Gradenigo pro-
redi f or et capitan io di la Riviera^ di 12» Come
in questa matiiia e giunta una mia spia per mi
mandata a Rovere el a Trento a intender li anda-
menti di alemani, et mi ha referilo come il conte
Girando de Arco ha dato principio a far zente el
ha fallo fanti numero 500, et U ha dato danari ;
el dice esser principiato ad arivar cavalli et venir
gran numero di gente a Trento, el che fanno gran-
di<(simo preparamento di alozar cavalli ei fanti, lo
starò atento, che se altro intenderò subito a viserò etc.
Scrive, haver scnlto in campo al clarissimo Prove-
dilor zeneral a Brexa, al Ciipilauio ti mandi polvere
el piombo, acciò acadendo alcuna cossa mi possi
prevaler eie.
lgQ« Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di 13^ particular. Come, per uno venuto
di Siipra tia Yspruch si ba, si meteano ad ordiuci
et dicesi publice che erano per calar a la volta di
Lorohardiu, el il conte Oirardo di Arco era venuto
di la dieta ad Arco, et che era contrasto che ti con-
tadini non Vulcano exborsar danari ma voleuo ve-
nir in persona in campo, et su questo è grande
contrasto. Tamen, a Trento 2»i fa preparamenti
grandi et di continuo si maseoai et lavorano 7
fusine fatte di novo, et fano scale in gran quantità,
el alcuni cari mali et ballote assai. Scrive, qui in
Verona si (orlitìca assi, queste cose comenzate, et
non si manca di solicitudine questo clarissimo Pro-
vedilor zeneral. Se hanno pagato hozi la compagnia
di Marian Corso fanti numero 300, el cussi si andari
pagando tutte le altre che vengono et se remeleoo,
el invera a questi tempi questa terra non si dia lassar
senza bona guardia. Mi piaze ben veder missier
Jacoroelo da Novello a questa impresa, per esser
fidelissimo et homo da ben.
Noto. Fo mandato beri a Laureto uno polo
morto da peste a San Pantalon over Santa Croze,
né si sa dove 1* babbi presa ; si ludica da Piove di
Sacho, dove di novo è apizato il morbo.
Da poi disnar, fo Cooseio di X con Zonta di
Savi! di Collegio.
Fo expedito il Conlin di Mozanega, che fixe il
Podestà di Crema excomunicato eie. Che *1 dito sia
liberi di preson et vadi lui et la sua fameia, é di
quei »... ad habitar altrove.
i/em, fo spazato uno .... di Friul, el qual
disse vilania a missier Hironimo da la Scrova dolor
fo vicario con sier Zuan Moro locotenente in questa
terra, videìicei che *1 sia cavi di prezon et dagi
securti di non ofender il ditto» et compi il bando.
Nolo. Hozi po^t prandium, in Quarantia Crimi^
nai segui, che essendo sii menalo uno presonier
nominato Francesco Croxe, qual ferite uno Zuan
Mari» liiiaruol su la testa, et lo menò sier Mict»iel
Trivisan avog:idor, li rispose sier Sebastian Veuier
avocalo di presonieri. Andò la parte di procieder ;
fo Vi di .si, 19 di no, et 1:2 non sinceri, che fo cosa
nolanda che la Quarantia si parti in tre parte. An-
dari ad un altro Conscio.
f^opia di ietterà di domino Judian Soderini 161
episcopo, oratore fiorentino presso ti Chri-
8tianis9imo, de 29 di Marso 1528, da Pa-
rigiy a Signori X di libertà et pacd
L* altre nuove sono più maravigliose che perti-
nenti a la salute universale, la quale pare che con-
sista nel exito di questa impresa, la qual, havendo
nel reame felice successo» darà non solo sicurli di
le cose vostre, ma oplima ricompensa di mali pre^
senti et passati. Nondimeno, perché molli non si
contentano, a quello che io intendo» de la substantia
dì le cose secondo la comoditi del scriverei abre**
viando dirò, come dua di sono la Maestà Christia*
nissima, havendo fatto intender a ti oratori che qui
si trasferisseno, se ne vene, dove, dopo mangiare
parecbie bore comparse Hcbissimamente vestito in
dna gran sala o galleria bene ornata di tapezzariei
sedie preparate per li principi et cardinali» et altri
luogi per II ambasciatori et gentilhoitaeni de prin-
cipali in assai gran numero. Ove postosi a sedere
oum tutti li eircumstanti, comandò tSoa Maesli ohe
lo ambassatore di V Imperatore fosse conduto ^ il
qoal in vista assai turbalo, dopo le debite reveren-
tie fatto sedere, si rilevò dicendo haver ricevute
lettere di V Imperatoret il quale li scriveva che
seDdo alato sfidato per b due araldi^ non era bm-
939
MDXXVm,' APRILE.
240
gno che più stesse in Francia, onde deliberato di
chiedere liceiitia, fu preso senza bavere mai potuto
intendere la causa, però pregava Sua Maestà li
volesse fare intendere in che havesse peccato, et
non lo trovando in errore, li volesse dar licentia et
salvocondulo. A che poi cheSoa Maestà Thebbe fatto
coprire et se lere, rispose : non p. r difecto suo par-
ticulare, ina per leggi violale a causa de la relen-
tione de li aml>assalori in Spagna 1* haveva in quel
medesimo modo fallo pigliare et Iralare come
quello, benché gli disputasse ; che altro per suo
honore f.ire non poteva, et che bora mlendeudo
per la liberatione sua bavere occasione di mettere
lì altri in libertà, non voleva diferire al mandarlo a
Baiona, ove barebbe il debito salvocoudulto quan-
do li altri fossino restiluili. Ma perché lo Imperator,
161* volgendosi a lo araldo di Francia dopo la dislida
facla haveva ditto più cose coiitra T honore di Sua
Maestà, lo pregava che li volesse portar una lettera
in risposta, la qual era scripta et sigiiata di sua
propria mani», con certe anibasciate di boca che
con il tenore di la lettera erano in sostaiilia tale,
che in quanto lo Imperatore havea dillo che Soa
Maestà era suo pregione et però non poteva de-
nuntiarli la guerra, se ne meravigliava, essendo sta-
to innanzi et poi che er.t vetiuto a la corona in mol-
te battaglie et in nessuna ha ver mai trovato lo
Imperatore, volendo inferire per conseguentia che
chi va a la guerra li advi^n di le disgratie simili
piti che a quelli che si stanno ne le terre murate et
ben sicure. Oltra qneslo, che non era possibile, non
hessendo lui stato in persona a la battaglia, li haves-
se dato la fede come li presuponeva. Quanto a lo
haver ditto che non li haveva tenuto promessa, che
mentiva per la gola, noa solo di quello che ne ha-
veva dicto, ma che tante volte, quante dire lo vo-
lesse tante mentirebbe, come expressamente el
contenuto per la lettera, la copia de la quale, po-
tendosi a tempo bavere, si manderà con questo. Il
ministerio (?) fu grande, et la risposta a tutte le parte
facta per questa Maestà fu eleganlissima,persuadeiido
lo ambasciatore che lo recusava ad volerla portare,
con dirli che farebbe dispiacere al padrone suo,
il quale non harobbe ditto a lo araldo suo tali pa-
role senza aspettare la risposta, il che hessendo, pa-
reva verosimile nel portargline li havesse a fare
cosa grata. Li altri capi furono tre o quattro, come
de la scusa del sacco di Roma che fa lo Imperatore,
et altri* cose prolisse et manco necessarie ad racon-
tare per il presente. Le quali, poi che furono rim-
provate et rimproverale di boca, si venne a la conclu-
sione de la lettera, la quale era, che in luogo di risposta
li mandasse il campo ad Gne che Sua Maestà si potesse
trovare in tempo determinalo per defendere Tonore
suo come ad un gentilhomo si convien. Et che poi
che lo ambassatore recusava farlo, li manderebbe
lo araldo, al quale, quando non volesse dare sai-
vocondullo, protestava il dishonore dovere rima-
nere sopra di lui, come quello che impediva la
iustificatione della Et di tutto questo di
sua boca chiamando la compagnia per testimo-
nianza del vero, chiese del suo dire acto el in- .
strumento publico, El quanto a quello che appar-
teneva al Serenissimo d* Àngliterra, disse che per |(
cono>cerlo virtuosissimo el da non bavere bisogno
d'altri che defenda Thoncre suo, non si ingeriva
per lui se non in caso cbe per indisposilione oti
altro accidente da sé fare non lo potesse, mette-
rebbe sempre la sua persona al cimento, stiman-
dolo pld che fratello, non che nuovo et bon pa*
rente.
Hoxi e arrivato il vescovo Bolhoniense homo
prudente el dedito a le facende quanto altro ho-
mo d* Àngliterra, oltra a lo essere in fede con
quel Serenissimo el Reverendissimu, il quale di-
scorrendo assicura V impresa a beneficio de la
lega in caso che in Ghiena el in Fiandra si muova
gagliardainente, concludendo nondimeno parergli
impossibile che costoro possino supplire a la spe a.
Onde pare che se ne possa cavare una coniectura,
che el sia venuto con animo di persuadere sì trova
le difficultà tali, che è presupponerlo che queste
imprese di qua si abandonino per unire ogni forza
in Italia, parendo ancora a quel Re, secondo il
dire suo, che chi vince in Italia habbia a restare
vittorioso per tutto, che sarebbe tutto secondo il
desiderio et bisogno nostro, perché da noi, come
altre volte si é scriplo, non siamo sulicienti né di
tanto credilo insieme con li Venetiani a persuadere
né dissuadere uqf tale deliberatione, la quale oii
fa più verisimile per conoscere quanto mal volen-
tieri per causa di loro mercantia li anglesi muo*
veno la guerra a li fiamenghi, onde lo indugio
che potesse fare monsignor di Lutrech non seri
pericoloso, sperando suplimento di homeni el di
danari, el la giornata ancora meno essendo lui
più forte et li nimici più dediti a conservare pen-
sando stracarlo che arischiarlo in uno di quello
che in tanti anni et con tanta fatica hanno aqui-
stalo. Et perché questo discorso pare tanto fondalo,
e non debbo mancare hessendo fuori de la mia
usanza ne lo scrivere, non mi é parso tacerlo»
Uì
IIDXXyUI, APRILE.
2tó
Nondimeno fra IO di saranno passati il mare 1000
faiid anglesi per cominciare, che non é Unto nu-
mero clie non si possa ancora fare ritimre age-
volmente servirsene altrove che in Fiandra ; si
che in tanti dubii non si potendo i' buomo sicu-
ramente risolvere, mi è parso di scriverne quanto
intendo, con opinione di stare a vedere qualche
poco il resto.
16^ Monsignor di Guisa partì con ferma speranza
di condurre 7 o 8000 lanzineeh, li quali non sa-
nno per costoro difficili a cavare quanto per li
adversariì, perché vogliono di questi limiti, a la
richiesla di questi signori, che non possono es-
sere prohibiti come li più intrinsichi di Àleniagna,
li quali hanno expresso comandamento, per quel
che di la si intende, di non uscire dal paese per
eausa di le discordie di molti lulberiani centra lì
signori dei paese etc.
L* armata di mare era per partire a ogni bora
verso il regno, ma ritraggo che costoro non lasce-
nno per questo di non ne mandare una parte
verso le parte de Spagna per abruciare quella di
Cesare, et una altra parte darla al signor Rentio,
il quale non può essere ancora a ordine fra !20 di.
163 Ex IHteris Francisci Ooneagae, datis in
Orvieto die 9 Aprilis 1528,
Lo esercito cesareo si relira verso Napoli con
gran confusion, maxime per esser discordia tra
toro et poca inlelligenlia tra il principe di Orangie
et il marchese dal Guasto. Napoli é in grandissimo
timore, et di quella città si sgombra molte robe,
et si mandavano io Ischia con molle persone et
con grande furia. Ancor che la inlentione del po-
polo di Napidi fusse di non tuore dentro più dì
4000 fanti, non di meno parca che entrati quelli
lutto il resto vi volesse entrare. Francesi proce-
deno pure inantì con vitoria. Il Consiglio di Napoli
havea proposto a lo exercito cesareo (re parliti:
r uno che in Napoli si ponesse qualche pressidio,
affirmarne parte a Guadi, loco apresso Nola, et
deliberar di fare la giornata venendo francesi inanti
per poter voltar lo exercito a la via di Calabria,
per passare in Sicilia quando la necessità li co-
stringesse; il terzo di redurse verso il Garbano
piiese largo per metersi in la Puglia et 11 ìnterte-
nirsi fin che intendessero li progressi dì Napoli,
et secundo quelli governarsi et forsi aspetare la
venuta dì lanzebenechi ; ma ninno di questi partiti
SODO stati pigliati. Si ha aviso che Oratio Baglione
/ Diarii di U. Sanuto. - Tom. XLVIl
con le Bande negre ha preso Salerno, il che, quan-
do sia vero, a li cesarei é troncata la via di andar
più in Calabria. In la rocha di Venosa, in Barletta
et in Manferdonia non si é fatto altro per esserli
dentro 2000 fanti, et é parso a monsignor Lau-
trech meglio di seguire verso Napoli. Le cose di
Viterbo hanno pur preso assetto con Nostro Sif
gnore ; la rocha é in mano dì Sua Santità.
Del medesimo^ di 10.
Clie al primo di questo lo exercito cesareo
era retirato a Cere, lontano da Napoli 12 miglia,
con disegno ettam contro la volutila dei popolo
redursi in la terra ; che per la descritione fatta in
Napoli si ritrova 100 milia tumuli di gr<iuo, altre
misture assai, et vino medesmianiente assai. In Ca-
pua era poca viluaria, et però non designavano
mantenerla. Che cesarei forti6cavano uno loco no-
minato Santo Honofrio a la costerà d* uno monte,
non obstante che ne havesse uno altro a lo in-
conlru quale da francesi polria esser occupato, che
sarà cavaliero a questo di cesarei Le nave che
questi giorni venero in Siirdegna non portarono
più di 1000 fanti, la maggior parte non soliti a
la guerra.
A dì 16, fo San Stfdro, La matina fo fatta ig^i
de more la procession a mezo la piaza, con li
comandadori, con li 13 torzi impiadi avanti. El
Serenissimo vestito di veludo cremexin con li ora-
tori : Papa, Anglia, Milan, li do fiorentini, et Fer-
rara et Mimtoa, il vescovo di Bafo, et non era
alcun Proourator et pochi patricii con la Signoria.
Era uno dolor in leze vestito damaschin negro,
nominato domino ....
Et ne Pussir di chiexia, li galioti si butono a
li pie<ii, di le galle di Alexainlria, dicendo essere
pagati di la sua mercede.
Da poi il Serenissimo con li Consieri si reduse
con li Savi! quali za erano reduti in Collegio, a
lezer le lettere :
Da Trevixo, de sier Sikfano Magno pode»
sia et eapitanio. In risposta di la parte del clero
del subsidio, come tutti pagerano.
Da Brexa, di rectori. Come ditto subsidio
Da Verona, di rectori^ di 14, Come il ve^
scovo é contentissimo pagar, et
(f) U otrU laa» è bliBCB,
16
3i3
MDXXVm, APfULB.
iu
Da Vicenea^ di reciori, di 15. Come quelli
si rendono diflcili, dicendo
Da Verona, di reciari, di 14, Mandano
una deposilion di uno tornato di la dieta di
Ysprucb, come é risolta in far loro 20 milia fanti
per venir in Italia, di quali za sono fati 8000, et
si principiava a dar danari.
164* Di sier Toma Moro proveditor general, da
Cassan, di 13. Come, bavendo scrito al castelan
di Mus do lettere per haver V artellarie li fo im-
prestate di Bergamo, le qoal fo date per battere
Leoo, però li vogli restituir, etc. Il qual castelan
li ba risposto, come non voi scriver per bon ri-
spetto, ma manderà uno suo messo a parlarli; al
qual li darà fede etc.
Da poi disnar fo Pregadi, et vene lettere di
Vieensa, di sier Carlo Contarini proveditor
generai, di 13, hore 2. Del suo zonzer quella
malina li, et ancora non é zonto il signor Capi-
tanio zeneral, qual doman sarà, né domino Anto-
nio da Castello. Manda una relation di uih) suo
explorator veridico ritornato. La copia sarà scrita
qui avanti.
Fu posto, per li Savii del Conscio et terra
ferma, una reformation di pagamenti di le fantarie
in campo é con il provedilor Moro et altrove in
Lombardia, videlicet de coeéero babbino per paga
scudi 3 a raxon di lire .... l'uno, come coreno,
che prima haveano lire 18, et siano pagali ogni
36 zorni, et si dagi di page morte a raxon di 15
per 100 da esser pagali a la bancba a li homeoi
et non dati al suo capitanio, ut in parte. La co-
pia sarà scritta qui avanti.
Et sier Francesco Morexini fo savio a terra
ferma contradise, dicendo non è tempo di far
questa movesta al presente, non vien pagate le
lire 18, li volemo dar 21 per tanto manco pagarli:
però sia bon indusiar.
Et il Serenissimo si levò, dicendo si non si
fa questa provision il campo si disordinerà, con la
carestia che è non poi viver un faiHe coti lire 18,
laudando la pnr^e, etb.
Àn>lò la parte : .... di si, 33 di no, 9 non
sinceri, et fu presa.
165 Di 8tPr Carlo Contarini proveditor general,
da VicenjM, di 15, hore 2. ibwnda questo
riporto di uno suo explorator .
Questa notte é ritornato a me il oiio ho man-
dato za alcuni zorni a Yspruch, qual mi riporta,
che a li 8 del presente mexe la dieta di Ysproch
si risolse molto confusa et con mal eonteolo di
quelli signori capitanei, perché si risolseno al tulio
non voler dar danaro alcuno per non haver il
modo; ma che dariano le gente ubiigate et li cf>-
mandariano ad ogni sua istanlia. Queste gente di ^
cono esser fanti 10 milia. El signor duca di Br^^
svieh et domino Marco Sieth con il Casleialto,e^^
il capitanio Tegen et alcuni altri ca|Htanei sonC^
andati a Fres loco del reverendissimo episcopo d^
Augusta, lontan da Yspruch lige 5, dove eUu^^
il ditto mio ne andò, et lì fece prima la monstra
de le gente del dura di Bruxvicb, quali sono ca-
valli 800, quali subito furono aviati a la volta di
Yspruch per venir a Trento, et fece eiiam b
monstra di alcuni cavalli mandati per il duca Viei-
mo di Baviera, de li quali é il capo uno suo ni-
pote che si aconziò con il principe Ferdimindo;lì
quali cavalli erano *2(X), ma questi andariano verso
Yspruch per imbarcarsi per andar a Viena a tro-
var il Principe. Quelli signori che erano reduti B,
subito expedirono uno in Augusta, cussi dicea per
luor denari, tan^n lui dice haver iolfso che I
mercadanti di Augusta non voleano dar fuora da-
nari se non erano segurati, perché le lettere di
cambio di la Cesare Maestà dicevano per altra-
tanti si doveano pagar de lì, però voleano esser
chiari fosseno sta pagati, aut esser e:iuti di quello
dariano ; ma che non po.sevafio per adesso dar pia
di fiorini 50 milia. Dice etiam che, besseodo hri
a Fres, gionseno dui quali si diseva venivano dal
signor Antonio da Leyva et castelan di Mus, el si
dicea haveano portato danari assai; ma si forzò
intender il numero de i ditti dinari, et li fu ditto
erano ducati 10 milia. Questi erano acompagnali
da doi mantoani. Li fu ditto erana bomiiii del si-
gnor Alvixe di Gonzaga. Si parti poi esso mio
messo et tornò a Yspruch, et li vele erano alcuni
che si diced esser capi di gente comanckiii, a li
qual era sta imposto si melesseno ad online asió I
subKo diiamati si dovesse metter a camino ; li quel
si partirono molto mal conlenti. Si parti poi per
venir a Trento, et dire che a Bolzan et Persenon
ha veduto sopra alcuni balconi certe bsndiene,
non però ha veduto gente alcuna in esser, né gionti
A Trento ha trovato che si dicea esser sii pre-
parati molti alozamenti; eUam vele da zerea
fanti 20 italiani quali erano venuti per locar da-
nari, con li qual parlò lunganieiile, et li diseeoo
die erano venuti per tal effecto, et ebe li erano
345
MDXXVIII, AKULB.
946
sta promesso subito z^nlo lo episcopo di Trento
che si aspetava li, li saria dato denari. Dice eiiam
che li a Trento pur si solieitava in lavorar barche,
et che uè erano circa 8 compite et poste sopra
K carri con il suo ponte, si faceva etiam prepa-
ratlon di scale assai Di vituarie non vele lui al-
tre fino el stete II: ben si diceva cbe ne erano
gionte assai et poste in San Marco. Dice baver
udito dir che 1 principe Ferdinando mandava lo
episcopo di Trento II per far provision di gente
et danari per le cose del Turco, et questo intese
da domino di Vechii qual è vicario del
ditto episcopo, el qual alozò con lui. Dice poi che
venendo a Verona, ad uno castello chiamato Servi
che è del conte di Arco, vete da lerca 100 ar>
chibusierì italiani tutti mantoani, quali diceano
haver haulo danari dal conte Girardo di Arco,
quali erano sti posti a la guarda di ditto loco.
Altre partioolariti non' riporta. A costui si pò dar
fede per esser homo pratico et homo de bon in*
lelletto.
ISS SeurHniù di un Savio di terra ferma^ in luogo
di aier Nicolò Tiepcio dotar, non è intrado.
Sier Vetor Pisani fo proveditor sora
la revision di oonti, qu. sier Zoni . &0.Ì66
Sier Do&ado da Leze fo di Pregadi, di
sier Mifhiei 66.141
Sier Alvise di Prioli fo proveditor al
sai, qu. sier Francesco .... 50.155
Sier Andrea da Moltn fo a la camera
d* imprestidi, qu. sier Piero . . . 110.96
Sier Jaoomo Antonio Orio fo a la ca«
mera d' imprestidi, qu. sier Zuane. 103.106
Sier Troian Boilani qu. sier Hironimo . 85. 137
Sier Leonardo Zantaui fo a la camera
d* imprestidi, qu. sier Antonio . . 95.1 17
t Sier Andrea Mosenigo el dotor é di
Pr^di, di sier Leonardo procura -
tor, qu. Serenissimo 139. 77
Sier Marco Antonio Contarini fo savio
a terra ferma, qu. sier Michiei . . 76.137
Sier Ansolo Gabriel fu avogador, qu.
sier Silvestro 100.113
Sier Ruzier Contarini fo a le Raion
vechie, qu. sier Bernardo. . . . 70.136
Sier Zuan Contarini fo podestà a Vi-
cenza, qu. sier Alvise qu. sier Ber-
iuzi proeurator 101.104
Sier Hironimo Grimani fo Cao del Con-
scio di X, qu. sier Marin . . . . 118.98
Provedador cenerai a Bréxa, insta la parte^
eon ducati 120.
Sier Marco da chà da Pesaro fo pode-
stà et capitanio a Bassan, qu, sier
Caroxo 80.176
Sier Alvise Michiei fo Consier, qu. sier
Vetor 51.155
Sier Polo Valaresso fo podestà a Ber-
gamo, qu. sier Gabriel 67.143
Sier Andrea Zivran è proveditor di ca-
valli lizieri, qu. sier Piero . . . 39.183
j Sier Piero Trun fo podestà a Verona,
qu. sier Alvise 73.136
Sier Francesco da chà Taiapiera fo pro-
veditor zenerai in Dalmatia, qu.
sier Andrea 60.153
Sier Filippo Trun fo savio a terra fer*
ma, qu. sier Priamo ..... 70.140
Sier Nicolò Zorzi fo duca io Candia,
qu. sier Bernardo 88.174
Sier Lorenzo Bragadin fo Cao del GoD-
seio di X, qu. sier Francesco • . 73.136
Sier Zacaria Bembo fo savio a terra
ferma, qu. sier Daniel 15.196
Sier Alvise Bembo fo proveditor di
cavalli lizieri, qu. sier Zorzi • . . 43.170
Sier Simon Capello fo al luogo di Pro-
curator, qu. sier Domen^o . . • 67.140
Sier Alvise Barbaro fo Cao del Conscio
di X, qu. sier Zacaria cavalier e
proeurator 111.103
Sier Polo Justinian fo soraoomito, qu.
sier Piero 67.157
Sier Sigismondo di Cavalli fo provedi-
tor in campo, qu. sier Nicolò . . 85*137
Sier Nicolò Trivizan fo proveditor ze-
nerai in Dalmatia, qu. sier Piero • 44.163
Sier Nicolò Justinian fo bailo et capita-
nio a Napoli di Romania, qu. sier
Lonardo 73.133
Sier Piero Boldd fo podestà et capita-
nio a Crema, qu. sier Lonardo . . 98.1 13
Sier Andrea Loredan fo podestà et ca-
pitanio a Crema, qu. sier Bernar-
din 44.168
Sier Piero Trìvisan fo podestà a Vi*
senza, qu. sier Polo ..... 40.165
247
MDXXVUI, APRILE.
Sier Hironimo Ha Canal fo capilauio
al Golfo, (li sìer Bernardin . . . 67.14^
refudò f Sier Polo Nani fo podestà a
Verona, qu> sier Zorzi . . . . 1 3 1 . 8'2
'66* Sier Valerio Marzcllo fo savio a terra
ferma, qu sier Zuane Antonio ca-
valier 75.13-2
Sier Andrea Arimondo fo proveJilor
a Felire, qu. sier Simon .... 16 194
Sipr Michiel Morexini fo savio a terra
ferma, qu. sier Piero 89.114
Sier Francesco Pasqualif?o qu. sier Ve-
tor, fo capilanio di le galie di Ale-
xandria 93.114
Et chiamato prima sier Andrea Moccnigo dolor
rimasto savio di ferma a inlrar, andoe et inlroe.
Da Verona, di Nicolò Barbaro capiianio
del Lago, parficular, di 14, Come beri sera è
venuto adviso che '! conte Girardo di Arco è ve-
nuto a Roveredo, dove comcnza a unir le zenle et
far aparechiar alozamenli et metter le artellaric su
le rode, cargar le farine, far pan et tutte le altre
cosse metter in ordine. Et hozi quelli de là de
Yspruch si doveano movere, lo ho richiesto li 500
archibusieri, perché lassandomi con vilani Tarmata,
in lubitatam nte meglio é afondarla, perché i vilani
me abandonerano, ma havendo gente di guerra io
farò che li vilani me obedirà et conservare el Laco
con gran utilità di la Signoria et la riviera di Salò
non starà tanto mal. Li inimici non harà comodità
di condur munition per il Lago; voria pur si cono-
scese la importanza del Lago.
Fu posto, per li Savii, cum sif, che ne Timpre-
stedo mandato a la città di Udine et Patria di Friul
di ducati 5500 il terzo paga il clero, el havendo
posto uno altro impresledo al clero non e conve-
niente dillo clero pagi do volte, per tanto sia preso
che ditto clero sia assolto del menor impresledo et
pagi il maior, et il resto del clero pagino iusla la
comparlilion fatta de li. 137, 4, 3.
Fu posto, per tutto il Collegio, atento la supli-
cation di Anzolo Tealdini fiol di Vicenzo, citadin
venilian, quale bavea la scrivania di la mascna di
Padoa concessali per questo Conscio del 1515 a di
ultimo Marzo, et liesscndo morto il padre, rimasto
con do Boli et Ire Ce, per tanto sia preso che in
loco del defunto sia posto Antonio suo fradello, ut
in parie. 164, 15, 4.
Fu posto, per li Consieri, una taia a Mestre,
atento rhomicidio seguito contra Michiel Dubio (?)
citadin venilian per uno Pallao od lerrtlorio
Mestre in un loco ditto la Gatta, per (auto sii bii
dito con taia lire 500 vivo, 300 morto. Ave
100,0,3.
A dì 17. La matìna^ Vene in Collegio Y orat
di Milan, dicendo haver lettere del suo Duca, co
sua excellenlia si scusa non poter pagar il terzo
lanzinech dia venir di Pranza.
Vene Y orator di Ferrara
Vene Y orator di Mantoa
Da Consfaniinopoli, di sier Piero Zen v^^
cebaylo, di 21 Marao, fo lettere in lepublic^^
Scrive zerca sier Pandolfo Contarini patron di ^M
sua nave,qual a Sechines cargo zerlo formeiito et
fo posto garbuio eie , per il che Imbraim bassa ^^
ha dolesto ut in litteris.
Item, conie é sta gran teramoto a di
qual durò per 8 zorni fino a Galipoli, el ba ruinat^^
assà.
Item, per altre drieate al Conseio di
di 18. Come Y orator del Vayvoda era partito, e^
era zonlo uno oralor del re di Poiana per confer-—
mar le trieve, non sapendo quel del Vayvoda le ^
havpssero oblenute.
De Pranza, di sier Sfbastian Justinian
el cavalier, orator nostro, da .... ^di 39. In
conformità di 1* aviso notato di sopra di la des&da
fatta per il re Chrisliaiìissimo a 1* Impemtor, et la
liberation del suo oralor qual va a li confini, et
quel di questa Maestà etiam lui vanirà et si cam-
bierano. Item, come il Re voi far guerra gaiarda,
et li 3000 lanzinech per Italia a di 8 di Apri! pre-
sente sarano
• . . • • •
Di Anglia, di sier Marco Antonio Venier I
el dolor, orator, da Londra, di ... . MarMO.
Con una letlera del Cardinal a la Signoria, zerca
restituir Ravena et Zervia al Papa. *
Da poi disnar fo' Conseio di X con la Zonla.
Da Feìtre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et cnpitanio, fo lettere, di ... . Con «visi
di le cose di sopra La copia scriverò poi. in con-
formità di altre, et più principiavano a moversi.
Vene Valerio Vacha, qual uno suo zenero no-
minalo .... hozi é zonlo, qual vien di Molfetla,
per .... , parli Sabato a di 11 di T instante.
Dice come il Venere da sera gionse lì una stafeta
che aniava in Pranza con lettere, et disse che
Napoli haveano mandato da monsignor di Liiutrech
949
MDXXVIII, APRIUL
350
a darsi al re ChrislmDÌssimo« et che spognoli, da
zerca SOIH), parie andavano in Capua et parte a
CaieU. Onesto é mercadanle di oio, sta a San ....
fo {pandato a tuor la deposilion per Zuan Jacoofio
Caroldo secrelario.
Fo posto parte di elexer 4 altri exatori, uno
per oficìo, olirà qnelli 4 sono elecli per questo
Conseio, videìicet^ Raxon nuove, Cazude, X officii
et Sora i officii, quali insieme con li allri debano
scuoJer da li debitori con 3 per 100 di utilità, et
quel di loro fari la executioo babbi Y utilità ut in
parte^ et fu presa. 15» 13.
Item, il primo Exalor di balote scuodi li debi-
tori del dazio di le biave 17 et 18.
Fu posto, una gratia, di la moier fo di sier Renier
Viluri, qual voi per 5 rezimenti su la canzelaria di
.... ^ et di ducati 5 al mexe per una
per Ave : 22, 5, 2. Iterum : 22, 6 et una
et la pende. È il secondo Conscio.
Fu posto et preso una gr^jlia, che in luogo di
sicr Zuan Contarini qu. sier Alvise da sani* Ago-
stin che veniva in Pregadi et e morto, possi venir
sier Zuan Antonio Halipiero qu. sier Nicolò.
168 Fu fato altre cose, non di mollo momento.
Fu poi licentialo li Savii et quelli non mettono
ballota, et tolto il scurtinio di 4 Exatori, et chi é
primo di ballote toy qual officio li piace, et fo tolti
numero 10.
t Sier Bernardo Pixani fo exalor a Governadori,
qu. sier Francesco dal Baneo^
t Sier Alexaniro Marzello qu. sier Francesco da
Santa Marina,
t Sier Hironimo Marzello fo exalor a le Raxon
nove, qu. sier Fantin,
t Sier Alvixe Barbo fo exalor a le Cazude, qu.
sier Zuanne,
Sier Andrea Balbi fo Sopragaslaldo, qu. sier
Stai,
Sier Bortolomio Pixani fo castelan a Padoa, di
sier Zuanne,
Sier Bortolomio Morexini fo a h doana di mar,
qu. sier Andrea,
Sier An irea Querini fo Cao di sestier, qu. sier
Piero,
Sier Velor Pixani qu. sier Fra^sco dal Baneho,
Sier
Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et capitaniOy di 16. Come questa matiua, in<
teso il giongpf di dui cittadini mercadanti di qui
questa notte venuti da Bolzano, et dimandatogli de
li progressi di sopra, dicono che, ritrovandosi a
Bolzano il Sabato Santo, steteno eum uno pesca-
dor il qual é da Torbole, veniva da Ysprucb, et
diceva haver visto II da 800 cavalli da guerra che
erano gionli 11, et ragionavasi esser venuti per de-
scender a le parte de Italia, et doveano gionger de li
altri cum fantarie. Et hessendo li a Bolzano, par-
landosi di guerra, trbvorono il vicario di quel loco
quale conoscono et ha bona lingua italiana, et tra
le altre cose li dimandorono che cosa c^era, et so
loro doveano fugir a Foltre. A ti quali rispose:
€ Non vi dubitale, attendete a le vostre mercantie,
che a le terre di San Marco non li sarà dato impa-
zo ; state sopra la mìa testa, salvo se baverano con-
trasto di non poter andar al suo viagio, » Jicendoli
che gente assai doveano venire, et il zomo di San
Zorzi parte faranno la monstra qui, et parte a
Trento. Et già venuti erano in ditto loco di Bolzan
da fanti 200 in zerca et venivano a 20 a la volta ;
il capo di le qual gente si diceva era Marco Sich,
parente del signor Z^rzi Et Luni di Pasqua li ditti
mercadanti si parlirno et veneno a igna, nel qual
loco il Martedì sequente a bonbora giouse uno ca-
vallaro a pie con liniere patente, che comandava a
castellani, vicarii et altri che dovesseno proveder
di biava, fieno, paglia et allozamenli per li cavallr
haveano a passare, et vìtuarìa per le persone et
fantarie. Secondo, che sentiteno lezer ditte patente
a r boste de Igna, et tale patente se extendevano
da Bolzano fino a Trento. Et tllman torno al ditto
coriero quello era et quanto persone potevano ve-
nire. Rispose : assai, ma non saper il numero. Il
Marti veneno a Trento, dove alcuno non hanno ve-
duto né allro inteso, salvo che li preparamenti già
per altre scritti, salvo che si fa del pane come se
dice per le gente hanno a venire, et che poteva
esser 11 a Trento da botte 1000 di biava di stara
20 veneliani T una, et si maxinava continuamente,
come per le altre sue scrisse.
Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago, da
Lacise, di 15. Come, per lo adviso di beri si ha,
che a Ysprucb sono in quelli contorni da 10 milia
fauti iiagati, et perchè quelli del contado di Tyrol
non li voi dar li 100 milia fiorini, ma li 10 milia
fanti comandati, Marco Silh eapitanio zeneral di le
bntarie si corozò et andò ad uno loco poco luntau
da Ysprucb ditto Frez, mioazando che li (ara tal
cossa che convignerano dar il danaro per non vo-
lersi fidar di villani ; et che a Sboz si fece la mon-
lb8<
353
HDIXTII^ APULE.
S6i
dcrano via, et li aimlaU meUerano in loco di aob-
venirli
Vene io Gollf'gto molti piovani di Veniexia a
dolersi di la tansa posta, et perché non era sier
Leonardo Emo savio del Gonseio et proveditcnr sora
i danari, il qaal ba messo la parte, fo rimesso al-
dirli un'altra malina.
Vene l' ontor di Prama monsignor dt Baius^
Veneiio li do oratori fiorentini, et il veehio do-
mino .... di Pazi tolse licentia di repalriar; par-
tiri doman di sera per Fiorenza 11 Serenissimo li
fece grate parole eie.
Del Guasto, per uno venuto per mar, fo rein-
frrsrada la nuova che francesi baveaiio t^uto Na-
poli.
Th Brfxa, di reeiori^ di ... . Come sier
Alvixe Boti el dolor, avogador di Comun^ stava in
ixiremié
Vene sier Polo Nani eleclo Provedilor zeneral
I Breka, per il qual fo mandato et refudò ; non fu
fatto con pena.
Ba Bas$an^ di sier Gabriel Barbo podestà
ii tapiiania. Con avisi di le aoae di TreivtOi al
preparation a la guerra, ut in litteris.
170* Di sier Vetcr SorcmMo pr^veditor in Tra-
ni, di 7 Aprii* Scrive il suo iiilrar io la terra,
mandato a quel governo, conf^an iubilo di la terra,
li veline coiitra gridando : e Mareo, Marco >, el
basandoli li panni, el quelli non poteva tochar lui,
tocbava ehi T t»af ia locbà ; el che alcuni però é sia
malconienli, pereliè strido sotto Cesare manzavano
quella terra eie., ut in litéeris.
Vene domino Guido Naido capo di (anli in Col-
legio, vien dal campo da Cassan, el voria baver il
loco havia Baboii suo fralelk) di esser capo di colon-
nello, ei dve suo nepole Uierimia bavesse la compa-
gnia, dolendosi cbe akune compagnie i bauto il suo
avanfeo et la sua aou eie»
Narrò la eosa del passar ÌAimid Adda, come (u.
Bt il Serooissimo li usò grate pa^'ote, di«eiNlo
noft è leoipo^ ei tornò ia campo.
Da poi disaar, fa Pregadi, per for Provedador
aBres».
Dal Ghungis^ da Gayra^ di 13. Con avisi
del ealar li iMiinech, sicotfie dirò di sotto difusa -
meifttt.
Fu poakH fsc li Goosieri^ alenlo fusse preso in
ques4o Conieio a li di passati dar il possesso del
vescoado di Zervia al reverendo domino Anzolo de
Cesi»! el beasendo venula in Collegio il reverendo
Leg»to dieeodo dillo vescoado vasaio per la norie
del reverendo domino Peiro deFliseo, il Papa queHo
dele al reverendissimo cardinal di Cesia, appar le
bolle date In caste! Santo Angolo a di 6 Decembrio
passato, et hessendo il dillo domino Anzolo suo
padre morto, per (anto sia preso, cbe 1 dillo ve*
scoado di Zervia il possesso sia dato al reverendis-
Simo cardinal di Cesia, overo suo eomesso. Ave :
116,^0, aS. Elfo preso.
Pu posto, per li Savii del Conseio et terra fer-
ma, essendo stato 2à mexi .... orator in Aoglia
sier Mar^o Antonio Venier el dolor, el qual desi«
dera repalriar, però sia preso cbe *l primo Conseio
di Pnegadi sia eleclo Imo orator al serenissimo re
di Anglia in loco suo, con ducati . . « . al mese
d* oro in oro, n^eni con se t'avalli .... do slafierii
uno secretarlo con il suo fameio Ut in parte Fa
presa. Ave: . . .\
Fu past<i, per li Savi), atenlo le presente nove
di calar di lanzinecb, siano inan>lali 8 zeiitiAioiiieui
nostri a Verona da esser elecli per scurtinio in
questo Conseio con *i5 arelNbusieri per uih^ pagati
a scudi 3 però al mese, et il zeulilbomo babà»i per
spese ducali ^0 a soldi 1*24 per ducalo, di quali 4
siano a le porte, do a la piana, imo in cìttadeUa^ el
uno al baslion di le Cadectif o^ in parte* F« presa.
Ave: . . . -
pQ posto, per li Savìi del Cowseio et Wra fer- 171
ma, hessento reus^lo la ordinanza di dOOU ari'bi-
busicTi ne la Patria del Friui et cussi nel territorio
brexan, è bon segair u fari» hi li altri kititort; jper
tanto sia preso et di fatuità al Collegio iio^ro di
poter far le ordioamie in li altri lerritorti con licUi
li modi el ordeni parerà al Collegio Fu presa^ Ave :
173,5, I.
Fu posto, per li diUi, una lettera al capiinnio di
Padna in risposta di soe, di "27 Marzo passalo^ zerca
lo affilar di arzeri, zòé dentro dr Fossa lovam ^ per
tanto volenao che si debbi alitar cofoe é sta atilà il
pescar dentro li arzeri per tulio il mene di Sep*
tembrio proxirao, el quello A iralert di diltn afl-
Ustom, tadi in reparnlioir di araeri et don in altro.
15a, 0,2.
Fu po^, per li Cnoeiefi, Cai di XL él Savii,
aCéntlola suplicalion lecla di Alvixe Mvaiopopu-
lar venilian, sia pipalo sorivén in vita de II daeii di
Piove di Saebo con anhrio ducali 50 a f mmo, da
ensir pagalo da li dacieri ut in parte* Fu presa.
112,19,21.
Fn posto, per li ConSifri^ cbe il caso di sier Sle*
I fano Micbiel el sier Sebaslian Pasqualigo (o soraco-
mito, cbe si dovea inlrodur n questo Consei^i li
255
MDUVUIy APRILI.
956
Avogarlori di Comui, pos^i inlrodur quelli in una
o (lo Quaninde, con\e li piirepà. Ave ; I7J>, 11, 1.
J)a Civfdtiì (ìi Bpììwi, del Poàesfà et copi
tanto, di 1/). Como, hessenHo venuli all'uni •!;» le
luindf* Hi Alemani», rifiTiscono non si niiini*Hr 'le li
prepHrameiid di hiave et far barche per ponti ; ma
genie alcuna no si vede in esser.
172' Fu posto, per lutto il Collegio, che il Proveda-
dor zeneral a Brexa da esser electo m luogo di sier
Po!o Nani ha refudado, sia electo con li modi et
eondilion fu preso, exceplo che habbi ducali 140 al
mexe per spexe, meni cavalli IO computa il secre-
lario con il sut) fameio, el legni do slafiefi ut in
parie, el sia eleclo con pena di la parte presa in
Gran Conscio a di 7 Mazo 15-27, eie. Fu presa.
Ave: 165, 19,3.
El fu tolto il scurlinio et aperto a chi non ballota.
Etiam fu tolto il scurtiuio di 8 da esser man-
dati a Verona.
Scurlinio di Proveditor cenerai a Brexa et
hrexana^ con ducati 140 et con pena.
Sier Polo Valaresso fo podestà a Ber-
gamo, qu. sier Gabriel .... 75.140
Sier Marco Fos(*ari fo ambascialor i
Roma, qu. sier Zuane . . . . 101^.100
Sier Nicolò Justinian fo baylo et capi-
tanio a Napoli di Romania, qu. sier
Nicolò 73.134
Sier Zuan Moro fo lu(^olenenle in la
Patria, qu. sier Damiao . . . . 90.119
Sier Michiel Morexini fo savio a terra
ferma, qu. sier Piero 94.1 14
Sier Marin Sanudo fo di la Zonla, qu.
sier Lonardo, ....... 28.181
Sier Filippo Trun fo savio a terra fer-
ma, qu. sier Priamo 78.135
Sier Si^ii^moodo di Cavalli fo provedi-
tor in campo, qu. sier Nicolò . • 101.1 15
Sier Alvise Mocenigo el cavalier, fo
Consier 65.144
Sier Marco da chà da Pexaro fo pode-
stà el capilanio a Bussan, qu. sier
Caroxo 37.131
Sier Francesco Pasqualigo fo capitain'o
di le galie di Barbaria, qu. sier
Vetor 98.116
Sier Piero Boldd fo podestà et capila-
nio a Crema, qu. sier Lunardo . . 102.1 13
Sier Alvise Barbaro fo Cao del Conscio
di X, qu. sier Zacbaria cavalier ei
procuralor 104.110
Sier Hironimo da chà da Pexaro savio
del Conscio, qu. sier Beneto procu-
ralor 108.100
Sier Hironimo da Canal fo capilanio al
Golfo, di sier Bernardin . . . . 74.138
El chiamato sier Marco Foscari dal Serenissimo
a risponder subito, si excusò el la Signoria non
volse aceplar la scusa, ma lo mandò in renga ad
excusarse. El qual andò in renga scusandose esser
sl5 oralor a Roma el a Fiorenza, di la qual legalion
é venuto novamente al presente; non poi servir al
presento per non esser suo exercitio el haver doia al
fianco.
Fu posto, per li Consieri, una parte di questo \Tì
lenor :
Quod auctoritate huius Consilii aecipietur
excusatio nóbilis viri Marci Foscari electipro-
visoris Brixiae, atenta indispositione personae
et propter alias eausas ab ipso allegaias, el
mandati fuora li sol parenti. Ave : 108 di si, 97 di
no, 5 non sinceri. Iterum : 1 14 di si, 86 di no, 6
non sinceri. Nulla fu preso. La pende ; el qual poi
acelò.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro eapitanio,
di 16 Aprii. Come uno nostro prete de domo
nomiiìato missier pré Batista Cliizolla, (lersoua de-
gna di fede, pratica et di inzegno, Mercore Santo
parti di qui et andò a la pieve di Condia per esser
suo quel benefìcio, el il Jove Santo mandete il suo
cappellano persona sufficiente a Trento a tuor la
crcsma per la sua parochia, dove siete fino a Ve-
nere. Referisse esso reverendo missier pré Batista,
per la relatione del prenominalo suo capellano, che
a Trento si masenava a gran furia per la mouition,
et che erano preparate molte barche, ei tuliavta
ne lavoravano, el etiam erano preparati molti cari
el scale longe con rode in zirna, et assai foriiiiiienti
per far ponti. Et che a Trento era venuto nove che
a Carene di sopra di Trento erano gionti el gion-
gevano cavalli et fanti, et che erano in gran prepa-
ratione di vituarie et cose belliche. Dice esso prete,
haver da poi iideso che il giorno di Pasqua comen-
zono a far il pan per la monitione, el che heri parlò
col conte B.iptisla da Lodrone quale era venuto de
la dieta fatta iu Yaprucb^ et diceva cbe a la fio di
357 tfDXXviii,
questo mese le genie loviesohc pnrlinano di Ale-
magna per Venir a la impresa di Italio, et che lui
era maestro di eampo, el elie passava assai più nu-
mero di "20 milia fjinli; et che li disse che Coslanza
s'era acordatn con svizari, et expediln la iniprosn di
Ualia, ad ogni moilo la ruinariano. Ilozi ù giotito di
qui; el ousA precise ne ha referilo il magnilico do-
mino Alvise Bon dolor, avogador, sia niollo male,
el per comune opinione di medici nulla é da sperar
dì sua salute sei signor Dio non raiuln. Li è sia
fatto ogni provisione che si ha saputo et poduto ;
nulla giova, et molto duhilano di lui.
J/aw, scrive ha ver lettere ili Valchamonica di
domino Scipion Pochipanni capilanio, qual scrive,
la diela di grisoni esser compila, et hanno licen-
liato il nuntio di 1* Archiduca et concluso de non li
voler dar il passo. Item, che il castellan di Mus ha
hauto il possesso di Leco, el haver n andato al duca
di Milan et a la Illustrissima Signoria per voler es-
ser con la liga.
Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di
16, particular. Come ho da lo parte ili sopra, il
conio Girarilo esser venuto con altri capitanci a
Trenlo, et fa solicitar al compir quelle harche da
ponli, et volea mandar uno a veder (juante barche
bisogna a bular per far il ponte sul Po verso Cre-
mona. Se fanno intender voler moversi a San Zorzi, el
voler una parte venir a prender la Chiusa el parte
per il Lago. Io vegnirò questa sera a Verona per
alrovarmi per la venuta del signor duca di Urbino,
per veder quello ordmarà sua e.xcellentia. Le scale
fanno, sono in guisa di quelle se arcoglie le olive,
toè uno canton longo busato con el legno longo da
un canto el V altro una quarta per andar in suso,
si che ogni canlier fa una scala. Tamen, ancora da
Yspruch in qua non sono gente da guerra, ma come
si moverano presto, verano a Trento. Si lia ancor
nova, che si ha a condur a Riva bon numero di la
munilion da Trenlo per il calar farano in queste
bande, el preso la Riviera possano condurle per il
Laco : cussi pensano, ma se bavero il modo non
dubito di non conservar a confusion di inimici.
Di Coyra, di monsignor di Grangis, di 13.
Scrive esser II gionla la sua spia di Allema','na. Ri-
porta il duca di Brensvich eleto capitanio general di
cavalli, et il capitanio Marcho Sieth di gente d.i piedi,
lullavia marchiano verso Trenlo, dove a li "24 del
presente si debino trovar per far la mostra di 10
milia Ipnzinech et 1500 cavalli por passar in Italia ;
el benché loro fazano bravarlo che siano molto
m&ior numero, non sono più di quello ho ditto di
/ Diarii di M. Bawuto. - Tom. XI VII.
At>RILfi.
258
sopra. Il qual aviso V ha da Baviera per una lettera
a lui scritloli, et man la la C(»)>ia.
In questa matinn, in la Quaranlia Criminal et
Civil redula a requisition di si(T Zuan Dolfin, sier
Marchiò Mirhiel, sier Marin Justinian avogadori
extraordinari, fu posto di relenir sier Francesco
Lippomano qu. sier Zuane olim Proveditor sora i
oflicii, per le cosse lede et dille.
Et sier Piero Orio el XL Criminal, qu. sier
Bernardin el cavalief, andò in rcnga et lo difese.
Et perchè sier Zuan Dolfin avogador voleva rispon-
der el hozi era Pregadi, fo rimesso a Luni da
mrtina.
A dì 19, Domenrga di Aposioìi. Il S.renis- 174
Simo, vestito con manto di raxó cremexin et bavaro
di armolini, con le cerimonie andò a udir terza a
San Zumiiiian, el poi la messa in pergolo a S. Mar-
co. Portò la s[)ada sier Francesco Morexini va po-
destà et capitanio a Treviso, fo suo compagno sier
Domenogo Trivixan fo avogador, vestilo di veludo
cremexin, et il Morexini di veludo violeto. Erano
oratori: Franza, Anglia, Milan, Fiorenza, Ferrara et
Manina, Primocerio el lo episcopo di Baffo. Non era
alcun Procuralor et pochi altri palricii.
Da poi il Serenissimo con la Signoria si redu-
seno in Collegio ad aldir le lettere venute questa
mattina.
Fo mandalo per sier Marco Foseari rimase Pro-
veditor a Brexa, s'il voleva andar poi che1 Conscio
havia non acelii la sua scusi ; el qual disse pendeva
la sua parte. Il Serenissimo ci il C(»llcgio lo per-
suase ad andar: lui tolse rispello fin da poi disnar.
T>a Brcxa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 17, hore 2, Como si dice il signor Antonio da
Leva esser mollo agravato di febre, el quelle zenlo
cesaree che l'altro giorno andarono in Lomelina,
danno fama di voler andar dira Po. Il caslelan di
Mus intrò in Leco, el cr^jilo voria tornar in la liga
perchè ha mandato a tuor salvicondulli di mandar
soi nontii a la Signoria nostra et ni signor duca de
Mdan, el al magnifico Proveditor Moro a Oissano.
Item, per lettere di Fili|)po Zamberti nodaro
di r Avog.iria, andò con sier Alvise Bon el dolor
avogador di Comun, a Brexa, si ave il dillo esser
morto in quel zorno di 17, a hore .... a cui Dio
perdoni.
Di Verona, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di 17, particular. Qui habbiamo quello
pili volle vi ho scritto de li preparamenti se fa a
Trento, el il tulio ^'\ è con saputa del principe Fer-
dinando per esser inimico nostro.
17
m
ìfDxvnii, aPbbx
260
Vero é obe da Ispruch in qua non sono genie
174* si possa dir da guerra; ma presto sarano, et va pur
conGrmandosi che a San Zorzi Tarasse lo assalto
zoé la mos^a, et fin che la mouilion sarà a Trento,
se dia creder barano parte a passar per il veronese
et parte per il Uco, perchè se dia conJur a Riva
bona parte di la nrionition è a Trento per condurle
poi a Salò per il Laco. Ma se mi daoo il modo, si
venisse tutta la Alemagna, voglio conservarlo et
defenderlo ; ma per la penurKi, questi vilani sarano
su le fusto scamperano per la fame, et io rimana
solo ; ma havendo gente da guerra saperò prove-
.der. Et voria se li desse il biscolo almen per tutto
Mazo.
Da Vicenga, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capiianio^ di 18. hore 23. ilo da
uno mio e][plorator, qual dice partir da Ispruch
Marti passato ad otto giorni, che in ditto loco erano
gionti da 400 cavalli borgognoni, et il giorno avanti
erano sti ^spediti 10 capitanei mandati a far fanti
per qiielli contorni, et se aspectavano le gente che
doveano venir di Baviera a Trento. Incominziavauo
a cavar le artellarie fora dei castello, et se a(en-
' deva a masenar per le monilione ; dal qual loco di
Trento el partite Mercore proximo passato. £1 ma-
gnifico Proveditor general Contarini, in conformità,
ha lettere dal signor Janus di Campofregoso, li
scrive haver per bona via che a li 34 di questo
saraao a Trento ad ordine 10 milia fanti et 1500
cavalli. Item scrive, il signor duca di Urbio capi-
tanio ge^ral non e ancor zonto. Credo domaq
sari q^i.
Da Cremona^ di sier Gabriel Fenier ora-
ti^, di ... . Manda uno aviso à haulo da Milaq
il signor Duca» che in Milan sono
175
Da Cas^an, di sier Toma Moro provedi-
tor Menerai^ di 16. Come de qui altro non bah-
biamo, sq oon che se intende il signor Antonio da
Leva essier infermato di febre, et quelle gente sue che
roandoe io Lomellina stapno cosi, né fanno altro pro-
fitto. Scrive, lui Proveditor a rictiiesta del signor
duca di Milano ha mandalo a quella volta di Lome-
lina tre cpr^pagnie di fanti, videìicet il signor Haa-
nibal Fregoso, Cesar da Martinengo et il capitanio
Chjson, quali bora si a trovano a Pavia da esser*
spinU ove sera il bisognor In qu^ta bora sono
gionte lettere di monsignor di Graogit, el manda
h copia, qual d questa :
Copia di lettere di monsignor Qrangis da
Coffra, adì 13 Aprii 1638, scrite al Pro-
veditor general Moro.
Da poi le ultime mie scrissi a vostra signoria,
me sono gionte hoggi le mie spie, et me hanno
fatto intender come el duca de Bransvich electo
capitanio generale di cavalli, et il capitanio Marco
Stich de gente da piedi tuttavia marchiano verso
Trento, dove a li 34 di questo si debt>ono trovare
per fare la mostra de 10 milia lanzinecbi : benché
loro faciano bravane die siano molto magiore nu-
mero, non sono più di quello ho dittò di sopra. Io
ne do aviso a la Illustrissima Signoria ad ciò se
possa far provedere a quelli passi de là. M' é parso
anche scriverne ad vostra signoria, qual prego me
voglia avisare ampiamente de le nove del reame,
et come se deporta el Papa con la lega nostra.
Da poi disnar fo Pregadi el leto le sopradilte 175*
lettere :
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo pode-
sta et capitanio, di , . . Con uno reporto molto
copioso di le cose di sopra in consonantta de li al-
tri avisi, ma di più che calerano per il canal vien a
Bassan, et che il principe Ferdinando ha\'ia dato
una rota al Yayvoda, il qual Vayvoda, bavendo poi
haulo cerio socorso, rupe le zente del Principe,
ita che esso Principe era venuto in Viena. Et par
si fazi una dieta a .... per le cose de Hongaria.
Di Fiorenza, di si^ Antonio Surian do-
tar et eavalier, orafor, di 13 et 14. in la prima,
come era morto uno fameio del suo secretano . .
da peste, et come fiorentini é stati et
sono in sospeto asal per questo calar di lanzinecb,
et dubitano non vadioo in Toscana. Scrive, il Papa
havcrli mandato una brieve per il qual li conciede
poter scuoder dal clero la inipositìoq posta, et di
pili ^solve quelli per questo fo^epo incorsi in al-
cuna excomunicaiione. il qual molto ha piacesto a
loro Signori fiorentini.
Item^ per 1* altra lettera, scrive haver da Or-
vieto il Papa doveva partir per Civilacasleilana ;
poi essendo aquietà le cose di Viterbo el haver
haulo* la roca, si tien Soa Santità andarà li con li
cardinali per vicinarsi a Roma.
El per uno fiorentino venuto da Napoli, parli
adi primo, si ha che spagnoli erano vicini a Napoli
siche potevano intrar et ussir al suo piacer, el ha-
veaoo eoo loro 6000 femeoe. Et coma Napoli era
..\
m
laxarm, untOM.
m
\
sfato io ramor et mandato il suo ben fuori, e( al-
tre parliculariti ut in liiteris.
Fu posto, per lì Consieri, una taia a Portole.
Cum sii che Zanelo de Sibinico olim del
podestà di Portole babbi ferito sopra il capo a
ftfarco Antonio de Lugo era in loco de sier Beneto
Da Mosto podestà de 11, come apar per lettere eie.
Che*l ditto sia posto in exilio di Portole, Gaodistria
et suo territorio et distrato cots taia lire 300 a
quello lo prenderà et apresenlerà al podestà di Por-
tole. Are 169, 5, I.
¥o scrito a Malatesta Baion capitanio di le fan-
tarie, qual é a Perosa, vengi in Lombardia con 1000
fanti che i sarano pngati, et non volendo venir, re-
scrivi aziò si possi far provision. Fu presa ; d qual
si acordò col Papa.
176 Fu chiama sier Marco Foscari electo Pìroveditor
a Brexa et acceptoe, et si voltò al Conseio dicendo :
€ Signori andarò a servirvi ; ma si non farò quello
voresle, sarà che non saperò più, ma la voluntà sarà
optima >.
Fu posto, per li Savii del Conseio et terra
ferma, che al signor Cesare Fregoso, a soa compia-
sentia, in locho di 30 homeni d'arme li fo dati
apresso li 50 havia, li siano dati li 70 cavalli lezieri
havia il strenuo Hannibal di LiOnza bolognese morto
in campo a Cassan, et compii fin al numero di 100
lizieri, siche babbi di condula 50 homeni d*arme el
100 lizieri in tempo di guerra, el in tempo di pase
li sia ritorna li soi 80 homeni d* arme ut in parie.
Fu presa. Ave :
Fu posto che a Tognon de la Riva veronese, li
sia dato fanti 400, qual é a provision. Ave ....
Fu posto, che al signor Astor di Manfredi li
siano dati fanti 400 ui in parie. Fu presa. Ave :
!53, 38, 9.
Fu posto, che a uno Bello di Belli di Fortino (?)
li siano dati fanti 300. Fu presa, Ave : 160, 15, 0.
Fu posto, che a uno capitanio grixon nominato
Picliardo il qual é sta recomandato per le lige de
grisoni, li siano dati 300 fanti grisoni. Ave: 165,
53, 0. Fu presa.
Fu posto, che a sier Piero Sagredo di sier Zuan
Francesco qual fa V exercitio di le arme, li siano
dati fanti 150, el stagi a la custodia di Padoa. Ave :
1 lO, 37, 9.
Fu posto, che a sier Hironimo Diodo qu. sier
Zuanne el qual fa el mestier di le arme, li siano dati
fanti 150, et stagi a la custodia di Treviso. Ave:
163, 51, 4.
Fu posto, per li ditti, che al conte Hironimo
li sia dato 200 fanti ut in parte.
Ave 188, 8, 1.
Fu posto, che a uno padoan nominato Hironimo
li siano dati 200 archibusleri et man-
dato su Tarmata in Iago di Garda sotto Nicolò Bar-
baro capitanio del Lago etc.
Et sier Piero Orio el XL andò in renga per con-
tr^ir, el li Savii conzò darli solum 100 archibu-
sleri, et lui vene zoso. Andò la parte. Ave 97 di s),
75 di no, 8 non sinceri el fu presa di pocho senza
parlar.
Fu posto, per li ditti, che a domino Hironimo di 176^
San Severino fratello del conte di Caiazo, li siano
dati fanti 200.
Fu posto, che a
qual e sta ricomandato per il signor Janes di
Campo Fregoso governator, li siano dati fanti . •
• •••■••'
Fu posto, per li Savii, aziò vadino persone di
grado a la defension et custodia di la dtà di Ve-
rona, per tanto li 8 zenlilhomeni da esser electi
habbino ducati 30 al mese per uno per spexe, in re-
liquie sicome si conlien in l'altra (Kirte. Ave : . .
Fu tolto il scurtinio, nomina 104, nunoero gran-
dissimo.
Fu posto, per li Consieri, atento il numero
grande de li electi et si starla assà a' balotarli, per
tanto sia preso che*l primo Pregadi siano decti per
scurtinio di la banca et 4 man di eletion, ut in
parte. Ave:
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii,
che tutti li debitori di la tansa numero 8' et Vt
tansa al Monte del subsidio, possino pagar quanto
dieno dar per tutto il presente mese; qual pas-
sato siano tira le roarelle et siano scossa con 10
pei* 100 di pena. 156, 5, 1.
Et fo licenliato Pregadi a bore 23 ^g.
Die 19 AprUis 1538^ in Kogatis. 177
8 nobilee miitendoe Veronae iuoota formam
partis.
Sier Hironimo Sagredo fo di XL, di sier Zuau
Francesco
Sier Ambruoso Contarini fo camerlengo di co-
mun, qu. sier Andrea
Sier Mann Micbiel fo castelan a Mestre qu.
sier Alvise
263
MDXXVJII, APRILE.
26i
Sier Polo Morexini fo provcdilor a Muia, qu.
sìcT Zuaii Alvise
Sier Borloloinio Pixani fo caslelan a Padoa, di
sier Zuanne
Sier Alexandro Micliiel di sier Nicolò ci dolor
Sier Nicolò Balbi fo patron in Alexaniiria, qu.
sier Zacaria
Sier Benedelo Balbi fo podeslà a Lonigo, qu.
sier Piero
Sier Marco Marzello fo podeslà a Pcscbiera,
qu. sier Marin
10 Sier Francesco BoIJù fo vicesoraconiilo, qu.
sier Ilironiaio
Sier Anzoio Trun fo provedilor ai Orzi novi,
qu. sier Andrea
Sier Zuan Lorcilan qu. sier Toniaxo
Sier Alvisa Grimani fo Cao di XL, qu. sier
Alvise
Sier Zuan Zane qu. sier Alvixe
Sier Jacomo d'Armcr fo vicesoracomilo, di
sier Alvise
Sier Alvise Salomon fo .XL Zivil, qu. sier Vido
Sier Velor Soranzo qu. sier Zuane, qu. siiT
Nicolò qu. sier Velor cavaiier, procuralor
Sier Zuan Corner fo podeslà a Noal, qu. sier
Alvise
Sier Zuan Balista G; adenigo elgrando qu. sier
Tadio
20 Sier Iseppo Badoer fo Cao di XL, qu. sier
Bernardin
non Sier Michiel Salamon è provedilor a T arma-
mento, di sier Nicolò
Sier Francesco Querini di sier Antonio da la
Madona di VOrio
Sier Marco Donado qu. sier Hironimo dolor,
qu. sier Antonio cavaiier
Sier Lunardo Marin fo Savio ai ordeni, qu.
sier Toma
Sier Domcncgo Bragadin fo a la doana di
mar, qu. sier Andrea
Sier Zuan Falier fo podeslà a Monlagnana, qu.
sier Bernardin
Sier Piero Barbaro fo podeslà a Ixola, qu. sier
Alvise.
Sier Zacaria Bembo fo provcvlitor a Bassan,
qti. sier Francesco
Sier Domenego Contarini di sier Marco An-
tonio da San Feìixe
30 Sier Marco Balbi fo vicesoracomilo, tju. sier
Zuane <|u. sier Jacomo l'ilippo Zen qu. sior
Bortoloniìo.
Sier Domenego Diedo fo saliner a Cbioza, qu.
sier
Sier Simon Arimondo di sier Andrea qu. sier
Simon
Sier Zacaria Mudazo fo castelan a Corfu
— Sier Alexandro Bondinuer fo soracomilo, qu.
sier Francesco
Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzoio
Sier Marco Antonio Zen el provedilor sora il
colimo di Damasco qu. sier Alexandro
— Sier Zacaria Barbaro fo pagador in eanìpo, qu.
sier Daniel, qu. sier Zacaria cavaiier pro-
curalor
Sier Orsalo Manolesso fo saliucr a Cbioza,
qu. sierJaconìo
40 Sier Francesco Bolani fo V di la paxo, qu.
sier Julio
Sier Anzoio Querini qu. sier Zanolto
Sier Zuan Pixani fo avocalo grando, qu. sier
Benelo
Sier Zuan Balista Moro fo a la custodia di Pa-
dova, qu. sier Fanlin'
Sier Vidal Miani qu. sier Polo Antonio
Sier Velor Pixani qu. sier Francesco dal
Banco
Sier Velor Salomon qu. sier Hironimo qu.
sier Nicolò
Sier Alban Zane fo Cao di XL, qu sier Andrea
Sier Alexandro Basadona qu. sier Piero
Sier Francesco Viluri focasielan a Trau, qu.
sier Rcnier
50 Sier Sebastian Salomon fo al dazio del vin,
qu. sier Vitio
Sier Thomà Permarin fo patron in Fiandra,
de sier Nicolò
Sier Francesco de Mezo fo conte a la Braza,
di sier Luca
Sier Zacaria Orio fo Cao di XL, qu. sier
Zuanne
Sier Almorò Barbaro savio ai ordeni, de sier
Alvise qu. sier Zacaria cavaiier procuralo!*
Sier Francesco Boldù fo Cao di XL, qu. sier
Hironimo
Sier Francesco Jusliniau di sier Nicolò qu.
sier Bernar.lo
Sier Marco di Garzoni di sier Francesco qu.
sier Marin procuralfir
Sier Marco Briani qu. sier Zacaria
Si(?r Marco Antonio LureJan fo provedilor a
Salò, qu. sier Tomaso
CO non Sier Zuan Barbo el XL zivil, qu. sier Bendo
.>
177'
963 MDXxnu, apsuie,
Sier Fsiniin Pixaiii di sier Vetor qu. sìer
Zorzi
Sier Nicolò Salamon fo Zudcxe di mobile, qu.
sier Hironimo
Sier Nicolò Mariii qu. sier Antonio, qu. sier
Zuanne dolor
Sier Àlexandro Donado fo soracomilo, qu
sier Polo
Sier Francesco Pisani di sier Velor, qu. sier
Francesco dal Bancho
Sier Bertozi Pixani di sier Aloxandro
Sier Zuan Da Molin el XL Criminal, qu. sier
Benelo
Sier Silvestro Trun fo soracomito, qu. sier
Matio
Sier Marco Moro fo Signor di notte, qu. sier
Bortolomio
70 Sier Zuan Alvise Salomon fo XL, dì sier Fi*
lippo
Sier Zuan Balista Zorzi fo camerlengo a Tre*
vixo, di sier Nicolò
Sier Andrea Ferro fo podestà a Pinguente,
qu. sier Piero
Sier Zuan Pasqualigo fo a la doana di mar,
qu. sier Marin
Sier Zuan Barbo To XL Zivil, di sier Alvise
— Nicolò Donado fo capilanio di le galle di Ba-
ruto, de sier Andrea qu. sier Antonio el
cavalier
Sier Antonio Calbo fo podestà el capitanio a
SaziI, qu. sier Hironimo
Don Sier Stefano Michiel fo soracomito, qu. sier
Zuanne
Sier Donado Zivran qu. sìer Piero
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Gregorio qu.
Serenissimo
80 Sier Antonio Gixi di sier Zuan Piero
Sier Zacaria Barbarigo fo a Tarmamento, qu.
sier Francesco
Sier Zuan Malio Bembo fo Gao di XL, qu.
sier Alvise
Sier Zuan di Prioli fo XL, di sier Nicolò da
San Ftìixe.
Sier Zuan Gradenigo qu. sier Zuan Paulo qu.
sier Zuslo
Sier Zacaria Vituri di sier Benedetto qu. sier
Zuanne
Sier A^ustin Conlarini fo patron in Barbarla,
de sier Marco Antonio
Sier Nicolò Quirini fo patron di nave, qu.
sier Andrea
S66
Sier Ziprian Gabriel di sier Francesco qu.
sier Berluzi el cavalier •
Sier Stefano Griti fo pastelan a San Felixe di
Verona, qu sier Francesco
90 Sier Hironimo Dolfin qu. sier Marco
Sier Marco Antonio Semitecolo qu. sier Anzolo
Sier Aguslin Manolesso qu. sier Lorenzo
Sier Piero Antonio Moro di sier Fantin .
Sier Alvise Lippomano fo a la doana di mar,
qu. sier Antonio
Sier Marco Venier fo visdomjno in Fontego,
qu. sier Lauro
Sier Antonio Valicr di sier Beneto
Sier Zorzi Memo fo a le Cazude, qu. sier
Lorenzo
— Sìer Alvise Griti fo proveditor a Lonà, qu.
sier Francesco
Sier Aguslin da Canal fo proveditor a Roman
qu. sier Polo
100 Sier Jacomo Antonio Moro fo Pìovego, di sier
Lorerzo qu. sier Christofal
Sier Piero Capello qu. sier Francesco el ca-
valier
Sier Hironimo Michiel qu. sier Nicolò
Da Crema di sier Luca Loredan podestà et lyg
capitanio, di 17 Aprii, Manda questo ri-
porto qui sotto scritto.
Referisse uno mio nuntio, il qual hieri mattina
parti da Milano, qnal dice come el capitanio Hiro-
nimo cusino del signor Antonio da Leyra Martedì
proximo passato ritornò da Musso in Milano, al
qual loco era andato ne li zorni precedenfl per
osfagio in luogo de un fratello del castellano de
Musso, qual era venuto in Milano per tratar acordo
tra esso castellano de Musso e *l ditto signor An-
tonio^da Leyra, et che era ritornato senza con-
clusion alcuna, et erano in tutto rimasti discordi,
come esso nontio reierisse haver aIJito dal so-
prascrito capitaiìio Hironimo. Referisse ancor, che
spagnoli in Milano danno fama di esser 3000; ma
che in verità al presente non si ritrovano in Mi-
lano olirà fanti 700 al più.
Item^ che publicamenle in Milano si dice che
il signor Lodovico Bclzoioso et il conte Philippo
Torniello, con bandiere ^0, tra li quali è uno
capitanio nominato Valcerca con fanti 150, et il
resto di le bandiere, non arivano al numero de
fanti 70 per una, i quali erano andati a la im-
presa di Vigcvenc. Tamen^ Bn'hora non se in-
287
MDKXnU, IFRILL
968
teodeva che havessero fatto altro. Circa le vitua-
rie, referisse esseroe gran pcDuria ; che il s(er di
la farina si vende lire 6 soldi 10 el sl^o de Mi-
lano, qual pesa lire 16 grosse, videUcet di unzc
S8; el vino più Iristo che si alrovi cosla soldi
4 el bocale ; la carne tristissima el de vacca sol-
di 6„ el quella di vedello soldi 9, ma pochi ne
pono haver, el che da giorni 4 in qua in Milano
non sono inlrale vicluarie di sorte alcune per ri-
speto de le gran guardie fanno li soldati veneziani.
Dice ancora, che spagnoli fanno voce che aspeclano
soccorso da le parte di sopra, et t<imen, per
quello ha inleso da molti homeni da ben, non é
vero che al presente siano per haver socorso alcuno.
178* Ba Gividal di Bellun, del Podestà et Ca-
pitanio, di 17, Come hozi, per uno venuto da
Trento, li é sta referivio esser li preparalo come
scrisse gran quantità di biave in bote et artellarie,
scale da man longe el corte, et gran numero de
barilli di polvere, el haver visto qualche soldato;
el el Venere santo ritrovandosi a Bolzano, vide
circa homeni d' arme 20. Per uno altro venuto da
Ala si hav che passando per Slerzen vide da 50 in
60 fanti li quali rasonavano che a San Zorzi do-
veano haver fallo la massa a Trento de circa il
milia persone; el venendo ha visto per strada con-
dur ancora botte di biave el barili assai di polvere
verso Trento.
179 Ad\ 20. La malina. Vene dal Serenissimo in
camera sier Mafìo Bernardo fo dal Banco con uno
suo amico Sorcnlino, qual disse esser venuto col
Capitanio zeneral di a Corfù, et zonse
Il adl«3 di r instante, el feva cargar alcune artel-
larie su le gallo lolle di castelli, et adi 6 mandoe
le galle a tuor aqua per passar in Puia, el havia
mandalo .a incontrar il Capitanio del Golfo qual por-
tava li ducati 10 milia. #
In questa malina, in Quarautia Criminal el Civil
vechia, con li do Gonsieri di sopra sier Daniel Re-
nier et sier Marco Minio, per expedir la retention di
sier Francesco Lippomano fo proveditor sora i of-
fici posta per li Avogadori cxlraordìnari, la qual
pende, et pirlò sier Zuan Dolfìn avogador in ri-
sposta di sier Piero Orio el XL, et poi posto la re-
tention. Ave 21 di si, 12 di no, 33 non sinceri,
Iterum 31 di si, 14 di no, 20 non sinceri ; el il se-
condo Conscio a doman.
Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, di 18, particular. Come, di novo non
zè altro, solum le provlsioo grande si fano a Trento,
et il conte trirardo di Arco beri era t Padoa con tre
capitani, il qual ha mandalo a Trento 40Qarchibu-
sierì di Arco, el per tutto si parla in le parti supe-
rior che il giorno di San Zorzi comenzeraRO a me-
terse in via a venir a Trento quelli* sono ia Alle-
magna, et pagarasse Se masinano di continuo di
le monilion, el va ogni giorno verificando quel si
dice, che una parte voi calar per il veronese et ve-
nir a bater la Chiusa, et domino Marco Sietb capi-
tanio general di fanli era andato per le poste a par-
lar al Principe, et pot tornando se aviari al tempo
di Sim Zorzi per Trento. Il suo pensier è venir una
porte per dove veneno P anno passato, et li altri
per Boemo el pigliar la Riviera ; et scrive bavendo
iicentia di la Signoria di tuor Riva. Li basta Tanimo
di haverla eie.
Item, per un'altra lettera dei ditto\ di 18.
In questa bora una di nocte é venuto aviso, che de
là da Ispruch si è fatta la mostra di 12 milia fanti
et 1500 cavalli, el che il giorno dì San Zorzi li pa-
garanno, poi verranno a la volta di Trento. Sta-
remo a veder, perchè legno che maior numero di
fanli non vegnirìi, che non vorano fidarsi de quelli
villani del conta de Tlruol.
Questi capilanii a Trento si fano gaiardi et par- r
lano gaiardamente ; pur spero che i se pentiraoo.
Da Vicenza di sier Carlo Coniar ini pro-
veditor Menerai, di 19, hors .... Come el si-
gnor Capitanio Zeneral quela malina era zonto 11
venuto in posta di Padoa, che non se li potè andar
contra ; qual smontato, il Capitanio Taiapiera et
lui Proveditor andò a visitar Soa Excellentia et par-
tono insieme etiam con domino Antonio da Ca-
stello, qual dice, ha vendo le zente ba ditto io Col-
legio farà un forte, el si potrà resister.
Scrive, poi sono andati atorno la terra, et visto
dove bisogna, Soa Excellentia ò di opinion si for-
tifichi; ma per la gran penuria bisognerà far le
spese a li villani eie. Doman aviserano la descrition
bisogna el la conclusion :
Da Cassan, di sier Toma Moro provedi-
tor general^ di 18. Come beri zonse qui Torator
del castelan di Mus, el parlò con lui Proveditor as-
sai ; ma non vene a le strete perchè cussi dicea
haver in comission, et che hozi il dirla il tutto libe-
ramente; et quanto exponerà aviserò. Da poi
scritta, è venuto nova come li inimici che erano in
Lomelina, non potendo exequir cussi facilmente la
impresa di Vigevano, Mortara et altre terre de li
per esser fornite di gente, prendeno camino al pas-
sar il Po per andar a qualche lochi deboli.
369
MDXXVIily APmtB.
Sto
Dal Zante^ di sier Zuan Francesco Ba-
doer provedi far ^ di 6 Aprii. Come adi 2 zonse
il Gapilanio Zeneral con galie li vien di Napoli di
Romania, el ha cardato biscolo sopra te galle che
lui li havia preparalo, el pariiria per Corfii.
Da poi disnar, (o Pregadi el venequesle lellere:
Di Vieetufa, di sier Cario Contarini prò-
vediior zeneral^ di 19, hore . . . Come è sialo
atorno la terra col Capilanio Zeneral, Podestà el il
Gapilanio et domino Antonio di Castello, et scrive
la gran penuria del viver. Bisogna far provision vo-
lendo forlificar la terra, et a li fanti bisogna siano
capi suBcienti.
Ifem manda una lettera hauta di Verona,
di 18, del Capitarne del Lago, qual scrìve cussi :
Magni fice et clarissime Domine colendis-
8ime,
El presente lator é uno di le maistranze mandai
sopra le fuste, qual vien per tore li denari per li
compagni. Vostra magnificentia si degni Tar far una
lettera che lui conzerà quelle bombardele di (ero,
per saperle conzar eie. Da le parte di sopra, per
180 quelli vieneno da Ispruch el Trento dicono che il
giorno di San Zorzi si darla principio a dar danari
a 1^ milia Tanti, el comenzerano venir a la volta di
Trento questo mese, el voler venir a li lochi noslri. Il
conte Girardo si atrova a Peneda con 3 capitani et
va da Trento a Peneda, et beri ha mandato uno
caro de archibusi numero 400. Vostra magnificen-
tia e sapientissima, farà il iudicio li parerà ; a la qual
mi ricomando.
Veronae 18 Aprii 1528.
Di Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitarne, di 19, hore 2, particu-
lar. Come hozi il signor Duca ha cavalcalo a veder
il lutto con il Podestà, Provedilor Zeneral el io, et
domino Antonio di Castello et inzegnerì. Dimano
tengo si delibererà quello si ha a far. Di novo, di
le parte di sopra ho, per certe lettere che uno
9crìve a uno mio amico dal confin» che l' havea in*
teso esser gionli a Ala cavalli 500, a Bolzan ban-
diere tre di Tanti, et a Trento inlcrtenevano quelli
che vogliono soldo ; ma per adesso non gli dano
altro che le spexe. Aspetto di bora in bora più
certi avisi et K notificherò.
Del duca di Ferrara fo letto una lettera, da
Ferara, di al suo orator. Come ha
nuova da Orvieto, che il Zuoba santo il Papa usò le
eerimonie solite di loomaoicar eie. liem quelli
ha no sachizì Roma, et le suspension fo fate le re-
muove; me ben, perchè il cardinal CoIona havia la
legation di la Marca et Tu morto il suo comissario,
voi la gè sia restituita; el Soa Santità ha tolto can-
tori et altri, et rinova la corte et spera haver la
roca di Viterbo dove voi andar. Item, si ha di Na-
poli di primo, come quella terra era in confusion,
et quelli potevano mandavano la sua rc^ba a
Ischia eie.
El compilo di lezer le lellere, siér Zuan Dolfin
avocato cxlraordinario andò a la Signorìa dicendo
é morto sier Alvise Don el dolor avogador di co-
mun, el loca a lui a inlrar. Et visto la leze, che li
Avogadori extraordinarii dia star uno anno almen
da basso, To per li Consieri ballotato, el tutte le ba-
lole di no che*l non inlrasse, et To strida Tar Dome-
nega uno Avogador di Comun.
Fu posto, per li Consicri, Cai di XL, et Savii,
expcdir sier Marco Foscari va Provedilor zeneral in
brexan el brexana, videlicet per spexe di do mexi
ducali 280, per cavalli ducali 140, per il secretano
ducali 30, per forzieri el coverte ducali 30 ; item
possi portar con se argenti per ducati 400 insta il
Consuelo.
Noto. In el comprar di cavalli, To dechiarido
che ducali 40 sia per uno per la sua persona, SO
per il secretarìo, et 10 per la fameia. Ave:
163, 3, 0.
Election di 8 deputadi a la custodia di Verona ]go<
iusta la parte.
Sier Zorzi Contarini fo provedilor sora
i extimi, qu. sier Lorenzo . . . 39.178
f Sier Ambruoso Conlarìni fo patron di
la Tusta, qu. sier Andrea .... 136. 81
t Sier Iseppo Badoer el XL Criminal, qu.
sier Bernardin 134. 76
Sier Lunardo Malipiero di sier Biro-
nimo, To di sier Piero . .... 53.156
t Sier Agustin da Canal fo provedilor a
Roman, qu. sier Polo . . . . 140. 76
t Sier Almorò Barbaro savio ai ordeni,
di sier Alvise . 135. 89
Sier Zuan Loredan qu. sier Tomaso
da San Caneian 70.137
Sier Domenego Morexini fo podestà a
Portogruer, qu. sier Zuanne . . 69.140
Sier Zacaria Zantani fo camerlengo in
Cyprì, qu. sier Zuane 100,111
271 MDXXVin,
Sier Orsato Manolesso fo salìner a
Chìoza, qu. sier Jacomo . . . . 81 155
Sier Francesco Boldù fo XL Zivil, qu.
sier Hironimo 75.140
Sier Marco Marcello fo provedilor a
Peschiera, qu. sier Murin . . . 113. y5
Sier Antonio Donado di sier Marco fo
camerlengo et castelan a Gilaro . 42. 170
Sier Marco di Garzoni di sier France-
sco, qu.'sier Marin procuralor . . 48.167
Sier Zuan da cha' Taiapiera fo viceso-
racomilo, qu. sier Bartolomio . . 107.105
Sier Nicolò Querini fo patron di nave,
qu. sier Andrea 76.134
Sier Zuan Barbo fo XL Zivil, di sier
Alvixe 94.119
f Sier Filippo Corner qu. sier Hironi-
mo, fo Zudexe di pclilion . , . 167.44
f Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzolo,
qu. sier Francesco 116. 92
f Sier Zaccaria Orio fo Cao di XL, qu-
sier Zuanne 123. 91
Sier Marco Donado qu. sier Hironimo
dolor, qu. sier Antonio el cavalier 72.139
Sier Piero Barbaro fo podestà a Ixola,
qu. sier Alvise 32.178
f Sier Alexandro Donado fo soracomito,
qu. sier Polo 127. 87
Sier Zacaria Bembo fo proveditor a
Bassan, di sier Francesco . . . 40.173
Sier Antonio Valier di sier Beneto, qu.
sier Antonio 91.122
Sier Vidal Miani qu. sier Polo An-
tonio 95.111
Sier Ferigo Barbarigo fo a T arma-
mento, qu. sier Francesco . .• . 66.145
Sier Zuan di Prioli fo XL, di sier Ni-
colò da San Felixe 73.116
Sier Polo Morexini fo podestà a Muìa,
qu. sier Zuan Alvise 69.135
Sier Alvise Lippomano fo a la doaL3
di mar, qu. sier Antonio ... 54.155
Sier Benedeto Balbi fo podestà a Lo-
nigo, qu. sier Piero 6'3.149
Fo tolto il scurtinio di un Proveditor a TArse-
nal in luogo di sier Hironimo da clià da Pexaro é
intrado Savio del Conscio, el orator in Angiia ; n)a
per r bora tarda, li Cai di X volseno il suo Conscio
con la Zonta qual era sia ordinato, unde feno licen-
liar Pregadi et non ballotar altro.
APRILE.
9tì
Da Udene, del Loeotenente^ vene lettere di
Con avisi, come dirò qui avanli, le
qual non fono lecte.
Copia di lettere di la Comunità di Venson, Il
di 18 Aprila al Locotenente.
Magni fice et ci arissime
Heri sera alle due bore di notte zonse Andrea
Valentino nostro citadino che é venuto da Sboz, è
stato a tuor rame, et é stato de lì 8 zorni, el il
zorno de Zobia Santo se partite da Sboz. Prima
dice, de visu baver visto cavalli 200 in arme
bianche Mercore Santo passar per Sboz ; ben si
diceva dover passar a la summa de 15(X); el che
in Sboz erano zonti tre capetanii per far fanti el
volevano dar uno raines per fante. Nisuuo non
volse levarse, et uno di quelli capitanei andò a
Ispruch et tornò, et se diceva li dariano la paga in
Trento; ma fìno al suo partir non baveano dati da-
nari; el si diceva dover venir de Sbabia a la summa
(le 10 mila fanti, et che per lo zoruo de Santo Zorzi
dovevano trovarsi a Trento. Et erano andati in dui
altri lochi del vescovo de Saizspurch a far fanti,
dove sono minere, a Uauris et Castano; ma non era
partidi nisuno.
Venaoni 18 Aprilis 1528.
Sottoscritta :
Servitor Antonio Bidernuzo
capitanio et Comunità di
Venzon.
Copia de ìetttre de Gasparin Zanus date in
la Trevisay adì 13 Aprii 1528^ driaate a
domino Antonio de Brazaco citadin di
Udene.
Salute a vui messier Antonio amico caris-
simo.
Io ve haviso, come semo sani tutti de casa no-
stra, cusl desidero de vui lutti de casa vostra, lo ve
aviso da novo, come V è stato in Subida in la Tre-
visa uno capitanio che si chiama Boltstaner che era
capitanio a Pavia, el vcgnudo de Ispurcb, sì e stado
a certe noze. Item, de Hongaria se dice come se
farà la monstra a Bolzan, adi 19 de Aprii, de fan-
tarie. Se dise ancora, che l'è vegnudo a Uspriih
uno fìolo del duca de Pranshanich che fo sollo
Udene con 800 cavalli tutti armati, Se dise che mai
non vene la pii) bella gente. Lo minimo de sue seole
.1
273
UDXSVin, APRILE.
274
181
182
si ha si bon cavallo et arme come lo Signore. Io
non sai dove che andarà quesla zeule, mai non fu
in tsil campo de zenle ; non altro per aviso. Dio sia
con vui.
* Da poi liccntialo Pregadi reslò Conscio di X
con la Zonta, et non fo ditto altro. Credo Tusseno
sopra le cose di Verona di levar li citacKni de I),
overo del casteinn di Mus, qual ha mandalo suo
Tradelo qui.
Adì 21. La matina. Se inlese per lettere di
Brera di 16, particular^ come Sabato di noie
fo amazò domino Antonio da Martinengo fo Sol de
domino Bernardin zentilhomo nostro, qual hessendo
in lelo con una garzona et uno ragazzo io camera,
introno in casa 4 stravestidi et li deleno assù fe-
nde, et cussi a la pula ; etiam il garzon fo morto
et poi andorono via. Questo amazoe la prima soa
moglie : merita baver fatto questa morte.
Di Verona^ di rectori, furono lettere di 19,
con reporti di le cose di sopra.
Di campo, di Puta, del Ptxaniet Pexaro, di
Acell, di 6, et di Ponte Triporta adì 7, venute
per via di mar replicate. Par babbino scritto per via
di lerrp, qual non si ha haute. Scrìveno liaver spa-
gnoli esser intrali in Napoli et baver mandato fuori
li napolitani erano dentro, et e>ser venuto per mar
stara 20 milia formento et da zerca 800 in 1000
fanti di Sicilia. Li lanzinecb non erano ancora in-
(rati ma . r '
Scrìveno, nostri con Texercilo ritrovarsi mia
27 di Napoli, et la matina si leveriano per andar
mia 9 in uno altro alozamenlo dove sarano mia 18
di Capua et Gliela lontani, et vi consullerano quanto
dieno far.
Vene in Collegio 1* orator di Milan per . . .
Vene sier Zuan Vituri fo Provedilor zencral in
campo, stato poi. Il vene sempre amalato di mal
franzoso, et è varilo alquanto. Fo in Collegio, tochò
la man al Serenissimo f*t quelli di Collegio, né altro
disse. Veneno li Cai di X et sleteno assai.
In questa matina, in le do quarantie rcdute con
li do Consieri di sora, sier Daniel Renier et sier
Marco Minio et sier Mann da Mollo ordinario Con-
sier di la Quarantia, vene sier Francesco Lippo-
niano fo Provedilor sora i offici, qual si mena per
li Avogadori extraordinarii di retenir, dicendo non
acade retenlion, confessa 11 tulio, et lo debbi me-
/ DiaHi a II. Sàmuto. - T^ ILVIL
nar. A rincontro li Avogadori extraordinarii che
questa non é la via, et mandato fuora messeno di
relenir. Il dillo sier Jacomo Boldù ci 40 Zivil qu.
sier Hironimo parlo, dicendo si poteva andar per
via di capìtoli. Li rispose sier Mann Justinìan avo*
gador e.\traordinario, et posto la parte, ave 28 di
si, 10 di no, 26 non sinceri ; la seconda volta 26
di s), 13 di no, 25 non siiiceri. La pende, et questo^
è il secondo Conscio.
Noto. Heri sera introe 4 galle bastarde venule
a disarmar, zoè lo infrascrille :
la galla fo del capitanio Marzello, vicesoracomito
sier
la galla di sier Zuan Bembo soracomito.
h galla fo di sier Alexandro Donado vicesoraco-
mito sier
la galla di sier Bernardo Grìmani soracomito.
Di Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 18, Come, per uno nostro venuto di Alemagna,
quale ha molti amici in quelle parte, con li quali
dice hnver parlato et dimandatoli di le cose di la
guerra et per che loco calerano queste gente quan-
do vegnirano, li fu risposto che andariano a Ve-
rona et che erano chiamali da veronesi, benché len-
zerìano di far calar gente a questi confini, le quale
sariano comandale in Val di Sol, Val de Non, la Zu-
dogarla et altre vallale, et queslo per dimostrar di
venir per queste bande. Tamen, che caleriano per
il veronese, et che conduceano a Trento 300 bovi
di carne, et a Bolzano già era gionlo da zerca 300
lanze bergognone. Scrive, beri sera a bore zerca 2
il magnifico domino Alvise Bon dolor avogador
passò di quesla vita, cuius anima obdormiat in
Domino. Ozi siamo stati a le sue esequie. Li è sta
fato summo honore.
Del ditto, di 19, hore .... Come, per let-
tere del presente gorno del Provedilor general
Moro, da Cassan, qual ne scrive come : e heri fu
qui a me uno agente per nome del castelan di Mus,
et mi fece intender che quello havia fatto ei ditto
castelan con Anlotiio da L va era sia sforzato ad
farlo, et che per questo non voleva restar et di
esser bon amico et servitore di la Illustrissima Si-
gnoria, ne patirla, quanto aspetta a lui, che le terre
et subdili di quella fusseno mai danegiali.
Postscripta, date a hore IL Heri, zerca hore
do di noie, el magnifico messier Antonio Marti-
nengo mandole a luor una garzona, la quale li fu
menata in casa (fa uno suo servitor acompagnata
18
182*
ars
gpxxvm, A^Bius.
276
183
di la madre, et gìoDti oe la camara di esso mesier
Ànlonio, immediate li fu drio alcuni armali et
amaxorno dillo oiisier Anlonio di ferite 18, et si-
militer amazeleno la garzona et colui la bavea
condutta, et la madre de ditta garzona se ascose ;
Desi resta de inquerìre de iulravcnir in li mal-
faclori. La qual Dova domino Batista Marlinengo
vene a dirla a loro rectori, lì quali feno star le porte
serate fin queir ora undecima per trovarli.
Nolo. Heri et questa malina domino Hirooimo
Savorgnan fo in Collegio con li Cai di X, per certe
lettere intercepte in la Patria di Friul.
Par, inimici volesseno venir a tuor Osoph ca-
stello fortissimo del ditto domino Uironimo ; et fo
parlato insieme, et provision da esser fate venendo
in la Patria.
Da poi disnar, fo collegio di Savii ad consu-
lendi4m.
Da Verona, di reciori, di ... . Con uno re-
porto hauto di le cose superior, et dieno venire
6000 grisoni per via del lago di Como con il passo
li darà il castellan di Mus, et andarano a Milan, et
li lanzinech passerano di qua et voleno intrare in
Vicenza ; et altre pirtìcularili.
Noto. Heri per il Conseio di X con la Zonta fo
deliberà di mandar in Verona stara 4000 Tormento
et slara 4000 orzi, alenlo in dilla ciUà, come si ave
da li rectori, è poca viluaria.
Del Capiianio Menerai da mar sier Piero
Landò, da Cor fu, vene lettere per grifo a po-
sta, di 4 et 5 di V inHante. Del zonzer li con
galle... et ba trovato il proveditor Moro con galle ...
a k qual mancava 170 bomeni, et chiamato il Con-
gelo di Corfd, quelli li hanno oferto darli 100 bo-
meni per interzarli. Scrive, baver tòlto di uno gro-
po mandava il duca di Nixia a sier JaconM> Pisani
ducati 450 d' oro di quali ba compra formenli
a lire 5 il slaro, et fato far biscoti, cb*é sta mollo
a proposito. Par tanto siali pagati di qui al dillo
Pixani li danari.
Di procuratori Pixani et Pexaro, del cam-
p^, in reame, di 8, 9 et 10, le ultifì%e date
in campagna a Canaello, mia 22 di Napoli.
Come erano venuti con io exereilo. Capua et Nola
si haveano resi et Cere ei mandali obslagi a
monsignor illustrissimo di L*ulreeh, et alcune allre
terre, et erano venuti molti baroni ussiti di Na-
poli nel nostro campo. Spagnoli et lanzinech erano
a Pozoreal vicino a Napoli dove pareva si forti-
ficasseno^ ni però erano inlrati in Napoli, Item,
aom'ìì mrcbeae del Guaato, finendo a parole
nel campo de inimici con il conte di Potenza; lo
ferite, et il fìol del dillo Conte, volendo aiutar il
padre, fo morto dal prefato Marchese. Si dice però,
è sii inimicilia vecbia. Scrivono, la malina anda-
riano in uno altro alozamenlo mia 14 di Napoli;
et scrive poi a di 10 esser reduti al ditto aloza-
menlo mia 1^ 41 Napoli, et esser venuti in campo
do baroni fioli del conte di Traieto, non obslanle
il padre sia in Napoli etc.
Da Brexa, di 19, vidi lettere partieular.
Qual scrive il caso ocorso al signor Antonio Ma-
ria Marlinengo, il quale lieri sera, zerca bore 2 di
note, fece andar tutta la sua famiglia a dormir, et
tene in pie li uno suo favorito al qual comisse che
dovesse andar a tuor una certa garzona. Et lui li
an.lete et menò la garzona et la matre, et come
furono inlrati in caxa, andorcno di longo io ca-
mera, et lassò la porla «perla. Et stando li, sopra-
zonse 4 armali con arme inastate et inlrorono in
camera et amazete il ditto signor Antonio et la
pula et il famiglio. Per bona sorte, la vecbia ma-
dre si ascose et stele per 6na a le 6 bore de
notte che mai disse niente, né persona se acorse
di niente. Poi la vecbia comenzò a cridar, et la
cosa si discoperse. Li signori rectori sier Antonio
Barbaro podestà et sier Zuan Ferro capiianio, tutto
bozì hanno fallo star serate le porte di la terra,
et si va cercando et par non si trovi indieio al-
cuno (ermo, et hozi é sta fatto la crida che chi
acusa li malfalori babbi 1000 ducati, et sarà te-
nuto secreto; et se uno de li malfalori, domente ^^i
non sia il capo, acusi li altri, sia liberado et va-
dagni li ducati 1000 di la taia.
Da Feltre, di sier Toma Lipomano pode-
stà et capitanio, di 20. Con uno riporto di le
cose di sopra. La copia sarà qui avanti.
Da Vieenga, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, diJÌO^ hore 22. Mi riporta
una persona di mollo discorso et di qualche re-
putation» venuto di Trento, che ritrovandosi Mer-
core passato de ti col sigi>or Francesco Castelalto
qual diccsi esser capo di questa impresa, vene da
lui signor Francesco uno capiianio di fanti diceih
doli baver a Bolzano li sui fanti preparati, et per
interlenirli ebbe scudi 300 da ditto signor Fran-
cesco. Dioe ancora, che olirà le ntonitione zoé vit-
tuarie, vide pezi d'artelìaria grandi et picoli più
di 100 da carri 60 cargf di pichci et da ^cargi
di legnami a suo iuditio da far zatre. Et per quan-
to r ba possalo sotrazer et per suo iuditio, farano
il camioo driedo V Adeie per deaceadefi affirman-
377
MDXXVUr, APBlUt
278
domi che li ditti corri et le carrette d* artellaria
SODO tanto largi che non potriano esser cooJuti
per il canal di Brenta, quando volesseno calar de
II. Il signor duca dì Urbino ba parlato con li in-
zegneri zerca la fortification di la terra, tamen
non é fin bora risolto ; fatta lu resolutione avisarà.
Da Cassan^ di sier Toma Moro prevedi-
tor generiti, di 19. Da novo, li inimici quali an-
domo in Lomelina sono passati Po, maxime li
cavalli lizieri, et sono andati per far fillò (?) a la
marchesana di Monreri per haver viluare et di-
nari; ma esso Proveditor, previsto questo, scrisse
a la ditt» Marchesana et V advertite del lutto, ita
che g;iiardamente si ha escusuto con loro digando
non haver né danari né vitualie. Il signor Antonio
da Levva ha scritto a la ditta Marchesana mina-
zandola di focho et sachegiar li soi paesi, et lei
ba mandato uno suo nontio qui in campo per
richieder soccorso, et credo se li darà qualche
cavallo legier. El castellan di Mus, per suo comeso
ha fatto intender a esso Proveditor, che quello l'ha
fatto é sta sforzato zerca lo acordarsi con inimici ;
ma che luì non voi molestar in cosa alcuna li
subditi di la Signoria nostra, el ha etifim man^
dato uno suo orator a quella, et le cose sue a
Venetia traterasse. Si dice che Tarmata de ini-
mici sopra fi laco di Como ha dato la fuga a una
184 barca del castellano di Mus ne la qual era Juan
Batista di Medici fratello del castellano per ama-
zarlo; si ludica esser con sentimento del signor
Antonio da Leyva. Si dice spagnoli non aver ateso
a la promessa al ditto castellano in far ditto Zuan
Battista suo fratello colonello, come li promise.
Ba leltre, del Podestà et capitanio^ di 20,
Scrìve come, hesscndo in questa bora gionto uno
explorator mandato li di passati a Bolzano, et Zo-
bia 16 di l'instante partite dal ditto loco di Bol-
zano, referisse che in Bolzano si diceva che se
aspettava di bora in bora 500 homeni d* arme et
bandiere 18 di fantarie, et che gii come ha visto,
era zerca 900. Qual giorno 16 el ditto vene a
Trento dove dimorò el Venere et Sabato fino al
vesparo, et a Trento ba visto che si prepara el
lavora di barche a furia, et già in l' aqua di Adese
ne erano butate 20, et scale grande si fanno di
hr^nz che due persone ad un tratto poleno ascen-
der, eum alcune rote da piedi da potersi spingere
in qua et in là. Dice che per la strata da Bolzano
a Trento sono infinite carette carge di botte con
biave quale tendeno a Trento per la « monitione,
et tutti li moliui da Trento masenano per conto
di ditta monitione con furia el prestcza. Né ad
altro si alende, ma in Trento non vi è gente da
guerra, né ancor venendo per Valsugana ba visto
né inteso cosa alcuna. Altri exploratori aspetto.
Di quanto si bavera degno di signiflcatiooe lo
avisarò.
Da poi serale le lettere, é zonto un'altra mìa
spia quale si parti beri a terza da Trento. Dice
come Venere over Sabato doveva zonzer 11 tulli
questi signori et castellani di Valsugana, et che li
era 11 el Castelalto, conte Girardo d* Arco, et uno
altro non li sa il nome; et che lui ba veduto In
aqua barche 94 contado con ponti suso, el se ne
preparava di le altre assai, et che tutte queste feste
di Pasqua si ha lavorato. Fraetereaf dice haver
veduto assaissimo scale, et già ne aveva caricato
uno caro, arlellarie infinite, biave assaissime ^t 18V
non lasava altri masenasse se non quelle di la
municione; ma non si baveva principialo far an*
cora pane, ma metteva dille farine in botte, et
che non li era 11 niuna sorte di zente. Che Andrea
Calepin era II io Trento, et si diceva aver bauto
condutta di 600 archibusieri italiani ; ma non era
andato ancora a farli. Dice poi haver inteso da
uno quale si parti Venero da Bolzano, che *1 si ba-
veva dato a do bandiere di Ainti uno fayoes per
uno, et che li baveva mandati a li alozaménti di
sera, et che ne doveva zonzer de li altri, et che do
capilanei di cavalli che venivano da Ysptuch erano
zonti a Bolzano per preparar li alozamenti. Et cosi
etiam si dava in Trento li ditti alozamenti ancor
che non li era niuna persona da guerra, el che tutti
dicono mai lo Imperator fece siroil preparamenti,
et tutti pubblice dice 11 a Trento é per andar a
Verona.
Date a d\ 30, Kore 19 Vt-
Queste sono le exequie fatte a Brexa a do- ig5
mino Alvise Bon dolor Avogador di comun,
a dì 19 Aprii 1528.
Le sue exequie fo comenzate a le 21 bora, et
ba durato per fina quasi una bora di notte, et é
stale dignissime, poi il sermone é stato iongissimo
et bello fatto sul pergolo di San Francesco. L'or-
dine de le ditte exequie é sta : prima tutte le Scuole
di questa terra, drielo a loro tutti i Batudi caotaD-
do le litanie, poi tutti li frati di ogni religioo, die-
tro li preti di diverse chieste, poi li nodari di Col-
legio et dietro li dottori tutti. Poi li canonici di
domo, dietro sei grose {sic) grosse con una infinità di
279
MnXXiriIl, APBOK.
S80
candellieri grandi chi d*arzen(o chi doradi; et per
inleligenlia, queste (al grose {sic) grosse sono apresso
di noi per grand ssimo honore. Poi fo porla il corpo
del clarissimo Avogador defunto con ^0 genlilomeni
atorno il cadeieto con torze grosse in mano; il qual
cadelelo era portato da sci gentilhomcni de li boni
di questa terra vestiti di negro. Il clarissimo defun-
to havea una vesta di veludo cremexino allo et
basso, con doi libri aperti, uno da capo V altro da
piedi ; seguiva poi doi episcopi et zerca 30 incapu-
zati che l' hanno acompagnato drielo. Era il Pode-
stà et il Capitunio con il fior di questa città ; le stra-
de dove si passava erano tanto calcale di gente, che
non so quanto più. Ancora, per coman lamento de li
deputati de 1^ cita si ha fallo serare tulle le bolege et
cesar li artisti di lavorar. Il clarissimo corpo està por-
tato a San Francesco et posto in chiesia sopra una
ballresca tutta coperta di negro, et con una cuba di
sopra alta tutta coperta di torzi acesi, et simiiiter
la magior parte di la chiesia era coperta di negro. Et
finito Poficio, fu messo il corpo in, una cassa, et
posto in lo coro a man manca su alto. Non so di
che sarà coperto h cassa, tengo di velulo negro;
ma questa è coperta di negro. Si che questo é sia
uno di belli exequii che za molli desena di anni sia
185* sii fallo tra noi. Li é sia grandissima abondantia
di cera, però che non é venuto alcun ad acompa-
gnar il corpo che non avesse uno candelaio overo
torzo. Et la nostra città ha fatto la spesa di tulio,
et se 1 fusse volunlà di Dio, questa cita lo riscata-
ria per 10 milia ducati. Li portamenti soi è sta
optimi, et li povereti vanno pianzendo per questa
(erra : V è morta la rasone a morir questo Avo-
gador.
186 Copia di una lettera da Orvieto^ di 18 Aprii
1528, scritta per Cesare Acursio canonico
di In Cerra (sic) a domino Bonifacio Mi-
liono cavalier di V ordine di San Jacomo,
in Venetia,
Magnifico eie.
Hozi é gionlo nova come spagnoli sono inlrati
in Napoli senza li lanzinech, et li dilli lanzinech si
sono restali al Poggio real lutti perchè hanno dillo
che non si voleno includere, et li francesi sempre
sono venuti a le pedale de li spagnoli, einc/e quando
li spagnoli introno in Napoli et li francesi gionseno
a la ferra di Poiitigliano, et per tutta quella cam-
pagna se staimo. Hanno haulo Nola et Capua et
Aversa, et se estima che subito comò li francesi li
apresenta V arlellaria abattere le case di Napoli, sì
renderà a patti, perchè si slima per certo che per
patigiarsi sono salvati loro. Et quando volesseuo
fare prodeza per tenersi, ch'io noi credo, sera
Napoli et tutte le sue massarie di fuora ruinato et
disfatto, et maxime quelli belli giardini con quelli
belli palazi che almeno non zè più ameno loco, et
poi ultimamente ruinarà la terra propria con T ar-
lellaria ; SI che volendose far quello che a me pare
impossibile, li poterà avenire quello sarà possibile :
la sua desolatione. Era gionlo de Cecilia 20 railia tu-
muli di grano et da zerca 600 fanti, lo qual grano lo
hanno parlilo per li Seggi per lo popolo ; poco
baslarà, et certo si crede che monsignor di Lutreeh
abbia voluto cussi che siano transiti {sic) li spagnoli
in Napoli et parlili da li lanzinech, perchè bora sarà
sopra di Napoli ci farà tutto uno eflfecto, pigliar la
terra et consumare la fanlaria, come ha zereato,
che certo el sarà, senza andare a remengo in qua
et in là. Vui sapete la qualità di Napoli senza che
io la scriva, che per nulla via si po' leuere al parere
di tulli quelli hanno cognitione di la terra. Quello
sucederà darovi aviso. Mi dolle veder quelli belli
lochi esser minati da questi barbari. Ci ponemo in
ordine, che credemo Domenica che vcnirà, chp sera
a li 20 del presente, la Santità di Nostro Signore
anderà a Viterbo. Dio facia lo meglio. Per Y altra
credo sentirete cose più compile con bon efifetto.
A dì 22. Da melina, fo lettere di Verona, di \
rectori, con avisi di le cose di sopra.
Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di
20, particular, vidi lettere, qual scrive cussi. Di
novo de qui si ha pur come ho scritto, che 1 gior-
no di San Zorzi sono per cominciar a venir a la
volta di Trento li lanzinech, et per lo aviso si ha,
vogliono far uno assalto a la Chiusa qui sul vero-
nese, aziò le zatre si conducano a salvamento fin IL
Per le munitione si ha provislo, et messo in la
Chiusa domino Hercule Poeta con la sua compa-
gnia. Dicono ancora che parte calerano per il Vi-
sentin, et vogliono fermarsi a Vicenza per qual-
che di per li racolti. Queste sono le bravane che
fanno ; non però si vede ancora gente di guerra.
Da Ysprueh in qui pur li alogiamenti sono mar-
chiali ancora ; il proveditor zeneral Contarini é a
Vicenza voria el fusse di qui, perchè il Capitanio ha
la febre, et cussi suo fiol. La Illustrissima Signoria
ha scrino io fazi li 200 archibusieri per la custodia
(1) La carta 186* è bianca.
S81
MDXXVllI, APRILB.
28S
del Lago, et cosi gionto di qui il Provéditor zeneral
si fari.
Vene monsignor di Baius oralor di Pranza per
dar il possesso di V abulia di Rosazo al reverendo
olim Datario episcopo di Verona, dicendo é bon
dargela eie.
Vene V orator di Perara, solìcitando il possesso
di la caxa dove sta il Legato, et li fo risposto U si
daria perché cussi si ha di Pranza dal Re che la gè
sia data, et si zerca caxa da habitar il reverendo
Legalo altrove.
In questa malina zonse et smontò in terra ieri
sera di la sua nave sier Zuan Contarini Cazadiàvolif
vieo di Barbarie con rormenli, cuori et schiavi et
robe, si che é fato rico, el con un*altra nave É stato
fuora mesi 9 di 15. Ha vadagnato benissimo, fatto
cose assai, et Perigo Grimaldi zenoese mercadante,
qual ha compagnia con lui, farà beii. La nave soa
et la presa sono
In questa malina etìam in le do Quaraolie fo
tratato di retenir sier Prancesco Lippomano, fo
Provéditor sora i offici!. Parlò sier Zuan Dolfln
avogador extraorlinario, li rispose sier Vicenzo
Malipiero el XL Zivil in favor del Lippomano. An-
dò la parte : 36 di si, 20 di no, 9 non sinceri. Et
fu preso.
187* Di Brexa, di sier Zuan Ferro capi tanto,
di 20, manda una lettera hauta da domino
Antonio Cavriol, da Cavriol, qual dice cussi :
Magnifico et clarissimo signor mio.
L' e passato di qui uno servitore del conte Pau-
lo da Trilaco, qual vien et va a una poss ssìon del
ditto patrone che Y ha in mantuana a Guidizolo, et
inlerogato da me di le cose di sopra, me ha certi
la venula di 15 milia lanzinechi pagati, el di più de
5000 venturieri, et che di questi ne veniri ancora
più se i volesseno, perché si credeno diventar tutti
richi come hanno fallo quelli di Roma, el coA lo
credono, che gii fin bora se lieneno richi perchè li
prometteno ogni cosa in preda, et li pare haverla
già fatta. Io li dissi che li saria troncale le vie et
che haveriano altro che fare, che tanti turchi se
inviavano a la volta di Hongaria che t>isognariano
pigliar altro camino. Mi rispose che là ne har)no
notitia, et che le terre franche di Bohemia el stali
altri di Ferdinando hanno ordinalo et provisto al
bisogno, el eh* io sappia questo, che costoro non se
divertirano ad altra impresa eh* a in Italia, perchè
vieoeno con dinari ; quali son per conto di 1* Impe-
ratore, che non hanno a far le facilone di Ferdi-
nando ma le sue, et eh* io el vederò nel principio
del mexe di Mazo perché cosi é ordinato di dar i
danari et inviar le genti, et che i colonelli saranno
cinque : duca di Bransvich, Caslelalto, Marco Sitti,
conte Baplista da Lodron et conte Girardo di Arco,
el le cose si governarano per il duca di Bransvich
el Marco Sitti. Li domandai se '1 sapeva la via che
i volesseno lenir : me disse di non, ma che *l cre-
deva teneriano quella de la Scala è sopra Vincen-
tia. Io non so se sera come elo dice o no, ma quelo
che io ho tal qual l' è lo do a vostra signoria {come)
li ho dillo piò volte ; a la qual continuamente mi ari-
comando.
Sottoscritta :
Di Vostra Signoria bon servitore
Antonio Capriolo.
Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta 188
fin bore 24, et fono sopra nelar Vicenza el Verona
di cittadini suspetti et farli venir in questa terra, et
fo gran disputalion. Et tandem, preseno di eometer
al Collegio di far venir in questa terra quelli li
parerano el quando vorano.
Item, hozi fo conduti qui da Padoa per Borgese
dal Borgo contestabile deputato a Padoa il guar-
diai) del Santo di Padoa, qual é padoan di caxa di
Lazara, con 9 altri frati mandati a tuor per li Cai
di X, et fono mandali a star a li Prari, el questo
per ,
Da Vicensa, fo lettere, di sier Carlo Con-
tarini provéditor general, di 21, et di rectori
insieme. Di quanto il Capitanio zeneral con domino
Antonio di Castello hanno consultalo di fortificar
Vicenza, el voleno 3000 guastatori el darli da viver
el far un numero di fanti, siche lui Capitanio possi
star a la campagna calando inimici ; el altre parli-
cularilà ut in liiteris.
Del capitanio sfrneral duca di Urbin, da
Vicenaa, di 21. Scrive
Da Feltre, di sier Toma Lippomano, di ]g(^n
20, Kore 23, del mexe di Aprii, manda il sot-
toscritto reporto. Battista qu. Marco Antonio da
Como partite Mercore 15 di 1* instante per le parte
di sora, andele in Primier, la Zoba a Montagna, el
(1/ U ctrU 188* è bianca.
m
HDlXTm, APHUJL
984
189*
Venere a Rolsan, dove vide da fanti zerca 400 zonti
in quella bora di mezo zomo, quali furono expo-
diti chi in qua chi in li a i lozaménti, et intendete
che'l dovea di hora in hora gionger cavalli 500, et
che di sora di Ala fina a Bolzan dovea esser fanti
pagati 16 milia. Il Sabato vene a Trento, et per
strata vide nnolti careloni cargi di biave che vegniva
a Trento, et contoe su la piaza di Bolzan bote 55
di biava contade per esso, et vide venir zoso sopra
4 zatre che erano carge di botte ; una ne contò 30
bolle, r altra 16, V altre do 15 botte, che crede era
biava. Li cavalli 500 che si aspetava a Bolzan ve-
niva ditto che erano a Sboch, et a Bolzan intese
che queste gente parte doveano anJar a la volta
del lago di Como per esser reso al caslelan di Mus
et andar a Milan, et parte dovea venir con quella
vitualia a la volta di Verona, dove poi il campo di
Milan li venirla contra et se conzonzerave insieme,
dicendo che conducono tante biave che supplirà a
tutti, credendosi che come si apresentano in Italia
che tutti li dia obedientia per la vituaria portano
seco, et quelli che non venirano a la obedientia fano
conto di darli il vasto et far se rendino per forza.
Et parlando lui cum mulattieri che vieneno di Ala,
dicono che per straJa da Ala in qua non si vede
altro che soldati et vituaria assai, molte carne di
porco, 1500 boi che, dicno venir zoso, né altro si
vede che questi preparamenti, che mai pid da Impe-
rator alcuno fu fatti li simili. A Trento si masena
eum gran furia per le monitione et non per altri,
et tutti li molini da Trento et fora lavora per la
munitione, talmente che li citadini moreno di fame
che non pono masenar. Non si parla di altro che
di guerra, et credesi che subito i siano in Italia de-
bano haver ogni cosa ; ben é vero che altri dicono
che descendcno per divertir il campo di francesi,
che nel reame é ruinà ogni cosa. Ueri slete a Tren-
to dove solum è missier Francesco di Castelalto et
il conte Ginrdo di Arco, et intese che il di di San
Zorzi, over il di drio, tutte le zeute serano calate fin
a Bolzan, dove parie farà la mostra 11, parte a Ma-
ran, parte a Trento, et parte in quelli altri lochi,
perchè a Trento non voleno si fuzi la mostra pe;
sparagnar la spexa, et che la vituaria e a Trento
tutta la voleno condure da basso, et si dice conduri
parte a Milan. Fatta la mostra, subito calerano et
andarano di lougo senza retenirsi a Trento. Heri
sera siete a Lievego, et siete con uno cavalaro
da Trento qual li disse che il Caslelallo el spazava
a Venetia da li mercanti di le (erre franche cum
lettere, dicendoli che dilli mercanti per nome di le
terre franche doveano esborsar danari assai per
pagur ditte gente. In loco di gente dieno dar a lo
Imperator, li danno danari, et in Valsugana ha
scontra molte persone che vanno a Perzene a farsi
scriver per canopi.
Summario di lettere da Cassan, di sier Toma i(
Maro provedi f or generai^ di 20^ hore 22.
Lo illustre signor Gubernator si sente greve et
si parte per Brexa.
UCapilanio zeneral a li 15 scrisse lettere a lui
Provedilor molto amorevole, dicendo desidera es-
ser insieme. Manda una lettera hauta dal signor
HannibaI Fregoso.
Clarissimo signor patrono.
A questa hora ho ricevuto una del signor mio
padre, eum effeclo li dovesse dar aviso de li anda-
menti di inimici, si che per altre mie ho dato aviso
al dillo signor mio padre qual dovesse participar
eum vostra signoria, si che come li inimici che
erano intorno a Mortara si sono levati excepto tre
insegne, qual sono allogiate nel borgo di ditta Mor-
tara, parte nel borgo Lavezar parte in Santo An-
gelo et in Lumel et in quelli loci dismitrati (?) II
circumvicini, et 11 stano intertenuti et non fano cosa
alcuna. Habiamo adviso per via di Milano, come il
signor Antonio da Leva sta di hora in hora per
levarsi cum il resto di quella gente ha in Milano,
el andar a Lomelina cum animo di passar il Po et
andar a la volta di Alexandria, et forsi ancora per
dar spalle a li signori Adorni aciò meglio faciaoo
lo eflTecto suo, et al creder mio penso che avanti
passino Po polriano attentar di pigliar Vigevene et
Mortara et non lassarse retro le spalle. Et per po-
ter meglio assigurar le sue vituarie, questa note
passata ho mandalo alcuni mei compagni verso
Milano per certi botini ; daremo adviso a vostra si-
gnoria Heri el Birago dette una stretta a la com-
pagnia di Piero Georgio da Cere apresso Sealdasol,
et si dice ancora lui é preso ; pur non lo ha verno
per certo. Non altro, salvo che a vostra signoria
me ricomando.
A Pavia, 19 di Aprii 1528.
Postscripta, Io aricordo a vostra signorìa, che
voglia mandar el pagamento di la compagnia del
Cluson perché in verità. si sia eum grandissima
speia et bisogna comprar il sole, et uou veneodo
m
MDXXYin» Apanj.
m
di curio li danari, mi dubito non venga a cascar
qualche disordine per la penuria del vivere.
Sottoscritta :
Di Vostra Signoria servitor
HaNNIB^L FR£00S0.
191') Ccpia di una ietterà di sier Zuan Antonio da
ehà Taiapiera eapitanio di Vicenea^ di Jil
Aprii 1528, a hore 3 di note.
Herl il signor Duca volse saper tutte le opinioni
de li inzegneri, et perchè fu pronnosso che lo iùuto
di le aque saria il principal a questa forliGcation,
$04 Efcelleniia deliberò si facesse la livellalioncs et
cosi fu dato il carico a roissier Antonio da Castello
insieme con li inzegneri, qual fece la livellatione.
£l poi questa malina introdutto a la presentia del
signor Duca, ove eramo nui rectori et il clarissimo
proveditor Contarini et li inzegneri, referite, che
facendo dui sostegni uno ai Reiron, 1* altro ili Ba-
ehion, abgaria atorno la citli, removendo però
certo teraio fatto per la cavation di la fossa ordinò
gii il qu. signor Bortolomio Alviano, con far però
una fossa in dui pezi di pertege 300, et inundando
le fosse vechie. Ditta questa relatione, et haveodo
ogniuno parlato sopra il suo parer, mostrai quel
disegno che ho mandato de li ; il qual visto et exa-
minato da Sua Excellentia, gli ha aparso sia molto
al proposito et lo ha summaroente comendato per
il preseotaneo bisognoi cometendo cife si procedi
secondo quello. Il ditto missier Antonio da Castello
ancor lui è intrato in tal opinion. Ma perchè lo ef-
feeto rizerca provisiooe di 3000 guastatori almeno
et bisogna provederli del viver perché de qui Don
lièinodo de substeDlarli, habbiamo scritto a la
Illustrissima Signoria si degni proveder et di qual-
che danaro, perchè senza non si può far, etiam a
mandarci qualche numero di fanti per possersene
servir, oUra a la defensione di la città, per eseguir
quanto farà bisogno, et solicitar la fortificaliooe, et
habiamo scritto io nome di nui rectori et Provedi-
tor. Lo illustrissimo signor Duca dimane partirà
per Verona con ditto clarissimo Proveditor. Per di
qui non si fa provisione di custodia di fanti, et se
inimici calaseno, iudico li andariuno incontra con
le ebiave, k) farò quello potrò dal canto mio, né
191* mancherò di ponto; ma io solo non mi basta lo
animo difender una città. L'opinion del Duca è
il) U euta tfO* è Uaaoa.
che questa terra si fortifichi per esser importan*
tissima. Se daranno il modo del viver, si lavorara,
ne li bisogna perder ponto di tempo a questo
effecto; pur basti. In questa città il tutto è sotto-
sopra adeo tutti fuzeno, et se non vien provisto
moriremo da fame. Io non posso suplir a tanto.
Hozi ho comenzato a incantar le boiege di la co-
munità et de li beni de li exalori ; ma credo con
dificulti si troverà compratori per questi moli.
Questi sono duri, né curano a far provisione al«
cuna si di le colte vechie come del restante di
r imprestedo, et li debitori sono per zerca ducati
3000. Hozi bo mandato li cavalieri atomo; pur
qualche uno ha portato qualche ducato.
Di sopra non li é altro Ano beri, né è zonli
fanti a Trento né cavalli alcuni. Ben seguitano il
masenar, ma iudicasi per il lago di Como anda-
rono fanti expediti et si unirano con quelli di Mi-
lan, et venirano poi di qui per vituarie et far
quello li parerano.
A ài 23 y fo San Zorai. In questa terra, né 192
senta li uffici! né i banchi; ma si lavora per la
terra.
Da Verona, di rectori, di 22, hore ... fo
lettere. Con avisi hauti di sopra di barche 33 bu-
tade in V Adexe et poste do vicine una a V altra
da far ponti suso, et preparation si fa li a Trento,
et metter farine in le botte eie ut in litteris. -
Di Cadore, di sier Filippo Saìamon capi-
tanto, di 2L Come passano H apresso gran quaif-
tità di zerite le qual vanno t Bolzan et Trento,
et dicono venir in Italia a vestirsi. Ha mandato
uno suo per saper. Et avisarà il suo riporta
Da Breza, di sier Zuan Ferro oapitanio,
di 21. Come il signor Janus di Campo Freguso
govemator nostro vien de li indisposto, et é zonlo
a .... né altro hanno di novo.
Vene Torator dì Hantoa per certa Irata voi
di bestiame voi far venir di Allemagna et passar
per le terre nostre.
Da poi disnar fo Pregadi» el vene queste let-
tere:
Da Trani, di sier Veior Soranfo prone-
ditor, di 13. Come, per tutta la Puiv la Signoria
nostra é adorata, et che zerca hav«r formenti de
Q et mandarli in questa terre, olirà quello ha man-
dato, et orzi, et ohe spera haveroe da 40iK> stera
et li manderà ; ma bisogna vadi con destreza, per-
ebé li comisaarìi di Lulrech ha poeto 7 ducali di
Irata per caro, Item^ ha trova 140 miaia di oio
SKT
liÙXXyOI, APRlIiE.
588
spetante al signor. Tien sia di la Si$(noria et vo-
lendo li manderà. Item^ zonla l' armada, (u(ta la
Pula si render «à.
Di sier Piero Landò capitanio general da
mary da Caxopo, di 9. Come a di 6 vene lì con
r armala galle 20, et per il tempo é stalo li, ma
per esser acquietato, partirà la notte per Puia.
Non ha hauto ancora li danari, etc. Scrive zerca
lettere li ha mandato li Avogadori, che *1 mandi
il processo fato conlra sier Alexandre Donado
privato per lui di Soracomilo quando Fo in Sicilia ;
cosa che non si può far a li Zenerali, né a do-
mino Benedelo da chà da Pesaro, qua! fece.
I9'2« Da Fiorenza^ del Surian orator, di 18 et
19. Scrive coloquii hauti con quelli Signori, quali
dubitano di questa venuta di lanzinech in Italia,
che non vengino in Toschana, unde hanno ter-
minato meler in ordine certe ordinanze et zente,
aziò in ogni caso si possino defendcr. Item^ scri-
ve, per quelle di 19, monsignor di Villi el qual
é orator del re Christianissimo de lì, haverli co-
municato haver aviso da Orvieto di 15, che'l no-
stro exerclto di la liga vicino a Napoli era stato
a le man con iiiimicì, morti 2000 di loro, et di
nostri da zerca 800. Scrive, quelli Signori haverli
ditto, che questi lanzinech, per aviso hanno da
Orvieto, il Papa li fa venir in Italia per farli pas-
sar in Toschana et mutar stato in Fiorenza pro-
^ mettendoli darli danari, perchè non pensa in altro
che a rimeter Medici in Fiorenza.
^ Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio^ ài 22, Kore .... Con avisi
di le cose di sopra ; la copia sarà qui avanti scritta.
Et poi al tardi, vene, del ditto, un' altra let-
tera, di 23. Con avisi. La copia, sarà scritta qui
avanti. ^
Da poi letto le lettere, fu posto per li Con-
sieri, cum 8it che a papa Lion fosse renoncià il ca-
nouichà di Padoa et la capella di Santa Maria
di per il reverendo domino Chrisloforo
Marzelio arziepiscopo di Corfù a suo nepote do-
mino Antonio Marzelio, con regresso però come
apar ne le bolle fatte del 1523 a di 26 Novcm-
brìo ; il qual domino Chrisloforo essendo morto,
el fatto il processo per il reverendo domino epi-
scopo Haliense del subseculorial ut in parte, per
tanto al dillo domino Antonio Marzelio di sier Hi-
roninio li sia dato il possesso del canonichà di
Padoa el capella di Sanla Maria di et
scrino a li reclori di Padoa gè lo dagi, ut in
parte. Ave: 123^ 3, 14.
Summario di lettere da Vicenza, di sier Zuan 193
Antonio da chà Taiapiera capitanio, di
22 Aprii, hore 3 di notte.
Vi dinoto, hozi haver habuto spia, partite Sa- .
bado da sera da Trento, el perchè non osano ve-
nir cussi a la distesa per le guardie si fa a li passi,
riporta la preparntione di inimici continuar, el che
a Perzene ha vi^to descriver fanti et ponerli so-
pra le hoslarie a far le spc.x ? fino al dì di la mo-
stra che debbe esser Venere. El driedo I* Adexe
verso Bolzan enno cavalli, quali non conducevano
a Trento per non consumar le viluarie, el con-
ferma tutti li altri reporti de la sorte di munition.
In questa hora, che son 3 di note, mi è zonlo uou
mio fidato et veridico, qual sempre mi ha ripor-
tato il vero, partito beri matina da Trento. Dice
haver visto gitade io aqua da barche 40 con le-
gnami da ponti et scale sopra, con le cilele in zima
in cavo a le scale. Item, in Trento non vi esser
fanti, ma a Perzene esser il conte Paulo da Tri-
lago qual levava li fanti descrilti. Item^ haver
visto darli raynes mczo per uno per condurli a
uno loco chiamalo Tremen, niia 20 lontano da
Trento verso Bolzan, dove è uno piano bello per
far la mostra el zorno di San Zorzi, et darano la
paga zeneral a tutto el campo per aviario dove
parerano. Item, dice, tra Venere et Sabato se
dieno adunar in ditto campo li fanti del conia di
Tirol et altri fanti expetavano da le parte di so-
pra, el li cavalli doveano venir verso Trento per
haver soli preparatosi il strame come io aloza-
mento. Item, el signor Francesco Castelallo esser
fatto capitanio sopra li fanti del conta di Tiruol.
Ben dicono voler prender la Chiusa ; ma questo è
impeto loro.
Scrive esso Capilanio : dubilomi forte de qui
non sia robata questa cita, perché tutti fuzeoo, el
son nudo senza presidio si de fanti come di cia-
scaduoa altra cosa, et più so che sentendo questi moli
ninno mi ubidirà né si potrà far provisione. Vede
questi credeno mantcnir città con parole, et calan-
do in queste parie vederano come si potrà con-
servar città senza zetite. Ho una vita el quella non
sparagnerò, come ho fatto sempre in ogni ocorren-
tia. il signor duca di Urbino hozi si è parlilo et ha 193*
dato ordine si exequisca; el che, senza aiuto [neppurfj
di biava da dar a manzar a li guastadori, mal si pò
né principiar el meno finir. Et quanto li ho dimo-
stralo per il mio disegno tutto ha laudalo molto,
w
VBtVìm, APRtLE.
S90
/
el hami dillo nel suo parlir : < fate voi, perchè cono-
sco non nirincarete al bisogno. Desidero inleniier
U resoludon di la Illustrissinr)a Signoria et V ordine
ìì piacerà, et se non se dimostrerà con qualche
opera el presidio di fanti di voler conservar quo-
$Uf polrà inlravenir quello che poi si slenliria con
uno mar di oro a ritornar nel esser Té al presente, n
m
Copia di lettera del ditto di 23, hore IL
A questa bora è gionto uno messo, qual riporta
haver visto Marti proximo a mezo zorno in PAdese
a Trento barche zerca 50 in ordine, con li legnami
da pònti sopra; et per alcuni venuti da Perzene ha-
ver inleso, come si dava mezo raines per cadauno
de li Tanti descriti per adunarli ; et haver visto an-
dar alcuni di questo terilorio, de quali dice non
saper il nome, ma solum conoscerli per vista, per
locar danari. Ilem, haver visto dui capi di cavalli
che erano venuti per tuor li alozamenti per li ca-
valli bOO si aspetavano da Yspruch ; et sogionge,
che uno missier Antonio Tesin dolor suo an)icissi-
mo, che é uno dei Consieri di Trento, li ha ditto,
oemici esser per discender a danni di la Signoria
nostra, et che ad expugnar terre non iudica se
mellerano, salvo se non se ponesseno a questa citi
per esser la più debole, et questo islesso haver in*
teso anche da altri. Di valuta di biave dimandatoli,
dice valer el Tormento carantani 40 el suo staro,
che saria lire 12 el staro venetiano, et esserne qual-
che penariH. Di zatre, dice non haver visto per esser
stalo solum uno giorno de 11. Scrive, io mi atrovo
di qui senza presìdio alcuno ; suplica di gratia, pa-
rendo bisogno di conservar questa cita provedi al
bisogno, perché lui non mancherà di tutto quel li
sera possibile eie.
194 Fu posto, per li Sa vii del Conseio el terra ferma,
una lettera al serenissimo re di Anglia, et in confor-
iTìilà al cardinal Eboracense e al Venier oralor nostro
in Anglia, in risposta di la lettera ne ha scritto ditto
Cardinal che vogliamo restituir al Papa Ravena et
Zervia, et se li risponde che {per) la observai»lia di
qiieslo Slado haula sempre verso il qu. Serenìssimo
suo padre et Sua Maestà, qual é protetor di la liga
nostra, la dia saper che nui lolessemo queste terre
convolunlà di P oralor del re Christianissimo et
del suo oralor Caxalio, aziò non capitasse in man
di cesarei, et con spexa V havemo tenute, et se me-
raveiemo di questa richiesta del Papa che, adesso
che semo in ardente guerra, ne domandi queste
Piarii di M. Sawuto, - T^m. IlVIL
terre ; che si doverla atender a far eie, per liberar
Italia ; però Soa Maestà sarà contenta acquietar il
Papa per adesso, in retiquiis TOrator nostro sup-
plirà. Al qual Oralor si scrive li parli eie. Fu presa.
Fu posto una lettera alPOrator nostro in Franza,
persuadendolo quella Maestà attender alle cose de
Italia perché in questo consiste la vittoria conira
r Imperalor el farlo venir alle pace, comemorando
a Soa Maestà molte cose eie. Item, se li manda
quanto é sta scritto in Anglia zerca Ravena et Zer-
via, et la copia di la lettera ne scrisse il Cardinal,
pregando Soa Maestà vogli far bon officio in Anglia
per non esser tempo di parlar di lai cosse. Item, si
continua a exortar Soa Maestà a mandar forze in
Italia, perchè in questo aquisto del reame dipende
ogni ben de V impresa. Fu presa.
Fu posto, per li ditti, una lettera a monsignor
di Lautrech laudando le operation di sua excellen-
lia, exorlandolo a perseverar et scriverli quanto é
sta ordinalo al Gapitanio zeneral fazi con l' armata
come soa excellentia vorà, el che in la celerilà con-
siste, aziò non li venisse socorso ; con altre parole,
ut in litteris.
Fu posto, una lettera a sier Alvise Pixani prò-
curalor proveditor zeneral, et sier Piero da chà da
Pexaro procurator oralor a Lulrech, in conformità
parli a monsignor di Lulrech etc. Ei fu presa.
Fu posto, per li Savii, etiam li Savii ai ordeni,
una lettera al Gapitanio zeneral da mar, come semo
certi al ricever di queste sarà zonlo in Pula eoa
r armata.
Et perchè poìria esser che monsignor di Lu« 194*
Irech volesse V andasse overo a Napoli in Sicilia,
per tanto con Senato li dicemo vadi con 16 galle,
lassando in Golpho sier Agustin da Mula provedi-
tor con il resto di le galle per custodia del Golfo.
Fu presa.
Fu posto, per li Savii, che per conservation di
la città nostra di Vicenza sia scritto a domino Zuau
di Naido capilanio di cavalli lizieri.qual è a Ravena,
debbi subilo venir con la sua compagnia a Vicenza,
el corr 500 fanti quali li debbi far sotto quelli capi
li parerà a lui ; et aziò per farli el non demori, che
subilo lui si parli con la compagnia et vengi a Vi-
cenzii, lassando il iarc^i fanti a chi li par, quah lo
vengano a trovar a Vicenza. Fu presa.
Fu posto, per li Savii, che pubi ice sia procla-
malo per le terre et lochi nostri da terra, che tulli
li subditi nostri quali sono setto altri et sia chi es-
ser si voia a stipendio, exceplo quelli di la lega,
debano fra termine di zorni 1 5 ritornar a casa
19
S91
HDIXVm, APfiUJB.
292
sodo pena dì conGscatioo di iMì i loro beni, et di
perpetuo exilio di terre et lochi nostri, et de eoe-
iero niun subdilo debbi andar ut in parte. Ave :
185, 5, ì:
Et nota. Fu fatto questo per il conte Brunoro di
Ganìbara qual è a Milan con cesarei et altri, etiam
molti di Valsabia et altre valli, che vanno tuor da-
nari da todeschi.
Fu posto, per li Savii tutti, che andando 5 nave
in Levante Tra 3 zorni, et intendendo che ne Taque
di Caomalio é per venir 30 fuste di B'^rbaria, per
tanto sia preso che ditte navi vadino unite fin lì, et
sia Capilanio di quelle sier Hironimo Querini qual
va su ditte nave retor a la Cania, ut in parte. Fu
presa. Ave: 156, 5, 0.
Et licentialo Pregadi a bore 23, restò Conscio di
X con la Zonta, et fono in materia di danari, et
nulla fu fatto
In queslo Pregadi, fo chiama 10 zentilhomeni
cavalieri, dottori et altri di Pregadi, et comessoli
per il Serenissimo, atcnto il cardinal Trane, qual
sta a Muran, si voi partir per andar a Orvieto dal
Papa, però lo vadino a visitar per nome di la Si-
gnoria, scusando Soa Serenità non poter venir da
Soa Signoria reverendissima per convenir diman
andar in cbiesia a vespero insta il solito, vigilia di
San Mafco. EX volendosi partir da matiua, questa
sera vadino a Muran in chà Gueruzi a far tal oOlio.
195 A di 2i. La matiua. Vene in Collegio monsi-
gnor di Baius orator del re Christianissimo.
Introno il Cai di X et steteno assai in Collegio a
consultar in materia di trovar danari, et ordinaron
far Conscio di X con la Zonta bozi da poi vesporo.
Da Udene, di sier Zuan Basadona el do-
tar, locotenente di la Patria, di 20. Manda uno
riporto di uno suo explorator, Nicolò da Venzon.
Partito a li 10 del passato per llongaria et bozi ri-
tornato referisse, come a li ^G Marzo gionse in
Vienna dove stete giorni 3, et de li partito andò a
Posonia in barca per il fiume Danubio lonlan da
Viena miglia GO laliane, dove etiam stele 3 giorni,
et ritornò a Vienna in caretta ; et stato li fino a li 9
de r instante, poi s' é partito et ritornato de qui. In
Viena, a li '26 del dillo vide partir el principe Fer-
dinando eum circa cavalli 300, lutti homeui da
conto, per andar a Praga in Bohemia a sedar certe
discordie di beresie, et come alcuni dicevano etiam
per far gente. Et da Praga poi si dovea partir per
andar ad una terra franca ne la alta Allemagna,
Rangspurch in lingua todescha chiamata, el in lin-
pua taliaoa Ralisbona, dove si diceva dover;»! re-
dur tutti li signori de la Allemagna el di le terre
franche ad far una dieta fino a Pasqua de Uazo.
La Regina etiam da Viena era partita, et la Dome-
nica di le Palme si dovea ritrovar a Cremas loco
sopra Viena miglia 60 tuliani per andar poi a Rati-
spona, et lui la vide partir da Viena in barca per
il fiume Danubio cum poca compagnia. Referisse
etiam, come le» genti d' arme del principe Ferdi-
nando sono ritornate a casa, et lui ne ha viste in
parte partir da Viena et venir a li sui castelli. Dice
che Buda si tien per nome del Principe, é la custo-
dia de la qual li sono 4 bandiere di lanzinechi ; et
che in ditto loco di Buda, Slrigonia, Posonia, et
altri loci di THongaria li sono restali da 1500 ca-
valli lutti hongari per nome di esso Principe, lu
Slrigonia li sono da 700 Itoemi, el lo Vayvoda se
ritrova in Transylvania cum poca gente, qual ogni
altro zorno stracorre fino apresso Buda. In quelle
parte de Vienna el Posonia se divulgava, a Belgrado
esser gionli gran numero de turchi et todeschi. Di-
cono che la Serenissima Signoria é fradellala cum
il Signor turco, el lei esser quella che li fa venir a
li loro danni. Referisse etiam, nel ritorno suo ha-
ver visto condur da Jurimburch a Villacho grande
quantità di biave.
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor
general, di 22. Come li inimici sono levali da
Morlara come scrisse, et si aproximava al Po per
cegnar di andar verso Alexandria, et é slato adver-
tito il signor duca di Milano di queslo. El qual scri-
ve esser ben fornita, el etiam ranno di là per fa-
vorir li Adorni, perché la città di Zenoa si ha fallo
intender volerse rczer a populo, el li capitani di la
guardia sono rctirati in roca el castello insienie
eum il gubernator. Scrivo, domino Paulo Luzasco
et il Castro hozi sono cavalcali verso Milano. Quello
sucederà aviserà.
Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago^ di
21, da Verona, vidi lettere. Lauda il mandar li
8 zentilhomeni a Verona, perchè si vede ogoi di
che si va certificando inimici voieno ealar, et gii a
Maran sono da 4000 fanti et cavalli, el il conte Ci-
rardo di Arco si dia partir per andarli incontra, et
tuttavia si prepara le monitione et si lavora. Io,
zonto sarà qui il clarissimo Proveditor zeneral Con-
tarini, comenzerò ad metter ad ordine li ^00 ar-
chibusieri per il Lago, et poi monterò su la fusta,
et spero se intenderà quello farò con bonor di la
Illustrissima Signoria. Il magnifico Capitanio et suo
Qol e pur in letto.
Del Hitto, date a dì 22. Come boxi qui m
m
VDXXVm, APRILE.
99i
aspeta lo illustre signor Duca et il magniflco Pro-
vetiilor, et gionli si consulterà quid agendum. Lau*
iè la election di 8 gentilbomeni, perché in verità in
questa terra i bisogna. Di le parie di sopra si ha
quel che di continuo ho scritto, che sono per calar
et si moverano a San Zorzi per venir a la volta di
Trento.
Di reetori di Verona, di 22, Con avisi ut
supra.
196 Copia Utterarum ex Tulmetio.
Spetlabiii signori.
In Bolieniìa (?) (rovandome a una finestra di la
cusina di sier Bolchon Lesacar che responde in la
$tua in la qual erano a visitar sier Bolchon, che
iaeeva in letto, Piero de Somp, Lac D?gan, Pravil
Mudar, et Bolchon Smirisolil et lo pollar (?) de Tra-
barchet uno messo di Lonz, eh* era vegnuti da
Lonz, che sier Bolchon L^sachar andasse a partir
certa roba dì una sua sorella morta a Lonz, et uno
fameio del ditto Bolchon f..esachnr eh* era vegnuto
da de li, quali a parlamento dicevano che 1 va
muKitudine di soldati a Enspruch et a Prexin over
Preseoon, et a Trento a tuor soldo, et che 3 done
di essi soldati et dui soldati erano morti per fredo
Zobia sera passata, et che per apresso Lodrao et per
Zeglia coreno assai soldati a tor soldo, et parte mi
gè ne ho visti andar 50 in pid volte, et menano
tifava assai per vituaria ; et dice che la mazor parte
de ditti soMati vano de oltra II tutti suso, et che
noviter in la dieta è sti presa parte che olirà 14
milia che doveano esser in campo si die ingrossar
etiam 1 1 mitia Bno a la summa di 95 milia, o forse
pili, quali deno andar a la volta di Verona o Milan.
I quali a li ^ di de Mazo dìeno esser in ordinanza
eum artellaria et tutto quello fari de bisogno per
uno campo ordinato a ditta volta. Et se più sentirò,
subito darò aviso a le spetabililà vostre, a le qual
sempre mi ricomando.
Data a dì 21 Aprile 1528, in lo tnerchà
de Muda.
Il vostro fldelissimo
ÀuoosTiN qu. sier Polo Zoto de Paluza.
A tergo : Magnifica et vi.:ilanlìssima comunità
et conseio di Tulmezo magiori et quanto padri sem-
pre honoratissimi.
196* Leonardo de Torri de Rivo mandato a la volta
de Lonz per spia, referite a di 33 Aprile 1538, come
lui é passato a la volta de Lonz et più oltra da 15
megliari, per li quali logi ha visto passar in più
schiere soldati a pie circa 300, et in qualunque . . .
de 35 si hanno uno a cavallo ; li quali armati cum
schiopetti, lanzoni et alabarde assai ben vestiti, et
si ha sentito dir che se die (ar et conzonzer a la
volta di Verona uno campo de numero 3500 et più
in breve, et che lo Archiduca si ha hauto lettere del
re de Spagna suo fratello de suspender la impresa
de Hongaria, et ricorrer con ditte zcnte a la volta
preditta di Verona over Milan. Et più disse haver a
quelle volte viste condur per vituaria del campo
gran numero di biave, le quale, come referile, le
Fano masenar di et notte a la volta di Trento per
quanto lui intese. Item, ancora a quelle bande lui
vide passar da circa 300 ho da carne, li quali se
diseva condurle per la munitione de ditto campo.
Et ita reffert, ex relatis, speetabilis co-
munitas Tulmetii.
Da Caodistria, di sier Piero Morexini pò*
desta et capitanio, di .... Con avisi bauli che
a Trieste erano zonti 400 cavalli.
Fo parlato in Collegio di hr venir in Istria et in
Friul li 300 cavalli de stratioti sono in Daimatla.
Fo ditto questa mattina, es3er verificata la nova
si bave da Fiorenza, et è per una lettera di Or-,
vieto, di 17, partieular, et dicono fono a le man
volendo nostri prender certo monte, et di spagnoli
è sta morto alcuni capi. Ira li qual el marchese
del Guasto. Tamen tale zanza io non la erodo.
È da saper. Li formenti calano, vai lire 1 1 soldi
10 il slaro, et si dice sier Zuan Contarini Cagadia-
voli ha venduto stara 3000 portati con la nave
di Barbarla, et li danari li tocha Ferigo Grimaldo
zenoese con il qual ha compagnia eie.
El qual sier Zuan Contarini, volendo il Collegio
armarlo et mandar Proveditor in armada, et beri
b parie fatta notar per li Savi ai ordeni in Collegio
fo leta ; el qual però non voria armar et offeriva
prestar ducati 500 per anni et si facesse
uno altro, et poi lui armerìa. Quel sarà, scriverò.
In questa terra sono assaissimi villani perle
strade che moreno di fame, oltra quelli sono in li 4
hospedali de li qual ne mor assai ; adeo in barche
grosse vien mandali a sepeiir a San Job, San Jere-
mia, et non ne pono più star, et dubito non fazino
venir il morbo qui.
A San Nicolò é morti do puti da peste presa
I da uno Marco Scarpa, overo Sepa, venuto dà Ghio-
197
295
tfOZXVUI, APBILE.
996
za, dove si muor, da atia soa sorella et li ha apizà
il morbo.
Da poi disDar, per esser vizilia di San Marco, il
Serenissimo vene in chiesia a vespcro con le ceri-
monie ducal, vesli^o di rcslagno d* oro, con li ora-
tori Papa, Pranza, Anglia, Milan, Fiorenza, Perara
et Mantoa, il Primocerio et lo episcopo di Baffo.
Portò la spada sier Zuan Bulisla Grirauni va pode-
stà a Chioza per danari, vestito di ... . Suo com-
pagno sier Polu Loredan qu. sier .\lvise, vestito di
.... Po solum sier Jacomo Soranzo procurator ;
non fu alcun Censor, et invitali ul pasto, computa
questo Podestà di Chioza et il conìpagno, 20 sola-
mente, r ultimo di qunl fo sier Marco Contariiii
qu. sier Zacaria el cavulier.
197* Da poi vesparo se reduse Conscio di X con la
ZoDta, et steleno fino bore una di note.
Pu preso, tuor ducali 100 milia del dazio del
vin deputalo a la Camera d'impreslidi non obstan-
le altra parte in contrario, comenzando da Septem-
brìo proximo in là, et il Collegio babbi libertà di
trovar di haver .danari, con la restitution di ditti
ducati 100 milia ut in parte.
Item, preseno tuor 10 milia ducati del Monte
vecbio, di quelli è deputadi a la fraocation del Mon-
te nuovo.
Item^ preseno una gratia, che in luogo di sier
Marin Capello qu. sier Batista, qual veniva in Pre*
gadi per ducati .... debbi venir sier Marco An-
tonio da Leze qu. sier Francesco, con tutti li modi
et titolo veniva il qu. sier Marin Capello.
Item^ preseno una gratia, che in luogo di sier
Stephano Querini qu. sier Piero, qual non voi più
venir in Pregadi, intri ut supra sier Alvise Bra-
gadin di sier Andrea.
Item^ preseno una grafia, che sier Hironimo di
Prioli qu sier Lorenzo da san Jacomo di V Orio
eleto per danari Podestà a Bergamo et dovea an-
dar z)i . . . . mexi el non voi andar al presente, et
voi prestar ducati 200 a scontar per ogni angaria
sì melerà ducati 16, el li sia concesso cheM sia
electo Podestà a Bergamo, qual vadi di presente ; el
perché sier Marco Morexini el dolor rimase il se-
condo per danari, ex nunc conlenta di andar poi
Podestà a Bergamo in loco di sier Marco Morexini
sopradilto.
Item, fu posto et preso, che de coetero non si
possi per questo Conseio far piti tal gralie di quelli
sono rimasti nel nostro Mazor Conseio, sotto pena
a chi metterà etc.
Item, preseno di mandar Andrea Rosso secre-
tano in Franca, qual vadi a stafeta a Paris dal Chri-
slianissimo re, a solicitar li pressidii per Italia, et
I
Item, fu posto, una gratia di sier Agustin Nani
di sier Polo, vadi in Pregadi in loco di sier Mar-
chiò Michiel avogador exlraordinario, il qual prestò
ducati .... et za fo ballutata et pende,, et cussi
hozi ballotata non fu presa.
A ài 25, fo San Marco. La malina piovete j^g
alquanto et poi tutto il zoruo. Il Serenissimo vene
in chiesia con vesta di restagno d* oro et manto di
raxo cremesin, con il bavero di varo, con li oratori
Papa, Pranza, Anglia, Milan, Fiorenza, Ferrara et
Mantoa, il primocerio Barbarigo et il Pexaro ve-
scovo di Baffo. Portò la spada sier Christofsil Ca-
pello va capitanio a Brexa vestito di veludo creme-
xin . . . . el suo compagno sier Stefano Tiepolo
vestito damaschin negro. Poi li Consieri, Cai di XL,
Avogadori, Od di X, sier Ferigo Renier censor solo,
per esser sier Daniel Moro suo collega amaialo za
pili zorni. Et soìum 26 altri deputadi et invidati al
pranso, Tultimo di qual fo sier Marco Contarini qu.
sier Zacaria el cavalier. Et passado le Scuole, si levò
el andò suso adeo le 4 arte che suo' venir a oferìr
li torzi a la chiesia sempre essendo il Serenissimo
in pergolo, veneno da poi partito di chiesia, che piò
non é seguilo questo. El al pasto seguite che sier
Andrea Bragadin qu. sier Alvise procurator li vene
certo acidente, adeo si levò di tavola, fo mena in una
camera el non fo altro, il pasto «fato in sala di palazo.
In questo mezo, li Savi si reduseno in Collegio a
lezer lettere.
Da Verona, fono lettere di 23, di sier Car-
lo Contarini proveditor generai Colloqui hauti
col Capitanio zeneral, et avisi di le cose de sopra,
che a Trento za comenzano a venir zente eie.
Et il Capitanio zeneral etiam scrisse lui veder
te cose mal in ordine, non esser fanti né provision,
et se provedi.
Noto. In questa note, morite Tuzo Sandeli aten-
deva a la porla del Collegio, qual ha di salano in
tutto ducati .... a r oGcio .... oltra le altre
utilità Et etiam in questa note morite uno sugi ca-
rissimo compagno, pre' Francesco da san lelixe, \
quali più volle tanfaruzavano insieme.
Da poi disnar, poi el pranso, se reduse el Sere-
nissimo, Consieri, Savi con li Cai di X fin bore 23.
Da Bassan, fo lettere del Podestà et ca-
pitanio, con avisi di le cose di sopra ut in litie-
ris, in consonanza di le altre.
287
MDXXVUIi APRILE.
S98
198* A iì 26. La matina, piovete. Fo ledere di le
poste.
Da Verona^ di sier Carlo Centanni prò-
vediior general, di 24. Con uno reporlo di le
eose di sopra mollo copioso, sicome dirò di sotto
difusameote.
Di sier Toma Donado provediior a Cividal
di Friul- Con aviso hauto, che in Lubiana è fatto
la monstra di 800 cavalli et 1500 fanti, si dice per
le cose de turchi.
Vene sier Marco Foscari va prpveditor a Brexa
el qual si parte doman, et
Fo dito una nova, esser lettere nel cardinal di
Trano, qual e partito de qui per Orvieto, ma V ha
haute domino Anzolo del Bufalo é reslato qui per
acompagnar la madre et sorella verso Roma, et
par babbi aviso che il campo de la liga babi com-
baluto con li cesarei ne V aquislar de uno monte,
el che prima il signor Horalio Baion con li soi fanti
fono rotti da li cesarei, et poi sopravene Piero Na-
varo con la sua banda el rupe cesarei, morto el
marchese del Guasto, el obteneno el monte.
Tamen non si veiie le lettere.
Da poi disnar fo Gran Conscio, non fu il Se-
renissimo.
Fa Tutto eletion di Podestà a Bergamo iusta la
parte presa nel Conscio di X con la Zonta, et sia
tenuto partir in termine di uno niexe, et rimase
sier Antonio Surian dolor et cavalier, fo podestà a
Brexa, che sitr Àgustin suo fradelo el tolse.
Item, Avogador di Comun, in luogo di sier Al-
vise Bon el dolor, a cui Dio perdoni, sier Piero
Boldù fo podestà et capitanìo a Crema, di 15 balole
in scurtinio da sier Marco Loredan fo avogador, et
in Gran Conscio, di 10, da sier Ferigo Renier fo avo-
gador : el qual (o chiamato a la Signoria a iulrar et
zurar.
Item, fo fato altre 5 voxe.
Fu posto in questo Conscio, per ì Consieri et
Capi di XL una parte, di risarvar a risponder a
sier Antonio Surian dolor et cavalier rimasto po-
destà a Bergamo, qual é Orator nostro a Fiorenza
senza alcun salario, 3 zorni da poi sarà zonto in
questa (erra, et sia eleto Domenega proxiina uno
altro Podestà a Ikrgamo qual si parli fra un mcxe.
Et ditta parte non fu mandala perchè li Cai di
X la suspeseno, atento non si poi riservar la pode-
staria predetta si non da poi sier Marco Morexini
dolor et sier Hironimo di Prioli, in loco del qual
hozi è sta electo insta la parte presa nel Conscio
di X con la Zonta ; si che non fu mandata.
Fu posto, per li Consieri et Cai di XL, fo electo 199
per il Conscio di Pregadi il nobel homo sier Filippo
Corner qu. sier Hironimo uno di nobeli ad andar
a le porte di la cita nostra dì Verona ; el perchè
non è conveniente che *1 ditto, qual é pronto ad an-
dar a li servici de la Signoria nostra domenle non
perdi il loco de la Quarantia Civil nova, aziò ale-
gramente et con mior animo el vadi :
L' anderà parte, che per autorità di questo Con-
scio, al ditto sier Filippo Corner li sia reservà il
ditto loco di la Quarantia Civil nova Ano al suo
ritorno di servici nostri di Verona in questa città,
non corendoli tamen per il tempo che 1 starà
fuora alcun salario di la ditta Quarantia, come é
conveniente. Fu presa. Ave : 780, 445, 48.
Da poi Conscio, la Signi»ria con li Cai di X se
redui^eno in Collegio con li Savii, et vene etiam el
Serenissimo per consultar la materia di danari per
li 100 milia ducali tolti del dazio del vin, a farli ve-
nir in danari.
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà
et eapitanio, di 25, Con avisi di le cose di sopra,
et di zente zonte a Trento, el in consonantia di quel
si ha auto da Verona.
Di Cadore, di sier Filippo Salomon capi-
tanio, di 24. Come a di 19 avisoe et bora, essendo
venuta una sua spia da Bernic, la qual dice .et con-
ferma di la grande adunazion di zente vanno verso
Trento, el hozi se dia far la mostra in molli lochi,
et per quanto li ha ditto ditta spia hanno locbato
carantani 30 per uno fin dove si farà la mostra, el
poi li darà la sua paga.
Etiam ha ditto come a Trento si aparechiava
molle Zaire et zatroli a che fin non se inlende, et
questa r ha per bocha de alcuni lodeschi suo amici, 199^
et etiam a questi conlini sono relenule gente assai
che non passano più avanti. Scrive, dubitar non vo-
glino far qualciie arsalto a Cadore, perché in quella
forleza non vi è provisiou alcuna, el esser mal in
ordine di tulle cose ; si che prega Idio che lo aiuti.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio^ di heri. Vene lettere dri-
zale a li Cai di X, nescio quid.
A dì 27. Ia malina, fo lettere di campOy da
Cassan, di sier Toma Moro proveditor gene-
ral, di 24. Il sumario dirò di sotto.
Vene V orator di Anglia, dicendo
Vene Michiel Gosmaier capitanio de lanzinech,
provisionalo nostro sta a Padoa, perchè *l vene dal
campo de Toschana dove bavia la sua compagnia,
999
MDXXVIII, APRILE.
300
et sta in Padoa con la moglie. Hor il Serenissimo
et altri di Collegio partono con lui zerca ....
Vene l' orator di Munloa, per
Ba Brexa, vidi lettere dil Capitano, di 25, et
del Capitanio del Lago, di 24. li sumario di le
qua! scriverò di sotto.
Da poi disnar fo Pregadi, ma prima fu fatto el
parente a San Severo de la fia di sier Francesco di
Prioli procurator in sier Francesco Querini qu. sier
Zuanne Stampaliay lu qual era sta prima promessa,
etiam dà la man et fatto parenlà in sier Baldissera
Valier di sier Bortolomio, ma poi ditto sier Fran-
cesco di Frinii fé disfar le noze el lui si maridù in
la fia qu. sier Zuan Francesco Juslinian qu. sier Be-
lieto, et mò lei e maridada, zoè hozi fo compito le
noze ; la qual havia uno diama le in dedo. Vi fu
lutti li Procuratori, excepto sier Luca Trun, el altri
di Collegio et assi numero di zentilhomeni el pa-
renti.
200 Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio di
Brexa, di 24 Aprii, particular. Come, per uno
capitolo mostratoli per il secretario del guberna-
lor signor Janes, si ha che si fa zeole ne le monta-
gne di Zenoa per far la impresa de 2^noa, et fasi
preparation. De Àlemagna, de li in qua, non é
gente alcuna, ma ben fasse gramle preparation a
Trento per una lettera di Verona da la corte del
signor Duca, qual manda copia de una lettera di
Verona. Todeschi par travagliano per voler calar,
el del nostro lato si é fatto provisìone di 6000 lao-
* zinech de li quali 4000 al primo di questo se
mossero da Parigi el vengono a bone giornale, che
si aspectano al primo de Mazo 2000 altri dietro
a questi si sono solicitadi, el 6000 altri se sono
provisli tra sguizari el grisoni, de modo che ha-
veremo 12 milia fanti alemani et 10 milia fanti
taliani, cum li quali vedo el signor Duca cum una
grande speranza da far che siano ntal venuti per
loro. Se preparano li cavalli per l'artellaria et di
lutto. Dicesi che a San Zorzi dia arrivar a Trento
el marchese di Bransvich capitanio de cavalli 1500
el magnifico Sielh capitanio de li fanti per far la
mostra de IO milia lanzinech. Àlctmi dicono che
calerano grossi al numero de 20 milia, alcuni di-
cono de 10 niilia ; ma io sto de bona voglia, per-
ché havendo el signor Duca qua provisione, come
Soa Excellentia solicita continue, non teme niente
de questa guerra, el disegna balerli senza lassar
guastar el paese el li recolli.
Copia de una lettera del campo, da Cassan,
di 22 Aprii 1528, scritta per Zuan Ba-
tista da Castro.
Beri fussemo in cavalchada cum el magnifico
missìer Paulo Luzaseo, el habbiamo piglialo 4 ca-
valli del castellan de Mus i quali venivano fuora
de Milan cum ci fralello del ditto caslellan ; el
qual fuzile por machie in una scorta de zen'ha
20f> fanti archibusieri. La sorte volse che li tro-
vassemo Iroppo apresì^o i fanti. Havea uno botin
cum lui de più de 20 milia ducati : i quali tro-
vassemo milia dui a la via de Milan. Cum dispia-
cer ho inleso el mio carissimo fratello missier
Piero Frastina è morto.
Copia di lettere di sier Zuan Ferro Cfipitanio
di Brexa, di 25 Aprii 1528.
In questa bora ho ricevuto lettere del claris-
simo provedilor Moro, date a Cassano, a li 24,
per le quale mi dice le nove infranotate.
Questa notte ho ricevuto lettere de li claris-
simi di Bergamo, cum alcune copie di lellere del
vicario de Valtolina, date in Sondrio, a li 19, de
tenore che li lanzinech danno fama de passare a
Trento per venir a Milano, el che la magior parte
de loro sono gii venuti ^ Bolzano, et che voleno
venir a li danni de la III iStrissima Signoria ma-
xime a la volta de Bergamo, el che tra le altre
molte preparation hanno fatto, hanno redutto in^^
sieme 3000 carri de buovi per loro vituarie. Item,
che a lì 18 el capitanio Tegen, venendo dal ca-
stellan de Mus, fece transito per ditta terra de
Sondrio andando verso ditti lanzinech in molta
pressa; qual si è acordato et va a li servilii de
essi lanzinrchi contra el volere de li signori gri-
soni. Inimici che erano in Lomelina hanno jiassalo
il Po, el vanno a li danni de quelli paesi del si-
gnor duca de Milano.
Copia di lettere di Nicolò Barbaro capitanio
del Lago, date a Bardolin, a li 24 di Aprii
1528.
Li inimici gii una parte è venuti a la volta di
Bolzano, si che ben so di breve spirano a Trento,
el hanno buttale quelle barche hanno fatte per li ^(
(1) U oirU »0* è bUnot.
301
MDXXVm, APROE.
80^
ponti su r Adexe, el hanno provato se sustcnta le
arlegliarie, hanno imbolato sego assai che par vo-
giiìino dar guasto, el hanno comandalo da 300
guaslatiori per conziar una via verso Nago apresso
el Lago ; si che polemo dir indubiiamenle che i ve-
gncrano. Io non sou per mancar dal debito mio,
el oceurendo la occasion Deo dante se vederà eie.
^2 Copia de lettere del campo da Cassan^ di sier
Toma Moro proveditor general^ di 24^
hare 23.
Scrissi per le altre di la cavalcala de domino
Paulo Luzaseo el il Castro. Preseno alcuni presoni,
et Zuan Balista fratello del caslellan de Mus li
campò di poco. Manda una lettera de domino
Hartmo Bovollno, qual dice cussi :
Copia de lettere a li recioti de Bergamo^ scritte
per domino Martino Bovolino vicario de
Valtolina, date a Sondrio, a dì 19 Aprii
1528.
Magnifici signori reclori eie.
Per esser nui sempre boni amici de quella
lilaslrìssima Signoria, avenga sapiamo che habiale
aviso da più cauti, ne ha parso darve nolitia de
quello intendiamo. Viene uno esercito de Alemaniu
conlra vostre signorie, et benché vociferano an-
dar a Milano, veneno de certo per gueregiare
cum vui, et menano grandissima quantità de vie*
(ualie. Int^r alia, hanno 3000 bovi, et dicono de
calar per Trento el sono bona parte zonti a Boi-
imo et per li. Queste cose pensamo vi siano no-
tissime et per queste sole non vi haveramo scritto;
ma perché beri el capitanio Tegen, el qual senza
licentia, imo conlra li comandamenti de nostri si*
gnori va al servitio de lanzioech, passò per qui,,
che veniva da Musso, el é anima el corpo dn
quello homo da bene dei castellano da Musso, el
è stato a conferir cum lui, et cum frela va verso
ditti lanzinechi, se dubitemo non ordisca qualche
cosa dal canto di sotto conlra vui, però ne ha
pars<> adverlirvene a bon fine. Ben sopiamo che
sete prudenti, in lutto havereti li ochi aperti. Dal
eanlo nostro persisteremo in fedel amicilia et vi
cinantia, el se cossa importante intenderemo, ve
ne adverliremo etc.
Item^ scrive poi esso Proveditor zeneral, come
per altri avisi si sa come alcuni soldati del caste-
lano de Mus sono venuti a Fornovo, loco sotto
I
Bergamo in vai olirà Lagucliia, el hanno sache-
gialo uno loco ditto Nullo, el dicesi el castellano
in lo accordo fallo cum spagnoli haversi servato
Valtorla el Avrea, qual sono lochi de la Illustris-
sima Signoria nostra. Scrive esso Proveditor, ha- 202*
ver scritto in bona forma al predetto castellano
de Mus zerca tal cossa. Di Lomelina, per lettere
del signor Hannibale Fregoso de 2*2, se ha come
60 cavalli el 200 fanti erano passali Po solum
per prender missier Zuan Batista Spedano, qual
andava in Alexandria per provederli, ma discoperti
li inimici se ne ritornò sano el salvo; el scrive
come lutle le lor gente erano etiam passale Po
excepto due insegne, el crede che Tortona sera
in suo dominio, el chi non provede de cavalli el
fanti baverano etiam altri lozi. Da poi scrive i
soprastano cussi, la causa non sa.
Per lettere del Carissimo oraior Venier da
di 23 si ha, come è gionle nove alla
excellenlia del duca di Milano, che inimici dominano
lutto di là da Po, et dubita sia per huver Tortona
el Torsi Vogera, che seria uno grandissimo danno el
ruina al Stato suo, el che inimici sono acresuti de
ì\ 300&, el rechiede esser acomodato di 200 ho-
meni d'arme, 100 cavalli legieri el 1000 fanti; et
che la excellentia del Duca ha mandalo al signor
duca di Urbino poi a Veuetia domino Scipion da la
Telia; sopra le qual cosse é sta fato consulto el
mollo disputata la materia. É sta scritto al signor
Janus guberuator a Marliuei^, che si atrova de
11, che tanto quanto scriverà tanto sera fatto. È sta
scritto al signor duca di Milan die a Pavia sono
700 fanti di nosin per li bisogni sia, el el Vi-
coaro cum 60 cavalli legieri beri mandato, el che
Sua Excellenlia faeia ancor le» provisione di genie,
et se li ha mandato edam uno a posta.
Postscripta. A bore 2 di notte soiu) lettere
de li reclori di Bergamo, li quali mandano questo
reporlo :
Che Luni el Marti proximi passali si levorono
insegne undeci da Leco gente del castellano de
Musso, el avenga lor fazino il nome de mille, ta*
men non sono più di 600 el apena gli^arivauo, quale^
andorno a la volta de Monza per locar danari dal
signor Antonio da Leva, el in Lecho restò solum
il capitanio Mella eoo compagni cerca 80 ; el che
Luni passò per li il capitanio Tegen cum do servi-
tori solanaente che andava con grandissima fretta
a la volta di Milano^ el che Mercore da sera tarda
bora ragionò assai cum il castelan predillo di Mus
pur in Lecho, qual dopo molto parole gli disse ; 303
m
IfDXXVniy APRUE.
30
e Ben, dove fugirete voi da qui a vinli giorni ? > per-
ché e suo grande amico et fanniliarc, et harebbe di-
spiacer se havesse male. Qua) referenUs gli rispose:
< Mo perchè? chi sono coloro che mi voglino cazar? >
et lui disse : « Vcnirano lanzinech assai assni, » ma
non disse il numero, quali si rilroverano in la campa-
gna verso Verona a 10 del futuro. Et tulli, li spa-
gnoli, lanzchonechi et ilaliani sono nel Sialo di Mi-
• lano venirano a le bande voslrc de Bergamo per
inlorlenire la genie de la llluslrissima Signoria a le
baie de qua, aziò quelli possino più facilmenle et
senza impedimento calare, et io alora farò tal de-
mons(i*alione verso la prefala llluslrissima Signoria
et bergama>chi, che eonosoerano mi essere suo
amico. Et alfine concluse per sue efricaoìssime pa-
role, che lutto quello havea dillo venirano ad efletio.
204*) Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capifanio, di 26^ hore 2 di note.
Come hozi, con il nome di Dio, havia fato dir una
messa del Spirito Sanlo, et con pioza havia comin-
ciato in el loco li ha parso più necessario princi-
piato a fortificar con cerca 100 guastatori, iamen
questa sera vi è zonti assai et spera dimane ne ba-
vera da 2000, perchè questa notte ne venirano
molli; ma bisogna se li mandi soldati et danari da
spender in ferramenti, maistri, marangoni et mu-
rari da fabricar li repari di lolthe (?) et a far li so-
stegni, el hozi bisogna far il sostegno a BaJrion.
Voria etiam se li mandasse biave et maislro Ber-
nardin inzegner da Treviso. Itetn^ rechiede alcune
cosse altre ut in litteris. Di novo si ha, todeschi
esser adunali fra Maran, Bolzan el Trento; de quan-
tità non poi saper, ma aspeda il suo Farfarello.
Di sier Alvise Pixani procurator, provedi-
tor general^ et sier Piero da cha* da Pexa-
ro procuratore orator, di 12 et 13^ date in
campo in campagna a Cere. Come erano ve-
nuti Il con lo cxercilo, né mai inimici aparseno, et
fo scaramuzalo poi con inimici, videlicet era il si-
gnor Valerio Ursini con 150 cavali conlra li cesarei
che erano 400, et 50 arehibusieri. Fo morti et presi
21 di nostri et ferito il signor Valerio Ursino, el de
•inimici 9. Ilemy genlirono un gran trazer di arlel-
larie verso Napoli ; iudicorono fossero inimici per
provar le arlellarie. Scriveno haver certo, esser
zonle a Napoli .... nave venule di Sicilia con
formenti et fanti.
É venuto li in campo da monsignor illustrissimo
Lautrecb li oratori di Aversa a darsi, et il mar-
chese di Bilonle. 7fem, per lettere di 13, avisan
esser zonto uno messo del capitano Andrea Dc»ri^
qual era a la Madalena con 9 galle, el a colpi di ca —
nonate havia falò intrar spagnoli con gran furia i
Napoli, el aspectava le altre galle. Scriveno, sono
mia lonlan da Napoli: da matina si leverano el an-
darano mia 2 più in là.
Nolo. Sier Sebasliiin Bolani qu. sier Zuane sa-
liner di Chìoza venuto hozi da Chioza con queste
ledere, disse come era zonta li a Chioza questa ma-
lina una barca vien di Bestize, partita adì 23. Dice
come era nova li il campo di la liga esser inlralo
in Napoli, ma prima haver rolo essi cesarei la
banda negra di Oralio Baion et altri, et a la Gn spa-
gnoli erano slati tibiali a pezi.
Fu posto, per li Savi, che'l sia scrito al Prove-
dilor zeneral in Dalmalìa mandi di quelli cavalli di
slratioliéde 11 de li piùelecti cavalli 150, quali smon-
tino in Istria da esser operadi dove aparerà il bi-
sogno. Fu presa.
Fu posto, per li Savii del Conscio el terra ferma,
cheM signor Cesare Fregoso con la sua compagnia
di homeni d* arme el cavali lizieri vengi in la Pa-
tria del Friul, el sia di quella gubernalor. El il ca-
valier di la Volpe qual è gubernalor in Friul, per
ritrovarsi in questa terra indisposto, cedi la com-
pagnia, tamen lui babbi la sua provision di du-
cali 1000. Fu presa.
Fu posto, per li ditti, che al signor coDte di
Caiazo, olirà quello ha, li sia condutto altri 100 ca-
valli lizieri è in una parte.
Fu posto, per li dilli, che a Hironimo suo fralelio
naturai, al qual fu dato 200 fanti el non si contenta,
li siano dati altri 200, si che babbi 400 fanti. Ave
168, ... 4.
Fu posto, per li ditti, che a Malatesla di Mala-
testi fiol terzo del signor Pandolfo di Rimano, li
siano dati 600 fanti. 168, 17.
Fu posto, per li dilli, che al signor conte Mala-
testa da Solano li sia dato di condula cavali 200
lizieri. Ave 23 di no, 1 52, 4.
Fu posto, per li ditti, che al signor Zuan Fran-
cesco Ursini fo fiol di uno fiol del conte di Pitiano
capilanio zeneral nostro, li siano dati fanti 600 et
100 cavalli lizieri. Ave 145, 5, 3.
Fu posto, per li dilli, che al magnifico Paulo
Luzasco, olirà li cavalli lizieri V ha et 1000 fanti, li
siano dati altri 500 fanti. Ave 182, 7, 2.
Fu posto, per li dilli, cl)e a uno Zuan .\ntonio
da la Rocba, corso, li siano dati fanti 300. Ave
179, 2, 2.
dos
MDltfnt, AiAflA
ioé
205
Pa posto, per li Constem, Cai di XI^ et Savii
tulli, ebe a sier Gasparo Gonlarini qu. sier Alvise
et fradelli, qual fa una nave a Curzola et li bisogna
alcune cose et legnami et altro, mandar de qui a
Curzola, per tanto il dazio sia messo a conto di la
Signoria nostra aziò si fazi di le nave, come é sta
fato ad altri. Ave 147,27,8.
É da saper. In questi zornl, il signor Alvise di
Gonzaga To fiol del signor Redolpho, qual fo eon-
Huto a nostri stipendi! come ho scrito di sopra, et
fo per intertenirlo aziò non si acordi con cesarei,
che pareva facesse gente a nonie di l' Imperator a
uno suo castello nominato Castion : hor non ha vo*
luto acceptar ditta eonduta fazendo intender che
volendo far più il meslier di le arme voria 500 ca-
valli lisieri et 3000 fanti et la provisioo in perpe-
tuo, et non volendo la Signoria darli questo, ser*
vira II suo supremo signor, videlicet Tlmperador.
Et per lettere di sier Zuan Emo podestà di
Verona et sier Carlo Oontarini proveditor gè*
neral^ di . . . par cerca questo il Capitanlo cene-
rai li babbi serito caldamente voy acetar a servir la
Signoria nostra, perché questi lanzinech è come uno
fulgore etc.
Et licentiato Pregadi a bore 98, resti Conscio
di X con la Zonta, et steteno poco.
HozI si parti sier Ifarco Poscari va proveditor
zeneral a Brexa.
Adì 28, La matina. Fo lettere di Verona di
sier Zuan Emo podestà^ et sier Carlo Oonta-
rini proveditor general, di 28. Come era se-
guito uno caso stranio a le Cavalcasele, che venendo
ai Capitanio zeneral et a la Signoria nostra uno
orator del signor duca di Milan, nominalo Scipion
Da la Telia, seguite che si vene a parole con alcuni
villani .... adeo fono a le man, et ditto orator
fu ferito di uno spedo etc. Per il che, inteso que-
sto, lui Podesti spazò il capitanio del Devedo con
35 archibusieri per trovar i malfattori, et mandata
una sbara a tuor I* orator. Scriveno esser eonti 11
sier Almorò Barbaro et sier Lorenzo Sanudo de-
puladi a la custodia, et zontl li altri li metterano
et
Di le cose di sopra, scriveno non aver altro di
quello scrisseno per le altre, fomeM a Trento non
è zonte ancora zenle, et questo perché fanno la
mostra a et non é compita.
Vene I* orator di Mantoa con lettere haute dal
signor Alvise di Gonzaga, qual si scusa aoq acetar
la eonduta datali per questo Biado.
/ DiaHi di M. Banuto. — Tm. ILYIL
Da Vicensa di sier Zuan Antonio da cha'
Taiapiera capitanio^ di 27^ Aor a una di notte.
Come hozi havia fatto fsf do beroaldi {fHxluardf) belli
et grandi in parte importantissima di questa cita, et
li sono sopragionli al ngmero di 2500 guastadori et
più, ma voria venisse fanti usati. Di novo, di le
parto di sopra ha come sono andati a le mostre da
fanti 3000, et per uno ha visto Venere fo 24 di Tin-
stante, altro non' se intende. Ben dicono expetarsi
fanti assai. Scrive, aspetta li soi messi et masUme
Farfarello dal qual si sapere la verità*
Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode^
età et capitanio, di 27^ hore J.3. Come za tre
zorni, de 11 di et notte non ha fatto altro cha piover,
et manda uno cavalaro aposta con una lettera a li Cai
del Conscio di X la qual li é sti mandata da uno,
et gè l'à forte racomandala- Questa matina, dice, mi
é venuta una spia da Trento, non di quelle però ho
mandate a veder far la mostra et venir con loro
Dna I prendano la strada. Costui dice, ohe tutti
quelli erano a Persene et a Trento sono andati a la
mostra per il di de San Zorzi, et li cari andavano
suso quali dovevano esser per tutto hozi a Trenlp
tutti, et che hanno comandato guastadori che siano
per tutto doman a Trento, ita che é segno questi
vogliano immediate aviarsi.
Dapoi disoar fo Pregadi, et fo lelo solum tre 206
lettere di Verona, di Vicenaa et di Pellre, et fo
prìneipift a far Pregadi in Gran Conseio.
Fo mandati zoso quelli che non metteao ballota.
210. Scurtinio di Orator al Serenissimo re di
Anglia,
Sier Antonio Contarini fo podestk a
Vicenza, qu. sier Carlo .... 62.101
Sier Carlo Capello qu. sier Francesco
el cavalier 99. 92
Sier Lorenzo di Prieli el cavalier, fo
ambassator a la Cesarea MaeaU,
qu. sier Alvise 98. 95
Sier Anzolo Gabriel fo avogador di
comun, qu. sier Silveatro . • • 94.106
f Sier Lodovico Palier é ai X 6av», qu.
sier Thomado 114, 84
Sier Alvixe Polani é al Isogo di Pro*
curatori qu. sier Jaeomo \ • . 42.159
20
307
MDXXyin, APRILB.
308
Un Savio di terra ferma^ in luogo de sier Piero
Boldit è intrado Avogador per 2 mesi,
Sier ZaaD jContarini fo podestà a Vi-
cenza, qu. sier Alvise, qa. sier Ber-
tuzi procurator . . . . . . 77.116
Sier Velor Pixani fo ai (re Savìi sora
ì conti, qu. sier Zorzi .... 44.155
Sier Hironimo Grimani fo Cao del Con-
seio di X, qu. sier Marin . . . 109. 95
Sier Jacomo Antonio Orio io a la ca-
mera dMmprestidi, qu. sier Zuanne 93.108
Sier Lonardo Zanlaui fo a la camera
dMmpreslidi, qu. sier Marco . . 86.113
Sier Marco Antonio Corner fo prove-
ditor di comun, qu. sier Polo . 80.120
Sier Troian Bolani qu. sier Hironimo 85.115
Sier Ruzier Contarini fo a le Raxon
vechie, qu. sier Bernardo . . . 61.131
Sier Anxolo Gabriel fo avogador di
comun, qu. sier Silvestro . . . 102.100
f Sier Andrea da Molin fo a la camera
d' imprestidi, qu. sier Piero . . 126.73
Fu poi posto, per li Savii del Conscio et terra
ferma, una parte di luor impresiedo da tutta la
terra con don di 16 per 100 et la reslitulion di
danari del dazio del vin da Septembrio in là, con
molte clausole, et si possi meter ori et arzenti in
Zecha limitado il precio, vien a per 100
ut in parte. Fu presa.
Fu posto, per sier Luca Trun procurator, sier
Andrea Trivìxan el cavalier et sier Lunardo Emo
Savii del Conscio et Savii a terra ferma, una parte
di dimandar imprestedo al clero da mar, come é
sta al clero da terra ferma, per ducali
et esser fati creditori al Monte del sussidio ut in
parte. Fu presa. Ave 133, 23, 24.
206* ^^ posto, per li Savii, far per le nostre terre
arcbibusieri numero 20 milia, fata la compartition
ut in parte^ videlicet le ordinanze. La copia etiam
di tal parte scriverò qui avanti. Fu presa.
Fu posto, per li Savii, che a Vicenzo da Novara
é in Monblcon con 50 fanti, li sia cresuli altri 50,
si che el ne babbi 100
Fu posto, per li Savii, che a domino Marco Gra-
denigo et Galin da Bollo, conteslabeli in Cividal
di Friul con 50 fanti per uno, li sia cresuli 50 altri
fanti per uno, si che ne habbino 100 per uno per
custodia di Cividal Fu presa.
Fu posto, per li Savii del Conscio, terra ferma
et ordeni, che le mcrcadantie sono in doana ve-
nute con le galle ultime di Alexandria si possi
trar, et il nolo da ducati 25 in zoso lo debino de-
positar a doana, et da 25 in suso dar una piezaria
ut in parte. Fu presa. Ave 95, 7, 2.
Fu posto, per li Consieri, , havendo il
PontiGce dato V abazia di Rosazo vachada per la
morie del reverendissimo cardinal Grimani al re-
verendo episcopo di Verona olim Datario, come
apar eie, et havendo inslado ti Legato et lo epi-
scopo di Baius orator del re Christianissimo li sia
dato il possesso, per tanto sia scrilo al Luogotenente
di la Patria di Friul li dagi il possesso di la ditta
abbalia.
Et sier Alvise Mocenigo el cavalier, fo Consier,
conlradisc dicendo ditto Datario baver haute il ve-
scoà di Verona, li basta, et molli prelati nobeli che
non hanno da viver el Papa doveria aiutarli, exor-
tando il Conscio a non voler prender la parte.
Et li rispose siér Andrea Mozenigo el dolor
Savio a terra ferma, qual era in settimana
Andò la parte, ave el iterum baio-
tata ave 128, 50, 19, non fu presa di 3 ballote;
et fo di questo sagramentà il Conscio et comanda
grandissima credenza.
In questa matina parti Andrea Rosso va secre-
tano a slafelta al Christianissimo re, con la comis-
sion datoli per il Conscio di X.
/fem, di ordine di Cai di X, andoe a Osopbo
domino Hironimo Sovergnan qual si parli questa
notte, per dubito di perder quel locho per alcuni
avisi hauti di trattato era di prenderlo.
1528 die 28 Aprilis in Bogatis. 207
Ser Dominicus Trivisanus eques^ procu-
ratore
Ser Leonardus Mocenicus procuratore
Ser Lucas Tronus procuratore
Ser Marcus Dandulus doctor^ eques,
Ser Franciscus BragadenuSe
Ser Andreas Trivisanus eques,
Ser Laurentius Lauredanus procuratore
Ser Hironimus Pisaurus,
Ser Leonardus EmuSe
Sapiefites Consilii.
Ser Andreas Mocenicus doctor,
Ser Petrus Maurocenus,
309
UDXXVlIi^ APRIIS.
310
Set Bartolomeus Zane,
Ser Philipptis Capellus,
Sapientes terrae firmae.
La qualità di presenti (empi ricerea che se fazi
ogni provisione expedienle al Irovar danari per
supplir a le molle spese quale ocoreno per bene-
ficio del Stato nostro, et cadauno etiam dia esser
prontissimo ad volunlariamente dar quella maior
summa de danari che portano le forze sue, per coa-
diuvar in questo urgentissimo bisogno a la patria
sua, et perhò :
L'anderà parte, che siano chiemati a la pre-
sentia del Serenissimo Principe et della Signoria
nostra tutti li habitanti in questa nostra cittì,
si nobili come citadlni oc etiam Torestieri, a li
qual premesse quelle parole che parerano a Soa
Serenità, si debba domandar ad imprestedo da-
nari, ori, over argenti per quella maior summa
che cadauno potrà, per li presenti importantissimi
bisogni del Stalo nostro. Et quelli che offerirano de
imprestar, possino dar per tal suo imprestedo tanti
argenti de la bontà de la lega a ducati 7, grossi 8 la
marca, a lire 6 soldi 4 per ducato, et quelli che da-
nno ori a Gn debaoo haver quella medema utilità
che haverano quelli i quali depositerano argenti, che
sono 16 per 100. Quelli veramente che darano
danari, possino esborsarli a ducali 6 grossi 8 la
marca, et siano fatti creditori a ducati 7 grossi 8 la
marca, a lire 6 soldi i per ducato ut supra. I quali
lutti che irapresterano siano falli creditori per el
terzo Camerlengo che non sarà a la cassa, sopra un
libro a parte a ToGcio di Camerlengi di comun, el de
quello debba esser fatto scontro il fidelissimo nostro
Stefano Bontempo rasonalo nostro, et etiam teuir
il libro sopra el qual se debba notar tulli quelli che
impreslerano in contadi nella forma sopraditta, po-
nendo il danno in la Signoria nostra, ac etiam
accettar li bolletini de la Cecha, et far li creditori
sicome per essi bolletini apparerà, a rason di precii
sopraditll, et debitrice la Ceca per li argenti a du-
cali 6 grossi 8 la marca, el per li ori a ducati 67
grossi 8 la marca, a lire 7 soldi 10 per ducalo,
saldando essa Ceca per el danaro del don in la Si-
gnoria nostra.
La restitutione veramente sia fatta del tratto
del dazio del vin, cominciando a di primo Seplem-
brio 1528, successive Gho a la summa di ducati 100
milia deputati a le occorrentie presente, insta la
forma di la parte presa nel Conscio di X adì 24 di
questo mexe, in questo modo zoé, che lutto quello
che se Irarà de mese in mese del dillo dazio si
debbe partir per rata di ducati 100 mìlia, dando a
cadauno la portion soa per quello che V havesse
impresta; el per quanto che fusse meno di du-
cati 100 mila, sia dato per rate a le presente occor-
rentie over a chi sarà ordinato per questo Conscio. 207*
11 tratto veramente del preditto dazio del vin per
la dilla summa de ducali 100 milia, sia scosso per
el predillo Camerlengo, el tenuto conto di quello
per el dillo Stephano Bontempo; i qual danari non
possano esser dispensati, tolti el aplicati ad altro
sotto la pena di furanti a chi facesse altramente o
metesse parte in contrario el tamen ogni parie
qual fosse posta, non se intenda valer si la non sarà
sta posta per el Serenissimo Principe, tulli sie i
Consieri, tre Capi di XL, 6 Savii del Conscio el 5
di terra ferma, el se la non harà bauli li 7 odavi de
questo Conscio congregato da 180 in suso.
El aziò il lutto ciVca la dilla restitutione proceda
regulalamenle el cum equalità, sia preso che se de-
bano elezer 3 capi di creditori del dillo impre-
stedo, i quali habbino a far le rate el exequir pre-
cise per la forma et modo come furono electi et
fanno li capi di creditori de V impresiedo del Gran
Conscio. Tulli quelli veramente i quali offeriranno
di imprestar, siano obligati in termine di zorni 10
da poi fatta tal oblalione soa de haver satisfato con
integrità, et debbano esser publicali si in questo
come etiam nel Maior Conscio tutti quelli a i quali
sarà sta domandato T imprestedo, cadauno zoé
quello che 1* bavera offerto o risposto.
i" de parte 149
— de non 36
non sinceri 10
Die 28 Aprilis 1328 in Bogatis. 208
Sapientes ConsiJii,
Sapientes terrae firmae^
Sapientes ordinum.
Rizercando li presenti tempi et la iustilia che le
spetie sono venute ultimamente de Alexandria non
stiaììo più sequestrate in doana, si per esser de gran
iatura a li mercadanti come etiam per li datii et
noli spedanti a la Signoria nostra, et etiani perchè
li debitori de la Signoria nostra non possono pagar
li sui debili essendo il lutto sequestrato et sospeso,
el perhò :
L'anderà parte, che tulle le specie che ultima-
81t
ninnili APULI.
81S
menta sono venute de Alexandria con le galle, ca*
pitanio sier BertU2i Conlarìni, poseino esser trate
in termine de dui mexi, et passali dilli dui mexi,
tatti quelli che non haverano tratto le sue specie,
quelle siano vendute, si per la pena del grosso
come per li datii et de altri debiti di la Signoria
nostra, i quali immediate debbino esser Irati de
clitte specie. Li doli veramente de dille specie,
quelli che sono da ducati 35 in zoso, siano pagali in
contadi iu&U il consueto; li altri veramente da du-
cati 95 in suso li debitori de ditti noli non li pos-
sino dar ad alcuna persona salvo quanto sarà deli-
berato per questo ConseiOi et debbino avanli il
trazer di le dille robbe dar idonea securli de li sui
noll,althilnente non possino trazer per modo alcuno:
intendendo che li depositi si debano far in contadi a
li Extrliordinarii Secondo il éonsueto, et siano per
conto di TAraenal) adonto de li sui incanti et mendi.
t de parte 95
de non 7
non sinceri 9
309') tHe 69 Aprilis 1528 in Sógatis.
Sier LucoB Tronus procuratóre
S(Mr Andreas Trivisanne eques^
Ser Leonardus Emus,
Sapienke Consilii.
Ser Andreas Moeenicus docior^
Ser Petrus Maurocenus,
Ser Barfolomeus Zane,
Ser Philippus Capellus,
Sapientes terrae firmae.
Hesflendo sta diknandato uno geneltil impre-
stedo al clero di terra ferma, è ben convenienle,
rizercando cosi il presente nostro urgentissimo bi-
sogno, di far il simile etiam al dero di T Istria,
Dalmatia et Levante, oome fu facto Tanno passalo,
et perhò :
L*anderi parler ohe per autorìti di questo Con-
seio dimandar si debbi ad impresiedo ai clero de
li loci nostri de V Istria, Dalmatia, et clero latino
di Levante Ano a k summa di ducati 20 milia, cum
tutte quelle limitation, modi et condition che fu
obsef va et eseqol nel preterito ultimo imfirestido
posto al ditto clero, cmn quella dechiaration, che
fi) U éurlà M» è MÉÉiak
a quelli prelati et ecclesiastici che hanno le inorale
sue in ditti loci de V Istria, Dalmatia et Levante, et
che ne 1* altro impresiedo fu limila la porlion di
cadauno de loro, qui sii dimandato la islessa por-
tion, non si partendo da ranleditla limitatione. Et
quelli che pa^erano per tulio 10 del mexe futuro
di Mazo, haver debbino 8 per 100 de don, et per
tutto il mexe di Mazo 5 per 100, et siino falli cre-
ditori al Monte nostro de subsidio, et haver debino
i prò* che di tempo in tempo corerano iusla il so-
lito. Al resto veramente de li prelati et altri eccle-
siastici a li qual fu limila la porlion loro in dilli
loci et non qui, passato il mexe di Mazo proximo,
parendo cosi a questo Conscio, si debbi dimandar
l' impresiedo che li tocca et li fu già limila.
t de parie 133
-^ de non 23
non sinceri 24
Adì 29 Aprii Fo San Piero martire. La 2
malina. Introe Savio a terra ferma sier Andrea da
Molin qu. sier Piero di Santo Aponal, rimasto per
la non pensala (?).
Vene in Collegio Torator di Ferrara, solicitando
la caxa sia data al suo signor Duca.
Di Verona, di sier Carlo Contarini prove-
ditor general, et sier Zuan Emo podestà, di 27.
Manda uno reporto di le cose di sopra à habuto esso
Podestà, Il qual sarà scriplo qui avanti. Item, acri-
veno zerca la forlificalion di la terra ordinata per
i^ Signor Capitanlo zeneral, et comenzano a forti-
Ocar al Castel San Felixe, et sopra questo scriveno
longamente le forliBcation ordinate di far, et sono
600 guastatori che lavorano. Item, il Capìtanio ze-
neral dice, che havendo li lanzinech et sguizari si
potrà difender, altramente li par non poter resister.
Item scriveno zerca il reverendo Episcopo de 11,
qual li disse di volersi assecurar hanno hauto l'or-
dine di quanto li dieno risponder (?) ; et mandano
una lettera hauta dal Proveditor di Salò qual sarà
qui avanti.
Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago^ di
Verona, di 27 y pariiculat. Come si ha, che li
carri sotto tulli arivali a Trento, et che se eomen-
zava a cerizar, et le fanlarie par se adunano a
Trento et Trilago tra Boizan et Trento, et che a
Trento aspectano li cavalli, et se intende quest'al-
tra settimana sarano in camino. Hanno cargato boa
{ii U Mrtt m* è Mmua.
BIS
MDXVmSi APBltl.
814
Damerò di siege, che parerla volesseno dar il guasto,
por oegnano voler venir a la volta del veronese, et
eoo le scale voleno metter qualche zelosia ; ma Ve-
rona é ben fornlla di gente et vi é il signor duca di
Urbin et il Proveditor zeneral.
Da BreoDay di Bier Zuan Ferro capitanio,
di 27, pariicólar. Come da novo ha da Salò et
di Valchamonicha, per nontii venuti di terra lo-
desca, Tarsi adunation grande di gente, et esser a
Bolzano 30 bandiere di Tanti a Tanti 500 per ban-
diera, et cavalli 2000 borgognoni» et che il capita-
nio Tegen é in Val del Sol et Ta Tantarie et vegnirà
per Valtolina a la volta di Milan. El signor duca di
Milan ha Tatto chiamar el signor Cesare Fregoso
con tre bandiere de homeni d* arme, et le gente
di esso signor Duce, et le manda ultra Po alla Lo-
melina contra inimici.
Noto. In questa matina, non obstante queste per-
torbation, é partito sier Domenego Pizamano electo
per danari podestà di Brexa, qual va per terra ; e il
burchio za e andato avanti.
SIO* Da Vioenga, di sier Zuan Antonio da eha
Taiapieta eapitanio, di 28, hore 9. De novo,
di Germania continuano le preparatone loro gran-
de, et per quanto me riporta uno che partite Do-
miniea passata da Trento, erano condutte le moni-
tione et vitualie all'ordine, et preparate le barche in
l' Adese, et anche nel suo venir scontrò gùasladort
che andavano a Trento. Intese etiam, che a Bol-
zano erano zonte Tantarie et eavalli, si che ad ogni
modo le cose sono quasi in colmo. Non so quello
%egù\fi, né quel camino pigliarano, perché el più di
le volte fingono tuor una strada et vano per Taltra,
et io mi atrovo qui senza alcun pressidio.
Id questa matina la Signoria dete audientia, et
li Savìi aadono a consultar» et To orJini Pregadi
per tuor uno imprestedo.
Di 9ier Piero Landò eapiianio Menerai da
mar, di 13, da Tram. Scrive il zonzer 11, partito
di Caxoppo con galle ... adi ... et nel venir
mandò do galle verso Otranto per haver la terra.
Quelli non li volseno risponder, imo risposeno vo-
lersi tenir a nome di Tlmperator. Zonto li e Trane,
fo honorato molto et lauda sier Velor Soranzo po-
destà de il, et Ta Tar biscoto, bavera Tormenti assà
et salnitri li quali inviarà di qui.
Scrive, quelli di Braodizo haverli mandato a
dir la terra si dava a la Signoria nostra ; ma perdié
li castelli i Torniti, non N'oleno Tar movesta se
prima non si ha li castelli, et questo perchè il ca-
stello di Mola, qual si tteo, ha fotto gran danno a
la terra che si ha reso. Scrive, che aspetava li 500
archibusieri li quali non è zonti ; et altre particula-
rità. Item, li 10 milia ducati
Del ditto, di 16, da Monopoli. Del zonzer 11,
dove ha trovalo Proveditor sier Marco Bolani vice
Pagador in campo. Scrive, bisogne ezercito da terra
volendo aquistar il resto di la Puia. Il Viceré se
ritrova con 300 cavnlli, et va atoroo volendo rea*
quistar alcune terre rese.
Di ManTerdonia scrive é beo Tornita di pres-
sidio.
Di Trani, di sier Vetor Soranzo provedi-
for, di 16. Come il Zeneral é stalo li, et che
Thavea cargato do miera di salnitri su una mar-
ciliana, et do miera sopra un' altra per qui, et Teva
Tar 1000 stera di biscoto per Tarmata. Item,
ManTerdonia si renderla ; ma il castello la baie ha
certa pratica col caslelan, qual succedendo andarà
lui a tuor la terra. Il signor Camillo Ursino é par-
tito con la compagnia per campo.
Dapoi disnar To Pregadi» et vene queste sotto- 211
scritte lettere :
Da Vicenga, di sier Zuan Antonio da ehà
Taiapiera eapitanio, di 28, hore 3. Di novo»
pur continuano et t)gnor pia s* InTorzano le pre-
paration de inimici, et si ha che a Igua» Tremeo ei
Salòrno che sono lochi tutti tra Bolzan et Trento
sono da 15 milia Tanti et se no aspeeta de li altri
et cavalli. Pur non erede siano in tanto numero»
et per quello si puoi sotrazer, vogliono andar a
Milano et poi nel reame. Era ordinato a Trento il
far del pane, zioè stara 400 de suoi al giorno. È
sta ditto, che haveano comandato bovi con cari et
guastatori, ma intendo li vogliono per condur cal-
zine de Valsolda a Trento per uso del palazo che
si fa de li, per il qual efiecto etiam 200 guastatori
lavoravano a conzar la strada da la matina a la
sera. Scrive, son a solicitar la Tortificatioa di questa
terra, et diman aspetto il eapitanio Azal con la
sua compagnia, il qual hozi dia giooger a Monta*
gnana, el qual mi aiuterà molto.
Di Verona, di sier Zuan Emo podestà et
sier Carlo Contarini proveditor general, di 28,
con avisi hauti da le parte di sopra etc. come li
altri, et che li a Verona si continua a TorliGcar la
terra, et del zonzer 11 sier Ambruoso Contarini,
et hozi dia zonzer sier Iseppo Bèidoer, si che con
sier Lorenzo Sanudo et sier Al moro Barbaro che
veneno per avanti, sono zonti quattro, et zonti sa-
rano li altri si deputerà etc. Item, scriveno come
il Capitanio zeneral» inteso inimici cigoar a la volta
815
MDXXVUIi APRILE.
816
di Bergamo, é di opinione Soa Excellentia et io
provedilor che si vadi a Bepganìo, piacendo cussi a
la Signoria nostra, per veder et proveder.
Di sier Gabriel Venier orator al duca di
Milan da Come il signor Duca, in-
teso inimici esser passati Po, havea expedilo a quella
volta el Pizinardo caslclan di Cremona con 300 ca-
valli et 1500 fanti, et scrito in campo al provedilor
Moro li mandi il signor Cesare Fregoso con pres-
sidio per melerlo in Pavia; il qual Provcditor li ha
risposto, non lo poter far perchè il signor Ccs;ire
non è homo da star in terre, ma manda Piero da
Longena con zente, et il signor Cesare manda con
altri cavalli lizieri el funli per conzonzersi col dito
castelan di Cremona eie.
21 1* Da Cassan, di sier Toma Moro provedilor
general^ di 27, Come per le altre scrisse, è sta
scritto al Governator illustrissimo cerca la richiesta
del signor duca di Milan, qunl rescrisse esser bona
opinione mandarli gente, 'unde esso Provedilor
nfìandò sier domino Paulo Luzasco, et lo rictiiese
ad mandarlo a quella impresa. Kecusò digando non
voler andar per esserli sta promesso in la condutta
sua assai cose et non esserli sta atteso, unde fu de-
liberato mandar la compagnia del signor Camillo
Ursino el signor Cesare Fregoso et domino Pietro
Longena con gente d'arme, che serano da 200 ho-
meni d'arme, et di cavalli ligieri li manda el conte
Brunoro da Porto; li manda eliam el Vicoaro et le
strade (stradiotii). Eliam se li ha mandato il Co-
scho con 500 fanti apresso le altre Ire compagnie
sono de li, et ditto signor Duca fa alcuni fanti.
Di novo, per leUere del signor Hannibal
Fregoso, di 25 Aprii, da Pavia, scrive che ini-
mici hanno mandalo a Valenza a richiederla da
parte di Tlmperator, el loro li hanno risposto che
non lo cognosceno. Ilem, che inimici predilli de-
segnano de metersi insieme quelli 2000 laliani
quali sono a Basignana con 1000 altri fanti qual si
fanno per diversi capilanei, parte a nome de V Ira-
peralor parte a nome de li Adorni, et voleno andar
a la impresa di Genoa ; con 4 pezi di artellaria, el
che in Lomelina li die venir el caslclano de Mus
con sci di le sue compagnie per intertenir le gente
del signor duca di Milano adciò non impediscano la
impresa di Genoa, et ancora dice che'l signor An-
tonio da Leyra si leverà da Milano con tutte le
fantarie el vcnirano a far allogianienlo in Binasco
per dar gelosia a Pavia o a Lodi, el che tutte que-
ste cosse erano ad essere tulle a uno tempo, el se
di curio DOQ se li farà altra provisione, come li è
sta fatta al presente, io credo che Tortona, Vogera
et altri loci qual Tarano disegno di haverli, li liave-
rano. Cum grandissimo desiderio aspeliamo le
fantarie el cavalli quali scrive vostra signoria, ad
ciò possiamo far qualche bono effecto.
Da poi scrina, sono gionte letlere da Pia-
senza, di 25 Aprii, scritte per Lama Fano
al conte Alberto Scotto, di tal tenor Da novo qui
non zè allro, salvo la comuniladc di Genoa ha futto
2000 fanti per conservation di la cilade, perché il
signor Teodoro Triulzi havea fatta una lista de 200 2!
homeni genoesi per conGnarli per umbra di qual-
che tumulto facea quello capitanio di la piaza, si-
come a li di passali già scrissi. El sentendo la co-
muniladc tal cossa, andele a sua signoria, gli disse
non intendere si facesse né si dasesse conGno a ge-
noese alcuno, perché tutta la città era ben disposta
cum la maestà del Re, et se cusi era il vero, volea
conservar la cilade a Sua Maestà con dilli 2000
fanti el pagarli senza preiudilio di Sua Maestà. El
la unione havea fallo quella cita, non T havea facto
se non a bon flne. El cosi hanno facto eleclione de
12 gentilhomeni capati fora d' una gran suQìma,
quali haverano a gubernar la cita el cum capiluli
assai, quali spero haverli domane da uno abate di
Santo Sisto genovese, el per il primo li manderò ;
però le mando a vostra signoria la soprascritta
copia.
AH 27 Aprii, hore 16.
Da Cividal di Bellun, del Podestà et capi-
tanio, di 25, Per rasonar da ogni banda lo vero
effetto del preparar di le genie fanno li cesarei per
descendere in Italia,' elj^raecipti^ da alcuni che di-
cono venir da Ispruch, i quali referiscono che li si
dovea far la mostra de homeni d* arme et fanti
5000 et mandarli a la volta di Trento, dove si dice
che dieno far la massa ; eliam per via dicono ha-
ver visto soldati, fra li altri una bandiera de fanti
400 li quali andavano di sopra Trento 15 miglia a
uno loco chiamalo Pranzuolo dove si fa la mostra
eliam di le fantarie : unde li ha parso mandar dui
a posta, uno a Trento el di sopra, el V altro a
Ispruch ; et perché da questi citadini li e ditto nel
descendere potria a queste bande venir o venturieri
altri per inferir danno a questo territorio, el de
qui non é archibusi né monilione alcuna che si po-
tesse reparar, per tanto richiede qualche numero
de archibusi, polvere et balolc ; qual cosse si con-
servarà per bisogno in questo castello, et si farà
mostra di le persone che sono de qui da fati, et
praesertim di la ordinanza di schiopelieri fatta a
317
MDXXVIII, APRILE.
m
li anni passati, et acadendo si farà (ulte quelle prò-
vision seri possibile.
SlS*) • Copia.
Clarissimo signor mio.
Se r è il vero che costoro sian passali da là
da Po, sana de parere, potendo vostra signoria,
expedir li ducento homeni d'arme et Pdulo Luzasco
che subito se inviasseno, voiando la exceilenlia del
Duca mandar de là le gente sono in Lomelina, e! il
castellano de Cremona con una parte de quelli sono
in Lodi, et lasciar solo in le terre tanta guarda che
non siano robati. La signoria vostra li può ancor
mandar Cosco, ma più non tengo per certo ; che se
fanno quello denno far, quella gente che hanno pas-
sato Po e tutta persa. Cerca al scriver de lancin^ch,
non posso cre^Ier che voglino passar per auesle
cime de monte, ove non pono portar tante viluarie
che bastino per il camino, senza artigliaria, senza
munitione, per venirse a fermar in questo paese.
La signoria ' vostra sa, che non sono gente per
prender Bergomo con uno assalto, et stargli non
pono senza arligliaria et senza munitione a campe-
zar; et se vegneno per socorer Milano, Milano non
ha bisogno de gente ma ha bisogno de vittuarìe et
danari, che questo andarli con questa gente saria un
consumarli de vitluarie et de danari Et se li inimici
havessono fatto disegno sopra Bcrgariio, non ha\*e-
'213* riano mandati questa fantaria de là de Po, perché
questi sariano stati più atti.alla espugnalione de Ber-
gamo che questi altri lancincch che deno venir,
perchè la signoria vostra die saver che non sono
gente de espugnar terre. Questo è quanto mi oc-
corre. Vostra signoria fa bene ad haver il parer di
quelli signori condultieri ; gli aricordo ben questo,
che fariano graoiissimo profìtto a le cose del Re
per Asti et astesano, grandissimo pericolo de Ge-
noa. Il lasso pensare a vostra signoria ; non Io vo-
glio dir, per non esser sospetto de parer perGdioso,
perché molti di fa me ne sono acorto. Et Dio voglia
se li possi proveder. So ben che *l se darà sempre
la colpa a la Serenissima Signoria digando che'l se
die tener la gente obligata per poter proveder in
ogni loco. Vostra signoria intende ci tutto, me ri-
metto al suo sapientissimo iuditio. lo damatina toro
la medicina. Ho scritto a vostra signoria et per ^s-
ser a li serviti! de vostra signoria a la qual de con-
tinuo me ricomando.
Da Martinengo, 24 Aprile 15JS8.
(i) U «Ha m* è bUocA i
Disier Cario Contarini praveditor cenerai, 214
da Verona, di 27 Aprila manda questi sotto-
scritti avisi. Se ha, per uno qual se partite Zuoba
proxima da Brenzuol, et quel di vene a Igna et vele
zonzer 8 bandiere de fanti da Caldaro, et continua-
mente ne agiongea, et dovevasi far la massa a Cal-
daro et a Trento, et dice che Venere da matina a
di S4 se dovea far la mostra a Caldaro, et le gente
de Trento et de le valli andavano a la ditta mostra
et el ditto se scontrò in camino. Et referisse che
erano archibusìeri del conte da Terlago da cerca
1000, li quali andavano in suso a la mostra. Era el
capitanio Teghen et Castelalto et Marco Sieth. Item,
dice ditto nunlio haver trovato in Trento Sabbato
passato a di 35 quando arivò lì, che se preparava
da disnar al duca de Brensvich per Domenica zoé
beri, el che in Trento ancora non era zonli alcuni
soldati, salvo qualche forier. Et partito el ditto nun-
tio Sabato a mezo zorno da Trento el vene a Saco
dove trovava per tutto li carri, el guastadori che
andavano a Trento, el lutti sarebbeno stati Dome-
nica a di 27 a Trento. Et el conte Girardo de Arco
era a Peneda el feva andar tulli suso^ et che V era
aparcchià assae artellarie, polvere el ballote de lire
1000, et de lire 80 et quasi tutte da 30 in suso, et
mlssier Nicolao Transistopho le metteva ad ordine
el tutto per esser lui capitanio de la monitione. Et
dice non haver possalo intender che volta debbia
far ; ma ben dice che se diceva che da la banda de
grisoni et del castellano de Musdoveano etiam
calar da 15 milia persone, et che queste gente non
sapeva dove volesseno calar.
Copia de una lettera di sier Rironimo Grade*
nigo proveditor di Salò, di 27 Aprii, scrita
al ditto Proveditor general.
Magni fice et clarissime tanquam frater
honorandissinie.
Io questa bora 14 é gioolo-una mia spia, per mi
mandata a Trento et a Bolzano, qual me ha referto
haver visto el capitanio Tegen essersi parlilo da
Bolzano con 7 in 8000 fanti, qual va a la volta de 214*
Valtolina et voi passar a Musso el a Lecho el andar
a conzonzerse cum quelli de Milano. Dice etiam,
che *1 restante de essi fanti quali sono a Bolzano et
quelli lochi cìrcumvicioi, sono fanti numero 30 mi'
lia et cavalli 3000, quali dicono voler calar per doe
bande ; ma non se li lassa intender a qual banda
voleno calar. Dice etiam haver inteso, che *1 conte
Oirardo si s* é avaotato esserli sti donato Salò e\
M9
IfDXXVni^ APRILE.
teo
la Riviera. \o slarò aten(o. Al tulio quello intenderò
per altre mie spie mandale a le parie superior; del
tulio subilo ne darò aviso a vostra magnilicentia, a
la qual me ricomando el oflero.
Salodi, die 27 Aprilis 1528.
215 Fu posto, per li Consieri, una gralia a domino
Antonio Thylesio leze a la Cahzelaria, el qual ha
composto un'opera de Coloribus, el voi stamparla,
che per 10 anni altri che lui non la possa far slam-
par, sotto pena eie. Fu presa. Ave : 130, 2, 1.
Fu posto, per li dilli, una taia a Brexa de quelli
amazono domino Antonio Martincngo, come apar
per lettere del Podestà de Brexa di 13 el 19 Aprii
presente, videlicet sia proclamalo quelli acuserà li
malfalori habino lire 2000 de pizoli de beni de de-
linquenti se '1 ne sarà, se non, de beni de la Signo-
ria nostra, el se uno compagno acusi l'altro, do-
menle non sia el principal, babbi et sia libero de
la pena et babbi la taia, el sapendo chi sono, esso
Podestà li possi bandi de terre el lochi el di questa
cillà con taia morti o vivi lire 2000, el cavi do de
bando per homicidio, non intendando de questa
cillà, el sia confisca li beni. Ave : 142, 0, 2.
Da poi el Serenissimo se levò el fece una exor-
talione al Conscio, narrando el bisogno ha questo
Biado del danaro.
Et se principiò a tuor V impresiedo, el el Sere-
nissimo prestò ducali 500, poi el resto andò drio,
et cussi come erano chiamali cussi se pubblicava -|
quanto prestavano ; el sier Nicolò Minio cao di XL
disse non havea danari, ma li oflTeriva eie. Sier Lo-
renzo Loredan procuralor savio del Conscio el
Hironimo Loredan Cao di X fo dal Serenissimo of-
ferseno ducali 450, 3ier Lunardo Emo savio del
Conscio 450, sier Polo Nani qu. sier Zorzi 450, et
sier Alvise Barbaro qu. sier Zacaria cavalier procu-
ralor ducati 400, sier Antonio di Prioli dal Banco
ducati 300, ma disse voler donar il don de le 16
per 100, adeo molti mormorò ; el resto prestono
sicome potevano et alcuni niente. Fono 40 che pre-
stono ducali 10 per uno. El tre chiamati tolseno
rispetto, sier Piero Boldu 1* avogador, sier Aozolo
Gabriel fo avogador, sier Polo Nani el vechio; man-
cava assà io Pregadi et fo trovato ducali 14 milia
980. Et s'el Serenissimo preslava ducati 1000, si ha-
ria trovato più danari assai : poi questi tansadori
electi fa che It briga* non presta per dod Ofiostrar
babbino danari. Et sier Mario de Cavalli caìaver,
o&rse la cadeoa de so moier per ducati 200.
216^ Fo lato la lettera dal Capitaoio zeneral da terra
notata de sopra, scritta a missier Baldo Antonio
Falculio orator.
Fu posto, per i Savi, una lettera a sier Carlo
Contarini proveditor zeneral, ih risposta di soe, et
zerca el Capitanio zeneral, che semo contentissimi el
vadi a Bergamo, che semo certi la sua andata sarà
optima per proveder a quelle cosse, el lui Provedi-
tor resti a Verona a custodia de quella città con
altre parole. Ave tulio el Conscio.
A dì ultimo. La malina, veneno in Collegio li
Cai di X et steteno assai, credo zerca questi citadini
de le terre a farli venir qui, altri dice per parlidi
posti de haver danari sopra il dazio del vin.
Vene 1* orator del duca de Milan per le cose de
Lombardia el tumulti de Zenoa, come si bave beri.
Vene sier Alvise Mocenigo el cavalier, el oferso
prestar ducali 450.
Vene sier Zuan Pisani di sier Alvise procura-
lor dal BancOy el offerse ducali 450.
Vene sier Marco da Molin procuralor, et oferse
ducali 200.
Vene el Pauluzi, oferse ducali 200, et alcuni
altri.
Vene T orator di Fiorenza per saper di novo,
qual e mutalo de stantia, né sta più a San Zorzi,
ma a riva de Biaxio in la caxa fo de sier Dona Mar-
zello de la qual la Signoria paga de fitto duca-
li 100.
Da Verona se bave aviso particular, per lettere
del Camerlengo Donado in suo fratello, che a di 38
da sera morse sier Daniel Barbaro capitanio de 11
per danari, a cui 1* Idio doni requie.
Del Capitanio general da mar sier Piero
Landò, fo lettere, date a Monopoli, a dì 18^
replicate, et avisa di pid
Vene sier Polo Capello el cavalier proeurator
in Collegio, dicendo non haver danari ma ha ven-
duto una sua possession sul Piova a uno ciprioto no*
minalo ... per 3000 ducali a darli questo Marzo
proximo, et la Signoria se ne servi de quelli.
Copia de una lettera scritta per el duca de ^
Urbin capitanio Beneral nostro, al suo ora-
tor de qui,
IfobUis dileetissime noster.
Havemo questa malina veduto, per una lettera
ducale, quanto la Signorìa Illustrissima scrive a
questo clarissimo Proveditor Contarini, et quanto,
anco per le tre ultime vostre, ebe bavemo ricevute
3^1
UDXXvnr, apriul
322
ne havete scritto de la confidentia et amorevoleza
che li signori nostri illustrissimi et molli particolari
genlilhoraeni mostrano verso de noi ; del che certo
havemo quel estremo piacer che ha ciascuno che
exlnemaraenle desidera servire, nel qual termine
s<ìn io cum questo Serenìssimo Dominio, sì per el
carico che noi tenemo, come per l' amor el V afe-
cionalissima servitù che li portamo, a voi notissima.
El cussi liberamente vi replico, che in generale et in
particulare, sempre che vi sia parlalo de noi in tal
materia, li affermiate cum tutta la bontà del modo,
che per quanto è in noi et quanto si possono exlen-
dere le fatige et le vigilie nostre, sperino liberamen-
te de noi, et eum le gagliarde el cum le mediocre
provisione tutto quello che potessero sperare mai
da qual più affelionalo servitore che questo Stalo
illustrissimo habbia haulo né sia per bavere.
Circa el parer nostro al presente, in caso che li
inimici russerò si presti al descender che ancora le
nostre forze de ultramontani non fussero in esser,
dicemo che nostra inteution saria firmare conve*
niente presidio in Bergamo, Verona et Vicenza, el
noi cum el resto de 1* exercito metterci in campa-
gna in quel loco et sito che cum più vantaggio no-
stro se potesse fare, et dove, col fortiOcarne, non
solo venissimo a star più securi dal nemico, ma se
potesse ancor haver cum noi, secondo el bisogno
che particularmente polesse accadere, le gente che
russerò poste in qualsivoglia de le sopraditte città,
si per poter coaditivar sempre un loco più che
r altro cum magior forze, si per poter batter qual-
che disordine de Tininùco quando la cascasse, sfor-
zandoci maximamente quanto fusse possibile coa-
diuvare tutto quello che*l nemico designasse of-
fendere finché arrivassero le forze nostre do li
2i6« ultramontani, le quale subito che noi havessimo
speraressimo farne veder bon frutto, ancor che lo
inimico cum haver hauto tempo de recognoscersi
et assetarsi ne potesse sorgere qualche magìore
dilGcultà. Né intanto mancaremo anco di fare lutte
quelle provisione che ne parcrano possino giovare
a li passi el lochi dove T inimico potesse cominciare
a descendere, anchorchè siano molli el diversi. Ma
ben vi dicemo questo, che hessendo che a le cose
di Vicenza noi habbiamo dato bon ordine, el mede-
simamente a questo di Verona insieme cum questo
clarissimo proveditor Contariui a la diligeutll et
vigilantia del quale certo ci pare non ci possa ag-
giongere, voressimo mò o a gran giornale o in
slafetta arivare a Bergamo el reveder un poco li
quelle cose, el nel medesimo tempo haver consulta
JHarif di M. Baiiuto. — l^m. IL VII.
generale sopra el tutto eum el clarissimo Provedi-
tor Moro et li altri signori capilanei, senza consu-
mar niente de tempo indarno. Però direte a la Si-
gnoria Illustrissima da nostra parte, che questa an-
data ne parerla necessaria, et piacendoli voressimo
exequirla in • ogni modo cum ritornare qui in Ve-
rona subito ; el che se la commissione bavula del
nostro star de qua dal Minilo non fusse stata tanto
expressa, certissimo a quest' bora, hessendo di già
provisto qui come é dillo, per anticipar ci saressi-
mo posto in camino a far questo efetlo. Però subilo
lì farete intender questa intention nostra cum lo
mandarne volando la risposta, perché non vores-
simo in quest) perdere oncia di tempo, restando
maxime qui il signor proveditor Contarini, a la
cura del quale cerlamenle ogni gran peso si po'
comettere, remettendoci a quanto più largamente
scrìverà sua magnificenlia cum la quale del lutto
havemo ragionato in longo.
Questo e quanto é nostro parere al presente ; el
quale da poi che con ogni reverenlia barete exposto
a la Signoria Illustrissima, la suplicarete da nostra
parte che et adesso el sempre che le nostre opinioQ
non li satisfacessero, se degnino farcine intender
sempre resolulamente la sua volunlà, che posta
ogni altra cosa da parte non penseremo che ad
obedire sicome rizerca el debito nostro.
El perché sapiate che non si manca in rassetare 217
li nostri cavalli legieri secondo ve scrivessimo per
r altra nostra, già havemo fatto venire el signor
Costantino Boccali, el expectamo qui el conte Am-
brosio per dare assetto ad tulio: et dite liberamente
a la Signoria Illustrissima che le nostre gente sa-
rano presto si bene in ordine che acompagoaranno
benissimo el desiderio nostro, che é exlremo, de
servirla. Havemo anco mandalo di novo ad solici-
tare li fanti nel paese.
Bene valete.
Da Verona, a li 28 de Aprile 1528.
Sotloscrilla :
In mezo la lettera :
Francesco Maru duca or Ur-
bino eie. del Serenissimo Do-
minio veneto capitanio ze-
neral.
A tergo: Nobili dileclissimo oratori nostro
Venetiis, domino Baldantonio Falcutio eie.
i\
333
IfDXXVin, APRILE.
324
218') Da poi dìsnar, fo Conseio di X, con la Zonla.
Da Vicenza, lettere di sier Zuan Antonio
da ehà Taiapiera capitanio, di 29 Aprila hore
2 de note. Come, da le parte di sopra ho per più
persone venule hozi, '•.he di Alemagna venivano a
Trento assai cavalli borgognoni armali a la liziera,
et hozi ne dovea gionger. La mostra general si do-
vea far Luni passato a di 27 tra Bolzan et Trento ;
le monitione esser aparechiate, et de 300 carri co-
' mandati esserne glonli a Trento 150 a quali darassi
8 rayncs per cadauno. Un altro poi venuto de Agne-
lina dice, che 'I capitanio Tegen era andato in terra
de grisoni per far fanli, ma loro se haveano voluto
levar, et che 200 lanzinech doveano andar a incon-
trarsi con 600 fanti che venivano di Àgnclina et
non si ha inteso ci camino hanno a far.
Da Verona, del podestà sier Zuan Emo et
sier Carlo Contarini proveditor general, di 29.
Avisano la morie di sier Daniel Barbaro capitanio,
beri sera a hore . . . . , et alcune altre nove di
le parte di sopra.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 27, hore 8 di notte, particular. Come havia
ricevuto una dei proveditor Moro, li avisa che man-
dano a la voKa del Po per difension di le terre del
signor duca di Uilano, cussi richiesti da Sua Excel-
lentia, il signor Cesare Fregoso qual sera al guberno
di tutte quelle gente si di esso signor Duca come
nostre, et domino Petro Longena per gubernator
di Pavia con homeni d*arme 200, cavalli lizieri
200, et fanli 1000 io tutto de li nostri, olirà quelli
del signor Duca che sarano almen 1500 fanti. Ini-
mici danno fama di voler andar a la volta di Genoa
et Alexandria ; ma questa provisioQe di le gente gli
romperà lì sui disegni.
Del ditto, di 28. De novo habiamo, per uno
nostro fidato si atrova in Alemagna, che lui se ha
trovalo in Yspruch al compir di la ultima dieta fata,
dove tra li altri se alrovò el conte Girardo de Arco,
el conte Raptista da Lodron, el signor Caslelalto, i
quali veneno a la volta di Trento el hanno messo
ordine di venir zoso con gagliardo exercito ; et che
il Mercore drieto le feste venendo lui nuntio zoso
318* da Yspruch et da Ala, alrovò per la via alcuni fanti
cttfNÌ quali parlò etji disseno ha ver haulo mezo
rnynes per uno, el che non haveano danari da farsi
le spese per la via, el che insieme cum lui arivorno
a Bolzano el li aspectavano che venisseno danari.
El partilo dillo nuntio da Bolzano et giooto a Cor-
ti) UctrU 217 *é bUaca.
line, trovò da 3000 persone a la Stanga, el a Sante
Paulo cercha 2000 et che venivano da la volta de
Merano, i quali dicevano che erano d' acordo cor
la Illustrissima Signoria de haver il passo, et \m
quanto ditto nonlio dice, poder comprender rli€
vano in qualche loco a pie saldo, et che haveano
fallo comandar tutti li carri che vadino a Trento,
et che ognuno fuza et asconde la roba. Item, dice
che uno Orlando Portello da Salò era gionlo de lì,
venuto da Manina et Ferrara, el era stalo via più
giorni et gionlo a Lodrone la notte seguente se par-
ti et andò a Trento ; el lutto esso nunlio ne aferma
cum certeza.
Del Capitanio cenerai da mar, da Monopoli,
di 19 et 21. Come è li, el la (erra di Brandizo si
daria, ma per causa di castelli non si poleno averla
acciò non minasse la terra, bisognando exercito da
terra. Et intendendo che 1 castellan del Scoio man-
dava sua moier verso Ragusi col suo haver, ha
expedilo la Sanuda el Zustignana do galle (>er ve-
der di prenderla. Item, essendo zonti li 25 milia
ducati vanno in campo a Trane, ha mandato una
galla conlra a tuorli, videlicet la Badoera. Item,
ha auto lettere del campo, del Pi.xani el Pexaro, di
15, mia 7 apresso Napoli, che insta el vadi con la
armala a Napoli; il che lui non poi far (non) haven-
do ordine di la Signoria nostra, el etiam le galle
esser mal ad ordine.
Noto. Ditto ordine lì è sia scritto per Pregadi
che *l vadi eie.
Item, scrìve et manda do lettere haute da sier
Andrea Zivran proveditor di cavalli Iczierì, qual ha
trovato il Viceré verso Otranto, el nostri straliolì
erano da 60 cavalli, el li investite et li rumpele.
Preseno alcuni da conto, il Viceré scampò con tre
cavalli. Item, hanno haulo la terra dì Leze, et man
da lettere del baron di Leze qual é con dillo Zivran,
di 18 et 19, che questa rota del Viceré è stata cosa
miracolosa. Scrive non ha remizo, et si mandi 1500
remi, et tamen in questo mezo feva a Traoe pre-
parar biscoto.
Et nota. Il baron di Leze, fo quello entrò io
Leze, scrive voi levarsi et andar a prender la roca
di Mola eh' & molto danizà la terra.
In questo Conseio di X, prima fu assi semplice
su presonieri et alcuni monetarii eie. Da poi con la
Zonta preseno la gratia di sier Aguslin Nani di sier
Polo, che M possi intrar in Pregadi in luogo di sier
Marchiò MichicI avogador extraordioario; la qual se
perse altre do volle.
Fu preso, per trovar danari, che al pubiieo io-
325
UOXXTUI, APRILE.
8S6
canto vender si debbano le eanzclarie del Podestà
di Padoa, Podesiì di Vicenza, Podestà et capitanio
di Treviso et Podestà di Asolo per 10 regioienti,
ut in parte.
Fa posto, quelli hanno eondutlo in questa terra
formenli et voleno trazerli fuora la soa trai), li sia
donalo di don soidi ì^l per staro, et non lo trazino
md lo vendano in questa terra. Fu presa.
Noto. È sta manda a Verona de qui stara 4600
per bisogno di la terra, et a Vicenza stara 1000.
Hozi la farina in Fontego calò di lire 13 a lire
1 1, et sol tardi Tu fatto la grossa lire 10, il Tormento
lire 9 ; si che 1 cala a furia.
Da Feìtre, di sier Toma Lippamano pode-
stà et capitanio, di 30, hore 24. Essendo bora
ritornato lo mio explorator mandalo a Bolzano per
veder far la mostra secondo se divulgava, referisse
che, ritrovandosi Venere 24 del corrente a Tramen,
et intendendo non doversi far mostra general, scor-
se per tutti li infrascritti lochi dove vide grandis-
simo numero di fantarie, et dicevasi esservi bandie-
re per ogni loco, come appare qui di sotto. Et
Tenuto a Bolzano dove stete Doroinica et Luni,dice
esservi bandiere sei di fanti 500 per bandiera, ma
cavalli non vi sono, et vi era Marco Sielh capo di
tutte le faniarie, et il conte Girardo di Arco. Mon-
stre general et ordinaria non si ha facto né dato
danari ad alcun fante ; ma ben ogni bandiera ha
fatto la monstra da se et mandati in quesl lochi per
alogiar a spese de lì babitanti, et aspectavasi danari
per dar a diete fantarie et far la monstra general,
qua! danari se dicea doveano esser mandali per li
mercanti di le terre franche. A Bolzano se dicea et
firmiter se divulgava, che parte di questa gente
dovea andar a la volta di Valcamonica per andar
a Milano, et parte zoso per longo V Adise su la
campagna di Verona per andar a Bologna, da poi
de longo nel reame per subsidio de Ispani ; et di-
ceasi che fra 15 giorni calerano, et più presto non
si credea, per non esser ancor zonti li cavalli né li
danari. Ritornando heri per la voKa di Trento, ba
^19* visto gran quantità de somieri cbe conducono biava
per conto di Cesare, et dimandò. Li fu ditto che *l
duca di Baviera bavea donato a Cesare stara 60
mtlia di segala, parlando a staro venetiano, subiun-
geodo che per tulli li lochi dove é slato vi concore
assaissime fantarie, ma a molti danno licentia, et
scriveno aolum quelli li pare. A Trento nulla ha
vrsto, salvo il castellano che vi si trova, e per la
Vale Sugana h« scontrato para di boi ^50 cum li
sui carri et vasladori drieto cbe vanno verso a
Trento. Dice ancora che a Trento se dicea che di-
mane si dovea dar principio ad far del pane; et per
ditta valle nulla altro si vede.
Numero di bandiere si trova ne ìi lochi
ut infra.
A Tramen bandiere numero 9
A San Polo .
A Cortachio .
A San Michiel
A Caldero .
A Meran . .
A Bolzan . .
>
8
3
4
5
8
6
numero 43
(De) li soprascritti lochi, sei sono tutti situati di
là de PAdese a longo dillo l'Adese, et le bandiere si
dice esser de fanti 500 1* una, che sariano la summa
fanti numero 31 milia et 500. .
Da Fiorerufa, del Surian orator, di 26. Co-
me era stato con quelli Signori insta le lettere aule
di la Signoria nostra, rechiedendo volesseno con-
tribuir a la spexa de li lanzinech vien in Italia man-
dadi per il re Chrislianissimo, atento le monilion
di Alemagna. Et ditti Signori li hanno dato bone
parole dicendo si vederà, dolendosi di le exortalion
fate per TOrator nostro in Pranza che 1 re Chri-
stianissimo rompi guerra di là a Cesare, il che non
è altro eh* a romper le cose de Italia.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, di 330
29 Aprii 1528, manda questo sottoscritto
reporto.
Uno venato referisse, come Mercore a di 22
del presente se partite da Riva et andò a Trento,
dove vide barche 34 butale in aqua cum parte di
ponti sopra esse, et parte sono in San Marco, et son
ponti da passar fiumi in ditto San Marco. In la mo-
nilion era casse et perfossi pieni di farine, et olirà
altre farine, pareva esser da 100 perfossi zoé botte,
et masenavano a furia per tutte quelle valle. Su la
piaza del Signor pur in Trento sono do mude de
scale forade al pé, et una cilela in zima da zercha
3'2, et li era un pezo di arleilaria da lire 40 et alcu-
ni beri et da 6 case (?) usate. La Zuoba seguente a di
23, el soprascritto se transferi in la Val de Non,
dove vide assai fanti che andavano a Calder et Tre-
me, che sono tra Bolzan et Trento, per locar danari.
827
MDXXVUI, MAOOIO.
338
et il Venere di 24 andete a Bolzan et fece colalion
Il a Bolzan, dove vide arivar quei giorno instesso,
et andò in Valsugana dove erano assai soldati che
venivano per locar danari, et iterum ritornò a
Trento dove arivò il conte Balista da Lodron quda
sera proprio a slapheta, et parlò li un gran pezo
col Trochstolfo maestro del campo. La Domenica
agionseno quatro forieri a Trento, et andavano ve-
dendo li alozamenti che son tutti segnati, et se
aspeclava 500 cavalli, et che era ancora in Yspruch
et a Bolzano; i quali 500 cavalli erano a Bolzano et
Marti li aspectavano a Trento. Luni el conte Batista
et il Trochstolpho comesseno a li deputati di Trento
che fassino far il pan el che lo faccsseno sasonar
ben, et che Luni, Marti et Mercore tulli i carri se
doveano alrovar a Trenlo, et ogni terra dia dar
220» carra 3 che poleno esser da carra zerca 60 in 70.
11 conte Girardo ha ditto al prefalo nuntio ....
che hanno dado 1000 cavalli per menar vituarie el
altre cose necessarie per il campo, el che tutti i
gentilhomeni convengono andar in campo in per-
sona mandarli uno di fioli, el che '1 Principe ha
mano in queste cose perchè si divulga venir a dani
di la Illustrissima Signoria, et publìcamente dicono
venir a man salva. Et che 'I capitanio Tegen vien
cum 4000 lanzinech et 4000 grisoni zoso per Val-
tolina a la volta di Milan, et che questi altri, per
quanto pono considerar et ha inteso, sono per venir
per una di do vie, o per la via de Val di Lagro o
per via de li forni di visenlina, el che fra 5 o f>
zorni al più se avierano. Et che heri, che fu a di 28,
tien habino Gnito di far le mostre, si che crede che
sarano come è sta dillo a camino fra 6 zorni, et
che moltiplicherà grandissima gente molto più di
quello si tiene. Li capilanii sono il duca di Brun-
svich el Marco Sieth, et il conte Girardo de Arco,
et il conte Balista da Lodron sono capi di colonello
et consieri del Duca.
22 1 Del mexe di M^eo 1528.
A dì primo. Introno Cai del Conscio di X sier
Nicolò Trivi.xan, sier Lazaro Moccnigo el sier Hi-
ronimo Barbarigo.
Dal campo, apresso Napoli mia 7, a dì 17,
da , . . * Scriveno, sier Alvi.xe Pi.xani procuralor
et sier Piero da chà da Pexaro procuralor, come
in Napoli erano intrali spagnoli et lanzinech et sono
al numero di 9000, el haveano liccntiato li italiani
excepto Fabricio Maramaldo con 500 fanti eh* e
resta eoo loro ; et come erano venuti nel nostro
campo 3 capitanei corsi con fanti 600 erano con
inimici, volendo tuor soldo. Lulrech li ha dillo
quando voleano haverli non hanno voluto venir, el
mò voleno venir che non li bisogna, et li ha inviali
a la volta di Calabria, con farli star et non fazi dan-
no ; el qual Lutrech molto si ha dolesto con loro
Procuratori che li danari non erano lontani (?), oè si
poteva mover se non si paga prima le zenle, usando
sopra zio gran parole, dicendo veder V impresa di
Italia persa. Jtem, li risposeno, per li tempi non
son zonti. Voria etiam V armada nostra venisse a
Napoli, dove è Filippin Doria con 9 galìe et havi;i
preso do nave che di Sicilia con formenti voleano
andar a Napoli, et una fregata. Scriveno, Lutrech
dice avanzarli per sto mexe scudi 48 milia el vera
r altra paga. El il Re voi alender a romper in Pi-
cardia ; saria meio atendesse a Italia, perché sa le
cose di Franza, non porà far tanto, liem, li corsi li
hanno ditto in Napoli havér vituarie per do mexi ;
ma pativano per li molini da masenar : tolendoli le
aque, stanano mal. Scriveno, andarano alozar 3 mi-
lia apresso la terra ; ma nel levar il campo si va
disordinatamente. Lulrech non voi aldir patiscono
il campo di vituarie perchè li ministri di Lutrech
governa mal. Tamen lo exercito nostro è molto
potente.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di 30 Aprii, hore 8 di
notte. Di novo si ha, di sopra a Egna, Tremeo et
Meran sono adunati fanti 5000 et se ne aspetta as-
sai, et questo aviso è certo, el esser zonti a Bolzao
li cavalli borgognoni. Si duol non li é provision io
Vicenza et con 400 fanti che se li manda non si
potrà difender : hozi aspetava li domino Baldisera
Asal con la sua compagnia di fanti.
Et tenuta fin hore 15 per non esser p<is8à
posta, scrive mi è zonto nova di le cose di sopra
per uno messo il qual parlile di Trenlo Marti da
sera, a dì 29. Dice come in Trento cargavano carri ^
300 Ira munition et vituarie ; la qual cosa ludica
mal assai per qui, perchè volendo inimici tuor la
volta di TAdexe et venir sul veronese, non biso-
gnaria cargar li carri a Trento, però si provedi a
quella cita in la qual non è alcun pressidio.
Vene V orator del duca di Milan, et parlò di le
presente occorenze, et per saper di novo.
Vene V orator di Fiorenza per il qual fo man-
dato, et dichiaratoli le nove si ha di lanzinech che
vien zoso, quali potrano far mal assai, però biso-
gnerif) obstarli, el quella Signoria cQpsideri il peri-
colo el ne mandi prcssidii di danari a resister a la
m
MDXXT0I, MAOOIO.
880
loro furia ; con altre parole che *l Serenissimo li
disse di ordine del Collegio. El qual orator domino
Bartolomeo Gualleroti dottor, vestilo di veludo
cremexio, disse spazeria lettere dì questo hozi a li
sol signori, et cornunieoe nove vechie del campo.
Et come ha di Fiorenza che madama Margarita
mandava et za havia inviati do oratori in Ànglia a
quel Re per tralar pa.\e eie, el volevano far Irieve
eoo la Fiandra acciò le merchadantie occoresse.
Horin conclusion, lui orator disse scriverla hozi
in bona forma^ el li pareva si havesse raxon.
Veneno alcuni a oQerir Pimprestedo, fra li quali
sier Carlo Morexini proeurator ducati 100, uno
Are-odi mercadanle ducali 500, et alcuni altri, el
trovono da zerca
Fu proposto di far hozi un Proveditor et vice-
capilanio a Verona con pena et ducati 140 ai mese
per spexe, el fo leta la parte.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera eapitanio, di 30, hare 3. Come le
rnotione alemane multiplicano, el di più mi riporta
questa sera uno venuto da Trento, che 8 bandiere
di fanti sono sii expedite verso la roca di Anfo, a
qaal efecto non si ha inteso. Scrive, questa sera é
zonlo qui il forerò di domino Baldisera Azal, qual
dice la compagnia esser tra Monlagnana et questo
territorio, el caminano in diligenza, el dimane sa-
rano qui, et sono fanti 500, benché l' ordine datoli
sia solum di 400, dicendo haverne lassato de 11
preparati altri 900, quali volendo la Signoria tuorli
sariano qui fra 3 over 4 zorni, bisognando.
¥li Da poi disnar fo Pregadi, et fo leto le sopra-
scritte lettere.
Da poi fo chiami quelli mancava l'ultimo Pre-
gadi a venir a offerir di prestar, et sier Jacomo
Corner qu. sier Zorzi el cavalier procura tot oferse
per lui et per sier Zuane suo fradello ducati 3000.
Item, sier Antonio Venier qu. sier Marin procura-
lor ducali 200 el donoe il don. Sier Piero Tran
tolse rispetto, el altri presfono, si che fo trova 4575,
et r ultimo fu sier Zuan Antonio Dandolo qual vien
in Pregadi per esser sora le cose de le aqoe, el
senza esser chiamato oferse ducati 50, el cussi ul-
timo di tutti fo publicù.
Fu posto, per li Savii, una lettera a sier Antonio
Surian dolor el cavalier oralor a Fiorenza, in ri-
sposta di soe, che vogli solicitar quelli Signori vo-
gli in tanto bisogno come collcgadi nostri aiutar
(iueslo Stado a obslar al numero grande di lanzi-
nech viencno.in Italia, il che sarà il mantenimento
di quella Republica ; per tanto si voglino risolver
in voler pagar li lanzinech manda in Italia il re
Christianissimo con altre parole. Fu presa.
Fu posto, per li Savi, essendo morto a Tre-
viso il strenuo Bartolomeo «Avogaro, qual era a
quella custodia con fanti 100, si mandi Alexandro
da Colorno provisionalo nostro, fo fiol di Zanno
da Colorno con il stipendio consueto, el fu presa.
Ave : .... el il zorno sequenle fo expedilo.
Fu posto, per li Savi, condur a nostri stipendi
uno Zuan Jacomo con sguizari 700, el uno capi*
lanio Sichardo con grisoni 300. Et fu presa.
Fu posto, per li dilli, essendo sier Daniel Bar-
baro capitanio di Verona, per la importantia di
quella città sia de praesenfi eleclo per scurlinio
di questo Conscio con pena uno Proveditor zene-
ral di Verona et del territorio et vicecapitanio in
Verona, vadi con cavalli 10 el do stafieri, meni
uno secretano et il suo fameio, babbi per spese
ducati 140 al mexe a soldi 124, et 1* utilità el sa-
lario havia il capitanio Troto resti in la Signoria,
el parti immediate. Ave 132 questa.
El sier Hironimo da chà da Pexaro savio del
Conscio voi si fazi senza pena. Ave: 31, 1, 1.
Scurtinio di Proveditor et vice capitanio a
Verona con pena^ iusta la parte.
Sier Alvise Barbaro fo Cao del Con-
scio di X, qu. sier Zacarìa ca-
valier proeurator 86. 82
Sier Francesco Pasqualigo fo capi-
tanio di le galle di Alexandria,
qu. sier Vetor 64.105
Sier Hironimo da chà da Pexaro
savio del Conscio, qu. sier Be-
ndo proeurator 69. 92
Sier Polo Valaresso fo podestà a
Bergamo, qu. sier Gabriel • . 41.122
t Sier Piero Nani fo podestà a Ve-
rona, qu. sier Zorzi . . . . 112. 50
Sier Sigismondo di Cavalli fo pro-
veditor in campo, qu. sier Ni-
colò 59.109
non Sier Lunardo Emo savio del Con-
scio, qu. sier Zuane el cavalier,
si caza col Podestà,
non Sier Zuan Emo podestà a Verona,
qu. sier Zorzi proeurator.
El qual sier Pòlo chiamalo al Serenissimo, tolse
rispeto a da matina.
88t
IfDUTUIi MAGGIO
m
332« Da poi licenliato il Pregadi, essendo Mi note
una parie di elezer per eleelion et la banca 14
zentilhomeni con ducati 30 al niexe per spexe per
mandarli 9 a Padoa^a le porle et piaza et 5 a
Trevixo con ... . archibusieri per uno, parse al
Serenissimo et alcuni di Collegio esser moio elezorli
per Collegio con li Cai di X. £1 cussi fo fato una
noia, et mandati che venisseno da malina in Col-
legio, et fo scritto con li Cai a Padoa et Treviso
di haver bona custodia.
Questi sono li chiamati,
Sier Nicolò Donndo fo capitanio di le galle
di Bariito, qu. sier Andrea,
Sier Vicenzo Zantani fo capitanio di le ga-
lle di Àlexand^ia, qu. sier Zuane,
reiVidò Sier Alexandro Contarini fo ca*
pitanio di le galle di Barbarla, qu. sier
Andrea,
Sier Nicolò Trivixan fo provodilor zeneral
in Daitnatia, qu. sier Piero,
Sier Stefano Trivixan fo soracomito, qu.
sier Nicolò,
Sier Alexandro Boudiniier fo soracomito,
qu. sier Francesco,
Sier Berluzi Contarini fo capitanio di le ga-
lle di Alexandria, qu. sier Andrea,
Sier Francesco Bragadin fb capitanio di le
gaire di Baruto, qu. sier Vetor,
Sier Francesco Dandolo fo soracomito, qu.
sier Zuane,
Sier Nicolò Bondimier fo soracomito, di sier
Andrea.
Sier Lodovico Michrei fo provodilor a Civi-
dal di Friul, qu. srer Piero,
Sier Bironimo Taiapiera fo capitanio et prò-
veditor « Legnago, qu. srer Ahise,
^ier Antonio Baxadona el XL Criminal, qu.
sier Piero.
233 Adì 2 Maao. La matina. Vene in Collegio sier
Polo Nani electo beri Provodilor a Verona et vice-
cipitanio, et aceptoe, dicendo si noetleri ad ordine
et andarà prestissimo.
Vene V orator di Milan rechiedendo alcune mo-
nition per lettere del suo signor Duca. Li fo rispo-
sto bisognar a nui. Et era con lui uno altro nuovo
orator del Duca, venuto a stapbela, in loco di quel
missier Sclpion di la Telia il qual fu forilo a le
Cavalchaselle et restò a Verona amalato, unde il
Duca mandò questo altro nominalo domino Fran-
cesco Tusignano el qual apresentò lettere di cre-
denza el poi disse
Da Verona, di sier Zuan Emo podestà et
sier Carlo Contarini proveditor zeneral, di
ultimo. Come, havendo esso Proveditor hauto la
lettera del Senato, parlò al signor Capitani© zene-
ral, et li lexé la lettera, el qual partirà da malina
per Salò, Ampho et Bergamo, et parlerà col si-
gnor duca de Milano, ponendo ordine a quello
acade. Item, mandano reporti bauli di sopra zer-
clia cavalli et fanli zonli a Trento, et haver dato
danari ut in litteris. Et il capitanio Tegen è
con 10 milia ilo in Valtolina; etiam su V Adexe
verso More é alozalo zenle; li qual reporti non
li havendo potuti haver, non li scriverà ad Ut-
teram. Item, scrivono che a sorte hanno butato
la deputation de 8 zentilhomeni, et fato la mostra
de li soi compagni archibusieri, et li hanno posti
ut infra :
Sier Alexandro Donado qu. sier Polo, a la piaza,
Sier Zacaria Orio qu. sier Zuane, a la piaza,
.Sier Filippo Corner qu. sier Hironimo, a la cit-
tadella,
Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzolo, a la porta
di San Maximo,
Sier Ambruoxo Contarini qu. sier Andrea, a la
porta di San Zurzi,
Sier Almorò Barbaro di sier Alvixe, a la porla
del Palio,
Sier Agustin da Canai qu. sier Polo, a la porta
del Vescovo,
Sier Ise))po Badoer qu. sier Bernardin, al baslioo
di le Cadene.
Da Brexa, di sier Zmn Ferro capitanio, 5
di 29 Aprii, hore 2 di notte. Come ha, per via
di Valcamonica, per uno venuto di sopra, che acerta
a li 27 fìn bora esser zonto su quel di Trento
1000 cavalli, el che tuttavia giongeno fanli assai,
et che non credeva che per ,qaesto si havesse a
temer de qua in Valcamonica ; ma che *1 capitanio
Tegen a Male fa coadunanza de gente che vi van-
no et di Valtolina et d' altrove, qual facilmente
potria drizarsi a questa volta de Valcamonica et
dar qualche fastidio; per il che ha mandato doi
messi de sopra, et quanto riporterà si darà aviso.
333
«DXXTIII, MAGGIO.
384
Dd diito^ di ultimo. Manda alcuni avi$i zoé
do iellere:
Da Bergamo^ di sier Zusto Quoto capi-
tonta, di 39, al ditto eapitanio di JBrexa, Di
novo, per li avisi habiamo, pare le coso di sopra
andar moUo inaoli, et che hozi doveaoo esserio
Trento Tanti ) 5 milia, et da pò el suo partir do-
veano sopragionger 1800 cavalli quali erano a
Slerceuch el Yspruch et altri loci ivi vicini, el che
ancora erano comandati a la Valle de Sol et Non
ÌK>vi 400 el guastadori 100, et che uno duca de
Bransbaicb é eapitanio di esso esercito generale,
né ancora se intende qual camino habbino a fare.
£l bavendo vostra roagniOcenlia cosa alcuna, quella
si degni participar, et ricomandarmi al magniGco
jnissier Ballista Martinengo el al maguifìco conte
Federigo da Gambara ci magnifico cavalier Lu-
zasco el tulli quelli altri gentilhomeni el al ma-
gnifico* Podestà, che prima dovea dir, el ofierirme
a Culla la sua corte.
Copia di una lettera del signor Jarius Ma-
ria di Campo Fregoso, data a Orgnan, a
dì 29y scritta al sopradiito eapitanio de
Brexa.
Clarissimo signor eapitanio.
Azio la signoria vostra non stia senza avisi
dal Canio de qua, con questa la sarà avisala per
avisi havemo in questa sera da Milano, come mi-
lanesi dieno exbursar al signor Leyva de qui a
Domenica 35 milia scudi rechiesti so{)ra le coxu
trìbuliooe, et che bauli ditti danari deve esso Leyva
ussir de Milano et andare aj Abbiate el poi a Pa-
via, el che il castellano de Musso richiede a brian-
ceschi aJlogiamento per 2000 fanti, over dar page
per essi, el che esso castellano ha mandato for^
o^i menlo io quanlilà a Como per inviarlo poi a Mi-
lano sicome sarà bisogno. Vtil in Milano lire 55
imperiali il mozo el lire 34 il vino la brenta; el
prelJo di le altre vituarie e carissimo. Altro non
bav^nio per bora degno de avisare la signoria
vostra, a la qual de cuore me ricomando.
Da Orgnano, 29 Aprile 1528.
Essendo andata la scorta de nemici a la volta
de Serooo quasi distante da Milano 12 milia per
viluarie, gli sono andati el conte de Caiazo el Loi-
zBSco eoo altre compagnie a la volta de Milano
aziò iieiDici non passino uioire ad noccorrer^ ; et
de quanto sucederà la signoria vostra ne sarà ad-
visata a la zornala.
Sottoscritta :
A comandi de vostra signoria
Janus Maru Fregoso.
A tergo: Al clarissimo signore mio honoran-
do, il signor Gioanne Ferro, de Brexa eapitanio
degnissimo.
Da Cassan^ di sìer Toma Moro proveditor
Menerai, di 29. Come per diversi avisi se ha, cbe1
signor Antonio da Leva de brieve e per ussir fuora
di Milano con tutte le sue gente si alemane come
spagnole, et disegna andar con quelle a eooiongersi
con le altre sue gente che in questi giorni passorno
Po, quale bora se atrovano a Basignana, et cbe vo-
lano tentar de entrar in Placentia et ivi inlerlenirsi
fin che gli venga soccorso, et poi venuto dissegna-
no de voler andar ad Alexandria et a Genova.
Da Bergamo^ di sier Justo Guoro eapita-
nio, di 29. Hora havemo aviso da le bande de so-
pra, per uno vien da Bolzano, qual porli Sabato
proximo passato da Bolzano, dice che 11 a Bolzan
et Meran et lori circumvicini erano gionli gran nu-
mero de fantarie, et per quanto se dicea in Bolzano
de numero 15 milia, et se doveano faoEi partir et
andar a la volta de Trento, et da poi ei loro partir
dovea soprazonzer 1800 eavalli quali erano a Star*
eeuch et Yspruch et altri lochi ivi vicini ; et die
ancora erano sia comandati in Val de Sol et de
Non bovi 400 et guastadori 100, et che *l duea de
Bransvich é eapitanio zeneral da esso esercito, né
si sa fin hora el viagio suo dove i veglino drezar.
Di Franjsa, di sier SeòaiUam Justinian el S 25')
canaUer oratar, date a Paris^ a di $ et 6, De
coloqui hauti eoo V oralor anglico aerea Raveoa et
Zervia, le qua! terre la Signoria V ha lolle de vq«
lontà de la liga aziò non capili io man de spagnoli,
el al presente é bon atender ad altro <be a questo,
perebè la Signoria ha speso taolo io flaveooa et
posaessa tanto tempo. Lai Orator disse: <L*bavé ear*
pida ei sarà causa de guerra, el Papa sa aeordert
con t' loiperaior > poi dfise ; < Vuì §e sii causa che
lo episcopo de Pistoia Puzt orator dd Papa iieji
paesi in Spagna, et ave btto questo Re non lo km
andar » Al die hii Orator rispose ehe la Signoria
335
MDXXVHIi HAOOK).
336
225'
non ha colpa alcuna. Il qual anglico li disse che
madama Margarita havia manda uno suo oralor al
so' Re per haver salvocondulto per uno altro voi
mandar in Spagna a tratar paxe, et gè V ha dato.
Item^ scrive ci Re esser apartndo per esser la sep-
timana santa, et lui Orator parloe col Gran eanzelier,
qual li disse la voluntà del Re è che la Signoria
tegni Ravena et Zervia, et non dubilè de questo;
con altre parole.
Di Anglia^ di sier Marco Antonio Venier
él dotor^ oratoTy di ultimo Marzo. Come era
zonto uno orator de madama Margarita per haver
salvocondutto de uno altro a mandar in Spagna,
perché voi tratar acordo et paxe, et che manca per
el re de Pranza qual non li mantien quello li pro-
mete, il Re rispose tenendo le raxon def re Chri-
stianissimo, tamen li dà il salvoconduto, con questo,
se per tutto Mazo non se concluda, voi romper la
guerra. Et cussi è sta contento, el manda uno suo
etiam in Spagna ; et altre particularità, ut in lit-
ieris.
Di sier Toma Contarini va orator al Si-
gnor turco, date a Sibinico, a dì 22 et 26 de
Aprii. Come a di 8 parli el per molli tempi con-
trari et pioze el suo navicar è sta longo, el adi 21
da sera zonse qui, dove sperava trovar cavalcature
per proseguir el viazo, ur^ non potendo baverne,
il é sti forzo a scriver al sanzaco de Bossina, el
spera sari servito. De questi confini non se intende
esser cavalcato alcuno, ma ben esser sta fai! coman-
damenti ffo forma che se mettano aJ ordine.
Spera trovar el Signor se non a Coiistantinopoli al*
men in ÀndernopoiI, el par a li confini sia uno ora-
lor del re de Boemia molto honorato el bene in
ordine per andar a la Porta. Quelli sanzachi di con-
fini non r ha lassato passar se prima non ha scritto
a la Porta ; di che aspecla la risposta.
Di sier Zuan Moro proveditor di V arma-
da, date apresso Monopoli, a dì 21. Scrive co-
me elCapitaniozeneral ha auto a mal de la sovention
ha dato a le galle per el venir in Puia, et etiam de
le nave de formenti presti voi haver la sua deci-
ma, qual lui Proveditor 1* ha tolta, perchè fu presa
havendo lui el governo del mar etc. Suplica sia
fato venir a disarmar : é mexi . . . . é fuora.
Da Trani, di sier Vetor Soranao provedi-
tor, di 24. Come se aduna la massa de le zente
francese et nostre venute per andar a la expugna -
tion de Manferdonia, dove par dentro siano 2000
fanti, et hanno 6 pezi de artellaria ma poca polvere,
et DOD beo d* acordo col caslellan per causa de
zelosia de certe soe fiole. Scrive, la massa se fa a
San Lonardo ; sarà el signor Camillo Orsini con
1300 fanti et 400 cavalli. Item, scrive tien pratica
col castelan eie Item, sopra la sua fede haulo fer-
menti fa far biscoli per l'armada, el za ne ha anca
fatto far 50 miera el altre particularità, ut in Ut-
feris,
JBo lettere da Orvieto, di 26, per uno messo
del cardinal novo Corner. Come Luni a di
el Papa havia publicà in concistorio cardinal el re-
verendissimo Cornelio» et datoli titolo sancii Pan-
cratii .... cardinal, el li manda il capello per
uno suo ... . nominato Nicolò de Medici. Et per
ledere de domino Alvise Lippomano, par Tarzive-
scovo de Spalalo suo fratello é zonto li, con pro-
mission al Papa, dando la camerlengaria a esso re-
verendissimo Corner, darli ducati 30 milia. Item,
come è lettere di Roma del cardinal Campezejegalo,
esser 11 venuto uno roman domino Stephano Por-
caro vien de Napoli, dice el cardinal Colonna era
sta pfeso, ei qual sopra una fregala passava ad
Ischia a far tornar a Napoli el marchexe del Vasto
che amazò quel fiol del conte de Polentia. Item,
che Lutrech a di 21 era entrato in Napoli coi gran
ocision de spagnoli; ma lai nova non se crede.
Ite^n, el Papa fava 400 fanti per mandarli a Ro-
ma, perché Sara Colonna con 70 cavalli el 700
fanti feva danno fin su le porle de Roma. Item,
come quelli erano in Viterbo partivano per Siena ;
et il Papa se dice andarà a Viterbo ; el sono qui bora
U cardinali.
Da poi disnar, fo Pregadi et ordina Conscio di j^g
X con la Zonta.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di primo, vene lettere, di
hore 24. Come hozi, per diversi advisi conformi ho,
che beri malina glonsero a Trento 1000 fanti el
400 cavalli borgognoni, el che Luni proximo die
gionger el reslo de lo exercito per aviarse verso
Verona, parte per la Val de Lagre, et parie per
Val de Rendena, che é dove calorno V altra volta,
el per quanto si ha vengono a danni de la Illustris-
sima Signoria et per stringer Verona ; el a Trento
pur cargavano 28 pezi de artellaria da batter, el
fanno conzar la strada de Val de Lagre dove la
é cali va.
Fo ledo uno aviso de uno stato a Brunich, et el
suo reporto in consonanlia de li altri, el zente assi
preparate etc.
Di sier Alvise Pixani proveditor general,
et sier Piero da chà da Pexaro procuratore
387
ItDXXVIII, ItAOGlO.
338
orator^ di 20, 21 et 23, date in campo, do mia
apresso Napoli a San Piero d^ .... Ma in la
primo, di 21, aeisa scaramuze fate con inimici eie,
et esser venuto uno fuora de Napoli fuzilo, qual el
cardinal Triulzi, ch'é preson in castello col cardinal
Pisani, lo manda. Dice esser li da 6 milia lanzinech,
tra li qual è 1000 forneri el altri lodeschi erano in
Roma, et 4500 spagnoli et 1500 fanti italiani, et
hanno vituarie per do mexi.
Da poi alcuni andono a oferir l' impresiedo
poi letti al Conscio quelli si hanno oferto prestar in
Collegio, unde andoe sier Andrea Gusoni proeura-
lor, ducati 300, et alcuni altri: in tutto trova ducali
1300, tra li qual sier Marin Zorzi el dolor é amalato
JD caxa, mando a offerirsi prestar ducali 70. liem,
se voleva publicar quelli non hanno porta li soi
boletini de non esser debitori insta la parte, ma fo
aJmonili tulli ad portarli se non il primo Pregadi
saranno tutti publicati, et la leze conira di lor sarà
invìolahiliter exequida.
. Fu posto, per li Savii del Conscio et terra
ferma, la expedition di sier Polo Nani ci qual acela
PpovcJilor et vicccapilanio a Verona, videlicet per
sue spexe per do mcxi ducali 280, per cavalli du-
cali 130, per coverte et forzieri ducali 30, per il
segretario ducati 30 ; et chel dito possi portar a
risego di la Signoria uoslra arzenti per ducati 400.
Ave: 156, 1.
Fu posto, per li Savii, una lettera ai reclori di
Brexa : atento li arzenti di sier Marco Foscari ve-
nato de II Proveditor di Brexa non é sii slimati di
qui, li debino slimar. Ave : 138, 2.
Fu posto, per li Savii, una lettera al Capitanio
zeneral duca di Urbin laudando la sua opinion di
andar revedendo et esser col signor duca di Milan ;
el a lui li remetemo il tutto, né nui mancbemo di
far ogni provision per haver zenle.
Fu posto, per sier Benedeto* Boldù, sier Alvise
Bembo savii ai ordcni, che damalina sier Zuan
Gontarini electo Proveditor in armada metti bancho
el sia armato eie Et sier Zuan France'
SCO Lippomano et sier Piero Maria Michiel savii ai
ordeni voleno la parte soprascritta, et che sia dà
licentia vengi a disarmar sier Zuan Moro provedi
tor di r armada, in loco del qual ditto sier Zuan
Gontarini fo elcclo ; el è stalo fuora mcxi 38 et e
aualato. Et sier Francesco Donado el cavalier. Con-
sier, sier Francesco Bragadin, sier Lunardo Emo
Savii del Conscio messene voler la parte, et che sier
Aguslin da Mula proveditor di 1* armada, il qual si
reseote et fo mandato fuora per le cose del pò-
/ DiarU di M. Samuto. — 2\m ZLYIL
nenie, vengi a disarmar. Et sier Zuan Mianl el Con-
sier voi diferir la materia, et non fo parlato al-
tramente. Andò la parte : non sinceri, 3 di no,
15 del Donado et compagni, 18 di Lìpomano et
Michiel, 70 del Boldù el Bembo, 70 delMiani. Ite-
rum: 8 non sinceri, 53 del Miaui, 118 del Boldù
et Bembo ; et questa fn presa.
Da Trani, di Antonio Maearuol secfetario,
di 28, vene lettere. Del zonzer li con li ducati 25
milia va in campo ; et che bavea trovado uno non-
lio di Pranza che portava 30 milia scudi in campo a
monsignor di Lulrech, et voleva montar in una barca
di Paulo Muson bandito di Chioza con il qual non
andava securo ; et V ha tolto con lui et sono insieme.
Copia di do lettere dal campo sotto Napoli, 227
scritte a lo illustrissimo signor duca di
Milano per domino Girardo Cadeno suo
orator ; la prima data dal campo a Gay-
vano, adì 20 Aprii 1528,
Ancora siamo qui a Caivano. Li inimici hanno
fortificalo il riconto di San Martino qual sta unito a
la citadc de Napoli, et quello insieme con la terra
intendono guarlare, perché seria quasi impossibile
almeno summamenle difficile poter guardare Na-
poli havendo perduto ditto monte, qual sta chava- .
liero a la terra. Quelli che vi escono di Napoli di-
cono che li inimici hanno de grosso sachegiato
quella terra, el vanno facendo del resto. Sorenlo et
la rocha de Caslelamar se tengono a nome de li ini-
mici. Tulio el resto qua d' intorno s' è rendulo.
Monsignor ha mandato Simon Romano in Calabria
con zerca 300 fanti. L' altro giorno ancora mandò
alcuni capi di parte. Di quella provincia, la maggior
parte é renduta.
Lettera del ditto, data dal campo in Casoria
adì 21 ditto.
Questa mattina siamo venuti qua a Casoria di-
stante di Napoli miglia do. Gli inimici, non pensando
forse cheM campo nostro si havesse a levare hoggl
de Cayrano, haveano fatto una imboscata lontano da
Napoli uno miglio in luogo mollo forte; el la im-
boscata era da zerca 500 cavalli el 300 archibu-
sierl. Questa imboscala fu scoperta da li nostri ca-
valli lizieri, contra la quale Monsignor mandò il
signor l/oratio Bagione con le Bande negre. Esso
signor Horalio andò senza lassare sonare tamburi,
né far altro rumore, et subito se apizò lascaramuza
839
MDXXVin, MAGGIO.
340
et li inimici Turono al primo (rado messi in rolla,
el Tu ferito uno gentilhomo de quelli de li inimici
che dicono era vestito de uno sagione di veluto re-
cbamato a croce d* oro ; al soccorso del quale li ini-
mici per aiutarlo fecero più volte testa, ma sempre
erano rebaluli. Et per esser il fatto tanto vicino a
Napoli, ussirno di la terra alcune insegne pagade,
qual similmente furono rebatude. Venero ancora
molti lanzinech per una altra via, quale similmente
furono rolli et morti et messi in fuga. Li nostri se-
quitorno li inimici fino dentro li borgi de Napoli, el
S37* cazandoli, amazorno uno genlithomo quale haveà
una gran catena d' oro. Se li sono trovate lettere
adesso per le quale se é conosuto essere monsignor
de Milioo, per altro nome dillo monsignor de Vero.
Fu morto de una archibusala ne la persona. Il ra-
gazo d*uno fante da piedi ha haulo la sua barela,
sopra la quale era una medaia et una catena picela
d* oro. Apresso a lui sono morii molti ; il numero
non si può sapere. Non é però notabile ; chi dice
esserne morti 30, chi 40, et chi manco. De nostri
non ne restò alcuno morlo ivi, ma ne sono ben fe-
riti alcuni che moriranno, che non sono però più di
sei ; non gli é homo di pregio ; lutti sono fanti pri-
vati (?). Questa é slata una honorata falione, et il si-
gnor Iloratio et le Bande negre hanno acquistati
non mediocre honore per avere con tanto ardore
seguitato fin su le porle de Napoli gli inimici. È us-
silo di Napoli uno servitore del reverendissimo
Triulzi ; dice il campo imperiale menare quella città
in ruina, et che pare che'I campo li sia stalo uno
anno dentro. Dice, spagnoli et lanzinechi bavere sie
et sette alogiamenti, et star in uno et Taltro et baver
componuto a danari queste cose, et metter contri «
bulion come si fa a la lombarda. Sobgionge, che a
la ruina et disipation che vedeva che faccino di vi-
tuarie, che pensa le debbano fornir tosto, et tanto
più che non s* acordano troppo bene insieme et che
si fanno molle questione tra loro. Monsignor ha
fatto divertire quelle acque che entravano in Na-
poli. Hozi è venuto uno gentilhomo di Tarmala no-
stra, qual é a Baia el Pozuol. É venuto per vedere
quello voi ordinar Monsignor. Dice chel signor
Andrea Doria non è ivi ma lo aspeclano di giorno
in giorno; el che gli sono solo le 8 galere che ve-
nero fin l'altro giorno; et che sono patroni del
mare, che niente più riesce in mare da loco alcuno.
Il marchese di Bitonto è qua, et seguita Monsignor
con molli gentilhomeni del reame. Scrive, Monsi-
gnor mette le poste de qui a Roma, et si andare per
la drela» e( le lettere saranno più preste.
Fu posto, per li Savi! del Conscio exeepto sicr ^-28
Lunardo Emo, el Savii a terraferma, che cinque ca-
pitanei che hanno servito in questa guerra, et per
la parte sopra zio presa non è sta nominali, che li
dilli debano empir le loro compagnie el continuar
nel stipendio di la Signoria Nostra, ut in parte. Li
quali sono questi
Falcon da Salò
Feracin da Brexa
Jacomo Vallrompia
Balislin da Rimano
Bernardo Manara
videlicet con 200 fanti per uno.
Et sier Lunardo Emo savio del Conscio andò in
renga contradicendo non si hanno portato ben ;
erano alla guardia del bergamasco ; lassò passar
Adda ali inimici.
El li rispose sier Andrea Mocenigo el dolor sa-
vio a terraferma, dicendo sono valenti homini, nò é
tempo di vardar queste cose perché sono fidali et
nostri subditi; et fato lezer le lettere di sier Toma
Moro provedilor zeneral in campo li lauda. Etiam
sier Domenego Contarini el Consier si levò el li
laudò assai, quando fu Provedilor zeneral in campo,
di le loro operation.
Et sier Polo Valaresso fo Podestà a Bergamo, li
laudò etiam di quello li ditti, o parte di loro feiio
essendo lui a Bergamo.
Et iterum sier Lunardo Emo andò io renga di-
cendo .'
..• • . . • •
Andò la parte, in la qual inlroe sier Domenego
Contarini el Consier. Ave: 152 di si, 7 di no, li
non sincere. Fu presa.
El da poi licenliati Pregadi, restò Conscio di
Xeon la Zonta, et preseno che li 14 soprascritti
zenlilhomeni elecli per Collegio ad andar a Padoa
et Treviso, debbano esser mandati, et siano per
Collegio elecli do altri di novo, siche in tutto siano
Adì 5, Domenega, Fo la Croxe, Fu fato un 228*
bel preparamento a la scuola di San Zuane Evan-
zelista. É guardian Alvixe da la Galla drapier, qual
era a la banca vestilo di scarluto et becho di veludo.
In questa mattina sier Zuan Contarini Caza-
diavoli electo per danari Provedilor di 1* armada
messe banco, vestilo di veludo cremexin allo et
basso, acompagnato da Procuratori so amici et al-
tri, et li Soracomiti ^lecll vestili di scartato. Et nota,
3il
UBXXVUfi MAGGIO.
m
La bandiera messe non è compila ancora. Stele un
poco, poi andò a caxa.
El Legato del Papa mandò una lettera in
Collegio da Orvieto di 27, per la qual par fusse
nova de li che Napoli capilulava con monsignor di
Lutrech per avìsi si ha de li. Et come il Papa feva
600 fanti ; et quelli era in Viterbo è parlili. Il Papa
dubila che Sara Colonna, qual con zente è vicino a
Roma, non fazi qualche danno.
Da Udene, di sier Zuan JBasadonna el do-
ior, locoienente, di tdiimo» Manda queste sotto*
scritte lettere :
Copia di lettere di sier Lorenzo Morexini
easteUan a la Chiusa^ al ditto Loeotenente.
Magni fice et Clarissime,
In questa bora de vespero il presente 1a(or mi
ha refferito haver visto certa quantità de lanzinechi
provadi che andavano alla volta di Trento, et eoo-
dusevano seco carra dui de scale de corda, et al-
(ri dui cargi de griffi, et altri carri cargi de archi-
Imisì et farine; et diseno haver sentito divulgar che
1 dieno esser in summa ^5 milia tutti a dieta volta.
Et considerando de qualche inlelligentia polesseno
haver in qualche terra over fortezza respecto alle
scale I cooduseno, mi ha parso mandarlo a vostra
magniScentia azid che la possi meglio inquerir
della cosa. Nui staremo atenti, et de quanto inten-
deremo che ne para cosa degna de fede, subito
darò aviso a vostra magniOcentia.
Datae Clusae Venzoni, die 25 Apri-
ìis 1528.
Copia di lettere da Tólmezzo, d\ ultimo dito,
alprefato Loeotenente,
Magnifice etc.
Questa mattina habiamo hauto, per relatione de
due spie le quale hanno slato alla volta del Tauro
de ordine nostro che uno non sapeva de V altro ;
uno di quali ne ha refferto che Ve stato zorni 12
fora et ha inteso che questi zorni se fé* conscio de
li signori alcmani in Clanfurt loco del Carantan, et
ancora a I^ubiana loco del Cragno; et ha visto
'250 passar per Io Tauro de Roslot biava io some più
de cavalli 100 ; et ha inteso da li somari che loro
portano p^T comandamento alla volta de Gorilla ;
iamen sono pagati. Et ha inteso lezer lettere a
GremJQ sotto Slamil dui miglia todesche, in le qual
si contiene che tutti li homeni debbano star pare-
chiadi con bone arme ad ogni requisition de li si-
gnori, ponendoge le sue pene ; et ha visto menar
boi a la volta de Trento, et ha inteso che vanno
grande zente et munition de biava alla volta de
Trento. Et habiando caminado do zornade con uno
lo qual andava alla volta de Salzpurch et diceva
esser coriero, inteso da lui chel voleva andar al
soldo, et domandò da qual banda, lui rispose cbel
voleva tornar a la volta de Goritia perchè non vo-
leva andar alla volta de Trento, perchè lui stimava
se fesse campo etiam a Goritia.
L' altro ne disse esser stalo ancha lui zornade
13 a tal effecto. Passò per Vilacho et passò per
Meran. Zonse a Steder et ha visto Io simile del por-
tar de biave, et in due volte fu dimandalo da dui
alemanni se a Sbuo se feva zente et se legnivaoo
guarde; et in le altre cose se concorda con Io
primo. Et de ciò damo notitia a vostra magnifi-
centia, et cussi faremo a la zornada.
Del Grangis fo lettere da Coyra, di 26.
Come el capitanio Tegen bavia voluto haver da
grisoni da le\ar fanti, et non hanno potuto ; siche
è torna indrio. El scrive haver lui a li passi da
fanti grisoni 1 500 acciò lanzinecb non passino.
Di Verona, del Podestà et Proveditor Con-
tarini, di primo, con avisi di sopra ul supra.
El Capitanio zeneral partiva la mattina de li etc.
Di Bergamo, di sier Justo Onoro capita-
nio, di 30, vidi lettere. In questa hora 32, mi
trovo haver aviso da uno che vien de Val de Non
confini di Trento, qual dice haver inteso da molti
li lanzinech sono partili de là per venir alla volta
de Italia, Et alcuni dicevano che voleano andar
parte da Trento vìa, et alcuni dicea per la via di
Valehamonica andarla parte di loro ; et comanda-
vano de novo cavalli de la Valle de Non per andar
verso Trento. Et quelli homini dicono haverli man-
dati secondo li comandamenti a loro fatti da uno
signor Zan^ el si dice che ditti lanzinech sono gran
numero, ma non sa quanti. Qual nontio dice che 229*
nel venir in qua se incontrò in forsi 20 italiani che
andavano di là per pigliar soldo, quali dicevano
. esser banditi da questi paesi*
Di Cassan, del proveditor Moro, di primo.
Come bora è venuta una spia da Milano, qual re-
ferisse che inimici che sono dentro si erano prepa-
rati con le bagaie per reuscire, el che baveano ca-
vato fuora del castello molti pezi di artellarie, quali
lui ha visto, per condurle con loro ; et che già ba-
veano quasi compito di scuodere una general con-
343
MOXXVm, MiOOlO*
su
Iribulioo dalla ciUà, eh* e di scudi 40 milia ; et
come r havesseno integramente scossa, il che sera
di brevissimo, si voleano levar et ussir di Milano,
havendo fatto iurar fedellà al popolo, et loro cesa-
rei gli hanno iuralo, scosso che habbino la dilla
coniributioD, di levarsi et andar in campagna.
Copia di la lettera del Grangìs, de Coyra, adì
26 Aprii, scritte al Froveditor general
Moro.
Di le nove de qua ho, come li lanzincch tuttavia
marchiano verso Trento. Io ho fallo buona provi-
sione alli passi de qua ; cosi è necessario a far a
quelli de là, come scrivo alla Ilhistrìssima Signoria ;
et non scordarsi li passi che vsrnno a ferire al ponte
del legno in Valcaraonica. Tcgino è sialo in queste
leghe et ha fallo gran pratica di haver genie, ma
frustalo del suo pensiere se n* è andato a Trento
solo con qualro compagni. Li lanzinech che passano
non sono homini de mollo valore né de guerra. Io
scrivo alla prefata Illustrissima Signoria esser avi-
sato da bon loco, come li inimici fanno gran fonda-
mento sopra una intelligenlia dicono haver in Ve-
rona; per il che bisogna stare vigilanti et farò
buona provisione. De varii mercadanti venuti de
Alemagna sono avisato, come molli principi et
citta di quel paese sono per far mossa conlra Y Im-
peratore ; ma perche di questo non ho cossa alcuna
di le mie spie, non so che dire. De tutto quello
acaderà ne darò aviso.
■
230 Copia di una lettera scritta per Aìexandro
Bertolin, data in Tulmezo adì ultimo
Aprii i528^ drizata r l magnifico signor
Costantin Savorgnano in Osopho.
MagniGco Signor mio.
Àviso vostra signoria come hozi è zonte doi de
le nostre spie, le qual sono slade fora zorni 13.
Una é slata a la volta del Juuro de Uoslot et ha
parlato con uno corrier lo qual ha caminato zorni 2
insieme et lo dillo corrier andava a la volta di
Salzpurch, et gè ha dillo tal parole: «al mio ri-
tornar voglio andar in campo ». Lui gè rispose :
€ dove? a Milan ? > £1 disc « non ; el se farà campo in
uno altro lego > dove lui non gli lo voleva dir, tanto
che alGn lo disse <a la volta de Gurizìa. > Et la dilla
spiadisse haver visto cargar più di 100 cavalli di biava
la qual biava veniva de Àia et passava per lo Tauro
de Rostot) et tanti cavalli ne zonzeva, subilo per co-
mandamento li fevano cargar et menar a la volta
de Gorizia ; et li dise ancora haver visto a menar
boy assai et lanzoni, et altre armadure et biave
alla volta di Trento; et diseno voler tuor la Schiusa
ch'é alla volla di Verona, per haver la porta averta
per andar per lo paese.
Et r altra spia disse esser andata per la volta de
Vilaco, et hessendo ala Trevisa ci se capito in uno
che veniva de Gorizia ; et costui li domandò dove
andava. Lui li disse andava a trovar uno bosco de
ferer. Li disse ; < che da novo è là da vui > ? Gè
respose: < non zè altro. > Lo dimandò < se fa bona
guarda in sul monte de Osof ? > Glie respose che non
sapeva. Lui li disse : « el so ben mi che1 fa bona
guardia, ma presto se dirà altro >. E gè fo do-
mandalo sei zonzeva biave a Gurìzia. Lui disse
assai ne zonse et non veleno mai tante ; che voi
dir presto si saperà. Et el se partile da lui et andò
a la volta de Vilacho, et andò. Et passa per Io
Tauro de Roliman, et per lo ditto Tauro vele ca-
valli assai cargì di biave. Et in quella banda se di-
ceva certo se doveva far una dieta a Clanfurt et a
Lubiana uno di questi giorni. Al ditto de questa spia
se trovorono a Santa Maria Gremìn ch*é sotto
Ilamil, et aldileno li signori lezer le lettere et co-
mandamento alli villani che dovesseno star pare- *
chiadi con bone arme et metterse ben in ordine,
che quando ci bisognerà, che li fosscno in ordine. Io,
domandato se queste lettere sono slate lette nome
in quello logo sol, lor dìsseno haverle aldide per
tulio quel paese.
Co2^ia di una lettera del signor Janus Maria 21
Fregoso, scritta a la Signoria nostra.
Serenissimo Principe et Excellentissimo Si-
gnor, Signor mio observandissimo.
Il clarissimo Proveditor general mi ha fallo in-
tender la deliberalione di Vostra Serenità di volersi
servire della persona di Cesare (Fregoso) nella Patria
di Friul, unde io resto molto contento che la se ricor-
di di usar de Topera de quelli sui servitori che et di
fede el di optima dispositione non li polriano esser
maggiormente devoti, et che altro non desiderano
se non di spendere la facu!là et la vita al servitio
suo in qualunche loco é di bon piacere della Subli-
mità Vostra. Ilo ctiam inteso le provision ordinate,
et cxpedilione falle de diversi capitanei, che tutte
indico necessarie per repulalione de quecto felicis-
simo Dominio et securtà delle cose sue. Ma invero,
le condition agionte al conte di Gaiaza et al Luzasco
345
ifiijmrui, M AooM).
846
spero tonieniìno in grande profitto a Vostra Sere-
niti, per esser ambì dui loro personaggi valorosi et
che DOD atlenilono se non ad servirla bonorevol-
mente. Serenissimo Principe, lo illusi rissimo duca
de Milano fece questi giorni grande instantia al
clarìssimo Proveditor chel Tacesse provisione di as-
secarar le cose sue ultra Po, atteso che Antonio
da licva bavea mandata una banda di genie de là,
ets'havea già impatronito della Stradella mettendo
in grande gelosia non solamente le cose di Piacenza
et Aleundria, ma anche quelle di Genoa ; la qual,
di quanta importantia sia alla Cbristianissima Mae*
sta et a (ulta la impresa, Vostra Sublimità io pò
benissimo considerare, linde fu provedulo della
munilion ohe per lettere de sua magnìGcentia Pha-
verà potuto veder ; et spero quella cavalcata dei
nostfi bavera refrenato alquanto li pensieri di An-
tonio da Leva, benché si at>bia aviso che 1* era per
ussir de Milano et andar a quella volta. Ma tutte
possono essere dimostratione per tenere travagliato
l'animo et farci divider le forze. Si é procorato de
lo illustrìssimo duca de Milano se ingrossi, et at-
tenda alb seourtà delle cose sue da quei canto, aziò
tutte le gente di Vostra Serenità se restrengano in-
^31* sieme quanto pid presto si possa, per poterle ope-
rare ove al presente se vede più importar il biso-
gno. Delle nove de Allemani, io non pigliare altro
carico dargene aviso, sapendo che da Verona et
altri loci di là la Sublimità Vostra deve esser be-
nissimo avisala ; ma ben la supplico ad accelerar le
provisioni expeilite azid le possano essere in tempo.
Sopratutto, reverentemente li ricordo alla bona se-
furtà delle città sue. Del resto, eum lo illustrissimo
Capitanio general non si mancherà de discòrere,
consegliare et provedere in quanto si potrà al be-
neficio et conservatione delle cose di quella, sieonie
si conviene al debito nostro. Serenissimo Principe,
de la ^lodine mia, io mi sono risolto in bene a
laude de Dio, et accadendo ad bora per bora sarò
sempre allo exereito senza bavere alcun rispetto né
alla età, né a 1* honor (?) mio, parendomi a questi
tempi uno bon et fidel servitor non poter fare
tanto che non sia molto più tenuto di fare per il
Signor suo, come io sono per la Serenità Vostra ;
la qual sia certa se io ho desiderato et desidero un
poco di honore et reputatione da lei aquistatemi
cum la servitù et fede mia et de tutti li mei, cum
questo invilissimo Dominio già 45 anni che la servo,
r ho sempre fatto et fazio per spenderla tutta ad
utile et beneficio proprio della Celsitudine Mostra,
suplicandola de novo ad farmi ritornare cf»m que-
sta contentezza di animo allo esercito, perciò che,
come li ho ditto, il lutto cede ad benefi<;io della Su-
blimità Vostra ; a la bona gratia etc.
Da Orignano al primo Mago 1528.
Sottoscri'ta :
De Vostra Serenità servitor
Janus Maru Fregoso.
Da Cividal di Bellun, di sier Polo Morexini 232
podestà et capi tanto, di primo Mazo. Manda
questa relatione.
Per ano ritornato di sopra Trento, riporta il Sa-
bato et la Domenica passata esser sta in Trento a
veder li aparechii di le barche, artellarie et vitua-
rie. Lo sequente giorno andò a Meran et da poi a
Bolzan, Tramin et altri lochi contigui, dove vide a
li alogiaraenti le fantarie cesaree, che se indicano
per comune opinione da 14 in 15 miKa, videìicet
a Meran bandiere 8 che sono zerea fanti 4000, a
Bolzan bandiere 6 che se stima da 3000, a Tramin
bandiere 9 che sono a la obedientia del conte da
Terlago, a Caldaro bandiere 4, a San Polo ban-
diere 7, a San Michiel bandiera 3, a Certachio
bandiere 3; è 40 in tutto; et per quanto intese,
non havcano ancor locato danari, ma n aspecta-
vano. De cavali non vide salvo che a Trento per-
sone 20 de homeni d'arme, ma se aspectavano; del
numero de li quali se dice a \'ari modi ; tuttavia se
afferma da 800. A 1e qual fantarie erano gionte
carele 12 de lanzoni ; et se dicea che a Trento li
era preparadi gran numero de archibusi. Et vo-
lendo intender per che loco doveano descendere in
Italia, non poteva da alcuno cavar bon construtto
per li vani parlamenti ; ma per comun.iuditiOi ve-
dendo le preparatione, se indicano debano desmon-
tar per la via de Verona, ancora che alcuni dicesse
che parte de esse fanlane fosseno deputade andar
per Valtelina al lago de Como per andar a Milano.
Per l' altro venuto da Ala, è referilo haver visto
venir verso el contado de Tirolo gran numero de
homeni d'arme, che li parseno esser zerca 1000. La
qual cosa è referila etiam per uno venuto in que-
sta bora di Yspruch, el qual per strida ne vide
due compagnie.
847
MDXXVni, lUOOIO.
848
333*) Ex Utteris domini Francisci Gongagae^
ex Orvieto, diei XIIII Aprilis 1528,
Hessendo questa matina in camera de Nostro
Signor dopo finita la messa, dove erano anche molti
cardinali, vene il signor missier Jacomo Salviati con
lettere date in Napoli di 5 del presente, die signifi-
cavano li cesarei essersi retirati alti casali che sono
li sotto Napoli, et che dapoi longo consulto fatto fra
quelli signori capilanei se era determinato redurre
r esercito a Poggio reale, che é distante da Napoli
due miglia, havendo fatto pensiero di stare meglio
li che intrare in la terra, si per essere el loco ele-
vato di sii ) atto a poterle fortificare, a che tutta-
via se atendeva con molta diligentia et dove lu
victualia non li polea venir meno, come anche per
manlenir Y aqua che di 11 va a macinare li molini di
Napoli ; che secondo se intende, volendo francesi
spingersi olirà pur verso Napoli, non possono ha*
ver r adito se non per questa via, la qual doven-
dosi espugnare, bisogna.che combatino con lor gran
disavantagio. Con il medesimo aviso è anche, che
erano comparse sotto Monte Circeo 8 galee di mes-
ser Andrea Doria le quale baveano preso due fusto
de mori el sachegialo certa isolctta li vicina ; et per
relation d* alcuni ch*erano venuti sopra una fregata
el smontali sotto Gaiela, esso missier Andrea se
drizava al camino de Napoli con ordine che V ar-
mala francese lo havesse a sequilàre ; la qual, se-
condo che dicevano era poco discosta et slava de
bora In bora per congiongersi insieme ; cosa che
facea star con grandissima trepi Jalione tutta quella
rivera, parendogli da ogni canto esser circondata
di foco, et che non si potesse aspeclarese non
ruifia el excidio. Conferma che ogni cosa se sgom-
brava in Napoli, el fra Pallre particularità, dice che
non si ritrovava un palmo di drappo di seta chi lo
volesse pagare per 100 scudi il brazo; el che con
tanta fuga el furia si parleno le genti, che é cosa in-
credibile, reducendosi ogniuno alla volta de Ischia.
Qualro barche cariche di gentildonne el gentilbo-
meni che se ne fugivano si sono anegate. Apresso,
dice che li cesarei tengono Napoli, Capua, Gaela el
Anversa, el tulio il resto del Regno è alla devo-
tione ^e francesi. Vi sono poi altre lettere da
Mola, che é di là da Gaieta 4 miglia verso Napoli,
di 9 del presente, che dicono che, per relalione d*un
cavallaro che alli 8 gionse li in posta da 1* exercito
(1) U ctfta t33* è bianca.
cesareo, il Marti santo si fece una gaiardissima sca*
ramuza fra francesi et spagnoli ; et che dapoi Tesser
stati alle mani longamente, ne restò de morti assai 233*
da una parte et da V altra, zioè de francesi 800, et
de spagnoli 2000 con la persona del marchese del
Guasto morto de artellaria. Per il che spagnoli ac-
cesi da furore baveano acetato di far la giornata il
di de Pasqua ; et per tal effetto baveano chiamato
li fanti che se ritrovavano in Gaieta, che pono es-
sere da 1500, che venissero ad unirse con V exer-
cito; ma pare che il governatore di Gaeta non
habbia voluto consentire, dicendo non voler sfor-
nire la terra, atento 1* essersi scoperta V armala di
missier Andrea Doria. CI dice anco, francesi hanno
guadagnato Poggio Reale. A questi ultimi avisi non
si presta molta fede, si per venire di bocca de chi
vengono, come che, quando fussero successi effetti
di tanta imporlanlia, certo è che se ne haveria nova
per qualche altra via di magior fondamento. Ben si
pensa che più presto si possa credere alla lettera de
Napoli ch'é di sopra, perchè pare che habbia più
del ragionevole ; nondimeno, sia come si voglia, li
significo a vostra magnificentia lutto quello che qui
se intende
Del medesimo^ di 16.
Per avisi del reverendissimo Colonna el d* altri,
sono gionli a Palermo fanti 2000 spagnoli, et 300O
se imbarcavano per venire a la volta del r^no.
Polize di 200 milia ducali efano espedile de diversi
mercanti de Spagna a Napoli |)er soccorso di la
guerra. Una paga hanno dato a li cesarei. Gionto
tutto questo numero di fanti cesarei, dicono et di-
mostransi desiderosi di voler fare la giornata.
Francesi se ritrovano a li confini di la Puglia el
adunano monitione et viluarie per Ire giorni per
caminare verso Napoli, et hanno patito el patiscono
olirà modo del vivere. Si tiene che le strade da lo
exercito francese in qua siano rotte, perchè di là si
hanno poche lettere. Si tiene in effetlo che lauzi-
neclii debbano calare, et per li effetti che si vedeno
bora, si indica che le cose de lo Imperatore siano
redule in gran favore, si per il venire de novi lanz-
chinechi el T aspelalione che si ha di Tarmata di
Spagna, con la novità che fece questi giorni Genova,
et l' essersi accordato il castellano di Musso con lì
cesarei. Gli homeni di Viterbo hanno data una paga
a li fanti che vi erano, el quelle cose si sono in lutto
assetata.
Li spagnoli che sono in la rocha de Rosita
349
MOXXVm, MAGGIO.
8ào
haDOO chiuso la bocca di la foce del Fiumicello che |
mette in Tevere, dove solcano passare le viluarie
334 che andavano a Roma, perchè tutte le navi se hab-
bino ad Ormare lì et poterli far pagare quel dalio
che li parerà, et bavere quelle vituarìe in sua
libertà.
Del medemo, di 15 Aprii.
Hoggi, per lettere del reverendissimo Colonna
a\ suo agente qui, date in Napoli alli 6 del presente,
se intende li cesarei essersi risoluti di non comba-
lere allrimenli, ma mettersi a Poggio Reale et li
fortìGcarse, aspecl4indo il soccorso di lanzchenecbi di
.Memania overo Tarmata di Spagna ; et di la ve-
> nula di tutti questi dicono baver la credenza. Dei
francesi, sua signoria reverendissima non fa men-
lione alcuna, né per altra via anche se ha aviso
(love se ritrovi lo exercilo loro, se non quanto ha-
vea referto quel cavallaro cbe gionse a Mola alli 9
del presente; ma non se li presta fede, non havendo
rincontro per alcuna altra via. Le galee de messer
Andrea Doria deveno essere a questa bora a Pro-
chyeta iit suso lontano da Napoli circa 14 miglia, le
quale, ancor che non possano fare gran cosa per
(erra per non esservi sopra più giente di quello che
li è, pur saranno sufficiente guardare il mare, de
modo che a Napoli non potrà venire sussidio di
cosa che sia ; né se intende ancora che con ditte
galee sia congiunta Tarmata francese. Monsignor
reverendissimo nostro damatina prenderà li ordeni
sacri del subdiaconato et diaconato per mano di
monsignor revendissimo Farnese. Noslro Signore
gli haveria dati tali ordini di sua mano, quando ha-
vesse havuto gli vestimenti che sole usare in simile
cerimonie.
Del medesimo^ di 19.
Nostro Signore ha scritto opportunamente in
recomandatione del conte Àlexandro da Nuvolara.
Sono avisi qua, che francesi hanno occupato il
monte di San Martin eh* é a i'opposito et cavaliero
di Napoli. .\ tali avisi non si presta fede ; et sono de
diversi loci di 1 1 et 12 del presente.
Senesi hanno mandalo 400 archibusieri ad oc-
cupare Castro eh' é terra di la Chiesia, lontana de
qui cerca miglia 34. Questo aviso ha dato grande
amaritudine a Nostro Signore, ancor che discorra
cbe possi essere per andare verso Civita Vecchia.
R^mazoto, chiamalo da Noslro Signore, é gionlo
qui con 150 fanti alla guardia di Sua Santità, alla
quale altretanti se ne potea anche ritrovare.
Del medesimo, di 20.
234«
Beri sera a bore 3 dì notte gionsero lettere a
Monsignore, del Nuntio eh' é apresso monsignor di
Lautrech, di 10 del presente, date in Camello loco
distante da Napoli 12 miglia, che significa come il
prefato Monsignor si affirmava li con Pexercito per
quel giorno et per il sequente, et poi andarla più
oltra verso Napoli ; et dà aviso di la deditione di
Capua et de Aversa et di Nola ; le quale terre sono
state abandonate da li cesarei per ridurse insieme
tutto il presidio et le fantarie che si trovano bavere
apresso. Dice che essi cesarei sono in grandissimo
disordine per esser nata discordia fra li capi. Dice,
che le fantarie italiane se disGlavano et partivansi a
pezo a pezo del campo, et andavano dal canto de
r inimico ; et che per agionta era nata una discor-
dia fra il marchese del Guasto et il conte di Potenza
per antiche inimicitie slate fra loro, zoé esso Conte
et il marchese olim di Peschara, di manera che ol-
tra le parole usale fra loro, vi é restalo morto il
figliolo del prefalo Conte, et il Conte ferito grave-
mente. Successo questo caso, il Marchexe se partite
di campo et itosene a Ischia ; et de li é stato chia-
mato da quelli signori capitane! cesarei con molta
istantia, conoscendo che non poco importava la pre-
sentia sua ; ma fino alhora non bavea voluto sali-
sfare al desiderio loro, tanto più che anche si tro-
vava molto sdegnalo per bavere Gioan d* Urbina
dato uno schiaffo al maestro del campo, cosa che
ha premuto tanto esso signor Marchexe che non
T ha potuto tolerare, anzi bavea sfidalo a comba-
tere esso Gioan de Urbina ; ma per interposilione di
quelli altri capitane! non é seguito altro.
Spagnoli si fortificavano a Poggio Reale. Monsi-
gnor Lutrech bavea terminato andare ad ritrovarli
et combattere. Cinque barche cariche di frumento
erano gionte alla ripa di Napoli ; li cesarei non
hanno voluto che si scaricassero. Si fa iuditio che forsi
il suo pensiero non sia di entrare in Napoli.
Il reverendissimo Colonna advisa, che per la
poca intelligentia che sono tra quelli capitanei ce*
sarei, erano risoluti redurre lo exercilo in Napoli
lassando gli lanzchenecbi apresso le mura ; et in
Napoli é vilualia per quattro mesi.
Castro, come scrissi, fu occupato da foraussit! d! gg^
quella terra, quali a lo improviso sono enlruli^ et "
351 MDXXvni,
morlo molli di la facilone contraria clie 1) si erano
redulli.
L' aratala di misisier Andrea Doria, per lellcre
di ^5 del presente date a Teracina, se inlese che
per li tempi contrari non ha potuto fare efcclo al-
cuno. Se ragiona che Nostro Signore se redurà a
. Viterbo : nondimeno penso non se li vadi cosi pre-
slo perchè quelle cose in tutto non sono rasetale,
ancor che Sua Santità habbi in sé la rocha.
Del medesimo, di 23.
Da Gaeta sono avisi, che li cesarei hanno aban-
donato Poggio Reale et si sono posti in Napoli, et
abbandonato el resto del reame excello Gaeta, in la
quale parca fusse designato mettersi certo numero
de fanti ; ma parca che gaetani non se contentasse
haver dentro spagnoli, oferendo provedersi loro di
800 fanti pagati del suo, et defendere quella città
per mantenerla a la devolione di Cesare. Et che in
Gaeta erano slati ritrovali 8 pezzi d' arlellaria in-
chiodali. In Napoli se palia de vilualie, non perchè
non vi sia grani, ma non vi erano farine.
Monsignor Lautrech havea distribuito cerlì fanti
a la guardia di Capua, di Aversa, Nola et Sessa.
Sua Excellenlia procedea inanzi con Texercito apro-
ximandosi a Napoli, de la quale città se fa iuditio
debba riportarne viloria.
Missier Francesco da Nuvolara invialo verso lo
exercito francese per il caso del conte Alexandro,
dice che, gionto in Perugia, ha inteso per cosa
certa eh* esso Conte se è fugilo et ritornatosene a
li cesarei. Questo aviso se ha ancora dal signor Ora-
fio Baglione.
236') ^" ^^'^^ ^* scurlinio de do che mancavano a
suplir el numero de mandarli a Padova el Treviso,
insta la deliberation fata beri nel Conscio di X con
la Zonta. Tolti .... rimaseno sier Zuan France-
sco da Canal Cao di XL, qu. sier Piero, et sier Za-
caria Barbaro fo Pagador in campo, qu. sier Daniel.
Vene sier Polo Conlarini qu. sier Zacaria el ca-
valier, el offerse per nome di sier Francesco suo
fradello et fradelli ducati 400 ; tamen poi disnar
azonse altri 500. Item, Calzeran Zopello spagnol
oferse ducati 100; fo persuaso acresser, et disse:
e quel voi Vostra Serenità > ; et fo azonto* altri 100,
siche presterà 200.
Da poi disnar fo Gran Conscio, et vene il Se-
ti) U oirta W è bitnot.
UAOOIO.
35?
renissìnio. Fu fatto Consier di Ossoduro sier Seba-
stian Juslinìan el cavalier fo Consier, qual é Orator
in Franza. De San Polo, sier Marco Dandolo dolor
el cavalier, savio del Conscio, vene per scurlinio ;
ma in Gran Conscio sier llironimo Barbarigo el
Cao di X, qu. sier Andrea, qu. Serenissimo, vene
triplo et rimase di ... . ballote.
Item, in scurlinio fato Consier de Santa Crose,
rimase sier Pandolfo Morcxini fo podestà a Padoa;
el fo ballota etiam sier Pangrati Juslinìan fo copi-
tanio a Ravenna, qual de iure non poteva esser
ballota, essendo rimasto sier Sebastian Justinian el
cavalier, Consier. Et sier Marco Antonio Conlarini
el sier Michiel Trivisan avogadori andono a la Si-
gnorìa, dicendo, questa ballotation é passa per di-
sordine, si perchè el Justinian non pt^teva essere
ballota, come sier Pandolfo Morcxini è in contuma-
lia de Podestà di Padoa. Et li Consieri disseno che
quanto aspetta al Morcxini poteva esser sta ben
ballolato perchè la loze excetua li Consieri ; ma del
Justinian era vero, et voleano de novo rebalotar
tutti li altri nominati Consier de Santa Croxe, di-
cendo el Trivixan non se poteva impazar, perché
se caza con sier Nicolò Trevixan Cao di X qual è
sotto. Vnde el Conlarini disse : « Non ballote; die
intrometto el provar del Morcxini >. Et cussi senza
slridar aUramentc ussirno il scurlinio fuora ; il che
non se dovea far, ma expedir tal cossa in questo
Conscio. Tamen non fo strida altro, né etiam in
Gran Conscio. Adunca, el primo Conscio se farà di
novo Consier di Santa Croxe.
Fu fato eletion di Savio sora la revision dei
conti in luogo di sier Francesco Balbi ha refudato,
el uno di elerti era in contumatia, do debitori, el
terzo per non haver scontro non sì provò. Item,
fu fato altre .... voxe.
Fu posto, per li Con^ieri, una parte ....
. ......
Fu posto, per li Consieri, un' altra parlo, che j;
essendo rimasto sier Sebastian Justinian el cavalier
Consier del sestier de Ossoduro, el qual é Oralor al
re Christianissimo in Franza, pertanto li sia reservi
loco de entrar et acetar 3 zorni poi sarà ritorDalo,
et Domenega proxima si elezi uno Consier del dillo
sestier. Fu presa. Ave : . . . .
Nolo. Sier Zuan da Leze di sier Priamo fo in
eletion, et oferse al Serenissimo ad imprestedo du-
cati 200; et cussi fo publicado al Conscio. Item,
sier Nicolò Grimani qu. sier Alvise, andando a ca-
pello, oferse ducati 200 ; et cussi etiam lui fo pu-
blicado al Conscio.
353
iTDXXyiU) MAGGIO.
35Ì
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà
et eapitaniOj fo lettere con avisi di le cose di
sopra. Par alquanto siano referdite per la nova ve-
nula che Lulrech era inlrato in Napoli.
Da Feìtre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et eapitanio, di 2^ con questo riporto. Lo
explorator venuto beri di Trento et li slato per
giorni 8, riporta non esser inovato cosa alcuna più
di quello é sta significato ; et le fantarie atrovarsi
ne li lochi per altre descripti. Et che a Trento se
diceva dovea tuttora gion^ere cavalli, el capitanio
de quali si nominava el duca Pronsbit {di Brun-
swick) Vi era el Castelallo et conte Girardo el Zuan
Batista de Arco, uno Michieleto alemano capitanio
di le artelarie, et li capitane! de Val Sugana, uè ancor
se ha dalG principio a far del pane, ben conipito de
masenar. Et dice che vene a Trento nova che monsi-
gnor di Lautrecb era inlrato in Napoli et tagliati a
pezi li spagnoli, che non li piaceva ; et iudicavasi, se
337 cussi era, che le gente preparate non caleriano. In
Trento se trova carri 100 con para 200 boy per
condur monitione et tal artellarie, vastadori apresso
500, le barche in aqua el 3 zalre grande noa non
cargale de cosa alcuna.
Noto. In questa matina, fo ballotato in Collegio
expedir li ... . zentilhomeni vanno a Padoa el
Trevixo, videlicet darli per uno per do mcxi a
ducali 30 al mexe ducali .... Item, a caporali
14 a ducati 6 per una paga per uno, ducati 84.
Item, a fanti 24 per uno ducati 236, zoè scudo uno
per uno ; et fata la mostra se li darà el resto. Li
quali 14 son questi :
Treviso Sier Nicolò Donado di sier Andrea
Sier Alexandro Bondimier qu. sier Fran-
cesco,
Sier Nicolò Bondimier di sier Andrea,
Treviso Sier Berluzi Contarini qu. sier Andrea,
Treviso Sier Francesco Dandolo qu. sier Zuane,
Sier Stelano Trivixan qu. sier Nicolò,
Treviso Sier Vicenzo Zantani qu. sief Zuane,
Sier Antonio Baxadonna qu. sier Piero,
Sier Nicolò Trivixan qu. sier Piero,
Sier Francesco Bragadin qu. sier Vetor,
Sier Lodovico Michiel qu. sier Piero,
Sier Hironimo Taiapiera qu. sier Alvise,
Treviso Sier Zacaria Barbaro qu. sier Daniel,
Sier Zuan Francesco da Canal qu. sier Piero.
Da Verona^ fo lettere del Podestà et Prove-
ditor, di printOf con avisi di le cose di sopra.
I DiaHi di H. Bamuto. — Tm. XL7IL
A dì^é. La matina, se parti sier Polo Nani, va 237'
Provedilor a Verona.
Da Bavenna^ fo lettere di sier Alvise Fo-
scari proveditor, di ... . Come era zonto là el
conte di Solano conduto a nostri slipendii con ca-
valli lizierl, et feva fanti a nome del duca di Urbin
capitanio zeneral nostro. Item^ zonzeva di continuo
fanlerie veniva di qua fate per diversi capi.
Vene i* orator di Franza, dicendo
Vene sier MafGo Bernardo et offerse prestar
ducati 500. Bem, alcuni altri ; siche fo trovalo . .
Da Padoa si ave lettere^ esser heri morto
sier Hironimo da Canal qu. sier Antonio, era ca-
stellan a la Sarnsinescha, a cui Dio perdoni.
Fu conduto di Padoa, a requisilion di Cai del
Conscio di X, uno cihdin Visentin da Dresano {Tris-
sino) per cose de Stalo.
Da pòi disnar fo Collegio del Serenissimo con
la Signoria da basso, zerca far il portoner di Col-
legio, in locho di Trczo Saodelli a chi Dio perdoni,
et visto le loze del modo de farlo, qual tocha al
Serenissimo, Consieri el Cai di XL. Et proposto, al-
cuni voleva che 1 salario che ha uno, zoè ducati
161 a Tanno, farne do, uno con salario di ducali
36, il secondo havesse V altro ; et alcuni voleva far-
ne uno. Et ballota queste opinion, fu preso farne
un solo ; et fo ordinato le proclame chi si voi me-
ter a la prova si vadi a scriver. Fo alcuni fé oferta
di danari ; ma non voleno aceptar.
Da Fiorenza^ del Surian, fo lettere di 30
Aprii, con avisi di Napoli vechii, che eà have-
mo hauti. Et par el cardinal Colonna era parlilo
in disacordia con el principe de Orangie, et andato
in Caiela. Itetn, de la scharamuza fata per nostri.
Item, come a Orvieto, essendo sta comessa la cau-
sa di le noze del re d' Ihgalterra et repudiation de
soa moier, qual è ameda di Tlmperador, a tre
cardinali, zoè Sanliquatro . . . . par li ditti habbino
rcfferido che tal noze non S3 dia disfar; et questo
r hanno fatto per non discompiacer a Y Imperador.
Lista di pagamenti pagati a li giorni infra* 238
scritti, con il tempo che corerà etiam la se-
guente paga, notato a la partita de cadaun
capo a giorni 36 per paga, mandata per il
Proveditor general Moro, a dì . . . Marno
1528.
21 Marzo — 27 Aprii. Il Cluson, fanti 227, a Pavia.
25 Marzo — 1 Mazo. Domino Antonio de Castello,
fanti 541, in campo.
SS
355
MDXXVIir, MAGGIO.
26 Marzo — 2 Mazo. Custodia di Brexa, fanti 50,
a Brcxa.
28 Marzo — 4 Mazo. Domino Guido di Naido, fanli
467, a Brexa.
4 Aprii — 10 Mazo. Andrea da Corezo, fanti 133,
a San Gervaso.
5 Aprii — ^ Mazo. Lanzinecb novi, fanli 360, in
campo.
Filippin da Salò, fanti 300, a Bergamo.
10 Aprii — 16 Mazo. Alabardieri del Provedilor
zeneral, fanti 13, in campo.
Toso Furlan, fanti 188, in campo.
Conte di Caiazo, fanti 741, in campo.
Cesar Marlinengo, fanti 167, a Pavia.
11 Aprii — 17 Mazo. Signor AnnibaI Frcgoso, fan-
li 301, a Pavia.
Il Cagnol, fanti 92, in campo.
13 Aprii — 19 Mazo. II Vaylà, fanti 156, in campo.
14 Aprii — 20 Mazo. Il Manara, fanti 141, in campo.
23 Aprii — - 29 Mazo. Conte Claudio Rangon, fanti
400, in campo.
25 Aprii — 1 Zugno. Il Coscho, fanti 212, in Pavia.
Barisello, fanti 18, in campo.
Numero 4503
resta da esser pagalo el Pochopani 200
Summa numero 4703
Sono remessì dapoi al signor
conte di Caiazo ....
Al conte Claudio Rangon . .
fanti numero 111
> > 68
numero 179
Summa fonti numero 4882.
Né pid ve no sono da rcmeter.
238* Cavalli ligieri.
Lo illustrissimo signor conte di Caiazo,
< a quartiron in campo .... cavalli 150
Domino. Paulo Luzascho, in campo . > 150
El Viooaro, a Pavia > "55
Domino Joan Batista da Castro, in
campo » 65
Conte Brunoro da Porto, a Pavia . . > 50
Stratioti.
Dlmilri Federici, in campo .
Andrea Chelani, a Pavia . .
Nicolò Tetrfco, a Pavia . .
cavalli 13
> 45
» 12
Pergono Bua, a Pavia .... cavalli 30
Joanne Velami, in campo ... > 24
Georgio Giovanni, in campo . . > 16
numero 710 {sic^'
Gente d' arme.
Signor Camillo Orsino ....
Signor Mercurio
Piero Longena
Signor Cesare Fregoso ....
Signor A^exandro Fregoso. . .
Il Martinengo
Conte Alberto Scotto ....
Conte Antonio Maria Avogaro .
Li Manfroni
Conte Oddo Fortebrazo . . .
lanze 85
100
75
80
42
50
47
37
50
50
lanze G15 {sic)
Di Verona, di sier Zuan Emo podestà et
sier Carlo Contarini provediior zeneraJ^ di 2^
con do reporti eerca questi lanzinech, contrari
V uno di l'altro. Per uno, che erano zonli a Tren-
to certo numero de cavalli ; per Taltro, che noQ era
zonto alcun numero ctc.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di hcri. Come atendeva a
le fabriche ; et avisi ut supra.
Da Lodi, di sier Gabriel Venier oraior^ di
primo. Colloqui hauti col signor duca de Milan,
qual voi andar a esser insieme col Capitanio zene-
ral, che vien a Bergamo per metter ordine di quelo
se babbi a far contra li lanzinecb che calano. Item,
scrive haver baufo lettere de Franza del suo oralor
Taverna, di 21, li scrive ci Re manda in Italia 4000
lanzinecb a so* spese, li qual poi zonli se pagarano
per mila con la Signoria Nostra.
Vene sier Hironimo Contarini provedilor sopra
le camere, qual ò stato sopra el Polesine^ el refe-
rite a la Signoria quello 1* havia veduto
Da Feltre, di sier Thomà Lippomano po-
destà et capitanio, di 3. Per dui exploratori de-
gni de fede hozi venuti da Trento, uno de li quali
vi si parli Venerdì, l'altro beri matina a nieso
zorno, riportano ambedui. Venerdì da sera a di
primo esser gionli a Trento homeni d' arme a ca-
vallo 400, et beri che fu Sabato, ne vide gionger
alquanti, similiter armali. Dicono che se dicea do*
357
l£DXXTni, MAGGIO.
m
verne gionger fino a la summa de 800, de li quali
800 erano lutti gioveni et gentilbomeni da bon
tempo venuti a loro borse, li altri 400 a soldo del
denaro di Cesare ; li capi de li quali uno se nomina
el duca de Berlimberg et Taltro naarchese de Bran-
diburg. Riportano, le fantarie non esser mosse da
li lochi de là da V Àdexe sopra Trento Ano a Bol-
zano, el il capitanio di esse nominarsi Morsit Pone-
vii. A Trento vi si trovano carri guasladori ; et de
li preparamenti per altre mie descripli ctsm agioota
de bovi da carne 250 venuti cum questi cavalli.
Eiiam se divulgava fra 8 giorni tutto lo exercilo
esser per dover calar aut per el veronese over a
la volta de Milano ; et che il presente arcollo dove
se-lrovaranno volerlo far per loro conto, portando
drielo al campo botte due de scxole per tagliar le
biave. Altro non reportano.
Da Bergamo, di sier Justo Quoto capita-
nio, di primo Mago, hors o. Come havemo per
bona via avìso che i lanzcbenech fra 4 over 5 zorni
cabrano più presto per visentina ; quali sono fanti
numero 15 milia pagati a insegna a raynes 4 per
homo, et cavalli 2000 ; et le artellarie et monilion
sono a Igna, et hanno fatto assai provision de carri,
comandati sopra el contado de Tìrol 200 carra.
Da Udene, del Lochotenente, manda questa
lettera hauta da la comunità di Tohnezzo^
di primo Mazo 1528, quaì dice cussì^ a
hore 22.
Magni fice et generose, eie.
Questa malina, ritrovandosi uno nostro citta-
dino nostro proveditor a la terra a Paluza, loco
distante da Tolmezzo per migliara 10, gli fu noti-
ficalo che beri sera a hore do de notte era zonto
uno de Paluza, lo qual bavea stato fora in Alemagna
per spia, lo qual è ancora barba de Balchon el qual
cognosse la magniGcenlia vostra ; el qual spia ba-
vera desiderio de notiOcar al nostro cittadino de
quanto riportava de quelle bande. Et cussi babiando
nolìlia, el nostro concrve andò a ritrovar ditta spia,
e! qual diceva esser molto straco ; et da lui intese
a parte a parte et tolse in nota quanto vien signi-
licato di sotto a la magnifìcentìa vostra. Imperò la
vostra magnifìcenlla pigllerà quella sustanlia pare-
rà a quella verisimile.
Le pcirole usate per ditta spia, et tolte in nota,
sono queste; A dì primo Mazo 1558, liozi se die
far la monstra general di lutto el campo de la zen-
te massa adunata a Yspruch el a Preseaon et a
Trento ; la qual monstra se dia far a Presenon. In
ditto campo se ritrova esser tre Duchi, de li qual
uno è fiolo del duca de Praunsbain con 600 cavalli
*
de homeni d* arme ; et lui ha visti assai de essi ca-
valli a Yspruch. Item, Conti ne sono numero 25,
Ira li quali è il conte Ergrof de Pramburg. El se
ritrovano esser quattro signori Vesconli. El numero
dì le zente sono più de 20 milia persone fio' bora,
el de continuo ne zonzo zente a pie et cavallo. A
Bolzan el Sboz tutto è pien de zente ; et erano
carra 18 de lanzoni tutti di frasseno disferati, el li
ferri erano in soma ; et per ogni carro era cavalli
6. Item, hanno cargati assai carri de corde, et
barche de coro per poter passar le aque. El per
quanto intese da loro, mai fu visto sifallo prepara-
mento quanto hanno preparato adesso di ogni mo*
nitione. Item, el vien da Munechio imbarca muni*
tìon grandissima, zoé carne, farina, fava, formazo
et onto senza numero de carri el eavalli. Item^ 240
danno a lutti li fanti soldi 8 al zorno fina che fanno
la monstra ; li quali danari li hosti li danno a li
fanti per conto de li provedadori de li campi ; li
quali hosti hanno boi el altre robe in pagamento,
Item, hano per strada de là del Tauf el Reuslol da
5000 boy, et se disse esser lo numero de 12 milia,
el ne hanno lassali 4000 a la bassa. Item^ se dice
che voleno andar per tuor la Schiusa che é sopra
Verona, el voleno tramontar el monte ; el per quan-
to havemo aldito dire, li voleno dar la baiala per 4
bande, videlicet sul monte el de sotlo el de sopra
et per aqua ; el faranno zatre el altri preparamenti.
Item, dicono voler andar con lo campo verso Mi-
lano per una strada o per 1* altra, zoé a la volta
de Valtelina per dar soccorso o Milao. Item, certi
zentilhomeni castellani de San Vido, de Carantan in
suso, sono stati a Presenon in Consilio per lo monte
de Osopo. Item, diseno se porano calar in sul stado
de Venitiani, che baveranno zente assai gli corerano
drio per respetto della carestia. Item, dicono, se
non potranno baver le terre voranno dar el' guasto
dove andaranno, el hanno commisaiou li capilanii
de metter tutto a focbo. Tra li altri capitani é uno
signor Christoforo che è stato capitanio a Trieste,
cum certi triestini, al qual li é dato certo numero
de cavalli sotto de lui. Item, tre figlioli del duca
Salzgrof, insieme con lor barba vescovo, fidano
gran zente per voler recuperar parte del suo, parie
che gli fu tolta per uno altro Duca da poi la morte
del loro padre, el a lor soldo ne va zente assai.
Item, se dice le terre franche voler romper guerra
859
UDXXVUIi MAGGIO.
860
con lo principe Ferdinando, per non lo voler lassar
in sua libertà secondo el solilo suo.
Tulmetii eie.
SoKoscrilta :
Consilium et Comunitas ierrae Tulmetii.
S4r) Summario di lettere da Orvieto, di missier
Francesco Gonzaga, di 26 Aprii 1528,
al signor marchese di Manica,
Il conte Pelro Navaro desegna far certa mina
soKo monte San Martino, nel qual loco sono de li
cesarei. Sono avisi esser venuto voce de Roma che
el cardinale Colonna con uno barone del regno par-
tito da Napoli per andare in Ischia, sono stali assal-
tali in mare da le galee de Andrea Doria et restali
pregioni del conte Filippo Doria ; et che francesi
baveano obsidiato Napoli ed occupato monte San
Martin. Altri avisi, per reialione di persone che non
si presta fede sono qua, come in Napoli é sii visto
monsignor di Lautrecb dove per forza era entrato,
et parte havea tagliato a pezi et fallo pregione tutti
li cesarei. Nulla fu vero.
Nostro Signore disegna mettere le poste de qui
a la via de lo esercito de la liga*
Il signor Sara Colonna, per le differentie naie in
quel paese dopo la morte del signor Vespasiano, é
venuto verso Paliano per occuparlo eoo 200 cavalli
legieri el 600 fanti. A la difesa de quello loco se
ritrova el signor Loysi Gonzaga con 300 fanti ; et
qui in Orvieto se n' é expedili per altri 400. Il si-
gnor Vespasiano ha lassato per testamento che, pi-
gliando il signor Hippolito nepote di Nostro Signor
la figliola, havesse in dote 30 milia ducati et succe-
desse nel Stato, del quale ha lassato usufruttuaria la
signora Julia sua consorte servando vita viduale ;
et quando questo matrimonio non succedesse, che
la fusse moglie del signor Luigi di Gonzaga predilo,
ben con qualche cosa manco di dote.
Romani hanno mandato a Nostro Signore ad
persuaderlo ad andare ad habitare in Roma ; al che
Sua Santità non ha dato resoluta risposta, né se
pensa se vi si debba transferire fino a Septembrio
proximo, perché gii converrebbe far spesa di guar-
dia, come ha designato, de 10 milia ducati al mese ;
né altrimente dice volerli andare se non con bone
provisioni ; né al presente ha il modo de far la spe-
li; U earto 840* è bianca.
xa per ritrovarsi la Sede Apostolica pri\'{^de dinari,
talmente che Sua Santità disegna imponere graveze
a le terre de la Chiesa, insolile, augumentare li datii
et imponere decime. Nostro Signore parla di fare
prò visione in Roma de grani per el vivere de Tan-
no presente, et missier Ansaldo Grimaldi offerisse
partito, et di tuore lui assumpto, dandoli 8 iulii de
guadagno per rugio. In Roma vale el fermento du-
cati 7 el nostro sacco, et de vini sono careslia
grande.
In Viterbo s* é ritrovato una cava sotterranea 241*
che quelli de Viterbo baveano fatto per tuore soc-
corso dentro, che andava de la rocca in la terra.
•
Bel medesimo, di 27.
Sono pur avisi che cesarei sono quasi obsidiati
in Napoli, et che é poca intelligentia tra loro capi-
tanei cesarei, et poca conGdenza fra spagnoli et lan-
zichenechi. Il figliolo del signor Renzo ha bavuto
condutta de 400 fanti da Nostro Signore per defen-
dere Paliano.
Del ditto, di 29.
Per lettere di 23 da Napoli di bon loco se ha,
che li cesarei ancor non sono entrati in Napoli, ma
che sono 11 vicini, et che havendo voluto francesi
occuparli un passo, si sono attaccati et fatto tra lor
grossa scaramuza, et esservi morto molti spagnoli,
quali furono necessitati retirarsi. Monsignor de Be-
rne e morto. Il reverendissimo Coloima et signor
Ascanio sono in Gaeta.
A di 5 MaBO 1528,
Portoner del Collegio ballotato tra il Serenis-
simo, Consieri et Cai di XL, in loco di
Treeo Sandelo.
Hironimo di Paxe 0.10
Alexandre da Pozo qu.'sier Piero . . . 0.10
Filippo di Rossi di sier Zuane .... 0.10
Filippo Cigrigni qu. sier Benedetto ... 3. 7
Aguslin Inzegner qu. sier Piero, masser a
la boia 5. 5
Nicolò Pasqualini 4. 6
Hironimo Negro di sier Francesco ... 3. 7
Lodovico Nicolosi qu. sier Nicolò ... 5. 5
(i) La carta 242 è bianca.
242»
861
IIDXXVUI, HAOOIO.
863
SebastiaD da le Taie qu. sier Nicolò, seri-
van a le biave — . —
Borlolomio da la Spada qu. missier Gra-
liaJio 4. 6
f Luoardo da chà Masser qu. sier Fran-
Segondo Trivixan qu. sier Francesco . . 1.9
Zuau Gregolin da la Madona de V Orlo . 4. 6
Antonio di Manfredi qu. sier Francesco . 4. 6
Zuan Morello qu. sier Nicolò, canzelier di
soldati : 0.10
Zuan Batista Padavin qu. sier Nicolò . . 6. 4
Antonio Balbi qu. sier Nicolò ... « 6. 4
Zuan Francesco Sin)itecolo qu. sier Anzolo 4. 6
Bortholamio di Franceschi 6. 4
Alexandro Frizier qu. sier Andrea ... 2. 8
Andrea Dolze qu. sier Sebastian . . . 1.9
Anzolo Miledone qu. sier Antonio ... 6. 4
Andrea Fasuol qu. sier Alvise, masser a
la Canzelaria 5. 5
Nicolò Chiario qu. sier Zulian .... 6. 4
Vicenzo Rizo qu. sier Marco, qu. sier
Zuane 6. 4
Hironimo de la Pota 4. 6
Alvise Testa qu. sier Francesco, qu. sier
Jacomo 4. 6
Bernardo Marconi 3. 8
243 Adì 5. Là matina, non fo lettera alcuna da
conto et (o dato longamente audientia.
Vene T orator de Milan et comunicò ledere de
Franza, et quanto li scrive il suo signor Duca ; et
zerca li 20 milia ducati se li presta.
Vene V orator di Ferrara dicendo
Introe Cao di XL a la banca di sora, in luogo
di sier Zuan Francesco da Canai va a Padoa, sier
Marco Antonio Corner el XL qu. sier Nicolò, qual
restava ultimo de li imbossolati.
Da poi disnar, fo Collegio del Serenissimo, Con-
sieri, et Cai di XL, per far ci portoner ; et aldili
ndmero 29, rimase Lunardo Masser.
ifeiw, poi con el Collegio, Governadori, Prove-
ditori de Comun et Ofìciali a la Beccaria, si reduse
la Signoria per far provision, per non esser carne
in Becaria ; et quelli de le banche dimandano che
non si vendi carne fuori di Becaria, che possino
vender la carne come se fa in terra ferma videlicet
manzo soldi 3 et ve<Iello soldi 4, che li sia tolto la
mela de le banche da dosso, et altre cose. Tamen
nulla fu fatto. Unum est non si trova carne ; so-
lutn un poco di vedello et cavrelo.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio^
di 3. Come ha, per uno fidatissimo de Valchamonica
che andò a posta ad explorar, partile Mercore prò-
Simo passato a di 29 Aprii da Caldar, et Zuoba a di
30 zonsc in Valchamonica, et ha la lingua todescha.
Dice che fra Bolzano, Merano el tre o quatro altri
lochi, erano alogiati da 10 in 12 milia fanti, el tuta-
via ne giongeva ; et similmente agiongevano cavalli.
Divulgavase che saria da 1800 cavalli ; et nel nu-
mero de queste gente vi era el capitanio Tegen. Et
che parca che grisoni tolesseno soldo da loro ; et
che la strada de Como era aperta a grisoni et an-
davano su et zoso cum le loro merce, et che erano
anco venuti fino in Valchamonica per badili et altre
ferareze. Et che Venere principiavano a darli dana-
ri a le gente ; né si potea intender per che loco sono
per calar. Item, scrive esso Capitanio, hozi é zonto
il forier del signor duca de Urbino, et questa sera
Sua Excellentia sera qui a Brexa.
Da Verona, del Podestà et Proveditor ge-
neral, di 3, con avisi ut supra.
Da Vieenea, di 4, con avisi al solito.
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 243*
general, di 3, Kore 16, Come el va a Bergamo
per consultar con el signor Capitanio zeneral et go-
vernar quello se babbi a far. Beri di notte vene
una spia, come usciva de Milano tre bandiere de
fanti, zerca 500, el cavalli 150, quali andavano ver-
so Monguzo per victuarie. linde fo consulti con
quelli capitane! et deliberi de mandar subilo el
conte Claudio Rangon con 700 fanti, 4 bandiere et
alcuni cavalli del conte di Caiazo a far la imboscata,
et andono li fanti. Dovea andar la cavallaria del
conte di Caiazo et domino Paulo Luzasco ; et quan-
do la cavallaria gionsé qui a Cassano per tal causa,
non posseno passar Ada per esser mollo ingrossata
la notte, ita che bisognò far ritornar li fanti senza
far effecto alcuno. Tutti questi soldati se disperano.
Di Lomelina sono lettere del signor Cesare Fre-
goso ; scrive de le provisiooe el fa di li, et non
mancheri al pressidio de tutto quel paese, qual era
perso ; el che però ha passalo Po. Altri scrìve ha
recevuto V ordine che 1 vegni ditto signor Cesare
in Friul, et cussi :
Da Cividal di Bellun, del Podestà et capi-
tanio, di 2. Per uno altro hozi venuto del contado
de Tiruol, dice haver visto le fantarie alogiate in
quelli lochi come scrisse : et circa el numero de le
fantarie non é discrepante da quello referite quel
dì beri, videlicet che sono 14 in 15 milia ; ma che
li cavalli dice che de li se rasonava et tenea per
S68
MDXXTin, MAOOfO.
864
cerio sennno forai 9000, i quali oomensavano ad
gionger. Et del eamino hanno a far per venir in
Italia, dice comune opinione era, et cosi sentete a
rasonar Ira loro soldati, che se avieranno per Val-
tolina verso Como per andare a Milano. Et etiam
de qui questo inslesso se ragiona per relalione do
altri che vengono de Alemania da piQ bande; et
se dice che hanno inteliigentia con el castellan de
Musso.
244 A dì 6. La mallina, fo lettere da Vieenea, di
sier Zuan Antonio du chà Taiapiera capita-
wio, di 5, hore 15. Per aviso reporlalomi di sopra
da uno che parti heri matina da Trento, dice che
a Trento erano da 1200 cavalli borgognoni, et non
erano ancora gionli fanti, ma se trovavano tra
Trento et Bolzan, al numero come se dice de 14
milia. El capitanio suo ditto Marco Siech é a Bol-
zano amalato gravemente ; et da Bolzan più in suso
non sono più gente alcune. Se tien che el differir
sia per non haver haulo el danaro. Le monition a
Trento non erano sta cargate, ma ben erano pare*
chiati li carri al numero come dicesi di 300, et gua-
stadori 1500. Haveano etiam coodutlo a V Àdexe
30 pezi de artellaria, de quali 10 sono grossi et con
4 rode per cadauno ; el etiam parte de le barche
et ponti, et le scalle. Item, de li cavalli preJitti, 60
erano venuti ad alozar al Caliao et Matarello verso
Roveredo.
Da Verona, del Podestà etProveditor cene-
rai Ccntarini, di 4, hore .... Come era zonto
ci signor Astor de Manfredi con li bOO fanti, et To-
gnon da la Riva con 400, su quel territorio ; et li
havevano fati star de fuora a . . . • dove se li farà
la mostra et se li darà li danari. Di le cose di sopra
hanno, che 1 duca de Brexvich certissimo è zonto a
Trento, et
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà
et capitanio, di 5. Con avisi di sopra esser zonli
a Trento cavalli numero .... et fanti 2000, et
344* Di Franea, del Justinian water, da Pa-
ris, di 17, 2B et 26 Aprii. Prima scrive di gran
quarelle et lamenti venuti de ti, che la Signoria non
fevd el suo dover, né mandava li danari si è obli-
gati a Lutrech etc. ; adeo lui non poteva comparer
né poteva dir le raxon nostre ; pur iusliflcava la
Signoria meglio poteva. Zonse poi in 6 zorni venu-
to Pelegrin corier con lettere di 14 de l'instante
del Senato, «t la deliberation fata de far li 12 milia
fanti et de li 3000 lanzinech, et ne mandi altri
3000 per el calar de inimici^. Unde parlò al Gran
canzelier cardinal et quelli del Conscio, quali re-
stono satisfatti et disseno é contenti ; ma se mandi
a parlar al Re eh* era mia 60 luntan a la chaza.
Unde mnndò el secretano suo Hironimo da Canal,
qual parlò al Re. Soa Maestà disse era contenta
mandarli ; el poi con li Consieri a -questo modo : li
primi 3000 se pagi per terzo, una parte Soa Maestà,
una la Signoria, una il duca de Milan, et li tre altri
tutti li pagi la Signorìa, si come havemo volesto ;
ma voi segurtà a Lion de pagarli, aziù el Re non
babbi feistidio. El altre parlicularità, ut in litteris.
Di Anglia, del Vmier orator, da Londra,
di 16 Aprii. Come quel orator di madama Mar-
garita venuto de 11, havia ditto al Re, Cesare faria la
pace ; et però se mandasse oratori in Spagna che se
concluderà. 11 Re rispose che havendoli una volta
indillo la guerra, non era honesto. Hor poi ditto
orator instò col Cariii[)al, qual disse a la fin maoda-
riano uno con condition di star sólum 3 zorni a la
corte de Cesare, et volendo far la paxe prolocula
se faria, altramente che al tutto el mexe de Zugno
voi romper guerra etc. Itém, scrive el Cardinal
haver parlato a l'Orator nostro zorca restituir Ra-
venna el Zervia, el la Signoria non voy esser la
mina de Italia, et che'l re de Pranza fa mal a con-
sentir conlra el Papa. Et cussi hanno mandato uno
brieve et cerle scriture in Pranza di questa materia.
Nolo. In le lettere di Pranza par, che parlando
esso Orator che la Maestà Cristianissima atendi a le
cose de Italia, il Gran cancelier disse il duca di
Geler ha rotto et amazà 2000 spagnoli. S'il re d'In-
ghilterra vorà romper, etiam nui de qui convegni-
remo romper.
Vene il Legato del Papa episcopo di Puola, qual 2
ave audientia con li Cai di X.
Fo partalo in Collegio di meter la parte hozi in
Pregadi di expedir sier Gasparo Contarini eleclo
orator al Pontefice, il qual parlerà con Soa Santità
di le presente occorrentie. Et questo sarà la risposta
si die far al brieve.
Fo lettere di Padoa, di rectori, di sier Ma-
fio Miehiel podestà et sier Santo Contarini
capitanio Del zonzer lì uno orator del re Cristia-
nissimo vien a la Signoria nostra a far residentia
in luogo di monsignor di Buius; el qual è nominato
monsignor de Langiach episcopo da Veraus; et hozi
monterà in barca.
I Et fo mandato, zoè ordinato zcntilhomeni ....
i che non vien di Pregadi, ma borocni sotto Pre-
3fó
IfDXXVin, MAGGIO.
866
l^di, tra li qua! sier Lorenzo di Prioli el cavalier et
alcuni allri, ad andarli contra hozi, et condurlo a
rbabitation preparata a S. Zorzi Mazor dove stava
l'oralor fioreotin. Et cussi ne andono zerca nu-
mero .... vestili di scartalo a . . . . dove era
roralor vecbìo di Pranza episcopo di Baius, Toralor
di Milan, el V orator di Ferrara et li lo receveteno
aliegramente. Vi fu etiam contra Toralor di Fio-
reotioi.
ìio* Dapoì disoar, fo Pregadi et venne queste lettere :
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor
general, di 4^ hore 22. Come bozi si aspecta a
Bergamo il signor duca di Urbin, et lui Proveditor
anJarà doman li a Bergamo per consultar di la
ioapresa. Il signor Cesare Fregoso è sta revocato
con le zente di Lomelina iusta le lettere di la Si-
gnoria nostra, per mandarlo al governo del Friul.
Si ha aviso il capitanio Tegen venir a la volta di
Vallolina. Scrive ha soìum fanti 4882, di quali a
Beiamo, Brexa, Crema, Pavia et San Gervaso
sono fanti 2057, el il resto è qui in campo; et
bisogna danari da pagarli, perchè de Y imprestedo.
del clero ha auto solum da Bergamo ducali 1000,
da Brexa 1300, da Crema 1800; il resto non si
averà fin do mexi. El questi son li 19 milia ducali
si fa conto. Hozi ha auto lì scudi COOO li è sta
mandali de qui, et di questi si dà ducali 1000 al
Capitanio zeneral, et hozi si ba pagato la compagnia
di domino Antonio di Castello et di lanzinecb ; et
manda la lista di le zente e di pagamenti eie.
Di Brexa, di sier Marco Foseari provedi-
tor general, di 4, hore . . . Come essendo zonto li
il signor Capitanio zeneral, el trovandosi a Lonà
volle venir di longo per esser con sua excellenlia
per far provision eie.
Di Verona, di sier Zuan Eno podestà et
sier Carlo Contarini proveditor generai, di 4^
con lettere ante da Trento, le qaal colui le ha
portate in le scarpe et è imbratate. Scrive di le
zente ut supra zonle li, ma non si poleno levar per
non aver danari. Item, scrive esso Proveditor ze-
neral aver fallo la monslra a sier Lorenzo Sanudo
di soi archibusieri ; ve leva 15 per cento iusta la
parte. Et cussi li altri zentilhomeni dimandoe ; ma
baule le lettere di la Signoria nostra quelle exequi-
rà, né li darà cosa alcuna.
Da Milan, di sier Gabriel Venier orator,
di Come il Duca ha auto li ducati 6000 pre-
statoli di la Signoria nostra a conio di 20 milia ; et
benché non bavesse piacer di .trovarsi col Capitanio
zeneral noslro» inteso le lettere dì la Signorìa no*
slra che voi el vadi, cussi exequirà, e lui Orator li
farà compagnia: et ha scritto al prefato Capitanio
zeneral avisi dove si dieno parlar.
El nota. 11 Capitanio zeneral voleva andar ad
Ànfo per veder, ma zonto a Brexa mutò pensier ;
va a Bergamo per ritornar poi a Verona, atenlo li
lanzinech frequentano (sic).
Di Trane, di sier Velar Soranao provedi-
tor, di primo. Come erano zonli li 85 milia ducali
tra quelli del re Chrislianissimo, de la Signoria
nostra et di Fiorentini, li quali tulli li ha inviati in
campo con la scorta a Lutrech. Scrive di Manfre-
donia, che ba mandato tre fanti dentro sotto color
sono fuziti da Trani con ordine tornino per saper 246
le zente sono dentro, et qualche parlicularilà ; ma
bisogneria zente da terra. Scrive del signor Camillo
Ursini, che collerico ba scritto in campo li mandi
altro capo.
Di sier Andrea Zivran proveditor di ca-
valli ligieri^ da presso Otranto, di 25 Aprila di
successi sai, drieata a suo fradello: la copia di
la qual lettera sarà notata qui avanti.
Del Capitanio general sier Piero Lando^ da
mar, date in golia adì 28 Aprii a . . . . mia 6
apresso Brandiao. Come va a quella impresa per
aver la terra. Erano ben venuti alcuni di la terra a
darsi, ai qual disse voleva venisseno li deputati eie*
Scrive ba mandalo la galla soracomilo sier Zuan
Malipiero verso Ancona» per segurar li danari si
manda in campo. Et scrive zerca lo andar a Napoli
con 16 galie, il proveditor Moro ave tal ordine.
Di Iranga, dil re Chistianissimo, fo leto
una longa lettera di ... . scritta a monsignor
di Baius suo orator di qui.
Fu posto^ per li Consieri, dar il possesso di uno
beneficio di San Fauslin et Jovila sul territorio
brexan in el loco Comenzan a pre' Zuan Francesco
de Conis per renontia di uno suo barba, apar per
bolle del Papa eie. Balotà do volte, la prima ave :
72. 6. 23; la seconda: 125. 3. 11. Et fu preso.
Fu posto, per i Savii dil Conscio et terra ferma, 345*
essendo za molti zorni in campo a Cassan uno
capitanio de sguizarì el qaal si ha offerto
Fu poi chiama molli che mancava, ehe vieoeno
in Pregadi per imprestedo, aver da loro. Alcuni ó
amalati ; allri non risposeno; altri non deteno nulla.
Et sier Alvise Pasqualrgo procorator oferse per suo
fradello sier Lorenzo procurator, cbeé amalato,
ducali 3000; et sier Andrea Basadonna ducali 800.
In lutti ducali »
367
lIDXXVin, IIAOOIO.
368
Oapoi fono letti per Piero Grasolaro quelli non
hanno portati i loro 5 bolIe(ini insta la parte, i quali
vien in Pregadi et hanno ofBzii et sono numero
zerca come saranno notadì qui avanti. Ma
di questi farò nota.
Sier Alvise Pisani procurator, proveditor zeneral
in campo, per Raxon nove et Cazude.
Sier Piero da chà da Pesaro procurator, oralor a
Lutrech.
Sier Marco da Molin procurator.
Sier Gasparo da Molin procurator per Razon Nuove.
Sier Marco Grimani procurator. Niun di questi era
in Pregadi.
Sier Michiel Trivixan qu. sier Nicolò, avogador di
coroun, Cazude.
Sier Piero Gritti provedador al sai, Governadori
et Cazude.
Sier Francesco da Leze è di Pregadi, qu. sier Alvise.
Sier Velor Donado è di Pregadi, qu. sier Francesco.
Sier Antonio Dandolo é di laZonta,qu.sier Hironimo.
Sier Antonio Viaro el XL Criminal, qu, sier Zuane.
Sier Toma Moro e di la Zonta, qu. sier Alvise, pro-
veditor zeneral in campo.
Sier Piero Zen é di la Zonta, orator al Turcbo.
Sier AlviseFoscari è di Pregadi,proveditor aRavenna.
Sier Bernardo Marzello é di la Zonta, qu. sier Hi-
ronimo.
Sir Andrea Na valer é di la ZonU, qu. sier Bernar-
. do, orator a l'imperador.
Sier Anzolo Marzello el XL Criminal, qu. sier An-
tonio.
Sier Francesco Lippomano proveditor sora il co-
timo di Londra, qu. àier Zuane.
Sier Zuan Marzello ai X Savii, qu. sier Piero.
Sier Filippo da Molin sora le acque, qu. sier Hiro-
nimo, X Offieii, Cazude.
Sier Andrea Morexini vien in Pregadi, di sier Ju-
stinian.
Sier Antonio Donado, qu. sier Bartolomio, vien in
Pregadi, X Offieii.
S47 Copia di una lettera scritta per sier Andrea
Zivràn provedador di cavalli lieieri^ a sier
Christofolo Zivran suo fratello.
Lau8 Beo, adi 22 Aprilis 1528, intra
S. Petri in Galatina,
Fradelo carissimo, salute.
Ve dono aviso, come per gratia de Dio stamo
bene de sanità. El simile desidero sentir de voi et
de (ulta vostra caxa. Fin hora mai ho scripto cosa
alcuna per non haver avuto tempo, et per non es-
ser stato fermo in loco ninno. Hora, per darve
aviso alcuno de nostre victorie, me ho forzato scri-
vere aziò insieme con questi nostri amici ne pren-
date piacere. Alli 19 de l'istante mese de Aprile, el
Viceré Imperiale, el duca de Santo Pietro in Galatina
con sette baroni, in compagnia de cento e octanta
cavalli et fanti 200 bene in ordine et la maior
parie archibusieri, per non se confrontare con mia
compagnia andavano alquanto paese lontano da
noi molestando el depredando quelle terre che
erano reducte alla fldeltà de la santa Lega el Ulu-
slrissiroa Signoria; de manera tale che le diete
terre slavano de mala voglia, et quelle che non
erano ancora reducte sotto dieta fiJeltà slavano in
tremore et suspese. El vedando io questo esser di
gran discomodo a questa impresa, deliberai omni-
namente de andarlo a trovar el provarse insieme,
mettando spie continuamente per saper el camln
de esso Viceré. Accadette che esso Viceré andò in
uno castello nominato la Vetrana, reducto alla
fidellà de la sancta lega, el quello sachigiao; et
havendo inleso la dieta nova, incontinente possi in
ordine la nostra cavallaria el andai vet*so il dicto
castello; et apropinquato a lo dicto castello, li feci
una imboscata, el mandai ad correr fin a le porte
sue vinti cavalli; el de loro ne incisero zerca 40.
Per li nostri fu scaramuzato et preso di loro otto
cavalli, né mai volse il Viceré spengersi avaDti verso
la imboscata. Vedendo io che non era per vegnirme
ad trovar, el per non haver visto el paese che non
era al proposito mio de attacarme con tutta la
stratia, presi partito de retirarme; el cossi me missi
ad alloggiar per quella nocte cinque megli lontano
da loro, che era su la via fra Taranto el el ditto
Viceré. Habiando poi inteso che esso Viceré mandò
ad rechieder soccorso in Taranto, io continuamente
in quella notte gli teneva le spie appresso quatro j^yi
cavalli per sentinella, quali la roatìna veneno ad
avisarme che li cavalli erano fora del dieto castello.
El dubitando che '1 soccorso non li venesse, presi
partito andar ad trovar el tentar la fortuna. Arri-
vato apresso lo castello prefalo, li feci una imbo-
scata et pensili '20 cavalli con lo capitanio Bosichio
el con Mini Frasina capitanio, con ordine che do-
vessero andar a scoprir el nemico ; ci per nullo
modo attacarse con loro, ma retirarli ad me. Per
l'antiguarda mia fuiadvisato che li inimici erano
insiti dal castello et tenevano la via de Gallipoli. Io
I immediate ensii da la imboscata el me messi io
869
UDXXVin, MAGGIO.
m
bataglia ad seguirli. Poi me parlili de la mia ban*
dera con i cavalli per veder li andamenli soi. Sco-
persi che se andavano relirando in baltaglia, et
mellevano le fanlarie per Io fianco con li carriagi,
Dapoi vidi quello me bisognava, messi air ordine
luKi li mei cavalli, el cavalliero Mauressi, missier
Ioan Corroneo, missier Pietro Frasina, missier An-
tonio Malafara capilani, con ordine che lor doves-
sero vegnir con la mia bandera, el che io con 40
cavalli soccorresse l'anliguardia. El cossi trovando
la mia anliguardia che scaramuziava, dove me
parse el tempo, delti dentro alli inimici, et dato
dentro li inimici presero fuga; la mia bandera se
drìzò (a) la volta de fanlarie le quale erano due ban-
dere; et subito che gionse la mia bandera preserro
fuga, et tulli furono dissipati et facto presoni el
tolte le bandiere, chariaggi et tutto. Io seguiva la
Victoria de cavalli, né mai li abandonai fin ad 15
miglia de paese, amazando et prendendo de loro;
el per la via feva dismonlar li nostri stratioti da
lor cavalli et mettevali su li boni cavalli per se-
guir meglio la Victoria ; talmente che el Viceré in-
sieme eoo lo duca de Santo Pietro et uno (di) nome
missier Todaro Bochari se buttò for de la strada
per le madrie et scampò via. Siche de tutta la sua
gente non ha scapulato altro che lo Viceré et lo
diclo Duca et missier Thodaro Boccari con 4 ca-
valli; et niuno de li mei é mancato, salvo che feriti
da 3 a 4. Porete considerare de quanta imporlaulia
è slata la rolla sua, et perché in verità Leze lo
voleva soccorrer de 200 fanti ; el molle altre terre
seriano siale sopra de se per star il Viceré in cam-
pagna, bora perla^ralia de Dio tutte mularanno
pensiero come ha facto Leze.
248 Beri che foro li 25 de l'instante mese de Aprile,
andai a Otranto ad dimandarli la terra, el per loro
non mi fu resposto. Io li ho facto fare coreria, el
credo muterì pensieri per non haver guasto alli
giardini de le Cilrangole. El Viceré é intrato in Gal-
lipoli ; qual spero, voltato Otranto, immediate spen-
germi a la volta sua, el fengerò de darli guasto per
veder el modo se mova el popolo ; spero se ren-
derà. Io presi in questa volta del Viceré baroni 4
et lo auditore de le provintie nomine Galeotto Fon-
secha spagnolo, el multi altri presoni.
Ad Gasparo mio figlio io ho facto haver la ca-
slellaoaria della cita de Solignano con provisione
de ducati 7 al mese in vita per avanti che fosse ve-
nuto el signor general in Monopoli, et per sua ma-
gniQcencia si è stata con firma la. Spero de oblener
ebeSua Magnificenlia gli la cresca fin ad ducati 10.
/ Piafii di U. Sànuto. ^ Tom. XL VII
Altro per adesso non occorrendo, Dio ;de ogni mal
ve guardi tulli.
Data in villa Ansciano da longa da
Otranto miglia ire^ adi 25 Aprilis 1528.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 249')
Taiapiera capitanio, di 5, hore 24. Come, il
medesimo di quello avisoe questa matina, in que-
sta bora ho per uno aviso scrilomi da uno capela-
nio al devedo qual tengo a li confini per questo ef-
fetto, agiongendomi però che heri over hozi se
aspectavano le fanlarie a Trento, et faceano cargar
le monitione sopra li carri, et anche si lavorava a
conzar la strada con guastadori, et spazà pria di
sopra et di sotto un loco dillo el Mataretto eh' é
per andar per la Val de Sagre. Et tiense vadino per
ditta valle. Se ha dillo etiam li a Trento, che il ca-
pitanio Tegen deve andar a la volta di Milan con
6000 fanti tra grisoni et lanzinech per coniongersi
con il Leva.
Et per una lettera venuta ali Cai di X, sier Hi-
ronimo Barbarigo Cao di X andò con quella dal
Serenissimo, et stretosi con li Consieri :
Fo licenliato Pregadi hore 23, et restò Conscio
di X con il Collegio, ma sleteno poco. Fo ditto so-
pra la retenlion di uno episcopo ; unum est fo
preparalo la Torcsella per melerlo dentro.
Da Orvieto^ vidi lettere di domino Alvise
Lippomano canonico di Bergamo, particular^
di ultimo Aprii. Scrive li avisi di le cose del
reame, el la scnramuza fatta vicino a Napoli, et
esser sii morto monsignor de Veri borgognon,
qual fo quello vene dì Spagna a far liberar il Papa.
Et si dice, in Napoli spagnoli haver haulo da napo-
letani tumuli 35 milia di grano et ducati 15milia,
cavali di croxe, calexi et altri arzenti di chiesie di
Napoli ; et sono alozati in la terra a quartieri, et
hanno viluarie per do mexi. Item, il Papa fa far
3000 fanti a Spoleti dove ha mandalo Orlando suo
camerier ; si dice per Rimano.
Noto. In quesli zorni, in la lerra muor assaissi*
me persone da pelechie, tra li qual molli zentilho-
mcni.
Adì 7. La matina, vene in Collegio sier Vi- 249»
cenzoTrun venuto Capitanio di-Bergamo, vestilo di
veludo cremexin di varo, in loco del qual andoé
per danari sier Zuslo Guoro ; et referite di quella
terra, insta il consueto, laudalo dal Serenissimo.
(1) U carta 149* è bitnc».
24
871
MDXXTUl, IIAOOia
Di' campo sùUo Napoli^ del Pixani et Pè-
ocaro, date adi 28 a ,
Di Verona, del Podestà, et Proveditor sve-
nerai, di 5, con avisi di le cose di sopra ; et del
zoQzer tre capitani con fanti noviter conduti ; zoo
il signor Aslor di Manfredi con 500, Tognon di la
Riva con 400, et Bello di Belli con 200. Li ba man-
dati alozar a Soave.
J)i Nicolò lìùrbaro capitanio del Lago, da
Bardolin, adì 5 Mago, partieular, a sier Gre-
gorio Pizamano. De qui si ha esser arivnti a
Trento il duca di Auspurch et uno altro, et sono
arivati da 6000 fanti et cavalli; le artellarie messe
a la porla di santa Croxe, la qual porta vicn verso
Verona, li carri tulli comandati stanno cussi, et
hanno dato uno ducato per carodor. 11 capitanio
TegnoD è a la voHa de Igna ; ne é partito vorso
Valtoiina, che se dicea per andar a coniongersi con
il signor Antonio da Leva. Credo tulli se move-
ranno a un ponta Et vannq scorrendo per venir al
tempo di Tareollo, per dar il guasto come loro di-
cono. Io su lago ho messo bon ordine, et hozt
mivieo 100 archibusieri, et altri 100 bo; li capi
de ogni 100 é Francesco Spinelli, l'altro llironimo
Padoan. Spero occorrendo operar, eia
350 Hi Vitenga, di sier Zuan Anionio da cha'
Taiapiera capitanio, di 6, kere 14. Mandu una
lettera sentali da Zuane Zen capitanio del devedo.
Miigdfìco Capitanio,
L*é venulo hozi da Trento Nicolò Tessaro man-
dato de sopra, et ha trovato a Trento Francesco
Poienton (fi Enega che li ha fatto veder ogni cosa
possibile a veder ; et dice esserli cavalli 1500, bo-
meni d'arme borgogoom che mai se vedeteno ti
meglior armati, li quali zonzeno Venere, Sabado
et Domenega, et ancora ne dia azonzer alla summa
de 2000. Et dice che li fanti sono a Tremen, Boi-
zan ei Cajdaro, et parte ne son vcnnti a Lavixe,
che 90A da 5 mia sopra Trento, che possono esser
15 milia; et che Domenega feccno la moslra et
toehorDo danari. Hanno principiato a far el pan
Luiftti et ne feeeno stara 500, et seguitavaiK). El
Luna nieiiorMO le barche a rAdeace tutte, e( han
liiUo li iHNili: suso per provar se V artiellarie li poi
star aufo. Et che V artelltfia d su It carri, parte su
la piazza del castello, el parte in la monition. El
che ìd ia monitioD é gran quanliià de lanzonl et
pichi, falce el sexole, et gran nunraro di scale lff=^
qual hanno in cima le elicle et li carpi di ferro. ^
Et Loni azoDse il duca di Saxonia, fo adi 4, quel di 1
Berg(^na et di Baviera con li cavalli preditti in or- *-
dine, el li fo andato centra con gran pompa. Item^ ^
V è venuto uno de Assiago el qual voleva andar ls
Ala con A some de aqua di vita, el quando el fu.»'
a Trento, Tandete dentro Francesco da Caslelallo
suo amico, et luì el consigliò che'l dovesse discar —
gar et tornar a casa, perchè se T andava avanti g»^
seria tolto li cavalli per menarli con loro, perdi» m
questo non può durar da 5 over 6 giorni.
Da Asiago, adì 5 Mago 1528, Kore 22.
Da Feltre, di sier Tema Lippomano pode^
sta ei capitanio, di 5. Avisa che Domenegr^
adi 23 uno suo se parli a bore 12 da Trenta Die» -=
che non li' era salvo cavalli 300 con el suo capix-
lanio ; fantarie non li era ; li dice etiam che i» i
non veneria rn Trento, ma sono a Caldaro el quctt't
loci drio TAdese. Et che Thavea parlalo con un»j
qual li ha dillo per certo, che ditte fantarie quandi
le siano da 12 milia V è tutto el mmulo ; dki cred^
ancora stano assiì manco. Dice poi che ditte zent» .
voleno andar a metter uno Duca in Milano, qual »
a Trento; ma non li sa il nome. El che Terr*
zonto li uno da Rovere che diceva come d dues.^
dì Ferrara veniva verso Verona con 10 miBa fantiK
et stavano di mala vogKa. El che li pootì preparala
tutti erano sta menati su la riva ; ma non ancssi irs
a(]ua. Ancora non si havea fatto pane, et die'l (òr "
mento valeva H lire 1 9 el staro nostro. Che diti
zente non li par troppo alte a guerra, et che
di queste fantarie sono di Vai Sugana mesiade
quelle è venute da le bande di là.
Del ditto pur di 5. In questa bora e Tenute^
an' altra mia spia, quale se parti beri alte 22 bora.
Referrsse esser zonto in Trento fino al Dumero éi
700 cavalli, de li quali 150 sono andati a uno loco
chiamato el Caviano apresso Rovere di Treoto eoo
biave per li cavalli. Dice edam esser a>o4o cara
tre di corde, et era zonto altre tre carete di pot*
vere, do charete di lanze da homcni d* arme, una
carela de ballestre ; et hanno hlfo ponti 67 da
metter su le barche de passar 7 Puno, el 35 barche
sono in aqua. Hanno etiam messo sule mode 11
pezi de arteHarie grosse, dicono per bater mure,
20 pezi picoli de campo pur sule ruode. Hanno
principiato a dare la farina per far del pane, et li
danno lire 35 per staro de li soi, et voi K pani siano
de peso di iraze 4 Vt 1* ano. Se li di 13 quatriai
S7S
mduvhii maooio
874
per stero per far ei pane. Dice etiam esser zoolo
uoa bota graoda de sesoie et una bole di falze.
Le fanterie tulle sono a li sol loci; li bomini
d'arme tulli banno uno scbiopo pìccolo per ca-
dauno, quale buia foco da sua posla. In questo
numero de homeni d*anne ne sono 100 eavalli de
slratioli. Dice etiam che quesle zente aspella che'!
campo de Miktoo debba venir a le bande de solto
,con le zente hanno nDandalo per la via de Vallo-
iioa, dove dice esserne andati da 2000 fanli^ et
zonlo siaoo questi, calaranuo per via del veronese.
El dice etiam, che quesle zente noa sono più de
15 milia persone el non ari vano; ma loro danno
051 '^'^ ^^ ^^^^ trenta milia. Dice etiam, per quello
se poi intender, loro andar per mcUer uno Duca é
con loro in Milano, quale dice aver raxoue de dilla
ducea; ei dice che ditto Duca paga lui (ulti questi
cavalli Le fanterie haveno tulli, Zobia adi 30 del
passato, 4 raynes per uno. Dice etiam, banno bu-
falo in aqua uno ponte graudo per provar V arlel
lana suso, se la sia salda al Irazer. Hanno in Trento
500 guastadori tolti da le vile a spese de vilani.
Non hanno voluto lassar cargar a mulatieri biave
a Ala se non quelli sono ali confini del Visentin et
veronese, perché li banno promesso come i calano
darli favore.
Veneno in Collegio I* orator nuovo di Pranza
in rocheto et capuzo di raso negro, chiamalo mon-
signor lo episcopo de beri zonlo, in-
sieme con monsignor di Baius oralor >*eciuo, acom-
pagnati da sier Gabriel Moro el cavalier et allri pa-
Iridi vesUti di scartato al numero di 2*i. Et zonlo
dentro, il Serenissimo ai nuovo li fece grande aco-
fflienlie, et presentato la lettera di credenza el sen-
tati lutti doi, esso nuovo oralor fece oralion Ialina.
25|« In questa malina zonse in questa terra, condutlo
con 15 archibusieri da Verona di ordine di. Cai del
Conscio di X, il reverendo episcopo di Cesena no-
minalo domino di nation ....
Et di ordine del Conscio di X, come fu preso,
dillo episcopo fo posto in Toreselle, el con guar-
dia et erano con lui pur presii posti
nel Collegio di le biave.
Et subito poi disnar li Cai di X tolseno il suo
eosliluto.
In questa matina, a San Zane Polo, dove si cava
il loto seralo per Zuan Manenti, fo cava una in-
trada de ducali. 280 al Monte di sussidio a sier
Cornelio Barbaro di sier Alvise qu. sier Zacaria
cavalier proourator, e a le Cazude ; ma dillo pre-
ciò è per anni 30 solamente, et va per teno.
Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonla so«
pra queste cose del vescovo di Cesena et del Papa.
Veneno zoso a bore 33.
Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor
Menerai, di 6. Come ogni giorno arivano bone
gente nove de li ; ma bisognava li danari per pa-
garle, aziò non fugisseno et anJasseoo da li inimici»
Di novo, il signor Cesare Fregosoi per lettere di 2
da Tortona scrive che erano stati alle mane con
inimici ad uno loco chiamato Ponte Corona olirà
Po, et hanno preso de inimici forsi 40 cavalli, tra'
quali sono il capilanio Medina, il capilanio Hercule
Sassalello et uno altro capilanio. Scrive si e or-
dinato di redursi a parlamento in el loco di Cara-
vagio, Zoe il signor duca di Milano, il signor duca
di Urbino capilanio general nostro, il signor Janus
gubernator, lui Proveditor zenerali et tulli questi
condutierì ; ma fin bora non e sta deputato il zorno.
Crede babbi ad esser Zobia, che sarà poi dimane
perché hoai ditto Capilanio gener»! gioogerà a
Bergamo et ivi starà dimane, et il zorno subse-
quente per tempo si vera poi a Caravagio.
Posticripta. Questo illustrissimo signor duca
di Milano si atrova mollo confuso di le cose sue
rispedo le revocalion fatta del signor Cesare Fre-
goso con quelle nostre gente sono di là di Po» et
soiicita esso Proveditor zenerai si mandi uno altro
capo in loco suo, et che si soprasieda a la revo-
oatlou di quelle gente fln che se gli faxa bona pro-
vision, che dice sarà di brieve. Tamen esso Pro-
veditor scrive che*l voi ezequir la commission
haula.
Dì Vero^, di àiér Zuan Emo podestà, et 952
sier Cario Cmiarini proveditor amerai di 6,
Come esso Proveditor ha hauto l' ordine di andar
in campagna col Capilanio aeneral, et cussi exe-
quirà ; et manda una lettera habuta.
Copia di una lettera di sier Hironimo Grade-
nigo proveditor di Sald^ di 5, sorita a sier
Carlo Contarini proveditor Menerai
Magnifice et clarissime tamquam frater
honorandissime.
Di novo, in questa bora una di notte e gionto
una mia spia per mi mandala a Trento, qual me ha
referto come Domenica prosima passala adi 3 el
duca di Bransbec, el conte Mazimiano, el conte
Girardo de Arco, el conte Batista da Lodron et
Marco Sieth tulli cinque erano a Trento et se redu-
seno in castello, et feceno consulto intra essi per
875
MDXXVZII, UAOOIO.
876
spalio de 6 bore ; ma quello ordinasseno non lo sa,
salvo che li caradori comandati con li carri li di-
mandavano danari, et li risposcno dovesseno aspe-
lar fina Mercore proximo che li daria danari aut
bona licentia. Et che li cari comandati per condur
nionilione sono zerca 400 ; et che missier Nicolò
Transtolfo e fatto capo sopra esser monilione. Dice
etiam, haver visto arlellarie de ogni sorte numero
27 sora la piaza di Trento. Dice etiam haver visto
sachi de pane cerca 200 some di monitiotie. Dice
etiam, aver visto cavalli 400, quali veneno in Tren-
to, ne li quali ne era 200 di citadini di Trento an-
dati incontra ali altri 200 ; et che altra gente non
ha visto in ditto loco di Trento. Dice efiam, che le
fantarie, per quanto ha inteso, sono tutte da Trento
in suso fina a Bolzano, et el numero sono da 8 in
10 noilia fanti et non più, ma che tutti sono cer-
nide ; et dice non voler asoldar taliano alcuno. Et
da poi partido, vegnando per el loco di Lodron, ha
visto quelli di la terra di Lodron et altre terre fu-
ger le robe sue in le fortezze, lo starò atento, et
se altro intenderò, subito del tutto ne darò notitia
a vostra magnificeutia, ala qual me racomando.
252 Da Bergamo, di reciori, di 5. Come in que-
sta bora una di notte é gionto in questa città il si-
gnor duca di Urbino. Li sono andati contra tre
milia con grandissima pompa et bonore incontrato.
Restare qui per dimane, et Zobia da matina a bon
bora partirassi per Caravaggio dove si ha da far il
consulto, nel qual ha da intravenir il signor duca di
Milano.
Di Verona, di sier Polo Nani proveditor
general, di 6. Del suo zonzer 11 a bore 7 di notte,
et andato presto.
JD* Feltre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et capitanio, di 5, hore . . . Come, per uno
partito beri da Trento, dice che le fantarie sono tra
Caldaro et Tramin, et che baveano principiato a
dar danari, et zi pagate 10 bandiere, a le qual ba-
veano dato do raynes per uno, con promission di
darli fra 15 zorni altri do raynes. Aspetta uno suo,
qual tornato avisara.
Di Cadore, di sier Filippo Salamon capi-
tanio, di 5. Come, per avisi hauti, queste zeute
preparate dieno far vista di cabr per la via di la
Chiusa per tenir in baia, et V ixercilo calerà per
un* altra via, passando certo monte, ut in lit-^
teris.
Hozi, in Quarantia Criminal, li Syndaci di San
Marco sier Hìronimo Marzello qu. sier Galcazo, et
sier Zuan Marln, messeno alcune regulation del pa-
lazo contra li nodari di Zudegadi, zoé queste :
che li nodari r^istri ogni scrittura pertinente
ale sentenlie overo termination et non li coaiutori,
senza alcun premio, insta la parte presa in Gran
Conscio 1413. Ave: 29, 0, 2.
che li nodari non possino tuor premio per li in-
terdeti quando le parte vien d*acordo avanti la sen-
lentia. 28, 0, 3.
che 1e spese di le sententie principii il numero
ascendendo, eirnon descendendo iusla le tariffe.
27, 2, 2.
che le termenation a comprometersi crear gu-
bcrnatori, alimentar spexe di pupili, a dar (acuiti
a done, asegurar et obligar le dote over comes-
sarie et governadori, a vender di beni di le comes-
sarie, li nodari babbi grossi 12 solum. 20, 7, 4.
che di le sovenzion habbino la meli di quello
hanno di le sententie. Item, di contratti iuterlocu-
torii il pagamento di do soli a responder, uno per
perentorio, uno ad assentiendum, uno a opponer
•a li testimonij, uno a dar li ioterrogatorii, uno a
le parte a venir in ordine. Ave : 23, i, 7.
Copia di una lettera da Vicenza di sier Zuan 953
Antonio da chà Taiapiera, di 6 Maec 1528,
hore ....
Come lui governa in zerca 2000 guasladori et
alende a far li archibusieri del territorio, che mai
ha un* bora de riposo. Poi li convien dar danari
et alozarli ; siche brama assai volle la morte per
esser sta nbandonatò in questa terra, et la mazor
parte son morti de li primi citadini, et quelli soo
restali sono over infermi over fuziti. Pur fa bon
animo quando considera esser in una Vicenza ben
nota a tutto il mondo la qualità soa, el aspetar un
20 milia todescbi che facilmente potrian calar in
do zorni, et lui ha solum 400 fanti a la custodia et
schiopetieri dei paese 260. El scrive quello ha
fatto.
Io ho levato do bastioni beletissimi quasi a di-
fesa, con forsi 200 passa de cortina. Ben é vero
ancora non sono cavali li fossi; ma spiero non ces-
sarò, se questo deseender de inimici non me im-
p*dise, de redure questa città a tal termine che
restarà eterna memoria. Ho fondalo do cavalieri ;
che tulle queste cosse tutta questa settimana sa-
rahno in bon esser. Fazo presuposilo doman prin-
cipiar uno altro bastion da uno altro capo verso
la porta di Padoa. Ben è vero sarà fastidioso da
877
II0ZXTIU, UAOOIO.
878
far perdié bisogna fondarlo In aqua, et una fossa
era ik falla, et nun cessarò, che spiero, non me
maocanJo el viver per liguastadori fino a l*ar*
colto, si cognosseri io baver meritado li ducati 18 (?)
al mese ho di salario. Mi hanno mandalo soìutn
500 stara di formenlo, qual ho dato a questi fornarì
a lire 17, soldi i il staro, e( tolto a I* incontro pan
fato senzi haver altra spesa, a unze 6 di pan al
marcbeto come sì fa in questa città, et di quello don
ali guasladori soldi 6 al zorno. Questo é gran be-
neficio di la Signoria, et con la mila di la spesa
farò r opera; ma bisogna si mandi di T altro for«
mento suso. Li soldati li ho pagati iusta 1* ordine
del Senato. Tutti sono archibusieri. Hozi ho di-
spensato le 15 per 100 di page morte; il che con-
953* tioaando sarà cosa bona si la durerà. L' è occorso
che uno fante che tochò beri la pjga se ne fuzite;
et inteso zio, il suo capo di squadra li andò driedo
et lo prese ; el cussi caldo, de mio ordine menatolo
ala cadena, li feci laiar il naso et le orechie siando el
boia el suo contestabele, et poi a son dì tamburo
fatelo acompagnar fuora di la porla el toltoli in-
driedo la paga ; spero non venirà voia più ad al-
cuno de fuzir. Hozi ho fatto intrar in guarda orde-
naria el posti ale porte di notte et di zorno, el azió
se esercitano. Etiam questi schiopelieri del ter-
ritorio li ho posti in ordinanza insieme con li fanti;
siche posso reputar haver da fanti 650 tulli tra ar-
cliibosieri el schiopelieri ; ma voria haver archibusi
da dar a questi del territorio che non ne lianno.
Ho fatto metter in ordine Tarlellaria tutta azió se
Tocoresse qualche cosa la possa adoperar; ma non
mi mandando la Signoria pressidio, mal si potremo
difender, et venendo inimici verso Verona, in uno
zorno potranno venir qui. Da novo, per lettere di
beri da li confiiu si ha, come inimici comenzavano a
dar danari ale fantarie.
idi Adi 8. La malina fo poche lettere ; soìum que-
sta da conto.
Di Breza, di sier Zuan Ferro capiianio^
à\ 6. Di le cose di sopra, per uno venuto che se
parlile Domenica di Trento, (lise che Venero passato
fo adi primo, esser slato in uno loco dillo Menz di
sopra da Trento zerca 15 mia, e che in quello con-
torno erano cavalli et fanti da 6000; el che Dome-
nica se lavorava de sopra di Lodron per 6 mia per
far le spianate pei* venir a la volta di la rocha di
Anfo el a Boca de Valle per vegnir per la via de
Casal; et non sono venuti li fanti; pur se dice i sa-
ranno grossi et penso non vcranno cussi presto. Le
preparalion sono gaiarde : aspelamo in questa ciltà
domino Guido de Naido con fanti 450, qual vien
per securtù di la cita.
Nolo. Fo condutlo in questi zorni nel caste! di
Brexa Gabriel da Martinengo, qual fu preso a Ze«
noa per il signor Cesare Fregoso et posto in caslel
di Cremona ; bora è sta conduto a fìrexa.
Venero in Collegio li do oratori di Franza, il
nuovo et vecchio.
Di Verona, di aier Zuan Emo podestà, sier
Polo Nani proveditor general et vice capiianio^
data adì 7 Maeo, hore 18. Come era venuto
uno ragazo tedesco a la Chiusa con la croce rossa,
et preso da 6 guardie disse: < Meneme ai rectori di
Verona; li porto una lettera del duca di Brexvich >•
Et cussi rbanno menato da loro ; el qual ghe deleno
una lettera ; la copia é qui avanti come una patente
overo desfida. L'hanno esaminata ; non dice altro se
non eh* é 5 zorni eh* é venuto a star con ditto Duca,
e sleva con li conti di Lodron. Unde mandano la
ditta scrittura, e hanno retenuto el todescho fin ha-
veranno altro ordine di la Signoria nostra.
Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu^ 354*
lendum.
Di Casean, del proveditor Moro, di 6, hore
22. Come il signor duca de Urbin eri zonse a Ber-
gamo, et diman vien a Caravagio per parlar al signor
duca di Milan ; et etiam lui Proveditor vi va per
esser insieme in consulto. Di Lomelina,il signor Ce-
sare Pregoso scrive aver preso 25 cavalli di ini-
mici.
Di Brexa, di sier Domenego Pitfamano po-
destà et sier Zuan Ferro capitanio, di ff, hore
3. Come hanno haulo lettere di Salò, che 12 milia
fanti erano venuti di qua di Trento, el che saranno
25 milia e più, computa li cavalli el quelli di Salòa;
lutti passano di qua con le loro robe. Item, per al-
tri avìsi si ha, il capitanio Tegen haver lìcentialo
400 di soi fanti, et li conli di Lodron esser venuti
a Lodron senza zente et mal conlenti, dicendo li
Focher non haver voluto dar li danari.
Del ditto sier Zuan Ferro capitanio, dì 7.
Di novo si ha, questa mattina per avisi di Salò, per
una spia venula da Trento, come a Trento sono ca-
valli 1000, el che Luni dovea zonzer altri 400 in 500
cavalli ; el che a Galiano erano fantarie quale dovea*
no andar a Rovere, e quelli de Trento doveano andar
a Caliano. i^(?m, che a Tremer erano fanti 24 milia, el
che in S. Marco in Trento erano farfossi 500 pieni
di farine, che sono certe botti di 4 in 5 some Tuna.
Ilem, che in piazzi erano pezi 20 di arlelarie el 6
grosse; el che erano arivate qualro carde di poi-
S79
MDXXrui, MAGGIO.
88(E
vere, et 9e diceva ne veniva di raltra ; el che sodo
molto grossi.
Di Nicolò Barbaro eapHanio dil Loffo, fa
lettere di 7 con alcune nove. La copia di le sue
parlicular scriverò qui avanli.
Di nove qui sono che si tien che Luui adi 1 1 el
più presto li inimici si leverano et vegnirano per
Verona ; eerto sono giunti li cavalli da 1500, et sono
allogiali tra Rovere ei Calian, loci verso la vai de
rAgre;la fanteria arivano a Trento in gran dili-
gentia ; uua parte sono gente di guerra, la maior
parte gente comandate et femene el persone inutile;
siche di Tali, per quello ho da persone degne di fede,
non sono da 12 milia. Le gente a cavallo sono in
ordine con gran pompa ; le artellarie sono pezi nu-
mero 37 tra grande et picole; sono da 300 carri
apparecchiali el le zatre, el voleno pigliar la Chiuda
al luUo per assicurar le monition vegnivano con le
zatre fln lì. Manazano dar il quarto, ci multi hanno
255 il cor a Verona et la vogliano pur. Io mi atrovo qui
sul Lago ben in ordine con 300 archibusieri ; non
posso si non summamente laudar nussier Gironimo
Gradenigo rector a Salò di la diiigentia Pusa et co-
razo, al qual son molto obligalo. Io ho scHtto a la
Illustrissima Signoria, si degni darmi notilia se li
inimici comenzeranno a far danno su el suo se io
possa fhr il simile a loro, perchè li potrò molestar
grandemente, et non mancharò dal debito, lo ozi co-
menzo afondar quelle barche mi par superflue; non
ho paura, et solum volo far armar da Ggrade (?) per
i bisogni acadesse. Io vado al Dezanzan a tuor 300
some di biava per monitione, el de chi sarà tegnirò
conto azìò la mia zurma non babbi desasio ; né ho
paura di assicurar il lago el <iucllo conservar; et
cessando queste cose, farò pagar la biava ali comuni.
Il conte di Brandiburg, el conte Girardo d^Archo, el
conte Maximilian de Petrapiana, el conte Batista da
Lodron, domino Marco Sitti, questi sono li consieri,
et che queli fanno, é ben fatto per le cosse di la guer-
ra ; é sopra le moniliun domino Nicolò Tralascolf.
2E6') Capitolo d* una lettera di Norimberga^
de 28 aprile M.RXXVIIL
da Piero di Zanobi di Bartolomeo
a Antonio Smerigli.
Et perché vi potessi congralulare con il signor
oratore et altri vostri amici, mi duole assai et
insin al euore non vi poter fare parte di nuova
(1) L» otrU »6* è iMiiet.
alcuna di momento, che so issai le desiderate,
dieta che haveva a incominciare il Venerdì passato ^
cioè il dì di Santo Georgio, et erano già a ordine «
tutte le cose, é stata in tutto disdetta, et si dice per-i
questa causa sola, che certi vescovi di queste band(
volevano fare un trattato, e l'avevano fatto, cì<
uno che voleva fare in su detta dieta.
di Ratisbona, avelenare o amazare Clautgrof de
et il duca Giovanni di Sassonia et non so che altri m
signori, i quali sono buoni evangelisti cioè luteriani,^.
che torna non poco danno alla Sancta Ecclesia, eU
quelli vescovi sono buoni amici di Santo Pietro vo —
levono far gentilezza. El se questo trattato sarà stato^
vero cosi, si stamperà di brevi giorni et ve ne^
manderò uno in stampa. In somma, questo e il caso,^
la dieta non va altrimenti avanti. Et quelli due-^
principi di sopra hanno insieme un 13 milia fanti et-J
un tre milia cavalli, et dicesi volevano andare al .
danno di certi di questi vescovi ; ma la leglia di
queste bande in la quale vi sono buona parte de
principi di queste terre franche, et massime delle
pid possenti, hanno fatto ritenere osubsteoere tutti
i capitami di quelle genti, et si pensa si condurrà
questa cosa a ogni modo, che saria buona cosa per
chi ha a trafficare in queste bande, che ci è cosi
poco bisogno di guerra come costi. Et la gente che
debbon passar costa in sul paese di Trento, non
accade dir altro che qui poco se ne ragiona. El poi,
chi ha il fuoco più presso, prima lo sento. Di vetto-
vaglie, artiglierie, polvere et altre appartenenti|allj
guerra ven* è a bastanza, et erano cavali et fanti an-
cora per la via; non so il parlicular appunto. Rac* 35(
comandatemi alla signoria de lo Imbasciudore , et
fate parte a Antonio mio di questa et a Francesco,
benché non sia in essa che se ne fa pur
un poco d'acquisto.
Da Constantinopoli^ di sier Piero Zen ora- 35
tor et Vice baylo, di 8 Aprile. Come, fata la luna
di Aprii, el bilarbei di la Grecia si partirla per an-
dar verso rOngaria in aiuto del Vayvoda, che sari
adi 30 Aprii, et tutto lo exercilo per tutto Mazo
sarà fuora. Item^ scrive aver auto le lettere eoo li
garbugli lati in Alexandria a la oatioo contra li co-
mandamenti dei Signor, e voler dar cassie eie Fo a
la Porta, si lamentò a li bassa dicendo molto nave
erano messe per ditto viazo, ma inteso queste cxtor-
Sion non hanno voluto andar, unde Embraim bassa
disse mandaremo a tuor colui, zoé el sariffo.
38t
mdhhii, ifAOOfo.
889
Copia di la lettera del ducha d% Btaxvieha,
amia per ìeitere di Verona, di 7 Maao
1528, hare 18.
Henricus Iunior Dei gnlia dux Prumisbicensis
et Limburgensis, Cssareee ìlai<^Utis capitaoeus gè*
oeraiis^serciluseiusdein novilerex Gerauinia ad
Kaliam profeciuri. Cum in pnesentiarum a proefala
Caesarea fifiùeslale cura novo exercitu desiioemur in
Iblia rerum Suae Maiestalis ibidem defendendaruin
gralia nee non iDÌmicorucn eiusdem offendendo! um
studio, id nevos Illuslrissimum Duceni Venefiaruni
domiuira Àndream Grilli bis praesenlibus prò ho-
Dorem et dignilalem Dostram taenda curare vohii-
miis.
. Ex Tridenti IV Maij 15%
Sttbscriptio aolem in lingua barbara cttoi si*
gita.
Il qiK*s(o zorno morite in questa terra domino
Borlolomio da Fin dolor bergamasco, advocato ex*
eelleAlissInio, dì età di anni qual stava a Sai
Moisé et da mexi non lèva pìA l*exereitio di
ravochar. Andò a star a Padoa, poi vene poco è qui
et e moi:^ Fu portalo la matìna io chiexia con li-
bri atomo, el in dila ehiexia posto in uno deposilo.
357* AA 9. La malina per tempo vene lettere di
campo sotto Napoli, goè meino . . . mia, di sier
Ahrixe Fixam proeufaioTrprofseditor Menerai^
et eier Piero da ehà da Fexaro proeurator,
erator, di »8, Ji9 et 30 Aprii, copiose. La copia
è qvi afvanti
358 Advisi de missier OheroirAo Cadamosto, del
pemtliimo Aprile 1M8\ sotto Napoli.
Uiuslrissimo.
Hor bora é sopragiunlo la nova della vittoria di
mare havuta dalla nostra armata, quale sino a que-
sta nalina era tenuta, ma non se vi ebbe la eerlezza.
U floodo è stato tale.
Hsvendn li iainici persentito che V araai» no-
stra era mai fernita d huomini, debberarono andar
ad assaltarla, e cussi Lunedi proxino passato al far
della sera, fatto una scelta d* buomini, se iabarcarno
molti espilane!. Hieri alle 32 bore s' affrontorno,
coosbotenio fino aHa notte; al fine li inimici furono
rotti. La cagione deMa ior rovina fa che senleDdosi,
A conte Filippino debole d' kuomioi neH* armata,
bavta mandalo a riebiedera a Mnoiignor che 1 v<v
lesse mandarli qualche arcbibusierì, et cussi mon-
signor gli mandò 300 arcbibusieri delle bande del
signor Gio: Hieronimo Castiglione et conte Cesare
Scollo, et D condusse Croccho; questi arcbibusieri
erano gìonli solo d\ina bora inanti, né Fi inimici lo
sapevano, el questa fu la causa della sua rotta. Mon-
signor ha fallo allegreza di questa nova, et tiene che
sia la total rovina di questo exereilo imperiale ehe
é qua.
Illustrissimo signor. Questo é tenuto Giudicio
de Dio, et tanto più trovandosi tanti capitanei sopra
questa si piccola armata, et con questa vittoria spc'
riamo in breve baver Nafioli ; il fallo d'orme è stato *
crudele. Il governatore di Salerno che gli era pre-
sente, dice che durò fin alle quattro bore; fu fallo
alle Aque vetri Ira la Cava el Salerno, et moMi de
nostri sono anchor morti nel combattere; per due
volte si atfronlomo. Et a mostra cxoelientia nà ri-
comando.
Adirisi dei predetto Cadamosto de ìutHmo
Aprile 1528, nel loco soprascritto.
Nelle mie d' beri, scrissi a rostro exceMenlia la
Victoria havuta per la nostra armata. Hoggi é arri-
vato H conte de Montorio et Croccho^ quaK furono
nel fatto. Dicono questa vittoria essere gfahi mira-
eoTosa, attento cbe gli inimici baveano pM numero
de navi et prè gente et meglior, et assai prd arti-
glfaria. Reflbrissono che nel primo congresso Ir Ini-
mici rnveslimo tre delle nostre galere et gir misero
suso le loro insegne, et che il vento et il 9At erano
contrari a nostri, per W che fo volta che si riteneano 258'
perduti, et che per la conlrarielà del vento erano
SI impediti dal fumo de Tartigfreria, che non vedeano
cosa che facessero. Dicono bavere mteso da essi
prigioni, cbe questa armata era partita da Napoli per
venire a combattere la nostra, et che deHa vittoria
se teneano sicuri ; et che poi voleano voltare e(
venire in Puglia a reprgliare Intte le terre che gli
baveano tolte, et che a questo modo haverrano
fallo levare el campo di qna, et per questo gli erano
sopra questa armata questi signori. Hanno dSito
essere morti circa a 300 bntr delli nostri et le no-
stre galere essere molto balule, per il che s' attende
bora a riconciarle. Monsignor Hlustrissimo ha rmtk*
dato mrssier Gio. Giovacfaino dal eonte Filippino
acciò conduca qua R prrgiom, et gir è andato io
posta; non so se Ir condtrrà, pencbe temo^ehe tnlto
l^acqmsto sia suo, et it Croccbo non gli pretende
parte. De iontBci seno morti meglio di 800 fft-
m
ifoxxvin» ifAOoio.
384
gDoli del Gore di quella nalione; quelli hanno presi
hanno nfiessi al remo, el hanno liberati li sforzati.
Mando a vostra excellenlia il rollo delli Capitani prosi.
Don Ugo di Monchada viceré, morto dì due archi-
basate.
Il signor marchese del Guasto, proso.
Il signor Ascanio CoIona, preso e ferito non mollo.
Il comendalore Riccardo capitanio delle galere,
preso.
El capitanio Maclin Dagì spagnolo, preso.
El capitanio Gian Divara, preso.
' El capitanio Gobbo, preso e ferito a morte.
El capitanio Gian Gaetano, preso.
El capitanio Renale de Monlames, preso.
El capitanio Salines, preso.
259 Sumario di una kttera dal campo apresso Na-
poli, de 28 Aprii 1528, scritta per M conte
Antonio Maria Avogaro condutier nostro,
a domino Antonio Capriolo a Brexa.
Siamo alogiati qui apresso Napoli a un miglio, e
talli li nimici nostri sono dentro de la terra, et sono
fati forti sopra ad uno monte chiamato San Martino,
ch^ è sopra NapoU. Giovan d* Orbina è alla guardia
de ditto monte con 1000 archibusieri spagnoli et
quatro pezi de artilleria. Tutto lo resto de le gente,
sono alogiate dentro la cita. Eri Monsignor illustris-
simo me ha chiamato et desegnatoml uno alogia-
mento a rincontro de ditto San Martino sopra uno
altro monte lontano a una tirala de an^hobuso, et
cosi olio hbggi mandato a fortificare de bastioni et
irinzee per essere il loco molto scoperto ; et cosi
sua signoria me venera ad allogiare drieto alle
spalle con tutto lo exercito. Questo monte San Mar-
tino é loco che quando si potesse guadagnare, che
facilmente si potrà sforziare la gente sono dentro
de Napoli, per esser loco che non li lassiaria metter
in defesa né in bataglia in loco alcuno, perché con
rarlellaria li ruinassemo. Vero é che il loco è fortis-
simo, ma se la Signoria Illuslrissima si delibera di
pigliarlo, mi par cosa dura, ci forsi si poterà dir si
Africa pianse Italia non ne rise. In Napoli non li é
gionto soccorso alcuno di sorte alcuna, per esser
gionla Tarmata di Andrea Doria a V incontro de
Napoli con 12 galere etquatio galioni con cinque
fuste ; et di bora in bora si aspetta il clarissimo Ge-
neral nostro con Tarmata* Questi signori fanno
conto saranno 50, over 52 galere. Li inimici si tro-
vano io Napoli zerca 10 nave el 6 galere nel porto
loro, et sono molto armale. Eri, essendo andato por
schararouzar per far spalle ali guastadori che forti-
ficavano lo alogiamento del monte, vedessemo le sue
galere ussir del porto a piene velie, et come fumo
in mare zerca doi miglia et mezo se scoperse la
nostra armata quale era da drieto a T ixola de Ca-
pri, lontano a Napoli cinque miglia; et subito le loro
galere se ne tornarono in porto. Nul iudicamo che
ditte sue galere fusseno carge de forroento per an-
dare a Gaeta a macinare, perchè dentro Napoli pa-
tisseno molto di pane, perché non poleno macinar 253*
solum con molini da mano, perché li babbiamo
tolto Tacqua. Sé dice che hanno formeoto per tre,
e chi per quatro, aitrì dicono per cinque mexi; ma
cerio per più non ; vino et carne per circa 15, o 20
giorni, per più non. Et aziò sapiate le gente nostre
sono in essere per combattere et eerto mostraoo
ogni giorno il voler suo e Tanimo grande hanno di
combatere, e Thanno dimostralo in molle grosse
scharamuze, vi dirò particularmenle il lutto. Mon-
signor Vandemonte se ritrova da 4 in 500 lanzi-
necb, bonissima gente e beo armata ; il conte di
Tenda colonello de li svizari se trova da 3000 svi-
zari con una bona testa armata. U conte Pietro Na-
vara capitanio de li francesi guasconi et di baschi
se ritrova meglio di 4000 fanti con una b(;{la archi-
busaria. II conte Cesare Scotto, il signor Zan Hiro-
nimo da Castiglione se ritrovano meglio di 1000
fanti cadauno, di una bona gente. Le Bande nere,
capitanio loro il signor Horalio Baglione se ritrova
meglio di 4000,et500bomeni d'arme, e veramente
fanno onore a italiani. Le gente nostre si trovano da
800 in 1000 corsi et li mei lanzineoh sono da 1200.
Questi giorni passali me ne sono sta morti e feriti as-
sai in queste scharamuze, ma pur sempre li spagnoli
hanno auto il peggio. Ma li nimici sono ^000 lanzi-
nechi con quelli che venero di Spagna, 5000 spa-
gnoli, 2000 laliani, 1500 tra homeni d'arme el ca-
valli lizieri.
Copia di una lettera scritta dal campo in cam- 360
pagna apresso Napoli, adì 2 Mago 1528,
per sier Alvise Pixani procurator, prevedi-
ditor general, et sier Piero da chà da Pe-
xaro, procuraior, orator, a la Signoria
nostra.
Serenissime Princepes et excellentissime
Domine, Domine óollendissime.
Per Vivian corier scrivessimo a la Serenità
Vostra, et gli mandassimo le copie al solito de le
m
ICDXXVXn, MAGGIO.
386
precedenli nostre; et eumh presente sarà replicata.
Questa matina Monsignor illustrissimo ordinò la
levata di questo exercilo per metersi in questo alo-
giamcnto, a poco più di noezo miglio luntan da la
terra. Et essendo a cavallo, gli sopravene due del
p.iesc, quali gli disseno essersi parliti a cerca da
bore di notte da la Cava, loco a marina lontano da
30 in 40 miglia de qui, et che tutta notte liaveano
caminato in diligenlia per portarli una oplima no-
va; quale era che, essendo venula Tarmala imperiale
al dito loco dove se retrovavano le 8 galee del Doria,
la quale armata imperiai era de 6 galee, "ì caravele
et 4 bregantini et fuste, qual tulle haveano assalite
le ditte 8 galee del Doria, le quale, avedutosi de la
venuta de ditta armala, levati 300 arcbibusieri che
erano meza bora avanti gionli quali gli furono man-
dali per Monsignor illustrissimo, se messe ditta
armata del Doria in bataglia, et lemporegiando cx-
petlò Tarmala inimica qua! veniva a vela con bon
vento. Et acosUtasi a tiro de archibuso cominciò la
dilla armata inimica a discargar le sue arlellarie,
et essendoli ben corrisposo da la nostra, quale ne
haveano maggior numero. Per do bore mai fecero
che tirarsi si de arlellarie come de archibusi, et
tandem, a circa hore 24, che 'l principio fu ale 2*2,
se abordarono 4 galee inimiche con 4 de le no*
sire, et combalerono per bon spacio de do altre
bore, et più, molto crudelmente, ita che per gratìa
del monsignor Dio li nostri restorno vincitori, es-
sendo stati assai ben favoriti da le altre 4 galee,
qual per non aver da atcndcr salvo che alle altre
due de li inimici, perchè li navilii pizoh già haveano
tolto fuga, favorivano molto le quatro che erano a
le mano con Tarlellarie. Et tandem restorno prese
le qualro galee imperiai, sopra le qua! furono fati
pregioni il signor viceré don Hugo de Monclitda, el
signor marchexe dal Guasto, quali alcuni dicono
esser morti, el signor Àscauio Colonna, el principe
de Salerno, el capilanio Coradino, el capitano Santa
Croce, Ioan de Varrà (Guevara?) et molli altri capi*
tanei et degni perzonazi, benché li* primi doi venuti
non dicesse salvo del Viceré et marchese dal Guasto.
Si inlese da poi de questi altri, si da uno venuto da
Napoli mandalo per spia, come dal goveruador
360* de Salerno, qual porla de veduta, in tutta la so-
prascrilta naration havendosi continuamente tro-
valo sopra la marina con 500 in 600 homeni per
veder i'exilo di questa bataia quale si faceva mezo
miglio luntan da la spiaza, havendo lui armale 4
barche quale continue andavano su et zoso per re-
ferirli il tulio; qual barche preseno doi spagnoli
; Diarii di M. Sanuto. ^ I^. IlVII.
che si butono a Taqua fra gli altri per scapolar la
vita, perché gli tagliavano tutti a pezi. Da li quali
spagnoli se inlese del forzo de questi pcrsonagi,
et de più che sopra Tarmata imperiale vi erano
da 900 arcbibusieri, el forzo de li quali sono re-
stali morti. Dicese efiam, esser morii molli de li
nostri come ragionevolmente se dia creder. Que-
sto genlilhomo dice, che sino tre hore di dotte
durò la bataglia, el che lui a hore 4 in zerca se
misse in posta per venir a portar la nova. Sì ha
auto etiam una lettera, si che ad ogni canto é
conflrmalo el prender di le 4 galee, el tutti di- ^
cono del Viceré et marchexe dal Guasto; da che
si pò ben credere etiam de li altri, el iudicar che
sorte de homeni dieno esser stali a questa im-
presa. Si pò ben conoscere che'l Nostro Signor Dio
é in nostro favor, el qual pregamo che con vito-
ria presto ne fazi veder el fine di queste insup-
porlabil guerre. Monsignor illustrissimo si duol di
danari non zonli, dicendo, olirà le tre page dia
aver altri 6000 scudi eie, ut in liiteris.
Copia d* un capitolo de una lettera de Marco 261
del Nero oratore fiorentino apresso Monsi-
signor illustrissimo Lautrech, decampo, de
30 Aprile 1528.
Magnifici Signori observantissimi '
Per Bortolomio Cavalcanti stamani per la diricla
haranno le signorie vostre ricevuto la mia scrila
beri sera, et olirà alle altre cose, inleso per quella
il conflilo navale che segui davanti hieri infra que-
ste 8 galere del Re che le comanda il conte Fi-
lippino Doria, el sei galere degli Imperiali coman-
date dal comendalor Riccardo el dal Gobbo, con
4 fuste et duo brigantini. Che di poi é venuto
monsignor di Croch, il qual riferisse come quel
giorno v^I circa alle 21 bora Tarmata degli impe-
riali vene affrontare la nostra, quale credette trova-
re sprovisla, el li saria reussili se Dio non havesse
spirato il giorno avanti monsignore di Laulrech
al mandarvi il sopradiclo monsignor di Croch con
300 arcbibusieri che apena di meza bora vi era con
essi imbarcato, et fino a due hore di notte comba*
lerono da tal sorte che due galere degli inimici fu*
rono messe in fondo da T artiglieria grossa di le
nostre, che in questa parte erano superiori a quelle ;
et due altre con alcuni delle fuste furono prese da
poi che la più parte de la gente tanto di ziurma co*
me delti arcbibusieri furono feriti et morti, che in
una di quelle dicono vi restarono solamente tre de
25
387
IfDXXVIII, MAGGIO.
381
sani; et in fra gli allri il Viceré don Hugo rimase
morlo di due archìbusate et Tu gitalo in mare; et
de prigioni da conto vi rimase il marchese del
Guasto, il signor Àscanio Colonn.i, il comandador
Riccardo capitano delle galere, il capilanio Machi-
no spagnolo, il capitano Giovara, il capitano Gobbo,
il capitano Ioan Gaetano, il capitano* Riquardo de
Montaines, il capitano Salines et molli gcnlilliomeni
del regno che erano iti in compagnia di don Hugo,
Et delli archibusieri spagnoli dice che, fra morti,
guasti et pregioni, che di poi gli hanno messi alla
catena, passano numero di 800; et de nostri ve
ne mori da 150. L'altre due galere, benché con
grandissimo lor danno in ultimo scamporono, in
su le quali era il capelano Corradino con qualche
numero di lanzichenet, che ieri nella prima nuova
se disse che ancor lui vi era restato, et non fu
vero. Basta che, et per il numero degli archibusieri
che hanno perso i nemici, e per la qnalità di per-
261* sonaggi morti et fatti pregioni, et non mancho per
baver noi levato dinan/i quella loro armata di mare,
é stata una vittoria di tanta importantia in questa im-
presa, che potrà causare la bricve et felice expedi-
tione del resto. Di tutto ne sia dato laude a Dio.
Questa matina s' é visto ussir de Napoli un gran
numero di donne et genti povere et inutili, che sono
state parecchie migliara di persone, caziati da quelli
di dentro, secondo che è da creder, per rispar-
miar il vivere per le genti di guerra : che da un
canto mostra si habbino scarsità grande, et da
Faltro che pigliando loro tal ordine si vogiìno te-
nere quanto potrano.
Hozi se scaramuzia assai in grosso, ma in sul
tardi per certe imboscate che se sono messe de no-
stri con buon numero de archibusieri, et ancora se
intende che inimici ne hanno messe de V altre : sti-
masi se habbia ad fare qualche buona factione. Et
de Napoli hanno tiralo molli colpi de arlìgliaria ne
li allogiamenli nostri, et similmente de qua se tira et
colpisce drenlo a la terra, che benché el non possi
fare gran danno, pure se viene a molestare 1* un
r altro, et ogni giorno dovcrà slringersi più la cosa.
262 Qopia di una lettera scritta al signor duca de
Milano per el suo orator è in campo sotto
Napoli. Scrive la vittoria da mar hauta
contra cesarei.
Illustrissimo et excellentissimo signor et pa-
tron mio observandissimo.
Ne le mie de beri scrissi a Vostra Exceilentia la
vitoria bavuta per la nostra armata. Hozi é arivato
el conte de Montorio et Crocho, quali furono ne
fatto. Dicono questa vittoria esser stata maravi-
gliosa, atento che li inimici havevano più numen
de nave el più gente et maggior et assai più arte — ■
gliaria. Referiscono che nel primo congresso li ini —
mici investirono tre de le nostre galere el li meserc^
suso le loro insegne, et che el vento et il sole eranc^
contrari a' nostri, per il che fu volla che si teuea
piT perduti, che per la contrarietade del vento era-
no sì impediti dal fumo de le arlellarie che non
vedcano cosa che facesseno. Dicono haver inleso da
essi pregioni, che questa armata era partila da Na-
poli per venir a combater la nostra, el che de la
vitoria se tenevano securi, et che poi voieano voltar
et venir in Puglia a repigliare tulle le terre che gli
haveano tolte, el che a questo modo haveriano fallo
levare el campo de qua ; el per questo li erano de
sopra questa armata questi signori hanno detto ; el
esser morlo cerca a 300 fanti de li nostri, et le
nostre galere esser mollo batude, per el che se
atende bora ad riconzarle. Monsignor illuslrissimo
ha mandalo missier Gioan Gioachino dal conte Fi-
lippino Doria, aziò conduca qui li pregioni, et gli è
andato in posta. Non scio se li condurà, perché lien
che lutto lo aquisto sia suo, et el Crocho ne li pre-
tende parte. De li inimici morti meglio de 800 spa-
gnoli del fiore de questa natione ; quelli hanno presi,
tutti hanno messi al remo et hanno liberati li sfor-
ciati. Mando a Vostra Signoria el rolo de li capitani
presi in dillo cotìflitlo, aziò la Signoria Vostra possi
conieclurare la perdila hanno fallo li inimici in que-
sta loro strage.
Don Hugo di Monchada morlo ferito da do archi-
busa te,
El marchese del Guasto preso,
El signor Àscanio Colonna presa et ferito non
molto,
Il comendator Richardo capilanio de le galere,
preso,
Il capilanio Machin Dagi spagnolo, preso,
El Giovan di Vara preso,
El capilanio Gobo (Fabrizio Giustiniano) preso ferito
a morte,
El capilanio Gioan Gaietano preso,
El capilanio Renale de Montames preso, ^
El capilanio Salines preso.
Tolte sei insegne. Ire galere prese, una sfondata,
li breganlini, fusle el fregale prese.
Coradino salvato con due galere, qual é fugito
a la volla de Cicilia.
389
If DXXVIII, . SIAOOIO.
390
Per gente ussita de Napoli se ha, che heri era el
magior rumor el pianto in Napoli per la morte el
presa de queste zente, del mondo. Haveano questa
malina caziato fora de Napoli lutti li conladini et
gente del paese che se era reduti in quella (erra,
che erano più de 2000 persone tra bomeni et donc.
Credo che dimane le noslre galere verano Irium-
phante ad visitarne, et cum questo fine a la bona
gralia de Vostra Cxcellentia me ricomando.
Del campo sotto Napoli, a dì ultimo de
Aprile 1528,
Sottoscritta :
De vostra Illustrissima Signorìa
humile servilor *
GlKARDO CaDEHOSTO.
A tergo : A lo Illustrissimo et excellentissimo
signore, il signor duca de Milano, el signor mio
observandissimo.
Copia de una lettera del reverendissimo cardi-
nal CoIona, da Gaieta, al primo de Mazo
1528, drieata a Roma al reverendissimo
legato cardinal Campegio, et per lettere da
Orvieto, di 4; di domino Alvixe Lippomano,
haute de qui.
Reverendissime eie.
Essendosi altacale le galere de li imperiali insie*
me con quelle de Andrea Doria, hanno combattuto
più de quattro bore. Ho intertenuto più dì due bore
a scrivere solum per poter avìsar de la verità ; ci
questa malina ho hauto la certezza. La balaglìa é
stala la più crudele et sanguinolenta che mai fusse
filila in mare a II tempi nostri, el da V una parte
el da l* altra morta una infinità de persone ; et dico
tante, che poche ne sono vive ; finalmente li impe-
riali hanno perso. É morto ei signor don Hugo, el
signor Cesare Feramosca, don Piero de Coìj ; pre-
gioni son rimasi el signor marchese del Guasto, ci
signor Ascanìo et il signor Camillo mio nepote. Ai-
tri particulari non se intendeno. Non mancherò de
avisar vostra signorìa reverendissima quanlo in-
tenderò ; el perchè ho ordine dal Nostro Signore,
volendo scrivere qualche cosa impoAante inviar le
lettere a vostra signoria reverendissima, per que-
sto la supplico se degni mandare le alligate per uno
homo a posta a Y homo mio che é aprcsso la Sua
Beatitudine, aziò la Santità Sua sia avisala del suc-
cesso. El a vostra signorìa reverendissima me rico-
mando.
De Caieta, alpritno de Magio 1528.
De missier Francesco Gonaaga, date a Orvieto 263
a li 4 Mago 1528.
Ci sono lettere da Napoli de Gioan da la Sluffa,
di 28 del passato, quale significa che li cesarei se
ritrovano in Napoli, dove stanno senza timore de
francesi, hivendo rassetate le diflerenlie el contro-
versie che tra loro capi erano, sicome hano cono-
sciuto che M bisogno rezercava ; el che hanno forti-
ficato monle San Martino, dove per deffensione han-
no posto una bonissima guarda de fanti, de modo
che è quasi inexpugnabile. El dice le cose essere
redole in termine che se monsignor de Lautrech pen-
sar» de dare assalto et combattere Napoli, se mei*
terà ad impresa molto difficile, el in la quale sarà
per morire una infinilà de homeni. Però se ludica
non se debba venire a questa prova, ma starsene
in speranza de Y assedio ; el che quelli de dentro
patiscono alquanto de farine, ma non tanto che posi
essere causa fra termine de due mesi de farli venir
a la deditione o de mettersi al combattere ; el che
la speranza loro è sopra el soccorso de lanzchenech,
la venuta de quali tengono indubitatissima. Per
lettere che se indrizano a questi reverendissimi del
Regno, di 38, date in Napoli, li cesarei haveano
armato sei galle el altri naviliì con 800 archlbusieri
in tutto, con disegno che sopra esse vi dovea an<
dare el signor don Hugo, el signor Ascanio CoIona
el il signor marchese del Guasto, el andare a la
volta de Andrea Doria per combalerlo o farlo re-
lirarc ; et se conferma che Napoli sta senza suspi-
lione di essere offesa. Il signor Sara Colonna, con
intelligentia che havea in Paliano ha hauto la terra,
ne la quale senza occisione né violentia è intrato el
vescovo nepote del cardinal reverendissimo CoIona.
Il signor Luigi Gonzaga, avertilo di la pratica per
certe lettere inlerceple, ha posto io la rocha la don-
na el robe, et se ne ussite, el desegna fare altra
unione el recuperar la terra. Il protooolario di Gam-
bara è eleclo gubernator di Bologna apresso il re-
verendissimo Cibo, el fra 10 giorni se vi deve ri-
trovare.
Li fanti che erano in Viterbo hanno posto a saco
Triviano quale uno genlilhomo da Orvieto reconosce
da la Chiesa, el havendo Nostro Signore mandalo 263*
missier Bernardino da la Barba ad dolersi di que-
sto, ha risposto essere proceduto per causa de li
habilanli di quello loco. Dicono che sono 8000 fanti
el stano uniti, dicendo volere entrare in Siena se
senesi li vogliono dare recapito. S* è risolto in Con-
891
UDUTin, lUOOIO
39-2
cistorio che se fazino le riserve et regressi secondo
era consueto ; el che resultarà in utile grandissimo
a Nostro Signore.
Del medesimo^ di 5 Magio.
Questa notte è gionto qua una grande et roera>
vigUosa nova circa el conflitto navale fra V armata
de li cesarei et del Doria, con la totale mina de
essi cesarei, sicome Vostra Excellenlia potrà vedere
per la copia de la inclusa del reverendissimo CoIo-
na, a la quale sa presta tanto maggior fede quanto
che essendo Sua Signoria reverendissima quella
che e, et metendo la cosa per certa, si può essere
sicuri el tutto esser verissimo. Nostro Signore ha
hauto lettere da lo arcivescovo de Capua, di 30 del
passato, che significano lo afrontamcnto insieme de
ditte armate che é slato fra Maiorica et Minorica?
apresso a Salerno ; et per relatione de una fregata
che era gionto in quel porto che Sua Signoria scris-
se, parea che li imperiali fossero superiori, nondi-
meno per altre lettere da Teracina, de ultimo del
passato et di primo di questo, se ha la confirma-
Clone de lo aviso qui incluso, con questa parlicula-
rilà di più, che essendo stati avertiti el conte Filipin
capitano de le 8 galle Dorie del preparamento che
faceano li cesarei per andar a combatere et destrue-
re la sua armata, elio cressete el numero di 400
archibusieri mandateli per monsignor di Lautrech
apresso quelli che havea ; et con questa provisione
aspeclando la venuta de inimici, come li vide ap-
parere se li fece incontro, et se cominciò a combdter
talmente che ne seguite poi quello che se contien
in la ditta copia. Dicono questi avisi di Terazina, che
su Tarmata cesarea oltra li capitane! era il fiore de le
fantarie spagnole, et anche vi era Coradino capilanio
di lanzchenechi, quale è restato anche lui pregione.
Sg4 Molti baroni del regno ussiti da Napoli con li-
centia de imperiali, si sono accordati con francesi ;
quali in tutto hanno pagato 15 uiilia ducati. Napoli,
per li avisi che si hanno, é reduto a pegiore ter-
mine di Roma ; cosi é sachegiato, robato, minato
le case per brusare legno, che pili non si polria
dire. Oltra di questo dicono che si patisce di fariue
et acque, de modo che è necessario condurre gli
cavalli a bere a la marina.
La copia di la lettera del cardinal Colonna e
nota di sopra ; però qui non scrivo (1).
ri) Allt batUglia navale di Capo d'Ono ai rifarisM la lettera
di P. Giovlo sUmpaU nel voi. XLVl dei Diarii col. 664-670, al
luogo ove ai trovò malamente collocata.
Nota degli Editori
Questa nova lecta, ma prima in camera del Se- 265')
renissimo intesa a boca per il corrier, fo divulgata
per la terra et mandata a dir a li oratori lutti sono
in questa terra, con gran iubilo, ma li cesarei molto
di mala vola.
Veneno li oratori di Pranza, a li qual fo letto le
lettere con la nova ; di che si congratulono molto.
Eiiam li fo ditto quello li fo mandato a dir del
protesto, overo inlimation de guerra mandatane
per el duca de Brexvich, notada qui avanti.
Vene V orator de Hongaria, zoè del Vayvoda,
qual è tornato da Rezo dove é stato in la sua pa-
tria ; etiam a lui fo comunica la nova.
Vene T orator de Fiorenza, el ditoli ut supra :
et si alegroe molto, dicendo expediria questa sera a
Fiorenza, et con li avisi di V apropinquar de lanzi-
nechi de qua di Trento.
Vene T orator d' Ingalterra, et ditoli ut supra.
Vene V orator de Ferrara col qual fu fatto simil
officio.
El r orator di Milano se ha purgato el non ve-
ne, ma poi mandò una lettera ha hauto del campo
di uno si ha trovato su V armata al combater, di la
qual fo tolto la copia per lezerla hozi in Pregadi ; et
é molto copiosa, et questo di più eh' 1 capitanio Co-
radin é scampato con le do galle in Sicilia.
Et etiam il Legato né V orator di Mantoa non
veneno.
Fu scritto per Collegio per tutto, per darli aviso
di tal Victoria, in questa forma, zoè : ... .
Da poi disnar, fo Pregadi, et ledo le lettere no- 365t
tate di sopra.
Da poi el Serenfssimo so levò et fece relatione
di quanto el Legalo del Papa in Collegio disse con
li Cai di X ; el li apresentò il breve.
Fu posto, per li Savii del Conscio, excepto sier
Lunardo Emo el Savii a terraferma, che sier Ga-
sparo Contarini electo orator al Summo Pontefice
sia expedito, videìicet datoli li danari per lui per
spexe, cavalli, forzieri et per il secretano et cor-
rieri, ut in parie ; el sia ex|)edito immediate, '
El sier Alvise Mocenigo el cavalier fo Consier,
vedando sier Lunardo Emo non voler parlar, andò
in renga et cohtradisse, dicendo non è da mandar-
lo adesso, perché la sua andata non puoi far alcun
bon frutto ; el si dà sospetto a Fiorentini el al duca
de Ferrara nostri collegadi, comemorando V odio
ne porta el Papa, qual vuol Ravenna el Zenia, lau-
dando il difierir.
(1) U eattft 964* è
398
UDXVmi, MAGGIO.
894
Et li rispose sier HiroDimo da chà da Pexaro
savio del CoDseio, era in setimana, per l' opinion
del Collegio é boa mandarlo ; se acquieterà il Papa
con questo ; il re di Pranza ha mandalo soi oratori,
il re d* Ingalterra, et oui non ancora ; se *l non
mandemo, non ne lassarà scuoder V imprestedo al
clero ; bisognerà metter (anse, etc.
Et volendosi mandar h parte, sier Lunardo Emo
savio del Conseio messe il direrir et d* acordo fo
indusiato adoman;et di questo comandato gran-
dissima credenza.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii,
partendosi di qui il reverendo episcopo di Baius
orator del re Christianissimo, acciò vadi ben sati-
366 sfatto, li sia donato in oro et arzento per ducati 900
d' oro come parerà al Collegio, et al suo secretano
ducati 100 d' oro. Fu presa.
Et la malina seguente, Daniel di Lodovici secre-
tano, di ordine del Collegio, fo dal prefato Baius,
et li portò a donar da parte di la Signoria taze do
d'oro per la ditta summa, et ducali 100 d* oro al
suo secretano. Le aoeptò et ringratiò molto la Si-
gnoria Illustrissima.
Da Vicenza^ di sier Zuan Antonio da àia
Taiafiera capiianio, di 8, hore 21. Son avisato
da Zan Antonio Zen capitanio del devedo existente
a li confini, per sue lettere di hozi, che li é refferto
per una spia gionta da Trento alhora, li cavalli che
erano a Trento esser andali ad alozar in Val de
Lagri che è verso Verona, et che se aspectavano le
fantarie di bora in bora ; et che a Perzene, loco di
sotto Trento per venir verso il canal di Brenta,
erano quattro capitane! che dicevano aspectar li li
sui fanti per allogiar, et che li passi sono guardati
che alcuno non vadi di sopi'a, né veugi di sotto.
Questo é quanto mi atrovo de novo.
Da Bergamo, di sier Juato Guoro capita-
nio, di 7. Come il signor duca di Urbino zonse di
qui Marti a di 5 a bora una di notte et parti questa
mattina ; il qual é sta onorato et acompagnado ; et
io Capitanio beri fino al tardi con Soa Excellentia
' circondassemo questa città in sopraveder et ordinar
repari quali bisogna al lutto exeguir. Heri, per aver
dato circa 10 archibusieri ad alcuni de Riva de Vila
de Adda, la subsequente notte passorno di qua da
Adda spagnoli 35 et feceno alcuni presoni ; per il
che li homini con archibusieri gli forno a rincontro,
et hanno preso 13, et gli altri tutti morti et anegati ;
eh' é stalo bon principio.
Copia di uno avieo mandato al ditto Capitanio
di Salò, di 6 Mago.
Magnifico et generoso Capitanio.
Mi é parso di avisar vostra magnificentia, da poi
la altra lettera ch*io mandete a quella, tornete a
mandare via uno mio servilor, et è arivato, qual
dice che a Trento et intorno a Trento sono arivati
fin bora 12 milia fanti et 800 cavalli borgognoni,
et quello li ha ditto che manco de 20 over 25 milia
fanti non scranno, zoé pagati, et questi sono de ve-
duta et menano con siecho magna quantità di ca-
stroni et bovini.
A d\ 10, Domenega, La malina. Io vidi lette- 266"^
re da.Caravaeo^ di sier Toma Moroprovedi*
tor generai^ di 7,
Da Verona, fo lettere di V Emo et Nani,
di heri, con reporti di sopra.
Da Bergamo, di sier Justo Ouoro capita-
nio, di 8, hore 12. Manda questo aviso baulo di
7, da r Olmo, drizato a loro reclori di Bergamo :
Heri a hore 20 é zonto lo messo de Chavanna
con suo Sol, qual par, per haver piti di certo, é an-
dato dal capitanio di Valtolina, qual é lutto suo ; el
qual capitanio gè mostrele una lettera heri matina
bauta, la qual gè avisava come lo capitanio Tegen
con 6000 fanti zonzeva a Ponte de legno in cavo de
Valchamonega sotto lo monte da Tonai ; el qual
capitanio di Valtolina questa malina cavalchete
per reparar a zio non venisseno per Valtulina. An-
cora dice, che molti altri lanzinecbi sono tornati
indrio come se dize là et come anche gè ha ditto
esso capitanio, perché le terre franche hanno rebe-
lato a lo Imperador et si hanno eleclo lo duca di
Sanxonia per suo signor. Ancora dize che li grisoni
hanno fallo ribelio el Tegen, et confiscato li suoi
beni.
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 267
general, di 7. Come hozi, da pò disnare si sono
reduti in Caravagio li illustrissimi signori duchi di
Milano et Urbino, esso Proveditor zeneral, il signor
Janes gubemator, il signor conte Mercurio, domi-
no Antonio di Castello, il signor conte de Caiaza, il
magnifico Colateral zeneral, domino Paulo Luzasco,
il conte Claudio Rangon et il magnifico missier Lo-
dovico Martinengo c\Ji>m alcuni altri, et baulo molto
discorso et consideration sopra le cose bora apar-
tinenti a la guerra. Per la fama di voler calar ini-
mici lanzinech a le baode nostre, hanno deliberato
895
IIDXXVIII, ìlAOOtO.
396
di meUer bon presidio in Bergamo et Vicenza co-
me terre più debile, quale potranno esser robate, et
di mantenir eiiam qui in Cassano bon presidio di
gente, perché gli é a molla iactura de inimici et a
conservalion di la Gieradada. El resto di le gente
et forze di la Signoria nosira unirle el raelerle in
campagna quando saranno redutte in esser, et far
uno exercilo in sul territorio veronese per esser al
inezo de li lochi dove inimici poleno calare, perchè
se loro calerano per la volla di Verona si atrove-
rano sul fatto : se per la via di Vicenza in un giorno
le spingeranno a quella volta ; se per il brexano,
sarano il medemo. Resta mo ad metter in execution
le ordinalion falle, zoè che le gente et danari vi sia-
no di pagarle, sicome la Signoria ha scritlo, li capi
et ordinate ; a la qual cosa tutti quelli signori hano
ditto il parer suo, salvo lo illustrissimo duca di
Milan, qual, hessendosi parlato del levar del signor
Cesare Fregoso con quelle bande di gente nostre
che sono ultra Po redurle a la union con li altri di
qui per conservation di le terre di V uno el V altro
Slato et per difender queste frontiere, quantunque
questo gli fusse grave a veder abandonar le terre
sue ultra Po et lassarle in preda a li inimici, con-
descendendo a le ragion allegate, esso signor Duca
senza mostrarsi di ciò turbalo si remisse al parer
et voler di la Illustrissima Signoria et de li prefati
signori ivi existenti, dicendo sempre gli obediria,
offerendosi che ad ogni richiesta loro, volendosi
metter in campagna, che in termine di giorni 15 gli
metterà ancor lui 4000 fanti. Et cosi resoluto il
consulto, el signor duca di Milano é andato a Lodi,
267^ il signor duca di Urbino a Roman a cena per andar
domun a la volta di Verona, el noi siamo ritornati
qui a Cassano, ove credo staremo ancor a stentar
qualche giorno.
268 Copia de una lettera del campo, da Cassati, di
7 Mazo 1528, di domino Antonio da Ca-
stello a sier Gregorio Pizamano.
De novo, la excellentia del duca di Urbino è ve-
nuto a veder Brexa, Bergamo, el poi è venuto a
Caravazo ad abocarse con la excellentia del duca
de Milano, dove si ha trovato il durissimo signor
Proveditor, lo illustiissimo signor Janus con questi
nostri altri capi, el si é consultato venendo inimici
come che vengono, el modo che se ha ad tener. El
ognìuno ha ditto el suo parer. Pare che al Gne tutti
diano ad un segno, che si debbia haver cura a le
parte debile Como el Vicenza et Bergamo, el lassar
qui in Cassano una bona testa per le cose di qua, et
allogiar una gran parte del nostro exercilo per que-
sta Riviera, zioè per il brexano el per il veronese,
et mandar a fortificar quei passi, et anche Riandar-
ne qualche homo ; ma non le far su gran fonda-
mento perchè son difficile ad guardarli per la lar-
gura del paese. Hessendo allogiali per la Riviera,
come ho dillo di sopra, si possono metter ad un
tratto insieme, et mandarli per le terre dove si voi.
Et tanto si è consultato et oblenulo. El pare che '1
sia sta intercepta una lettera mandala dal Ponlifice
ad alcuni baroni jn Alemagna, confortandoli al ve-
nir presto a la volla di Parma et PiaseLza, el che
anche fingessero andar a li danni del duca di Fe-
rara per ricavar danari, et poi li volersi drizar a la
volla di Fiorenza. Voltalo quello Slato, andar a la
volta del regno piT la via propria che fece Lau-
trech. El pare anche, che cerli popoli di la Alema-
gna dicono che non vogliono venir in qua per ri-
spetto del Turco. El se ha hozi per fino a questa
bora, che e' è pochissima provision di gente ; tal-
volta vorano aspectar il tempo di ricolto ; pure se'l
Turco spinge, come si dice, credo che questa cosa
andarà in fumo.
Questi fono nel consulto a Caravagio.
El signor duca di Milano,
El signor duca di Urbino,
El signor Janus,
El proveditor zeneral Moro,
El orator Venier è apresso il duca di Milano,
El conte Mercurio,
El conte di Caiaza,
El conte Claudio Rangon,
Domino Antonio da Castello,
Domino Paulo Luzasco,
Domino Zuan Andrea Prato collateral zeneral.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da ehà 2
Taiapiera capitanio, di 8, Kore 22. In qucsU
bora è zonto uno messo vien di Trento, qual parti
Zuoba a vespero ; et perchè hanno messo guarde a
li passi, non pono venir cussi presto, per convcDir
venir per le neve. Riporta che nemici hanno dato
paga a parte di la fantaria,el che fevano ancor zenle
in la Val de Non el a Venosta, et che quando non li
daranno il passo, se lo toranno per forza. Item, per
uno altro pur in questa bora zonto, qual parli Zuo-
ba a di 7 da malina, dice che si dovea far dimane
el consulto fra i capetanei per Taviar di lo exercilo
e
4
397
UDtXVni, MAGGIO.
398
•269^
et che Marco Sit slava m^lio et bozi dovea zonzer
inTrenlo. Itetn, tiaver visto sopra una zalra 18
botte ; non sa quello era dentro, et cbe si tirava le
schalle.
Vene V oralor di Milan et si alegrò di la vitoria
di r armala, benché beri non potesse venir perchè
non volse ussir dì caxa per baversi purgato ; et poi
parloe del consulto fato a Caravagio per lettere au-
le dal suo signor Duca.
Vene 1* orator di Mantoa.
Da Brexa, di rectori, di 8. Come hanno, che
alemani ritieneno di sopra ognuno aziò non ven-
gano zoso, per non referir quello si fa di sopra. El
signor duca di Urbino capitaoio zeneral nostro è
venuto in questa terra. Credeno doman zonzeri
edam domino Guido di Naido cum li soi fanti, per
segurtà di questa città.
Di sier Dotnenego Piaatnano podestà^ di
8, particular. Come tutta la riviera di Salò fugge
iii questa città. Habbiamo provisto cbe alcuno non
possi inlrar se non conduranuo biava per el suo
viver, aziò non minuisca quella babiamo di qui cb*é
poca ; le robe sue tutte si lassano inlrar. Questa
matina babiamo ordinato sia preparato in Vaitrom-
pia quel più numero di arcbibusieri si potrà, aziò
in ogni occorrentia li possiamo adoperar, perchè
siamo pieni di uìpìii sospetti et con qualche ragion.
Non dirò altro.
Fosi scripta. Tutto bozi siamo stali a la tor-
tura, io, il magnifico capitanio et proveditor Foscari,
per esser sta preso uno il quale baveva seco uno
modello di buttar uno ponte a la fossa di questa
città ; et mai ha voluto confessar chi voleva far bu-
tarlo. Di quelli di sopra non vien lassati venir a
questa città.
Da poi disnar, non fo fatto Gran Conscio, ma
ordinato Pregadi.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di P, kore 4, vene lettere.
Come, per più advisi conformi ho, che alemani ca-
lano a la volta di Verona driedo 1* Adese, et sono
sta viste passar 41 bandiere a 500 fanti cadauna^
tra quali possono esser da 300 arcbibusieri et
schiopelieri o poco più ; el resto hanno piche, et
sono triste fanlarie, a quale è sta dato solum dui
raynes per cadauno. Li cavalli si dice che sono
da 1500, et tutti belli cavalli et bella gente. Àn-
cora si ragiona che ne erano restali tra Trento et
Bolzano; dice per i fanti. Le monilione si carga-
vano et conducevano driedo le gente. Conduceno
con loro 31 in 3*2 pezi di artellaria, di quali la
mazor parte sono da bater. Scrive baver bauto
questa sera le lettere publice con la nova delcom-
bater di 1* armada a Napoli ; la qual intesa, forsi
sarà causa che questa Germania mutasseno pen-
sier. Spero in Dio ce aiuterà.
Di Verona, di VEmo et Nani, di 9, hore à.
Come, per lettere haute da la Chiusa, del Poeta
contestabile li, come inimici quol zorno erano ve-
nuti corendo a una villa chiamala . . . . el tolto
li animali el conduti via, et quelli non hanno po-
tuto condur li hanno morti el fatto gran danni.
Item, corsi fino 11 vicino rovinando i luogi. Item,
altro aviso, erano verso la Crovara et avisano tutti
vien zoso. Scriveno far custodia a Verona,'el ba-
ver scritto a le fantarie alozate verso Soave, entrino
in la terra; et il conte di Soiano con 1200 fanti
era zonto a Carpi, siche sariano presti. Et allre
provision fanno, ut in litteris. El come aspetava-
no il zorno seguente il Capitanio zeneral, et a
quella bora era zonto li sier Carlo Contarini pro-
veditor zeneral stato a pagar le fantarie, et insieme
scriveno uniti.
Fu publicà che per sier Àlvixe Pixani procu-
rator era sta porta el resto di bolletini, et sier
Michiel Trivixan V avogador di Comun et certi
altri XL Zivil, et sier Zuan Morexini soraconsolo.
Fo letti li do brievi del Papa drizati al Legato, !270
dati a Orvieto a di .... ; uno zerca non dar la
caxa da esser data al duca di Ferrara, et V altra
zerca V imprestedo del clero etc.
Fo chiamato Conscio di X con la Zonta, per
tuor libertà, perché sier Antonio di Prioli dal
Banco voi inlrar Procurator di qua i anni, dar
ducali 20 milia el tuor la restitulion al dazio del
vin ; ma voi, intrato el sii Procurator, esser sem-
pre del Conscio di X quando intrarà la Zonta, non
melando ballota. Et perché questa clausula bisogna
licentia del Conscio di X, però fo chiama il Copseio,
el mancava un Cao, sier Hironimo Barbarigo, per
esser morta sua ameda moier di sier Àlmorò Do-
nado, unde fu fato vicecao di X in loco suo sier
Alvise Gradenigo. El redulo il Conscio non feno
nulla, et ussiteno fuora.
Fu posto, per li Savii del Conscio, terraferma
el ordeni, una lettera a sier Piero Landò capitanio
general da mar, ctie si meravigliamo molto cbe '1
non sia andato con le 16 galie in ponente come eoa
il Senato li fo scritto, perchè officio suo è di obedir^
el perché monsignor di Lutrech desidera la nostra
armala si come li hanno scritto il procurator Pixani
el il procurator Pexaro ; el bavendo nui za mandati
399
HDXXTini lIÀOOlO.
li danari, remi et quello 1* ha richiesto, pertanto li
replichemo che subito passi in ponente senza met-
ter alcun tempo, lassando il proveditor Mula con il
resto di le galie, ut in parte. Ave tutto il Conscio.
Fu posto, per li Savii del Conscio exeepio sier
Lunardo Emo, et Savii da terraferma, expedir sier
Gasparo Contarini orator electo al Summo Ponlifi-
ce, qual vadi via immediate, ut in parte, si come
heri fu posta.
Et primo andò in renga sier Lunardo Emo et
contradise et fé una bona renga, concludendo non è
di mandarlo. Et li rispose il Serenissimo. Da poi
parlò sier Alvise Mocenigo el cavalier, fo consier.
Li rispose sier Domenego Trivixan el cavalier pro-
curator, savio del Conscio. Da poi parlò sier Carlo
Capello el XL Criminal, qu. sier Francesco el cava-
lier, laudando indusiar, et olirà Fiorenza el Ferara
per li respecti dictì, etiam per il duca di Urbin. £1
poi li rispose sier Francesco Morexini qu. sier Piero,
é sora ì dacii, qual exclamò assai et non fu inteso.
Et sier Lunardo Emo savio del Conscio messe
che al reverendo Legalo si rispondesse per il Sere-
nissimo, che quanto a la caxa da esser data al duca
di Ferrara si era ubiigà darla per li capitoli ; et che
soa reverenda signoria exorti il Papa a lassare se
scuodi questo imprestedo del clero, che nuì If man-
daremo orator subito, etc.
370* Andò le parte : 9 non sincere, 18 di no, 31 di
r Emo, 1 U di Savii ; et questa fu presa. El sì vene
zoso a bore una di notte sonada.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
ài 9, vidi lettere a sier Gregorio Pieamano.
Come, per lettere baule del proveditor Moro, oltra
le altre nove, habbiamo le gente d'arme del §ol
del duca di Savoia dover venir in queste parte a
nome di la Christianissima Maestà, la qual scrive a
fi illustrissimi duca di Ferrara et marchese di Man-
toa che diano ogni favor possibile a questa impresa,
per devedar il transito di lanzinech.
Di sier Domenego Pizamano podestà, di 9.
Come si trovamo in gran travaglio per il Iratato di
uno modello di uno ponte trovato ne la chiesia di
San Rocho di Conzese, mia tre lontano di qui solo
el schabello sta davanti lo aliar, el qual é bellissimo
de ingegno et facile et reussiblle, perché con cinque
legni et una caegna di ferro di lire 100 di peso et
due cari de tavole il ponte e fatto, et volendo, per
quello habbiamo butta a la torre da Santo Alexan-
dro et a la porta di Torre longa ma arente al ba-
slion, unde habuto questo, habbiamo trovalo colui
ba fatto far tal modello et relenuto, et per nui col-
legiato, li habbiamo brusalo tutti li piedi et teni
a la corda assai ; el cussi questa matina etii
siamo stali atorno 6no a questa bora U,
mai non habbiamo potuto haver parola de cui :
sta la intelligentia, salvo uno qual non è a dir,
qual pensamo sia a Venetia, partito di qui za
zorni perché si voleva farlo venir a la bolla, et 1
anticipò et si parli. Havemo scritto a li Capi di
Excellentissimo Conscio di X lo fazi retenir. È hoi
di anni 70 el grieve, tamen è valente homo et
stante. Non si manca con ogni mezo possibile veir
in la v,erità. Habbiamo fallo cavalcar il capitai
del devedo al ditto loco di Conzese per veder <^
trovar alcuni legnami eh' è sia laiati per far ques -s
ponte, per quanto ha dillo questi pregioni, et tro-
vandoli relenir cui li ha laiati, dai qual si saperà e i
li ha ordinalo. Etiam habiamo relenuto do ali .r-
villani per spioni, et da poi disnar li saremo a la
spalle. Et tutto questo é con intelligentia di ques//
da Lodron ; ma speremo in Dio haveremo rotto
lutti I sol disegni. Scrive, questa sera aspectemo qui
Guido di Naldo con la sua compagnia, per non vi
esser qui altro che 50 fanti. El signor duca di Ur-
bino zonse qui heri sera et parte questa sera per
Verona ; non poi scriver per la pressa li ordini dati
nel consulto a Caravazo.
Da Bergamo, di sier Justo Ouoro capita-
nio, di 8. Manda questo aviso :
Refferisse Marchisino di Val Leve, a di 8 Mazo,
come Marti passalo a di 5 fu a Cavil di Valtulina in
casa di uno missier Filippo da Cavil homo da bene
et dì più familiari del capilanio di essa valle, qual
gè disse che Sabato over Venere passato, fo a dì
primo, si parli da Boven distante 50 miglia da Ca-
vil, et 11 inlese che lanzinech erano gionli parte a
Ala, parte a Riva di Trento, et parte a Trento,
zerca 30 milia, cum una quantità di artegliarie, di
la qual non sia il numero. Di la qual gente, parte
ne doveva andar a Verona, una parte per Valcha-
monica et parte per Vallolina, zoè 4000, qual con- .
duce missier Thegen per Vallolina, che veniva da
Milano. Il capitanio di Vallolina andò seco in com-
pagnia per sette miglia. Quello si ragionò fra loro
non si è dillo. Dice che dilla gente sta sopra di
sé in ambiguo, che non sia quello habia a far ri-
spetto che 'I duca di Sanxonia move guera a k)
Imperador, et ancora per la mossa del Turco,
Item, dice haver parlalo con uno si chiama Messo,
sta in caxa del capitanio di Vallolina, qual si ha ditto
del predillo numero di 30 milia et che si diceva
certo che *1 capitanio Tegen veniva con 4000 fanti
401
MD)tXVin, llAOOlO.
40^
per diUa valle, a qual fine non scia. Et li disse an-
cora che parte di ditta gente andava a Verona. Et
ha sentido da uno reclor di Tey di primi homini
di la Vallolina ebe ha parlato cum uno che veniva
dal trentino, qual li ha ditto che la gente era a
Trento et li apresso, di la qual non sapea il numero,
salvo era gran quantità et voleva venir in f^ombar-
dia. Et ha ditto che huveano parechiato 4000 para
de carpelli (?) inslrumenti di andar per le raonl.igne,
et 4000 circhi (?) rispetto le neve. Et disse ancora che
ditta gente restava stremata (?) et non sapeva che fare
perla guerra ha mossa o voi mover il duca di San-
xonia a ¥ Imperador, et per il Turco. La qual cosa
si ragiona da molte persone di là a Trento et in
Vallulina.
271* Da I élite, di sier Toma Lippomano pode-
stà et capitanio, di P, hore una di notte. È ve-
nuto uno explorator partito beri sera di notte da
Trento. Riporta, qualiter Zobia passata passò per
Trento verso il Calian et Rovere bandiere 32 di
fanlarie, et cum loro condulte boche 24 artellarie
ordinate, tra le qual una hanno menalo sopra uno
carro matto che sotto havia cavalli 30 ; et boche 7
di artellaria da campo sono restate a Trento cum
il Duca, et cavalli 100 di sui per esser similiter li
altri cavalli andati inanti pur verso Roveredo. Le
barche et ponti ancor non sono mossi ; ma in lo
AJexe a Trento, et per zatre sono state condulte
bete 30 di biava da cavallo et botte 20 di pane
drieto lo e.\ercilo ; il restatile dì la vilualia si trova
fin quella bora a Trento. Chi divulgava per Trento
questi dover calar con consenso di la Signoria no-
stra, et chi diceva haver loro mandato a dimandar
il passo di la Chiusa per passar a le basse ; che non
bavendolo, volcano tuorlo per forza per andar a
metter vituaria in Milano ; poi a Bologna et di longo
a Firenze; poi verso reame a suffragio di yspani.
Sono restate bandiere 1 1 ancor di sopra di Trento
di fdutarie, quale si diceva doveano calar cum il
Duca, et li 100 cavalli con quelli pezi di artellarie
restate et con le victuarie ; non restando di dirli
etiam che in Valsugana da Rocho osto al Borgo ha
inteso et afirmatoli che a li servitii di la Signoria
nostra si atrova uno Nicoleto del Borgo di Valsu*
gana qual è in bando del contado di Tiruol, qual
non ostante il bando questo anno ha bauto niezo
di andar a Trento et esser a parlamento con missier
Francesco da Castelalto tratando con lui per aiu-
tarsi dal bando, et cum promissione di altro di
amazar il signor Cosmer capitanio é con la Signoria
nostra; et chenoD obslanle dillo Nicolelto babbi
/ Diarii ii M. Saluto. — T^m. XL YIL
dato la fede al prefato signor Cosmaier di non farlo,
tullavolla il Castelalto di contìnuo aspecta la nova
et executione promessa per ditto Nicolelto, subzon-
zendo che tulli dì Valsugana tremano et stano con
.gran dubitanza di esser mal trattati dal ditto signor
Cosmer.
Copia di una lettera di sier Zuan Antonio da 272
chà Taiapiera capitanio di Vicenza^ di 9
Mazo, hore 4 di notte.
Come è in gran fatiche et è solo, et continua-
mente convegno esser bora a li sostegni, bora a. li
bastioni, bora a baloardi ; poi atender a tanti gua*
stadori benché babbi deputaiio alcuni soprastanti ;
tamen non me fido di alcuno. Hor farò quello po-
trò, né, infino bavero questa povera vita, li man-
cherò.
Hozi è zonlo domino Zuan de Naido, et la com-
pagnia sua dia arivar doman su questo teritorio. Ha
soìum cavalli 92 et fanti 400, benchè'l dica sa la
Signoria ha scritto li debbi dar la pnga del danaro
di r uno et 1* altro imprestcdo et dì le colte vechìe.
Di quella raxon ho scosso da ducati 900 in cerca :
ho convenuto dar a domino Baldiscra de Azar du-
cali 1150; ho inlacalo la camera de ducali 250, li
qual come scoderò li restituirò subito; siche per la
compagnia del Naldo non ho danari da darli. Però
la Signoria provedi ; et per questi tumulti non si
poi scuoder un ducalo. Tulli li ciladìni son fuziti et
molle caxe sono abandonale, et se qualche uno è
restalo, è per haver infermi asai che non si pono
mover. Se le brigate fosseno qui mi faria servir di
danari, et poi a Tarcollo de lo impresiedo del
clero se haveria resliluido; ma adesso non credo
si potesse trovar ducali 100, Però è necessario si
provedi de 11, perché questi Brisigei son fastidiosi ;
non havendo li danari voranno alozar et farsi far le
spexe, et questi non volcno a mala pena darli el
coverto; el polria seguir qualche scandolo. La
compagnia di l'Àzal é lulla de archibusicri el Schio-
petieri numero 400 in esser, che non ne manca
uno, et luì è gentil persona. Hozi ho hauto lettere
di la Signoria li dagi ducali 30 per paga a lui ; si
duol dicendo la Signoria é solila dar per ogni 100
fanti ducali 10, et che'l disgraderia di repulàzion
se ii altri havesseno di più; pur non reslarò farli
la resegna presto.
Cerca a la fabrica non manco; spero farò tal
opera ne reslarà eterna fama. Domane darò la
parte a li vichariadi di cavar alcune fosse, el H
2«
i03
IIDXXVm, Il AOOIO.
404
darò (anta biava aziò lo fazino volentieri e( presto.
Potrasse dir questi fabrica sia nasuta et non fata
con mano; seri laudabile apresso ciascuno intel-
ligente, et tutta fatta con raxon.
272* Se'l fosse modo di penzer in campagna 12 milia
boni fanti, non saria dubito alcuno a condursi a la
zornada con li inimici, per esser zcnte comandale,
et fra tutti 20 milia, come se dice, che non credo
passino 15 milia; non é homini da guerra 1200;
non hanno tra schiopi et archibusi 3000, siche si
potria sperar di bene et non é tanto da dubilarse.
10 mi atrovarò qui da 1 100 tra soldati et li Schio-
petieri del territorio et 2000 guastadori, de li qual
mi servirla in reparar anche di qualche uno di loro.
Con le arme, quando havesse soccorso di 1500
fanti, de questi che calano non haveria dubito al-
cuno; ma acampandosi a Verona, che non credo,
bisognerà proveder a questa terra perchè ogni
zorno mi sariano su le porte.
273 Adi IL La matina fo lettere di Fiorenza
del Surian orator, di 6 et 8, con Taviso haulo
del combaler di le galere per via di Orvieto, et
manda la copia di la nova. Item, che monsignor
visconte di Lorena oralor del re Chrislianissimo, era
li in Fiorenza zonto, é partito et andato a Orvieto.
11 qual va per do cose : 1* una per esortar il Pon-
tifìce a esser in la liga nostra, V altra per tornar
poi al governo di Zenoa. Item^ ha haulo le lettere
del Senato zerca dimandar niuto a quelli signori di
pagar li ianzinech. Lui non poi ussir di casa per
esser amorbalo; ma parlò con uno che vien da lui
di questo, et consultato fra li X, hanuo risposto non
poter, ateuto che'l Re li farà ben lui, ma che con
zente loro acbadendo daranno ogni aiuto a questa
Signoria, con altre parole ut in litteris.
Vene il Legato per il qua! fo mandato, et di-
toli la deliberatìoo fatta di mandar Y orator nostro
a la Santità del Pontifice. Laudò summamente di-
cendo scriverla questa sera al PontiGce.
Vene domino Baldo Antonio Falcutio orator del
Capitanio zeneral nostro, et raonstrò una lettera,
di 9, li scrive il Duca, molto copiosa et bella, di
consulti fatti et discorsi soi ; la copia di la qual
scriverò qui avanti ; et fo lolla et leta in Pregadi.
Da poi disnar fo ordini Pregadi et Conscio di
X con Zonta.
Di Vieensa, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitano^ di 10, hore 24 vidi lettere
qual dice : In questa bora é venuto uno mio explu-
rator partito questa Dotte passata da Roveredo, |
Dice che inimici deteno beri V arsalto a la Corvara
et fono rebatuti con asai dishonor et disconzo per-
ché ne reslorno morti da 50, et molti fo feriti ; et
tra li altri fu ferito il conte Girardo d*Àrcho dì uno
archibuso in un brazo ; il che veduto deliberorno
hozi far col mezo de guastadori una strada per
Monte Baldo et mandar di sotto una banda de ar-
chibusieri per darli la bataia da due parte ; et che
volevano eliatn far il ponte su V Adexe bavendo
deliberato al lutlo di passar.
Di Nicolò Barbaro, capitano del Lago,
date per mejso Lacise, adì 9, particular. Come
li inimici si atrovano in Val de V Agri su li nostri
conSni, et hozi credo vegnirà sul nostro verso la
Chiusa. Non so quello faranno. Io son alla volta di
Lacise et Garda eh* è lunlan da loro mia 4 per ve-
der quel voleno far, benché a Rive et Torbole
hanno falto represaia de li nostri et retenuti, lo
aspetto risposta di la Signoria di quanto babbi a ^73
far. Non mi manca salvo vituaria, ma il Proveditor
di Salò mi ha promesso che non mi mancari. El
numero de li inimici non sono più di 14 milia fanti,
et cavalli da 1200 ben in ordine; ma sono la mazor
parte persone inutile per esser gioveneli né più
slati a la guerra, et nobili. Vederemo quel voranuo
far ; se faranno dimora non.
Di sier Zutin Emo podestà et sier Polo
Nani proveditor general ci vicecapi tanto, et
sier Carlo Contarini proveditor general . . .
lettere di varie hore. Per una dicono del zonzer
del Capitanio zeneral li, et haver cavalcato quel
zorno per la terra, visto le arlillarie poste ai so
lochi. Lauda mollo. Et inimici erano a Peri el 11
intorno danizando assai, et verso la Corvara di la
di r Adesc. Et hanno mandato altri 50 fanti in
aiuto di Hercules Poeta e con fanti ... In la Chiusa
hanno fatto intrar li fanti é li intorno alozati et di
quelli del Capitanio zeneral. £1 come il conte di
Solano era a Carpi zonto con la soa compagnia et
parte di fanti del Capitanio zeneral.
Item, mandano più lettere haute da Gavrin, la
Chiusa etc. Et per una di 10, hore una di
notte, scriveno inimici, per quanto hanno, haver
hauto la Crovara, perché bavendo mandato uno
capo per intrar dentro, non potè
perché inimici andavano dentro ei fuori e( rilor- I
nato. Item, ba lettere di la Chiusa inimici esser
epropinquati el haver apreseotato una artellaria
grossa al porton di la Chiusa etc.
Di Brexa, di sier Marco Foseari provedi'
tor^ di 10. Di rooalre fatte io castello ek , .
m
ifonroif mooio
400
lim^ serivenò essi retori ei ProvedUar ge^
neralt di 9, esser venuto 11 uno nonlio del signor
Alvise di Gonzaga con una lellera di credenza, el
qua! disse che*! suo signor si excusava non haver
acepli la condola orerlola per la Signorìa nostra,
perehé non li era promesso la protction del suo Stado.
Di IVanga, del Jusiinian orator^ di 13
Aprila vechie^ fono lettere date a , con
lamenti et querelle fatte per monsignor il Gran
maistro, che la Signoria nostra in questa guerra
Don fa quanto la è ubiigala di far. ^
374 Fu posto, per lì Consieri . . , dar il
possesso di T abazia di Rosazo al reverendo epi-
scopo di Verona, datali per il Ponlifice, vachata
per la morte del reverendissimo Grimani, ut in
parie. Non era in Pregadi sier Alvise Mocenigo el
cavalìer che la contradisse, et fu presa. Ave : 131,
28, 13.
Fu posto, per li Savii, 6 lettere a sier Sebastian
Justinian el cavalier, orator in Pranza, mandandoli
questi sumarii, exortando Soa Maestà a mandar
presto li presidii, con avìsarli che seguendo quello
ha fato Soa Maestà di mandar orator al Papa, ba-
▼emo deliberato mandar il nostro orator etc Fu
presa.
Fu etiam posto di scriver in Anglia a V Orator
nostro, di la mission del prefato Orator al Summo
Pontifice, et altre particularilà.
Fu posto, per li ditti, una lettera al Capitanio
zeneral duca di Urbino. Come questa malìna do-
mino Baldo Antonio suo orator ne ha mostra una
lettera scritta per Soa Cxcellentia di consulti et
savii discorsi sol, et le provision voi far ; del che lo
laudemo assai et si remetemo di tutto a Sua Excel -
lentia ; et quanto a far venir in Verona o il conte
di Caiazo o domino Paulo Luzasco con li cavalli
lizierì, che di questo si remetemo a Soa Excellentia,
el cu^ di ogni altra cosa acbadesse a beneflcio di
la impresa.
Fu posto, . per li Savii del Conscio et terra
ferma, che sier Gasparo Contarìni va orator al
PooteGce possi portar con sé arzenti per ducati 400
da esser stimati per le Raxon Nuove iusla il solito,
a rìsego di la Signoria nostra. Et fu preso. Ave :
156, 3.
Fu posto, per lì Savii del Conscio et terra
ferma, che Zuoba proximo si elezi nel nostro Ma-
zor Conscio uno Procurator sopra le comessarie di
qua da canal, qual non possi far oblation di meno
di ducati 18 mitia. La restitution li sia fatta ut in
park. La copia sari qui avanti. Fu presa. Ave : ....
Fu posto, per H Consieri, dar II possesso di la 374*
piovania di la villa di San Canzian di la chiesa di
San Piero el Benedetto sotto Monfaleon, electo per
li homin?, a domino Zuan Maria Poscarinì clerico
veneto, atento la confirmation fatta per il Legato
episcopo di Puola adi 13 Aprii passato, ut in
parte. Ave: US, 4, 10.
Et licentiato il Pregadi a bore 33, restò Con-
seio di X con la Zonta suso fino la marangona, el
fono sopra mandar formenti in Verona ; el oou
volseno, ma preseno mandar orzi.
Noto. In Collegio questa matina fu electi tre,
uno per ordine, ad andar a Rialto a solicitar quelli
hanno olerto a portar danari ad imprestedo. Li
portano sier Andrea Foscarini el Consier, sier Luca
Trun procurator savio del Conscio, sier Andrea
Mozenigo el dolor savio a terra ferma. 11 credito
del dazio del vin vai ducati .... il cento, Monte
del sussidio ducati
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio^
di 10, Kore lo i/,. Manda lettere haute del Pro-
veditor*Moro et signor Janus con .alcuni avisi, le
qual lettere da Cassan del Proveditor Moro
sono di 9, hore 2 di notte, qual scrive cussi : Dal
signor Cesare Fregoso, «I/r a molle strete in diverse
volte per lui date a quelli inimici sono ultra Po»
per non poter loro pid durarli, par babiano delibe-
rato passar de qua da Po ; el già erano principiati
a passar. Da Milan se intende che Antonio da Leva
dia ussir fora dimane.
Item,A signor Janus li manda lettere haute per
vìa di Zenoa, zoo la copia di la lettera del cardinal
Colonna, di primo Mazo, di Gaeta, al cardinal Cam-
pezo a Roma, hauta per via dì Orvieto. La copia é
notada di sopra. Item, una altra lettera ave do-
mino Andrea Doria dal secrelario del Papa, la co-
pia di la qua! etiam scriverò qui avanti.
C(^ia di una lettera del signor Janus Maria 375
Fregoso, scritta a la Signoria vwstra.
Serenìssimo Principe el E.^ceIlenlissimo Si-
gnor signor mìo osservandissimo.
Della consulta fatta a Caravazo eum li Illustris-
simi de Milano et Capitanio generale de Vostra Su-
blimità, el boni ordeni posti per assecurare le cose
di quella, io non li darò altramente tedio in dechia-
rirgelo, hessendo stata dali clarissimi Proveditor
407
UDXXnn, MAGGIO.
zeneral, et oralor Venier benissimo advisala a
pieno. Ma II significo, dopo che è piaciuto allo illu-
strissimo signor Capilanio lassarmi ancbora il carico
di questa frontiera et la assecuratione di Bergamo,
fino che se veda quel che vogliano far li nemici, o
di passar Po o di tentare altra impresa. Io li sono
ritornato con quella prompteza de animo che la
longa et affectionalìssima servitù et fede mia verso
Vostra Sublimila et questo Excellentissimo Stado
mi costringono di fare, et secondo le occasione
così noi si governeremo a beneficio de la impresa,
ove io non mancherò per quanto sarà in me di at-
tender a questo carico, et condur- bene le cose sue
con tutte le forze del mio inzegno, et con exponer
la vita, ch^ altro non desidero che spenderla tutta
per questo poco di tempo che mi resta in servitio
de la Ecellentissima Signoria vostra ; et de tempo
in tempo ne intenderemo bene et ne daremo mano
con lo illustrissimo Capitanio General, sicome l'aca-
derà che sarà nel veronese che voltino li nemici,
de maniera che, giongendo in tempo le provision
fatte per lei, non dubito punto che le cose* nostre
non habbiano ad succeder et cum securtà et cum
repulatione di questo felicissimo Slato, et danno et
vergogna de li nimici. Et di questo la Sublimità Vo-
stra ne può stare cum sccuro animo, perciò che del
sapientissimo guberno et prestantissime virtù de lo
illustrissimo suo Capilanio General, et del valor et
optima dispositione de tanti signori capitane!, vera-
mente si può promettere et sperare ogni bene. Se-
renissimo Principe, le occasion che a questi tempi
di tanta importanlia possono di bora in bora acca-
dere, quando non siano pigliate come vengono et
exequiti cosi promplamenle li ordeni che per la
poca auctorità mia venisscno dati, so ben che la
Excellentissima Signoria Vostra debba considerare
quanto V importeria et di che momento sia che
quelli hanno li carichi da quella li possino usare
cum la reputatione si rechiede al benefìcio di le
cose sue ; pur qual io me alrovi, la se deve creder
certissima che non solamente non li son per man-
care, ma cum tutta V anima et la vita disposto ad
275* servirla fino alla morte, et dopo di me li figlioli
mei ancora con quel modo che è di suo bo4i pia-
cere. Serenissimo Principe, sono principiate ad ar-
rivare le compagnie de li condutti da novo, et tut-
tavia vengono giungendo. La Sublimità Vostra sia
contenta di ricordarsi del pagamento suo, per ciò
che il clarissimo signor Proveditore dice non haver
danari. Questo è il tempo di acarezar il soldato et
interteherlo ben contento per valersene in tanto
bisogno della Sereniti Vostra, alla bona gratta
la qual humilmente mi racomando.
Da Cassano^ aUi 8 Mago 1528.
Sottoscritta :
Di Vostra Serenità servilor
Janus Maria Fregoso.
Copia di una lettera del signor duca di Ur- S
bino capitano general nostro, data a Brexa
a 9 Mazo.1528, scritta al suo oratore a
Venetia, et Ma in Pregadi.
Nobilis dilectissime noster.
Siamo stati in Caravaggio ad parlamento con il
clarissimo Proveditor Moro et li signori capitane!
de r exercilo alla presentia del illustrissimo signor
duca de Milano, secondo era nostra intentione et
che la Signoria illustrissima mostrava desiderar. Et
da poi il lungo rasonare et discorere, baveudo ri-
spetto si a tutto quello che si possi conieturare del
inhDico, come anche a lutto quello che per conira
se possi fare cum mngior nostro vantaggio io opo-
nersi, mesurando ogni cosa secondo le forze che ce
persuademo ce habbiano ad esser secondo le bste
haute per mano del magnifico Proveditor Conta-
rini, de poi lo haver inteso prima el parer de tutti,
proponessimo il nostro di questa sorte, quale li si-
gnori capitanei tutti unitamente confirmorno ; zoè
che in Cassano restino forze che fazino fronte ad
Antonio di Leva azò vengino intanto ad assigurare
le cose di Bergamo, et insieme cum le gente de lo
illustrissimo signor duca de Milano faciano testa da
quel lato. In Bergamo non designano che per bora
vi sia magior numero che de fanti 600. L* altra te-
sta è nostra opinione che sia in Vicenza, di quella
sorte che ne parerà se possi fare secondo la quan-
tità delle gente che haveremo in essere. Noi desi-
gnamo stare al presente con la persona nostra in
Verona, et per esser loco nel cor proprio de questa
impresa, recever 11 tulle le forze che vengano, per
dispensarle secondo la resolutione falla cum tutti
signori capitani, et tener qui sul veronese tanta
gente che venghi ad esser si pò dir la battaglia
della lesla o di Vicenza o di Cassano. El a questo
effetto pensamo cominciar a redurci apresso le no-
stre genie d* arme cum li nostri cavalli legieri ; le
quale, ultra che siano assai in ordine, designarne
anco revedendole meglio rassettarle a maggior ser-
vitio de li s'gnori nostri patroni, restando, maxime
a Cassano, senza questi nostri, tanto grosso numero
409
ICDXXVin, MAGGIO.
4i0
176^
de cavalli che é bastante non solo a quelli dell! ini-
mici, ma superiore di niullo. Db gente (òtte poi
pensanno ponerle de man in mano da Vicenza in-
aino a Berganfio, disponendole in loco che habbino
là faccia volta al calar del inimico, et le terre alle
spalle; che cum el star loro 11 in fronte le vengano
ad assigurar et n far principio di massa cum la ca-
Tallaria che se gli ponerà apresso, per esser sempre
prompli a caminar a quel lato dove gli inimici vo-
lessero descendere, tanto verso Bergamo come
verso Vicenza. Et se per sorte volessero descender
nel Friuli, consideramo cheM camin loro è tanto
longo tratto che sempre la testa de Vicenza si po-
trà spingerla in tempo ; et cussi apresso di mano
in mano tutto el resto del exercilo. Se gli nimici
adcora descendessero da più de un lato, in tal caso,
lassando honesto presidio ali lochi più necessari!,
designamo secondo il vantaggio el le occasione che
€6 se ofTerisce andare a combater quella parte di-
visa eurn lutto el resto d^l esercito, sperando che
in questo loro disunirsi possi nascere occasione di
poterlo fare rasonevoi mente. Si ancho gli nimici
fossero per calare uniti come ce persuademo, in
tal caso, lassando sempre honesto presidio a Ber-
gamo et Vicenza, et cussi qualche poco di forze In
le altre terre tanto che le guardi da machinatione
«t che possa sempre recever ogni magior presidio-
<*he secondo le occasione designassimo ponerci,
^um la massa pur di tutto el resto che teneremo
prompto tanto al bisogno che potesse occurrere da
man dextra come da man stanca di tutto il Stato di
la Signoria Illustrissima et del signor duca de Mi-
lano, nostra ìntentione è cum el vantaggio del al-
logianiento opponerci a loro, attendendo et di et
notte a disturbarli quanto ne sera possibile, non
solo che non possano danni6care li lochi, ma ne
anco la campagna. Alli passi de le montagne, si del
bergamasco come del veronese et altri lochi di
questo Stato, pensamo che se diano le armi in mano
agli homini propriì del paese, li quali et cum tra-
versarli et farli più difficili vengino a dare quel
maggior disturbo agli inimici che si potrà. Et in
particuiare, sopra questo nostro disegno de li passi,
é nostra intentione qui nel bressano dar questo ca-
rico al magnifico missier Baptista Marlincngo, zoe
che andando lui medesimo revedendo et prove-
dendo nelle montagne cum bavere la sua compa-
gnia a Gavardo o 11 vicino, faccndose ancora spalle
delle altre che scranno allogiate de mano in mano,
le quale, secondo gli continui avisi che havcremo
degli inimici el le occasione che appareranno^ spen-
geremo sempre dove pensarimo di poter far me-
glior efTctto. È nostra opinione ancora, ultra li 300
archibusieri che sono sopra il lago di Garda, tenere
qualche fante a Salò in questo proposito, et desi-
gnamo haver anco in ordine de continuo in sul
Lago, si da la banda del veronese come del bres-
sano, grosso numero de barche, cum le quale ad
ogni nostro proposito si possa fare transportarc in
un tratto le fantarie che fussero nel bressano, nel
veronese, et cussi per contra, secondo ne tornasse
bene, dal veronese Iransportarle nel bressano. Et
in questa cosa ce havemo non poco disegno per la
occasione che facilmente ce polria nascere de dan-
nificnre gli inimici. Alla Chiusa et la Corvara met-
teremo ancora gente la quale sia allogiata a questo
medesimo ordine, di poter et stare et andare al
soccorere qua et là secondo seri el bisogno. Al
signor duca de Milano habbiamo recordato assai
quanto Sua Excellenlia debba sforzarsi de aiutare
al presente a se stessa et al resto de V impresa di
quelle maggior forze che sia possibile; nel che certo
rhabiamo trovato promplissimo, come et di questo
et del resto credemo haverà scritto el signor Pro-
veditor Mauro alla Signoria Illustrissima. Et ultra
questo, havemo anco dillo alla excellenlia sua, che
certo ne parerla bene che le nostre gente che sono
di là da Po se reducessero con le altre nostre forze,
perché cussi come non ce pare che grossa lesta di
gente, per non le alluntan^r, si debba extendere
al presente nel Friuli ma si bene averci qualche
poco di forze per non lassare in tulio senza, cussi
ne parerla fusse bene relirare quelle gente che sono
impegnale di là da Po, acciò non se extendesero 277*
for de le due teste di Cassano et Vicenza, ma sles-
sero unite el raccolte cum le altre in questi tempi
de la continua suspilione che se ha del inimico.
Mostrò sua excellenlia che non multo li piacesse.
La fortificatione di Bergamo V habiamo trovala in
assai bon termine, et seria forte abaslanza per el
ìudilio nostro et assai facile a farsi presto se si
mandasse a perfeclione quello in che se è risoluto
el fortificarla per questa imminente suspilione del
inimico, che venne ad esser multo abbreviato dal
primo disegno ; ma noi non habbiamo trovato che
vi siano homini da exequire il lavoro, et panie che
mollo lentamente se ci proceda, ancor che in que-
sto non se manchi de soliiciludinc per quanto ci si-
gnor Mercurio (può) ; ma forzii è, come habbiamo
dillo, se ci fazia gagliarda provisione; laqual facendosi
cum la promplezza che demoslra quel magnifico
Capitano, facilmente et presto se rcdurà in bonis-
ili
IIOXXTini UAOOIO,
4i3
Simo essere, perché incominciandosi una fortiflca-
tione et non se reducendo a qualche perfecUone, pò
facilmenfe parturire il contrario effetto di quello
che se ne spera. Medesimamente desidererta, si-
come ho ricordato prima et anco al presente, che
tutte le vituarle con ogni rigore et sollicitudine se
portassero dentro alle cittì. Questo é quanto per
hora ne occurre, né cum il nostro iuditio sin qui
sapemo andare più ultra, imperoché queste cose
de la guerra, come lor Signorie illustrissime sauno,
bisogna venirle meglio recognoscendo ad hora per
hora, et spesse volte attendendo al vantaggio et al
disavantaggio che ci ha, mutare disegno. Pur noi
seguitaremo intanto li soprascritti ordini, non ha*
vendo altro in contrario da lor Signorie illustrissi-
me, alle quale exponendo il tutto humilmente ne
racomanderete.
Da Bressa, atti 9 de Maggio 1528.
Sottoscritta in mezzo la lettera
Fbanc(SC0S Maria dux Urbi-
ni eie, ae Serenissimi Ve-
netiarum Dominii capi-
taneus generalis.
A tergo: Nobili dilectissimo oratori nostro
Venetiis, domino Baldo Antonio Falcutio etc. in Ve*
netia a S. Maria Zobenigo al ponte di legno, contro
missier Nicolò Aurelio.
379') Copia di uno capitolo di una ietterà del Zan-
cha secretarlo del Nostro Signore, scripta
da Orvieto al signor capitanio missier An-
drea Boria.
A li 27 del passato se mìsseno in ordine le 6
galie da Napoli, 3 fuste, dui brrgantini et alcune
barche di nave bischaine, el sopra esse andò la
persona di don Hugo, il marchese del Guasto,
Ascanio Colonna el molli altri con 1000 fanti tra
spagnoli et italiani et qualcheuno alemano con ar-
chibusi et fuogi artificiadi et artellaria assà, lolla
in parte da le nave erano in porto. Ussileno de
Napoli a li 27 verso la sera, lassando li patroni
di le galee in terra tutti, excepto il Gobo, verso
Aline, che per tema di perder li lor legni non
combatesseno manco animosamente; et lirorno
verso Prolicha per haver li ponenti per segondi,
segno di andar verso Capri el Salerno a comba-
•
(1) U carta f78 e TTS* è biaaca
ter le galle di vostra signoria. Dal che havendo
nova, il Conte meSse in Salerno 400 arcbibusieri
sopra le galie ; et tenendo esso verso Salerno el
li imperiali in verso Napoli, se afrontorno tra Ma-
iori et Minori, et salirno molto valorosamente;
et dicono che il Conte investi solum oon cinque
galie, lassando le altre per soccorso. Fu la balla-
glia più aspra et più crudele che fu mai io mare,
come vederi per la inclusa del cardinal Colonna.
Da Cassai^* del Proveditor Moro^ di S,
hore 5. Come, per lettere di Torator Venier, da
Lodi, si ha, il signor duca di Milano é quasi mezo
disperato per la revocalion di le gente di Lome-
lina, ita che é sta bisogno, aciò non seguissa
qualche disordine come per esse lettere appare,
lassarli a Pavia 1! cavalli legieri et fanti, fino altro
si babbi da la Signoria nostra.
Del dittOj di 9, hore 3. Come hozi lui Pro-
veditor insieme con el signor Gubernator è stato
a Bergamo et hanno visto le fortiOcation de li.
Tutto sta bene. Circa il revocar di le gente di la
Lomelina, si ha hauto quasi uno protesto da Zenoa
per lettere del signor Theodoro Triulzi, qual sarà
qui avanti ; et per lettere del Venier orator si ha,
il signor duca di Milan si chiama tradito el dice
provederi meglio potri a le sue cosse, et che mai
più domanderi soccorso a la illustrissima Signo-
ria ; et dice questo esser il maior tradimento mai
fatto ad alcuno. Le lettere son di 9. Per lettere 379*
del signor Cesare Fregoso, si ha di li per lettere
di 8, come ha per le poste da Genoa il Christia-
nissiroo re esser acordalo con IMmperator. Per
lettere dei cardinal Cotona al cardinal Campegio, di
primo, di Caieta, si ha la vittoria di Tarmata oostra,
sicome è scritto di sopra.
Copia di lettere del signor Theodoro Triultio
gubernator in Zenoa, scritte al elarissimo
Proveditor general Moro.
Signor Proveditor.
Hebbi la lettera di vostra signoria, con uno
pacheto adrito al elarissimo Imbasador di la sere-
nissima Signoria presso il Re, qual pacheto si é
mandato a bon recapito. Intesi per la dilla lettera
de vostra signoria la deliberation fatta di man-
dar gente di qua dal Po a Topposito de inimici,
ultra quelle che gli haveva col Signor Cesare Fre-
goso, che mi parve mollo a proposito per bene-
ficio di tutta la impresa ; et ebbi singular apiacer ;
4i3
MDXXVm, MAGGIO.
AU
el Unto più che (ulte le (erre ^do di qaa dal
Po si cavavano di (auto eviilenle pericolo, come
erano, di andar in mano di inimici. Ma bora, ha-
vendo inteso da li agenti per il signor duca di Milano,
che vostra signoria (decise) di baver revocato esso
signor Cesare eum ordine cbe eum le gente cbe
lia con lui debba andar nel Friuli, son restato
moKo admirato, parendomi, come in efleto si vede,
che levandosi le gen(e de la Serenissima Signoria
senza mandarli con(ra cambio, le terre che sono
di qua da Po seriano in molto maggior et più
evidente pericolo non erano prima ; et inimici po-
(riano qualclie volta far magior eflecti che forse
non pensamo. Né il Re, qual hora ha notitia di
questi motivi, gli pò far quelle promp(e provision
cbe sariano necessarie, né gli polria far che fus-
sero in tempo ; et quando la Serenissima Signoria
sia advertita in qual termine siano le cose, et in
quanto pericolo si metteno levando ditto signor
Cesare eoo le genti senza mandarli contra cambio,
qual voria magior, non posso creder che li Tara
sopra più matura delibcratione, et non vorrà che
ditte gente sì movino ; et quando si facesse altra-
mente, non sari in beneGcio el proGcuo di la Lega.
Et cussi, per beneficio el servitio del Re el de
tutta la impresa, et per mio discarico ho volulo
scriver questa mia a vostra signoria, facendoli
intender che ogni inconvenienlia che ne seguirà
sari per causa del revocar et remover le gente
de la Serenissima Signoria. Et cussi me ne excuso
et per vostra signoria mi ofiero, et me li areco -
mando sempre.
De Genoa, a li 6 Masso 1528.
SoUoscrilta :
A tutti i piaceri di Vostra Signoria.
TflEOooRO Triulzio.
381*) A di 12 Maeo. La matina, se intese esser
partido di qui il reverendo episcopo di Baius ora-
(or dei re Chrislianissiroo, per andar in Pranza
dal re Christianissimo se*i potrà andar; et parti
con oplima fama.
Vene in Collegio V orator di Milan.
Vene in Collegio V orator di Mantoa.
Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonta,
et non venne il Serenissimo, per baver tolto avanti
disnar un poco di cassia.
Il) U «tfta 180' « MaoM.
Fo expedito il reverendo episcopo di Cesena,
domino . . . . , che fu mandato di Verona, rete-
nuto, el fu assolto el liberalo visto non andava
per mal alcuno, imo era in inimicilia col Papa,
per causa di uno suo fratello era in Viterbo; et
costui parti da Orvieto et voleva temporizar in
queste terre nostre et venir per la Sensa in que-
sta terra. El iustificato il tutto, fo liberato et cavi
di Toreselle.
Di Verona^ fo lettere, di V Emo, Nani et
Coniarini proveditor general, di 11, hore 2
di notte, qual scriveno: Hozi habbiamo 4 avisi
di Val Pelosella di Cavrin, di la Chiusa, et per al-
cuni mandali di qui a posta per intender li anda-
menti de li inimici, li quali par che siano poca
gente et mal in ordine quelli da pe*, ma quelli da
cavallo bellissima zenle ; el sono alozati a Dolzè,
propinqui a la Chiusa. Hanno principiato a butar
il ponte, et fino hozi a mezo zorno baveano fallo
la miti del ponte, et pareva cessasseno di compirlo,
et lo butano sotto la Crovara mezo mio. 11 conte
Girardo d' Arco era a li repari in canal, ci faceva
romper essi ripari per poter passar le gente. Que-
sta matina sono gionte 3 bandiere di fanti a Dolzé
et vanno scorrendo a 9 el 10 a la volta con qual-
che cavallo, robando et danizando il povero paese
quello trovano. Et si ha che sopra il monte di la
Chiusa erano adunati molli di Val Pelosela con ar- 281*
me in mano per non lassar prender quel passo a
li inimici. Questi, per quanto disegnano, voleno an-
dar inanzi et faranno la volta di Ponte Molino et
passaranno.in mantoana. Scriveno baver mandalo
tanti et polvere et altro a quelli è in la Chiusa.
In questa hora 23, è venuto aviso che a hore 17
inimici compiteno il ponte el sono passali alcuni
di loro ; il resto sono a le rive in ordinanza.
Et per lettere partioular, pur di 11^ di
Verona, vidi lettere che scrive: Ileri sera et
questa notte sono lettere di Hercules Poeta è in
la Chiusa ; come hessendo sii assallado da li ini-
mici li rispose vigorosamente siche i fuzi(eno via
et* si ri(irorono ; et fo morti per nostri 3 di loro
todeschi, zoé per quelli dil monte. Inimici voleno
bular uno ponte a la Crovara per passar tutti di
qua di P Adixe. Si indica voglino tuor la volta di
mantoana per andar a Milan ; altri dicono per an-
dar sul Visentin. Vanno depredando il paese ama-
zando le persone el brusendo casamenti ; ma non
si danizano la campagna.
Da Vicensa, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera c^pitanio^ di 11^ hore 3. Come ban-
415
itt)xtviii, ìfAomo.
416
no di novo inimici haver hauto la Crovara a pati.
Tiensi bozi habino a expugnar la Chiusa.
Di Bassan, di Bernardin Gelfo, fono let-
tere di heri, lette nel Conseio di X con avisi
di la qualità di inimici, et sono zcnte comandale
et manco numero di quello si credeva.
È da saper. In le lellere di Verona, par il Ca-
pitanio Zeneral babbi scritto che 1 conte di Caiazo
con la sua compagnia et cavalli lizieri vengi subito
a Verona.
Zonse hozi a Santa Maria di Gralia il reveren-
do episcopo di Verona, oUm Datario, partito di
Verona ; vien ad habitur qui ; qual è sta Datario
del Papa, et destro modo fato partirse*de li a di
9 di questo, acompagnalo nel partir et molto ho-
norato.
Fo ditto hozi esser zonto uno navilio di Otranto
parli a di primo di questo. Dice quella terra si
voi lenir per V Imperator, et che 1 Capiianio Ze-
neral nostro era atorno il castello del porlo di
Brandizo per haverlo, et par era sta presa la moìcr
et Soli dil caslellan che fuziva via. Quel sarà scri-
verò poi.
282 ^ Orvieto, di domino Alvise Lippomano
canonico di Bergamo, è col cardinal Cesis, di
6, vidi lettere particular, che dice : La nova
che io vi scrissi di T armata fu verissima, et tanta
strage é stata hinc hinde, che in do galle del Do-
ria non vi rimase persona. Li nostri haveano 8
galle, ma 5 ne combaleteno al principio et 3 fu-
rono riservate per dar soccorso come feceno et
forono causa di la Victoria. De li inimici 6 galìe
et altri legni fino al numero di 18, li quali ha-
veano legati da poi le galle con schifO cargi di
artillarie, et venero ad arsaltare il conte Filippin
Doria, il qual prima era stato avisato del trato che
inimici voleano far, et havea hauto da monsignor
Lautrech 400 archibusieri valentissimi. Li impe-
riali venero per arsaltarlo et elio si mise a fugire
mollo velocemente, adeo che essi per giongerlo
tagliorno le corde di li schiffi et venero senza le
arlillarie che in essi erano; et lui Filippin li tirò
drielo ; siche li condusse in luogo che il vento era
a lui propitio et a loro centra. Et cussi fu com-
battuto a li 29 da 20 bore fino a le 24, et la
prima canonata dil Doria diede ni V arboro di la
galla dì don Hugo, et lo ruppe in do pezzi et amazò
lui con 40 bomini. Tutte le galle imperiali sono
restate prese, ma do afondate ; et così il resto di
li legni. È stata una Victoria grandissima et che ha
consolalo tutta questa povera corte*
Da Cassan, di sier Toma Moro prevedi-
tor generai, di 10. De qui babiamo, che doinan
Antonio da Leyva si die levar da Milan et venir
in campagna ; et cussi legno certo che lui el farà
per sentir le genti alemane che sono a li confini
del veronese, et altri loci nostri esser in procinto
di calar. Si dice io haver di qui fanti 12 milia ;
sono in liste ma non in elTetli ; et mi trovo senza
un ducato, et è sul bergamasco fanti 1110 novi
da esser pagadi, et non babiando danari aodarano
a li servici! de inimici, et di altri che venirano 282^
farano il simile. Io son andato a Bergamo con il
signor Gubernator per haver danari di lo impre-
slido del clero, et non ho podeslo haver un soldo,
el se la Signoria non fa provision di danari seguirà
qualche gran disordine ; et cussi lo protesto a tulli,
ma io non reslarò di far il debito mio in vilipendio
di mei nemici.
Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di
10, da Lacise, Come hozi li inimici sono Iranscor-
si con lì cavalli fino a Caprin et fanno presoni et
sachizano. El campo é alozalo a Dolzè et le fanlarie
drio l' Àdixe aprosso la Chiusa uno miglio. Questa
sera dia arivar a Caprino. El conte Girardo et il
conte Paulo da Terlago et il capitanio Tegen sono
calati per la Ferara. lo ho messo a Sermiou 20 fanti
el sarò per lutto in questi loci per asegurarli, et
starò a queste frontiere. Àncora inimici non hanno
comenzato trar artellaria ad alcun loco, né fanno
movesta, ma stanno cussi.
Noto, fieri tornò da Hislria sier Antonio Venier
qu. sier Zuane proveditor a le biave, il qual per
parte presa nel Conseio di X con la Zonta fo man-
dato in Hislria a far venir formenti in questa terra,
et non vadino li navili sora vento. Era con una bar-
ca et bomini .... in tutto, con ducali 90 per spese
al mexe. Parli a di 1 4 Fevrer, et riferì in questo
tempo fin 10 Mazo haver fato venir in questa città
formento stara 140 milia, orzo stara 25 milia, fave
stara 14 milia, et melo stala 2000.
A dì 13. La matina fono lettere da Orvieto, 283
del Caxalio, di 9. Come era zonto il visconte di
Lorena orator del re Christianissimo, et ha hauto
audientia dal Pontefice, con il qual è stalo longa-
mente. El Soa Santità ha parlato mollo sopra Ra-
venna et Zervia.
Item, le zente Ursine, capo V abate di Farfa,
par ^iano andute con zente a Paliano loco di Colo-
nesi, et slati a le mimo hanno roto el preso il signor
Sara et Prospero Colonna et altri, siche di casa
CoIona non li resta più alcuno,
417
VDSXVIII, UAOOIO.
m
Vene Torator di Milan, zerca il levar di le zente
di Lomelioa et
. • . • ■ • •
Veoe r oralor di Fiorenza, dicendo baver let-
tere di 8, di soi excelsi Signori, in risposta dì soe ;
et si scasano non haver il modo del danaro in aiu-
tar questa Signoria Illustrissima al pagamento di
lanziuech che vengono di Pranza ; ma intendendo
questo passar di inimici, faranno o^ni cossa, et di
r impossibile possibile per trovar danari et far fanti
et star etiam loro in ordine et mandar aiuto di
qua, dit^ndo esso orator di novo scriverà a celerar
li pressidii.
Vene l' oralor anglico, dicendo
583^
Vene V orator di Ferrara.
Vene 1* orator di Mantoa.
Di sier Piero Landò eapitanio sanerai da
mar, venute heri sera^ date in galla apresso
Monopoli^ a dì 26 Aprii, Come, a di ^5 zonse il
Gipitanio del Golfo sier Almorò Morexini, et ha
baule li ducati 10 milia ; ma li manca li remi, altra-
mente non potrà levarsi. Voi andar a P impresa
di Manferdooia. Ha mandato do galle, zoè
a Cataro a levar 300 galioti per ipterzar le galle.
IH TJdene, di sier Zuan Baxadonna el do-
tor, luogotenente, di ... . con uno aviso. 11
saromario scriverò di sotto.
Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà,
din
Da Verona, di V Etno^ Nani et sier Carlo
Ccntarini provedi ior general , di 12, hore 18.
Ques!a matina ho hauto diversi avisi, tutti confor-
mi, che li inimici, zoè la testa grossa, la qual dicono
esser da 15 milia da piedi, puralozati ancora a
Dolzé, haveano drezato la testa verso la Chiusa et
erano in ordinanza. Compiteno far il ponte, et pas-
sorono a hore^ina di notte bandiere 12 con pezi
35 artellarie et le bagaie ; atendevano a minar ti
repari in canal perchè non poteano passar altra-
mente ; stano in ordinanza, né si moveno. Son sta
tentati per alcuni* archibusieri di quelli sono sul
loco ; ma non si hanno voluto mover. Et in questa
bora babiamo hauto aviso el signor Zorzi Fran-
sperg, qual era a Ferrara, esser arrivato a Ponte
Molino, et faceva conzar quel ponte et li passi, che
si pò iudicar voy andar a quella volta. Itcm, seri*
veno
Ì8i Da UdenSf di sier Zuan Basad<ma dotor^
l putrii a U. Savuto. - nm. UYIL
luogotenente, di ... . Manda questi do avisi qui
sotto descripli :
Copia di lettere di la eomunilà di Venaon a
lui Loeotenente, di 9 Maeo.
MagniGco et clarissimo Signor nostro etc.
In questa bora é zonto de qui uno mercadante
savoiese, qual dice Luni proximo preterito esser
partilo da Casnya, luogo del territorio diSalzpurch,
et haver piata la via qual se va a Yspruch ; et ritor-
nati a la volta di Cadubrio per condor a queste
parte dui cavalli. Et reOerìsse, per ditta strada de
Yspruch haver scontrato in pid pezi soldati che
ritornavano da Trento suso, et domandavano esso
mercadanle dove che Pandava eum li cavalli ; il qual
dicendo andar al campo del Princip:" per venderli,
li dicevano : < Dove vuslu andar ? Tu non farai co-
sa alguna. Nui retornemo per non haver danari ;
havemo lochà dui raynes et havemo speso più di 6.
L' è a Trento et in quel contorno da 10 milia per-
sone i qual non voleno andar più avanti se non
hanno danari ; et credemo aochora )pro ritorne-
rano >. Subiongeno che era 5 bandiere di fanti sen-
za danari, li qu:ili volufitiera haveriano piglia danari
da qualche signor. Et certificava, che non sono più
dì 10 milia persone. Del che ne ha parso dinotarlo
a vostra signoria parendone dicto mercadante per
sona circumspecta el che spesso pratica iq questo
nostro luogo ; però se persuademo ne riferissa la
verità. Nec alia.
Tendoni, die 9 Maii 1528.
Sottoscritta :
Servuli devotissimi Capita*
neus et Comunitas ter*
ras Ven$oni.
Copia di una altra lettera di ditta comunità,
di 9, ut supra.
Magnifico et clarissfmo Domino etc.
In questa sera si è zonto di qui uno sier Cesare
milanese habita a Treviso, el qual si è partito da
Ratisbona lo primo del presente. El qual sier Ce-
sare si é uno homo di grande iuzegno, et altre vol-
te da lui habiamo hauto cose vere, et é persona
affilionata a le cose di la Serenissima Signoria. Prima «284*
dice, che la dieta si è andata in fumo, et che*l Prin-
cipe » é a Praga in Boemia ad far zente, et che li
«7
419
MDXXVni, HAOOtO.
«90
foreri erafao zonti & Ratisbona a luof allogamenti
per 800 cavalli, et che fa terra non li piaceva. Et
erano fatti grandi apparati per ditta dieta. Dice,^ che
ci Principe non scia perchè la dieta non è facta ; ma
che '1 zonse lettere de V Imperador che chi voleva
saper perchè non voleva si fesse la dieta, dovesse
andar ad uno loco si chiama Aspayer sul Iago di
Francforl (sic). Et la principessa se alrova a Linz. Et
dice che *1 duca di Sanxonia si è in campagna a
Francfort; ma non lo acerta. Dice haver cavalcalo
con uno canonico di Salzpurch. Diceva che ad ogni
modo die esser pur qualche cosa del dicto Duca, et
che hanno per una pessima nova che mai si sentisse
in Àlemagna, et éhe chiamano concilio per diffinir
ste cose lutheriane. Et dice che *1 duca di Saxonia
sia potente con la hga ; se indica assai terre franche
et potente, et altri principi el simile lo Imperadore
per la via di Fiandra et altri $oi amici ; et che se
ludica habbia ad esser un grande fogo. Dice che le
zente son passate, zoé cavalli ; haver visti in Rati-
sbona in più volte da 800 cavalli armali et ben in
ordine, capo il duca de Priusban, et assai altri ho-
ihini da conto. Si diceva haver 14 mrlia fanti electi.
Altro non disse.
Ho2i è sta scripla ana a vostra magnificentia, la
qual ho mandato al capitanio di Tricesimo la mandi
a vostra signoria, che uno dice haver visto tornar
* indrio de li fanti di Trento. A la qual humiliter mi
ricomando.
Sottoscritta :
Servifor Antonio Bidernuzo ca-
pitanio et comunità di
Venzon.
284 Da VieenM, di sier Zuan Antonio da ehà
^ Taiapiera capHanio, di 12. Manda una lettera
. hauta del capitanio del devedo, et scrive haver
aviso che in Valsugana tutti fuzeno, dubitando no-
stri non li vadi :
Magnifico et honorando patron.
In questa bora 1* è venuto uno mio el qual ha-
.vea mandato a Reveredo, et gè s* è stato in Rove-
.redo zorni 3, et se partite beri a bore 21 de li et è
venuto tutta notte per la montagna. Et mi ha refe-
rito, come Sabato da sera i tolse la Corvara, el che
i se hanno apresentà alquante volle a la Chiusa, et
ogni volta hanno babuto di le botte. El dice esser
pionto ancora earalli de bomnì d* arme, et cbe per
tolto hozi et dimane hanno a passar di soHo da
Roveredo ; ma dice, se i non tuoi la Chiusa, che i
staranno per quelle ville, zoé al Calian et per quelli
lochi. Anchora dice, che hanno baiato imo ponte di
sopra di la Crovàra et che V ha passato assai fanti
di là, et che 'I si dice cbe i voleno calar per Bren-
tonego. Àncora dice, che intende la sua fantaria
hanno pochi fochi, zoé archibusi el scbicfppi. Ancora
dice, che in Roveredo si dice che di sotto di la
Chiusa gè sono 10 milia fanti de li nostri, et per
questo se dubitano, non poderanno pa^r. Ancora
dice esser passato di sotto da Roveredo pezi 36 de
artellarie. Ancora gè ho dimandalo se V ha sentido
<iire se 'I conte Girardo è ferido. Lui dice non aver
inteso niente. Ancora dice, ch'é in roina tulle quele
ville et maxime unde ì sono, et che i gè aroaza el
bestiame el gè levano li formenti et gè spandono li
vini quando li sono imbriagali. J/em, dice che Do-
menega da sera sì reduse assai sìgooreti di fora da
Roveredo in la caxa del conte Girardo et li fono
uno consulto ; ma non ha potuto intender el che.
Altro non ho inteso. Gè ne ho uno altro, et questa
notte che vien el torno a mandar via. Quanto in-
tenderò subito adviserò vostra magnificentia a la
qual mi raoomando.
A di 12 Mago 1528 in Lesagi (Asiago ?)
Sottoscritta :
Zuan Antonio Z£N capitanio del
devedo, servilor di vostra
magnificentia.
Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor c^^^^
eenerai, di 11, ut in litteris mi
Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di
10, hore una di notte. Manda copia di lettere date
in Milano a li 9 di Mazo, directive al podestà di
Santo Anzolo.
Magnifico missier lo Podestà, mìo maior ho-
norandissimo.
Aviso quella, coYne in la città di Milano s'è fatto
publica crida con grandissima solemnitale di trom-
be ad denunliare a tutti li milanesi quali sono io
essa città di Milano el fora, et altre persone de
qual grado voglia se sia, come de novo se rompe
guerra a Veneliani ; et ancora si perdona a tulli
li rebelli, el a cbi vorà danari si darà per deslrutioo
di VeneliaoL £t questo é slato il giorno di Sabato
m
UDtVm, UAÙÙIÙ.
m
9 del presenie mese di Mazo ; et dimane se partì-
noo tutto k) campo. Io Milano non si paga più con-
(ributione, et basta. À la magnificenlia vostra de
continuo roe ricomando ; che Qjristo de male vi
guaria. Et s*é dito di andare verso Monza.
Da Buigo^ di sier Vetor Diedfi podestà et
capitanio, di 12. Hozi a bore .13 scrisse quanto
bavea per relalione del messo venuto di Ferrara.
In questa bora 18, é zonto uno qual beri mandai de
li per sopraveder se 'I signor Duca feva fanti o al-
tro. Riporta cbe beri malina al signor Zorzi Fran-
speif er su un burchiello montò con le sue gente»
che potevano esser da 200 in zerea a cavallo, et ai-
tri ^0 archibusieri del signor Duca cbeloacom-
pagnavano. Si dice tien la volta di Mantova per
andar a incontrar li lanzinecb, sicome scrisse. Et
dice haver inteso, che alcuni capi spagnoli che erano
apresso esso signor Zorzi erano sta destinati a la
Mirandola per far quef piiì numero di fanti si po-
teva. A Ferrara par non se fazi altra preparatione
né movesta. Scrive, non restarà di mandar spesso
de li, et intendendo cosa degna di intelligeatia su-
bito avisarà.
Da Orvieto, di 9, potìrtieular, vidi Ittterey
sentii p^ Nieoìò Pagan a sier Zuan Lippo-
mano, qual dice e%i88\ : Hozi é venuto uno genti*
Ibomo del signor Alvixe di Gonzaga, cbe sì ha tro*
vaio in fato. A li 6 del presente, ditto signor con
zerca 150 fanti a bore 33 dete uno asal.to a Paliaoo
da do bande ; a la 6ne sforzorono et introno per
forza con oceisioii de molli, et rcslorono vincitori.
Preseoo il signor Sara Colonna, el signor Prospero
da Chavi et il resto fuzite ruioati et malmenati; cosa
molto a nostro proposilo.
Noto. Questo Paliano era del signor Vespasiano
Colonna fo dui del signor Prospero, qual morse in
questa guerra a Lassò una Gola. El signor
Alvise Gonzaga predillo la voleva per moglie, per
Fo ledo una parte fata notar per sier Leonardo
Emo savio del Conscio, di far uno quinto oficial a la
Camera d'imprestidi per Gran Coitelo, el qual
scuodi le tanxe al Monte del subsidio el lui le pagi ;
la qua! si ha a metter in Pregadi et poi a Gran
Conscio.
Da poi disnar fo Pregadi, et vene queste let-
tere:
Da Srexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di IL Manda questo riporto ;
Zorzi da Fasan a di 1 1 Mazo referiasCi cbe beri
a di 10 a bore \7 ritrovandose a Canal di qua de
r Adese, li inimici erano di là di TAdese a Dolcin,
et che vete ditti inimici che haveano pezi 8 de ar-
lellaria non troppo grossa che tre para de cavalli
ne menava una, et erano in una coltura de maio
sotto Dolcin un trar de man ; et cbe a suo iadiiio
gè podevano esser da 600 cavali, et le fantarie era-
no da 8000 persone per iuditio suo, tutta bela gen-
te et ben in ordine, et la mazor parte italiani per
quanto sentiva parlar. Bt vete il marchese Spineta a 285^
cavallo suso uno cavallo bianco con 6 cavalli, el
qual scoreva li arenle TAdise, perché Thavea inteso
che gè haveano tolto del bestiame ; iamen non fece
niente. Item, dice haver visto 1% rati over zatre, de
le quale una se rompete per mezo la Crovara suso
quella penta, et .porla esser pericola de la roba et
de li homeni ; ma lui non ha visto suso homini, ma
a suo iuditio gè erano certi sacchi pieni. Li altri rali
se atrigorno per mezo la Corvara-, ma non potè ve-
der quello gè fosse suso. Et ha inteso da quelli bo-
mini visini, cbe alcuni de quelli a cavallo erano an-
dati, et disevano a le persone : < Noniiabié pauM
che non sarete amazati ; ma se '1 gè fosse alguno
compagno che volesse soldo, saranno acetadi secon-
do la condition de li homeni et pagadi >.
Di sier Domenego Pigamauo podestà, di IJi,
vidi lettere partioular. Da uovo habiamo, nemici
erano a la Crovara et haveano butalo uno ponte.
Li mancavano barche tre a fornirlo. Heri non cami-
nomo, ma slcteno in ordinanza. Per imo li ha ve-
duti, diee erano bandiere 37 et pezi 8 artellarie
minute tirade da do cavalli Tuna. In questa bpra
e' é lettere di Cassanu, che Antonio da Leva fin
do zoroi era per ussir di Milano per andar a Ber-
gamo.
Di Oassan, di domino Antonio da Oasieìla
eapo di colonetto, di 11, al eapiianio di Bressa.
Conie Antonio da Leva atendea a seoder danari, et
si aspettava che oggi usisse di Milano, ohe venisse
alla volta di Trezo; ma fin cbeH non revoca la
gente de Lomeiina, par ohe la gente non lo creda.
Qua s* é deliberato, se furia viene, de metter utia
grossa gente in Bergamo. Si starla a veder.
Di Verona, di sier Zacharia Orio, di 1^,
vidi lettere a $oi fradeli. Come, di ordine del Ca-
pitaniò Zeneral, anderauo ogni zorno uno di loro
doi a star la note e il zorno in Castel veccliio. Et
eri, per avisi si ave da missier Hercules Poeta, da
' la Chiusa, che era sLà di novo asaltatp da ditti ini-
mici, et baveasi difeso da valente, el morti 4 de
497
MùtXmt UAOOiO.
438
Di Cassan, del signor Janus di Campo
Fregoso govemator seneràh di li. Come si
duol dei duca dì Urbin li toy la reputazion, per-
ché quando fonoa Martineogo li fece ogni debita
389* revereotia e( fo ooociuso lui restasse qui a Cassan
eoo le geote, aziò il Lèva non venisse, come oegna
voler venir; ma poi Soa Excelleotta fa il contra-
rio. Ha mandalo per domino Antonio da Castello
con la sua compagnia; ha mandato per le sue zente
d' arme; ha mandato per il conte di Caiazo et do-
mino Paulo Luzascko; siche lui reslava senza zente.
Del che non sa come far, olirà che Cesare suo fiul
« etiam hii vien in Friui. Per tanto avisa, aziò la Si-
gnoria provedi a tanto eror potria seguir.
Da poi disnar fo Gran Conscio. Veae il Sere-
nissimo.
Fu posto, per li Consieri et Cai di XL, non era
sier Bernardo da dia' da Pexaro terzo Cao di XL
per esser morto suo cugnado, la parte presa in
Pregadi di far il Procurator. La copia sari qui
avanti. Fu presa. Ave:
Fu posto, per li ditti, la parte presa in Pregadi
del far per seurtinio et i man di elelion Baylo a
Costantinopoli, utinea,\A copia sarà eticm qui
avanti. Ave:
Fu posto, per li ditti, la parte presa io Pre-
gadi di far uno quinto oiBcial a la Camera d' im-
prestidi, che atendi al Monte del sussidio. La co-
pia sari qui avanti. Ave :..:..
Dapoi il Serenissimo si levò et parlò molto
longo, exortando tutti a prestar in questo bisogno
grandissimo per mantenir la libertà di la patria et
li soi eavedali, perché li nostri inimici vien a nostri
danni; dicendo la restituzion de) dazio del vin;
persuadendo a venir a oferirsi quelli voi prestar.
Ma prima fo letti quelli prestorono ultimate^ si
nobili come populari.
Et nota. Santo Barbarigo avocbato fu posto
nel numero di nòbeli, che*l non é, e fo bon auguro.
Et da poi il Serenissimo fece la sopraditta renga, et
si veneno a offerir numero ... di quali fo trovato
ducati ... Et cussi eUam loro venivano a offerir
r ìmprestedo erano publicati tutto quello haveano
offerto prestar.
Fo da poi eletto Procurator di S. Marco sopra
le comessarie de dira, iusla la parie presa, sier
Antonio de Prioli el qual oferse ducati 18 milia, di
quali ne portò t5 milia contadi, et solo fo biilolado
perchè il scontro nulla off'crse. Item^ Podestà a Ber-
gamo sier Filippo Trun fo savio a terra ferma, qu.
sier Priamo, che lui istesso si tolse, e( altre 6 vose.
Electo Frocuraiar di San Marco sopra le S90
Comissarie de Citra insta la parte hora
presa.
1177.
non Sier Hironimo Grimani fo Cao del COnseio di
X, qu. sier Mario,
t Sier Antonio di Prioli fo Cao del Conscio
di X, qu. sier Marcho.
el qual oferse ducati 18 milia, di quali ne portò 15
milia, el resto promete portar domani. Ave:
1084, 91.
Fo publicà, che tutti quelli restano a portar li
loro 5 boletini di non esser debitori et sono in of-
fici! et Consegii, li portino, aliter il primo Gran
Conscio sarà mandato la parte ad executioo el fato '
in loro loca
Di Verona fo lettere di V Emo, Nani et
proveditor Contarini, di 13, hore 2. Come
inimici haveano dà do bataie a la Chiusa, et quelli
nostri dentro virilmente si haveano difeso, et to-
men era sta ferito Hercules Poeta, è capo 11 in la
Chiusa, di uno archibuso nel brazo. Unde loro dif
Verona haveano voluto venisse io Verona et man-
dar li uno altro ; el qual non si ha voluto partir
dicendo il suo loehotenente si mandasse, et voi star
li a la defension. inimici, per quello hanno, par
babbi desfato il ponte eargando su carri, et erano
venuti parte a Cavaion et Gusolengo ; cegna andar
in mantoana. Scriveno altre particularitày ut in
litteris.
liem, beri sera, hore 91, dete la sayta nel pa-
lazo del Capitanio di la terra senza trar (on, et
amazò uno ragazo di sier Zacaria Barbaro qu. sier
Daniel, qual morite Capitanio li di Veroaa.
Item, si bave lettere per via di uno e.xplorator
stato in campo col episcopo di Trento, come inimici
erano solum da 8500, et haveano solum 800 ca-
valli, et venivano verso Gusolengo.
• Da Vicenza^ di sier Zuan Antonio da cha'
Taiapiera eapìtanio, di 14, hore 10, vidi let-
tere. Scrive, da Verona sono avisato alcmaai ciuser
passati r Adexe et iiaver disratto il ponte et fallo
uno alogiamenlo a Cavigliene et Gusolengo. Tien si
faranno il camino per andar in Romagna. Di quella
nova levata di sopra non reusise cosa alcuna.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 12, particuìar, vidi lettere Come havia hauto
lettere da Cassan del Proveditor Moro, di hozi.
499
MfilXVini MAGGIO.
m
Scrive, se intende per cerio el signor Antonio da
LetTft dimane doversi levar et ussir fora di Milano.
200» Chi dice andarà con le zenle verso Piasenza, el
chi dice verso Bergamo. El per lellere di domino
Antonio da Castello, pur di 1*2, dal detto campo,
scrive cussi: Il signor Antonio da Leva andarsene
a la volta del Po, et gli par che sia fatto gran pro-
vision di barche da botar uno ponte sopra il Po et
passar a la volta di Piasenza col favor di questi che
passarà in veronese; el costoro passeranno Po
con le spale loro. In Milano disegna di lass'jre tre
insegne di lanzinechet il Belzoioso con 3000 taliani,
et da doman in li non voi che milanesi siano più
obligati a pagar piiì contribution, ma che siano in
loro liberti de andar dove li par et piace ; et ha
fato far iurare tutto el populo fidelta ; siche questa
gente andari verso terre di Roma et reame. Dio
vota che questo schieregato Papa, sicome è stato
causa di la ruina di Roma, non sia anche causa dì
h roina di Fiorenza. Dio sia quello che proveda al
tutto.
Da Bfifffamo, di sier Jusio Guoro capita-
m'o, di IJS, particular. Nui atendemo a metlcr
ogni spirito a questi urgenti bisogni, a compir que-
sta fabbrica di reparation ordinata per il signor
duca di Urbino, riconGrmata per il signor Guber-
oator, solicitata etiam dal ProveJilor Moro gene-
ral ; et hoggi se riLrovaroo a questo principio per
finir le cose erano comenzate da guastadori 600.
Spiero dimane passeremo 1000, et per le provi-
sione fatte habiamo designi una parte al piano,
Taltra a quelli di la terra, et T altra alle vallade;
et se la carestia di questo territorio et penuria non
De astringesse, gii le cose seriano successe ad
vota. Item, manda questo aviso :
Copia di uno aviso drizaio a li rectori
di Bergamo, de 10 Maso, da VOtmo.
Magnifici rectori etc.
Per uno messo pratìchb el acorto, intendo che
inteso per il capilanio Tegen esselr fatto ribello el
confiscato li sui bani, è ritornalo a Trento, ita che |
de Valtotina non vegtìiri. Ben dice baver inteso
990 che a Trento' si fa grande aparato di farina et altra
**• monitione.
/few, da Morbegno, adì 10 ditto^ si dice:
che tu Ita la gente va a Trento et se riducono tutti
li ; et che anderà da quelle parie. De qua nui ere-
demo che non vegniri nessun, perché sarebbe in di-
spiacere de li nostri signori, ^
Questi offerseno imprestar licei a tjhran
Conscio,
Sier Michiel et sier Hieronimo Morexini
qu. sier Piero
Sier Zacaria et sier Zuan Lippomano
qu. sier Hironimo
Sier Jacomo Gusoni qu. sier Vicenzo .
Sier Zorzi Memo qu. sier Lorenzo . .
Sier Piero Sorailzo qu. sier Zuane qu.
sier Vetor
Sier Alvise da Riva qu. sier Bernardin
Sier Zuan di Cavali qu. sier Francesco
Sier Alvise di Prioli qu. sier Francesco
Sier Almorò e sier Jacomo di Prioli qu.
sier Bernardo
Sier Antonio et sier Hironimo Zorzi qu.
sier Francesco .......
Sier Vicenzo Barbarigo qu. sier Ni-
colò
Sier Lunardo et sier Sebastian Venier
qu. sier Moisd ...,..»
Sier Antonio Erizo qu. sier Sebastian
Sier Stefano Tiepolo qu. sier Polo ,
Sier Alvixe Dolfin qu. sier Hironimo
Sier Jacomo et sier Oclavian Pixani qu
sier Domencgo el cavalier . .
Sier Zacaria di Prioli qu. sier Alvise
Sier Benedeto di Prioli qu. sier Frac
cesco.
Sier Andrea da MoIìn.e( fratelli qu. sier
Mann . . .•
Sier Zuan Moro qu. sier Damien .
Sier Andrea Loredan qu. sier Bernardin
et dona il don
Sier Andrea di Prioli et dolor, qu. sier
Piero
Sier Michiel et sier Polo Malipiero qu.
, sier Jacomo
Sier Carlo et sier Marco Antonio Ru-
zini qu. sier Domenego ....
Sier Domenego Capello qu.sicr Nicolò,
oférse sier Polo so Gol . . . .
Sier Hironimo Fosearrni di sier Andrea
Sier Borlolamio Morexini et fradelli qu.
sier Lorenzo .
Sier Francesco Coeho el fradelli qu.
fior Antonio ........
dùcati 100
200
100
100
100
50
40
100
100
50
30
100
100
100
200
150
100
100
100
100
100
50
100
200
100
100
50
290'
50 **
431
HDxxvm, if Aooro.
m
291
Sier Daniel et si(*r Andrea Dolfin qij.
sier Ziiane ducati 100
Sier Anlonio Foscarìni et fratelli qu.
sier Nicolò ; oferse sier Francesco .
Sier Hironimo Zen qu. sier Simon . .
Sier Zuan Barbarigo qu. sier Antonio .
Sier Vioenzo et sier Nicolò Trun qu.
sier Priamo
Sier Francesco Pizamano qu. sier Zuan
Andrea
Sier Alvise Mudazo qu. sier Piero . .
Sier Sebaslian Malipiero qu. sier Troylo
Sier Zuan Malipiero qu. sier Hironimo
Sier Polo Bragadin qu. sier Zuan Alvise
Sier Antonio Zustignan qu. sier Fran-
cesco el cavalier »
Sier Zacaria Zaiitani qu. sier Zuane . >
50
50
50
100
50
50
50
50
50
100
55
Summa sumntarum ....
Di Verona, di sier Vicenao Orio qu, sier
Zuane, di 13, a hore 21, vidi lettere parti-
cular, qual scrive: Che a li 13, per li avisi si ha
da spie, etiam por lettere di missier Hercules
Poeta da la Chiusa, inimici sono passati, et hanno
passato TAdcsc le artellarie che sono pezi numero
38 grossi. Per qunnto si hn, de vituarie i fanno
male. In la notte ditta fu preso da villani uno d\
essi inimici, el qual dice sono passati, et esser nu-
mero fanti 10 milia et cavalli 1000, bellissima
gente. Questa mattina, adi 13, etiam per villani di
Val de Cavrin e sta dito tengono la volta di andar
a Villalìhanca. Vanno a Gusolengo, et per qaanto se
intende, per il signor Alvise di Gonzaga li é prepa-
rato alozamento. Io non ve lo afermo altramente,
ma di quanto habbiamo ne dò notitia. Et a bora è
venuto per avisi di la Chiusa missier Hercules Poeta
é sta ferito in uno brazo de un arcobuso ; si ha
mandato uno ceroicho per medegarlo. Inimici
hanno disfatto il ponte, che è segno che altro non
aspetano. Vanno taiando le biave in campagna, et
fanno qualche prexon di taia^ tutavia dì villani .et
nostri.
1528, die XI Maii in Bogatis.
Ser Dominicus Trivixanus, eques, pro-
cura tor,
Ser Leonardus Mocenicus, procurafor,
Ser Lucas Tronus, procuraior,
8er Marcus Éandulus^ doctoff eques^ 1
Ser Andrea Trivisanus, eques,
Ser Laurentìus Lauredanus, proeurator,
Ser Hironimus Pisaurus,
Ser Leonardus Emus,
Sapienies Consilii,
Ser Andreas Mocenicus, doeior,
Ser Andreas de Molino,
Ser Petrus Maurocenus,
Ser Bartolomeus Zane,
Ser Fiìippus Capelìus,
Sapientes terrae firmae.
Se die far ogni provision expedicnle per trovar
denari, de li quali se ha tanto bisogno quanto a
ogtiiuno è noto per ie cose che al presente occo-
reno, de summa importantia. Et però l' anderà
parte, che Zobia proxima nel Maior Goiiseglio se
debbi eleger uno Procurator, il quale babbi ad
intrar in la Procuratia de Ciira immediate da
poi presentato il bolletino de haver satisfatto in-
tegramente quanto r bara offerto ; né possa offerir
manco de ducati 18 milia in contadi da esser ex-
bursati in termine de giorni 4, dapoi chel sarà sti
electo la mila, et V altra mila in termine de altri
giorni 8 dapoi essi di 4. La restifution veramente
gli debba esser fatta di ducati 100 milia del datio
del vin per rata ogni mese, principiando el mese
di Septembrio proximo segondo la forma di la
parte presa in questo Conseio adi 38 de Aprii pre*
terilo, excetto che'l non debba haver dono alcuno,
et possi esser electo cadauno che sia in qualunque
loco, officio, regimento ; oc etiam de quelli de
una islessa casada, over che altramente si cnzassìno
da capello, excetti padre Sol et fratelli. Verum non
Se intenda la presente parte valer se etiam la non
sarà presa nel ditto Maior Conseio.
t De parte 136
De non 35
Non sincere
Die 4 dieta, in Maiari Consilio.
Ser Andreas Foscarenus,
Ser Jo : Emilianus,
Ser Daniel Renerius,
Ser Marcus Minius,
Ser Franciscua Donatus, eques,
Consiìiarih
m
lIDXXVm, MAGGIO
iu
Ser Nicoìaus MiniuSy
. Ser Marcus Animius Cornelius,
Capita de XL.
«
Posuerunt partem suprascriplam, et fuere.
t De parie 1072
De non 123
Non sincere 28
Die 13 Mai], in Bogatis.
Sapientes Ccnsilii,
Sapientes ierrae firmae^
suprascripti.
Hessendo da poner ogni studio per conservar
in repatalione el Monte de subsidìo quale ognuno
sapia certo, sicome é con effecto, che I* habia el
suo fondo fermo et stabile, il quale sia firmissima in-
leotione di la Signoria Nostra che se Tacia conti*
ouamente de tempo in tempo secondo la disposilion
de le leze nostre, però :
L'anderà parte, che nel nostro Maior Conscio
per 4 man de eleclion si debbi eleger uno oflcial a
la Camera d' imprestidi, il qual babbi ad esser cum
tatti quelli, salario, utilità, modi et condition che
hanno li altri 4 oBciali de la ditta Camera, A il
cargo suo debba esser signanter de scoder le gra*
veze quale si ponerano al ditto Monte de subsidio.
Item, dia scoder li danari deputati al pagamento
de li prò' di quello insta la disposìlione de le parte
391* prese nel Conscio di X, el de pagar alli tempi soi
essi prò' come si fa delli prò* di Monte vechio, novo,
et novissimo. De li qual pro\ ac etiam del cavedal
de ditto Monte de subsidio siano servati circa li
sansari el ogni altra cosa tutti li modi et forma che
si observano a la ditta Camera de li prò* et cavedal
de lutti li ditti altri Monti. Alla qual Camera de im-
preslidi debano esser mandati tutti li libri de li
creditori del ditto Monte de subsidio, el poi de
tempo in tempo etiam li altri che pagarano a Tofi*
ciò di Goveruadori per le graveze Quo a questo
presente di poste. Sia deputato al ditto officiai uno
scrivan il quale debba esser eleclo per el Collegio
nostro a bossoli et ballote pe»anni 5, el cussi suC'
eessive de 5 in 5 anni con salario de ducati 100 a
r anno netti per sue spese, et cum tutte le utilità
condilion el modi come sono li altri scrivani de la
dilla Camera; et sia obligato ateoderli continua*
mente, né possa substituir in suo loco alcuno per
/ Diarti 4t U. Bamvto. - nm. U7U.
niun modo sotto pena de immediala privatione de
Toficio. El se Thavesse altro officio non possa
lenir tutti do, ma sia tenuto refutar quello imme-
diate da poi eleclo, aziò che havendo uno solo
cargo el possi far quanto se convenirà a l' oflcio
suo. SI veramente da poi el sarà eleclo ad alcun
altro offilio, se debba far subilo eleclion de uno
altro alla ditta Camera in loco suo. Et non vaglia la
presente parte se etiam la non sarà presa nel dillo
Mazor Conscio.
De parte
98
De non
43
Non sincere
5
Die le dicio, in Maiori Consilio.
ConsUiarJ^ et
Capita de Quadraginta.
Posuerunt partem sufrascriptam, de qua fuere
t De parte 1044
De non 87
Non sincere 69
1528, die 13 Maii in Bogatis.
Consiliarii,
Capita de Quadraginta^
Sapientes Consilii,
Sapientes terrae firmae^
Sapientes ordinum.
Sono più de anni do che il nobel homo Piero
Zen se trova a Constanlinopoli orator nostro el
vice baylo mandato per deliberalione del Conscio
nostro di X, per el quale ultimamente hessendo sia
data a questo Conscio facultà de deliberar de darli
successor, é conveniente non differir più in far tale
provision, siche il ditto nobile nostro possa venir a
repatriar sicome Tha più volte per sue lettere cum
instanliarizércata. la Signoria nostra, importandoli
tal sua venuta per le cose sue privale ; el però :
L* anderà parte, che per scurtinio de questo
Conscio el 4 man de eleclion nel Mazor Conseio se
debbi elezer uno Baylo a Costantinopoli, il quale
haver debba ducali 120 al mese a lire 6 soidi 4
per ducato netti per spese sue et de la faroeglia sua,
di quali el non sia obligato render conto alcuno;
et di essi li sia provisto io questo modoi zoé cbe
89
992
435
MDXXTOI, MIOOK).
436
avanli el partir suo de qui li siano dati ducati 600
per subvenlioDe de mexì 5. Item, ultra li con-
sueti danari che si Irazeno di baylazi, de I* intrala
el ussita et del ancoragio, i quali vadano a conto
de li ditti ducati 120 al mese; per lo restante da
la camera de Candia li siano dati ducali 80 al mese
a bon conto da poi li 5 mesi predilli, de li danari
del datio de 1* insida de vin de quella ixola. Sia
obligado el ditto Baylo lenir famegli 4 cum altra-
tante cavalcature, et haver seco uno nodaro de la
Canzellarìa nostra, il quale ultra el salario suo de
la canzellarìa, el li consueti salarìi et regalie solile,
debba haver eftam ducali 40 a Tanno da la Si-
gnoria nostra, eum tulli li altri modi et condition
contenute in la parte sopra ciò presa in questo et
nel Mazor Conscio adi 4 de Zeoaro 1518, a la quale
in lutto el per lutto si habbia relatione. Et la pre-
sente non se intenda valer se la non sarà presa nel
dillo Mazor'Conseio.
t De parte 123
De non 7
Non sincere 1
Die 14 dieta, in Maiwri Cm8ìììo.
Consiliari et.
Capita de Quadraginta,
Posuerunl parlem suprascriplam, f( foere.
t De parte 1095
De non 67
Non sincere 38
393') Di sier Poh Morexini podestà et eapitanio,
di Cimdal di Setun, data odi 8 Uomo ISJiS.
Hoggi è venuto uno da Trento, el qoal è slato li
latta questa sellinaana. Referisse esser gionlo de li
8 bandiere de fantarle et bomeni d* arme a la bor-
gogiona 800 el alcuni slradioti, de li 'quali già ne
haveano aviali verso Rovere, drio li quali manda*
vano alcune carette de barili di polvere, de seste,
fake, eorde, una careta de lanze de bomeni d'arme.
Et dice haver sentito tra loro soldati farsi vani ra-
aonameoli de U lochi dove debbeno disoionlar in
Ualia, et che impresa debaoo far, facendosi dese-
gni ete. Aspello una persona de qoakhe inzegno
(I) U mta M» è M|BM#
mandata a Trento et quelli lochi de sopra dove
sono le fanterìe ali alogiameuti ; di quanto riporlQra
darò nolitia.
Del dito, di 10 Maeo.
Come il mandato a Trento non è ancora tor-
nato. Pur è venuto uno da Trento, qual referissc
che li cesarei già se disponeno et prendeno il viagio
per descender verso Verona. 11 che etiam resona
per la via di Cadore el etiam di Agort. Io son un
poco slraman a la strada dove se dimostra li prepa-
ramenti et andamenti soi ; pur non ho voluto re-
star eie.
Del ditto, di 11 Maeo.
Hozi è ritornato lo exploralor mio mandalo a
Trento, qual riporta che Mercore a di 6 del pre-
seole si aviono da Trento el quelli contorni drìo a
r Adese bandiere 36 et zerca cavalli 1300, et tutte
le barche, ponti, victualie et monilione ; el la Zobia
sequenle gli sequitono altre 7 bandiere. El perchè
se dicea che ancora doveano gionger altre fantarie
el andarti drìelo, siete li in Trento per tutto Sabato,
tamen altri non zonse, ma se levono tulli li cape-
tanei che erano restali adrielo, el diceasi andavano
per* smontar sopra la Chiusa a uno loco diclo la
Corvara con fama di voler andar a Milano, benché
alcuni dicet si aviarìano verso Napoli per darli soc-
corso. La qual cosa etiam ho saputa per alcuni ve-
nuti da Bolzano per lo canal di sopra di Agorl a li
di passali, havendosi ditto che cesarei voteano far
mossa per dissender per Friul. El havendo mezzo
di una persona quale ha bmiliarità grandissima con
il vescovo di Persenon, ho mandalo Gno a lui per
intendere se n' è cosa alcuna ; el qual mi ha afGr-
mato non li esser né se li dia far preparalion alcuna.
A dì 13. La malina, fo Mtere di sier Dome- Ì9V)
nego Bolani proveditor in Monopoli, di 9, par-
ticular. Come il Cjapilanio Zeneral era verso Bran-
dizOy el con le zenie da terra capo il signor Camillo
Orsini baieva il castello con 7 pezi di arlellaria.
Da Verona, di V Emo, Nani et Contarini,
di 14, hore 14. Come inimici erano tuli a Cavaioa
alozali, né per tulio il zorno di Mercore, fo a di 13,
erano mossi ; el per alcuni fuzili dal campo diceva-
no voler passar el andar in mantoana. El che erano
487
UDXXflttt UÀÙOtO.
438
da 14 in (5 mllia fanti. Seriveno, h eompagnia del
Capitanio ZeDerdl, homini d*arme 160, che vien di
Cassan, era zonta a Looà. Loro non inanca?auo di
la t)ooa castodia di Verona ; il Capilanio Zeneral an-
dava atorno la notte fino meza note, poi loro retori
et provedilori fin zorno. Item, come era zonto
alcune zatre con 30 bote suso a inimici, et per non
baver cari non lì potevano trazer di le zatre.
Et per lettere pur de 14, de sier' Viceneo
Orio, scrive : Come beri sera a bore 31 vene de
li a Verona un (eribel tempo con tonitruo et pioza,
el (rete una saela in la torre del palazo del Capitanio
et butò parte di alcuni merli zoso, el amazò in una
camera subteranca uno ragazo cb' era a servizio di
sier Zacaria Barbaro Gol fo di sier Daniel capitanio
defuncto, et poi dita sayta andele ^ la porta di la
camera fiscal et ferite in uno brazo uno soldato, il
qual cascò in terra et dete di la testa su li scalini di
la ditta porta et machossi una banda. Non é morto
ancora ma sta male.
Da Vicenjfa, de Bier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di 14, hore 3. Circa li
progressi di inimici altro non bo. Tiensi bozi babiuo
passato per dar ordine a le cose sue, cb' é ragione*
voi discorso, et che da matina facino una boni le-
vata et piglino il camino verso dove barano statuito:
qual é dtibio, percbé alcuni djpooo cbe andarano a
Ponte Molino, altri a CazaI Magiore. Certa cosa è
che beri matina gionse a Mantoa il signor Zorzi
Fransperg in barca, qual*è asidialo da una parte, el
(o incontrato da una altra barca di gendlbomeni
mandali dal Marchese per bonorarlo. Fama era de
294* li atrovarsi 6 capitanei cbe couduceano gente, el da
cavallo a nome di la Cesarea Maestà, et uno per il
Ponlifice ; ma ancora non si vedeano gente in esser.
A Ilosfia poi é sia scontralo il nepote del ditto si-
gnor Zorzi cbe andava ancor lui a Mantoa. Di so-
pra non bo cbe gli siano gente di guerra.
Del ditto, di 14, hore 21, venuta questa
matina, ma la prima vene poi dimar. Hor scri-
ve inimici non sono noossi, per quello si vede, di
Cavaion, et erano per piar il camino verso Mautoan.
Di Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 13, partìcular. Di eampo di Cassan habiamo
inimici erano ussiti di Milano et cegnavano voler
far uno ponte a Trezo, che cegnano voler andar a
la volta dì bergamaseha. De inimici, todeschi erano
a la Corvara, et On 12 che fo beri da sera ne erano*
passali zerca 4000, el 200 cavalli ; el erano ne la
Vale de Caprino. El se ha per lellere scripte dal si-
gnor Alvise da Gonzaga qui al conte Zuan Galeazo
da GambarSi sua signoria ancora non era risolta Al
esser con imperiali, ma aspeclava risposta di h Si'
gnoria nostra a la qual nui de qui bavemo scritto
cbe lui era per acetar il partito. Finora non é ri-
sposta, benché alcuni dice lui esser imperiai; ma
per le lettere par non sia ancora risoluto, el saria
molto a proposito el fusse con nui. Habbìamo el
signor marchese di Mantoa haver tolto in protelioa
Parma et Piaseoza ; non se sa a nome del Papa over
di la liga ; et é a proposilo perché Inimici non ha-
verano sufragio di quelle cilade. Nui femo de qui
tutte quelle provision ne pareno esser neoessariei
unitamente el con amor.
De sier Domenego PiMomano podestà, di
13, hore 5. Questa notte habiamo nova che inimici
erano passati tulli de qua di Y Adese, el disfato ei
ponte erano venuti a Cavaion. El non era più di li
milia in tatto ; pezi 3& di artellarie. Dieeano voler
venir a Bardolin el de li a Peschiera. Hanno preso
bestiami et villani.
Da Peschiera, di skr Hironimo Barbaro 395
provédiior, di 13, scritta a li rectori di Breza :
Magnifici et generosi tamquam patres olh
servandissimi.
Di novo, per nunlii di quelli nostri sapientissimi,
adesso adesso essi alemani sono tulli passali di qua
et hanno levato il ponte, et sono a la volta di Ca-
vaion a bandiera spiegata ; et par quello cbe se in-
tende dieno venir a la volta di Bardolin per poi
passar per questo loco. El questo habiamo per dui
pregioni erano stati presi et poi reschalali, quali
hanno ditto questo medon^o. Non reslarò sempre
di bavere li nostri tre messi suficietilissimi di fuora
continuamente, et di bora in bora quando intende-
remo daremo nolilia a vostra magoificenlia. De la
quantità di le gente, per quello sì é visto el inteso,
dicesi non passar di numero olirà 1 4 milia et 86
bocbe di arlellaria. Nee alia. A vostre magnificeo-
lie mi ricomando.
Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor
general, di 13. Come hanno expedko questa sla-
tina via domino Paulo Luzasco con tutta la sua
compagnia di cavalli verso Verona, secondo la ri-
chiesta del signor Capitanio Zeneral. Hanno, cbe An-
tonio da Leva con tulle quelle zenle sue è ussilo
tra beri sera el questa matina di Milano, ei par ba-
bina tolto la volta verso Pavia con alcuni pezi de
arlellaria seco. El andando a ditta impresa, over più
olirà verso Piasenza, voriano haver ordine quello il
439
MDXXvin, laoou).
4iO
Gov^rnador et lui Proveditor babbi a far. Par sia
restalo 4 bandiere a la vardia di Milano di lanzi*
nech. Sono in Pavia di nostri fanli apresso 1000 et
da 150 cavalli lizieri, che in ogni evento spera fa-
ranno il debito. Et beri sera scrisse al signor duca
di Milano vogli far redur di quelle gente sue insie-
me con quel magnifico castellano di Cremona den-
tro Pavia, per tanto maior custodia di quella città.
Tamen tenimo inimici per adesso non faranno al-
tro tentativo, salvo di andar, potendo, a coniongersi
con questi novi che calano. Il signor conte di Caiaza
questa matina é cavalcalo con la sua compagnia di
S95« cavalli ; al suo ritorno, quanto bara operato aviserà.
Scrive, si mandi daffari per pagar le fantarie vechie,
et ne ha di novi da 1000 et pid fanti da pagar, et
ne aspecta de li altri in bon numero ; et non pagan-
doli, andaranno da li inimici. Il signor Cesare Fre-
goso è ritornato di qui. La compagnia sua di gente
d*arme é restata nel cremasco; non ha hauto il
suo quarto del quartiron, et é creditrice del primo
et presto sarà del secondo, siche bisogna pagarli.
Post scripta. É ritornato il signor conte di
Caiaza. É stato fin su li repari di Milano. Riporta
che sono ussiti fuora di Milano solum 6 bandiere
di spagnoli, et vanno verso Pavia, et il Leva con li
lanzinecb é restato in Milano.
396 Ex litteris domini Francisei de Gonsaga^ ex
Orvieto, die 9 Maij 1528, ad dominum
marchionem Mantuae.
Questa matina é venuto da Paliano uno gentil-
homo mandato da lo ìllustrisimo signor Loysi Gon-
zaga, quale riporta come non beri Taltro, che fu-
rono a di 7 del presente, esso signor Alvise con
compagnia di circa 800 fanti di quelli che a questi
di furono fatti per Nostro Signore, s* apresentò a
la terra di Paliano che poteano esser 33 bore, et
data la bataglia da quella parte che era più debile,
intrò dentro per forza, et dopoi l'occisione di molti
ha fatto pregioni Sara Colonna, il signor Prospero
dì Cavi et alcuni altri gentilhomeni che vi erano.
Il prefato signor Alvigi é restato ferito di due ar-
chibusate, ma non pericolose però per esser in logo
che non li hanno toccato né nervi uù osso. Era an-
che tra questi restato pregione uno Fabricio de la
Valle nemico di Hironimo Matthei, qual ancor lui
s'è ritrovato in questa impresa in compagnia di
esso .signor Luigi, et non ostante che la iuìmicitia
fra loro fusse grave et mortale per esservi interve-
nuto morte di dui loro fratelli, zioé uno di un canto j
I et r altro da l' altro, nondimeno, havendo il signor
Loysi scosso Fabricio per 100 scudi et datolo in
mano di Hironimo, esso cortesemente Tha liberato ;
cosa veramente degna di virtù de antiqui romani,
et che merita molta commendatione per esser slato
atto molto magnanimo. In Paliano, secundo me ha
ditto monsignor reverendissimo di Gonzaga, erano
1200 homini da guerra et 400 del paese. Par quasi
miraculo, essendovi un tanto contrasto, ne sia segui-
to lo effelto che e, il quale veramente è cosa de
grandissima importantia per li interessi di Roma et
di tutta campagna, che ora é assicurato il lutto.
Erano alcune altre terre che se teneano a la devo-
tione di questi signori pregioni, le quali a un tratto
faranno anche esse revoliitiotie, di modo che per
adesso il tutto sarà di la figlia erede del signor Ve-
spasiano Colonna. Pensasi che per questo successo
il Papa se risolverà che *1 signor Loyse piglia quella
giovine per moglie; il che sarà un bel parlilo.
Ordine dato per il signor Capitanio Generale
per la custodia di Verona, adì , ... Ma£0
1528, Et prima.
Tenir le guardie principale et ferme a li lochi
già deputati, et le sentinelle a guardia et guardia ;
le qual guardie debbano, olirà le dille sentinelle, te-
ner ancho l' altre sentinelle de fori de la terra, et
sia sempre et continuamente chi passeggi tra sen-
tinella et sentinella. Olirà di questo, sia una guardia
(erma in piaza medemamenle cum le sue sentinelle,
et due bande di soldati di 25 Y una cum dui capi
di squadra pratichi et accorti, passeggino sempre
per la città diversamente 1* una da 1* altra, et per
tutto vedendo et ascollando ogni cosa. A la meza
notte, tulli li fanti che sono in la città debbano con
le loro arme trovarsi con li loro capitane! a li lochi
deputati de la lor difesa, et in quelli potrano cosi
armali riposare, essendo come é il tempo bono, et
lenendo sempre svegliate le guardie ordinarie ; et
cosi dimorare tulio il resto di la notte fino al chiaro
giorno, lassando ciascuna notle una compagnia li-
bera per poterla usare secondo venisse la occasione,
senza sfornir li altri luochi ordinali. Li canonieri et
bombardieri debbano tulli dormire et slare a le
loro artigliane ciascuno a la sua, così quelli de la
piaza, come quelli de tulli altri lochi. Le porle di
la città non se aprano se prima non saran sta falle
le scoverte a li luogi necessari!, melando per tale
efiecto li homini for de li sportelli o porticeili. Et
perché questi ordini habbiauo da exequirse, tengasi
Ul
UDXXVin, MAGGIO.
m
questo modo, zioé che li capi di squadra et sergenti
deputali a le guardie ferme debbano riveder spesso
et ricoDoscer le loro sentinelle, et li capitani perso-
nalmenle a le volte riveder le guardie et sentinelle
di loro quartieri per acertarsi se li capi di squadra
eseguiscono il loro ordine ; et oltra la cura che
hanno i maestri di campo di andar rivedendo che
tutto questo ordine babbi eOecto, si deputano ancor
al medesimo genlilhomo et lanze spezate de lo illu-
strissimo signor Duca, riservando lo andar di Sua
Excellentia et cosi de li clarissimi rectori et Prove-
«97^ ditori a sopraveder a qi:elle bore che parerà ; con
ordine che sempre uno di questi resti a la piaza.
Ad questo ordine reservasi altro ordine, se *1 biso-
gno astringeri che se debba fare.
É ordinato al capitanio Jacomoìja Novello, che
debba lenir del continuo di «et nocte a la porta de
citadella 30 fanti, et in tutti li lochi che se hanno
a guardar intorno a citadella, in cadaun loco debba
star 3 fanti per loco.
Item, che al canton de le Sorte gli habbia a star
in guardia la nocte 12 fanti.
Item, che al torion di la porta dei Calzari li
habbi a stare la notte una squadra.
Item^ che a la porla del Palio habbia intrare
in guardia ogni di 100 fanti in essere, et la nocte
se habbia a cavare 50 de qu^li 100, li quali hab
bino più abundantemenle esser distribuiti a cerco
a la nnuraglia dì la guardia sua deputata.
Item, ehe*l signor Hestor babbi ogni di in-
trare in- guardia a la porla di San Maximo con
fanti 100 in esser, et a la nocte debba cavare 50
fanti di quei 100 et deba contribuirli soprabon-
danti a li altri lochi guardati per guarda de sua
signoria.
Item^ che lo prefato signor Hestor ad ogni
nocte deba meter in guarda a la guarda del to-
rion di Spagna 35 fanti.
Item^ cheM préfato signor Hestor habia ogni
nocte a meter in guarda al cavalier di terra in
Spagna 13 fanti.
Itetn, che 'I prefato signor Hestor habia a me-
ter in tutti i lochi donde e deputate le guardie,
da la porta de Pali infino a la cortina Trifauti
per loco.
Item^ il capitanio Bel da Forlì ogni nocte con
fanti 15 vadi a squaraguaito per tutti i lochi de li
guardie deputate di la terra di qua di V Adese.
Itefn, che *l prelato capitanio Bel ogni sera de-
bla mandare 15 fanti a la guardatici signor Duca.
Iterrif che M prefato Capitanio, con lo resto di
la compagnia, bisognando habbia ad aiutare il »•
gnor Hestor per lor guardie deputate.
liem, che'l capitanio Tognon habbia a ogni
nocte andar di là di 1* Adise cum fanti 15 a squa-
raguaito per tutti i lochi deputati et altri lochi di
la terra, zioé di 1& di T Adise.
Item, che 1 prefato Capitanio habbi a mandare
a ogni sera 15 fanti a la guardia del signor Duca.
Ifem, che 'I prefato Capitanio con lo resto de
la compagnia habia aiutare la guarda de Citadella,
bisognando perOno a la porla del Palio.
Item^ che li Capitanei di la guarda di la piaza ^gg
habia intrare in guarda ogni di con tutta la sua
compagnia, et starvi la nocte seguente insino che
serano cavati di guarda da li altri deputati.
Item,'Che li prefati Capilanei habbi de conti'
nuo dì et nocte a mantenire a la guarda de sei
pezi di artellaria 12 fanti.
Item, li Capitanei quali sono deputati a la guar-
dia di Santo Giorgio per insino a la porta del so-
corso di Santo Pietro, habbia ogni di a intrare in
guarda a la porta di Santo Giorgio cum fanti 100
in essere, li quali habbino star il di ; et la nocte
cavarne 50 et distribuirli a le murale, donde tocca
la sua guardia.
Item^ il capitanio Marian Corso habbia a met-
tere in guardia a la porta del soccorso di Santo
Pietro una squadra, et in li altri lochi di guarda
per flno'al castello Santo Felice, tre fanti per loco.
Item, il conte Carlo di Soliano habia a ìnlrar
in guarda a la porta del Vescovo cum fanti 100
in essere il di, et la nocte levarne 50 et distri-
buirli in li loci deputati da la sua guardia.
Jiem, che '1 prefato conte Carlo habbia a me-
tere in guardia a cadauno torione che son fra la
porta del Vescovo et Santo Felice, una squadra
j!>er torione la nocte; in li altri loci di guarda si
babbi a metter tre fanti per loco.
Item^ che 'I capitanio Nicolò da Macerata hab-
bia di continuo a ogni nocte a metter in guarda
a la rocheta sopra V Adise fanti 12 la notte, et in
tutti li altri lochi di guardia per fino a la porla
del Vescovo tre fanti per loco, et al torion di Cam-
po Marzo fanti 25 ogni notte.
Lista de li allogiamenti et guardie di Verona.
Capitano Jacomo da Novclo, guarda citadella et la
porta di Calzari et la porta del Palio con fan-
ti 500.
El signor Hestor da Faenza guarda a la porta di
».
448
UUXVmU MAOOIO.
Santo Maximo, el lorion di Spagna, il cavnlier
(li terra pur in Spagna, et la Catena con fan-
ti 400.
El capitanio Cluson guarJa le cortine comenziindo
a la porta del Palio per fina al cavalier de
terra in Spagna, conr)putando la guarda di le
tre colobrine quale sono in la Beverara.
El capitanio Bel da Porli alogia apresso il Castello
vechio a effecto di aiutare el soccorrere a la
Catena overo in cilaJella dove seri magior el
bisogno.
El capitanio Tognon alogia in Santo Piero lucarnario
et altri lochi li eircumvicini apresso a la cita-
della, a effecto di socorrere et aiutar dove seri
magior bisogno.
398' El capitanio Viccnzo Ubaldino guarda la piaza con
fanti 300, quali alogia io li più propinqui lochi
di la piaza.
El capitanio Joan Antonio da Cingoli guarda a la
piaza eum fanti 200, quali alogia al ponte di
la Pietà et altri lochi eircumvicini a la piaza.
El capitanio Lodovico da Cremona guarda la piaza
con fanti 200, quali alogia in Santo Bencdeto
el altri lochi lì propinqui a la piaza.
El capitanio Pier Maria da Ravenna, insieme col
capitanio Cesar Grosso el capitanio Bercele Poe-
ta, zioé il capitanio Pier Maria con fanti 300, il
capitanio Cesar Grasso con fanti 150, il capi-
tanio Hercole Poeta confanti 150 guardano la
porta di Santo Georgio perGno a la porta del
soccorso di &m Piero.
El capitanio Marian Corso guarda la porta del soc-
corso di San Piero perflno a caste! San Fellxe,
intendendo però la guarda di San Felixe con
fanti 900.
El conte Carlo da Sogliano guarda la porta del
Vescovo perfino a San Felixe con fanti 600.
El capitanio Nicolò da Macerala guarda da la porta
del Vescovo per infìno a la rocbetta sopra a
r Adise.
Caso cheM se desse a Tarme, e ordinato al capitanio
Nicolò et conte Carlo da Sogliano debbano las-
sar le loro guardie secure, et con lo soprabon-
dante redurse a 1q castello San Felixe.
El simile è ordinato al capitanio Pier Maria, et
capitanio Cesar Grasso, el capitanio Hercole
Poeta sentendo a Tarme habbino a lassare le
loro guardie secure el ben guardate, el col
soprabondante redurse al castello Sau Felixe.
El simile è ordinalo al capitano Vicenzo el al ca-
pitanio Joan Antonio, et capitanio Lodovico da
Cremona quali guarda la piaza, che
Tarme tutti se habbino a redurre a
el subilo habbino a dirizare quelli (
arlellaria a le boche di le strale.
El simile è ordinato al capitanio Togn<
Riva, sentendo Tarme, habbia a ar
' tutta la compagnia in citadella.
El simile è ordinato al. capitanio Bello,
Tarme, subito se levi cum tutta la e
et vada a la Catena.
El simile è orJìnato al signor Hestor el
tanio Cluson, sentendo Tarme, debbj
le lor guardie el ben guardali subito
Catena.
El simile el capitanio Jacomo da Novelo
securar le loro guardie ben guardate
rarsi in citadella sentendo T arme.
Da poi disnar fo Conscio di X con I
Da Brexa, di sier Zuan lerro e
vidi ìeiiere^ di 14, hore 10. In questa
di campo, come a dì 13, bore 12, ussiti
G bandiere di spagnoli fuori di la porta
di Milano, andando a la volta di Pavia ;
cevano scale secho ; et qualmente el sigi
nio da Leva facea radunare a San Grego
di Milano le gente ^* arme et alcune fai
come si dice che voleano andar a Pioni
Da Verona^ di V Emo, Nani et d
di 14, hore 3. Come inimici erano pur
et haveva mandata parte verso Barclolin
deva gran fuogi. Non si sa la causa ; si e
sano qualche villa. El che il Cipitanio 2
duol che si T havesso pur cavalli 300 lizii
far danno perdio vanno disordinatamonl
hanno avisi da Trento eh » è sta mandai
damento a tutti del conta di Tiruol stagi
dine insta T ordine dato, aziò che quando
eìiam loro vengino.
Ba Vicenza, fo lettere. Il suniario 1
di sopra.
Da Lodi, di sier Gabriel Venier
di 13, hore 24. Come il signor Duca h
nova il conte Lodovico di Belzoios4> ess<
in Pavia do hore avaiUi zorno con scale;
via è venuta imperiai.
Item, sul tardi vene un'alira ietterà
Lodi, del ditto Orator, di 13, hore . .
ferma la nova, però che la prima ave a^
stel SanTAnzolo, che in Pavia si criJava
rio >. Bora mo' avisa il moJo. Par che.
4i5
MDXZTUI, MAGGIO.
U6
andato il conte Lodovico Belzoioso con 2000 fanti
ossiti di Milao con scale a una porta di Pavia ia
qual era custodita da do nostri contestabeli, vide^
licei, Coscho di nation .... qual era in Milan
con it Leva, si parti in corozo et vene nel nostro
campo, To tolto et datoli fanti et poi mandato in
Pavia; era etinm .... con le loro compagnie;
h qual porla é al canton di .... Et cussi in
299* trorooo dentro .... et fato presoni li capi. Si
ritirò in castello Ilanibal Pregoso et Bruno da Qu-
soQ fratello dì Aguslin, i quali poi si reseno salvo
le persone. Scrive, il duca di Milan dolersi mollo
di questa perdida la qual era cuslodida da le zente
di la Signoria nostra, zoé da fanti 900, homeni
d* arme .... et lizieri .... Era per nome del
Duca comissario .... qual è fato preson. Scrive,
la terra non si mosse, ma nostri volseno fare un
poco di contrasto, ma non polcno.
Questi erano gì Pavia.
Domino Piero da Longena.
Jacomo Vicoaro capo di ca-
valli liziezi
Conte Brunoro da Porlo,
cavalli lizieri ....
homini d* arme 75
55
50
A piedi.
El Cluson fanti 237
Cesar Martinengo ....... > 167
Haniinl Fr^oao > 301
Et Coeeo > 312
numero 907
Questa nova venuta storni mollo tutti, el fodato
la colpa sìa sti tratado con quel Coscho capilanio
di fantL
Po scrito a Lodi dolendosi del caso seguito,
qual tenimo sia sia contratato ; et però è da far bon
animo, uè semo per mancar in tutto ; con altre pa-
role. Et debbi esso oralor nostro sier Gabriel Ve-
nier parlar al Duca, debbi ben custodir Cremona et
Lodi etc. Et questa lettera fo spazata li nel Con-
scio di X.
Fo scrìtto in Pranza a l'Orator nostro iustiflcan-
do la cossa, et la custodia havevamo in quella terra,
con mandar io nota il pressidio tenevano. La cosa
e seguita nel modo si ha» el si manda li avisi ; ta*
men fo ootada et rimesso espediria per Pregadi*
Po posto una parte presa aricordata per sier
Nicolò Venier è sora la Zecha, che de li ori se mete
in Zeca et sono et si bavera di la Signoria nostra
siano stampade corone, qual in campo si dà per
lire 6 soldi 18 V una : la qual di una banda babi un
San Marco in marcheto et da V altra una erose ; et
sia di oro df 22 et
Copia di una lettera del campo da Cassan, sqO
scritta per il signor Janus Maria Fregoso,
a dì 14 MaBO 1528^ ad Augustino Abondio
in Venetia.
Missier Augustino.
Per la presente sarete avisato, come bier niìatino
de di cbiaro li inimici intraronu dentro de Pavia da
la porta dove ei^ Coscho con la compagnia a la
guardia, con intendimento di quelli di la terra el di
quelli di Coscho, per quello intendemo et per quan«
to si è visto de V intrare de inimici. A la quale im-
presa contro nemici non gli con)parse compagoiai
se non Hanibale con la sua compagnia che comba^*
lete animosamente più che puoté ; et ne furoa uccisi
molli de nemici. Ancora di quelli di Hannibale, et
Itti rimasto preso non havendo soccorso dagli altrii
perochè gT\ bisognerà pagare qualche buona sum-
ma di danari. Siche dal canto nostro non é mancato
di avisare la excellenlia del duca de Milano subito
che li inimici andavano a quela volta, et che voles-
seno provedere con celerità sicoroe noi V avevamo
avisata in tempo; et cosi havessemo risposta da Sua
Excellentia de la receputa di le nostre lettere et che
baveva avisalo. Dal canto nostro, non gli posseva
far altro se non dargli aviso in tempo come bave-
mo fatto, né al iuditio mio questa cosa non é de
grande importantia excepto per il nome, percbd in
quella terra non trovarano né danari né victuarie.
Per rispetto di Bergomo non si manca di fortifi-
carlo ; ma se la Serenità del Principe, sicome gK
havcmo scritto, non fa provisione del pagare li
fanti, non sapemo in che modo poterlo foraire oc-
corendo che li nemici aodasseno a quella volta.
Similmente dico de h gente d*arme, che non sono
pagate. Pur dal canto mio non sono per mancar ;
né altro dirò per questa salvo che solìcitate la reao-
lution, ma
m
HI
HDXXrm, MAGGIO.
448
800* 0(>pia di una lettera dal campo a Cassano, a
dì 14 Maso 1528^ scritta per Zuan An-
drea Prato eavalier, eolateral generai, ad
Agustin Abondio.
Li mimici beri malìna andono a Pai^a, et por la
vardia che teneva Coscho iùlrono dentro senza che
alcuno de lì nostri se ne acorgesse, de modo che
parte de li nostri fanti, che forno il Martinengo
et quelli del elusone si redusseno io castello, et da
poi se reseno al conte Lodovico da Belzoioso, et
sono venuti a salvamento. De li ^Itri capì non sano
che ne sia seguito, ma dicono debeno essere o presi
morti, che sono per il primo il capitano Longena
qual era gubernator li, il signor Hanibal Fregoso,
Jacomo Vigoaro et il conte Bronoro da Porlo. De
Coscho non dico, perchè sì dice lui esser sta quello
che ha conduta quella cosa con li inimici ; cbè hes-
sendo cussi, queste sono dì le remuneratione che
danno costoro a lì soi signori per li beneficii rice-
vuti ; che se fòsse sta suo subdito non li seria basta
lo animo de usar un tal tradimento, né far un tanto
scorno né vituperio a li soi signori, et basta. Pre-
gove a suplicar quelli signori che mandino dinari
subito, subito, altramente vedo le cose sue in gran-
dis^mo disordine.
801 Fu posto una parte, che atento fosse preso per
questo Conseio di X con la Zonta che li scrivani di
le Cazude dovesseno scuodcr li debitori di le deci-
me et tanse, ut in parte, con 20 per i 00 dì utilità;
et atento hanno scosso di questo conto 21 milia
ducati, resta a scuoder zerca 12 milia, li qual per il
Collegio fo ordina scodesse cori destcrità, et del
scosso dieno haver tra loro ducati 6000, pertanto
voleno del restante dar ducali 2000 di primi a la
Signoria nostra ; del resto eh* è zerca 10 milia vo-
leno scuoder loro et partirli per mitade. Fu posta
la parte di conciederli, et balotata do volte non fu
presa.
A di 16, La matina la terra fo piena di la nova
del perder di Pavia, qual porta assà cose drio ; et
fo dato la colpa a quel Coscho corso babbi tradito.
Fu sospeso per Collegio expedir le lettere in Pran-
za scritte beri.
Fo scritto a Raveoa, solicilando Malatesta Baion
a venir presto con li 1000 tanti, et etiam . . •
Vw9 r oralor del duca di Milao, el qual par
non babbi bauto lettere del so signor, et fo parlato
di questo perder di Pavia, inimici intrò che le zente
disnavano ; et il Duca si duol grandemente di tal
perdeda.
Da Trani, di sier Veior SoranjfO provedi-
tor, di .... , vene lettere, per tre navilìi ve-
nuti, stati a Loreto, su li qual e do slati a Loreto, et
in una hostaria hanno preso la iandussa. Fo mandati
a Lazareto uno Mathio tentor et V altro et li oavilii
sequestrati a Lio.
Da poi disnar fo Pregadi ; el vene a nona let-
tere:
Da Brexa, di sier Zuan Ferro eapitanio,
di 14, Kore 1 et messa. Come in questa bora ho
inteso inimici esser intratì in Pavia ; et un corso
verzè videlicet el Coscho capitanio che fuzite da
Milan, el qual e quello che fece venir el conte di
Caiazo a stipendìi di la Signoria nostra, era a una
porla di ditta città, et quella ha data a inimici zoe a
quelle 6 bandiere pa||ite da Milano et andavano
verso Pavia, come scrisse per le altre. Hanno preso
il signor HannibaI Sol del signor Janus di Campo
Fregoso, missier Piero da Longena con la sua com- 30i«
pagnia di homeni d* arme et 1000 fanti nostri che
erano in ditta città ; per la qual presa inimici ba-
rano Tortona et Alessandria et tutti quelli lochi, et
haveranno il passo in sua libertà, che sarà de gran-
dissimo danno, et potranno andar fino a Zenoa ;
siche Idio li meta la man sua. Àlemani erano a la
volta di Lacise. Àspectemo di bora in bora saper il
camino che hozi haveranno facto.
Di sier Domenego Pieamano podestà di
Brexa, di 14, particular. Habbiamo hozi fatto
varie provision più di quello è le forze nostre, et
havemo deliberà metter in castello Zuan Maria da
Castello con fanti 50 oltra quelli fanti vi
sono ; et tirar in questa città Ferazin da Brexa con
tutta la compagnia di fanti 50, al qual et a li fanti li
daremo la paga nui aspectando li danari di campo
deputadi a tal paga. El Falcon da Salò et uno altro
di Rimano hanno 500 fanti alogiati qui nel paese
aspetando la paga per andar in campo, unde hab-
biamo ordinato da malìna siano propinqui et la ter-
ra, dove habbiamo fatoli preparar alozamenti per
poter adoperarli in questa città. Habbiamo mandato
ad Àxola questa matina archibusieri 60 el altratanti
in Lonà. Da matina mandaremo Jacometo di Val-
trompia con archibusieri 100 in Asola, et ordinato
al proveditor di Asola reducbi quelli del paese per
suplimento del suo bisogno. Non sapiamo né poto-
mo far più di quello femo. Mi par esser un ina eittà
U9
MDXXVIII, IIAGOIO.
450
abandonala che da banda alcuna non li vedo pro-
vision ; tamen non siamo per inanchar. De inimici,
par siano verso Peschiera.
El nota. In Brexa beri zonse Guido di Naldo
con la sua compagnia de
302 Da Brexa, di reciori, et sier Marco Fosca-
ri proveditor general. Di le provision hanno fato
in ditta cillà el lerrilorio, ut ante.
Di Nicolò Barbaro eapitanio del lago di
Garda, da BardoUn, di là, scritta a sier Gre-
gorio Pizamano. Hozi è venuto a Garda cavalli
$00 el 300 fanti, el se apresenlorono a la terra,
dimandando la terra per nome di l'Imperador el del
Duca capilanio general di lo esercito imperiai. Vene-
no a dimandarme quel dovesseno far. Li dissi che di-
cesseno non baver libertà, el che la dimandanoa li sol
superiori. Non feceno altro, el se levorono el veneno
a Bardolin con maior forzo di fanli, et io con le fuste
li sequHava. El gionli,dimandorono la terra come di
sopra. U fo risposto el simel ; per il che venero
con molta bravaria a presentarse a le porle.^ Me
missi per fianco con le fusto el una barca di Salò, el
con arlellaric salutandoli non se posscno mai aco-
slare, ci si fece una gaiarda scaramuza el si parti-
rono con vergogna. Per lo aviso ho di sopra, si
hanno fallo una crida, che tutta la gente coman-
dala stiano in ordine, et come senleno 4 bolle de
artellaria se ne vadino a Roveredo (?).
Da Verona, di i' Emo, Nani et Contarini,
di 15, hore .... Come inimici erano al loco so-
lilo di Cavaioo, ci la lesta verso Castel nuovo vicino
a Peschiera, che par voglino andar el passar a Pe-
schiera o Valezo et andar in mantoana; per il. che
hanno scrillo loro reclori et Proveditor al Capilanio
del lago prepari barche, perché andando inimici in
brexana manderanno di le fanlarie sono 11 a Brexa,
el faranno venir di quelle è a Vicenza li a Verona.
• Ancora, che si ha aviso, il fradello del conte Girardo
di Archo con 6000 lanzinech voler venir per la via
di Forni in visenlina. Scriveno provision fano a
Verona, melando custodia in Ir castelli di novo,
dove è molti fanti vecbii et po^U per so' naeriti, né
sanno come governarsi. Mandano lettere del Capi-
lanio del lago, scriple di sopra il sumario.
30*2* Dt Verona, di sier Lorenzo Sanudo qu.
sier Angolo, di 15, have lettere. Come li inimici
sono levati in questa matina da Triolo et Chaviron
el sono gionli a Caslelnovo ; parie si indica anda-
ranno a la volta di Lavezo et farano la strada dove
a loro parerà per non baver contrasto. Le genie
/ Pfarfi ii M. Bauvto. -« Tem. ILYIL
di Paulo Lozasco ci lui dieno gionger di bora in
bora.
Item, per lettere di reetori et Proveditor è
questo aviso, pur di 15. Del levar di inimici, li
fanti in do bataioni et li cavali in 5 balagioni, et
zonli parte a Castel novo.
Di Crema, di sier Luca Loredan podestà
et eapitanio, di . . . .Come, poi il caso di Pavia,
molli ciladini di Cremona el Lodi voriano venir
habilar in Crema ; el la moier di Maximilian Slam-
pa ; però aspecla ordine di la Signoria. JUtiam il
s^nor duca di Milan li ha scrillo per sua secortà
voi venir a star de qui. Per tanto aspela ordine do
quelo habi a far.
Di Ciossan, di sier Ihomà Moro proveditor
general, di ... . con Y aviso haulo del prender
di Pavia.
IH Fdtre, di sier Toma Lippomano pode-
stà et capitaniOf di 13. Manda questo aviso. Ri-
porta Fachineto, qual partite di Trento beri sera,
che tulle le gente alemane cussi a pie come a ca-
valo sono andate a le basse el compite passar. Do-
menica prossima dicevasi a Trenlo, che baveano
passa a la Corvara tolta per forza, el da poi a la
Chiusa senza contrasto V hanno hauta, el andati di
longo sopra la campagna di Verona. Tulle le mu-
nilione, arlellarie, barche, ponti, scale con loro
hanno condutlo ; ma la vitualia è ancor a Trento el
si va mandando di bora in bora in pani ; el Luni
da matina andete sopra zatre ferfossi 36, et poi
sopra cavali assà pan ; et di continuo si fa pane.
Diccsr che'l vescovo di Persenon li die mandar
5000 fanli ; la Vai de Non 1300 fanti ; conta di
TimoI 6000 fonti, el si aspetta 11 duca di Baviera
con 2000 cavalli ; et faceasi, provisione a Trento
di mandar driedo el campo del vino per non tro-
varne a le basse. Scrive, per fi castehini di Val-
sugana sono stale falle cride che li pegorarì et
qualunque altro che pretendesse andar a pascolar
le loro montagne possino seeuramente andar, et
li sera fatto salvo conduUo.
Da Verona, di sier Lorenzo Sanudo qu. 303
sier Angolo, mi scrive cussi: Questa matina é
zonlo di qui le zente del signor duca di Urbino
capilanio zeneral, zoé 200 cavali. Si ha nova spa-
gnoli ha haulo Pavia ; per il che sterno di qui con
sospetto. Da zorni cinque in qua io non dormo
la notte, stando a la guardia di la mia porla di
San Maximo. Inimici é levati questa matina da
Trioli el Cavaion, el zonli a^ Castel novo. Si iudica
andarano a la volta di Valezo, et torano la strada
SO
iti
IIDXXVIII, IfAGGIO.
45i
dove i vorano per non haver contrasto. Le zcnle
(lì Paulo Luzasco et lui dieno zonzer di bora in
bora qui. La sayta dete beri sera nel palazo del
Capilanio, et ha morto il ragazo di sier Zaearia
Barbaro fo fiol del Capitanio morto.
304') Da poi lello le lettere et ussito in Pregadi li
Savi! del Collegio,
Fu posto, per li Savii, una lettera a TOrator
nostro in Pranza, et fo quella nolada beri ; vide-
licei avisar di la presa di Pavia per la pocbagine
di le nostre gente, come la vederà per li avisi,
et con qualche Iratado; che non credemo altra-
mente. Tamen per questo non semo per mancar ;
et però Soa Maestà Gbristianissìma, atento il calar
hanno fatto li lanzinech quali sono in veronese,
come la vederà per li sumarii, vogli immediate
mandar li lanzinech et atender a dar aiuto a le
cose di Italia, in che consiste la vitoria ; con altre
parole, ut in litteris. Fu presa.
Fu posto, per li ditti, una lettera ai rectori et
Proveditori a Verona che atendino a la bona cu-
stodia di la città, laudanio le provision fatte a li
castelli, et metino mazor custodia ut in litteris^
mandando fuora quelli erano prima che sono inu-
tih ; et cussi il Capitanio General sia quello che
comandi, in la fede del qual non solum si confi-
demo, ma efiam in la soa prudentia ; et laudemo
quello ha scritto a missier Baldo Antonio suo ora-
tor di ordini, dati per la bona conservatione de
quella terra eie, ut in ìiiteris. Fu presa.
Fu posto, per li dilli, una lettera a sier Luca
Loredan podestà et capilanio di Crema, in rispo-
sta di sue, che quelli di Cremona, eie, et quella
dona Slampa voriano venir a star lì, si scusi non
poter per causa di le viluarie etc. ; ma venendo
il signor duca de Milan lo aceli con la sua corte
bonorandolo etc. Fu presa.
Fu posto, per ji Savii del Conscio excepio sier
Hironimo da chà da Pexaro ci Savii di terra fer-
ma excepio sier Borlolamio Zane et sier Filippo
Capello, una lettera a sier Toma Moro proveditor
zeneral in risposta di sue, zerca il signor Janus
di Campo Fregoso, qual vorla li fosse dà T auto-
rità di Governa lor etc. overo parlirse, il che con
Senato li diremo nui esser fortemente per satisfar
ai soi desidcrii, etc.
304» Et a l'incontro, sier Hironimo da Pexaro, il
Zane et Capello voi si dichi $ub nube^ ma non
promeler di farlo si largo.
(i) U oarU 308* * MtnM.
Et Si levò il Serenissimo narando la fede del s-^s
gnor Janus, et si voi darli il grado, qual è za tan -^^
anni che'l ne serve et lo ha meritado ; et voleva li^ -
meter la parte, ma li Savii meterano le parte, co^:::
altre parole in laude del ditto, laudando la parte c^
Savii che li dà promessa.
Et li rispose sier Hironimo da cha' da Pexar "*"
preditto, dicendo non è tempo perchè el Capitani» i
Zeneral non bara piacer, el cargo il Serenissimo ch^
quello el voi el voi, niun li disse conlra eie, lau i
dando T opinion sua et di compagni qual non li da=-
ferma speranza ; con allre parole etc.
Dapoi il Serenissimo con colera si levò et parici
in sua excusalione, che a lui non veniva tal calun —
nie ; si ben Topinion sua é di farlo Oovernador pc«"
ben del Stalo, non è che quello el voi el vola, et
però il Pexaro parlava mal, el ctie lui solo voleva
meler la parte ; ma li Savii conscio se indusiase ci
lui fo conlento indusiar eie.
El andò in renga sier Filippo Capello Savio a
terraferma, et parlò per la soa opinion contra la
parte di Savii.
Dapoi, sier Lunardo Emo Savio del Conscio par-
loe et biasimò molto il Pexaro, laudando le opera-
tion del Serenissimo et laudando la parte di Savii et
soa, in la qual introe il Serenissimo, Consieri et Cai
di XL Andò le parte: 31 del Pexaro, 125 del Se-
renissimo et altri. Et questa fu presa.
Fu posto, per li Savii, che la tansa numero 9 si
scodesse per 8 zorni con 5 per 100 di don, et poi
per altri 8 zorni senza don ; poi si pagasse con
pena di iO per 100 ; et quelli pagavano per (ansa
da ducati 10 in zoso la possi pagar taiada a rason
di 60 per 100, ut in parie.
El Serenissimo iterum se levò, et contradisse
dicendo li desobedienli baveria mior palo che li
ubedicnti.
Et messe con alcuni nominati in la parte, che li
debitori preditti havesse termine 8 zorni a pagar
senza pena, et passadi pngino con 10 per iOO di
pena; et quelli da ducati 10 in zoso possi pagar
taia a ducati CO per 100.
Et alcuni di Collegio, tra li qual sier Lunardo
Emo, siete su la sua. Andò le parte ; fo di le parte
come é nota qui avanti.
453
MDXXVni, UAGÒIO.
4&4
305 1528, die 16 Maij, in Kogatis.
Serenissimus Prineeps.
Ser Dominicus Contareno,
Ser Daniel Renerio,
Ser Iranciseus Donato eques^
Consiliarii.
Sier Leonardus Pisaurus,
Caput de Quadraginta.
Ser Dominicus Trivisano eques, procu-
rator,
Ser Leo Mocenico procurator,
Ser Luca Trono procuraior,
Ser Marcus Danìulo docfor, eques,
Ser Leonardus Lauredanus procuratore
Sapientes Consilii.
È da far ogni provision a la recuperalion del da-
naro lanlo necessario al Sialo nostro nel presenle
tempo, et però :
L* anderà parie, che iì debitori de la lansa nu-
mero 9 ulliniameole posta al Monte de subsidio
possano pagarla senza don et senza pena per tutto
Sabato di la futura setimana di 23 del presente
mese; el qual passato, immediate se debbano tirar
le marele el li restanti debitori debano esser astretti
ad pagar essa lansa integra, cum pena de 10 per
100. Verum, hessendo da haver rispetto alli impo-
tenti, aziò i babbino modo de pagar, sia preso che
li tansati da ducati 10 inclusive in zoso, i qual sono
debitori de la ditta nova lansa, possino pagarla ta-
iata a raxon de 60 per 100, siche de ogni ducati IO
i vengano a pagar ducati 6 over lanlo meno quanto
sia la tansa soa de perso senza pena pagando nel
sopradillo termine, dapoi el quale se habbia a tirar
# le marele immediate, et quelli che non barano pa-
galo debbano pagar essa tansa laiala ut supra de
perso, con pena de 10 per 100.
f De parte
86
Ser Andreas Foscarenus.
Ser Jo : Emiìianus,
Ser Marcus Mìnius,
Consiliarii.
Ser Nicolaus Minius,
Caput de Quadraginta.
Ser Hironimus Pisaurus,
Ser Leonardus Emus,
Sapientes Consilii.
Ser Andreas Mocenico, doctar,
Ser Petrus Mauroceno,
Ser Bartholomeus Zane,
Ser Filippus Cappello,
Sapientes terrae firmae.
Voleno che la ditta lansa, da quelli che dieno
dar se possi pagar cum don de 5 per 100 per
tutto Sabato proximo, che sarà di 23 del presente
mese, el subito la malina di la Domenega subse-
quente se habbino a tirar le marele, siche da poi la
se babbi a pagar senza don et senza pena per tutto
r altro Sabato subseculivo, che sarà el giorno 30 de
questo mese ; el qual passato, immediate la matina
de r altra Domenica subseqnente se debbi tirar le
marele, et siano astretti poi li restanti debitori ad
pagarla integra cum pena de 10 per 100. Item, che
li tansati da ducati 10 inclusive in zoso, che sono
debitori della ditta nova lansa, possino pagarla la-
ta ta a rason de 60 per 100 persi ut supra, con don
de 5 per 100 per tutto di 23, et poi senza don
per lutto di 30 de questo presenle mexe ; passati
cadaun di quali termini se babbino a tirar le ma-
rcile, et quelli che non haranno pagato siano astretti
ad pagar la ditta tansa taiala ut supra de perso
con pena de 10 per 100.
De parte 7G
De non
Non sincere 1
{Stampa) 306*)
Lotto Nuovo.
El se dichiara, come la Illustrissima Signoria ha
comesso a Zuane Manenti de fare uno lotto, over
ventura de ducati 6000. Ne li quali è incluso tavole
undese zambeloti Cipriolti per ducali 1210, et ze-
belini numero 46 por ducati 100, et lapedi numero
5 cioè uno grando et quattro piccoli, el insieme uno
bizacco(?) per ducati 45. J^em, tra bollettini del lotto
secondo del subsidio et danari contadi ducati 4645
che sumano in tutto come è ditto ducati 6000, di-
^1) La carta 305* è bianca.
m
MOXXVIII, IIAOGIO.
456
vis! come qui sotto parlicularmente appare. Et ac-
ciò che cadauna perdona ìd alcuno grado dolere
non si possi de non poter venir a| beneficio de li
lodi ditti, per causa del più et meno precio che si
pone per bollettino, se niette in questo ducato uno
da (ire sie et soldi quattro per bollelino, cop le so*
lite provisione et ordine del imbosolare et cavare.
Bolelino 1 al primo cavado de zebelini 46, du-
cati 100.
Boletin 1 de tavole 7 zambelotti et boi. 50 et du-
cati 10 de contadi, ducati 930.
Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du-
cati 50 de contadi, ducati 140.
Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du-
cati 10 de contadi, ducati 140.
Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du-
cati 10 de contadi, ducati 140.
Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du-
cati 10 de contadi, ducati 140.
Boletino 1 de boUetini 100 et ducati 35 de contadi,
ducali 335.
Boletino 1 de contadi de ducati 100, ducati 100.
Boletino 1 de boletini 50 et ducati 15, ducati 1 15.
Boletino 1 de contadi de ducati 50, ducati 50.
Boletino 1 de boletini 50 et ducati 15 de contadi,
ducati 115.
Boletino 1 de boletini 35 et ducati 10 de contadi,
ducati 60.
Boletino 1 de contadi de ducati 50, ducati 50.
Boletino 1 de boletini 35 el ducali 10 de contadi,
ducali 60.
Boletino 1 de boletini 10, ducali 30.
>
>
1
1
1
1
1
1
1
1
1
10,
10,
10,
10.
10,
10.
10,
10.
10.
30.
30.
30.
30.
30.
30.
30.
20.
30.
50 de boletini 4 T uno, ducati 40O.
130 de boletini 3 T uno, ducati 780.
301 de bollini 3 V uno, ducali 1044.
588 de boletini 1 1* uno, ducati 1176.
1 ultimo cavado de li tapedi numero 5
el el bizacho, ducati 45.
Summa beneficiati numero 1054, a rasonde 18 per
cento in circa, ducali 6000. |
(Stampa)
Secundo del Svibsiiio.
El se dichiara, come la Illustrissima Signoria ha
concesso a Giovanni Manenti de fare uno lotto over
ventura de ducali 13000, oelli quali é ineluso una
provisione over intrata de ducati 350 V anno per
anni 30, che sono ducati 5000, da essere pagati al
novo Monte del subsidio, principiandosi a pagare
adi primo Seitembrio, et di poi Marzo prosimi
venturi, et successive de anno in anno ogni sie
mesi la miltà, ita che in anni 30 saranno compili
de pagare ditti ducati 5000 con questa espressa
condition el modo contenuto ne la parte, che al
tempo de ditte paghe Seitembrio et Marzo al ditto
Monte non possi esser pagato alcuno, né paga al-
cuna, quomodocumque et quaìitercumque se pri-
ma non é pagalo le paghe de ditta provisione o en-
trata a quello a cui la sorte V bavera concessa, et
cosi de tempo in tempo non habbia a mancare ; la
qual provisione o entrata non possi essere tolta, su«
spesa, intromessa o sequestrata per magistrato al-
cuno, né per debito o delitto pubblico o privato ;
né per alcuna altra casone, né li possi esser dato
graveza alcuna, et possi quello a cui locherà alie-
narla in parte, o in tutto, el far tanto quanto a lui
overo a cui bavera cason da lui parerà et piacerà
come cosa sua libera ; el patron de la quale al tempo
de la gratia, havuta la fede de li ministri del lotto,
vadi a lore el mandalo da li signori Capi del Illu*
strìssimo Consiglio de X, el con quello sera fatto
creditor de la sua gratia ut supra. Item^ du-
cali 7000 tra danari contadi el argenti el oro de la
zecha propria delia Illustrissima Signoria, con li soi
pexi, numeri el prelii distincti come di sotto ap-
pare ; el si mette ducali 3 per boletin a lire sie el
soldi qualro per ducalo, toleodosi le monete et ori
per quello le valeranno ; et farassi con li modi et
ordini de li lotti passali.
Boi. 1 al primo cavado de ducali 15 de
contadi, ducati 15, grossi 0.
Boi. 1 de la provisione over entrata de du-
cati 350 a r anno el ducati 150 de con-
tadi, ducati 5150, grossi 0.
Boi. 1 de ducati 500 de contadi, ducati 500,
grossi 0.
(1) U ctrU 306* é bianca.
sor)
i
457
MfiXXVIII, MAGGIO.
458
no.
no.
DU.
DU.
Da.
DU.
nu.
Boi. 1 de ducati 500 de contadi, ducati 500,
grossi 0.
Boi. 1 de una cadena d'oro falla a botoni el
soaza de karati 22 pesa marchi % onze 6,
karaii 8, monta con la fatura ducali 338,
grossi 0.
Boi. 1 de uuo bacii et uno ramin pesa mar*
ehi U, onze 1, quarti % karaii ... a du-
cati 8 la marca, monta ducati US,
grossi \%
Boi. 1 de ducali 100 de contadi, ducati iOO,
grossi 0.
5 Boi. 1 de taieri 6 el scudele sie, pexa mar-
chi ìA, onze 1, quarti ... a ducati 7 el
un quarto la marca, ducali 109, grossi 9.
Boi. 1 de candelieri sie caneladi, pexa mar*
chi \% onze 4, a ducati 7 el mezo la
marca, ducali 93, grossi 18.
Boi. t de pialli qualro, pexa marche 13,
onze 6, quarti . . ., karaii 9, a ducali 7 et
un quarto la marca, ducali 93, grossi 12.
Boi. 1 de tazoni qualro afondidi, pexa mar-
che 13, onze . . ., quarti . . . , karaii 9,
*a ducati 7 la marca, ducati 91, grossi 0.^
6 Boi. 1 de scudelle sie et scudellini sie, pesa
marche 10, onze 7, quarti 2, karati 9, a
ducali 7 et un quarto la marca, ducati 79,
grossi 8.
1 Boi. 1 de tazoni qualro, pexa marche 8,
onze 5, quarti 2,^karali 27, a ducati 7 el
mezo la marca, ducali 65, grossi 8.
Boi. 1 de ducati 50 de contadi, ducati 50,
grossi 0.
2 Boi. i de tazoni quatro, pexa marche 8,
onze 6, quarti . . . , karaii , a du-
cati 7 el mezo la marca, ducali 65,
grossi 15.
1 Boi. 1 de tazoni tre schietti el 3 candelieri,
pexa marche 9, onze 1, quarti 2, karati....
a ducati 7 el un quarto la marca, du-
cati 66, grossi 1 5.
3 Boi 1 de tazoni do fondadi, pexa marchi 6,
onze 1, quarti . . . , karaii 27, a ducali 8
la marca, ducali 49, grossi 5.
Boi. 1 de ducati 50 de contadi, ducali 50,
grossi 0.
Boi. 1 de cuogome 2 con coverchio, pexa
marchi 6, onze 3, quarti 2, karaii 18, a
ducati 7 et mezo la marca, ducali 48,
grossi 10.
1 Boi. 1 de taze sie, pexa marchi 6, onze 4,
quarti 2, karati 18, a ducati 7 et un
quarto la marca, ducati 47, grossi 15.
nu. 2 Boi. 1 de taze sie, pe.ta marchi 5, onze 7,
quarti 1 , karati ... a ducati 7 et un
quarto la marca, ducali 42, grossi 20.
nu. 3 Boi. 1 de taze sie, pexa marchi 6, onze 4,
quarti 2, karati 9 a ducali 7 el un quarto
la marca, ducali 47, grossi 15.
nu. 4 Boi. 1 de taze sie. pexa marchi 5, onze 7,
quarti 2, karaii 27 a ducali 7 et un
quarto la marca, ducati 43, grossi 6.
Boi. 1 de uno bazii de barbier, pexa marchi
4, onze 7, quarti 2, karaii 27 a ducali 7
et un quarto la marca, ducati 36, grossi 0.
Boi. 1 de uno polo con suo coverchio, pexa
marchi 4, onze 6, quarti 1, karaii 9 a
ducati 8 la marca, ducali 38, grossi 6.
Boi. 1 de salerò 2 alte dorade pexa mar-
chi 4, onze 1, quarti 1, karaii ... a du-
cati 8 la marca, ducali 33, grossi 6.
Boi. 1 de uno spedilo tutto de argento pexa
marchi 3, onze 6, quarti 2, karaii 18, a
ducati 8 la marca, ducati 30, grossi 15.
nu. 2 Boi. 1 de una (ionfetiera cexelà et dorada
pexa marchi 3, onze 1, quarti 1, karati 27»
a ducati 9 la marca, ducati 28, grossi 18.
nu. 1 Boi. 1 de confetiere 2 schiette pexa mar-
chi 3, onze 5, quarti 1, karati 9, a ducati
7 el un quarto la marca, ducali 26,
grossi 13.
Boi. 1 de confetiere 2 et una taza cexelà et
doradi, pexa marche 3 onze . . . quarti 1,
karati 27 a ducati 8 la marca, ducali 34,
grossi 10.
nu. 1 Boi. 1 de confeliera 1 cexeli el dorada,
pexa marche 3, onze 5, quarti 1, karaii ...
a ducali 9 la marca, ducati 34, grossi 10.
Boi. 1 de una copa schietta dorada con co-
perchio, pexa marche 3, onze . . . quarti 3,
karati 37 a ducali 10 la marca, ducati 31,
grossi 4.
Boi. 30 de ducati 10 V uno de contadi, du-
cati 300, grossi 0.
Boi. 30 de ducali 6 T uno de contadi, du-
cali 180, grossi 0.
Boi. 410 de ducali 5 V uno de contadi, du-
cati ^050, grossi 0.
Boi. 410 de ducali 4 V uno de contadi, du-
cati 1 640, grossi 0.
Boi. 1 a r ultimo cavado de ducati 15 de
contadi, ducati 15, grossi 0.
459
MDnyiII^ MAGGIO.
460
Samma beoeficiadi numero 903, a raion de 15
el più per cenlo. Samma ducali 12000.
308') Adì 17 Domenega. La matina venne sier Àn>
ionio Barbaro slato podesU a Brexa per danari, in
loco del qual e andalo etiam per danari sier Do-
menego Pizamano. Gra vestilo damascbin creme-
xio, et referile di quelle occorenlie di Brexa.
Vene V oralor di Pranza, et (o parlalo di questa
perdeda di Pavia, et quanto si avia scritto in Pranza
ave con li Cai di X.
Vene l' oralor di Milan et portò una lettera da
Lodi del Duca suo signor. Li scrive il modo si
perse Pavia, che inimici introno per una porta cu-
stodita dal Coscbo. La copia del qual aviso scriverò
qui avanti.
Di Brexa^ di reefari eiprovcdiior Foscari,
di 15, hare . . . Come temono mollo aproximan-
dosi li inimici ; però hessendo acbadulo quello é,
saria bon si mandasse di qui zentilhomeni nostri
* per star a le porte, come é sta manda a Verona,
acciò non seguisse qualche inconveniente come è
stato quello di Pavia. Scriveno provision fanno eie.
Di diomino Antonio da Castello, del campo
di Cassan, di 13, a sier Zuan terrò eapiianio
di Brexa, Come in questo giorno, cerca bore 23,
havemo hauto da la Excellentia del duca di Mi-
lano, qualiier luì ha per certo da un fante ussito
di Pavia, che io questa matina inimici ha robato Pa-
via et è intrati dentro; cosa certamente molto
strana et biasmevole, et maxime per esser dentro
el eapiianio Longena gubernator, ben però senza
compagnia, el signor HannibaI Fregoso, el eapi-
ianio Coscho et Cesare da Marlinengo nostri capi-
tani di fanlarie. El clarissimo nostro Proveditor el
di innanzi advisò el Duca predicto di questa cosa,
perchè sapea questi andamenti, el cussi etiam ad-
visò a Pavia per messo a posta.
Di Bergamo, di rectori, di 13. Nulla da
conto. Atendeno a fortiGcar la terra.
Di Verona, di retori et proveditor Conta-
rini, di 16, hore 15, con avisi, inimici esser dove
erano ne sono mossi. Item, hanno dato una baiala
alcuni cavalli a Bardolin, et quelli si hanno difeso.
Sono andati a L.acise dove era Hironimo PaJoan
con li arcbibusicrì, et Paris da Lodron li dimandò
il loco a nome de V Imperador et del Capetanio Ze-
neral di Texercito. Li rispose non voler darli.
Item, altre particularllèi ut in litteris,
(1) UctrU SOT'èlwaca.
I Er sul levar del Collegio, venne pur di Verona, 308*
di hore 21. Jjerisà li cavalli iizieri, el di haver
manda esso sier Polo Nani proveditor per Paulo
Luzascho et il eapit>nio per il conte di Caiaza ; et
scriveno ut in litteris, Item, come inimici hanno
brusì la porta di Castelnovo dove i sono, et per
alcuni cavalli Iizieri del Capitanio General è sia
trovato 1 1 lanzinech in certa caxa separali di altri,
el combaterono con loro, morti 7 et 4 fati pre-
soni ; et mandano la relalione in summario come
dirò di sotto.
Di Brexa, di sier Zuan lerro eapiianio, di
lo. Manda questi avisi :
Copia di una lettera scritta al Desanean per
Zuan Mida, di 15 Maso 1528, ad Antonio
Gahinal in Calsinà.
Fratel carissimo,
D:ipoi la partita, è azonto ano de li nostri
messi qual di>se esser venuti a la volta di Castel
novo, et sono scesi fio a Cavalcasene, et hanno fatto
gran mal et hanno brusà Pessenella più de Chave-
ri (?) Subilo mandale qui aut doi di vostri perchè
a bora a bora darò aviso. Mando a posta el lator
presente. Non altro. Son tutto suo. Palli retornar
el messo presente
Sottoscritta :
Il tuo fradcl
Zuan Mida.
Copia di una altra lettera del ditto, pur di 15
Mazo, scritta al preditto Gahinal, la qual
coniensa cussi:
Fratel Gubioal
Subito zonto uno de li nostri messi a bore 17
da Bardolin, riporta queste parole : che lodeschi
hanno domandado Garda et Bardolin, et hanno me-
nado via pecore et altri bestiami numero "200 el
stano li drio atorno ; et disse esser el campo a Ca-
vaion et Rivoli; non lassa partir niuna persona
fora del campo aziò non porta nova nessuna fora
del campo. Me trovo in grande fastidio, .\itro non
so che dir. Se'l vignini altra cosa, per li nostri messi
darò aviso subilo. Perdoncme se non fo quello che
461
UDXXVin, UAGGIO.
462
merila. Fa mia excusa ; questo ppocieJe da la for-
tuna ; pacientia.
Adì 15 Mago.
SoUoscritta :
Il (uo fradcllo
ZUAN MiDA.
in Dexanzaiì.
30D Copia di una lettera da Peschiera, scritta per
uno Stefano adì 15 al comun di Cahinà,
la qual dice cussi :
Dilecti homini
In questa bora m' è parso a scriver come passa
le cose qua. Aviso come li lodeschi sono levali et
sedrizanoal vìazo di Castel novo. Fazendoquel
viazo, si stima che porave andar a la volta di Va-
lezo. Itetn, avisove, che se po' havcr bestiami el
mena a reslello quello ha verno forsi per pili di 10
mcxi. De monsignor de Bagnolo queli gora andali.
Voleva venir questa sera ; ma da che ho babuto, per
chemandarme mcso? Starò fora domane per m-
tender dove si drizarano. Non altro. Forza è venir
perchè non se po' haver del pane. A voi tulli mi
ricomando.
Adì 15 Mago.
Stefano vostro
in Peschiera.
Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capiianio.
Di Verona, di sier Lorenzo Sanudo qu.
sier Angolo, ham lettere di 16. In questa bora
si ha, inimici esser a le Cavalcbaselle et villazi li
aprcsso alozati. Una banda è andali à Lacise et
tulio hozi r hanno batuda. Non si sa quello sarà né
dove andarano essi inimici ; ma per il lardar che
fanno si iudica veniranno a quesla terra over a
eouzonzersi con lì fanti si fa a Manloa. In li villazi
è sta aroazà qualcheuno di loro da li villani per an-
dar fuora di l' bordine. Inimici brusano, et hanno
brusà Chavaion.
309> Di Malatesta Baion capitanio nostro di le
fantarie, da Perosa, fo lettere. Come non poi far
li 1000 fanti per la Signoria nostra, ne pur servirla
per la egritudine V ha ; et si pur el dia far el me-
stier di le arme, voi servir il PonliOce. Siche non
r haveremo. Li danari li fo mandati per li' fanti é a
Rdvena.
Itenty si ave a viso a Ivrea esser zonli si dice
0000; et Torator di Pranza disse in Collegio si
mandasse li danari per pagarli, che altramente non
verano avanti. Onde per Collegio fo termini man-
dar uno a veder si sono con effetto.
Dapoì disnar fo Gran Conscio et vene il Sere-
nissimo, ma pochi ; et sier Marco Antonio Centa-
nni avogador, qual mandò zoso la eletion di sier
Pandolfo Morexini ussilo per scurlinio Consier di
Santa Croxe, dicendo é in contumatia per la pode-
starla di Padova. Hozi non vene a Conscio, et fu
fato Consier di Santa Croxe sier Nicolò Trivixau
Cao di X qu. sier Gabriel, di 5 ballote io scurlinio
et 10 in Gran Conscio da sier Pandolfo Morexini
sopradillo. Item, di Ossoduro, sier Antonio da
Mula fo Consier.
Fu fato altre 7 voxe et bone, et tra esse XL
Crifninal per 13 zorni, contra le leze.
Fu publicà la parte presa in Pregadi, zerca
pagar la nona tansa al Monte del subsidio. *
Da Verona, di l' Emo, Nani et Contarini^
di 16, hore 2 di notte, i'ome, per li cavalli li-
zicri del Capiianio Zeneral haveano preso 1^ lan-
zinerh, quali erano in una caxa, partili da li altri ;
et conduli a Verona referileno ut in eit^ reta-
tione patet.
Da Buigo, di sier Vetor Diedo podestà et
capitanio, di 16, hore 5. In questa bora é ri-
tornato uno che mandai a compagnar il corier va
in Franza, et zonli questa malina al Final, ha tro-
vato uno maestro di casa del signor Anlonioto
Adorno; ci qual corier si fece da todesco et li
cavò di boca che V andava con lettere a Ferrara
da missier Andrea dal Borgo, et che in Mirandola
esso signor Anlonioto feva fanti et cavalli per ve-
nir a incontrar li lanzinech per acompagnarli a
Zenova, ne la qual terra haveva intelligenlia. Et
disse che '1 Papa si doveva levar da Orvieto et
feva fanti. Poi ditto messo mi riporta che a Ponte
Molin si preparava ponti, et questo dice haverlo
da uno veronese. La rota di Tresenta corre et
sono venute le aque sopra quel arzerin di sopra
la Pincara. In questa sera mi é sia referito li aver
rotto et fatto una boca, non però granda. Imme»
diate ho spazato dui a far le provision oportu-
ne. Spero non sari altro.
Da poi Conscio, il Serenissimo con li Consieri 310
et Cai di XL si reduseno in Collegio con li Savii»
etiam li Governadori, Proveditori di Comun et
OSciali a la becharia per le cose di la Becbaria,
per proveder si babbi oarne ; el alento uno per
46$
MDXXTUI, UAOOtO.
nome di Lalrecb era venuto rechiedendOx voler
condur in questa cillà 1000 cavi di animali grossi
del reame et 10 milia pizoli, ma voi non pagar
dacio, ne si voi ubiigar et voi condurli per terra
fino a Chioza ; et dispulato sopra questa materia.
Fu preso, che 1 rsia publice fato una proclama
in Rialto et San Marco, con T autorità habuta il
Collegio dal Conscio di X con la Zonta a di 14
Marzo passato, che tutti quelli vorano condur ani-
mali in questa terra et carne, la possino condur
fino tutto il mexe di Àvosto non pagando alcun
datio, ma vendandola in Becharia. Itentf non se
possi vender altrove fuora di Becharia sotto gran
pene, ut in proclama, a quelli venderano et quelli
comprerano. La copia sarà qui avanti.
Del Capiianio generai da mar sier Piero
Landa, vene lettere, date in golia a Mono-
poli, di 27 et 30 del passato, et propinquo a
Bra\tdÌ0O a dì 7 et 8. Come era con V armala
a Causiti vicino mia 6 da Brandizo; et da terra
li cavalli et fanti atendeva a espugnar d castello.
Et che havia rccevuto T ordine del Senato di le-
varsi subito et andar in Ponente con 16 galie.
Cussi exeguirà ; et non havendosi il castello, quat
si tien lo bara per tutto doman, si levarà et anderà
verso Napoli insta li mandali nostri. Scrive che la
terra si ha reso et vi ha posto govemador sier
Andrea Gritti era soracomito, et in so' loco vice
soracomito sier Batista Grill suo fratello.
310* A dì 18. La matina fo lettere di Orvieto^
partieular, di .... et per H corier le portò,
qual vene dal Serenissimo, diceva il Papa feva
3000 fanti, et Malalesta Baion nostro capiianio di
le fanlarie era venuto li.
In questa matina, gionse il capello che '1 Papa
manda ai cardinal Corner per uno suo
nominato , et li soi parenti et amici
vestiti di scartato andono a incontrarlo a S. Zorzi
di Alega, et con trombe vene dì longo ; alozato
In la caxa a la Zudecba dove alias habitava esso
reverendissimo hum Cardinal ; et vi andò contra
etiam suo fratello arziepiscopo di Spalato.
Da Verona, di V Emo, Nani et Contarini,
di 16, hare 14. Come inimici sodo dove erano
a Castelnovo et Palazuol ; et per uno riporto ha-
veano hauto Lacise, per T altro dice non é vero.
Et erano intrati alcuni arcbibusieri ki Lacise et la
difendevano, né V baveano hauta, ut in ìitteris.
De li ditti, in li Capi di X, fono lettere.
Come Paulo Luzasco, qual havia con la Signoria
nostra eavalli licieri .... et ultimate li fa dili
fanti 500 li quali però non volse acetar, et ei
alozato a Trevi, venendo con la compagnia
venir a Verona chiamato in soccorso dal prove- ^
dilor Nani, par che sia parlilo in camino, et an-
dato con la compagnia a la volta di Mantoa, di-
cendo voler esser a slipendii del Papa; la quale
nova si ha hauto per uno di la sua compagnia
nostro subdito venuto li a Verona dal
Capiianio Zeneral, il qua! intendendo lui voleva an-
dar in mantoana disse : < Signor Capiianio, io son
subdito et ho manza lo za tanti anni il pan de la
Signoria, non voio venir >. Et lui disse : < Ma,
disi che voio andar, chi no voi venir resti >.
Questo Paulo Luzasco è di nation , veronese,
era bandito.
Et a nona vene lettere del campo sotto Na-
poli, del Ptxani et Pexaro, di 4 et 8^ et si in-
tese il zonzer di ducati . . . mrlia, si di Pranza, di
la Signoria nostra et di Fiorentini, li in campo
salvi, et altre particularità. Le qual lettere fo lete
poi disnar in tinello dei Serenissimo con parte di
Savii; le quali erano bagnade.
Di Verona, di sier Zacharia Orio, di 17 31 f
MaBO 1528, hore 21.
Per la cavalcata fata beri de 35 cavalli del si-
gnor duca di Urbin, forono presi todeschi numero
11 et morti 10, feriti solo uno cavallo del signor
Duca, di mior I* havesse, in una gamba, qual mo-
rirà. Poi per villani di Palazuol fo etiam morti
molti, et uno condutto vivo de qui tutto serpe-
lato. Examinati li presi, ^ipraecipue ano en capo
di squadra, et il tamburiin di la compagnia, dice
loro esser alozati in campagna «sul territorio do-
sfro, et che sono fanti 15 milia tutti da guerra,
de li qual molti sono di quelli erano con Y kT-
chiduca di Hongaria et stati in Cremona et s^lrove
su le guerre; et cavalli nomerò 1000, benché di-
cono in voce 1500; ragazi et pulane assai. Hano
bocfae di artellarie numero S4 tra grosse eè da
campo. Sono sta levali con do raynes per uno,
con promission che subito passati diano i so* danari.
Tamen li so' capitani li haveano dato mia eoront
dal sol per ogni diexe compagni per interteairii.
Dicono non saper a che impresa i siano per andar,
perchè questo sta in peto del gran capiianio soo
general qua! e il duca di Brandiburg, over Braii-
svich et 4 altri capitani. Chi dice che aspectavano
altri 500 cavalli, ma non sa da che banda. Dice
non bavevano pan salvo per uno zomo ; mt beo
^t
465
HDXXVni, UÀQOIO.
466
formazi et carne abondanlemente. Dice che hanno
molti cari et scale large che poleno andar do fanti
ai paro suso, et il ponte ancora è sui cari et che
ancora dod era sta butato in nissun loco ; et che
loro pregioni andavano per le ville per trovar pan
solamente et non per altro, per haveroe gran bi-
sogno ; el che 'I campo non era per moversi de li
fioo non havesse i soi danari ; et che era più di
uno mexe che i erano parliti di caxa sua, et che
se *1 ponte fosse stalo su TAdexe, che molli di loro
sanano (ornati in driedo. Et cosi confermano li altri
pregiooi tutti uno ore.
oli* Sumario di una ietterà di armata^ di Vi-
cenzo Fidel, data in Porto Gausiti apreso
Brandizo, a dì 3 Mazo 1528, particular,
scritta a Zuan Morelli.
Da novo, con il gicnger di questa felicissima
armata io queste parte di Puglia, sono venuti a
derution di la sanclissima liga molte et diverse
città fra terra, el fra le allre Leze eh' é una di le
principal, et ultimamente venuti in questo porlo 8
mia lunlan da Brandizo, venero li sindaci et oratori
'di la cita, a di 28 del passiito, a capilular. Et a di
29 fo levato le bandiere del glorioso proletor no-
Siro, et il clarissimo General mandò per governa-
tor in la terra domino Andrea Grilli sopracomilo,
et in suo loco messe per sopracomilo sier Balista
Grilti suo fratello ; il qual si porta con grandissima
sua laude et beneGcio di la Illustrissima Signoria
per la impresa de' doi castelli, quali si tengono,
el dimane si farà la balaria a quel di terra che
speramo di otenirlo. Questo paese, avanti venisse
Tarmata era in qualche revolution rispetto del
Viceré che era in campagna con bon numero de
gente ; il che Inteso, il clarissimo General subito el
mandò domino Andrea Zivran con la stratia a
rilro vario, et Dio permisse che lo ritrovò et fo a
le mano et lo dissipò tutto, et solum il Viceré
fuzile con tre cavalli. Tulio il resto con li cariazi
el botini forno fatti presooi, tal che li slratioti si
hanno fatto ricchissimi, sicoroe harete inteso per
avanti.
312 Copia di una lettera scritta per il conte Mar-
co Avogaro condutier nostro^ data in cam-
po sotto Napoli, a dì 4 Mazo 1528, scrita a
domino Antonio Capriolo brexan in Brexa.
Magnifico cosino.
Perchè scio havete a piacere intendere come
passano le cose de qui, però, quando io bavero ^
/ DiaHi di M. Bawuto. - Tm* IIVIL
tempo non mancarò de satisfar. Gicri T altro li
nimici ussirono fora et fezeno due imboscade solo
li mei ripari in due caxe, et cussi li nostri ussirno
fora sbanditi el scoperseno dille imboscade. Nui
radopiassemo le gente et li lolessemo le caxe, el
fu tacato una grosissima scaramuza, pur a la fine
li nimici ebbeno il peggio et forno rebatuti dentro
la cilta, dove morse di loro meglio di cinquanta,
el de li nostri poco manco. De homini signalali
morse di loro cinque o sei, fra li quali morse Zuan
Batisla Gaslaldo, quello che volea la conlessa de
Guastalla nostra cusina per moglie. Dal canto no-
stro morse uno capitanio di fanti de' fiorentini,
chiamalo Rossino, el morse uno mio capo dì ban-
diera. Hozi habiamo cominziato le trinzere verso
il monte San Martino che é sopra Napoli, dove
Gioao d' Urbino s' è fallo forte, el cosi per tutto
dimane baveremo 4000 guastatori ; ma bisogna che
guadagnamo combatendo il terreno a spana a spa-
na, et se guadagnamo dillo San Martino, habbiamo
bona speranza, per mia opinion, sarà facii cosa, se
li inimici non piglierano partito, a sforzarli et tuiarli
a pezi el liberar questa povera Italia da questi roa-
rani. Hanno cazìato tutto il popol fora ; hanno for-
mento et vino per qualche giorno, benché patiscono
di aqua che gli habbiamo levata tutta et non pole-
no macinare salvo con molini da oìano, unde pali-
scono forte di pane, et la magior parte mangiano li
formenli colli. Sono rimasi molto spaventSti per la
perdila di la sua armala el de li capitani el fanti
hanno persi in essa, che sono, olirà li legni di l' ar-
mata et li capitani, hanno perso 900 homeni armati
dal capo a li piedi de natione spagnola, fra li quali
li ne erano più di 400 homeni signalali el conosati
fra gli altri. Né altro. A vui mi ricomando.
Data oontra Napoli, a dia Magio 1528.
Apresso li è inlrato la peste et ne moreno assai;
ma di questo non se ne alegramo perché dubitamo
che la non entra ancora nel nostro campo.
Sottoscritta :
Vostro cosino
Marco Antonio Avooabo.
Post scripta. Una di le due galle salvale è ve*
nata da noi fora del suo porto et redutasi ; la eausa,
che spagnoli voleano far tagliar la lesta al capitanio.
In questa noeta habbiamo pigliato uno breganlino,
zoè la nostra armata, quale portava lettere in Spa-
gna, le quale dicea che se lo Imperator non bavca
SO
312«
467
MDXXVlir, MAGGIO.
468 «
in viaggio il soccorso, per mare el por terra, di
genie, t\'\ danari ci viclu:ilia, che loro sono sforzali
a pigliare aponlamonlo ; siche ancora io el credo,
perchè certa cosa è che non hanno allro che for-
iTìcnlo, el li nrìolini non sopliscono a la decima -par-
ie, il reslo mangiano forme» lo collo, el homeni
non hanno più vino no carne.
A tergo: Al magnifico missier Antonio Ciprio-
Io cusino carissimo in Brexa.
Qwste sono copia di le leticre infercppie che di
Napoli si mandava in Spagna.
Per allre ho scrilto a Voslra Merzcde di quello
che occorevn, aziò che da mu' avanti la possa aiutar
di alcune cose più large. Li rilorno a mandar la zi-
fra come è scritto. Per hora non dirò più. Per le
lellere di Sua Maeslii, vederele nel travaglio che
sterno, et per lenir lo inimico apresso et per el di-
sconzo che è seguido per la perdila di le 4 galle,
dove son morii cavalieri, i dicono don Hugo, Cesa-
re Feramosca, el secrelario Seron el altri de quelli
homeni che non ho nolilia. Il marchese del Guasto
el Ascanio Colonna si dice che sono vivi, et Asca-
nio esser ferito un poco ne la mano ; el Comenda-
dor mio fradello esser feri.io \n una gamba de la
arlelarìa, si dice li levò la carne del muscolo senza
locarli r osso et pur esso non tien pericolo. Secon-
do dicono, le due galie, la Perpigliana el Caluvrese
se levorono dal combater et se ne andorono ; le
qual son qui in porlo ; per II che alcuni dicono la
sua parlida fu causa del perder di nostri. Qui te-
gnimo necessità de molte cose, et specialmente di
danari et di farina, el se ben havemo formento, non
se poi masenar se non con molini da mano, li (juali
non basta perchè (juelli di ai'qua li tengono li nimici,
el se da Sua Maestà non vien provislo si per n»ar,
come per terra, non si pò star senza pericolo, ove-
ranjcnte che li alemani che hanno da venir di Ale-
magna non socnrre per levarne questo exercilo da
le spale, che ultramcnle ne è poco remedio. Io sto
qui in queslo castello; provedo meglio che io posso
313 senza favor di alcun, anzi de quello che io tengo mi
bisogna proveder a la cita, dico di farina, biscotto,
ferro, carbon el altre cose. Tutto questo dico a Vo-
stra Merzede, perché la sappi che lutto non passa
con r ordine che Siiria necessario, et spero in Dio
che harenìo vittoria, che quando altramente per-
metesso, io mi sf(»rzerò o perder la vita o dar bon
conto a Sua Maestà di questo cQ.<lello. £1 seguita
poi nel scriver alcune cose intervenendo il suo par-
licular in loro beneficio.
Di Castel Novo di Napoli, a dì primo
Mazo 1528.
Sjtloscrilla :
Don Luis Jcart
castelan di Caslelnovo.
A tergo : Al mollo magnifico signor, el signor
Pietro Garzia secrelario del Consólo di la Maestà
Cesarea.
Copia di una altra lettera intercepta.
Per due allro mie ho dalo aviso a voslra si-
gnoria di la perdeda di le 4 galle, el come era mor-
to nel combatter el signor don Ugo, Cesare Fera-
mosca et molli altri baroni, el come era sia preso
il marchese del Guasto, Ascanio Colonna el molli
altri. Et similmente dissi come V Abruzo, Puia el
Terra di F^avor eran possessi per francesi, el che
celi stanno a le mure di Napoli fortificandosi con
pensamento de vincerne per manchamenlo de vic-
luarie el di danari, che di 1* uno el V allro havemo
gran necessità, el fnnior 1' haveremo de qua ìnanzi,
perchè de Sicilia non ne poi più venir alcuna cosa
per esser falli inimici signori del mare. In questa
non dirò allro, che se Sua Allezza non prox'ede pre-
sto de galie el danari, tutto il regno se perderà, et
per recuperarlo costerà tanto che sera necessario
meler tanta gente che ruinarà tutta Italia, quello
che hora con poco soccorso se rerìiedieri el Sua
Altezza teneria in queslo regno più di quel che i4
tegnimo, per che ben avertilo Iroverà Uilti esser
rebelli. El de queslo non se die far il processo a li
doclori de qua nò a persone che non averliscano,
pur a Sua Altezza, clfè del suo profillo. Et questo
voslra signoria me intenderà per quello dico, uè
par mi mancherà che non servi voslra signoria.
De Napoli, a dì primo de Mago 1528.
Solloscrilla :
C\RBON'ELLA
Maistro di le poste.
A tergo : Al signor Gran Canzelier.
469
UDSXVin, MAOCIO
470
313* Copia de una altra lettera pur intercepla, a
miss^ier Maior regenie la canjsellaria de
Bagon.
Tornerò a dir lo modo in che slamo; Io quale é
Ul che se lo soccorso de qui o d' altra parie non é
già ja camino, lo Imperator in brieve lempo, ma-
xinie in Italia, non lenirà cosa alcuna, perche già
del regno de Napoli non lien altro che Napoli, il
Casleluovo, Caieta el alcune altre ibrlilicic, et lar-
dando, come se dice, tutte se perderà, perchè li
inimici sono signori del mar el de la (erra, et non
ri è removlio. Lo soccorso di Alemagna dorme, et
al fine tulle le nostre cose dorme, et io credo che
se Sua Molesta non sarà presta, la se agaberà (?) del
(ulto perchè non ha genie nò danari, et sarà ben
che, come se voglia se facia qui lo apontamenlo, et
non tenj^no a burla che quando voranno non po-
InitHio, a la fé a la fé, che se perderà non se recupe-
rerà cosi facilmenle.
In Castelnovo, a dì 30 Aprii 1328.
Solloscrifla :
HoNORATO Fen
homo del caslelano.
314
A tergo : À missier Maior regente la canzelaria
de Aragon.
Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu^
lendum.
Di Verona^ fo lettere di V Emo, Nani et
Contarini^ di 17, Kore li. Scrivono inimici son
al solilo a Colà, Colmasino et Pacengo, lochi a preso
il Lago et le Cav4)lcasele. Hanno haulo Lacise boli-
nata et brusata. Il suo dimorar dà gran pcnsier, si
per l'andata di Paulo Luzasco che veniva dal cam-
po Il in Verona con la sua coaipagnia di legieri
.... io manloana acordato col PontiGce, overo
con cesarei come scrisseno, qual per li fanti si fa a
Manloa, benché danno fama .farli per il Papa per
Parma, Piasenza et Bologna. Scrivono altre occo-
rentiede li, et come inimici hanno trovato in Lacise
cara 200 vini, et avisano il Capilanio Zeneral voler
mandar uno Irombela con quelli lodeschi fo presi
al campo inimico et liberarli, con dirli fazino bona
guerra, et è mal fatto brusano i lochi ; dal qual
trombetta si potrà al suo ritorno intender quello
fanno esso campo. liem, SvTiveno sora Paulo Luza-
sco andato a Manloa etc.
A dì 19. La matina, fo lettere di Verona,
di 18, hore 14. Come inimici, per la relation del
Irombela stato in campo loro, haveano mandato 5
bandiere di fanti et 200 cavali a la volta di Pe«
schiera, et cussi il campo si levava di dove erano
alozati el andava verso Peschiera, et passato Menzo
potrano andar per la riviera verso Brexa, overo in
manloana per andar nel regno. Item, che quel Irom-
bella havia conduto al duca di Brexvich capilanio
general di V exercilo quelli 1 ! lodeschi fo presi, di-
condoli da parie del Capilanio Zeneral \\ mandava
li presoni, et che saria ben fato far bona guerra et
non brusar come i fanno. Il qual rispose el Ca|)ilanio
li doveva far apicar, perché erano andati fuora del
campo el di Pordine suo, el quanto a far bona guer-
ra, che i lochi erano abandonali, né poteano haver
viluarie per i soi danari, el tulli quelli che Irove-
rano cussi vuodi et non vorano dar ubedienlia a
la Cesarea Maestà, la qual lui rapresentava, li bruse-
ria, el che la Signoria doverla star in paxe con
l' Imperador. Et altre parole, ut in litteris, Item,
scrivono il Capilanio Zeneral dice che
Da Vicenza, di reciori, di heri. Come ha-
veano inviato a Verona Zuan di Naldo con la sua
compagnia di cavali 100, et fanti di ordine del Ca-
pilanio Zeneral et
. Vene in Collegio sier Nicolò Malipiero venuto
governador di la Zefalonia, vestilo di raso negro,
in loco del qual andoe sier Nicolò Bragadin electo
per danari, qual e morto, el referile di quelle oc-
correntie, el non potè compir per la venuta de li
oratori.
Vene sier Gasparo Contarini va oralor al Som-
mo Ponlifìce, al qual li è morto uno fradello, però
ha dimorato a parlirse, et tolse licentia et parlirà
per Orvieto. Da matina va . . .
Vene il Legato del Papa episcopo di Puola, di-
cendo
314*
Vene Y oralor di Pranza.
Vene V oralor di Anglia, el insieme con T ora-
lor di Pranza fono in Collegio, el parlono sopra
Vene V oralor di Piorenza, dicendo haver lei-
loro di soi Signori, di con avisi di 3, del
campo, da Napoli, el che haveano terminalo nel
suo Conscio di far 4000 fanti et 250 cavali lizieri,
de quali ne mandcriano de qui in aiuto nostro con •
471
MDXXVni, MAGGIO.
472
tra questi lanzioechi 5000 fanti et 1 50 cavalli li
zieri. Il Serenissimo solicitò vcnisseno.
Vene 1* orator di Ferrara, dicendo il suo signoi
feva fanti per nrielerli in Modena et Rezo.
Se intese come la fusta, armata per parte presa
nel Conscio di X con la Zonla, patron Domenego
Sesola, sora Duizìgno a di . . . su la qual era sier
Otavian Bon di sier Alvise qual era andato con
ditta fusta per Golfo in terre di turchi per liaver
Tormenti et montòr su la fusta con danari, qual se
ribaltò. Ànegadi 40 homeni di la fusta ; ma il pa-
tron scapolado, ma il Bon anegado qual era serato
in pizuol, et sul fondi si tene molti homeni et sca-
polono.
Di sier Toma Contarini va orator al Si-
gnor turco, di 5, da Sibinico. Come erano zonti
lì cavali mandò a tuor dal bassa di Bossina, et da
matina partiria per Costantinopoli. Elscrive,rorator
di r Archiduca qual vene molto bonorato con ea*
vali 120 et molti presenti al Signor, hessendo a li
confini, né lassato andar avanti senza ordine da la
Porta, a la qual li sanzachi haveano scritto, par
che M ditto mò sia andato un poco più avanti.
In questa matina partite di qui Nicolò Sagudino
segretario, va a Ferrara con la commission datoli
per Collegio ; al qual fo dato per spese ducali 50.
3' 5 Copia di una lettera del signor duca di Urbino
eapitanio generale nostro, di Verona, a dì
18 di Maeo 1528, scritta a domino Bah
dantonio Falcutio suo orator.
Nobilis dilectissime noster.
Hieri vedessimo lettere di la Illustrissima Signo*
ria a questi clarissimi signori che sono qui, con
molte particularitate ; et tra le altre una largissima
expressione di la fede che quella mostra haver in
la persona nostra, et una pur largissima voluotà
sua che habbiamo et si habbia a noi tutta V ohe-
dientia nel governo di le presente occorrentic. CI
benché sopra ciò, come circa le altre cose de le
quali non replicaremo, respondessimo quanto occu-
reva a li prefati clarissimi, li quali siamo certi che *l
tutto habbiamo scritto a quela, non di meno, per*
che in questa parte non ci pare poter tanto dire del
desiderio nostro et del dcliberalissimo animo che
habbiamo a questo servitio, et consequentemente
mostrare quanto possi operar in noi questa tanta
inclinatione che vediamo haver la Illustrissima Si-
gnoria a la persona nostra che in effetto non sia
magior el la fede di qucla verso di noi, tanto più
si accresse il debito nostro verso lei ; il qual acom-
pagnalo dal naturale desiderio che habbiamo del
servitio suo, é alto ordinariamente per sé stesso a
lenirsi continuamente infiammali in questo deside-
rio di fare tutto il possibile, et tanto maggiormente
acompagnati il debito et la fede sudetla, onde ella
se riprometta più certo ; et cussi per parte nostra
la certiOcarete, che la persona nostra et la vita con
tutto quelo che possibel sia di fare, sia per exporsi
in servitio suo tante volte quante occurrerà senza
alcuna consideratione di alcun altra cosa, et cussi
volunlìeri come possibii fusse di exprimerla.
Ringratiandola prima, con ogni efficatia di que«
sta tanta expressione di la f%de sua in noi, gli noti-
ficarele apresso, che hieri, siconie pensiamo questi
clarissimi signori haver scritto, mandassimo un no-
stro trombetta ad acompagoar queli lodeschi che
furon fatti pregioni, et questo per dui eSecti : Tuno
perché esso nostro trombetta bavesse questa scusa
di transferirsi là per vrder' et intender più che si
fusse possuto de le cose de nemici ; V altro perché
parlasse al duca di Pranzvich dolendosi di questi 315*
abruciamenti et rovine fuor del debito et de le ra-
sone di la guerra che fa quelo exereilo, et li rìcor-
Aassì a non permeter questo indebito ; del quale
offitio non volessimo mancare, non già perchè ha-
vessimo fede che giovasse, ma per scaricarci de
tutti li debiti, et poter poi tanto più rasonevolmente
procedere contra essi el le cose loro con lì mede-
simi termini. Tornò il trombetta questa matina, et
in risposta di questa ambasada raportò che le com-
missioni de r Imperatore al prefato Duca erano
ancor magiore et più acre che non sono questi
effetti, i quali esso più tosto moderava cbealtrimen-
te ; al che noi non potemo fare che non dicessimo
lui far molto bene il debito del servitore, rendendo
cosi chiaro testimonio de la bontà de T imperatore
suo patrone. Referisse, che hozi sono mossi da Coi-
lano el Castelnovo el caminano a la vol!a di Pe-
schiera per passare a quel luoeo, onde come hab-
biamo aviso che sitano arrivati o passati poco di là
da Peschiera ; del che se succederà non pò tardare
che non habbiamo aviso, mandaremo presidio a
Bressa, et saranno la compagnia di missier Antonio
da la Riva et quela di Cesare Grasso et I* altra di
Pietro Maria Aldovrandino da Ravenna, che tutte
sono a r ordine et le barche preparate per traspor-
tarle secondo ce fa intendere il eapitanio del Lago,
et qua reimpiremo de la compagnia di fanti di mis-
sier Giovan di Naido, per la quale già habbiamo
scritto a Vicenza, con ordine che l'altra compagnia,
473
iinnvm, uaooio.
474
che é quela di Baldaserra Azale stia anchor lei pre
parata et pronptissima. Et cussi di mano in mano
cargaremo con queste gente et la persona nostra, et
reinipiremo secondo il bisogno. A Bressa habbiamo
scrìtto et dati li ordini debiti et fatto sapere il pen^
sier nostro di presidiare quela cittì. Il medesimo
habbiamo fatto in campo avertendo queli signori
del (ulto, et racordaitdo et sollicitando le repara-
tioni di Bergomo et la prompteza per le prò visioni
di la difesa di quelo se bisognasse ; et cussi per
quanto sarà in nostro potere havemo V ochio, la
mente et la consideratone per tutto, né perdoneremo
a vigilia né a fatiga o pcrìculo alcuno al qua! fusse
necessario di exporci per servitio dì queli Illustris-
simi Signori, a li quali racordarele per parie nostra
che voglino soli«i!are il venire di le altre compagnie
che se aspettano, et far che de roano in mano ne
siamo avisati, a ciò sappiamo come potercene ser-
vire. Et in bona gratia di lor signorie molto ne raco-
316 mandarete, facendoli intendere che habbiamo man-
dati fuora de li nostri cavali legieri per haver nova
de ioimiei, et che non sono ancor tornati, et di
quanto riporteranno saranno avisati. Oltra di que*
sto, gli farete intendere, come, havendo noi poi che
siamo di qua praticato missier Jacometto Novello,
r habbiamo veramente trovato persona niolto ca-
paze de le cose de la guerra et esperto et pieno di
quele bone parti che convengono ad un soldato par
suo, onde per questo et per lu grandissima fede et
servitù che gli mostra haver a questo Stato, certa-
mente siamo de lui molto satisfatti, et benché pos-
siamo essere certissimi che tutte queste cose siano
beo note a la Illustrissima Signoria havendola quela
si loiigamente experimentalo, non di meno per sati-
sfare a la verità, et perchè no! facendo ce parerla
mancar al debito nostro, vogliamo che gli lo expo-
Diate ancor per parte nostra.
Havendo scritto sin qu), é tornato chi mandassi-
mo a spiar de nemici, et referisse come arrivavano
tuttavia a Peschiera, et però expediamo in questa
hora a la volta di Bressa con V ordine sudetto^ et
con tutta la sollicitudine le dete compagnie. Né
altro ocorre. State sano.
Da Verona, a li 18 de Mazo 1528, a
hore 20.
Dux UuBiNi etc. Urbis praefec-
iu8 ac Serenissimi Vene-
iiarum Domimi Capita-
neus generaliSy eie.
Da poi disnar, fo Pregadi, et ledo anaissinae 317')
lettere, et vene:
Di Franga, del Juatinian oraior, da Boesì^
di 28 del passato, 2,4 et .... di V instante.
Scrìve di un consulto i fatto li oratori di la lìga con
il Gran Canzelier cardinal, zerea le provision da
esser fatte contra questi lanzinech che vien in Italia.
Erano quel del Papa, 2 di Aoglia, lui nostro, Fio-
renza et Milan. Et par che lo episcopo di Pistoia
nontio del Papa facesse mal oficio contra la Signo*
rìa nostra, dicendo le manca di fede, causa di
la ruina del Papa, che tien Ravena et Zervia al Papa
conlra il dover, che promette una cosa et fa l'altra,
Item, quel di Anglia, uno disse che la Signoria do-
veva render Ravena et Zervia, et T altro orator
disse questo non è tempo di parlar di tal cosse, ma
atender a far le provisìon conlra li nimici. Lui no-
stro iustificò la Signorìa destro modo per non iritar
Pistoia. Quel di Fiorenza disse bisognava haver un
bon capitanio, laudando tuorii duca di Ferrera.
Et cussi non fo fato altro. Da poi, davanti il Re
fono, et concluse Soa Maestà mandar pressidio di
6000 lanzinech et 9000 francesi i quali per 30 Mezo
sarìano a Ivrea, et li danari fosseno per pagaril. Et
il Gran Maestro et Gran Canzelier disseno di la
segurt& a Lion. Tamen il Re non lo disse. Et pili,
par che voglino che fiorentini ne pagano 3000 ; et
par che quel orator fiorentin dicesse non haver
commission, ma tenir li soi Signori asenteriano.
Scrive, esser zonto quel nontio di Anglia con l'ora-
tor di madama Margarita dia passar io Spagna da
r Imperador per veder di acordo, el qual voleva
qualche assenso da questa Maestà ; ma i non li volse
dar alcuna parola per star su la reputation.
Di Anglia, del Venier orator, di 2i Aprii,
da Londra. Come quel orator di madama Marga-
rita, con uno homo del Cardinal erano parliti per
andar in Pranza et de 11 in Spagna da V Imperador
per veder di tratar la paxe, come scrisse per le
altre.
Da Verona, di V Emo podestà. Nani et 317»
Contarini proveditori generali, di 18, hore 22,
Come inimici erano levati, come scrisseno, in ordi-
nanza, et scrive V ordine é andati a Peschiera et
brusato le Cavalcasele; eh* é segnai vadioo in bre-
xana. Per il che, il Capitanio Zeneral ha termina el
expedito da fanti 730 sotto tre capi per Brexa, zoé:
Tognon da la Riva con 40(^ Piero Maria Àldovran-
din con 181, et Cesare Grasso da Ravenna con 150,
(1) La carU 316* è bianca.
475
MDXXnir, ÌIAOQIO.
47S
' i quali andarano per il Lago, perchè il Proveditor di
Salò ha mandalo ^0 barche grosse per levar li land
predilli, sicome li foscrillo. Scrive il modo di levar
inimici, le fatilarie prima, con li homini da cavalo
alorno arlellarie el bagaie, el queslo era il primo
squadron, poi la butaria a questo meJemo modo,
et il retro guarda con bellissimo ordine, el vanno
tulli seradi, et il principio zi era intralo in Pe-
schiera.
Da Brexa, fono lettere di rectori et sìer
Marco Fosmri proveditor jseneraì, di 17, do
lettere, come dirò di sotto, el provision fatte per
custodia di la terra. El come haveano chiami el
Conseio, et queslo perchè molti ciladini si dolevano
dicendo la Signoria li voi mandar via come inlidcli.
Al che redutlo il Conseio, esso Provedilor fece una
oratione laudando la fede di quela magniGca città,
et che queste zanze non erano vere, imo erano
carissimi di la Signoria nostra per molte expei ien-
lie, et cussi al presente si vederia, el stesseno tutti
di bon animo, exortandoli lutti a far le provision
et a ricordar quelo achadc eie. A le qual parole
uno dolor nominato .... fece le parole per li al-
tri, che fé* lacrimar molti ringraliando la llluslrisima
Signoria et loro magnificeutie di la fede hanno in
loro, la qual è certissima, et che si alcun vi è di
cativo si voria darlo in nota, mandarlo fuora et
sculpirlo in le colonne, offerendosi la facullà et le
persone a benefìcio di la Signoria nostra et per la
conservalion di la terra. Item, scriveno di le teiere
del signor Alvise di Gonzaga, sicome dirò di sotto.
Da Salò, di sier Hironimo Gradenigo prò-
vedador, di 17. Come tutll'havevano sgombrato il
suo el condutto in Brexa, el
318 Copia di nna lettera da Brexa, scritta per
Zuan Francesco Guarneri, a dì 17 Mazo
1528, a sier Lodovico Fioravanti Li avisa
il modo del perder Pavia,
Sppcfàbilis maior honorande.
Mai ho possuto intender come fu andata la cosa
di Pavia ; et non tanto quanto si diceva per le piaze,
et quelo lutto era in vergogna del nostro capitanio
Longena, ita che mai vi ho possuto scrivere. Hora
che r è venuto li nostri honteni d' arme feriti, quali
ne hanno dillo la cosa còn)e V è stala, a consolation
vostra et de tulli li amici ve ne ho voleslo signili-
care, perchè me pareva ben strano, che lui che
sempre ha al tempo de la vita deportalo bene, che
adesso se havesse fallo vergogna. Il caso e queslo.
Lo nostro capitanio ebbe la sera le spie come erano
fuora di MilanO; el come erano venuti ad alogiare a
Dinasco. Lui subito fece ingrossare le guardie ed
avisare tutti li capeianii, el tutta la nolle slete a
cavalo el continuamente visitando le guardie, per-
chè se dubitava con elFetto che non li volesseno
zercare de robare la lerra. El cosi stando a cavalo,
li inimici ussirno del Barcho et veneno verso el
bastione dove era missier Cesar da Martinengo et
lo elusone con la più grossa guardia che li fusse.
El come visleno venir ditti inimici, senza uno spi-
rar di archobuso, né dar alarma, abandonorono
quella impresa ; ita che loro apuzorno le scale et
veneno dentro, che mai le altre guardie se ne aeor-
sero, ita che quando inteseno queslo, lo capitanio
Longena corse a queli con li soi homini d' arme, et
lo signor Ifannibal Fregoso, el con loro combaie-
rono un pezo. Ma quelli di la lerra cridavano : Im-
perio, Imperio, el a bone sasate et quadrelate da le
fanestre, ita che tra quelli erano intrati et quelli
introrono tutta via, con quelli di la lerra, serorno
lo prefalo capitanio in mezo sopra una strata et li
fu ferito 4 homeni d' arme, et lui ha rotta una gam-
ba da uno sasso, ita che fumo presi a questa foza,
et non come lo vulgo diceva ; siche del lutto ve ne
ho voleslo avisare, aziò che subilo avisale lo Sere-
nissimo el tutti li amici, et etiam andar in Collegio
a farli intendere ogni cosa, che così è la verilà, et
tutti li homeni d' arme lo hanno dillo al clarissinio
Proveditor. Mi non so quelo habbia scritto ; ma lor
sono per iustiticare in cadauno loco la cosa esser
cosi. Circa mo' al capitanio, il signor conte Lodovico 3
Beizoioso non ha voleslo lassar la taia ; ma dice che
el vole che M stia cosi, et li ha ditto che dovevano
dar lo asalto da meza notte, et quelli di la terra
dovevano dar alarmo dentro. Si che inteuJele il
tutto che lo trattato era dentro. Non ve dirò altro.
Avisatime di quanto haverete operato.
Pa Brexa, di sier Dotnenego PiBamano pò- a
desia, di 17, hore 15, scritta a sier Gregorio
suo fratello. Come (in questa hora non è jiova al-
cuna de inimici, né se ha hauto lettere di Venelia.
Ma in questa hora è venute lettere del proveditor
di Salò, per le qunl ne avisa come nemici haveano
haulo Venere a di 15, a hore 23, il loco di Lacisc
per forza.
Tamcn, da Peschiera sono lettere, di 16,
Come inimici l)atevano ditto loco, et che 1 capita-
nio del Liigo era 11 con Tarmata, et che nulla dubita*
^TI
IIDXXVIII, UAOGlO.
m
vn. Hnbbiamo, nemici haver brasalo Cavi^non et i
Panlego, al erano venuti a le Cavalchaselle, Cislel-
novo ci quelli contorni ; et per quello cegnavano,
voleano bular uno ponle sul Menzo, di sollo da
Peschiera per do mia. Heri sera ne sopragionse qui
dal campo uno capo di slratioli con zerca cavali 40,
quaii habbiamo fallo cavalcar questa matina per
lempo, con orJine che vadano fin a visla de inimici,
aziò che con certezza ne sappi dir dove i sono essi
inimici. Et habbiamo lettere di Verona del Podestà
et Provedadori, che nulla dice dove è li inimici. È
ledere del signor Alvise di Gonzaga a quel domino
Zuan .... da Gambara piene di dolceza et hu-
manilà, mollo iuslificatorie de ogni sua operalion*»,
affirmandone non haver preso partilo alcuno con
imperiali, ben esser sia da loro richieslo et da luì
coresposo con bone parole, et li ha rechieslo voler
cavali 400 et bon numero di fanti con altre provi-
sione; da li quali dice non haver hauto un soldo né
resolutione, et ne aferma non haver altra genie che
cavali 96 et archibùsieri 100 et la magior parie
venuti più per amicitia che per premio. Et par per
ditte lettere el desidera esser abrazalo da questo
Stalo, perché dice esser sta risposo da Venelia da
quei signori, che poi che 1 non ha voluto acelare la
condutla, se ne avedcrà come se alroverà. Et lui
dice che, vedendo venir uno exercito alemano in
Italia et esser lui abaiidonalo da questi signori, la
polcnlia del qual exercito a qualunque gran Slado
dia poner leror, però lui havea mandato sui messi
a questi imperiali per veder di non esser minalo ;
ma che non era seguilo più di quello è dillo di
sopra, et per ma;;ior cerleza ha mandalo qui la
propria lettera li scrive il capilanio Zorzi Fransperg
da Mantoa in questa materia, di la qual mandano
la copia a la Signoria.
319* m dito Podestà di Brexa, di 17, Jiore 21.
Dapoi scritte le altre lettere, si ha inimici esser in-
ibii in Peschiera el corsi fino arente Rjvollea, in
modo che siamo certi tengono questa volta. Per il
che, havemo expedilo subilo in campo a Cassan et a
Verona. Non so che previsioni faranno. Ilabiamo
per via oplima el secura da chi el pono saper, che
questi pensa haver Verona o quosla lerra di Brexa
non per forza, ma per assedio; sapendo loro non li
esser vituarie. El in questa hora habbiamo expedilo
in Val Trompia a levar fin 400 archibùsieri che in-
trino qui in la cita, zoé quelli che za havemo falli
proparar. Eiiam domalina faremo inlrar Falcon da
Salò, Ferazin da Brexa et Batislin da Rimano, quali
bavevamo inlertenuli qui arcnle la terra alozali, et
erano destinali per campo n Oissan ; et saranno da
500 fanti. Quelli fanti deputati in castello intraranno
questa nolte. Et habbiamo expedilo domino Bapli-
sla Martinengo ad Axola, e partirà questa notte; ma
la sua compagnia era per avanti intrata in Àsola di
ordine nostro. Scrive, siamo insienie col Capitanìo e
Provedìtor zeneral Foscari per far molte cose, el
quello succederà avisarà. Né di Paulo Luzasco scrive
alcuna cosa, per non saper nulla loro.
Di campo da Cassan, di sier Toma Moro
provedìtor general, di 16, Jiore 4; ma prima
scrive di Bergamo, dì 15 . Come era andato II
per proveder di sussidio, et posto 4 compagnie den-
tro el proseguir la reparation. Hor per queste scrive
esser ritornato li a Cassan quel zorno di 16. Scrive
aver mandato domino Paulo Luzasco con la sua
compagnia de cavalli lizieri verso Verona, richieslo
dal Capilanio Zeneral. Ma ozi, essendo a Bergamo,
ave lettere di la Signoria nostra come nostra inten-
tion era che il signor conte di Caiazo con la sua
compagnia venisse a Verona, el essendo parlilo ditto
Luzasco, se revochi. Scrive, di qui è pochi fanti nu-
mero, sono numero . . . , et levando dillo Conte
qual ha fanti 1000, si restarà 5o/Mm con 2000 fanti,
perché si ha convenuto meler in Bergamo 4 com-
pagnie ancor che parie siano pagate et parte non ;
et restando de qui pochi, polria seguir qualche di-
sordine. Scrive la cossa di Pavia. Li nostri soldati
fono trovali a dormir né hanno voleslofar il debito
suo; el scrive esser zonli là in campoil magnifico An-
tonio Martinengo et il Cluson con le compagnie el il
Coscho ; il qual Coscho si ha portalo bene el non
ha colpa alcuna. Il Longena ha hauto 1000 ducati
di laia ci domino IJannibaI Fregoso 500; el il Vi-
Ai
coaro è ferito, el Da Porlo
qual esso Provedilor ha fatto comandamento ven-
gino a la Signoria nc^slra a zio la Signoria ne fazi
provision; li quali erano sta avverlidi di Tussir de
inimici di Milano e di Tandar a la sua volta ; ma loro
non hanno voluto far il suo debito. Quelli di Milano
baleno Abiagrasso e con gran solicitudine. In que-
sta hora é gionto da Milano domino Candian slato
pregion in Leco, qual dice inimici dicono voler ro-
bar Bergamo.
Da Verona, di 17, a Francesco Cherea,
vidi lettere. Come il suo patron Hercules Poeta,
che era in la Chiusa, ha hauto più di uno assalto da«
gli imperiali el valorosarpenle si ha difteso essendo
il loco non mollo forte e di pericolo grandissimo,
et fu ferito de uno arcobuso et passalo il brazo de«
Siro; et possali li inimici, é venato qui a Verona o
320
479
HDXXVm, MAGGIO.
480
t
medicarsi. Inimici questa mattina son aviati alla
volta di Peschiera, et vanno di longo ardendo ville,
case et tagliando arbori et vite, non lassando di
usare ogni sorte di crudeltà, tale che dove vanno
lassano come Tulgur il segno. Sono da 15 milia sotto
insegne 36 ; hanno con loro pezi 35 di artigliaria
piciola campestre, et dui canoni. I nostri fanti ne
hanno morti et presi infiniti, et nel partir che hanno
Tatto di lii, dice gli hanno tolto una zatra carica di
farina et di vino et condotta a salvamento nella
Chiusa; et gli hanno levalo una caretta con le ba-
gaglie di uno homo d' arme con mille belle cose
sopra, di maniera che hanno guadagnato bene.
Di Ferrara, del Duca, scrive al suo orator^
d) . . . Come ha inteso il Papa fa fanti, et etiam
h Signoria expedisse il suo Orator destinato a Soa
Santilà. Louda summamente ; ma scrive é bon non
fidarsi, e metersi in ordine etiam di fanti come fa
lui per mandarli in Modena et Rezo et dove biso-
gnerà ; et che di la caxa non scrive altro, conoscendo
la prudentia di la Illustrissima Signoria e Tamor li
porta; saperà ben far la executione.
331*) Fu posto, per i Savii, di mandar sier Hironimo
da Canal fo provedilor zencral in Dalmatia e capi-
lanio al Golfo provedilor in Dalmatia, con ducati
100 al mexe per spexe, a far 500 cavalli de corvati.
Meni con se 8 fameglii ; tegni otto cavalli computa
il segretario; et sia expedito con la commission el
danari parerà al Collegio per lì do ter/i di le
ballote.
Pu poslo, per li ditti, che al conte Claudio Ran-
gon li siano dato condutta cavalli lizieri 100, oltra
500 fanti li fo dati per avanti, ut in parte. Fu pre-
sa. Ave: 134. 7. 0.
Fu posto, per li ditti, che al signor Zuan Fran-
cesco Orsini, fo nepole del signor conte di Pittano,
oltra fanti 600 li fo dati, li siano azonti altri 400
fanti si che babbi 1000; et oltra cavalli lizieri li fo
dati numero 50, li sia zonto allri 50 cavalli lizieri,
in tatto 100.
Fu posto, per li ditti, che a Malatesla
fradello del signor di Rimano, al qual fo dato 600
fanti, li siano cressuti altri 400, in tutto 1000.
Fu posto, per sier Lunardo Emo savio del Con-
gelo, sier Bortolomio Zane e sier Filippo Capello savii
a terra ferma, che Piero Longeua conduticr nostro,
era io Pavia a quel governo, sia casso de li nostri sti-
pendi, et a li allri tutti che erano in ditta terra.
Dominati di sopra, non li sia dà alcun stipendio lino
(i) U c«rto MO* è Muusc
per la Signoria nostra sarà scritto al Provedilor ze-
neral Moro quello habbia far.
Et sier Valerio Marzello, fo Savio a terra ferma,
andò in renga per contradir, e Thora era tarda ; fo
rimesso a uno altro Conscio, et fo licentià il Conscio.
Fo leto la lettera di la Signoria di Fiorenza
scritta di qui al suo orator.
Fo invidati andar doman ad acompagnar il Se-
renissimo in chiesa di San Marco a messa, per'esser
Tanniversario quinto compite del suo ducato, eleclo
in tal zorno.
In questa mattina el cardinal Corner nuovo fece
un pranzo a caxa sua a quello li ha porla da Or*
vieto il capello, qaal é del Papa, nominato
domino di Medici, e la sua compagnia;
al qual iotravenne etiam alcuni zentilhomeni no-
stri so* parenti, el altri che andono ad incontrarlo
Ad\ 20. Fo San Bernardin, et vezUia di la 321*
Bensa. Il Serenissimo, vestito damaschin cremexin
vene in chiexia di San Marco a la messa, contra il
qual andò il clero con la croce cantando. Erano ora-
lori Papa, Pranza novo, Anglia, H»ugaria zoè Vay-
roda, Milan, Fionnza et Ferrara, mancava Manloa;
el solo uno Procurator, sier Alvise Pasqualigo. Et
fo dito la messa solenne per Tanniversario quinto
compito del suo ducato.
Dapoi si reduse in Collegio, et Poralor di Pran-
za venne et mostrò lettere del Re in conformità de
li 6000 lanzincch el 2000 francesi Soa Maestà
manda in Italia ; et adi 20, eh' é ozi, dieno esser a
Ivrea. Però si provedi di danari.
Di Verona, di l'Emo podestà et Provedito-
ri, di 19, hore 3, Come il pressidio di fanti 600
mandono a Brexa, quali se partirono con scoria per
montar in le barche, par siano montali, el la scorta
tornata. Si tìen saranno zonti e andati per il lago;
ma bisognerano passeno per la via di sopra i monti.
Questo perchè inimici erano venuti verso Salò ; ci
quelli del loco, per non esser brusati, feveno conscio,
et voleano darli danari. Loro voleano meza paga;
lien gè la daranno. Sier Hironimo Gradeuigo pro-
vedilor di Salò non havia più ubedientia, come lui
scrive ; el Lonà era perso, però che li cavalli lizieri
del signor Alvise di Gonzaga el Pyro di Gonzaga
erano corsi li el intrati in Lonado.
Di Lodi, di sier Qvbriel Venier orator^ di
16 et 17. Come il Duca é disperato per la perdeda
di Pavia e ruiuà tutta T improsa. Il Coscho non è
sta causa; ma la pocagine de li nostri, quali dormi-
vano quando inimici venero. El cussi sono ritornati
Iq campo a Casoan le zenle. Scrive, il Duca baver
481
UDXXVlIIj MAGGIO.
m
aviso che a Ivrea è zonli GODO lanzinech che 'i re
di Franza manda Italia.
3*2-2 J)a Brexa^ dì sìer Zuan Ferro capitanio,
di 18, vidi lettere particular. Come, essendo
rotte le slrade non poi cussi spesso scriver come
face»; el poi sliamo in far continue provision in la
ci(là e di fora. Ilabbiamo mandato ad Axola la com-
pagnia di missier Balista Marlinengo, e al presente
maodeflio la sua persona con 40 bomeni d*arme a
la liziera, el domino lacometo di Val Trompia con
100 archìbusieri; sicbé bisogna far provision in la
cita e di fora. Inimici hanno tolto Peschiera. CI Pro-
vedilor di Lonà sier Francesco da Mosto ha aban-
dona quel loco. Lacise, Cavrin, Bardolin el Ca-
stioD del Lago è sta brasali. Se dice sono da 30 mi-
lia el ne aspelano ancor 10 milia. £1 manda una
lettera capitata ne la man del conte Zuan Francesco
di Gambara, qual dice cussi :
Vi faso intender, come in questa, notte andamo
in campo di V Imperador» el Signor con la compa-
gnia di certo Visidira. Come Texercito imperiai so-
no 30 milia persone per venir doman da matina a
lozar a Peschiera et venir a la volta di brexana
senza falò. La via che loro habbia a far non lo so ;
ma de cerio, conte Io campo de Tlmperador passa
lo Menzo, lo signor Antonio da Leva passa Adda
con lo exercilo che era in Milan, salvo quelli che
resta a la guardia di Pavia. Lacise, Cavion, Bardo-
lin et Oistion del lago di Garda sono brusati dal
campo imperiale. Ancor lo inlardigar loro fanno,
sono per causa che loro aspectano altro soccorso di
IO milia persone. Se dice che loro vanno a la volta
di Zenova di certo. Vi so dire che loro bruza et
amaza et fa presou el fano lulo male.
La qual lettera e scritta per uno che sta col si-
gnor Alvise di Gonzaga, sènza di; el non dice chi la
scrive uè dove la sia scritta. Nui de qui habiamo
mandato a tuor de li homeni di le valade.
Di sier Domenego Pizamano podestà di
Brexa, di 18, pur particular. Inimici ebbero
Lacìse et lo hanno bruzalo. Da poi veneno alcuni a
dimandar Peschiera con le brarale solite, el per
quel proveditor sier Hironimo Barbaro fo abando-
nata ; il qual zonse in questa terra hieri sera a bore
33, et dice mai aver potuto haver da li Provedi-
lori di Verona salvo lettere; el era restato solo et
per questo é venuto via. É zonlo qui etiam sier
3^^« Francesco da Mosto provedador de Lonà. De ini-
mici, fo mandato 40 cavalli de slralioli venuti qui
dal campo del Moro per sopraveder fino eri matina ;
et flo questa bora dodicesima non so quello possi
/ Diarii ii M. Banutq. — Tom. XLVIL
esser. Di Verona non habbiamo nulla, né etiam
dal proveditor Moro, salvo messi con solieitara
mandarli danari. Nui de qui non manchiamo per le
forze di far più del possibile, e \ioi\solum habbiamo
cura di questa citta, ma di Axola, eh' è loco su
questo brexan de imporlantia. E sta mandali fanti
e domino Batista Murtinengo, e bora pagamo 110
arcliibusieri di lacomin di Val Trompin e speramo
questa notte farli inlrar in Axola; etiam domino
Batista predillo, el ritrovandosi qui 40 homeni
d'arme di Cesare Fregoso, questa notte lutti inlre-
ranno con H fanti in Axola. Tolemo danari impre-
stedo sopra le specialità nostre. 5emo in pensier di
mandar a Ponlevigo e a lì Orzinovi qualche pres-
sidio di homeni di le vallade ; et in questa città non
si manca di far quelle provision siano possibile a la
conservation di essa.
Bel ditto, di 14 hore, pur di 17. Ilavemo
bora bora aviso inimici esser corsi fino a Calzinà; si
che lutto questo territorio é in preda. Ha verno pra-
ticato che questa città pagi fanli 500 per vardar di
la terra ; et é sta chiama il Conscio per dapoi disnar,
e non femo difi'^ultà. Obteniremo ; ma bisogneria
haver qui uno homo da capo, come seria domino
Antonio di Castello o un altro sìmilCi altramente le
provision noi) valeranuo la milade.
Di Nicolò Barbaro capitanio dil lago, date
al lago, de 18, a sier Gregorio Fizamano, Io
non scrivo cussi spesso per esser in continue fa-
tiou ; pur farò questa, notiGcandovi che li inimici
ogni giorno scaramuzsino con nui, benché io non li
do impazo; ma loro, quando mi acosto a terra li
archibusi lavorano, el io defendendomi fazo il si-
mile. Et a Lacise veneno a dar una baiala ; ma per
balaia da man non hanno potuto haverla. Messeno
19 pezi de artellaria, che li fu gran vergogna uno 323
exercile cesareo piantar arlellaria a una villa et
mantenirla tre giorni. Io era al fosso di la terra con
una fusta, con Tallra a Taltra banda, et fo ferito da
uno arcbobuso il duca di Bransvich capitanio gene-
ral de tutta la genie d*arme, et morti molli altri
et maxime dui capitanii. Sono gente strasordinaria;
messeno foco et bruzarono quasi la mila di Lacise,
et non seria sia altro si non andava due barche da
Salò armate con alcuni fanti senza mia sapula né
inlelligentia ; che se havesse auto autorità haveria
fallo impichar tulli. E di questo ho scritto alla Illu-
strissima Signoria el ali clarissimi reclori. Dove
vanno, bruzano. Hanno bruzalo gran parte de Cha«
vaion, Chalmasin ci lutto Sandra, Colla, Pacengo et
parie de Caslelnovo. Sono inlrati a Peschiera, et
81
48^
HDXXVilI, MAOOIC
nndaranno a Rivoilella et Desanzan;el tulio me-
(erasso a foco. Vorìa haver libertà de poter farli
male et assaltarli e andar sul suo. Non so perché,
(ulta la Riviera tiluba et danno poca obcdientia. Se
fosti qui, vederesli gran compassion et doglia. Sono
genie disordinale; se fosseno'400 cavalli lizieri non
haveriano fallo la mila del danno. Defendete Lacize
Hironìmo di Padoa capitano, animosamente. Erano
tanto numero di genie, et non hanno polulo far
nulla; poco honor de uno excreito cesareo dar ba-
iala a una villa, danno tolto uno labernaculo con il
corpo di Chrislo el l'hanno bulato in (erra, et spar-
tirono el labernaculo, che era de rame, credando
fusso d'oro; CUSSI hanno fallo de le croxe.
Da Mantoa^ fa lettere di Paulo Luzasco
scritte al Capitanio Zeneral a Verona, di 18 ;
qual scrive, quello ha fallo è sia per il poco conto
ha fallo la Illustrissima Signoria de lui ; et però è
venuto li a Manloa. Tamen non e conzo con alcuno.
La copia sarà scrilla qui avanti.
333* Di Verona, di sier Vicemo Orio, di 18,
vidi lettere par ticuJar a' soi fradelli. Come ini-
mici, hessendo atorno Lacise, da nostri fu ferito il
Capilanio general de inimici in una man di uno ar-
cobuso, el mortoli il cavallo sollo; et vedendo no-
stri esser astrelli, abbandonorono la fortezza, el ini-
mici, poi presa, da sdegno la fece brusar sino su
le fondamente. A Palazuol el lochi circumvicini
bru8ono molle caxe, presi vilani, datoli taia di 20
ducali per uno, el fato morir qualcheuno. Li pre-
soni lodeschi erano qui fono liberali et, datoli un
mocenigo per uno et faloli acompagiiar da uno
trombela nel campo loro; il qual Irombella questa
malina è ritornalo. Riporta, inimici esser levali con
r exercilo el lenir la volta di Peschiera. Questa
notte dovea ussir di qui el cavalcar una grossa ca-
valcala ; poi non è andata. Solum fato star fuora
1000 fanti per senlinelle. Scrive, in questa terra é
sii presi doi per sospetto, tra li qual uno era pistor
el havia lettere che'l scriveva a Paulo Luzasco, che
non era ordine di haver questa terra per esser ben
fornita di gente.
In questa mattina, per sier Lunardo Emo pro-
veditor sopra i danari, senza altra ballolàlion del
Collegio venuto in Collegio da li Savii el poi dal
Serenissimo con la Signoria, sier Hironimo da
Canal dicendo fln 20 zorni li basta l'animo di aver
500 cavalli corvati, unde li fo dato ducati 200 per do
mexi et ducali 2000 d' oro in oro per far li cavalli ;
el qual si parie damalina. Va con luf secretano . ,
( * * • * I
Dapoi disnar, il Serenissimo, veslito di restagi
d'oro con li oratori che fono questa malina, el
Primocierio el lo episcopo di Verona olitn Datari ^j^
con le cerimonie ducal, porlo la spada sier Filip[>ci-
Trun va podestà a Bergamo, vestilo di raso ere- ^
mexin, fo suo compagno sier Antonio Juslinian
qu. sier Francesco cavalicr, vestilo damaschin ere-
mexin. Bravi etiam il cavalier di la Volpe el poi
quelli di oflìcii di Rialto, in lutto zerca numero ....,
el niun di altra qualità, come si è solili invidar. Et
questo perdio in la saia da basso par non vi possi
star pili di . . . Unum est, li altri principi el que-
sto in tal Èorno, i.ivilavano etiam altri.
Dapoi vespero li Savii si reduseno insieme.
Di Verona, fo lettere di 19, hore 2. Come
inimici erano pur a Peschiera con l'anliguarda in
ordinanza per andar verso brexana; et aspellavano
esser in accordo con la riviera di Salò overo bra-
sarli, dai qua! voleano danari per dar meza paga a
la zente ; el quelli comuni fevano conscio. Li fanti
si mondava a Verona per il Lago si partirono. Non
sanno l' exito loro.
Di Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiaplera capitanio, di 19, hore 3. Come si
ha, a Trento si aspeclava 10 milia fanti che dovea
venir a unirse con questi altri, ci dieno venir per il
canal di Brenta; el le viluarie restate a Trento se
vendevano, et hanno leva man per poter dar da
viver a questi vieneno.
Di Pranza, vene lettere del Juslinian ora-
ìor, di Boesì, di 8, 10 et 12, La conclusion è,
come, havendo sollicità con il Gran maestro, Gran
Canzclier, Madama et con la Maestà del Re, s' in-
tendi a le cose de Italia el non a far guerra, di la
regia Maestà si ha risolto che voi alender a Ralia in
che consiste la vittoria del tutto; però voi man-
dar 10 milia lanzinech, 2000 francesi, di quali sarà
capo monsignor di San Polo, el 500 lanze capo
monsignor di Ghigni ; di quali saranno presti a
Ivrea, zoè in Italia adi 15, over 16 di questo nu-
mero 4000; il resto adì 6 Zugno. Di quali voi
2000 pagi fiorentini, 5000 Soa Maestà et 5000 la
Signoria nostra.
Adì 21, Zuoha. Fo il zorno di la Sensa. lì 3;
Serenissimo, vestito di reslagno di cenlà, con manto
di raso cremexin con bavaro di armellini et bareta
d' oro in testa, con li oratori Papa, Pranza, Anglia,
Ongaria, Milan, Fiorenza el Ferrtira, quel di Manica
é amaialo, el lo episcopo di Verona di sera el il
(1) U ctrtA SU * é biioea.
m
UDXXVIir, MAGGIO.
486
Primóciepro dì San Marco. Porlo la spada sier Zuan
Nadal va capitanio a BjipuIo, veslilo damaschin ere-
mexìn. Po suo compagno sier Alvise da Riva in ve-
ludo cremcxin. Et nota : non era alcun Cao di XL.
Poi li ordenarii et li ìnvidali al pranso, zoè li ofBcii
di Riallo. In lutto erano numero ... et non più,
per esser molli con corolo. Et olirà li oflBcii alcun
non fue. Et montali in Bucenloro, andono a sposar
il mar iusla il solilo ; poi a messa a San Nicolò, et
demum al pranzo,
Dapoi disnar li Savii si retfuseno a consultar.
El r oralor di Pranza mandò a monslrar al Se-
renissimo et Collegio alcune lettere di Pranza di 1 1,
del Re, che scrive mandarà in llalia 8000 fanti el 400
in 500 lanze con monsignor (li San Polo, el altre
parole in consonanlia di le lettere di V Oralor no-
stro ; et per acertar la Signoria non é per mancar
in mandar ogni aiuto. Item, copia di lettere Soa
Maesli scrive al duca di Ferrara el marchese di
Mantoa, non voglino dar alcun aiuto a questi lan-
zinecb.
Di Lion, di Andrea Bosso secretano va in
Franga, di li. Del suo zonzer li, et come è
zonto don Hercules fiol del duca di Ferara, qua!
va in Pranza da la sposa, a la qual porla molle zoìe,
el n a Lion si melevano in ordine la fameglia di ve-
stimenti per andar pomposamente, /few, come era
li uno monsignor , qual feva li 2000
fanli venlurieri per mandarli a Zcnoa, et di lauzi-
zinech che vengi per llalia nulla scriva Et esser
zonlo lì uno nominalo domino parente
del duca di Milan, qual vien per nome del Re a
sur apresso il duca di Milan. Scrive si parte et va
di longo.
Di Zenoa, del signor Teodoro Triuìzi, fo
lettere di con alcune lellere inlcrceple di
Napoli, di primo, che quelli scrivevano a la Miran-
dola et »
325* Di Verona, di V Emo, Nani et Contarini,
di 20, hore 2. Come, essendo zonlo Zuan di Naldo
con la sua compagnia di lezieri, venuto da Vicenza,
el li soi 500 fanli, il signor Capilanio Zeneral ha de-
liberalo cheM vadi fuora con li cavalli lizieri et al-
cuni archibusieri verso inimici per veder di saper
di loro. Et per quanto intendono, sono a Peschiera
et 15 atorno ; il duca di Brexvich ferito. El mandano
uno reporlo di' uno venuto, qual dice il conle Gi-
rando di Archo è al Desenzan et va palìzando con
quelli lochi di la Riviera per haver danari ; et di
Salò
Item, vanno brusando caxe, (alando vigne el biave
di le qual si fanno coperti, el di albori, siche mi-
nano il paese, fanno prexoni villani e(c. Danno
mandato a Valezo a rechieder 500 ducali di taia, si
non veniranno a brusarli. Dice, sono da ... . milia
et cavalli 800 ; jet hanno con loro alcuni cani ligadi
con Cadene, che quando acadesse fariano per loro
gran fazione, /few, scriveno haver aviso li fanli
mandono a Brexa erano zonli a S. Pumia, mia <2
lontano ; siche saranno intrali. Et quelli di Brexa
hanno mandato 30 archibusieri a Lonà, che niun
par 11 sia andato de inimici, né quelli di Gonzaga
come fo dillo. Scrive, il signor Alexandro Pregoso
condulier nostro era io reame, è zonto 11 a Ve-
rona.
Vene in Collegio di Savii domino Baldo Antonio
Palculio oralor del Capitanio Zeneral con una lei-
lera li scrive il Capilanio, di Verona ; et manda la
copia di la risposta ha fallo a Paolo Luzasco qual
era a Manloa. Et la lettera ci la risposta saranno
qui avanti.
Di Brexa non fo lettere, el di Bergamo né di
Cassan del proveditor Moro, per esserle strade rote.
Da Buigo, di sier Vetor Diedo podestà et
capitanio, di 19. De qui passano fanti. che vanno
al campo nostro, li quali fanno danni assai, pur mi
e forzo farli caminar al più io posso. Hozi é tornalo
uno mio mandai a Modena. Referisse, el signor An-
toniolo Adorno far fanli quanti ne pono haver, et
cavalli. Etiam a Manloa se ne fanno. Ha ordine di
non si mover fina il signor Zorzi li dagi aviso. Di
Ferrara e zonlo uno altro mandai de li : dize non
si far alcuna provision di guerra. De qui è venuto
uno di la Praia ; dice che la rota e pigliata dove si
lavorava, e alquanto resentita ; immediate ho man-
dalo el Capilanio del devedo con tre compagni et
oGciali fuori a farli andar hozi et questa notte boa
numero di zeute, con ordine che essendo la cosa de
imporlanlia, mi spazi questa notte, et io damatina
per tempo sarò super loco. Le acque di canali è
grosse ; Po et V Adese eresse ma non mollo, se
cresseranno questa notte, slarò fuora tutto doman.
É un mal ; li homeni sono estenuati.
Qopia di una lettera scritta per Paulo Luza- 335
SCO al duca di Urhin capitanio general
nostro.
Illustrissimo et Excellentissimo Signore.
Sapendo io quanto è la Excellenlia Vostra grata
di la gratia sua a chi bene et fidelmente serve, da
487
UDXXVlJi; MAOOIO.
488
poi la debita reverenlia. La saperi, non essendo a li
giorni passati lo illuslrissimo signor Marchese mio
signore in bisogno di me, desiderai mollo di core
servir la Illustrissima Signoria de Venclia, sperando
con tal servitale poter anco grandemente satisfar
a la Excellentia Vostra, come summamcnle deside*
fava. Ma la sorte mia, con dispiacer mio grandis-
simo, me ha interotto dal mio disegno, imperochè,
essendomi affermato con la prefala Signoria Illustris-
sima et con manco condutta di quel che me fu dato
prima con qualche intentione dal magnifleo signor
provcditor missier Piero da Peserò sotto speranza
grandissima di quelli Signori Illustrissimi, che ve-
nendo r occasione et servendo bene sarei molto
ben reconossuto, bora che V ocasione é grande, et
che io scio de haver benissimo servilo, come tulli
quelli signori da Cassano et altri poi sapere, non
son mancato de diligentia perché il durissimo pro-
vcditor Moro ricordasse il caso mio, scrivendo
anco io in conFormilà al Serenissimo. L'opera fu,
che da poi cressuto compagnia a molti et alcuni
capitanci fati da novo, me disseron che io haveva
500 fanti. Inteso quelo che io havoa d' bavere, et
conoscendome che io non son gii novo in questi
mestieri, et che mio summo desiderio e sempre
stato con <%ni studio et diligentia de servir bene,
pensai che, non parendo a la prefata Signoria Illu-
strissima che sin hogi non havessi meritato più de
500 fanti de acressimento et maxime in questi
tempi, che manco spermza poteva bavere per lo
avenire, et cossi risposi al clarissimo Proveditor,
presente il signor Colatrale et signor conte Alberto
Schoto, sfocando alquanto la passione eh* io havea
per r onor mio, che io non potea star li di quela
maniera, atento che io son homo de honore, et che
io non era venuto a servir per altro, et che io la
pregava a volerli provedere che altramente non sa-
peva come poter servir. Sua signoria me rispose,
et de modo che certissimamente ho grandissima
causa de esserli obligato. La conclusion fu, cbeU
scriverla et che in termene de 5, o 6 giorni sperava
haver risposta, et de modo che me potria conten-
tare. Havendo io gran desiderio de restar a quel
servitio, non solamente aspettalo li sei, ma li otto
etdodesi et più di quatordesi, deliberai. aslretlo
dair honor mio di non slarvi più ; .et cossi con
animo de dimostrar sempre a quella Illustrissima
Signoria et alla Escellentia Vostra con eflecto dove
326* io potrò con honor mio che io li son servitore, me
ne son partito restando creditore et non debitore.
Et é ben vero certamente che io havevo animo di |
non mi partire fin tanto che li todescbi non erano
levati del Dominio suo; ma venendo a quel camioo,
fui advertito da amici mei che io guardassi come
venissi a Verona, de modo che, considerando il pe-
riculo, anco die in loco de gratitudine non meri-
tasse pona, mi è parso per il melio venirmene de
qui nel paese del mio Illustrissimo Signor et pa-
trone et non però andar da li inimici di sue Signo-
rie Illustrissime, li quali non hanno mancato de of-
ferirmi grado et condutta tanto bonorevole quanto
saperci desiderare, sd non fusse il rispetto che ho
a la prefata Signoria Illustrissima. Io son qui dove
era quando veni a star con quella Illustrissima ; ve-
derò se potrò trovar partilo per il quale si conosca
che io meritavo a la occasione esser tratato come
da molti signori me ne fu dato in Venetia grandis-
sima speranza ; et, come ho detto, dove conossevo
sempre di poter far servitio a la prefata Illustris-
sima Signoria et a la Escellentia Vostra, con honor
mio, lo farò de bonìssimo animo. Quel che io desi-
derare! mo' da la Escedentia Vostra, come bon ser-
vitor che li son continuamente slato, che la se de-
gnasse per solila sua gentilezza et cortesia far ca-
paci quelli Illustrissimi Signori che le soprascripte
cause mi ha fatto partire ; il che sa Dio con quanto
dispiacer son restato. Et in bona gratia de Vostra
Excellentia umilmente de continuo mi ricomando.
In Mantua, alli 18 Mazo 1528.
Sullosori'ta :
De Vostra Signoria lll.ma mi-
nimo servilor Paulo Lu-
ZASCO.
«
A tergo: Allo Illustrissimo et Excel lentissimo
Signore el signor duca d' Urbino, Capitanio gene-
rale de la Illustrissima Signoria di Venetia, dignis-
simo signor mio observaodissimo, in
Verona.
Copia di la riposta fatta per il Capitanio Gè*
nerale sopraditto a missier Paulo Lu-
eascho.
Magnifico tnisier Paulo clarissimo.
Ho hauto la lettera vostra, per la quale mi date
conto della causa che vi pare bavere haula di le-
varvi da questo servitio. Alla quale rispondo, che
cortamente P eiTetlo di questa cosa mi ha apportato
dispiacer et maraviglia, perchè non posso fare che
non pigli dispiacere quando un geutilhomo fa cosa
489
IIDXXTIII, UAOOIO.
490
che possa seminare sospetto di cattiva opinione di
sé stesso. Et questo maggiormente mi accade nel
caso vostro, che sete gentìlhomo exercitato pur
assai tempo con gradi et lodi bonorevoli, et sete
stato sempre da me molto amato. Non dico gii che
ciascuno che serve non possa quando é fuora de
3*27 obligo et che ha giusta causa partire ; ma si che'l
debba aoompagnar la cosa talmente con la condì-
tiene del tempo et de modo, che non possa essere
comentato il caso suo de altra sorte. Et questo é
qaello che mi pare possa fare che li homeoi parlino
de voi altramente eh* io non vorrei, essendovi par-
tito della sorte che sete, et in tempo di uno urgen-
tissimo bisogno delti Signori ai quali voi servavate,
trovandosi li nimici de la sorte che sono nel Stalo
loro. Et quanto alla partita, ne la quale scrivete che,
venendo voi a questa volta fustive advortito, che
doveste guardare come venevate a Verona, re-
spondo che la Illustrissima Signoria non ordinò mai
che ce fusti chiamato, et che, quando se li havesse
pensato a cosa olcuna contra di voi, il che è fiilsis-
sinio et non é chi possa rendermi meglior testimo-
nio che Tanimo vostro istesso, possendo molto ben
sapere se havevate causa de temere o non, non
saria suto men facile lo exequirla in campo ove erd»
vate, che qua entro ove fusti chiamalo con tanta
confidenza. Et a quello dicete che per il dello ri-
spetto vi paresse per il meglio transferirvi in quel
psese di Mautua» et non però andare dalli nemici,
dico che cosa alcuna non può meglio chiarire con
qual animo habbiate ciò fallo, che i modi che lene-
rele da qui indietro ; et vi concludo eh' io barò
sempre piacere che mi diale causa et ardire di po-
tere con ragion iustifìcarc con la illustrissima Si-
gnoria i casi vostri, secondo recercale ch'io vo-
glia fare, si per havervi sempre amato et esser
stalo da voi ben servilo quando vi sete trovato con
me, si ancor perché, come ho dello, a me dispiace
sempre che corra dubbio dì la buona fama di un
gentìlhomo. Et a vostri piaceri mi oflero.
Da Verona, olii 30 de Maggio 1528.
In lettere di Verona, di 20 Maio 1528. 338')
Fantarie pagade in Verona.
Sottoscritta :
Francesco Maria
duca de Urbino eie.
Il conte Carlo da Sogiano colonello del
Duca
Domino Jacometo da Novelo, colonello
Signor Astor da Faenza .
Domino Tognon da la Riva
Domino Bello di Belli da Forlì
Vicenzo Ubaldin ....
Marìan Corso
Hercules Poeta ....
Ludovico Curie regia . .
Piero Maria Aldovradin da Ravena
Cesaro Grasso da Ravenna
Aguslin ClusoD . . .
Nicolò di Masarati . .
Zuan Antonio Siguli . «
Hironimo da Padoa a Salò
Francesco Spinelli sul lago
Zuan da Riele in Castelvecchio .
8 zentiihomeni con fanti « .
fanti 600
> 500
» 400
1 400
> 300
> 300
> 500
> 300
> 300
> 300
' > 300
> 300
> 150
» 150
> 86
> 100
> 50
» 300
Summa numero 4380
Adì 22 Mago, Il aorno del mio anniversa- 330s)
fio.- 61 anno. Non fo alcuna lettera da conto leta
in Collegio; solum quelle di heri sera.
Fò baloli, che sier Hironimo da Canal va in
Dalmalia a far li 500 cavalli de corvati et altri, al
qual fo dato in contadi ducati 3000 d*oro et 300
per sue spese et 3000 troverà li, et 7 ducati darli
per la barca et . . . per il secretano ; et balotato
ave : 13 de si et 1 i di no. Siche volendo li do terzi,
non fu preso cosa alcuna. Unde si usò gran parole,
dicendo il Pregadi mette una cossa et la prende, et
il Collegio non voi. Et hozi in Pregadi si delibererà
lai materia.
Fo lelo parte di dar taia hozi a Paulo Luzascbo,
come dirò di sollo.
Fo telo le lettere intereepte do, di 13 Aprii
da Milan di Antonio di Leva, scrive a l' Im-
perador, (ome il summario dirò di sotto.
Da poi dìsnar fo Pregadi et vene assà lettere.
Di Verona, di V Emo, Nani et Contarini,
di 21, hore 20. Come hanno aviso inimici baver
mandato verso Valezo 7 bandiere di fanti et 300
dì lA carta 327* è bianca.
(S) Le carte 328% 329, 329* aono bianche.
491
ifoxxvnr, maggio.
lizierì, coD li quali par venisse iri campo a Peschiera
il capilanio Zorzi Fransperg, il signor Alvise di
Gonzaga, Pyro da Gonzaga et Paulo Luzasco. Et
conoe inimici haveano hauto ducati 5000 di la (aia
data a la Riviera, di ducati 20 milia che dimanda-
vano. 2fem, del zonzer li certi homeni veronesi
erano a soldo di Paulo Luzasco per la crida fatta,
fra li qual uno venuto da loro usoe alcune parole
bestiai et lo hanno fatto retenir. Scrive, li fanti
mandono a Brexa sono intrali con li danari a salva-
mento.
lient^ per lettere di hore . . . Scriveno esser
ussito di Verona di ordine del Capit:inio Zeneral
con li soi 100 cavalli lizieri et di esso capitanio,
et vanno per sopraveder de inimici qual cosa ; quali
par parte siano venuti a Valezo.
Di BrexGj di sier Zuan lerro capilanio,
di 19, Come hanno, inimici alemani heri sera li
cavalli tutti esser passati di qua da Menzo a Pe-
schiera, et le fanlarie a San Leonzio verso Ponte,
et vanno fazendo trazer danari a tutti quelli luogi,
et cussi temporizano. In questa hora 18 habbiamo
inleso esser scorsi alcuni cavalli Ano a Desanzan et
Padengo, facendo accordo cum la terra de danari.
Non se intende che via habbino a far. Hanno man-
dato etiam a diman lar Lonado, et questa mattina
gè habbiamo mandato archibusieri '25, se potrano
830* intrarvi. Pagamo le compagnie de Ferazin da
Brexa, Falcon da Salò et Baptistino da Rimano
con difìculti per non haver danari ; ma pur femo
ogni nostro forzo. Questa magnifica città heri nel
suo Conscio prese di tutte balole de pagar 500
fanti per beneficio di questa città. Siamo in continui
exercitii in far tutte quelle provision ne pareno
esser necessarie, ne manchamo in conto alcuno in
vigilando dì et nocte, et andando sopra vedendo le
guardie di la cittì si de note come de giorno ; et
ne bisogna non soìum provider a li bisogni di
questa città, etiam di fora a li luoghi necessarii,
maxime ad Axola dove habbiamo mandato el uia-
gnifico domiiio Batista Martinengo con la compa-
gnia sua, Jacometo de Val Trompia con l'25 archi-
busieri, el 40 homini d' arme a la liziera, con com-
mission che parendoli togliano dentro di paesani
che li p;)rerano esser fidali, siche speremo quello
loco sera fornito de pressidio. Siamo etiam per
proveder a Ponlevigo el a li Orzi benché se atro-
vamo senza danaro, et con imprcstedo si aforze-
remo far le debile provision.
Del ditto, di 20, Come di la partita di Paulo
* Luzasco non scrive ; qual è andato alli servicii del
Pontefice. Li inimici, per quanto habbiamo per più
vie, hanno fatto la spianata verso Vidixolo et He-
dole, lochi de mantoana, siche se tirerano a quella
volta. El havemo inleso che questa matina gè ha-
veano aviati 20 cara di pan. Scrive, li fanti 800 in
zerca venuti di Verona qui sono intrali in questa
città hozi.
Di sier Domenego Pizamano podestà di
Brexa, di 19. Inimici heri sera erano a Peschiera,
et haveano drizato l' arlellaria verso Ponte, che
saria demostratione voler andar verso Valezo. Que-
sta matina, por uno vcneva di Lonà, dice haver in-
teso era venuto uno trombetta a dimandar quel
loco. Habbiamo e.xpedito uno capo di squadra con
fanti 25 che habbino a intrar in quella rocha, et
conservarla ancor che il ProveJitor di Lonà si ri-
trova in questa terra.
Del ditto, di 20, Questa matina é zonti in que-
sta città fanti 700 di Tognon da la Riva, Piero
Maria Aidovrandin et un altro capo, inviati dal si-
gnor Capitanio General, eh* é sta molto a proposito
per molli rispetti. Heri mandassemo a Lonà fanti
25 con quel magnifico missier Francesco da Mosto
proveditor, qual era venuto in questa terra, del 33
qual habbiamo notilia esser intrato con dilli fanti
ne la rocha ; eh* é stato cossa molto necessaria atiò
il loco non si acordasse in darli qualche quantità
di danari a li inimici, che già era in pratica di farlo,
el saria sta exempio a tutto questo paese a far il
simile, perchè inimici con instanlia cercano che ogni
loco si coinpona con loro in darli danari. Da Salo,
per lettore di sier Hironimo Gradenigo proveditor,
non era partilo el promette di star fino a V ultimo.
Inimici faceano le spianale verso il mantoano, et
era sta scontralo 20 carri di pane che li veniva in-
contra di mantoana, el iiitendemo hanno grandissi-
ma necessità di pane. Poleno venir in broxana et
andar in mantoana. Havemo per diverse bande no-
stri messi per intender ogni loro progresso. Questa '
città ha promesso pagar fanti 500 per un mexe, el
in Conscio non ebbe ninna balota di no. Io li us<ii
alcune parole che a me parse fosseno conveniente
a simel ocasionc. Questa mattina prontauìeote sono
venuti a portar il danaro. Habbiamo etiam tolto ad
imprestedo una summa di danari per mandarli
questa sera al proveditor Moro, conoscendo il biso-
gno suo, el li mandaremo etiam ducali GODO ve-
nuti questa matina con queste fantarie.
Da Brexa aduneha fono lettere di rectori^
et sier Marco Foscari proveditor general, in la
Signoria. Del bon voler di quella magnifica con)u-
493
UDXxvnr, ukoato.
494
nilù et oblalion hanno fallo nel suo Conscio di ppe-
sfar danari, volersi difentler, palip ogni assedio eie.
Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di
19. Coloquii h.iulì col signor Duca, qual si vede di-
sperjlo ; non sa che far se questi hìnzincch venirano
in bimbardia.
33l* Zb . . . . , di sier Zuan Satisfa da Mo-
Un próveditor general, dì Conìe, iusla i
mandati di la Signoria nostra, ha mandalo in Puia
al Capitanio Zeneral cavali di slralioli numero ....
di quele compagnie, et havcndo poi haulo lellere
xerca mandar in Hislrìa altri 300 cavali, non sa il
modo conie possi, liavendo una volta e.xeguilo il
primo mandato. Però si scusa eie.
Bi sier Alvixe Pixani procurafor, prevedi-
ior zeneral in campo, et sier Piero da chà da
Pexaro procurator, oraior, date in campo de
sotto Napoli, a dì 12, 13, là et 15. Prima, ha-
ver dato li danari zonseno a monsignor di Lulroch
il qual voi si dagì per V altra paga a li lanziuech,
ciré il tempo. Il campo si va disolvendo; vien dito
che Lulreeh non se cura di.\'endo ho assà zenle. Si
sia su scaramuze ogni zorno. Hanno dentro esser
la peste et vituarie per do mexi, et più patiscono di
farine. Zonseno 5 nave con vituarie di Sicilia et
fanti per intrar in Napoli, et capilono a Gaeta, et
per tre galie del conte Filippin Doria fu preso una
sexia navo veniva di Sicilia con tumuli :2500 de
formenlo per intrar in Napoli. Di le qual galie eran
parlile .... per Provenza a condur li presoni iut
Pranza. Scrive, voriano il Capitanio Zeneral nostro
con r armata venisse. Hanno sue lettere di 8 parti-
va il dì scquenle ; poi hanno inleso esser parlilo.
Item, mandano alcune lettere inlerceple di Napoli,
ut in eis, scrivono a Milan al Leva et a la Cotìcor-
dia ... . Scriveno sono assi amaladi in campo et
ne moreno. Voriano licenlia uno di loro di repa-
Iriar, perché basta uno di loro li in campo. Scriveno,
li baroni del reame, quali il forzo è in campo, han-
no oDerto prestar a Lutrech ducali 50 milia ; ogni
zorno terre si rendeno a Lutrech. Soa Exccllenlia
fa concessione eie. Scrive in campo nostro non sono
14 milia fanti, in la citta da 9000.
332 Eziratfo di le lettere di Antonio da Leva,
scrive a l' Imperador, d\ S, 10 et 11 Aprii
1528, in PiontellOj tratte di gì fra.
Prima, dice haver ricevute lettere da la Maestà
Cesarea per Barlholomeo de Tassis di "20 Dezem*
brio et 7 et 30 di Febraro, et che esso Barlbola-
meo gionse a li 35 Marzo, et a lungo narra a Sua
Maestà quanto era sucesso in Lombardia sin a quel
giorno, et il processo di Lutrech verso il regno, et
il socorso che esso ha fatto a Leco, el ne la fine
dice queste formai parole : < Certifico a Vostra
Maestà, che se havessi danari da poter star fora, io
metteria tanto foco ne le terre de venetiani che ha-
veriano per ben de lassarmi nel Slado di Milan, et
posso dir con verità che li spagnoli el li italiani son
stati molli giorni per quelle montagne senza man-
giar bocone di pane, ma solamente qualche carne.
Dal serenissimo re di Hongaria ho lettere di 20
Febraro, ne le qual el me certifica che '1 manderà a
meza quaresima el socorso, et molto maggior de
quello ho richiesto. Et venendo il numero di le
gente che M dice, gli vorrà un mondo de danari al
mese, et non so come se potrà pagar tante genti.
Io ho scritto a Sua Altezza et a Zorzi Fransperg
quel mi è parso, né si è facto profìtto alcuno ; el se
havessi hauto danari haria fatto ut supra. Giulian
da la Spissa non e arrivalo qui, né etiam li danari
che Vostra Maestà mi manda. Quella creda che que-
sti alemani non ussiraoo di Milano se non sono
pagati, el dubito che sachcgieranno la terra. Li spa-
gnoli el taliani et gente da cavalo spero io Dio me-
narli ove vorrò. Le lellere de Vostra Maestà ho
mandato al principe de Oraoges et Lopez de Sonia,
et li ho mandato a dir quel che Vostra Maestà me
ordina. Non so quel che faranno. Ho poca speranza
che 1 Principe me diì danari, et ho tolto a cambio
de Francesco de Ara 35 milia ducati et 30 milia de
Jo. de Marin. Supplico Vostra Maestà li fazi satisfar.
Se 'I socorso viene, et lo duca di Brunsvich che
vien capitanio di esso, penso andar a coniongermi
a Bergamo con esso, che é loco grasso et richo et
mollo al proposito di sua magnidcentia, et spero 33^1
travagliar de haverlo et componerlo in più danari
che sii possibile, et poi a passar a Pavia, Alexandria,
che spero in Dio si bavera poco da far in recupe*
rarli, et de 11 andaremo a Zenoa che simelmeote
spero haverla. Il Papa sta in Orvieto, et a quel che
dice e neutrale ; ma Lopez de Soria et il Borgo me
scrive che (fa) tutti li mali offlli che'l po*secretamenle.
É stalo causa di far passar avanti Lautrech. La Vo-
stra Maestà non fazi fondamento che babbi danari
de Orangcs.
El prothonotario Carazolo, el qua! e stato fra«
delo et amico del duca Francesco, li ha scritlo facen*
doli intendere la bona volontà de Vostra Maestà \
ma lui sin bora non gli ha resposlo cosa nissunai
anzi sta induralo ne la sua mala opinione ; ma non
495
MDXXVIII, IIAOOIO.
i96
sa quel che farà. Ma venendo dillo socorso nel
piano di Lombardia, credo che mularà proposilo. Il
prolbonolario di Gambara, el qual andò per Noslro
Signor al re di Pranza et Anglia, è rilornado. Mi
vien dillo bavea ordine di passar da Vostra Macslà.
Intendo che é sialo expedilo con novi capitoli da li
ditti Re, senza esser venuto da Vostra Maestà. Non
so quel che habbia porlato; di quanto intenderò
darò aviso a Vostra Maestà >.
Da Milano, a li 11 de Aprii 1528.
La Maestà Vostra per le altre mie bara inteso
r acordo et partito che ho fatto a Paulo Luzasco,
et sarà contenta ralifìcarlo et farne bon conto, per-
ché r è uno de li migliori capilanei che fusse mai
in Italia.
333 Die 22 Maii 1528. In Rogatis.
Consiliarii,
Capita de Quadraginta,
Sapienies Consilii.
Sapienies terrae firmae.
Quanto sia deleslanJa la perGda rebellion de
Paulo Luzasco fugito da li servitii del Stato nostro
senza causa alcuna in principio di la sua condulta
et nel importantissimo tempo è al presente, ritro-
vandosi li inimici nel Stalo nostro, cadauno di que-
sto Ck>nseio ben lo intende, maxime che ha habulo
praticha et intelligentia con Antonio da I^eva capi-
tanio cesareo, come se ne ha habulo vera nolilia.
Conlra il quale, come inimico et rebello del Stato
nostro si deve far ogni severa dimostratione, si per
honor di la Signoria nostra, come ad exemplo de
altri. Perhò :
L' anderà parte, che per autorità di questo Con*
seio sia preso, che il prefato Paulo Luzasco rebello
et iraditor del Stato nostro sia et se intendi in per-
petuo bandito di tutte terre et loci nostri, si da
terra come da mar, de tutti navìlii nostri armati
et disarmadi, et di questa città nostra di Venetia,
cum taglia a quelo over a queli che lo amazerano,
si ne le terre et lochi nostri, come in terre et lochi
alieni, de ducati 5000 d* oro in oro da esser im-
mediate dati de tulli i danari di la Signoria noslra
a quelo over a queli che lo averanno amazato
et ne haveranno fede. Il quale over i quali, per
tale interfectione bavcr etiam debbino ducati 500
a r anno in vita sua di provision, la mila de la
camera nostra di Padoa el V altra mila da quela
di Vicenza, et possi over possino extrazer dui bo-
mini di bando di cadauna over de tutte le terre et
lochi nostri si da terra come da mar, et etiam
di questa cita nostra de Venelia, et sia per qual
causa over mensfalto che esser si voglii. Et se quel
over queli che lo amazerano ut supra fusse over
fusseno modo aìiquo amazadi, li fieli soi el i figlioli
di soi figlioli, si mascoli come femene, havèr deba-
no la provision, tagia et beueficii sopraditti in vita
sua, hessendo seguito il caso di haver amazà il ditto
Paulo ut supra. CI qual, se da alcuno over alcuni sari
aprcsenlà vivo et dato ne le forze de alcun regi-
menlo nostro, haver debbino quelo over queli che Io
presenlerano lutti li beneficii sopraditti nullo excep-
to, et lui Paulo sia apichato per la gola el poi squar-
tato come traditor del Stalo nostro. Et se quelo
over queli che lo amazerano over apresenterano
vivo ut supra fusse over fusseno in bando de al-
cuna over de tulle le terre et lochi nostri, et etiam
de questa città nostra di Venetia, et sia per qual
causa over delieto se voglia, nullo excepto, sia
over siano liberi et subito absolti, et babbi over
habbino tulli li betìeficii sopradilti, nullo excepto.
Et se M sarà soldato alcun overo soldati che lo ama-
zerà over apreseuterà ut supra, olirà tutti li bene-
fili! sopradilti li sia dato honorevole cooditione el
condula di fanti over cavali come sarà lo exercitio
suo ; et tutti li beni del prefato Paulo, se ne sono,
«iano el se intentino confiscati ne la Signoria no-
stra. Et de la presente deliberazion sia data oolilia
a li rectori nostri da terra et a li Proveditori zene*
rali aziò la fazino publicar, et medesimamente la
sia publicata in questa città a notitia de cadauno. A
li qual rectori et Proveditori sia imposto che lo
fazino depenzer sopra una tavola apicado per uno
pie come traditor, et posto et tenuto in publico so-
pra la piaza al loco di le bollette cum el suo oooie
sopra che dichi : « Questo è Paulo Luzasco Iradilor
del Stato nostro >. El cussi sia omnino eseguilo.
El perché ne la compagnia del prefalo Luzasco
ne sono alcuni veronesi el altri subditi Doslri, sia
scritto et imposto al Podestà nostro di Verona, el
Provedadori generali in quela città et lerrilorio,
che subito fazino proclamar che lutti queli subdili
nostri che fusseno ne la sua compagnia debano fra
termine de zorni 8 proximi da poi il proclama fato,
partirsi da lui et venir ne le terre et lochi nostri el
apresentarsi a loro. Et queli non veniranno, passali
ditti zorni 8, siano et se inlendino in perpetuo baodili
de lutte le terre et lochi nostri si da terra come di
497
MDXXVIII, MAGGIO.
498
mar el de (uUi navilii nostri armadi et disartnadi, |
el de questa cita nostra di Venetia con taglia de
lire 1000 de pizoii a quelo over a queli che ne
prenderà alcuno deulro i cnnSni et darà ne le forze
di rezimeiiti nostri, a li qua! presentati ut supra
sia (aiata la testa, et a quelo over queli che ne ama-
zer4 dentro i confini, habita fide, haver debbino
I:) s<>pì*adilta taglia de tutti i danari di la Signoria
nostra, la qual se intendi per cadauno di loro che
sari inobediente. I beni de i qual inobedienti siano
confiscati oe la Signoria nostra.
f de parie 150
de non 2
non sinceri
EtpMicata fuit super scalis, utmoris est,
die 23 Maij.
ÌU Fu poslo, per li Corrieri tutti el Cai di XL, Savi
del Conscio et Savi a terra ferma, laia a Paulo Lu«
zascbo qual si ha partito de' nostri stipendi! havendo
dato la ferma. Chi quelo amazarà babbi di la Si-
gnoria nostra ducati 3000 et in vila sua di provisiou
ducati 500 a V anno, la mità a la camera di Verona
et la mità a la camera di Vicenza, et possi cavar do
di bando di terre el lochi el di questa città nostra
baiKlili per qualunque Conscio. Et queli nostri sub*
(liti è in la sua compagnia el non veniranno fra
termine di zorni 8, habbino laia chi quelo amazerà
lire 1000 di pizoii, et potendolo haver ne le man li
sia (aia la testa. Et questa sia proclamata eie. Ave :
2 di no.
Fu posto, per li Savi del Conscio et di lerrafer-
ma, che Piero da Longena era in Pavia, el queli
altri capi, non li sia dò più soldo, ma siano comessi
a li Àvogadorì di Comuu, contra i qual fazino pro-
cesso, el queli si apresenlino in questa terra.
Et sier Bernardo da chà da Pexaro el Cao di XL
voi la parte, con questo : Piero da Longeua sia de
prae$enti casso di stipendi nostri, el iamen possi
venir a iustificarsi a li Avogadori ; li altri capi siano
etiam comessi ui in parte.
El sier Valerio Marzello savio a terra ferma
conlradisse, dicendo é bon aspetar i vegni in que-
sta terra el non corer a furia ; si vede expresso che
alcuni ha co^batu in Pavia : tamen tutti é comessi.
Et li rispose sier Lunardo Emo savio del Con-
• seio, laudando la parte. Andò le parte : . . . .
Fu posto, per 4 Coosieri, sier Bernordo da Pe«
Oiarii di li. Samuto, * Tm. Il VII.
xaro cao di XL el Savi, atento le operation di do-
mino Hercules Poeta capilanio di fanti 200 fate in
la Chiusa contra questi lanzinech, li sia cresuti fanti
300 si che ne babbi 500, el per la sua persona du-
cali 40 per paga in tempo di gu(Tra, el in tempo
di paxe ducali 35 a la camera di Padoa, a page 8
a Tanno*
Et sier Domenego Conlarini et sier Daniel Re-
nier consieri voleno V babbi fanti 500 et di provi-
sion in tempo di guerra el <li paxe ducati 40 per pa-
ga. Andò le parie : 63 questa, 100 ¥ altra el quella
fu presa.
Fu posto, per sier Luca Trun procuralor, savio
del Conscio, sier Bortolo Zane, sier Filippo Capello
savi a terra ferma, atenlo che 'I fusse preso in que-
sto Conscio di mandar sier Hironimo da Canal in
Dalmatia a. far 500 cavalli di corvali, et havendo il
Collegio meglio considera la sua an lata sarà infru-
(uosa, et balotata la sua expedition in Collegio non
è sta presa; pertanto sia preso che dita parte sia
revocata, el sia scrito a sier Zuan Balista da Molin
proveditor zencral in Dalmatia fazi 300 cavalli lizieri
corvali altri subito e li mandi de qui ; al qual sia
mandato li danari per farli, el li altri 300 cavalli li-
zieri siano fati in queste parte.
Et il Serenissimo si levò e contradisse dicendo
il bisogno havemo di cavali lizieri, perché di Roma-
gna el conte di Soiano dice non poter haver cavali 334*
lizieri perchè el Papa non voi soi subditi vengi, però
bisogna aiutarsi con corvali et altri, laudando la expe-
dition del Canal, qual non se intende offitio ma
mandar uno a far tal efletto; el è mal che *1 Pregadi
prenda una parte e il Collegio non vogli exequirla ;
con altre parole.
Et li rispose sier Bartolomeo Zane savio a terra
ferma ringratiando il Conscio di la sua election, poi
biasemando mandar il Canal perochè non li farà.
Havemo il proveditor Molin eh' è in Dalmatia el li
farà lui ; con altre parole, laudando la sua parie el
di collega.
Et sier Luca Trun si remosse, et
El sier Alvise Mocenigo el cavalier fo Consier,
andò in renga ; aricordò si facesse questa sera un
Capilanio sul lago di Garda per manteoir quel lago,
el non se indusiasse. El sier Lunardo Emo fé' notar
la parte.
Andò le parte :
Fu posto, per il Serenissimo, Consieri, Cai di
XL et Savi, una parte zcrca quelli restano a portar
i loro bolelinii perlongà per luto il presente mexe^
82
499
IfDXXVin, HAOOIO.
500
ui in ea. La quai.si ha a meter a Gran Conscio.
Ave ; 8 di no.
Fu admonid ludi quelli hanno orerto prestarli
portino li danari a li Governadori, aliier saranno
publicati.
Fu poslo, per li Savi, che de praesenii sia elclo
per scurlinio Capilanio del lago di Garda con du-
cali 100 al mexe per spexe; meni et monti sopra
quelle fusle sono in I^ago ; et homini 100 de qui da
meter su le fusle, et parli immediate. Fu preso.
Scuriinio di Capiianio sul lago di Garda, iusta
la parte hora presa.
f Sier Polo Juslinian fo soracomìlo,
qu. sier Piero ...... 106. 42
Sier Alexandro Contarini fo capila-
nio dì le galle di Barbaria, qu.
sier Andrea 73. 71
Sier Francesco Pasqualino fo capila-
nio di le galic di Alexandria, qu.
sier Vetor 83. 67
Sier Marco Conlarini fo proveditor
a Peschiera, qu. sier Tadio qu.
sier Andrea ppocurator ... 53. 90
Sier Francesco Contarini fo capila-
nio di le gaiie di Barbaria, qu.
sier Alvise 35.107
non Sier Nicolò Donado fo capilanio di
le galle di Barulo, di sier Andrea.
non Sier Nicolò Trivi.van (o capilanio di
le galle di Barulo, qu. sier Piero.
non Sier Alexandro Donado fo soraco-
milo, qu. sier Polo,
non Sier Filippo Corner è a la custodia
di Verona, qu. sier Ilironimo.
Questi 4 non si provono per esser a le porle di
le terre.
Fu poslo, per li Savi, havendosi a congregar
insieme li Governadori di V inlrade, Proveditori di
Comun, Savi sopra la mercadanlia, Ra.xon vechie
et Extraordinari per limitar et far le slime di le
mercadantie per la inlrafa et ussite di questa città,
e caratar li daci come fu preso ; et hessendo alcuni
di loro amalati, sia preso, che in loco loro entrino
Raxon nove per sorte, et non suplendo li Provedi-
tori sopra le camere, ut in parte. 120, 2, 1.
835 -^ ^^ ^^' L^ malina vene in Collegio sier Polo
Juslinian rimasto Capilanip del lago di Curda. Acelò
et partirà questa sera. Fo balolà la soa expedition,
et li danari per li homeni 100 mena con lui da me-
ter su le fusle, et 8 homeni da capo.
Itemy sier Bironimo da Canal va in Dalmatia,fo
expedilo. Olirà li danari se li dà 1000 peze di cha-
risee, et partirà questa sera.
Vene V oralor di Milan, dicendo haver lettere
del suo signor Duca qual é disperalo.
Da Verona fo lettere di V Emo, Nani et
Contarini, di 22, hors 20, Come Zuan di Naldo,
che ussite fuora con li cavali lizieri non è ancora tor-
nalo. Inimici par siano venuti parie a Villafranca,
Valezo, hanno sachizato et aspolavano a Peschiera al
campo venisse di Mantoa el capilanio Zorzi Franspcrg
et il conte Lodovico di Lodron. Baveano noslri man-
dalo in la rocha di Villafranca 25 fanti aziò se le-
gni. Inimici vanno fazendo gran mali dove vanno,
el tulio per haver danari da loro.
Di Zervia, di sier Zuan Francesco Sagre-
do proveditor, di , . . . Come, havendo intt^o a
nome del Papa a . . . . , si feva 2000 fanti, el
benché sia fama per Parma el Piasenza, pur é da
temer, et però fa slar con guardie eie.
Da poi disnar, fo Pregadi, et lelo solum queste
do lettere.
Fu posto,* per i Savi, una teiera a POralor no-
stro in Franza, ringraliando di presidi voi mandar
il Re in Italia, et bisogna siano presti, solicitando
Soa Maestà a farlo. Et li mandenio sumari di pro-
gressi di lanzinech, et copia di le lettere intcrccpte
de Antonio da Leva, et la taia data a Luzusco ; et
altre particularità, ut in litteris.
Item, scritoli che Andrea Rosso secretano
in Franza, havendo adimpilo la sua commission
vengi a repalriar insieme con monsignor di S. Polo,
solecitando el camin. Et fo balolà tulle le lettere in
uno, el prese di tutto il Conscio.
Fu posto, per li Savi, una teiera, a li rcctorì el
Provedilori a Verona, che sii col Capilanio Zeneral
et vedi, in caso li inimici andasseno in Lombardia,
che le zenle noslrc è a Cassen siano segurate,overo
in Crema o in Bergamo, lassando qualche nuniero
de fanti in Cassan. et havendo a cuor le terre del
signor duca de Milan, ut in parte. Ave tutto e!
Conscio.
Fu posto, per li Savi, la comission a sier Caspa- 3;
ro Contarini, va Oralor al Summo PofgeOcc. Prima
Taudientia publica eie. bonaverba. Da poi in la
segreta priegi Soa Santità a intrar in la liga El di .
Ravenna el Zervia semo per lenirle come terre no-
stre di raxon; ma volendo Soa Santità aquiesoere^
501
UDZXVin, UAOGIO.
502
nai semo perricognoscerle da quella; con altre
parole. La secooda, pregar Soa Santità revochi el
brieve fatto ct^e non se (oy a ìmprestedo dal clero
prr mantenir la guerra, qual restituiremo con farli
creditori al Monte del subsidio. La terza, zerca la
caxa,che havendo li agenti de Soa Santità capitolalo
insieme con quelli de la liga et il nostro, de dar al
duca di Ferrara, et haver nui raiiCcati ditti capitoli,
semo per observarli et darli la caxa. Item, che '1
stagi apresso Soa Santità, visiti li reverendissimi
cardinali, et ne avisi di le ocorrontie, ut in com-
missione. Ave: .... 17 di no, 9 sineicre; et
fu presa.
Et andò in renga sier Francesco Morexini é so-
ra ì daci per danari, dito Squaiarin, el parlò, che
zerca Ravenna et Zervia I* Orator non li dica nulla
se prima Soa Santità non li parli di questo, et alora
respondì ut in commissione.
Et li rispose sier Piero Morexini savio a terra
ferma, dicendo il Papa mandò qui V arziepiscopo
Sypontino suo orator, signanter a dimandar Ra-
venna et Zervia. Li rispoiidesscmo che mandessemo
rOrator electo a Soa Santità dal qual inlendaria la
nostra risposta. Però bisogna l' Orator parli. Andò
la commission. Ave: ....
Fu posto, per il Serenissimo, Consieri, Cai di
XL et Savi, una adition a la parte de portar li 5
boletini presa ben, la qual si ha a metter a Gran
Conscio, etiam che siano obligati cadaun portar
uno sesto boletin de Governadori di baver paga la
nona tansa, ut in parte, con tuli i mo li de l' altra
parte; la qual non se intendi presa se non sarà po-
sta et presa nel nostro Mazor Conscio. Ave : . . .
336
Etiiceoliato Pregadi, restò Conscio di X con
la Zonta.
Et preseno dar ducati ^000 imprestedo al duca
de Milan, per far finti et meterli a la custodia de
Alexandria.
Item, feno Cao di X, in luogo de sier Uironimo
Barbarigo è fuora per haver zurà la Conseiaria, et
fo eleeto sier Marco Gabriel fo Consier nuovo, né
più stato Cao di X, el qual rimase Domeuega in
loco del dito sier Uironimo Barbarigo.
Da TJdene, di sier Zuan Baxadonna el do-
tory ìocolenente, di 21 Majso, vene lettere, con
questo riporto, ut infra. Zuan TayziI habitanle
in Venzon, mandato fora beri furono giorni 8, re-
ferisse esser stalo fino a Pixen a uno loco mia 20
taliane de qua da Bolzau, et nel dito loco ha ritro-
vato 4 soldati todeschi feriti, ci con loro se acom -
pagnò et camino con essi due zornate venendo a la
volta de Lonz. Et nel viazo, parlando de le cose de
la guerra, da diti todeschi li fo ditto che erano stati
feriti sotto la Chiusa de Verona, digando che quelli
de ditta Chiusa haveano fento de volerse render,
et poi quando erano andati per haverla li havea di-
scargato le artellarie contra et ne haveano morti et
feriti molti de loro tra pedoni et cavali, et loro 4
erano de ditti feridi. Ulterius li disseno come per
certo monte drio la Chiusa era calati gran numero
de fanti verso Verona, et che a Trento ancor ne
erano fanti et cavali in bon numero per calar, et
tra li altri li era 33 conti et 3000 zentilhomeni, et
tal zente li disseno esser venuti da lontani paesi in
ordine, et maxime li cavali, dicendo i me disseno
che ditti zentilhomeni et la mazor parte de loro
zente tanto erano venuti da luntan paese che ha-
veano caminato 14"2 mia lodesche per venir fino a
Yspruch. Item, referisse come a Pixen predillo vi-
de 200 fanti todeschi quali Sabato preterito se par-
tirono et andorono a la volta de Trento, et da li
ditti 4 todeschi feriti intese che dite zente, asunate
che le fusseno insieme, haveano ad esser 35 milia
in tutte tra pedoni et cavali, et che seco haveano
conduto gran quantità de vituarie, benché diti sol-
dati si dubitavano che II bavesse a mancar per non
se ritrovar dove che i andavano.
Jfent, fu fato salvoconduto a uno 3371)
Da Verona, vene lettere di V Emo, Nani
et Contarini, di 22, hore^2 di note. Come Zuan
di Naldo era ritornalo in la terra, né havia potuto
far nulla a li inimici perchè sono molto restretì ; et
par quelli de Salò siano rimasti in darli ducati 10
milia di laia. El proveditor Gradenigo de Salò era
tornato in la terra. Scriveno, esser zonto sul terri-
torio 500 fanti di Malatesla da Solano, et 500 de
1 quali intreranno in la terra, et dicono
quelli capi, volendo la Signoria, se ne haveria de li
altri. Item, come el Capitanio Zeneral voi rimandar
fuora Zuan di Naldo con li cavali lizieri etc. et 200
archibusieri per veder sopra V Adexe alcune vitua-
rie doveano venir di Trento a li inimici verso la
Chiusa. Item, voleno mandar 200 archibusieri a
Lignago.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 20, De qui li alemani, per una lettera di Cal-
zinà in questa bora zerca li receputa, ne significa
non esser mossi et esser a Peschiera tutti de qui
(1) La carU aSd* t bianca.
503
MDIXVUI, MAGGIO.
504
da Menzo, et mandano li cavali per queste terre
et ville Tacendone trar de danari et vituarie. El
sij;nor duca Urbino ne ha mandato 800 Tanti per
lenir in questa ci(a, et altri 800 ne havemo nui;
siche non dubrtamo. Havevamo eiiam mandali a
tuor 400 archibusieri de le valade et Tareino sen-
za, né li toremo dentro ma ne mandaremo a Pon-
levigo et a li Orzi, el reslo licentiaremo per ades-
so; ma starano preparali ad ogni richiesta. Questi
magnifici zenlilhomeni hozi ne hanno promesso
dar li danari per pagar lì 500 Tanli, come hanno
preso nel suo Conscio. Habbiamo come 800 fanti
et 400 homeni d' arme die vien ile Pranza sonò
de qua da Ivrea. Spagnoli baleno Biagrassa, iamen
quelli sono dentro se defeiidono valorosamente.
Del ditto, di 21, hore 17. Benché li passi
siano reslreti el te poste inlerole, pur non reslarò
de scriver quanto se intende de qui. Uno, qual
beri matina To in campo de alemani, dice che
337* zerca hore 13 cerchele lutto el campo el Tu da-
vanti al duca de Brensvich, qual era a tavola con
molti baroni, tra li altri cognossete el conte Gi-
rard© de Archo, et che gli erano assai comuni,
che zerca vano acordarsi, Ira li quali erano li ho-
meni de Bardolin, a li quali ditto Duca domandava
ducati 1000 a loro el suo vicariado, et loro dice-
vano non poJer pagar tanli danari ; et il Duca li
disse : < Se in termine de 3 zorni non me portale
li danari, ve Tarò l)rusar ». El che vide forli molli
presenti de vedelli, Tormazi, vini, ovi el simile
cose per nome de comuni ; ma non li conosse. Et
che sono allogiati disordinatamente in qua et in là,
et che a suo iuditio sono da 10 in 12 milia per-
sone in tutto con li cavalli, el che 12 pavioni
# sono intorno a quel del Duca, et da 6 in 7 baroni
con colane et vestimenti d'oro; et che hanno 18
pezi de artollarie, sei grossi zoè 5 canoni et una
colobrina, et 12 pezi mezi sacri, poca polvere,
ballote assai in un monte in terra, barche 22 suso
le carete per gielar ponti, monilion da viver non
ha visto, ma che M pan che qui vai un soldo, in
campo vai due. Et che ha aldilo quelli zenlilho-
meni rechieder che 1 sia menalo del pan che sera
ben pagato, vino et carne bon mercato; che non
gè costa ma lo robano. Et che le monilion sono
verso el Menzo sotto la roca de Peschiera, et che
tutti sono passati de qua dal Menzo verso il bre-
xano, et il campo et monilion è mal governato,
senza bastioni el senza repari. Li borgognoni ben
armali a la liziera cum cavalli grossi Trisoni, et
stanno intorno al padiglion del Duca pochi archi-
busieri, li Tanti sono zoveni de bona ciera et assai
ben armati, et pareno ben disposti.
Da Cassan, di Antonio da, Casielìo^ di
20, a sier Gregorio Pisamano. Qua habbiamo,
come Antonio da Leva ha preso Vigevene, zoé si
e reso, et al presente se atrova atomo a Biagrasso
dove ha condulo un canon da lUO, ma non ba-
leno. Se ha bona speranza che non la pigli rà, per
esservi dentro de nìolti homeni da bene, et queli
e dentro amazano assà gente de queli di Torà. Se
dice che in Ivrea se aspeclava 6000 lanziuecb,
2000 sgiiizari et 400 lanze quali mandava el Re
a quesla impresa. Queste gente todesche (anno le
spianate verso el manloan, et par che vogliano
andar verso el Po, per quanto se intende.
Da Cassan, di sier Toma Moro provedi-
tor general, di 19. Come, hessendo sta rechieslo
dal signor Capitanio Zeneral che *l mandi a Vero-
na Paulo Luzasco, subito lo ha expedito eoo la
sua compagnia, et mandato domino Isoardo Mar-
tinengo a parlar a esso Capitanio Zeneral, a scu-
sarsi non ha mandalo el conte de Caiazo per ba-
verlo voluto salvar de qua ; li {ia risposto, che
esso Provedilor havia Tato bene Scrive, in Berga-
mo sono cinque compagnie de Tanti, zoé Antonio
da Cnslello novo, Filippin de Salis, Pietro Antonio
el Andrea Corsi, et uno altro. In Brexa è Guido
Naido, Falcon da Salò, Baptistin da Rimano, Fe-
razin da Brexa, Jacomin Vallrompia et Sperandio,
et la guardia solila de la plaza. In Crema é il Po-
chipani et Cesar Marlinengo. A San Gervaso per
mezo Trezo, Andrea de Machon. El resto de Tanti
se ritrova qui a Oissan, che non sono 2000, sicbé
levando el conte de Caiazo con el suo colonelo de
Tanti bisogna levarsi de qui, chi non voi bavere
doppio scorno. Etiam s*el signor Antonio da Leva
passerà sul bergamasco ne sarà Torzo de levarsi.
De novo se ha, inimici lavorano el ponte da me-
ler su Adda in la rocha de Trezzo, ne in appa-
rentia se vede niente. Scrive, la cosa de Pavia li
ha inTerilo grandissimo dolor, et lui avanti el caso
adverlite per lettere quelli capilanei erano 11 no-
stri ; ma la verità é che inimici sono intrati da la
guardia che era domino tlannibal Fregoso, ma lui
non se trovava li, ben dove se trovò fece el de-
bito suo. Piero da Longena è sta causa di la per-
deda per non Tar dar alarme, hessendo advertido
de la venuta de inimici, et dovea meter le guar-
die dove bisognavano. De inimici sono a Biagrasa,
hanno menato uno doppio canon per batcr quel
loco; ma se spera Taranno poco. Scrive, beri li no-
505
IfOSXTUI, MAGGIO.
506
Stri lizieri corseno verso Milano et piglioroDO al-
cuni ronzini, el dicooo quelli de Milano pigliare
tulli li villani poleno haver, et li mandano per
vasladori per forza a Biagrasso. CI signor duca de
Milan, come per le altre scrisse, recliiese granquan-
tili de artellarie et monitione, el la Signoria ha
scrito se li dia da Crema tre pezi per metterli a
338* Loti eoo tOO pezi (colpi) per uno, el tre in Cre . ona
da esser tolti da Brexa. Scrive esso Provelitor,
ha scrito a Brexa et Bergamo stiano vigilanti, che
dite terre non li siano rol)ate da inimici. Scriven-
do, é sopragionlo uno explorator qual dice quelli
de Milano baver conduto sotto Biagmssa do doppi
canoni, et cIjo quelli denln> gaiardamenle se de-
fendono ; hanno morti molti lanzinech, ita che di
4 compagnie erano in Milano ne hanno fatto an-
dar do a Biagrassa, el do sono restate in Milan.
Da la Fraia, vidi lettere di Christoforo
Zaffatdo, di 21 Maeo, scritte a sier Zuan
Francesco Loredan^ qu. sier Marco Antonio.
Come Marco andò a Mantoa per saper de novo,
intese questi todeschi passati sono a Peschiera el
Valezo ei stanno cussi li. Et passando da Lacise,
par die quelli de Liocise li tirasse de uno arci)bu*
so, et dete in una manega al eapitanio de quelli
todeschif eh' è el duca de Br«iisvich ; el qual su-
bito fece melar le sue artellarie a la via dei ca-
stello, et quelli dentro si messe in fuga et cargo
ogni cossa et abanduiiò Lacise. Tod<^schi inlrò et
saelliz<^ quello irovono et poi la tirusò. A Peschie-
ra et Valezo non hanno fatto mal niuno, se non
del vivere. A Mantoa li é el eapitanio Zorzi, el
conte Lfodovico da Lodron, missier Anvlrea dai
Borgo et il duca de Camerinti, ii qual se dice
che aspeclano el duxe lie Ze'ioa e 'I signor Zuan
Francesco de la Mirandola. El li a Mantoa dieno
far un consulto fra loro et delibenir quelo tianno
a far. El signor Marchese et tulli li zenlilhomeni
de Mantoa vanno a cortizar questo eapitanio Zor-
zi. L' è zorni 4 die Paulo Luzhsco è venuto a
Mantoa, et fa fanti iOUO et homeni d*arme 50,
cavalli lizieri 300, come se dice, per andar a Bo-
logna a quella guarda. £1 signor marchese di Man-
toa fa fanti 3000, et ha principiato, per mandarli
a Parma et Piasenza. Zanzé assai se dice per el
volgo. Qua havemo le aque molto in colmo per
Taqua de i' Adexe; è stalo qualche pericolo a la
Fralesina, beri li fo fato assai bona asseguranza ;
legno la starò salda ; pur se sta con paur^. A la
Vespara mai se ha hauto paura se non beri ; pur
non ha fato mai niun. Il Po é grosso, et beri se
comenzò a farli le guardie, et heri cresele poeoi
manco assai de i* usato; ma stando bon tempo,
non se baveri^ paura.
A dì 34, Domenega. Fo lettere di Verona, 339
di heri, Kore .... Come hanno, inimici esser pur
a Peschiera et li intorno, et aspectavano li in cam-
po Zorzi Pranspei^, el conte Lodovico da Lodron
el Andrea dal Borgo che erano a Mantoa. Et per
aviso da uno de Torri slato in dito campo, dice che
aspetavano altri 3 over 4000 lanzinech de Trento,
el che volgano dar el vasto al veronese in questo
modo : star lì Hno le biave fosi^no madure, et poi
darli le cesoie a li villani che le Uigliasseno el fos-
seno soe, con questo imrtasseno del pan al campo
el qual li saria pagato; et altre particulariti, ut in
litieris
Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago, fo
lettere. Come bavia preso una barca sopra la qual
era uno capilanio todesco che andava a Salò a tuor
li danari de la taia ol il possesso ; ei qual azonto da
le fuste, saltò in terra et scapolò, el lui prese la
barca. Item, scrive el Proveditor de Salò era ritor-
nato in Salò.
El di Verona se ha, come baveano mandato 11
archibasieri.
In questa matina, parlile sier Polo Justinian va
capitano del f^ago, et mena 100 marinari da meter
so le fuste, et 8 homeni da capo ; et W fo dato la
commission per Collegio, et scrito a Nicolò Barbaro
eapitanio del Lago li dagi obedientia.
El Serenissimo vestito de raxo cremexin con la
Signoria et altri invidali, non era alcun Cao di XL
né orator, con li piati andoc a messa a San Job,
perchè nel zorno di San Bernardin fo electo Dose ;
secondo el suo consueto de andarvi.
Et tornalo el Serenissimo a psdazo, se apresentò
r oralor de Mantoa el volse andientia ; e il Serenis-
simo in piedi con li Consieri et altri di Pregadi gè
la dete El qual disse haver letere del suo Signor, el
qual si excnsava con Soa Serenila seM dava vituarie
et passo a questi lanzinech, che 1 non polca far di
men, dubitando de haver danno. L' altra, che 'I ri-
comandava Paulo Luzaseo qual era venuto 11 a Man-
toa et con licentia habuta da venir via ; et voleva
dar una Ictera del dito Luzaseo, di 19, scrive al
Serenissimo in consonanlia di quella ha scripto ai
Capilanio Zeneral. A le qual parole, ei Serenissimo
disse che *l se ne mentiva per la gola, che mai i'ha-
vesse Paulo Luzaseo hauto licentia da mii, et che
r era un traditor, et ve mostreremo le lettere che
i' era in Irata con Antonio da Leva. Quanto al si-
507
IfOXXVIII, MAGOia
508
gnor Marchese et la sua exeusalion, che non voltava
dir altro ; ma che hessendo in liga con nui non ha-
vessemo soportà inimici fosseno passa per il nostro
a venirli a darli danno, et : .
339* Da poi disnar, fo Gran Conseio. Vene il Sere-
niss'mo Fo butà un Sestier da pagar di la paga de
Seplembrio 1481. Vene por secondo el Sestier de
Canareio.
Fu posto, per li Consieri el Cai di XL, le do
parte prese in Pregadi, zerca portar li 5 bolelini et
il sesto di haver paga la nona tansa a li Governa-
dori, ut in ea. La copia di le dite do parie sarano
poste qui avanti. Fu prese. Ave ; . . . .
Noto. Sier Nicolò Trivixan et sier Marco Ga-
briel nuovi Cai di X andono a sentar in cao del Con-
seio per non esser se non uno Avogador, et dovean
andar un solo. Parse'di novo al Conseio.
Fu fato scurtinio di Baylo a Costantinopoli et
altre 8 voxe, tra le qual do XL Criminal per 7 zor-
ni solamente.
Scurtinio di Baylo a Constant inopoli.
Sier Berluzi Zivran é di Pregadi, qu.
sier Piero 43. 91
Sier Polo Justinian fo soracumilo,
qu. sier Piero 41. 92
t Sier Francesco Bernardo el prove-
ditor sora Tarmar, qu. sier Dan-
dolo ' . 70. 62
Sier Nicolò Justinian fo baylo a Na-
poli di Romania, qu. sier Ber-
nardo 61. 69
Sier Alvise d*Armer fo Cao del Con-
seio di X, qu. sier Simon ... 50 83
Sier Francesco da cbà Taiapiera fo
retor el provedilor a Cataro, qu.
sier Andrea 67. 68
non Sier Vicenzo Trun fo capilanio a Ber-
gamo, qu. sier Priamo, per con
tumatia.
non Sier Dumenego Grilli fo retor el
proveditor a Cataro, qu. sier Fran-
cesco, per contumutia.
non Sier Toma Contarini fo baylo a Co-
stantinopoli, qu. sier Michiel, p r
debitor.
non Sier Marco Antonio Contarini fo sa-
vio a terra ferma, qu. sier Mi-
chiel, per debitor.
Jn^ Gran Conscio.
Baylo a Constantinopoli .
t Sier Francesco Bernardo el prove-
ditor sora r armar, qu. sier Dan-
dolo 655.345
Sier Domenego Grilli fo retor e pro-
veditor a Cataro, qu. sier Fran-
cesco — . —
Sier Domenego Grilli, dopio ... — . —
Sier Alvise d'Armer fo Cao del Con-
seio di X, qu. sier Simon. . . 359.645
Sier Berluzi Zivran é di Pregadi, qu.
sier Piero 424.579
Da poi Conseio vene lettere di le poste el dal
campo da Napoli.
Di sier Aìvixe. Pixani procurator et sier
Piero da chà da Pexaro procurator, dal cam-
po sotto Napoli, a dì 19. Come inimici di Napoli
ussivano fuora vigorosamente per haver dentro
cavalli de slratioti numero el prendevano
animali et li conducevano in Napoli per far carne.
Et haveano sachizalo tre terre. Fondi, Uri et Tri-
l'harirho. Item, ussivano fuora a far grosse scha-
ramuze con nostri ; et par nostri lentamente anda-
I vano al contrasto, maxime francesi. El che etiam
quelli sono in Gaeta erano ussiti, per il che quelli 3.
baroni haveano dati danari a Lulrech aziò facesseno
fanti novi da star a Y impeto di quelli di Gaeta.
Scriveno, Filippin Doria havia preso un' altra nave
con tumuli 5000 di grano che veniva di Sicilia per
inlrar in Napoli.
Da Verona, fo lettere del Podestà et Pro-
veditori generali, di 23, hore 14. Come hanno
inimici esser al loco solito ; et zonto in campo a
Peschiera el signor Alvise di Gonzaga lon 200 ca-
valli lizieri vestili con sagioni de veludo negro el
una manicha recamada d' oro ; tamen non erano
sta pagati. El che era fama in dillo campo si vole-
seno ingrossar de fanti, et naveano mandato 7 ban-
diere de fanti per haver Sermion.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitarne,
di 22, hore 13, vidi lettere ; tamen li rectari et
Proveditor general Foscori insieme scriveno a
la Signoria, et mandano una relation, la qual
dice cussi : El reverendo domino fra Zoan B^plista
di r ordine de San Francesco observante referisse,
5o9
ÌIDXXVlIIf MAGGIO.
510
come hessendo al nionaslier suo de Lon;i Mantidi
prossimo se conferì prima a Desanzim el Rivollella,
dove non Irovò alcuno del campo inimico. Poi an-
dò a Peschiera, dove V ebbe modo de parlare al
conte Baplisla da Lodron, dal qual, per li ragiona-
menli r ebbe con lui, li parse compreuilere come
haveano haulo speranza sopra qualche Iralalo ne la
cìllà de Verona, dicendo che haveano lr»>valo tulle
le città .de la illuslrissin»a Signoria provisle, adeo
che i sol disegni non haveano potuto sortir effetto ,
mostrando che 1 disegno loro fusse che le gente de
la Illustrissima Signoria dovessino uscir in campa-
gna, unde hessendo poi la dilla cillà de Verona
vacua de pressidio se havesse potula sulevar, el
dolendose che'l fusse successo idtrameote. Disse,
340* interrogalo, che i par a iudicio suo li inimici esser
da 1-2 in 14 mili i persone, per occupar pt)co spalio
de terreno ; el che allogiavano di fora a la campa-
gna. Né li par che siano troppo bona gente, et che
hanno pochi cavalli. Dice haver visto le artellarie
sopra la piaza de Peschiera, che erano pezi '24 in
zerca, de li qual ne erano tre grosse, el el resto da
campo. Et che pativano gravissimamente di vilua-
rie. Che al Dt sanzano gè erano alcuni banditi de
quel loco, fra i qual era uno floi de Vicenza Vacha,
et questi sono quelli che vanno dando taglia per
quelli lochi convicinj ; el non haver visto più pur
un todesco in altro loco che in campo a Peschiera,
et 11 apresso. Referisse eiiam^ haversi parlilo que-
sta matina da Lonà, dove dice esser giunto uno da
Lonà partilo questa nocle a 4 bore da Peschiera,
qual ha dito a luì fra Zuau Baptista, come el campo
se levava questa notte, et credeva che dovesseno
tender verso Solferin el Cavriana, per esser volta
le artellarie verso quelle parie.
Di sier Domenego Pigamano podestà di
Brexa, vidi lettere, di 22, hore 13. Come ogni
giorno ho scrito, ma penso sarà mancato qualche
ma&o d'esse perchè ne sono ritornale adrielo do
roano de teiere mandate per diverse vie el sempre
lornate Pur scriverò ogni giorno quanto habiamo.
Nui havemo rimandalo il Proveditor a Lonà entralo
ne la rocha con fanti -25; da poi li havemo manda-
to ailrì 35 ; et perché quelli de la terra non le ha
voluto dar né pane né vino, subilo havemo manda
Ferazin con altri 50 fanti, quali habbia a intrar in
la terra el per forza far fornir la rocha de ogni
vìluarie almeno per zorni t20, el poi se ne ritorni
de qui lasando fanti 50 cum el Proveditor in dita
roclia. Et questo é sii optima spesa, perché quelli
de Lonà eh* era per dar uoa taglia a li inimici el li
portava viluaria in campo, ha cessalo di questo et
sono restati su li soi termini, perchè havemo fatoli
intender che tanti du ali i darano a li inimici, nui
ne voremo altratanli Etiam el Provedilt>r di Salò
è venuto de qui, qual immediate beri havemo falò
ritornar ; el havemo aviso che V intra hei i sera in
Salò a liore ^4 ; al qual loco havemo mandalo An-
tonio di Valtronipia con fanti 200 di dita valle, 341
quali havevamo fati far per questa cita Etiam se
ne faceva far s^lasumma de 500 de dito loco, et
se ne vadi de lì con ordine se intendi col Capitanio
del Lago il qual era a T Isola ; et se'l Capitanio fus-
se ben voluto in quella Riviera, come è odiato, saria
stilo de gran frutto ; ma non è homo lo vogli sen-
tir al mondo, el ben bisogna el vadi cauto non vo-
lendo perir. Quelli de Salò se ha conzalo con ne-
mici in darli ducali IO milia,zoé 6000 Luni proximo
a di -25, el resto Y altro Luni ; et haveah mandalo
obstazi in campo Noi fiavemo posto ordine non li
pjigerà, el pur sé li adunasse per mandarli, habbia-
mo posto ogni diligentia i siano tolti per nui el
siano mandati de qui, perché in allro non invigele-
mo che al ben del Slado nostro, non solum a la
conservalion de questa cita, ma luto el bre.xano ; et
parendone questa cosa de laia esser de maxima
imporlantia, perchè tute le terre et comuni coreva-
no ad acorilarsi per n »n esser depredali, che certo
inimici trarla de questo territorio da ducati 40 mi-
lia, che saria la ruina de V impresa. De novo molti
avisi havemo da diverse bande; ma sono zauze.
Da Cassan, di- sier Toma Moro proeeditar
general, di 21. Come ha, inimici esser solo Bia-
grassa con artellarie, et fanno trinzee et cabioni.
Quelli dentro per nome del signor duca de Milano
stanno di bono animo, et con uno canon hanno
bulalo a terra el pavion del signor Antonio da Leva,
et manchò poco non fusse ntorlo, el fo morti alcuni
soi familiari. Et per alcuni ussiti de Milano venuti
al nostro stipendio se ha, come li lanzinech diceano
haver intelligenlia in Brexa et Verona, però aspec-
lano el tempo de li ; ma tute queste terre sono
stale advertile da lui aziò provedano eie. De qui
è sta provisto in Bergamo 4 compagnie, in Brexa
5 el tre de cavalli lezieri, olirà li 750 fanti sono
vehuti de Verona Li danari ancora non è zonti, che
se aspota qui in campo per pagar le zenle. In Cre-
ma etiam se ha provisto al bisogno di fanti. In li
Orzinovi et altri luogi nui stiamo a Perla, aspelando
avisi de progressi de inimici che sono a Peschien» ;
et venendo verso Brexa, andaremo a incontrarli per
favorir Bergamo el altri lòchi. Avisa, 6 pezi de ar*
511
MDXlVIir, MAOOIO.
512^
tellarie sono sU date al signor duca de Milano, tre
da Brexa (ver Cremona, el (re de Creno:i per Lodi.
341* Da Veronn, di sifr Zacaria Orio, di 23,
vidi letUre pariicular. Conte inimici slainto .nel
paese solilo a Peschiera el li intorno, con pensier
de starvi, ne si movano Mina/ano dar el guasto al
veronese, Visentin el altrove. Dele el laion a Salò,
al qiial loco de qui è sta mandalo archibtisieri li a
Salò. Scrive, per letere delCapilanio del L.»go, se ha
che'l veniva una t>arca longa !a Riva con uno co-
missario toilesco qual voleva luor ci possesso de
Salò, el per lui Gipitanio con le fusle volendolo
prender, lui dele in terra, è si»apolà, el per dita
armala fu presa la barca, in la qual era do ialconeli,
molli arcobusi el bole de farina, el allre viluurie.
342 Die 22 Maij 1528. In Bogatis.
Snéfiissimus Princips,
Consiliarii otnnfs,
SéfT Brnardus Pisaurus, Caput de'Qua-
draginta,
^Bapifinies Consilii,
Sapienies ierrae firmae.
Essendo necessaria in la RepubIÌ4*a nostra, per
la recuperalione de danari la obedientia, quale è da
far che se presti da ognuno a le deliberalion che
sono fate a beocGcio pubiico, imperò che sono al-
cuni i quali non hanno curato né curano, secondo la
parie presa in questo Conscio u di 6 Aprii proxniio
passalo, portar li 5 bolletini de offici in quella dechia-
rilit et (awett continuano io li offici conlru la forma
de essa parte, in la qua! se conlien che passato esso
mese de Aprii, quelU che non liavesseno porlali li
deli boUeliui fosseno fuora de Conscgli over offici
eke r havesseno ; el che è conlra il decoro de la
Signoria nostra, né se die loler r ; aziò tuli cogno-
scaoo la iutenlion nostra esser che ne sia obedito
come è cooveDienle, perhò :
L' anderì parie, che tulli quelli i quali reslano
portar li deli 5 bolletini, se non li haranno porlali
per luto el presente mese, siano subilo privi de li
Cou9egli over offici o altro che havessero, el in
loco de quelli se debba cominziar a far eleclione el
primo Gran Conseio imrnediate futuro da poi pas-
aato esso mexe ; in tal modo zoé, che avanti el far
de la proposta, sia tenuto Daniel Vido, solo pena do
priv9tion de la Canzellaria nostra, presentar la nota
de tuli quelli che non biiveranno portali li ditti 5 bol-
leiioi, li quali subilo se bàbbioo a imbossolari el io
loco de uno de quelli che sarà exiraclo sia fata eie*
tion<', el cussi se babbi a servar ogni Conscio de
extralxT uno el far in loco de quello fino che sarà
Unito de far in loco de luti li imbossolati. Dechia-
rando, che se 1 sarà exiracto alcuno el qual sia in
officio continuo, quello se intenda privo de esso
officio ; et se M sari de quelli in loco de quah se
habbi a far eleclione, se debba elezer uno altro ;
et hessendo do altri, li sia restituito el credito suo
doviMido haver per conto de oblation de danari fat-
ta. Metlesimamenle, sia obligalo prefalo Daniel, pas-
salo el dito termine, el nel giorno istesso che'l darà
la nota de nobili, dinotar etiam lutti Li scrivani,
nodari, massari et altri compresi ne la dita parte
de 6 Aprii che resteranno portar li ditti 5 bolletini,
1 quali debbano esser imbossolati el exirati ad uno
ad uno siche ì restino privi, el in loco suo sia fata
eleclione de altri, segondo la forma et disposilioue
de ordeni nostri. Et se tal exeeutione per li Con-
scieri nostri non fusse fata far, cadano de loro in-
correr debba a pena de ducali 500 da esser scossi
per cadauno de Avogadori nostri senza altro Coq-
scio. Questa parte veramente non se intenda valer
se etiam la non sia aprobala per el Mazor Conscio.
t De parte 122
De non 12
Non sincere 2
Die 23 Maij in Bogatis
Serenissìmus Princeps
Consiliarii onines
Ber Bemardus Pisaurus^ Caput de Qua-
draginta
Sapienies Consilii.
Sapientes terrae firmae.
Perchè ne la parte de portar li boletini ciaque
non è sta compreso de la nova tanza al Monle de
subsidio ; essendo conveniente che quanto a esaa
ancora sia provisto medesimamente coaie è sii
fatto de le altre per la recuperation del danaro im-
portantissimo al Stato nostro, sicome e. boIo ad
ognuno, però ;
L'anderà parte che tulli, si nobili come citadioi
el altri obligali per la forma de ditta parte de di 6
Aprii proximo passalo a portar li bollelliui di 5 of-
Gcii in quella dechiarili nemine excepio^ siano obli-
gali per tutto el presente mese portar a Daniel Vido
uno altro buletiu de Toficio di Guveroad<Nri di V io-
t
513
UDXXVlir, MAGGIO.
5U
tra le <ie hstver pa^^Uo la dìla (ansa nona, haven U)se
a servar circa ciò quanto per la dita p:irle è «lispo-
slo. Et quelli che non Tharano porla, passalo esso
mese pri^scnle incorino a la pena de privai ion de
Consegii over oficii o allro che i havesscro, et de
quelli exequito sra quanto se contien in la parte lieri
in questo Conscio presa, cum la quale insieme eUnm
la presente se abbi a prender nel nostro Mazor
Conseio.
De parte 107
De non 26
fton sincere 1
Die 24 dieto, in Maiori Consilio.
Consiliàrii et Capita de Quadragìnta,
Posuemnl partes duas suprascriptas simul, et
fuere.
f De paHc 704
De non 13^
non sincere 51
343 Da Udene, del Locolenenie, de 21 Mazo
1528. Manda questo aviso.
(Ripeti0ione del rapporto inserito tulle co-
lonne 501-602.)
343' Adì 25, Luni. La matina vene l'oralor di Mi-
lan, qua! riclìtese danari impresiedo da la Signoria;
voi far 30UU fanti per guardar le sue cilade.
Vene il Legato del Papa per cose di benefl-
eii ctc.
Vene Toralor di Ferrara per certi formenli fo
lolli etc.
Venenp li tre F^rocaratori debitori per le Raxon
nove, zoè sler Marco da Molin, sier Marco Grimani,
sier Gasparo da Molin, dicendo la parte eri fo presa
chi non pot^aàse ti boletini fosseno cazadi di offl-
cii eie, dicendo loro non poter portarli, exeonse-
quenti sériano Tuord di la Phocuratia qual hanno
comprata con i sol daiiari ; et che sono debitori pel-
pietarìa del dazio del vln» condutor Zuan Francesco
Benedetti, e ancora non é sta fatto ben i conti del
perso come apar per fede di Andrea Filamati. Ex
nunc voleno dar ducali 2000, et sia suspeso, quanto
in lor, fìn sia fali li conli. Fo dito non si poi re-
vocar la parte, et fo trova questo e.tpediente; che
desseno io scritura et la meteriano ozi in Conseio
di X con la Zoota.
/ Diarii di M. Sakuto. -- Tom. Il VII.
Fu fato scrivan a la Camera d'imprestidi in Col-
legio, aziò sier Nicol"*» Querini eleeto ofizial a ditta
Cam ra al Monte di subsidio possi inlrar; et rimase
Andrea Dolze qu. Alvise. Quelli sono balotali è qui
di sotto noladi.
Etetto scrivan a la Camera d'imp'estidi
Zuan Zuslignan fo di Antonio , . 18. 6
Zuan Francesco Simitecolo qu. sier
Anzolo • 17. 7
Antonio Balbi qu. Alvise .... 11.13
Domenego Bianco fo di Zuane . . 6.18
Alexandro Dolze fo de Agustin . . Ì7. 7
ZuanGregolin 13.11
Zacaria Trivixan qu. Francesco . . !6. 8
t Andrea Dolze fo di Sebastian ... 20. 4
Zuan Francesco Tmto 12.12
nonf Alberto di Roberti
Hironimo da Riva ...... 17. 7
Alvise Trivixan fo scrivan a le Cazude. 1 5. 9
Dapoì disnar fo Conseio di X con la Zonla.
Di Verona, fo lettere del Podestà e Pròbe-
ditori Zenerali, di 24, hors . . . Come inimici
sono al solito. Et scrive coloquii abuli col Capitaniò
Zeneral; et li erano zonté alcune farine in campo
ventile da Trento; et altre particularilè, ut in Ut-
teris.
Di sier Zacaria Orio, da Verona, di 24.
Come questa matina a bore 13 fo publicà il bando
fato contra Paulo Luzasco, e molti di so' favoriti non
parse ale piaze, et fo posto la pitura con la livrea
alla gibellina. Eri, per so' conto fo tormentali 4 fra
li qual uno Aurelio Chiodo; si scusano non saper
nulla. Questa sera é zonlo tre bandiere di fanti del
signor Malalesla di Rimano pel* numero 600 ; si
aspetta il resto Gn numero 1000. Lui è amalato. Si
nspecta etiam li sol cavalli. Scrive, il Ciìpitanio Ze-
neral voi mandar Bello di Belli con fdntl 200 a Li-
gnago a custodia del loco.
Di Brexa, di rectori, dì 23. Come beri aera
haveno nostre lettere di 19. Mandano la copia di
una lettera bauta da Calzinà qual dice :
È gionto uno messo qual dice che alemani sono
ancora 11 a Peschiera, salvo a bore 16 in 17 se par-
tite archibusieri 300, cavalli 400, quali se partile.ed
è andati a la volta di la Chiusa contra fanti 4000 et
cavalli b'OO et 5 pezi de arlellaria quali viene a la
volta di essi alemani. Intra li quali andati sono
(ulti li infrascritti ; el signor Georgio, èl conte Ba«
39
344
515
UDXXVIII, MAGGIO.
516
plisla Lodronp, signor Pyro Gonzaga, signor Alvise
et signor Ludovico Gonzaga, Zuan Orlando Porcello
et allri capitanei. Del camino loro hanno a far, se ha
hauto per una spia, che liene per cerio vada a la
volla de Milano, per esser crealo Duca el duca di
Branxvich capilanio di esso exercilo. Del signor Al-
vise da Caslion, è in campo, tamen ha fallo far le
cridc in le terre sue che a pena di la forca niuno
non porla viluaria in campo de alemani; di le laie
di le terre, li solicila. Per ora non g' è allro.
Di Bergamo, di sier Insto Onoro capita'
niOy di 22, vidi lettere. Come la illuslrissima Si-
gnoria ne li prelerili giorni expedilo certi capclanii
per far fanti grisoni, el quesla sera li dilli vapilani
ne ha scrillo haver ad ordine li fanli hanno in com-
missione di fare, et li manca soìum il danaro de po-
terli levar, che in 4 giorni soriano qui. Perù si dà
di queslo aviso a la Signoria nostra. Se continua
queste fortificalione, et non li manco giorno el notte
di quella exlrema diligenlia se possi imaginar, co-
noscendo la importantia di quesla imporlaulissima
344* cita; né si manca etiam per proveder di Irovar da-
nari per subvenir alli bisogni de li pagamenti de le
genie; e femo più del possibile, perchè non fu mai
tanta stretcza da ogni canto del danaro quanto è al
presente.
Nota. Gionse la nave Marcella con sali. Vien
di Cypro; parti adi 17 Aprii. Patron .... Biga-
relli. Su la qual vene sior Hironimo Marzcllo qu.
sier Andrea, del qual é la nave, per esserli morto
sier Francesco qui e sier Antonio capilanio di le
bastarde sui fraiielli. Per la qual nave si ave lettere,
in Cypro esser gran carestia di biave per non aver
piovesto. È sta mala saxon. V^eno 4 bizanli il mo-
zo, ch'é zerca ducali uno il slaro. Etiam ne la So-
fìa é caro. Dillo patron di la nave disse nel venir
aver visto sora Cao di Otranto il Capilanio Zcneral
che velizava per andar in ponente.
Di Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapiera capitanio, di 24, hore . . . Manda
una ietterà di Zuan Antonio Zen capitanio del
devedo, di 24, Jwre 24.
Magnifico et.honorato patron.
In quesla bora Ve venuto uno il quale se partile
questa malina da Roveredo, et me ha referito come
I* ha inleso elie gano scrillo novamenle per tulio
el contado del Tyrol tutte gente, et che quesla se-
ternana che vien se deno comenzar adunarse, et che
i vote dar el guasto nel veronexe e al padoan. E
altro non se intende. Heri mandai uno a Trento et
nonn^é venuto. Subilo gionlo, del tutto avisarò
vostra magnifìcentia, eie.
In queslo Conscio di X fu preso, el scritto lettere
a Crenìa el Bergamo, che li danari deputati del dazio
del sai a portarli in quesla terra li dagino de li da
pagar li fanti grisoni zonti sarano a Bergamo, che
dieno venir; el di qui si conzerà le scriture.
Item, fo:io sora la expedition di sier Almorò
DoIGn va Pagatior in campo sotto a Napoli, et qual
porla con lui scudi . . . milia eh* è ducati ....
molti di quul sono di nuovi baludi in la zecba, ch*è
di carati '2'2 e ... grane; da una banda è San Marco
in marchelo con le lettere atorno S. Marcus Ve-
netus;ih l'altra una croxe con ìeiiere Andreas
Grilli dux Yeneiiarum, Et questi si spenderà in
c;impo per .... Tuno. È di bon ofo, et in zechà si
baie a furia. Hor fo gran disputalion di la segarla
del mandar di danari predilli. Fo preso e termina
che quesla nolle se parti con 5 barche con capeta-
nii, e vadi e datoli la comission piom-
bata, qual non la verza si non in mar, aziò noe si
sappi la via el lien, el cussi partì questa noie.
//e>w,*prin)a fono Conscio di X semplice.
Adì 26, Marti, Da malina, essendo sta ditto 3.
eri nel Conscio di X come questa malina il Serenìs-
simo andarla con li piali a visitar il reverendissimo
domino Francesco Corner cardinal novo crealo et
oUm procurator di San Marco, il qual Zuoba adi
58 vuol venir in Collegio a far reverentia al Domi-
' nio; et ordinalo invidar alcuni di Pregavli. El cussi
Soa Serenità con vesta di tabi cremexin con il Col-
le;,'io, el quelli era nel Conscio di X e parte di la
Zonta et tre Procuratori, sier Domenego Trivixan
el cavalier, sier Luca Trun Savii del Conscio e sier
Francesco di Prioli procuralor è di Zonla; poi 50-
Inm 5 di Pregadi olirà li or.linarii, zoè sier Marco
Loredan, sier Alvise Bragadin , an-
dono con li piati a chà Corner. Il qual Cardinal li
vene contra a la riva; poi andono disopra, il Cardi-
nal di sora, e ralegratosi. Stato poco, esso Cardinal
li acompagnò fino a la riva e tornò a palazo.
Vene in Collegio l'oralor di Franza, dicendo sa-
per certo che a queslo zorno li 4000 lanzinech et
5000 francesi sono zonli a Ivrea; però si provedi
che i Thabino li danari, altramente non venirano di
longo.
Vene Torator del duca di Milan per aver la ri-
(1) U carU 945 f 845* k bUncK
517
UDXXVIir, MAOOIO.
518
spofila di ducali 3000 ha richieslo a la Signoria per
br f:ìniì.
Vene Topator di Munloa dlcondo baver haulo
aviso dal suo signor, ciie prima aceri! quesla Signo-
ria lui non è per far alcun danno a le cose njslre;
poi che sa etiam il Papa non sari conlra la Signo-
ria, e li fanti che Tha fello è per la conservalion di
Parma, Piasenza el Bologna
Da Vieenaa, di sier Zuan Antonio da chà
Taiapifira capitanio, di 25. Manda una lettera
alita di Zuan Antonio Zen capitanio del deve-
do, di 25, hore 12.
M:igniiico et honorando patron.
In quesla matina Té azonlo el messo che man-
dai a Trento, el me ha rcferilo come in Trenlo non
gè essere provision alcuna ; ma ben dize baver
inlcso che questi zorni passiìli el se diseva che el
doveva venir cavali et fanli; ma dice non se sano
onde i siano, et se crede se i dia venire che i non
venga in zorni 15 et più. Ancora dice, che garivò
de vendere el pan de la monìliou, el ve ne mando
uno pan aziò vostra magnìficenlia veda de che sorle
i sono; el gè costa quatrìni 4. Allro non se intende
Ozi manderò uno a Roveredo, et quanto se inten-
derà, del tutto aviserò vostra magnificentia.
Stó* Da poi disnar To Pregadi, el vene poi nona que-
ste lettere :
Da Verona, del Podestà et Proveditori Ge-
nerali, di 25, hore 20. Come haniìo, per reporli
e alcuni fuziti del campo inimico, quello esser levalo
da Peschiera in questa malina hore una avanti
zorno, e va a la volta del Dezanzan. Scriveno, que-
sla notte (o man<là a Brexa fanti 1000 quali passe-
' ranno per il Lago a Salò; zoé quelli di Zan di Naldo
el quelli de Aslor di Faenza e altri. Itent, si ha il
doxe di Zenoa domino Antoniolo Adorno esser
gionto nel campo di dilli alemani, e il signor Zorzi
Fransperg esser partito et andato in Alemagna.
Scriveno, inin)ici si dice vanno verso Lonà, et chi
dice verso Asola, et haveano fato far le strade per
passar del campo! Scriveno, il Capitanio Zeneral
voleva mandar a Lignago per custodia Bello di Belli
da Forlì con ?00 fanli; poi inteso inimici non anviar
a quella volta, lo ha fallo sopraslar eie El scriveno
inimici esser andati verso Rivoltella. E per altre
lettere di hore 2, scriveno inimici baver mandalo
alcuni cavalli a Sermion et Irato alcune bole de ar-
tellaria, et nulla hanno fallo. Et che inimici tende-
vano verso Asola.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 24. Come inimici stanno pur a Peschiera, et zer-
cano far trazer tulli li lochi circumslanti ; el sono
sia presi Ire loJeschi el conduli qui in Brexa. Exd-
minali, dicono esser da 17 in 20 bandiere di fanli a
500 per bandiera quando fusscno tulli, che molli
per quanlo se intende sono tornati. Et intendemo
de alcuni che menazavano de andar ad Axola. Al-
cuni dicono che se congiongerano eum el Leva ;
tamen non se lassano intender.
Di dito, di 2i, hore 1 di notte. Come lia
haulo lettere del provedilor Moro, per le qual ne
significa del remlerse a inimici di Biagrassa ; e que-
slo è slato con il favor del caslelan di Musso, qual
gè ha spento cinque bandiere di le sue. Inimici di
qui non se sono mossi, ne habbiamo allro di quello
"scrissi beri. Pagai 40 boni archibusieri el li man-
dai in Ponlevigo, dove etiam volse andar domino
Salamon Valier per asciarli et ritornar subito. Qui
non si manca di el notte di fiir ogni bona provisioa
a quesla città e a quelli lochi che sono de qualche
imporlanlia, ancora che non ne sia sta dati quelli
favori che meritava questa città di lanla imporlan-
lia. Speramo le cose di qui reusirano in bene. Se
amarichamo che questi pochi e di poca suffizienlia
erano slati tanti zorni fermi, el non li sia sii data
altra molestia da nostri ; el non veJo quella provl-
sion si convegneria a sbarazarsi da questi discalzi; 347
el hozi ne sono sta confluii qui tre di loro i quali
pareno cazacavre.
Di sier Domenego Piaamano podestà di
Brexa. di 24. Questa malina son venuti doi ora-
tori di la comunità di Azola a domandarne presidio
di fanli el allro, proteslandone che non habbiando
tal pre^sidio non ne promelteno.de poter manlenir
quella terra, essendo loro certi che M campo inimico
è per andar a quel loco, dove se ritrova Provedilor
sier Zuan Batista Barbaro, in modo che gli havemo
dalo il capitanio Ferazin con la sua compagnia de
fanli 200 el un aspydo; e sono parliti ralrislali con
promissione grande de mantenersi, e con ordine
che in caso che lo exercito nemico passasse il Chies,
dillo capitanio Ferazin el altre fantarie debbano ri-
tornar in qu sta città.
Del campo inimico, per la inclusa si vederà
quanto si ha. Prtsterea, mi è sta menato uno
prexon dal quale non se ha potuto baver altro,
quantunque li habbia fallo dar tratti Ire di corda.
Referisse esser bandiere 20 a fanli 500 per una el
cavalli 500 in tutto; el che era venuto un capitanio
di sopra, per la qua4 venuta se divulgava per lo
519.
HDXXVlil, MAGGIO.
520
347^
excrcilo se baveano a ritornar indriedó. De Milano
se intende, nìmiei non haver potuto far cosa alcuna
a Biagrassa, et che quelli dentro tiaveano preso uno
di prinoi secretarli di Antonio da Leva. EUam, ha-
veano rijinato certa chiesia con l' artellaria, la qual
era piena di lan^inechi, per il che ne moreno assai.
Scrivendo, è sopragiunto qui Progano Bua capo de
stratipti, el qual ha menalo alcuni presoni; si exa-
mineranno et quello diranno aviserà. Dapoi exanai*
nati li tre presi, non si ha altro se non che sono 10
milia, et sono partiti da casa tutti con scudi cinque
per uno.
Copia di la lettera da Monte Filato ali de
putati di la comunità di Brexia.
Magnifici et generosi Domini mei semper
observandissimi.
Questa noatlina, a hpra di (erza sono venuti
quattro messi de questi nostri messi de Monte Chiaro,
quali sono stali in campo di todeschi a Peschiera; et
dissena baver visto lutto dicto campo, qua! è ancora
li drielo al Menzo con k artellarie et monitione, et
fano conlinuamen^e de la sua monitione, qual e negro
de ogni grano, et ne da^no onze 16 per sei marcheli,
et che ce ne vien conduto del pane et altre vittuarie
a3sai de Mantova. Et ol^e sono ^erca 10 in 12 milja
persone, et ctie non se fanno guarde alcune de.qua
dal campo, et stanno senza paura ; et che non faUino
alcuna fortificatione. Et che cri fezeno cargar sachi
cerca 100 di sai in Peschiera, quali mandeleno ver-
so la Corvara con la scoria de bandiere doe et ca-
valli top de tedeschi, et 50 de quelli del signpr Al-
vixe de Caslion. Et che se parlava in dillo oampo,
che ozi volavano andare a pigliar Sermion, et che
bavevano deliberato avanti so parlisseno de li si-
gnorizar el Lago; et dimandano danari a quelli de
Peschiera ; et alcuni de Peschiera se dubitano che
non dagandoge dinari, alla sua partita non bruzano
dieta terra. Et cb& ancora in ditto campo gc sono
amalati assai; el che hanno aldito dir in la corte
del conte Balista da Lodrou, che dicli todeschi.
quando non potranno haver Verona ne Brexa, i\e
dar il guasto e ruinar tutto il brexano et veronese.
Et che hanno visto missier Marino di BertazoI et
uno altro de Salò quali hanno per obslagii per quelli
di Salò e Riviera, perchè voicno li 10 milia ducati
promessi; et che le zenle che fanno laliaiìe se
crede li vogliano pagar de dicli dinari, perché non
gè hanno denari, el gè danno del pane di la moni-
tiope per iulertenirli ; et che hanno farine assai in ca-
ri e sachi ; si che de (ulto aviso vostra magni6cen-
tia. Et questi homini de Montechiaro hanno ancor
in campo tri altri messi per intender quello succede
di bora in bora ; et subito zonti, del tulio se darà
avisp, denotando a Vi)slre maguificeulie, come del
tutto ne havemo scripto a li signori rect<>ri el eia-
rissimo Proveditor. Nee alia. Bene valeat Ma-
gni ficentia Vfistra eie.
Monti Pelati die 23 Maij 1529.
Sottoscritta
Servitor vester Pctbus de
Caravaoio, Montisela-
rii vicarius etc.
A tergo : Magnificis et geoerosis Dominis de-
putatis ad negotia belli Magnifìcae comunitatis Bri-
xisd, tanquam palribus honorandis.
Di campo^ da Catsan, di si^r Toma Moro 348
proveditor eeneral^ di 22^ hore 2. Come inimici
SQno a Milano, et baleoo, quelli é ussiti Biagrasso,
et loro stanno di bon animo. Scrive, lì repari di Ber-
gamo é in assai ì^o\ìì termini, et li e sta n\esso boa
presidio dentro. Eiia^n^ ha mandato Octaviap 4e
Vayli in li Orzinovi, el qu^la motte domino Anto-
nio da Castello va Gno là per disignar alcuni bastioni,
et dimane a boa bora ritornerà dj^ quj. ^i ininiici
sono verso Peschiera, zoè li lanzinech, e per (guanto
havemo da Brexa, oggi si doveano levar. El se ha
da alcuni vien del campo inimico, che inimici dicea-
00 alcuni di loro capi haveano tratado ia Verona et
che credevano il nostro campo usisse fuora e loro
poi far lo eflEeclo; ma il disegno non li è sandalo ad
efletlo; et se dice paliscoiio d^ vituarie. É sta pur
scrito a Brexa a proyeder di vituarie et cazar fuora »
le gente inutile, et che advertisca^o a tratali, faceudo
bona custodia alla città.
Del ditto, dì 23, Da novo, per riporlo de uno
nostro vien da Milan, si ha come Mercoredi passato
li cavalli ligieri di questo exercito corseno ia bo^go
porta Senese et preseoo da 60 cavi de auiiuali de
uno mercante, et li condusseno via. Che quelli di
Milano feceno grandissime guardie in la terra et
messeno el segno su la torre del Domo del fuogo,
aziò polesseno esser soccorsi accadendoli. Che ini-
mici hanno sotto Biagrasso pezi 1 7 arldlarie, di
quali canoni sie hanno cavati fuora di Pavia, et de
li altri tolti in Milano sono tre dopi canoni, li altri
sacri ; et che non hanno polvere solum per due
hore, et volendo Irar cum quelli dopii canoni, non
5-21
MDXXVUI, MAGGIO.
593
3(8'
349
kiono pei* noeza fiora. Che li boscarolli de Biagrasso
enne ìmboscadi tre mia IoiUhq da Bià, et banuo
preso Ociavian Taverna lo primo secretarlo del si-
gnor Antonio da Leva. Che inimici hanno menato
fuori del castello de Milano tre cannoni, et hanno
rotto li zocbi et li fenno conzar. Che *l signor Aiito-
Dto da LevH ha facto intender a creili de Biagrasso,
se debbano render per tulio domali, aUranu*n*e li
farà tagliar a pezi. Che*! fratello di Baplisla Matto,
uno di capitanai io Bragrasso, ha deliberato più
presto lasarsi tagliar a pezi cbe rendersi. Che 1 ca-
sleliano de Uus ha mandalo io campo de nimici a
Biagrasso bandiere 5 fanti; sono da 500. Che li sol-
dati del Pizinardo, de là da Po, l\aveauo svaligio
alcuni fanti spagnoli. Che sotto Bià in una chiesja
erano li lanzichenech, et <]uelli de Bii tirorno tre
eanonale a uno tratto, el saltono fuora et ne amazo-
Do da 1*20, et li todeschì se retirorono.
li^my scrìve, il conte Brunoro da Gambara che
era con inimici, vien de qua in executìon di la cride
fate far per h Illustrìssiipa Signorìa, per non perder
el suo ha in brexana. De li todeschi di Peschiera si
ha, sono ancor dove erano. Soiicilano scuoder le taie
hanno dato a quelli lochi per pagar le sue ge^ie, el
fanno custodir uno ponte da Marcbarìa sul mantoa-
no, et dicono aspectar aMra gente alemane, et vo-
leno dar el guasto in brexana, el andar a danni
nostri e de altri che non saranno in liga con lo Im-
perador. Scrìve, ii capilanio Grisoo fu spazato; é in
ordine di fanti, ma non vo} calar se non se li manda
dioarì; el li dinari non sono qui iu campo, et cussi
le cose del Stato vanno in longo.
Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di...
Come il conte Brunoro di GauU>ara ^ra zonto a
Pizigaton, venuto di Milun per timor di la parte
presa che li suhdili uoslrì vengÌ4io ad b;<bitar in
le Sf)e terre, sotto pena di confiscation eie II qual
referìsse come
349^ Di campo, dqk Cassan, di sier Toma l^oro
proveditor zeneral, di 24, hore 13. Come vede
le cose del Stato nostro in perìcolo ci con poca
provision Et che quelli erano in Biagrassa per
nome del signor duca di Milan, vilmente si hanno
reso ad Antonio da Leva : siche le cose vanno di
mal io pegio. Et per lui fo scritto al signor duca di
Hilan, che vardasse quelli di Bià almen si lenisse.
Soa Exceileolia rispose ne furia provision.
Del ditto, di 2à, hore 22, E gionlo nove ini-
mici, dapoi la presa di Biagrasso sono parliti in do
parte : una parte, zerca 800 fanti ot artellarie, (
erano alla volta di Santo Anzola pfr haver quel
loco; Taltra é ritornala in Milano, É sia scrìptp al
signor Duca di questo eie. Hozi é sta consullà col
signor Gubernator el quelli capilanei, quello si
babbi a Ear di nui. È sta lermini non far per
a lesso altra deliberation, ma scriver al signor duca
di Urbin a Verona, azio Soii Excellentia deliberi
quello si babbi a far di queste gente : o retirarsi, o
star snido qui ; benché il meglio saria relinarsi con
comodità, che poi con furia et «iisordine. El manda
la lista di fanti pagati (iin questo zorno.
fanti pagina fin 24 Mq^o,
a Cais^no.
Domino Anlooio da Castello,
colonnello .... tanti num^ero 356
Laozioech sono i^ ess^r
Toso Purìao ....
n signor conte di Caia^a
il Cagnol
Bernardo \hnara . •
Conte Claudio RaogoQ, oofi
é perà pagato ... .
245
205
710
313
124
i25
numero. 2703 {sic)
in BfrgiamO'
Filippin da Salis f^ti 2QP.
Antonio Roso da Castello ... j( 277
Piero Antonio Corso > 104
Andrea Corso > 90i
Andrea da Corezo > 137
fanti 808
in Crema.
Jacomo Antonio Pochipanni
in Brexa.
faoli 2(^
Domino Guido Naido im^'i 406
in li Orai novi.
Otavian Vaylà faiUi 123
Di Alexandria, di sier Polo Bembo consolo^ 350
523 MDXXVIII, UAGOIO.
di fo Uh lettere Zerca haver cargà una
nave a Roselo canHiola de fonnenli di quelli ha da
il magnìfico Inf)hrain.
Di CyprOy di sier SHvrstro Mìnio loco-
tenente et consieri, date a Nicosia adì
Aprii. Come fle 11 è careslia «li biave; valeno bi-
santi 4 el mozo, per esser sta mala saxon per non
baver piovesto; et che banno manda in S ria du-
cali •201)0 per comprar formenli.
Fu poslo, per li Savi!, condur a li nostri sli-
pendii Conslantin Bochali capo di slralìoli, qual se
ritrova a Bozolo in manloana con cavalli '200 lizieri,
et per la sua persona ducali 800 a V anno in tempo
di guerra, el in tempo di paxe ducati 500 et 50
cavalli. Et questo per anni -2 di fermo, el uno di
rispelto. Ave: 143, 7, 3.
Fu poslo. perii Savii del Conscio el terraferma,
una parte di far Zuoha proxima Gran Conseio el
eleclion di Procuralor di San Marco sopra le co-
missarie di ultra canal, qual babbi a intrar di
153^2, ma in questo mezo vengi in Preg:idi me-
lando ballota, et non possi preslar men di ducati
\iììì\\\H,utinparte; la rcstitution a rata con li
altri del dazio del vin. La qual parte sia a metter a
Gran Conseio. Ave: 115 di si, 39 di no, 3 non
sincere.
Et perchè in dita parte non é limila il tempo
che*! Procuralor sarà clecto, sia ubiigà a darli da-
nari impresterà, di novo fu posto p-r li dilli una
zonta, cbe*l sia ubiigà a dar la mila, si che la a la
primi parte sì noterà il dillo termine.
350* I^u poslo, per li Savii a terraferma, una parte,
la copia sarà notada qui avanti, zerca la regulation
di libri di Rasonali, ut in ea ; molto longa et ha
molti capi.
Et sier Leonardo Emo savio del Conseio messe
a r incontro voler la parte, con questo : i libri sia
visti per li Avogadori exlraordinarii dal 1500 in
qua, et sia eleclo a questo per la Quaranlia uno scri-
. vao con salario di ducati 5 al mese, ut in parte,
el sia per anni 5.
Andò prima in renga sier Filippo Capello savio
a terraferma, laudando la soa parte.
Et li rispose sier Lunardo Emo per la sua opi-
nion, che voi chi ha tolto i danari di la Signoria sia
casligadi.
Poi andò in renga sier Piero Morexini savio a
terraferma, dicendo i libri dia star in man di Raso-
nati, et chi voi veder li poi veder et Avogadori et
altri, laudando la soa parte. Andò le parte : 5 non
sincere, 4 di no, 56 di Savii a terraferma, 90 di
52i
r Emo, et questa fu presa. El fo li XL Criminal per
il scrivan che si ha a far per la Quaranlia, ancora
che loro non lo poi far perchè compie Sabado.
Fu poslo, ppr si«»r BtTnartlo da dia da Pexaro
Cao di XL, una parie ; la copia è qui avanli. £1
sier Marco Antonio Conlarini Pavogador andò a la
Signoria, dicendo voler rispello peTr veder le leze,
per esser parte de imporlanlia. El Serenissimo con
la Signoria disse che'l Cao di XL el cadaun di Col-
legio poteva meter che parte che i voleva, el non
slava a TAvogalor a impedir. El qual andò in
renga el conlradisse un poco, dicendo starò do
bore in renga et volo tempo. Li rispose dillo sier
Bernardo da Pexaro, qual ha poca voxe. Ma ben
andò la parte. Fo balolà do volle. Ave la prima
volta : di si 53, di no 35, non sincere 45 ; la se-
conda : 41 di si, 42 di no, 53 non sincere. La
pende. Non fu messa poi più, perchè ditto Cao
di XL compite, el cussi P andò a monte.
Die 26 Mai] 1528, in Rogatis. 351
Ser Dominicus Trivisanus eques, prò-
cura t or,
Ser Leonardus Mocenicus procuratore
Ser Lucas Tronus procuratore
Ser Marcus Dandulus doctor, eques,
Ser Laurentius Lnuredanm procuratore
Ser Hironimm Pisaurus,
Ser Leonardus Emus,
Sapientes Consili i.
Ser Andreas Mocenicm doctor,
Ser Petrus Maurocenus,
Ser Bartholomeus Zane,
Ser jBilippus Cnpellus,
Sapientes terrae firmae.
Non se die mancar da ogni provisìone espe-
diente al trovar de danari per el bisogno che de
queHi ha il Stalo nostro, però:
L* anderà parte, che Zobia proximo se debba
eleger nel nostro Mazor Conseio uno Procuralor il
qual habbia ad entrar alla Procuralia de iJtra adi
primo Mazo 1532, fìno al qual tempo non debbi
liavcr procminenlia né prerogativa alcuna se non
che dapoi V bara presentalo ei bolelino de haver
satisfallo quanto per lui siri sta offerto, el pos.^
venir in questo Conseglio ponendo ballota ; el non
possa oflerir manco de ducati 14 milia, la mola di
quali sia tenuto exbursar in termine de zorni 4 da
525
IIDXXVIII, MAGGIO.
526
poi cbel sera sia elccto, et Pallrn mila in termine
de zorni 8, dupoi essi di 4. Dechiarando, che'! non
debbi iiaver alcun don, et la restilulionc gli debba
esser Tatto di ducali 100 milia del dalio del vin,
principiando il mese di Sellembrc proximo per
rata ogni mese, lustri la forma della parte presa in
questo Conseglio adi 7 del presente mese Possa
esser eletto d* ogni loco, officio et regimenlo, et di
quelli che si cazasseno cum li altri dulia dilla Pro-
Guralia per casada o altro grado, excelti padre,
figlioi et fratelli. Né se intendi presa questa parie
se etiam la non sia approbata dal predillo nostro
Maggior Conscio.
f De parie 115
De min 39
Non sincere 2
Die 28 (lieto, in Maiori Consilio.
Consiliarii et Capita de Quadraginta,
Posuere partem suprascriptam el fuerunt.
t De parte 811
De non 13G
Non sincere 39
1528, die 26 Maij, in Rogatis.
Ser Bernardus de chà de Pesaro,
Caput de Quadraginta.
Hanno continuamente cum summp studio invi-
gilado li Sìmctissimi progenitori nostri, fra le altre
iuslissimc el olirne deliberation, proveder aciò, come
è conveniente, lutti lisubdili nostri siano parimente
premiati el puniti. Che li clerici qual vanno in ba-
bilo secular et vìvcmio come laici non si passino
exime;r et liberarse per li continui el enormissimi
delieti che cometteno ogni zorno dalle nostre sante
leze et dalle mano della iustilia nostra ; per il cbe
non parendogli conveniente cbe questi tali se do-
vesseno lenir et osservar nel numero di persone
clerica!, eo maxime che molti de loro hanno mo-
glicr et figlioli, et fanno exereilii el arte secular, ne
alla vita clerical convenienti. Et quando che gli oc-
corre che per li nostri ius iicenti conlra loro sia
inquirido et si vogli proceder per li loro delicli,
(1/ U ctrU 851* è bUooa.
cercano cum ogni mezo deviar (Fai foro secular et
redursi al ecclesiastico dal quale se ne habbino
pena alcuna ogni zorno manifestamente si vede,
et in tal niateria furono poste varie parte, sì nel
nostro Maggior Conseglio del 1364 adi 14 Marzo,
e de 1 1 Ottobre 1388, come etiam in questo Con-
seglio de "lo Zugno 1469, per le qual de tempo in
tempo gli fu augumentala la pena per fin al bando
di questa città et tulle le terre el loci della Signo-
ria nostra, cosi da parie da terra come da parie da
mar. Et se in alcun di essi loci, over terre nostre
fusseno Irovadi, fusseno alla condilion delli rebelli
del Stalo nostro, cosi nelle persone come nelli beni,
el in cadaun de essi loci el terre polesseno da
ciascun senza pena alcuna esser offesi et morti,
come in esse parte chiaranientc si vede, le qual
sono cerlamente bone et sancte ; ma come etiam
V occorre in altre materie non sono mandale ad
execulion, perchè non obslanle queste iustissime et
sanclissime leze in tanto é augumentala et accre-
sciuta questa pessima corrutela, che tutti non so-
lamente li cittadini, ma etiam soldati et ogni per-
sona benchò de condilion vilissima se fanno clerici
de prima tonsura over di quatro ordeni, et benché
veslino el viveno come laici commettendo furti,
sacrilegii, homicidii el ogni altra qualità de delieti,
come sono trovali colpevoli de tal mensfali se de-
fendono sotto questo velame clerical, et se liberano
dalle mano delli nostri lusdicenli et restano del
tutto impunidi delli loro delieti, ita che'l non é
caso alcun criminal el qual per questa pessima via
non sia sublratto dal foro secular, el se'l non si
provede, non solamente li iuditii criminah ma
etiam civili serano levati et tolti dalli iusdicenli
nostri secular. Né si ha rispetl» alla qualità delli
casi, alli habiti over persone, did che continuamente
nascono grandissimi inconvenienti ci disordeni, et
se'l non si provede deventeranno maggiori. Et però, 352*
havendo principaliter 1 ispelto allo Altissimo et
Omnipotente Mio nostro, acciò che sotto prelexto
del suo sanclissimo et tremebundo nome questi tal
scelestissimi comitlenti ogni sorte de iniquità per
clerici non si difendano, el dalle pene qual per li
sui deiìcti meritano siano liberati, el etiam che la
iustilia si grata al Summo Dio conseguisca il suo
effetto ;
L* anderà parte, che salve et reservate tutte le
leze predille, el altre in tal materia disponente alla
presente non repugnanle, et praecipue la parte
del 1469 adi 23 Zugno, che tutti quelli li delicli de
li qual SODO recenti el le sue querele sono ancbora
527
IIDXXVIII, MAGGIO.
nelle mano Hclli ollBcìnli el reUopi nostri non expe-
dile, et quelli che de coeirro eoninielleranno qu;iU
chedeliclo degno de pe^na el casligalion, el cer-
cheranno sollo prelexlo de prima tonsura over
dell! quatro ordeni excusarse et liberarsi dal iuditio
delli officiali el rettori noslri, reservata sempre la
auctorità a quelli de cogiiosccr el indicar come gli
parerà, ^1 se seraho astretti de remellerli al foro
eccfesiastico, tutti questi tali quovis mòdo al Toro
ecclesiastico restituiti ex nunc per auctorità di
questo Conseglio se intendino, et siano banditi di
questa città et de tutte terre et loci nostri si da
parbe da terrà come da mar, delle qual (erre et
loci nostri debbano uscir Tra termine de zorni 15
dapoi la ^abKcàlion della presente parte ; et se non
carferano obédir over rilornerano in quelli, siano
trattati nelle persone et beni sui come rebelli del
Stalo nostro, et ùblque ìocorum fra li conflni da
ciascuno postino ifnpune esser offesi et morti. Ci
sé alcui) bandito per honlicidio puro o per altro
nlirtòr caso àknazerà uno tale fra li confini, fatta
primamente fede per persone fide dighàe della
sua morte, habbia il beneficio della exemption et
libe^tión dal sUo bando. Et simHiter, se alcun
qilal non sia bandito amarra qualcuno de questi
frsl li confìhi, pò^si liberar ciascuno bandito per ho-
micidiò ptji'o, over per altro nlinor casbj come di
sopb 6 dichiarilo
fet siaht) t)bligali li ÀvogddoH nostri de comun,
et altri offlòiifli In questa città el li rettori de tutte
le l^t're et lori nostri, sempre (Jiiando l'occorrerà
quilD?he caso simile, sopra lino libro spìfciaiitfi^ a
((tiesto deputato far notar i bandi de tal iniqui in
execution de questa necessarissima deliberation a
m&mòi*la di successòri, et c|ues(o sotto pena de du-
cali 500 el privation per anni 10 de lutti li reti-
menti, offleii, el Consegli nostri a quello Avogadof
de cbhìun pei* il placitar del qual seguitasse essa
rertiission, se 'I sera uno, se veramente Serano più,
la penU predilla sia per cadaun de loro, et a questa
islessa péna el modo sopraditlo soltuzasino tutti li
353 officiali el rettori nostri ; la qual pena togllàno alli
cohtrafacenti li AvogadoH nostri de comun, el Tuno
fl r tlllrb el cadaun de loro separatamente, el simi-
liì^ li Capi nostri de XL Criminal si Supefe*iori
come inferiori, el cadaun de loro senza all^o Con-
seglio. Et Èintililer tutti li nodari. Scrivani el can-
cetlieK li quali leneno el manizano altri simil libri
ci*irtiiituli over bergaminej siano dbligali botar li
bandi ph^dilti fiDIto pena da ducali SOO et pHvalion
perpètua de ogtii officio él beneficio, si dentro come
fuora. La qu:d pena sia scossa ut supra, né
aleun modo se possi hiiver alcuna gratta (»ver ■
mission alli contrafacienti, salvo per parte po=
nel nostro Ma«^gior Coiiseglio per sci Conseglien
tre Capi de XL, el famm la non se inlenli pre
se la non liarà habuto li cinque sexti delle ballciz
di esso Conseglio. Et esse pene pecuniarie sia^a
divise a questo modo videlicet : seM sera accusaC
per terzo, uno terzo del Arsenal nostro, V altro
quello over quelli faranno la execution, et il lei
del accusator; se veramente non seni accusalo/;
Siano divise in doe parte, una sia de V Arsenal no-
stro el r altra di quello over quelli faranno ia exe-
cution, el alle pene predille siano obligati lutti li
beni delli contrafacenti quomodoeumque el quali-
tercumque, El olirà di questo, quelli che prima
non erano annotati in esso libro over bergamina
siano descritti, et similiter siano obligati li Avo-
gadori de comun, li ofTiciali el rettori nostri et
essi nodari. Cancellieri et scrivani, sotto le pene so-
praditte, ognora che T occorrerà uno caso simile,
far publicar li banditi sopraditti ad intelligenlìa de
lutti. Se veramente tal tristi haranno arditfìento
non obbedir over tornar nelle iurisdition della Si*
gnoria nostra, siano trattali come rebelli d6l- Stato
nostro, el se sera no morti over ofe^i, li offensori
over interfeclori non habbikio pena alcuna, ma essi
inlerfeclori habbino il beneficio sopraditlo. Et sia
publicata ìa presente parte sópra le i;càle de San
Marco el Kiallo, el in tutte le terre el loci nostri si
da parie da terra coinè da mtir, el sia registrata in
r officio della Avogaria de Comun el in cadaun
altro che habbia il Criminal, el similiter sia messa
in tutte le Comission di rettori nostri, accioché la
sia inviolabilmente obi^rrata. Eì la presente paKe
non se intendi presa se la non sera etiam appro-
baia nel nostro Mazor Conscio.
De parte 52
De non 35
Non sincere 15
Èl iie^um.
De parte 41
De non 42
Non sincere 53
Nihil capium quin pendei
559
MDXXVIIT, MAGOIO.
Lio
355') Adì 27. La maììna fo lettere di Orvieto di
28, nel eanselier del signor Zuan Francesco
Orsino, qual scrive il Papa haverli dà lellere di
passo per li fanti 1000 falli per venir a noslri ser-
vili!, el ha fallo za eavalli lizieri numero ... ; ve-
deri far li allri fin al numero di . . . et li fanli 400
di più li è sta dali. Item, di novo il Papa si parie
el va a Perosa ; il qual fa fanli ; eUussi Fiorentini,
però lai stenla a farli.
Vene V oralor di Fiorenza per cose parlicular
di certo fiorenlin.
Del CapHanio general da mar sier Piero
Landò, date a Cai4siti apresso Brandito, adì
12. Come era torna la galia Nana mandò a Calaro
a loor homini per interzar Tarmata. Ne ha menalo
soìum 3^ Il soracomito sier Francesco Nani restò
a Budua amalalo. Ha posto, come scrisse, sier An-
drea Grilli soracomito provedilor in Brandizo, et in
la sua galia posto vice soracomito sier
Lassa fanli ... per assediar il castello, et rcstarà
a quella impresa sier Àguslin da Mula provedilor
di r armada con sier Àlmorò Morexini capilanio
del Golfo et la galla Nana; el lui con il resto dì
le galle, al numero ... si leverà la malina havendo
lempo et andarà a Corfù a meter in ordine Y ar-
mala di quello bisogna ; dove starà tre zorni, poi
anderà verso Napoli. liem^ ha lassa a Trani li
remi cussi cargi, con ordine siano mandati a Corfù.
Dapoi disnar fo Conscio di X con la Zonta ; et
vene lettere.
Dal campo sotto Napoli, del Pixani et Pe-
xaro, de 21. Come é sia aquislalo tutta la Cala-
vria da le zenle Monsignor vi mandoe, excepto uno
loco dove s'ha reduto il principe di Bisignano
con alcune zente, qua! sperano di haverlo, chiamalo
Tannlo. Et hanno prèso una altra terra dove
erano tre signori dentro, zoè Cosenza, come di
sollo scriverò copiosamente. Item, scriveno, hanno
di Napoli, che hanno disarmato la galia restata li in
porto, et armano tre nave sopra le qual voleno
meter suso tutti li inuteli et mandarle in Sicilia. Et
par patiscono di vituarie; et é ussiti fuora alcuni
lanziDech, el venuti in campo, dicono i lanzinech
fanno romori in la terra, et però quelli di la terra
trazeno artellarie aziò che i non siano sentiti ; et
noslri voleno el fanno zerle trinzee; si non faranno
altro, li torano tre moiini che hanno. Item, scriveno,
quel Hironimo Romano con li 600 fanli corsi et
2000 paesani, essendo venuti mia 10 apresso Co-
ti). Le etrto 353*, 854, 354* tono bianche.
/ Diarii di ìi. Sanuto. — Tm, IL VII.
senza al fiume Fredo, preseno il principe di Stiano
che era amaialo con do fioli, uno marchese el uno
signor, el aveno Cosenza» el fugò il principe di Bi-
signano ch'era in campagna con 2000 fanli in Ta-
ranto sicome ho dillo. Item, Lutrech si duol di la
nostra armala.
Di Ravenna^ di 25, del provedador Fo- 355*
scari, et una di sier Gasparo Contarini va
orator a Boma, Del zonzer suo li quel zorno, et
partirà per Pexaro per andar al Summo PontiGce,
qual intende esser parlilo di Orvieto et andato a
Perosa,
Noto. Il dito Oralor, ne Tandar sopra le For-
nase, la sua barca dcte in terra, se ìmpi de aqua,
si bagnò lui et li soi et alcune robe ; ma fo recu-
pera il lutto.
Di Verona, fo lettere del Podestà et Prove-
ditori, di hore 16 et Kore 2 di note. Come ini-
mici sono al Desanzan et Rivoltella ; et che si dice
andarano in brexana, ma prima voleno li danari di
la taia di Salò. El par che da 1200 el più lodescbi
siano ritornati a Trento con dirli haveano promesso
dar i raynes per uno el non hanno hauto se non
dueraynes; però si partivano. Quelli di Salò ha-
veano mandalo via el suo Provedilor per non esser
brusati. Il Capilanio Zeneral mandava a Salò allri
900 fanti, sollo li capi, videlieet Àstor di Faenza,
Bello di Belli, quelli di Rimano eie, perché non
acadendo entrino in Brexa. Il Capilanio del Lago
havia preso una barca veniva da Riva con viluarie,
et par cheM capilanio di V exercito babbi dato taia
a chi amazava el Capilanio del Lago havesse ducati
3000. Scriveno, il Capilanio Zeneral voleva hozi us-
rir fuora et andar in brexana, lassando a la custo-
dia di Verona fanti 1500. Item, che per nostri é
sta presi 5 todeschi, uno nominato Zuzi, ì quali
hanno dito di V andar via del campo per non esser
pagali li 1 500 in zerca ; et che quando veneoo,
erano 12 milia fanti et non più.
Di Brexa, fo letere di rectori et Provedador
Foscari general, di . . . Di provision fanno, et
come Àgustin Cluson era in Lonà et si ha difeso
contra inimici, da i qual fu preso uno capo di squa
dra et i fanli i qual inimici li voleano apichar. Item^
il Provedador di Salò é partito et venuto li a
Brexa.
Da Cassan, del Provedador Moro, di 24^
hore 2 di notte. Come si havia deliberalo mandar
in questa bora uno nostro messo dal signor duca
di Urbino, a dirli esser gionto in Trevi uno capitano
con 300 fanli del signor duca di Mìlan per guardar
84
Bdt
HDXXVIir, ìtÀOOtÓ.
questo loco di Cassan in caso che esso signor Capi-
lanio General fusse de opinion si levassemo de qui.
Et nostra opinion seria metter bon presidio in Ber-
gamo et andar con il resto di la fantaria et cava-
larìa sul brexan, per obstar che li inimici non fazino
trar quelli loci et ruinino come fanno il brexan ;
tamen si riportamo al voler di Sua Excellentia.
356 In questo Conscio di X, fo prima semplice assai.
Dapoi con la Zonta preseno una gralia di sier
Zuan Donado di sier Vicenzo, rimase per impre-
stedo camerlengo a Padoa et non ha Tetà, voi pre-
star ducati 100 et haver la pruova. Fu presa.
Fu etiam preso la gralia che sier Domenego
Moroxinì qu. sier Jacomo, va patron a Barulo et non
ha la pruova, che*l doni ducali 50 et babbi la
pruova ; el fu preso.
Fu voluto metter la parte di sospender li debiti
di Ire Procuratori : sier Marco da Molin, sier Ga-
sparo da M'flin, sier Marco Grimani debitori a le
Raxon nuove, quali voleno dar ducali 2000 et del
resto habbino tempo a pagar. Et fo trovalo le parte
esser in contrario, et non si poi tratar queste cose
in el Conscio di X, et fo manda a monte.
Item, fo expedito altre cose particular, nulla
da conto.
*
In questa matina, in Quarantia Criminal, per
sier Ilironimo Marzello qu. sier Galcazo, et sier
Zuan Marin syndici fu posto parte, et preso, de
taiar et anullar ogni lerminalion fata per li signori
de Offici de cresscr utilità a li scrivani, nodari, mas-
seri, fanti etc, ut in parte.
El etiam da poi disnar, la dita Quarantia se ro-
duse pur a requisition de diclì Synici et limitono
certe tariffe.
Fu preso, in Conscio di X, de dar la Irata a la
comunità de Padoa, overo a domino Antonio Cao-
divacha el cavalier et compagni é sora li poveri
de Padoa, de stara 400 formento compradi per loro
per substenlar diti poveri.
Noto. Il formento é sii fato hozi lire 7 soldi 10
el staro.
In questa matina, vene in Collegio Coscho con-
l^tabile nostro, de nation de reame, qual havia de
condola S50 fanti et era in Pavia, et disse al Sere-
nissimo: «MagniBco Signor, io son venuto per
iustiffcar inimici non esser entrali in Pavia per la
mia varda, perchè se fosseno inlrati, saria sta o per
viltà per malitia, le qual do cosse non é in mi ; et
ho fato el debito mio et voio star a ogni Marango-
ne >. El Serenissimo li disse si iustificheria la verità.
É zoDlo etiam quel Cesaro Martineugo era in
« 1
Pavia, etiam lui capo de ... . fanti; ma non veL
in Collegio.
Da Udene, del Locotenente, di 25. Mand
letere di Venzon ; et quella comunità lien che li
fanti lanzchenechi mandali a far per el capilanio
Michiel Gosmaier, non siano per venir. Tamen uno
suo contesso è stato da lui Locolenente, dicendo
aspectar li diti fanti de bora in bora, et volea licen-
tia poter tuor alcuni todosehi abitanti a Venzon,
Toimczo et quelli contorni.
A dì 28, La malina, fo lettere di Verona, 3!
del Podestà et Provedi fori, di 27, hore 13. Co-
me inimici erano al Desanzano et Rivoltella, né
sono mossi ; et hanno hauto la taia de ducati 10
milia di Salò. Li fanti se mandò per Salò con ordi-
ne a intrar in Brexa ó imbarcali, et se tien zoome-
ranno ; et li cavalli de Zuan de Naldo è smontati
et vanno per terra.
Vene con li piali in Collegio el reverendissinio
cardinal Corner vestito di zambelolo paooazo et Im-
reta de scartato in testa, con la maza d' arsenlo
davanti portala per el suo schiavo turco, acompa-
gnalo da molti episcopi, zoé el Landò di Caiidia, so
fradéllo de Spalato et altri assai che qui non li scri-
vo ; et do cavalieri di Rodi, Garzoni el Veodramin,
et soi nepoli abati de San Zen di Verona, di Care-
rà et de Vidor. Item, 10 Procuratori : sier Dome-
nego Trevixan el cavalier, sier Polo Capello el ca-
valier, sier Alvise Pasqualigo, sier Jacomo Sorenzo.
sier Andrea Justinian, sier Francesco di Prioli, sier
Andrea Lion, sier Francesco Mozénigo, sier Carlo
Morexini et sier Marco Grimani, cavalieri, dolori,
et altri soi parenti, et sier Jacomo suo fradelio in
paonazo per la morte del padre ; ma sier Zuane
1 altro fradelio é amalato. Il Serenissimo li venne
contra al palo de la scala de piera, et posto de sora.
Era etiam quel domino Nicolò de Medici qual lì ba
portato il capello. Et inlrati in Collegio, sentati, es-
sendo sia leva la cariega et posto un raso ereniexio,
el Cardinal predilo, di anni .... usoe alcune pa-
role pian, et il Serenissimo li rispose; poi st«to aa
poco fu acompagnato dal Serenissimo fin al paio
predilo, et il Cardinal con li piati tornò a caxa sua ;
qual é goloso.
Vene Torator de Milan, dicendo non baver avi-
so del suo signor Duca de fìiagrassa, et noo lo cre-
de ; unde li fo mostrato le letere del provedilor
zeneral Moro, et rimase atonilo.
Veneno 6 oratori de la comunità de Monopoli,
tre per li nobeli et tre per il popolo, con letere de
credenza, di sier • . . • Bolani provedilor, il nome
533
UDXXVlJIj IIAOOIO.
53i
di quali sono : Saladino Ferro, Golifredo di Pai-
mier, Antonio de Indello per li nobeli, el per el po-
polo Zuan Balista Ficola notaro, Filipo Jacomo Mo-
reliaDO el Marco Cicho calafato. Parloe dito Goli-
fredo, dicendo esser ritornati soto la Signoria de
San Marco come erano prima ; et apresentono al-
cuni capitoli da esser cooSrmati. El Serenissimo li
usoe grate parole et li comisse a expedirli a li Savi.
357 Vene l' orator de Franta et ricomandò a la Si-
gnoria el capitanio Goscbo, dicendo é valente homo
et de Pavia non é in colpa alcuna. Et el Serenissi-
mo disse se vederla ; non ha\endo fallalo sarà quel
era prima.
Vene P orator di Ferrara con letero del suo
«gnor Duca, in iusUfìcation sua che alcuni de qui
diceva daria passo et vicluarie a lanzinecli, che lui
non e per far alcuna cossa et voi esser Ibrmo in la
liga. Il Serenissimo laudò tal opinion eie.
Vene l' oralor di Mantoa insieme con uno se-
cretano del Marchexe venuto a posta, nominato
Benedeto Agnello, con letere di credenza ; et poi
disse che 1 signor Marchese pregava questo excel-
lentissimo Stalo volesse far uno salvoconduto a Pao-
lo Luzasco che *l potesse venir a iustiOcar la causa
del suo non entrar in Verona, perché voleva provar
che li vene contra homeni de autorità a dirli che
selMoIrava in Verona, sarìa retenuto, et del resto
voleva tornar a V exilio eie. il Serenissimo el tulio
d Collegio con acerba ciera disse non voleva far
niente, imo che V andava zercando fosse redopià la
taia. El cussi se partiteno bassi.
Da poi disoar, fo Gran Conscio et vene el Sere-
nissimo.
Fu posto, per li Consieri el Cai di XL, la parte
presa in Pregadi de far un Procurator. Sarà copiata
qai avanti. Fu presa. Ave : . . • .
Et in questo Conscio non fo alcun Censor, per
esser amaiati.
93% EMo Procurator di San Marco sopra h
cmisiaric di Ultra^ insta la parte hora presa.
t Sìer Zuan Pixani é di Pregadi, di
sier Alvise procurator, el qual of-
ferse ducati 14 milia, di quali ne
portò 12 milia, et li 2000 pro-
mete portar damalina .... 762.165
non Sier Hirooirao Grimani fo Cao del
Conscio di X, qu. sier Mario,
Item, fu fato del Conscio di X sier Polo Nani
fo podestà a Verona, qual é Provedilor zeneral in
Verona, savio sora i conti ; niun passoe ; el fu fato
Signor de nocte de S. Marco, in loco de sier Filippo
Minio a chi Dio perdoni. Item^ etiam in suo loco
XL Zivil ordinario, el rimase sier Zacaria Orio fo
XL Zivil, qual è a le porte de Verona. Siche fo fato
9 voxe.
Del campo sotto Napoli, del Pixani et Pa-
xaro procuratori, fo lettere, di 23. Come, bes-
sendo sta ordinate eerte trinzee per monsignor di
Lautrech ci dato la cura al signor Oratio Baion ca-
pitanio de fanti de fiorentini de la Banda negra, et
bessendo sta principiate a far, dove erano alcuni
soi archibusieri a la guarda, el perchè inimici ob-
stavano non se facesse, esso signor Oratio andò 357^
disarmato per veder quello se faceva, a cavallo, el
andato con alcuni soi un poco discosto, inimici era-
no imboscali, el li veneno contra, el lui volendo
recularsi el cavallo li cascò, el a piedi bessendo
abandonato da li soi, fo da le piche morto el spo-
gliato: lo lassono in terra. Andato poi alcuni cavalli
per soccorerlo, lo Irovorno non ancora ben morto
el spogliato, ma de 11 poco morite ; eh' è sta gran-
dissimo pecalo. Era valente, do anni ^(
fradello del signor Malatesla, naturai però, el flol
fo del signor Zuan Paulo Baion. Questa teiera vene
soto letere de Fiorenza, per via del Provedilor de
Ravenna. Zonse a bore SO.
Da Fiorensa, del Surian orator, di ... .
Come quelli Signori, volendo mandar li 3000
fanti promessi in qua, bavia scrìlo a monsignor di
Lautrech, non acadendo più de li li soi fanti con el
signor Oratio Bagion, li mandasse indrio, el se pur
voleva lenir li fanti, mandasse el signor Horatio.
Di Dransa, poi venuto Conscio boso, fo
lettere di V Orator nostro, da Possi, di 13,
là et 19. Del zonzer 11 Andrea Rosso a di 13, el
r audientia habuta dal re Christianissimo, dove era
etiam Y Orator nostro et li oratori de Anglìa, Mi-
lan el Fiorenza come collegali, exponendo ad bavcr
il presto soccorso eie, per el calar di lanzinech.
Soa Maesli rispose che questa provisioo era za
facta, el come sa TOrator, mandava li lanzinech et
le lanze soto monsignor de San Polo el monsignor
de Obigni, remelendo in reliquis al suo Conscio.
Da poi fue etiam al Conscio. 11 Re el il Gran Mai-
slro erano andati a la caza. Nel qual Conscio disse il
Gran Canzelier che za era sta spazà li deputati a far
li lanzinech, di quali 4000 prestissimi sariano ad
Ivrea ; ma bisogna se mandi scorta de zenle d*arme
da passar seguri, et il Pagador con danari per la
535
UDXXVin, SiAOGIO.
, ^
358
seconda paga, aziò non segui qualche desordioe ; et
che a Bada dove i se fa era za monsignor ....
per far el resto fin 8000, i quali sariano per 10 de
Zugno a Ivrea. Item, Soa Maestà non voi aiuto
dal Re anglico in questo, aziò acadendo roniper la
guerra di là non si scusi haver contribuido a questi
lanzinech, però bisogna Soa Maestà, la Signoria et
Fiorentini li pagi ; con altre parole ut in liiieris.
Di Anglia, del Venier oraior, da Londra^
di 15, Come per li tratamenli se fa di far acordo
mediante madama Margarita era sta facto abstinen-
tia di arme el trieve con la Fiandra per . . .
Da Verona, di V Emo podestà, Nani et
Contarini proveditori venerali, di 27, hore 3.
Come inimici erano pur al Dezanzan et Revoltella,
et haveano haulo la taia deducati 10 milia da Salò.
Scriveno del zonzer li el signor Malatesta di Rima-
no con li so* fanti, et è rimasto in Peschiera do
bandiere di fanti inimici, i quali andono a Bardolin
et bave il loco, et feno danni ; el molli del loco per
fuzer se butono in lago et si anegorono. Scriveno,
fo presi alcuni de i lanzinech de villani, quali diseno
esser inimici andati parte a Salò et haver dato uno
asallo a Sermion dove é Agustin Cluson con alcuni
fanti, che bassi difeso virilmente.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 25, hore 18. Come inimici sono levati da Pe-
scbicAi et vieneno verso Sermion, Revoltella el De*
sanzan ; et parte già è venuti a Lonà con bandiere
9 de fanti con tre canoni et nìolti cavalli lizieri. Et
quel Proveditor sier Francesco da Mosto con fanti
50 vedenjJo non poter resister, sono venuti via, et
come ne ha dito, sempre scharamuzandocum li le-
zieri de inimici fino al ponte de San Marco ; et si
crede fin questa bora iniuìici siano inlrali in Lona-
do, perché la terra era levata in arme in favor de
inimici. Tutto el paese è in fuga, et andaranno da-
gaiìdo taia a tutto questo terntorio, et impediranno
il recolto che non gli fa provision. Et scrive ditto
Proveditor in questa bora é zonto qui.
Copia di una lettera del vicario di Montechia-
ri et di la comunità, drieata a li deputati
di la comunità di Srexa.
Magnifici et generosi tanquam fratres
honorandi.
Notiflchemo a le magnificentie vostre, come
hozi a bore 15 è azonto uno nostro messo, qual
vien di Peschiera dal campo di lotlescbi, qual Aìe^ ^
haver visto levar dicto campo et andar a la vo//^ ^^
de Sermion, Rivoltella et Desanzano ; et che se di- ^
cevano volevano alozar in dicti tre luogi. Et ha
visto tutte le artellarie et zente d* arme, monitione,
cavalli lizieri, fanlarie, tutti a la ordinanza partili
de Peschiera et parte erano za zonti tra Desanzano
et Rivoltella. Et s* è inleso per tre de dicti cavalli
lizieri, erano scorsi fin a Lonato. Del che sterno in
grande paura, et del tutto ne parse darne subito
aviso a le magnificentie vostre ; el del lutto avise-
mo li magnifici reclori et clarissimo Proveditor.
Nec i Ha. Bene valete.
Montisclarii, die 25 Maij 1528, hora XV.
«
Sottoscritta :
Vestri servitores Petrus j)e Ca-
ra vagio Montischiari vica-
rius et comune et hominem
Montisclarii.
A tergo : Magnifì^is etgenerosis dominis de-
putatis ad negotia belli magni ficae comunitatis
Brixiae, tamquam patribus honorandissimis.
Da Pizigaton, di sier Gabriel Venier ora-
tor, di ... . Come, havendo inteso il signor Du-
cha per letere di Franza, ha inleso di subsidi et
soccorsi che vien, per il che è tutto consolato per-
chè altramente si vedeva in fuga, dicendo non ha-
vea danari né obedientia. Li sol erano in Biagmsso
dete via el loco a inimici, el le provision non si feva
a tempo ; con allre parole. Et che non poi lenire
Alexandria, et se si perdesse, quando ben francesi li
recuperasse non gè le daria più, dicendo haverle
recupera una volta el poi perse. Et altri colloqui,
ut in litteris.
Da Ruigo, di sier Vetor Diedo podestà et
capitanio, di 26. Come era tornalo el messo man-
dò a Mantoa. Riporta el levar de inimici et andar a
la volta del brcxan. Che beri matina fu con loro
missier Andrea dal Borgo, el conte Lodovico da
Lodron, el capilanio Zorzi Fransperg,« el doxe di
Zcnoa ; et dice che nel camp^ inimico sono da fanti
pagali 16 milia el venlurieri 8000. Li fanti fati per
il marchexe de Manina hanno mandati a Parma el
Piasenza, el quelli fati per Paulo Luzasco aviali a la
volta de Bologna, el che lui beri matina se dovea
partir per Bologna. Scrive come le aque calano de
qui ; Po e calalo do pie, li canali 4 deda in zerca.
537 XDXXVIK, UAOGIO.
359 Da Cassan, del FrovedUor Moro, di 25.
538
Come hanno, inimici lanzinech (grinta erano a Pe-
schiera, poi con I* anliguarda a Calzinà, la bataia a
Lena et e! relroguanla sopra la Riviera. È sU scrito
a Loiii al signor duca de Milan, stagi de bon animo,
perchè se Antonio da Leva volesse venir verso Lodi
nui con le zente andassemo a Lodi per favorir le
cose de Soa Exccllentia ; et però mandi do qui a
Cassan 300 de soi fanti per guarda del loco. Dima-
ne e! signor Cesare Fregoso se manderà in Bresa.
Se intende dei socorso vien de Pranza, qual è gaiar-
do. Se ha hauto letere de la Signoria nostra con lo
aviso de la taia data a Paulo Luzasco. Se ha inimici
de Peschiera par habbino scoso di le taìe date so-
ìum scudi 300 ; et per li nostri fanti fo mandati in
Salò è sta inlertenuto el scuoder le tagie per ini-
mici quali zeroano farsi prestar danari a Mantoa.
Di V armada vidi lettere particulary di 12
Maeo; di Zuan Maria .... a Zuan Morello,
date in golia in porto Gausito apresso Bran-
di£0. Questi passati zorni el clarissimo General man-
dò el magniflco Proveditor Moro a Brandizo per
terra per far la bataria al castello da terra, et fo
bombardato gaiardamente al modo se ha potuto ;
et quelli del castello etiam loro non restava de tra-
zer, el similmente el castello da mar, che pur face-
va qualche danno. Il qual castello da terra è fortis-
simo ; né altro se ha potuto fìir, et ancor se tiene,
Piilignan del tutto è nostro et cussi Monopoli ; la
terra de Mola se ha reso ma el castello se tiene.
Otranto se ne sta né la voi intender per modo al-
cuno volersi render. N' è soprazonto lettere de la
Illustrissima Signoria, che el clarissimo General se
debba transferira Napoli con galle 16 perla im-
presa dì quello, né altro se aspecta se non el tem-
po. Se questa nostra partita non fusse stuta el se
havesse continuato qui, certissimamente havossamo
hauto el castello da terra et da mar de Brandizo et
Molla et forsi Otranto del tuto; ma partendosi, nulla
de questa operalione se pò far. Se la sorte volesse
che havessamo Napoli, non ce seria alcun contrasto.
* Il signor Dio ce con luchi al bon viagio per tutto,
et spero che ne presterà Victoria.
Da Orvieto, di 23, fo lettere. Come Mulatesla
Baion era sia conduto a stipendio del Papa con ca-
valli lizieri . . . . el fanti, et per la sua persona a
r anno ducati el qual era partilo. El Papa
voleva andar a Perosn, ma vi é la peste. Spoliti
359* A d\ 29. La malina, fo leto in Collegio le let-
tere venute beri sera, né fu teiera da conto questa
m<itiDa.
Da poi disnar, fo Pregarli el vene do man de
lettere di Verona del Podestà et Proveditori, di
28, hore 20 et Kore 2 de nocte. Del zonzer li el
conte de Soiano con 30 cavalli, el resto de la com-
pagnia veniva drio ; qual zonse a tempo erano in
consulto. El Capitanio Zeneral poi li fece grata eie-
ra etc. Item, hanno, li fanti passò salvi a Brexa.
Item, hanno inimici haver lassa 2 bandiere de fanti
a Peschiera et 300 cavalli, et se cargava le farine
per levarsi luti, et vanno in brexana se dice a la
volta de Axola. Scriveno che Michiel Gosmaier ha
scrito che *l vien 200 lanzinech fati per lui et si
meli ad alozar in visenlina. Scriveno, come sier
Polo Justinian capitanio del Lago zonse li beri come
scrisseno ; fo expedito et e montato su le fuste, et
de cassoni i de pan portava con si per meter su le
fuste uno d' essi cascò in V Adese, el qual voleva
dar el pan a tutti de le fuste, ma é mal a dar ad
altri eh' a quelli ha conduto con si. Item, scriveno
del zonzer li a Verona burchii de formento mandati
per la Signoria nostra.
Di Brexa, di reetori, et sier Marco Foscari
proveditor general, di 27, hore .... Come li
inimici vieneno in brexana. È zonto 11 el si-
gnor Cesare Fregoso. Hanno solum in la terra
fanti 1600, computa quelli venuti da Verona. El
Proveditor di Salò é zonto 11, perché quelli ha vo-
luto dar li 10 milia ducati a inimici. Scriveno le
provision fanno, ma voriano haver zentilhomeni da
melerli a le porle. Lui Proveditor Foscari se scusa
é amalato con dolori de fianco. Quelli ciladini é di-
sperati, dicendo questi daranno el guasto al brexan,
olirà le taglie daranno a li lochi dove andarano.
Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savi! del
Conscio et terra ferma, cum sit sier Piero Antonio
Falier el fradelli qu. sier Toma siano creditori a li
Camerlengi de comun de ducali 59 grossi 3*2 per
resto de una vendeda de stara 490 orzi vendeteno
a la Signoria nostra a soldi 31 el staro del 1^34 a
di 3 et 15 Luio, con condilion che dicto credito
possi scontar in le sue angarie ; per tanto sia preso
che li diti ducati 59 grossi 33 possino scontar ne
la taxa numero 9 posta al Monte del subsidio. Ave:
1 17, 8, 8. Non fo più ballota, per esser pochi in
Pregadi.
Fu posto, per li Savi, dar conduta de 50 cavalli ggQ
lizieri al signor Ruberto Malatesta fo Ool del signor
Carlo de Rimano, el qual fu morto a nostri servici
in Cadore, et fu preso in questo Conscio quando
dito suo Ool bavera 30 anni havesse 40 homcni
d' arme ; et in loco de dili bomeni d* arme se li dà
539
ICDXXVIII, MAGGIO.
540
questi 50 cavalli liaieri. Ave : 138, 5 de no. La qual
parte Tu posta per sier Lunanio Emo savio del Con-
seio solo et li Savi da terra ferma.
Fu posto, per li dicti, dar a uno conte Borso de
San Fior {Santa Fiora) recomandado per el Capi«
tanio Zeneral nostro cavalli lizieri numero cento,
ut in parte. Fo presa. Ave : 1 10, 7 di no.
Fu poslo, per li diti, dar condula de 50 bomenì
d* arme a domino Batista da Martinengo qual si ri*
trova in Asola, con questo non (oy de quelli sono
stati in Pavia con Piero da Longena, ut inparte.
Fu presa. Ave : . . , .
Fu posto, per li ditti, far la ordinanza io (rivi-
xana, et sia sopra de quelle el fidelissimo citadìno
nostro Lodovico Malombra, qual babbi ducati 80 a
r anno a page 8 a i* anno, et tanse di i cavalli ; ma
non li Cora el stipendio fin non bavera principiado
a farli. In la qual parte non fu de opinion sier Lu-
nardo Mooenigo procurator, savio del Conscio, né
sier Andrea Mozenigo savio a terra ferma. Fu pre-
sa. 90, 35, 10.
Fu posto, per li ditti, atenlo le instantie fate in <
Collegio per l' oralor del re Chrislianissimo, et let-
tere del signor duca de Milan el del Capilanio Ze-
neral nostro, cbe al strenuo Coscbo qual bavia fanti
350 et era in Pavia, et non aoìum inimici non in-
trono da quella banda, imo combaté con loro et ama-
zd 13 de inimici, però sia retornato a la conduta
r bavia, et de pid cressuti fanti 50, si cbe ne babbi
300 ; et sia expedito de qui el mandato in campo.
Ave : 87 de sii 43 de no, 13 non sincere. Fu presa.
Fu posto, per li Savi del Conscio et terraferma,
cbe atento le lettere del Capilanio de Padoa, non
trova ebi voy tuor a fitto fin Seplembrio li arzeri
de Fossa Lovara ma ben toriano fino a Pasqua ;
per tanto, non obstante la parie presa sia scripto al
Capilanio de Padoa lì debbano afiitar fino a Pasqua
proxima, ut in parte; videlieet li arzeri di Fossa
Lovara, Solesin el Carmegnan, el li danari si spen-
dino in reparalion de li diti, ut in parte. Ave: i 17,
8, 8. Fu presa.
360* El volendo sier Bernardo da chi da Fezaro Cao
di XL meler la soa parte de preti, etiam se voleva
meler certa parte intervenendo la rota del Polese*
ne ; le qual parte baveano contradition, et il Sere-
nissimo non volse, el fo licentiato Pregadi el restò
Conscio di X con la Zonta.
El fo leclo do lettere^ di
Da Verona, di sier Zacaria Orio, di 38,
partieular^ vidi lettere. Come beri di oocle mo-
rite in Castel vecbio Zuan de Ariete ponteslabìle
nostro fidelissimo, qual bavia 50 fanti et noviter
li fo cressuti altri 50. Inimici banno questa nocte
passata bombarda Sermion; ma Aguslin Cluson con
li fanti e dentro si banno defeeio, sicbè inimici nulla
baniK) fatto. Quelli fanti el il Proveditor era in Salò
con bomcni del loco é fuziti, si come se ba per let-
tere del Capilanio del Lago. Per relation de vilani se
ba, inimici haver comanda cari per cargar suso II
ponti et altro, el levarsi da Pescbiera, el par siano
intrati in Salò. Questo é quanto si ba fin bore 30.
Il saco de Bardolin seguite, cbe li restali de inimici
in Pescbiera partirono a mezo di el zonseno a Bar-
dolin a bore 5 de nocte, el quelli dentro per fuzer
se butorono alcuni in acqua nel lago el se anego-
rono. Inimici sacbizorono el loco el presi alcuni di
laia rilornorono a Pescbiera.
Di Hercules Poeta vidi lettere da Verona^
di 38t scritte a Francesco di Nobili. Scrive,
inimici sono a Rivoltella el Desanzano, atendeno a
far male secondo el solito ; el intende da molli bo-
meni abitanti di sopra, che Cesare babbi comandalo
novamente nel conti de Tyrol da 5000 villani el
oon segeli et falze da mieder. Se stima vogliano
dar el guasto a quesli paesi; cbe saria gran miseria.
Il signor Dio gli levi le forze. Hanno per ancora a
Pescbiera una bona guarda. I mei fanti de la Chiusa
banno guadagnato selle zalre dove inimici banno
condulte quelle ultime monilione, di sorte cbe non
baraono persa la fatica.
Copia di una lettera scrivea Paulo Lueasco a 361
la Signoria nostra, la qual il Serenissimo
non volse tuorla né udirla, portata per uno
secretario del signor marchese di Mantoa,
Serenissimo Principe.
Da poi con questa mia bascialo humilmente !a
mano de la Serenità Vostra, la supplico se degni
per la sua solila tanto gentilezza el cortesia beni-
gnamente odir el caso mio, el farsemi grato de la
gratia sua anco eh' io non sia a soi servilii, percliè
veramente per la servilute che io gli ho fallo come
ne può render bona testimonianza el signor Prove-
ditor, signor Colalerale el molli altri, el per quella
eh' io desideravo de fare, el anco per quella ch'io
li farò sempre in quanto potrò con honor mio, non
merito me sia negato tal gratia, sforzandome de
non esser mollo longo nel scrivere per non fasti-
diar la Sereniti Vostra.
A li giorni passati, bavendo io grandissimo desi-
541
itDXttin, ìuddKn.
S4%
36i
derìode servir quella Illustrissima Signoria et la l
Serenila Voslra, dico eh' io venni a Venelia, el con »
manco di quel che prima el signor Proveditor mis-
sier Piero da Pesaro me havea dato intention mi
affermai seco, essendome dalo speranza grande che
servendo bene el occorendo la occasione sarei re-
conosciuto. Hora die la occasione era venuta, el
eh' io havea servilo quanto bene può homo d:i gue-
ra servir, non ho mancato de pregar con ogni in-
stantia el magnifico Proveditor che ricordasse el
caso mio a la Serenila Vostra, et anch' io li scrissi
in conformità. Da sua signoria mi fu dalo grandis-
sima speranza ; ma in effecto cresciuto a molli et
molli capitanei fati de novo. Allor eh' io sperava
bona resolulione, me disse el prefalo signor Prove-
ditore che io haveria 500 fanti, cosa che me dete
grandissimo dispiacere, sapendo cli'io meritava ma*
zor dcmoslralione, et che (a) la occasione mi fu dello
da molti in Venelia eh' io seria mollo ben recogno-
sciuto, conoscendomi eh' io non son già novo in
questo nnssliero et che mio sommo desiderio è sta
de servir sempre bene, ho perso la speranza de
poter haver meglio per lo avenire con quella Illu-
strissima Signoria. Per il che io dissi al prefato
signor Proveditor eh' io intendevo de partirmi
quando eh' io non vedessi altra cosa de meglio; ma
che io seria però sempre servitore in quanto polesi
con bonor mio a la Illustrissima Signoria el a la
Serenità Vostra. Sua signoria me rispose ch'io non
dubitasse che scriveria, de modo eh' io remanerei
sodisfa lo, et che la risposta veneria fra 5, o 6 zorni.
Havendo non solamente aspelalo li sei ma li otto,
dodeci el più di qualordeci, sfocando alquanto la mia
passione con el prefato signor Proveditor, sforzato
da r onor mio, deliberai in luto de purtirme. È ben
vero eh' io havevo deliberato de non partirmi fin
tanto che li inimici slavano sul dominio de la Sere*
nita Voslra, ma hessendo advertido da mei amici
eh' io guardassi come venea in Verona, mi sono
partito restando creditore de quella Illustrissima
Signoria el non debitore ; et non ho voluto andar
da imperiali anco che non mancassero de oferirme
parlilo tanto bonorevole che più non saprei desi-
derare quando eh' io non bavesse el rispeto che ho
a la prefata Illustrissima Signoria et a Vostra Sere-
nità ; anzi me ne son venuto qui da lo illustrissimo
signor Marchese, presso el quale ero anco quando
venni a star con la Serenila Voslra. Procurarò mo
in questo loco, poi che la sorte mia ha voluto cosi,
de trovare altro recapito : supplico la Serenità Vo«
atra se degni ha verme per suo servitore, perché |
anco che la sorte mia mi habi disturbato dal servi-
lio suo sono però sempre in quanto potrò con onor
mio per mostrarli sempre che io li sono affectiona-
tissimo servitore, et desidero che se degni per sua
grandissima humanità far capace a quella Illustris-
sima Signoria et lei stessa che a zio me ha induto
r onor mio, et che mi ha doluto grandemente de
non poterla servire almeno sin tanto che li nemici
stavano sul Dominio suo, come ho deto ; ma la tema
del periculo, per lo aviso che io hebbi, anco che ni
loco di tanto servitio fato non meritasse pena, me
Io ha velato. Restarò dunque servilor sempre de
quella Illustrissima Signoria et de la Serenità Vo-
slra; in quanto poterò non mancherò mai de dimo-
strarne io effecto et così la supplico se degni haver-
me per tale ; a la quale basciandoii la mano bumili-
simamente raeomandomi.
Di Mantoa, a li 19 de Mago 1528.
Sottoscritta :
# Di Vostra Serenità
Paulo Luzasoo.
Capitolo Hi Uitere del campo sotto Napoli, 353
di 22 Maeo 1528, scritte per V oraior del
duca di Milan al suo signor. Narra H
modo di la morte di Horatio Baion.
La morte del signor Horatio fu, che essendo a
veder lavorare li guastadori, andò per intendere à%
alcuni soi cavalli che havia mandato a discoprir ; et
parendoli fusseno lardi di ritorno, volse in persona
andare a veder che ne era. El qual andò che non
havea sei cavalli con luì, et era disarmato. Cadde in
una imboscata de inimici, et fa da lanzohenel assal-
talo, et mortogli sotto il cavallo, eascò a terra et li
fq date tante ferite che apena si conoscea. Fu spo*
glialo et lassato ivi in terra.
Sumario di lettere di sigr Polo Morexifsi p(h
desta et eapitanio m Cividai di Belun^ ài
25 Maeo,
Come, dapoi la descesa de cesarei in Italia, noo
ha scritto di tal materie ; pur e qualche fama che
ancora se aspecta un qualche numero de fanterie el
cavalli per venir a unirse con le gente sono de*
scese. Uhde li parse ordinar a uno, qual adoperoe
questi giorni passati per exploralor, el qual andava
fina a Brunich per sue facende, dove « diceva do*
5i3
MDXXYIir, MAGGIO.
54i
veano arivar diUa gente, el qual e stalo in dillo
loco, el referisse in Brunich non haver visto gente
alcuna el manco rasonare che se expetassero ; ci
ritornando, si acompagnoe con alcuni i quali diceano
che ancora si dovea far gente ; del che altro non
si vede, anzi per alcuni venuti de Ala é referilo che
mollo si lemeno di turchi a la volta de Hongaria. •
^^^') A à\ 30 Mazo. La malina fo lettere da Ca-
taro, di sier Marco Barbo retor et proveditor.
di . . , . Avisa di la morte di sier Francesco Nani
soracomito, venuto li di Puia con lettere et ordine
del Gapilanio Zeneral per haver homini. Et scrive .
Da Constantinopoli, di sier Piero Zen vice
hayìo, di 27 et 29 Aprii Come era venuto no-
ve che 'I Vayvoda in Hungaria era sta zonto da
Tarchiduca ovvero re dì Boemia, et il Signor
turco havia remesso di andar in persona a quella
impresa; né etiam vi andaria il magniOco Imbraim;
ma ben hanno termini et scritto vi vadi alcuni san-
zachi é a li confini con cavalli agazi, quali perMre
vie intreranno in Hongaria, ut in litteris; et co-
rerano fino in Alemagna.
Vene V orator di Pranza, qual etiam lui bave
lettere del He con li avisi di presidii che1 mandarà,
solicilando si mandi li danari a Ivrea per poter pa-
gar i lanzinech.
Vene T orator di Anglia, qual etiam lui ave
lettere di Anglia, et disse in consonantia di quello
si ha hauto per lettere del nostro Orator ; et Tab-
stinentia di le arme per far le fiere fatta con la
Fiandra, aziò le mercadantie babbi loco. Né per
questo si resterà di far guerra.
Vene r orator di Milan, et ave audientia con li
Cai di X zerca il levar del campo nostro da Cas-
san ; il Duca è in gran paura.
In questa mattina, in Quarantia Criminal fo falò
insta la leze tre Synici, sier Bernardo da ca' da
Pexaro di sier Piero, sier Marco Coniarmi qu. sier
Tadio, elsier Zuan da Molin qu. sier Benedeto;
el tre di respello: sier Hironim) Bragadin qu. sier
Andrea di Campo Rusolo, sier Antonio Viaro qu.
sier Zuane, et sier Hironimo di Prioli qu. sier Ja-
corno.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capiianio^
di 26, particuìar, vidi lettere. Scrive, inimici
863* non sono mossi di dove erano da beri in qua, so-
ìum mandano per le terre et danno taia a tutte le
(i) U ctrU 802* è hiànm.
terre con minaze di brusar. El sier Hironimo Gra-
denigo proveditor di Salò, qual era tornato in Salò,
beri sera venne via, el in questa bora ^0 é zonto
qui. Habbiamo mandalo li a Salò Bruto fratello del
capilanio Cluson, qual dice bastarli V animo di
starli ; è andato con alcuni di soi compagni che fu-
rono spogìali a Pavia.
Di sier Domenego Fijsamano podestà di
Brexa, di 26, Come eri sera gionse di qui il
Proveditor di Salò, fuzito senza esser cazato da
alcuno. Li inimici, per quanto si ha, dieno venir a
Vidizuol, et si dice voler venir a questa terra.
Havemo di Salò, quelli voler dar la loro parte di la
taia a li inimici, ma loro non T hanno voluti aeetar.
La compagnia del signor Cesare Fregoso el la sua
persona sarà doman qui. Il Proveditor Foscari dice
esser amalato.
Di zier Zuan Ferro capitanio, di Brexa^
di 27. Questa mattina é gionto in questa terra do-
mino Zuan di Naldo con fanti 500, el signor Aslor
di Faenza con 400, quali sono venuti per conser-
vation di questa città. Nui mandiamo Tognon da ia
Riva in Axola, et Fcrazino di Brexa con fanti 150
intrarà in li Orzi novi. Questa notte, 25 cavalli de
inimici con 50 archibusieri paesani vcneno fin a
Rczado et tplseno molti animali, el de 4 cavalli de
slralioti ne preseno do di loro, quali forno trovali
quasi dormendo, el li slralioti preseno uno faole
di lodeschi. Et si ha, per uno aviso, el caoipo ale-
mano doversi levar da malina el andar Ira Caslion
et Lonà. El campo nostro de Cassan beri si levò
de li, el venne tra il bergamasco et brexan per po-
ter soccorrer Puno et V altro loco secondo acaderà.
Di sier Domenego Pieamano podestà pre-
ditto, di 27. Nemici sono al Dezanzan el Rivol-
tella. Questa notte passata, certi cavalli del signor
Alvise di Gonzaga con 50 archibusieri veneno a
Rezà dove era Zorzi Grimani con la sua compagnia
di slralioti, di quali ne sono sta presi dui el il ca
pitano Zorzi è sta un poco ferito ; el uno fante a
piedi del ditto signor Alvise é sta preso per li no-
stri. Scrive è gionti qui da 1000 fanti.
Copia di una lettera di domino Antonio da Ag«
Castello, scritta al Capitanio di Brexa.
Magni/ice et clarissime Domine semper
ohservandissime.
Vostra signoria ha inleso la perdila di Bla-
grasso. Al presente la saverà, come li inimici finsero
andar verso Santo Ànzolo et son ritornali in Mi-
545
MDXXVIU, KACGfO.
U6
lano, per il che, danno irato più presto voler venir
a li danni nostri che ultrauìente. £( perche le cose
di Bergamo importano et esser noi poca gente, et
eo maxime per non haver poi causa di haverse a
levar in fuga, é parso a questi signori de anticipar
el tempo el lirarse ; et cussi se semo retirali et
semo qui a Spiran, Urgnan et Cologno. Doman, Dio
dante, andaremo a Serial sotto Bergamo, et li sta-
remo a temporizar fin tanto che si vederà li anda-
menti de essi inimici. Secondo che anderano lo oose
ne darò a viso a vostra signoria, a la qual de con-,
lÌDuo me ricomando.
Da Spyran, a d\ 26 Maeo 1528.
Di 8ier T(mà Moro proveditor eeneral, da
Casaatif di 26, hore 20. In questa hora 30, si
levamo con lo exercito de qui et andamo ad alo-
giar a Spiran, Urgnan et Cologno di bergamasca,
efaé essendo in questi lochi si podemo spinger ad
ogni loco ove inimici possono andar, et maxime
a li lochi di Bergamo et Lodi che hora ne sono più
sospetti. Et la causa del mutar questo alogiamento
si é perché il campo di lanzinech sì aproxima a la
volta di Brexa, et Antonio da Leva per più avisi
havemo fin questa hora dia esser ussilo di Milan
con r artellaria per venir a passar Adda per volersi
coniunger come il prerato exercito di lanzinech,
aziò si possa proveder a le cosse di la Signoria no- .
stra, mo^tute a Bergamo; el in caso vengano di
qui si metterà dentro fin al numero di 3000 fanti,
el nui con il resto di le gente, maxime con la ca-
valaria si farà qualche altro bon cffecto ; et sicome
farano H inimici cussi si governaremo, intendendosi
bene col signor Capitanio General a deflension di le
cose di la Signoria nostra, el a intertenirsi fin che
le gente che vien di Pranza in soccorso nostro
siano gionle, qual hora sono a camino, con le qual
se potrà sottometter poi li inimici.
Di Verona, del Podestà et Proveditori ae-
furali, di 29, hore
Di Bavenna, di sier Alvise Foscari prò-
veditor, di 29. Del zonzer 11 parte de li fanti del
signor Zuan Francesco Ursino, condullo a slipendii
di la Signoria nostra.
Dapoi disnar fo Conscio di X semplice. Peno ca«
pitanio di le barche del Conscio di X, in loco di
Bramin a chi Dio perdoni. Marco di San Zacaria,
solito andar paron di galle. Item, feno Cai di X
per Zugno sier Gasparo Malipiero, sier Alvise Gra-
denigo et sier Marco Gabriel è vice Cao.
Diarii di M. Bamuto. — 2\>m. Il VII.
In questo' zorno, in Quarantia Criminal, iusU la
parto, fu falò il scrivan a li Avogadori extraordi-
narii per anni 5 con ducati 5 al mexe netti. Balotati
solum 5, rimase Alvixe Trivixan fo scrivan a le
Cazude.
Di Napoli, dal campo, del procurator Pi- 3G5
xani et procurator Pexaro, di 22. Come spa-
zano per via di Fiorenza, con)c atendevasi a far la
Irinzea al monte, la qual farà do boni efiecli: Tuno
di tuorli 3 molili! che masenano ; V altra che ini-
mici non usciranno a scaramuzar. Scriveno, mon-
signor di Lutrech si dispera che la nostra armata
non zonzi, qual haveano aviso esser partita di
Brandizo, et par sia intrato navilii, barche con re-
froschamenti et altre frute in Napoli ; per il che Lu-
trech havia mandato per il conte Pilippin Doria ca-
pitanio di r armada era a Pozuol, aziò fazi bona
custodia non entri le nave che sono a Ga'ela eoo
viluarie per inlrarvi dentro. Scriveno haver nove.
Monsignor iliustrissimo per via di Orvieto di la
perdeda di Pavia tolta da h inimici; ma non la cre-
dono. Item, dimandano danari. Lutrech lì instano
haverli, et dimandano licentie uno di loro a venir
a repatriar.
Da Fiorenza, del Surian oraior, di . . » .
Come non li e preparalion alcuna di fanlarie fate
per mandarle in qua.
A dì 31 Mago, Domenega. Fo il aortio di
Pasqua di le Pentecoste. Il Serenissimo, vestito
damaschin cremexin, con li oratori Pranza, Àoglia,
Milan, Fiorenza et Ferrara, et il Primocierip di San
Marco, con un solo Procurator, sier Alvise Pasqua-
ligo, et altri patricii, non ben acompagnalo, fu |
messa in chiesia di San Marco insta il consueto. Et
da poi si redusc il Serenissimo con il Collegio a
lezer le letere di beri.
Dapói disnar li Savii si reduseno a consultar.
Da Verona, fo lettere del Nani et Conta» ;
rini proveditori generali, di 30, hore 2. Come
inimici erano a ifonlechiari, et coloquii hauti col
Capitanio Zeneral, qual ha scritto a Vizenza che li
400 fanti di Baldassar AzaI vengi a Verona, et di
qui si mandi 100 fanti in Vizenza, zoé Borgese ch^ó
a Padoa con la sua compagnia. El zonlo che sia li
fanti di Zuan Francesco Orsino, che non poi tardar
a zonzer, voi ussir in campagna lassando pressidio 3g5«
a Verona ; el andar driedo inimici con segurlà di
le zente.
Di Brexa, di rectori et Proveditor general
loscari, di 28, con avisi, inimici esser a Moole-
cbiarietche cegnavano andar verso Axola, dove,
85
U7
VDXXTIU, UAGGlO.
548
oltra le zen(e vi era, hanno mandato altri 100 Tanli.
Et altre particularità, ut in litteris.
Di Bergamo, di sier Nicolò Salamon po-
destà et sier Justo Guoro capitaniOy di 27, Del
zonzer sul territorio bergamasco a Morbegno al
con6n bandiere 4 di grisoni, che sono da Tanti 1500,
et sarano venuti a proposilo. Scriveno come aten-
deno a la forlificalion di la terra; el il Governalor
et Proveditor zeneral Moro é venuti da Cassan a
Sariat, et sono venuti bozi qui el chiamato il Con-
scio, et persuasi quelli citadini a volersi aiutar.
Hanho promesso di pagar per uno tnexe 500 fanti
da tenir in la città.
Di sier Toma Moro proveditor general^ da
Sariat^ di 28 Majso, il sumario di le qual lettere
Siirà scripte qui avanti.
Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio,
di 28y hore 12, Li inimici sono pur ancora al
Desanzan, Rivoltella et parte a Peschiera ; et fanti
2000 vanno per la Riviera fazendo trazer ogni uno.
Si dice voleno alozar a Culzinà, Montechiaro et Car-
penedolo, et cegnano voler andar ad Axula. Nui
non restemo di far ogni provision a questa città et
nel territorio, et questi del territorio pagano 1000
fanti da esser mandati in campo o dove vorà il
Proveditor Moro, qual e con lo esercito V ha a li
nostri confini.
Del dittOy di 29, hore 15, Habbiamo avisi
de inimici bozi a bore 2 di zorno, come el campo si
levava per andar a Montechiaro over li vicino, et
tutti era in arme, che se metevano li cavalli sotto
r artellarie. É voce ancora che*l marchexe di Mau-
toa metteva guarda in Peschiera, liem, (nanda
questo aviso per una lettera hauta da uno explo-
rator é in ditto campo.
A di 27 del presente, el rivete lo imbassador
del Papa, et steteno in Conscio dapoi disn^r fin a
366 bore do di notte, et la matina sequente per fina a
hore 18 con lutti loro. Et Té rivato in campo al
di '28 monsignor Pyro con la compagnia et la com-
pagnia del conte Sigismondo con cavalli 80, et hanno
ordinato di far una coraria per fina a Brexa come
io ho mandato a dire a boca per uno da Castegne-
dolo, et venir a Montechiaro overo a Canedolo con
el campo dimane. El hanno tiralo de grandi danari
da li popoli, el hanno sachizato Magazano, afatto el
Rivoltella, et fatti presoni el dice voler brusarla,
et stanno con una grande pompa. Àviso, come loro
Don hanno dato danari da Trento in zoso salvo uno
scudo per 10 compagni, et un' altra volta a Pe-
cchieni gè dele solamente uno rayues ad ogni diexe
compagni ; et di quello loro me ha ditto, ersera el
rivete in campo casoni 50 di pane di la monìlion.
Per quello io cognosco, li sono tuliani che fanno lo
acampo. A d\ 28 Maeo in Desenzan. Christo de
mal vi guardi, lo sono stato nel canipo di notte, et
se sente quelli poverelli del paese cridar tutta notte
con grandi stridori, che li sono anime tormentate,
lo non poria dir el strazio che si fa. lo ho fatto
amicitia con el conte Baplista da Lodron. Te aviso
come non voi liberar nisuna terra di la Riviera, che
li sono in solidum.
Di sier Votnenego Pizamano podestà, di
29, hore 16, Havemo, inimici questa mattina esser
inviati a Montechiari ; ha hauto da .Calzinà ducati
500. Nui havemo pochi cavalli, zoé quelli fu di
Jacomo Vicoaro, et do capi di stratioti, Zorzi Gri-
mani et Pergomo Bua. Inimici beri di notte corseno
a Rczà come ho scritto, prese do stratioti et 15 ca-
valli di ditti di la compagnia del Grimani. Questa
mattina e inlrato in questa terra la compagnia del
signor Cesare Fregoso di cavalli liziori; lutti fuzeno.
Qtiesla matina, inimici doveano levarsi dal Dezanzan
et venir ad alozar a Canedole et Montechiaro. Zonse
li in campo uno messo del Papa ; siete poi disDar 3
fin boro do di notte serali col Capitanio et li altri
capitanii di Texercito, el la matina eiiam Gno
hore 18. Ézonto ancora Pyro el Sigismondo da
Gonzaga con cavalli 80 In dillo campo. Sonoe/iam
in campo italiani el brexani, che fanno pezo di altri.
Questa matina li stratioti ne hanno mena G presoni
de inimici, ira li quali é uno di Salò ; é in presoo
et lo farò apichar. É sta presi apresso al ponte de
Gerion dove fo morti alcuni altri fanti el feti aue*
gnr ne I* aqua. 11 proveditor zeneral Moro si trova
col suo campo apresso Bergamo, venuto perché il
Leva voleva robar Bergamo con mandar qualche
fante a Cassan et teoir nostri a bada.
Del ditto, di 29. Si ha inimici esser partiti de
dove erano, el questa sera dieno alozar a Carpene-
dolo el Montechiaro : el perché dubilemo di Asola,
per tanto mandiamo in questa bora in Àsola da 130
archi busieri.
Del ditto, di 28, che dovea esser prima
lettera. Inimici sono al loco solito; ha habudo du-
cali 8000 da Salò et da Calzini ducati 500. Si dice
dimane si dieno levar per andar a Calzinà, Monte-
chiaro et Rivadello el dapoi ad Àxola. Tutto questo
paese é in fuga et va in preda da questi pochi poi*
troni, et tanti cara di robe vien In questa terra che
non si poi pensar ; tutti fuzeno. Questo terriloriui t
persuasion nostra ba deliberato dar ducati 4000
549
MDXXTIII, MAUGIO.
550
per pagar fanti 1000 di l'ordinanza per mandarli in
Bergamo, o in campo dove vorà il provedilor Moro.
liem^ si ha per uno che vicn di Pranza, baver ias-
sato il soccorso che il Re manda in Italia a Ivrea.
Idio lo fazi venir presto. Mandasseino beri sera To-
gnoD da la Riva con la sua compugnia di funli 400
in Asola.
Nolo. Sier Marco Foscari provedilor zeneral in
Brexa scrive a la Signoria, insieme con li rettori,
tutte le soprascripte parlicularità.
367 Di sier Zuan Ferro capitanio di Brexa^
di 29, hore 23. Manda uno aviso bauto da uno
loro fidalo, el qual dice cussi:
Signor Capetanio padron carissimo,
Aviso vostra signoria, el campo de nemici sono
alozato a Monlechiaro et assai zente a Carpenedolo.
Dise lo mio messo, che Té romasozerca 1000 fanti
a Peschiera, et di le artellarie non ho potuto inten*
dere quando si debbia levar; ma stanotte dai
messi credo haverne qualche aviso; subito darò
aviso a vostra signoria. Mio cosino ve manda a
dire, che subito debia dar aviso a vostra signoria
che vogiati far provision a Àsola se non gè sono,
perché inimici senza fallo hanno ordinato de andare
a bater la ditta terra di Asola per pigliarla se lor
potranno. Credo non gè niiancheranno di tutto
quello potranno, si che fate quello che ve pare. Non
altro.
#
Di sier Toma Moro proveditor eeneral, da
Serial apresso Bergamo, a di 28, hore 2 di
notte. Come hozi, levati da Cassan, semo venuti
con le zente ad alozar qui do mia sotto Berga-
mo el loco forte. Et scrive esser slato in Ber-
gamo a solicitar di far expedir quelli repari a la
terra con diligentia, et comesse siano serate tulle le
porte exeepto due. Manda uno a Brexa per haver
danari per pagar li grisoni; il messo di quali ha
dato fideiussion. Si ha li lanzinech sono ancora a
Peschiera et Desanzan, cercando far trar danari più
che poleno a li lochi. Quelli di Milan sono in Milan,
desegnavano robar Bergamo dando bada venir a
Cassano. Scrive, de qui è pochissime fantarie ; le
compagnie mai se ha potulo impir per non esser
venuti danari da pagar li fanti. Il signor duca di
Urbino disse nel consulto, voleva fusse a la custodia
di Bergamo fanti 6000, et nui qui non siamo se
non 3000 in zerca. Scrive, si proveda di danari per
pagar li grisoni si aspetta.
367* Da Pizigaton^ di sier Gabriel Venier ora-
tor. Scrive colloqui! hauti col signor duca di Milan,
qiial si vede disperato per esser leva Texercito
nostro da Cassan, dicendo non haver più modo da
defendersi e convenir andar ramengo ; et lui é sta
sempre costante con la liga, ma cheM vede la soa
ruina, dicendo, ogni modo tutti li mei é stati ce-
sarei.
copta tr
attaoi
; u mortt morem
et prima.
7peria i
erra,
Marzo 1528.
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11 ]
► 27
11 ;
» 56
12 !
► 17
12 J
» 6
12 :
» 53
13 1
> 28
13 ]
» 26
13 ]
» 45
14 ]
» 11
14 ]
» 85
14 1
1 45
15 ]
i 16
15 1
» 33
15 ]
> 49
16 ]
» 28
16 1
» 38
16 ]
» 65
17 J
» 17
17 ì
» 29
17 )
» 42
18 )
» 17
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» 28
18 )
» 42
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19 ]
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19 )
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20 J
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20 )
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21 1
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21 ]
► 23
22 J
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22 ì
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22 J
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23 J
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23 )
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24 j
► 22
24 )
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25 J
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25 J
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25 J
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26 J
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26 J
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26 ]
• 46
27 J
. 24
27 »
> 49
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28 j
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30 )
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30 )
> 43
31 )
> 34
num.
1041
31 )
42
numen
>666
summa
1439
Summa summarum 3146.
551
■oxxTBi,- tucan.
532
368* Morti in V hotptdal di 8. Zane Paio.
di Morto 1328.
A 41 2 numero 2
3
6
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
2
1
7
4
10
3
4
4
3
3
3
6
di 18
19
20
21
25
26
27
28
29
31
5
3
5
9
12
6
7
5
3
3
Dum. 115
.^riL
A di 1 namefo 5
A di 17 nomerò 15
8 1
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» 8
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21 1
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» 10
22 1
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9 ]
» 6
24 ]
» 8
11 ]
» 6
26 1
► 2
13 ]
» 8
27 ]
» 5
14 ]
» 8
29 J
» 3
15 ]
» 6
16 1
► 22
Ddmei
■0 137
Maio.
Adi
1 numero
A
di 14 1
numero 6
3 ]
> 3
15
> 4
4 1
» 5
17
> 3
6 1
> 3
22
> 4
11 ]
» 2
24
> 3
13 1
» 6
25
> 3
Marti in V ho^pedvl di la Zueeha.
Morso.
A di 27 numero 1
A di 31 numero 6
Aprii
Adi 1
5
6
7
8
9
10
13
18
2
1
9
7
4
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9
9
Adi 20
21
22
24
26
27
29
5
5
6
4
5
8
2
94
Infhotpedal S. Zane Brageìa.
Adi li
lomero
8
A di 19 nnmero 10
3
5
20
> 19
4
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5
7
22
> 18
6
2
23
» 5
7
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24
> 8
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1
26
> 2
10
5
27
» 7
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11
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15
4
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numero 126
Maso.
A ài li
numero
• 3
A
di 5 numero i
2
>
4
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2
11
> 6
4
>
6
12
> 8
In V hospedal de S. AnUmio.
MarMO.
A di 31 numero 3
Aprii
di 1 numero 3
A di 15 numero 1
2 J
► 2
16 ]
k 1
3 ]
* 1
20 3
» 1
8 ]
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21 ]
> 8
9 ]
* 3
22 ]
» 3
10 1
► 2
29 1
» 1
14 ]
* 3
369
553
MDtXVlUf MAGGIO.
954
Ma$o.
A di 6 naroero 3
8 > 2
9 > 2
numero 39
Freionieri.
A di 1 Aprii
S »
4 >
5 >
8 >
numero 2'
» 2
> 8
> 2
> 1
370»)
PcTptiIati» ^99t20 oferto a impreskdo
1527 di Mago
S. Nicolò Duodo deponente ....
S. Antonio de Polo slrazaruol . . .
S. Francesco Luchadelli
S. Biscardo spizier a la Cerva . . .
S. Francesco Pelizon
S. Antonio Pauluzi drapier ....
S. lacomo de Zuane e nevodi ....
S. lacomo de Antonio Toscan ...
S. Piero de Cordes
S. Andrea de Vilmereha et Francesco da
la Ruoda
S. Hironimo Desser zenoese et lacomo
Seva (Ce va) Doria
S. Venturin de la Vechia
S. Zorzi Vento zenoese
S. Balista Gresolarl
S. Francesco Civena Visentin ....
S. Luca Antonio de Zonta florentin . .
S. Zuan lacomo de Sugana ....
S. lacomo Vernazallo
S. Marco de la Serena
S. Hironimo de Andrea
S. Piero Bezalu
S. Lunardo e sier Carlo di Strozi . .
S. Calzeran Zopello
S. Pasqualin e Antonio Mora et fiolì. .
S. Santo Barbarigo
S. Francesco Bombergo . . - . .
(1) La Mito 309* t ìitam.
ducati SOO
50
25
IO
100
200
200
50
100
150
500
50
800
100
200
200
100
200
100
100
300
200
200
200
50
50
I S. Gerardo di Francesco mefcanCe di via
S. Pasqualin e Antonio Mora
S. Olivier Vaclia . . . .
S. Alvise da la Gala drapier
9. Domenego Onorai lelaruol
S. Piero Cordes- ....
S. Prancescoet Antonio dà la Nigra
3. Zuan Agustia do Mann et Hironimo
Lercario . . . .
3. Vintnrin di la Vecbia
9. Zorzf Vento • . . .
9. Piero Gixolfi ...
S. Francesco Ciena . .
S. Luca Antonio- Zonta libraro
S. Zuan lacomo da Dugnan
9. lacomo Vernagaro . .
S. Marco da la Serena . é
9. MaSo de Guerin . » .
9. Grazioso di Andrea Saona
3. Lunardo dal Poao • • • .
3. Antonio de Polo . . .
9. Francesco Luchadelli .
9. Viscardo dal Cavaleto .
S. Francesco Pelizon . .
3. Antonio Pauluzi . . .
S. lacomo de Zuane . .
3. lacomo di Antonio Toscan
9. Anzòlo Mazataze per .
9. Zuan Fachelo . . . •
S. Hironimo Scaia . . .
9. Bernardo xla Pozo . .
9. Zuan di 9tefani . . . *
9. Lazaro Malacìse et Soli .
9. Daniel Dolze ....
9. Piero Negro fo di sier Alvise
S. Agustin di Sinistri . .
S. Gabriel de Simon . .
9. Cbristorold da la Nave- .
9. Hironinìo di Stefani . .
9. Stefano de Nadal . .
S. Luca orexe al diamante
S. Uberto de Guan . . .
S. Paulo Sara ....
S. Piero de Simon dai xucbari
S. Ferigo Grimaldo . « ^
S. Marco Antonio di Moti .
S. lacomo Vianuol . . .
S. Zaneto dai tre San Marchi
S. Hironimo <ia -Vale - . .
S. Alexandro Oratio . .
S. Zuaneto di Beltrame .
ducati ^50
200
sa
200
50
100
150
500
300
300
100
200
200
100
200
100
100
50
190
50
25
10
100
200
200
50
50
200
100
200
200
60
50
150
100
100
50
50
150
400
100
200
iOO
100
500
100
50
100
50
800
t5S
S. Bernardin Boia e floli
S. lacoiRO di Pisoli e Goli
S. HirOQimo Ascreto et Piero Griaa .
S. Zuao da la Possa
S Tobia Zenlili
S. Barlolomij da Lecito
S. Gasparo et Baldisera Turlon . . .
S. Alesandro Rota
S. Bernardin di Marcliiò drapier . .
S. ZanElo Cunina
S. Francesco GriralcoDi . . • •
S. Francesco Corona da la Serena . .
S. Nadal di Grioni
S. Stefano de Michiel
S. Piero Trivisan da Legname . . .
S. Aguslin e Lunardo GratìaboDa . ■
S. Francesco et Vizenzo da Brazo . .
S. Sebastian di Bortoloniio da la Croie
S. Andrea Falger
S. Alvise da Noal dolor
S. PandoKo Cinami
S. Gambcli
S. Ffieolò Duodo qu. Sier Marco . .
S. Lodovico Talenti
S. Hironimo da Mezo da Bergamo . .
S. Ambroso ....
S. fiironimo D'Ada milanese ....
S. Berto dal Sarazin mercante di vio .
S. Tomi Duodo qu. sier Hironimo . .
S. Alvise Bardolin dolor
' S. Andrea d'Asola
S. lulio Saratini
S. Isepo Gagnolìo et Soli
S. Bernardo de Marin
S. Andrea da Viimcrchà e compagni .
S. ^Francesco et Zan Antonio di So-
naidi
S. Domenego de Vicho
S. Hironimo Duver
S.
S. ^
S.
S. Santo de Zuane
S. Andrea de Zuane de Botineto . . .
S. Zuan di Piero lentor
S. Marco Antonio et Hironimo Arnoldi
S. Hironimo et Sebastian dal Sol . .
S. Alvise Stella coltrer
S. Antonio Spin varoler
S. Antonio di lacomo saoner ....
Zaoelo di Bonaidì cuaruol ....
MDUriir, uiaoio.
ducati 100
100
} Pregadì
l Zonla
Bernardin marzer, Hironimo San Ber-
nardin ducali
Ualio et floli da la Colombina ... >
1528 primo imprestedo
Questi di Fregadi nulla impreatmo.
Sier Benedelo Longo q«. sier Lorenio J
Sier Vetor Donado qu. sier Franrosco (
Sier Francesco da Lcze qu. sier Alvise (
Sier Faolin Valaresso qu. sier Batista I
Sier Antonio Morexini qu. Sier Mi- i
cilici ]
Sier Nicolò Copjw qu. sier lacomo
Sier Stefano Memo qu. sier Zorzi
Sier Mario Sanudoqu. sier Francesco \
Sier Piero Trun qu. sier Alvise I
Sier Ferigo Renier qu. sier Alvise, censor
Sier Velor Dolfin qu. sier Nicolò 1
Sier lacomo di Prioli qu. sier Fran- / sora i dalii
cesco '
Sier Domenego da Molin qu. sier Bernardin, sora
cotìitio
Sier Francesco Mozenigo procuralor
Sier Marco Lore,ian qu. sier Domenego, fo Avo-
gador
Sier Hironimo Moro qu. sier Alvise, sora la Saoità
Sier Marco Antonio Corner qu. sier \
Nicolò
Sier Dona di Prioli qu. sier .
Sier Sebastiam Taiapiera qu. sier Ni-
colò
Sier Alvise Balbi qu. sier Marco
Sier Carlo Capello qu. sier Francesco 1
e1 cavalier
Sier Vincenzo Baffo qu. sier Bendo, provedilor di
comun
Sier Piero Griti qu. sier Homobon, provedilor al sai
Sier Alvise Captilo qu. sier Francesco, provedilor a
la Sanità
Ser Hironimo Moro qu. sier Alvise, proveditor a
le pompe
Sier tliroEiimo Querini qu. sier Francesco, vien io
Pregadi
Sier Piero Boldù qu. sier Lunardo, avi^dor, eargo
di fameia
) XL Criminal
657
MDXXVllly ìiÀOOiO.
55S
1528. A dì 29 Aprii In Pregadi.
Danari offerti per imprestedo, iusta le parie.
— El Serenissimo Principe . . . .
Sier Andrea Foscarini consier . .
Sier Domenego Conlarini consier el
nepoti
Sier Zuan Miani consier ....
Sier Daniel Renier consier . . .
Sier Marco Minio consier et fioli .
Sier Francesco Donado el cavalier
consier, el fio!
Sier Domenego Trivixan cavalier
procuralor, savio del Conscio .
Sier Leonardo Mocenigo procuralor
savio del Conscio, el fìoli . .
Sier Luca Trun procuralor, savio
del Conscio
Sier Marco Dandolo dolor, cavalier,
savio del Conscio el Gol . . .
Sier Francesco Bragadin savio del
Conseio et doli
Sier Andrea Trivixan el cavalier, sa-
vio del Conseio
Sier Lorenzo Loredan procuralor,
savio del Conseio el Hironimo
so fradelo .......
Sier Hironimo da cbà da Pexaro sa-
vio del Conseio
Sier Lunurdo Emo savio del Con-
scio el fìoli .......
Sier Gasparo Malipiero Caodel Con-
seio di X, et fralelo . . , .
Sier Vicenzo Capello Cao del Con-
seio di X
Sier Andrea da Molin qu. sier Piero,
savio a terraferma ....
Sier Bortolomio Zane el fioli, sa-
vio a terraferma
Sier Filippo Capello qu. sier Loren-
zo, savio a terraferma. . . .
Sier Piero Maria Micbiel savio ai
ordeni , .
Sier Jacomo Soranzo procuralor et
fiol
Sier Piero Marzello procuralor . .
Sier Francesco di Prioli procuralor
(1) U oaria 871*, STO, 873 mbo Uaoobe.
ducati 500
> 100
250
100
100
100
50
100
100
100
100
300
200
450
80
450
100
250
40
300
150
15
350
150
200
Sior Antonio Capello procuralor .
Sier Vetor Grimani procuralor . .
Sier Ferigo Renier censor . . .
Sier Lazaro Mocenigo é del Conseio
diX
— Sier Marin Corner e del Conseio
diX .• • • •
Sier Hironimo Barbarigo et fioli,
e del Conseio di X
Sier Alvise Gradenigo e del Conseio
diX
Sier Antonio da Mula é del Conseio
Sier Nicolò Trivixan qu. sier Ga-
briel, è del Conseio di X . .
Sier Piero da cbà da Pexaro qu.
sier Bernardo, el fiol, Pregadi .
Sier Leonardo Venier qu. sier Ber-
nardo, Pregadi, et (ioli . . .
Sier Zuan Viluri, Zonla ....
t Sier Simon Capello, Pregadi. . .
Sier Hironimo Zane qu. sier Ber-
nardo, Pregadi, et fratello . .
— Sier Zuan Francesco Morexini, Pre-
gadi
Sier Mafio Bolani, Pregadi . . .
Sier Lorenzo Falier, Pregadi, el fioli
Sier Lodovico Barbarigo, Pregadi .
Sier Polo Valaresso qu. sier Gabriel,
Pregadi
— Sier Alvise Bernardo qu. sier Piero,
Pregadi
Sier Andrea Marzello qu. sier Anto-
nio, Pregadi
— Sier Piero Badoer qu. sier Alberlin
dolor, et fioli, Pregadi . . .
Sier Tbomà Micbiel qu. sier Zuan
Mallo, Pregadi
Sier Andrea el Alvise Marzello qu.
sier Jacomo, Pregadi . . • .
t Sier Zuan Francesco Marzello qu.
sier Antonio, Pregadi ....
Sier Nadalin Conlarini qu. sier Hi-
ronimo, Pregadi
Sier Leonardo Justinian qu. sier
Lorenzo,. Pregadi
Sier Jacomo Bragadin, Pregadi, et
fratello
Sier Hironimo Bondiroier, Pregadi .
t Sier Daniel Trivixan qu. sier An-
drea, Pregadi .••...
200
200
50
100
40
50
25
60
25
30
50
50
25
100
100
20
100
100
15
25
50
150
50
150
55
40
100
30
15
20
874"
' • •
Sier Anloaiò Bembo qu. sier Iliro*
nifìio. et fioli, Pregadi . . .
Sier Berluzi Zivran, Pregadi . .
Sier Mafìo Lion, Pregadi . . . .
Sier Velor Minollo, Pregadi, et fra-
lello
f Sier Lorenzo Centanni qu. sier An-
tonio, Pregadi, et fratello . .
Sier Marco Antonio di Prioli, Pre-
gadi
Sier Francesco Longo, Pregadi . .
Sier Piero Bondimier, Pregadi . .
Sier Nicolò Mozenigo, Pregadi . .
Sier Marin Morexini qu. sier Piero
é di Pregadi ......
Sier Daniel Dandolo é di Pregadi,
sier Piero piedo
Sier Francesco Bernardo, Pregadi .
Sier Hironinf)o Polani dotor, Pregadi
Sier Alvise Barbaro qu. sier Zaca-
ria cavalier, procuralor, Zonta .
Sier Zuan Alvise Duodo, Zonta, et
fiol
Sier Polo Donado, Zonta, qu. sier
Piero
Sier Andrea Mudazo, Zonta . . .
Sier Polo Trivixan qu. sier Andrea,
Zonta
Sier Jacomo Michiel qu. sier Thomà,
Zonta, et nepoti . . . . .
Sier Gasparo Contarini, Zonta, et
fioll
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Ni*
colò, Zonta
Sier Nicolò Tiepolo dotor, Zonta .
Sier Priamo da Leze, Zonta . . .
Sier Polo Nani qu. sierZorzi Zonta .
Sier Valerio Marzello, Zonta . . .
Sier Hironimo Querini qu. sier Pie-
ro, Zonla
f Sier Al moro Donado, Zonta . . .
Sier Lorenzo Bragadin et floli, Zonta
Sier Jacomo Badoer, ZonU . . •
Sier Alvise Malipiero qu. sier Ste-
fano procurator, Zonla . . •
Sier Antonio Sanudo, Zonta ...
Sier Domenego Capello, qu. sier
Carlo, et nevodo, Zonta . ,
Sier Justinian Morexini, et fioli,
Zonta
Sier Valerio Valier, Zonta • • •
rtfDXXTUt, UAGOIO
ducati 40
20
50
50
100
50
10
50
100
100
10
50
400
300
150
50
100
50
300
10
40
100
450
10
20
200
300
50
• 40
25
100
30
25
Sier Polo Valaresso qu. sier Ferigo,
et noli, Zonla .......
Sier Zuan di Prioli qu. sier Piero
procurator, Zonla
Sier Nicolò Bernardo qu. sier Pie-
ro, Zonta
Sier Antonio Dandolo qu. sier Hi-
ronimo, Zonla
Sier Alvise Bon qu. sier Otavian,
Zonta
Sier Sebaslian Foscarini dotor, Zonta
Sier Filippo Trun, Zonla ....
Sier Marin da Molin fo Consier.
Sier Antonio da chà da Pexaro qu.
sier Alvise, Pregadi ....
Sier Michiel Trivixau avogador di
Comun i
t Sier Piero Contarini qu. sier Al-
vise, fo avogador
t Sier Francesco Valier, qu. sier Hi-
ronimo fo Censor
Sier Alvise Soranzo al luogo di
Procurator
Sier Hironimo Soranzo fo al luogo
di Procurator
Sier Piero da Molin fo al luogo di
Procurator
Sier Hironimo da chi da Pexaro
qu. sier Nicolò fo al luogo di
Procurator
Sier Marin di Cavalli Calaver, per
sier Sigismondo
Sier Antonio Manolesso Calaver .
Sier Daniel Venier qu. sier Àgo^
stin e X offieii
Sier Stefano Magno qu. sier An-
drea è X offieii
Sier Zuan Sagredo qu. sier Piero
et fjoli, Raxon nuove , . •
Sier Hironimo Arimondo qu, sier
Fantin, è a le biave ....
Sier Alexandro Soranzo é al sai. •
Sier Justo Contarini é al sai . . .
Sier Bernardin Bondimier é al
sai
Sier Andrea Foscolo qu. sier Marco,
et fìol, Zonta
Sier Hironimo Contarini qu. sier
Tadio, sora le Camere . . .
Sier Thomà Michiel qu. sier Fran-
cesco, sora le Camere. . f .
^60
ducati 50
20
100
20
25
60
20
20
80
50
40
100
10
20
10
10
200
30
100
25
100
20
50
50
40
400
25
50
561
IfDXXVnr, MAGGIO.
562
Sier Nicolò Malipiero qu. sier Piero,
sera le Camere > 25
SierJacomo DoIGn patron al* Àr-
senal * • • ^ 50
Sier Antonio Erizo qu. sier Batista,
sora i conti > 40
Sier Marco Antonio Corner qu. sier
Polo, sopra il cotimo de Dama-
sco » 20
Sier Marco Antonio Corner qu. sier
Zuane, X Savi ...... > 50,
Sier Zuan Sanudo, sora la Sanità . » 25
Sier Alexandro Foscari, X Savi . . > 10
Sier PandolFo Morexini, sora V ar-
mar et floli > 200
Sier Nicolò Venier qu. sier Hiro-
ninno, è del Conscio di X, et
fiolì * 200
Sier Filippo da Molin, sora le aque. > 10
t Sier Francesco da Mosto qu. sier
Jacomo, sora i Banchi ...» 50
Sier Hironimo Grimani, cassier . . > 450
Sier Francesco Grimani qu. sier
Piero et fìoli > 450
Sier Zuan Contarini qu. sier Alvise,
qu. sier Bertuzi procurator, vien
in Pregadi > 20
Sier Antonio di Prioli dal Bcmeo^
vien in Pregadi > 450
Et dance il don.
Sier Bernardo Capello di sier Lo-
renzo, vien in Pregadi . . . ducati 300
Sier Anzolo Corer, vien in Pregadi.
Sier Piero Trivixan qu. sier Polo
et fìoli, vien in Pregadi . . .
Sier Antonio Donado qu. sier Bor-
tolomio^ vien in Pregadi . . .
Sier Stefano Trivixan qu. sier Nico-
lò, vien in Pregadi
Sier Hironimo Grilli et Fratello, vien
in Pregadi, et Ooli ....
Sier Francesca Morexini et Goli,
qu. sier Antonio, vien in Pre-
Radi
Sier Silvestro Morexini, vien in Pre-
gadi
Sier Domenego Bembo, vien in Pre-
gadi, qu. sier Toma . . <. .
50
50
300
100
100
50
150
Sier Marco Antonio Borbarigo qu,
sier Francesco, vien in Pregadi. ducati 20
20
f Piarii di M. Sanuto. — 7<mw. lini.
Sier Alvixe Barozi, è ai X Savi . .
Sier Francesco Justinian qu. sier
Antonio dolor, vien in Pregadi .
Sier Antonio di Garzoni, el XL Cri-
minal
Sier Jacomo Marin, el XL Criminal.
Sier Benedeto da Mosto, el XL Cri-
minal
Sier Zuan Memo qu. sier Tribun, el
XL Criminal
Sier Zuan Francesco Miani, e) XL
Criminal
A dì 29 ditto.
Sier Hironimo Justinian pro-
curator ducati
Sier Polo Nani qu. sier Ja-
como; é di la Zonta. .
Sier Nicolò di Prioli qu.
sjer Jacomo, è di la
Zonta (ultimo) . . .
t Sier Alvixe Pixani procu-
rator et sier Zuane suo
fiol
Sier Alvise Mocenigo el
cavalier, fo Consier, et
Boli
Sier Lorenzo di Prioli el
cavalier
Sier Anzolo Gabriel fo
avogador
Sier Marco Antonio Sanu-
do qu. sier Benedeto,
et fioli
Sier Hironimo Justinian qu.
sier Benedeto, sora la
Sanità
Sier Alvise Michiel, fo Con-'
sier
Sier Viconzo Michiel go-
vernador
Sier Piero Morexini qu.
sier Francesco, savio a
ierraferma ....
Sier Alvise Pasqualigo pro-
curator
Sier Marco da Molin pro-
curalor . . • . •
80
30
100
10
10
10
10
20
100
100
100
450
450
200
50
50
25
30
100
375
50
300
200
563
MBXXVIil,
Et dona eì don.
300
200
100
200
100
t Sier Marco Anlouio Con-
larini avogador di Co-
mun, qu. sier Andrea . ducali 100
A di primo Sier Miciiiel da Leze è di
la Zonln, et fioli . . .
Sier Piero Loredan et Gol,
qu. sier Alvise . . .
Sier Simon CoiilariDi qu.
sier Alvise ....
SierZacaria Vendramin qu.
sier Zacaria ....
Sier Carlo Morexinì pro-
curalor, et fioli . . .
Sier Francesco Querini qu.
sier Zuane, vien in Pre-
gadi, et fio! ... .
Sier Fandn Contarini qu.
sier Polo
Sier Gabriel Moro al cava-
lier, el fradeli . . .
Sier Marco Malipiero e di
Pregadi, qu. sier Marin
Sier Filippo Bernardo, è
di Pregadi ....
Sier Francesco Arimondo,
é di Pregadi, qu. sier
Nicolò
Sier Francesco Foscari, è
di Pregadi, qu. 8ier Ni-
colò
Sier Bernardo Moro, è di
Pregadi
Sier Alvise Bragacjin, é di
Pregadi
Sier Andrea da Mula^.é di
Pregadi
Sier Jacomo Corner et fioli,
qu. sier Zorzi c^valier
procura lor ....
Sier Francesco Foscari qu.
sier Filippo procuralor,
édilaZonla. . . .
Sier Antonio Venicr qu.
sier Marin proeurator,
è di la Zonta ....
300
50
40
10
10
25
30
100
100
20
2000
100
100
Sier Zuan Bodoer dolor cava*
lier, e di la Zonla . . . ducali 300
Sier Marco Gabriel é di la
Zonla > 200
IIAOOIO.
Sier Zuan Dolfin qu. sier Lo-
renzo, avogador evlraor-
dinario
Sier Murin Juslinian avogador
cxlraordinario . . . .
Sier Julio Contarini è ai X
Oilicii, et sier Juslinian so*
fradello
Sier Zuan Michiel qu. sier
Francesco, provedilor di
comun ......
Sier Francesco Gradenigo qu.
sier Bortolomio, vien in
Pregadi, et sier Vicenzo
so' Iradelo
Sier BironifDO di Friuli qu.
sier Alvise
Sier Zuan Antonio Malipiero
vien in Preg:)di ....
Sier Zuan Tiepolo qu. sier
Hironimo, vien in Pregadi
Sier Zuan Capello qu. sier
Lorenzo, vien in Pregadi . .
Sier Francesco Venier et fra-
telli, qu. sier Zuane . .
Sier Lorenzo Juslinian qu. sier
Antonio, et fratelli . . .
Sier Aguslin Nani di sier Polo,
vien in Pregadi ....
Sier Antonio Michiel é sora le
pompe
Sier Zuan Batista Morexini qu.
sier Jacomo, è ai X Savii
Sier Francesco Bragadin qu.
sier Andrea, é ai X Savii, et
sier Domenego so' fradellt)
Sier Nicolò Pasqualigo 6 sort)
i Banchi ......
Sier Zuan Antonio Dandolo
qu. sier Francesco . . •
Sier Ferigo Vendramin et fra*
lelli
A di 2 Sier M^rco Zanlaoi é di Pre-
gadi, et fratelli ....
Sier Bernardo Contarini qu.
sier Teodosio, et cuxini ol
fratelli
Sier Piero Marzello fo eensor«
et sier Uironimo so' nievo
Sier Andrea Grisoni procu-
ralor
564
ducali 200
50
100
25
100
50
100
50
200
150
200
450
20
50
50
100
50
300
10
200
100
300
ses
tfDXXVIffi MAOOIO.
566
A dì 3 a Gran Conscio.
Sier ZuuD da Leze di sier
Priamo
Sier Nicolò Grimùni qu. sier
Alvise
Sier Anzolo da Canal di sier
Vicenzo
i Sier Mafio Bernardo qu. sier
Benedelo
Sier Zuan Antonio Vonier qu.
sier Jacoiiio Alvise . . .
10
50
70
40
10
10
40
Sier Francesco Morexini qu.
sier Nicolò, é dì Pregadi dncali 35
Sier Alexandro da chi da Pe-
laro, é di Pregadi . . .
Sier Daniel Vendramin é di
Pregadi
Sier Mann Zorzi el dolor, è
di la Zonla . ' . . .
Sier Alvise Polani é al luogo
di Procuralor • • . .
Sier Zuan Michiel qu. sier
Piero, camerlengo di comun
Sier Doroenego di Prioli di
sier Nicolò, camerlengo di
comun 4
Sier Francesco SanuJo gover-
nalor di !' inlrade . . * .
Sier Hirónimo Lion qu sier
Francesco, vieu in Pre-
gadi, el Traleili . . . ' .
Sier Alvise el Jacomo Foscari
qu sier Nicolò, vien in Pre-
gadi
Sier Piero ei Zuan Donado qu.
sier Alvise, vien in Pregadi
S]er Marco Antonio da Leze
vien in Pregadi, et fratelli .
Sier Marco Malipiero qu. sier
Polo
Sier Filippo LÌOQ qu sier Toma,
et fralelli
Sier Zuan Batista Grimani qu.
sier Hirónimo, et fratelli .
Sier Nicolò Michiel qu. sier
Francesco
Sier Francesco Contarini el
fratelli, qu. sier Zacaria ca-
valier
60
100
50
50
20
20
100
50
500
200
200
50
600
50
Sier Alvixe Michiel fo Consier . du
Sier Vieenzo Michiel governa
dor, qu. sier Nicolò procu
rator
Sier Polo da Molio qu. sier Ao
Ionio
Sier Andrea Lion procuralor
Sier Tadio Contarini qu. sier
Nicolò
5 Sier Francesco da Pexaro el
fralelli, qu. sier Leonardo
Sier Vicenzo di Prioli qu. sier
Lorenzo
Sier Andrea Vendramin qu
sier Zacaria ....
Sier Zuan Francesco Loredao
qu. sirr Murco Antonio
Sier Piero Duodo qu. sier
Francesco
Sier Fanlin .Corner è di Pre
gadi, qu. sier Hirónimo
Sier Marco Foscolo qu. sier
Zacaria .... «
6 Sier Andrea Basacjona qu. sier
Filippo
Sier Lorenzo Pasqualigo prò
curalor
f Sier Ferigo el Anionio Mar
zello qu. sier Piero' .
Sier Nicolò Donado vien iù
Pregadi, qu. sier Jacomo
Sier Nicolò Morexini vien in
Pregadi, di sier Zacharia
Sier Marco Antonio Michiel
vien in Pregadi, qu. sier
Vetor
Sier Francesco Alberto vien in
Pregadi, qu. sier Antonio .
7 Sier Bernardo el Daniel Juslinian
Sier Francesco da Pesaro qu.
sier Marco
Sier Ferigo Contarini qu. sier
Ambruoso
Sier Marco Malipiero qu. sier
Perazo
Sier Hirónimo Malipiero qu.
Perazo
Sier Nicolò Vendramin qu. sier
Zacaria ......
Sier Alvise Malipiero qu. sier
Perazo
ali 30
200
20
50
200
500
100
200
100
100
200
100
400
300
50
100
50
375^
50
100
100
200
50
50
50
50
100
567
uDXxym, UAOoio.
568
Sier Andrea Zustignan procu-
ralor et fratelli ....
Sier Agustin Foscari qu. sier
Zuane, et sier Marco . . .
14 Sier Michiel et sier Hironimo
Morexini qu. sier Piero
Sier Zacaria et sier Zuan Li-
pomano qu. sier Hironimo
Sier Jacomo Gusoni qu. sier
Vicenzo
Sier Zorzi Memo qu. sier Lo-
renzo
Sier Piero Soranzo qu. sier
Zuane
Sier Alvise da Riva qu. sier
Bernardin
Sier Zuan di Cavalli qu. sier
Francesco
Sier Alvise di Prioli qu. sier
Francesco
Sier Almorò et sier Jacomo di
Prioli qu. sier Bernardo .
Sier Antonio et sier Hironimo
Zorzi qu. sier Francesco .
Sier Vicenzo Barbarigo qu.
sier Nicolò
Sier Leonardo et Sebaslian Ve-
nier qu. sier Moisè . . .
Sier Antonio Erizo qu. sier
Sebastian
Sier Stefano Tiepolo qu. sier
Polo
Sier Alvise DolOn qu. sier Hi-
ronimo
Sier Jacomo sier Olavian Pi-
sani qu. sier Domenego ca-
valier
Sier Zacaria di Prioli qu. sier
Alvise . . . . V . .
Sier Benedeto di Prioli qu.
sier Francesco ....
Sier Andrea da Molin et fratelli
qu. sier Marin ....
Sier Zuan Moro qu. sier Da-
mian
Sier Andrea Loredan qu. sier
Bernardin, et dona il don .
Sier Bortolomio Valier qu. sier
Vetor
Sier Andrea di Prioli el dotor
qu. sier Piero
ducati 300
300
100
200
100
100
100
50
40
100
100
50
30
100
100
ICO
200
150
100
100
100
100
100
10
50
Sier Michiel sier Polo Malipiero qu.
sier Jacomo
Sier Carlo et sier Marco Antonio Ru-
zini qu. sier Domenego . . .
Sier Domenego Capello qu. sier
Nicolò
Sier Hironimo Foscarini di sier An-
drea
Sier Bortolomio Morexini et fratelli
qu. sier Lorenzo
Sier Francesco Cocho el fratelli qu.
sier Antonio
Sier Daniel et sier Andrea DoIGn qu.
sier Zuane
Sier Antonio Foscarini et fratelli qu.
sier Nicolò
Sier Hironirtio Zen qu. sier Simon .
t Sier Zuan Barbarigo nu. sier Antonio
Sier Vicenzo f sier Nicolò Trun qu.
sier Priamo
Sier Francesco Pizamano qu. sier
Zuan Andrea
Sier Alvise Mudazo qu. si'^r Piero .
Sier Sebaslian Malipiero qu. sier
Troylo
Sier Zuan Malipiero qu. sier Hiro-
nimo * . . .
Sier Polo Bragadin qu. sier Zuanf
Alvise
Sier Antonio Justinian qu. sier Fran-
cesco el cavalier
Sier Zacaria Zantani qu. sier Zuane .
Sier Daniel et Agustin Moro qu. sier
Marin
Sier Antonio Gradenigo di sier Polo
Sier Sebaslian el Zuan Moro qu. sier
Damian
Sier Dionise Contarini qu. sier An-
drea
Sier Antonio di Prioli
Sier Jacomo Michiel qu. sier Hironimo
Sier Leonardo Gradenigo qu. sier
Bortolomio
Sier Hironimo di Prioli qu. sier Do-
menego
•
f Sier Hironimo BaJoer et fieli
Sier Marco Antonio Dandolo et fra-
lelo
Sier Nicolò Zorzi qu. sier Bernardo
et sier Bernardo so'fiol , . .
Sier Marco Grimani procuralor . .
ducati 100
200
100
100
50
50
100
50
50
50
100
50
50
50
50
50
100
25
50
50
100
100
18000
5U
50
«
50
50
100
100
400
569
lIDXXVlIf, MAGGIO.
570
Erìedi di sier Luca VendraniiD . . ducali 200
Sier Lorenzo Barbarigo qu. sier Lo-
renzo
Sier Ferigo Morexinì qu. sier Ziprian
Sier Antonio Grìmani qu. sier Hiro-
nimo '.
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Hiro-
nimo
>
90
>
200
>
100
>
40
Sier Marco Lorcdan qu. sier Costanzo ducali 15
Sier Benedelo Zulian qu. sier Biro-
nimo > 50
Sier Valier qu. sier
Micliiel > 50
Sier Nicolò Gradenigo qu. sier Fran-
cesco > 100
FINE DEL TOMO QUADRAGESIMO SETTIMO.
INDICI
t
i
I
INDICE GEOGRAFICO
Abbiategrasso {Biagraua^ Abbiate) (milanese), 208,
225, 226, 228, 383, 478, 503, 504, 505, 510, 518,
519, 520, 521, 532, 536, 544.
Abruzzo (Apruzzo), provincia d'Italia, 10, 66, 70,
468.
Aceli, T. Cancello.
Acerra [Cere, Cetra) (Terra di Lavoro), 242, 275, 279,
803,
Acqua Vetri, t. Vfetrl.
Adda, fiume, 17, 24, 88, 51, 66, 71, 72, 73, 75, 79,
95, 98, 101, 107, 109, 110, 111, 117, 124, 141,
153, 156, 164, 201, 203, 257, 848, 862, 398, 481,
504.
Adexe, y. Adige.
Adige {Adexe) fiume, 29, 45, 136, 216, 222, 276,
277, 286, 288, 289, 301, 313, 325, 326, 328, 332,
357, 363, 871, 372, 397, 401, 401, 414, 416, 422,
428, 431, 436, 438, 441, 442, 465, 486, 502, 505,
538, 545.
Adrianopoli {Andernopoli) (Turchia), 118, 335.
Adriatico mare [Qolpho], 127, 290, 471.
Africa, 230, 388.
Aga, A già, y. Aja.
Agnelina, v. Eagadina.
Agordo [Agori] (bellunese), 436.
Afelio (napoletano), 170.
Airola [Axrolo) (contado di Benevento), 169.
AJa {Agia, Aga) (Paedi Bassi), 196, 219, 224.
Ala (trentino), 189, 283, 400.
Ala, y. Hai!.
Alemagns, y. Germania.
Alenandria d* Egitto (AUwandria), 53,102, 103,242,
247, 263, 808, 810, 311, 820, 821, 380,
424, 499, 522.
» della Paglia (Piemonte), 284, 292, 802,
328, 334, 345, 448, 494, 501, 536.
Alessano (Terra d'Otranto), 170.
Aliano (Basilicata), 169.
Alife (Terra di Lavoro), 169.
/ Diarii di M. Sanuto. — . nm. IIVJJ
Alla, v. Hall.
Almenno {Almen) (bergamasco), 107, 108.
Altavilla (napoletano), 168.
Alvito iOliveto) (Terra di Lavoro), 168.
Amalfi [Amelfe) (Principato citeriore), 166.
Ampho, V. Anfo.
Anagni (campajrna di Roma\ 13.
Ancona (Marche), 66, 71, 94, 113,226, 366.
Anfo [Ampho) (bresciano), 134, 332, 366.
Angiia, Angalterra, v. Inghilterra.
Ansciano, v. Palanzano.
Anversa (Paesi Bassi), 77, 78, 219.
» y. Aversa.
Apenninl monti [Pirenei), 85.
Apruzo, V. Abruzzo.
Aquila (Abruzzo), 9, 10, 26, 27, 86, 94, 105, 123, 218.
Arco (trentino), 154, 237, 268.
Arena (Calabria), 169.
Arenda, v. Rende.
Ariano (di Puglia), 167, 183.
Arsego (padovano), 35.
Arzignano (vicentino), 89.
Arzillont« v. Zillerthall.
Ascoli (Piceno), 86, 87, 184, 212.
Asiago [Axiago, Astiago, Zesego, Lesagi) (vicentino),
113,372,420,425.
Asola (Assola) (bresciano), 448, 478, 481, 482, 491, 517,
518, 538, 539, 544, 546, 547, 548, 549.
Asolo [Axolo] (trevigiano), 325.
Aspayer, v. Spira.
Assiago, y. Asiago.
Asso (Brianza;, 202.
Asti (Aste) (Piemonte), 196, 317.
Astigiano {Aztesano) (cioè contado di Asti), 317.
Atella {Telia) (Basilicata), 167.
Atina [Atine] (Terra di Lavoro) 411.
Atri (Abruzzo), 167.
Atripalda [Tripalda, Trepalda, Ponte Triporta) (Prin-
cipato ulteriore), 167, 212, 215, 217, 218, 238, 273.
Augusta od Augsburg [Auipruck) (Germania), 61, 78|
207, 214, 219, 235, 244.
Auipruob, T. Augusta,
87
579
INDICE GEOGRAFICO
580
Austria (di) arciducato, 14^.
Avellino (Principato ulteriore), 170.
Averara [Avrea] (berj^amasco), 302.
Aversa (Anversa) (Terra di Lavoro», 279, 303, 347, 350,
351.
Avetrana {VeCrana) (Terra d'Otranto), 368.
Avlo {Avi) (trentino), 104, 154.
Avlona {Valona) (Albania), 97.
Avrea, v. Averara.
AxiapTO, V. Asiago.
Axolo, Axola, v. Asolo, Asola.
B
Bacchiglione [Bachion, Badrìon) fiume, 285, 303.
Baden [Bada) (Germania;, 535.
Badia (Polesine), 29.
Badrion, v. Bacchigliene.
Baffo, V. Pafo.
Baja {Baie) (napoletano), 339.
Bajona o Bayonne (Francia), 12, 239.
Baldo monte (veronese), 404.
Banchella, t. Barucbella.
Barbarla (cioè stati barbareschi), 281, 291, 331, 499.
Barco (di Pavia), 476.
Bardolino (Bordolin) (veronese), 21, 3G, 67, 300, 371,
438, 444, 449, 459, 4G0, 481, 503, 535, 540.
Bari (Puglie), 168.
Barletta (Puglie), 66, 71, 72, 86, 88, 184, 208, 212,
215,212.
Barochella (Banchela) (Polesine di Rovigo), 29.
Baruto, v. Beyrut.
Basignana, v. Bassi gnau a.
Bassano (vicentino), 44, 45, 61, 90, 124, 128, 136, 154,
155, 163, 164, 186, 223, 246, 260,263,296,298,
353, 365, 415, 417.
Bassignana {Basignana) (alessandrino), 315, 334.
Baviera, 60, 62, 99, 101, 116, 150, 220, 258, 259.
Belgrado (Serbia), 292.
Belluno [Cividal di Belluno), 61, 67, 87, 109, 125,
126, 129, 130, 131, 145, 177, 205, 220, 253, 267,
816, 346, 362, 435, 542.
Benevento {Bonivento) (Principato ulteriore), 86, 88,
188, 217, 218.
Bergamasco (cioè contado di Bergamo), 15, 16, 17, 23,
47, 66, 73, 75, 76, 95. 97, 98, 117, 120, HI, 156,
179. 195, 201, 203, 207, 340, 409, 416, 437, 504,
544, 545, 547.
Bergamo, 38, 39, 71, 72, 73, 76, 79, 80, 84, 92, 95,
96, 99, 104, 107. 108, 109, 110, 112, 113, 116,
117, 118, 119, 120, 123, 125, 128, 135, 136, 141,
151, 152, 153, 156, 157, 158, 160, 179, 187, 194,
195, 204, 205, 207, 209, 235, 243, 246, 252, 295,
297, 800, 301, 302, 303, 315, 317, 320, 321, 330,
832, 333, 334, 340, 856, 357, 362, 365, 366, b70,
874, 375, 378, 893, 894, 395, 400, 407, 408, 409,
410, 412, 415, 416, 422, 427, 429, 446, 459, 478,
478, 484, 486, 494, 600, 504, 505, 507, 510, 515,
516, 520, 522, 531, 545, 547, 548, 549.
Bernich, v. Bruneck.
Bernina [Berlina) (monte nei Origloni), 251.
Bertinoro {Bertenoro) (Romagna), 69.
Bestize, v. Vieste.
Bexagai, v. Bisceglie.
Beyoutb [Baruto) (Siria), 7, 150, 331, 485, 531.
Biagrassa, v. Abbiategrasso.
Binasco (milanese), 315, 476.
Bisceglie [Bexagai) (Puglia), 217.
Bisiguano (Calabria), 166.
Bistriza Tedesca, v. Rechnitz.
Bitonto (Puglie), 167.
Bocca di Valle, v. Valle.
Boemia, 46, 65, 122, 164, 209, 281, 291, 293, 418.
Boemo, v. Bolbeno.
Boesi, V. Poissy.
Bolbeno [Boemo) (trentino), 268.
Bologna (Italia), 35, 53, 85, 325, 890, 401, 426, 469,
505, 517, 536.
Bolzano o Botzen (Tirolo), 46, 61, 101, 104, 108, 113,
116, 134, 135, 150, 154, 155, 178, 205, 222, 223,
236, 244, 250, 251, 267, 269, 272, 274, 276, 277,
278, 283, 286, 288, 300, 301, 303, dl2, 313, 314,
318. 323, 325, 326, 327, 328, 334, 346, 357, 358,
362, 363, 371, 375, 397, 425, 436, 501.
Bonivento, v. Benevento.
Bordolin, v. Bardolino.
Borgo (Valsugrana), 401.
Borgo Lavezzaro [Lavezar) (Lomellina), 284.
Borgogna (ducato), provincia della Francia, 12, 19,
96, 196.
Borrello [Buriollo) (Abruzzo), 169.
Bosnia [Bossina) (provincia), 216.
Bovegno [Boven) (Valtrompia), 400.
Bovolenta (padovano), 35.
Bozzolo (mantovano), 523.
Brandizo, v. Brindisi.
Branzoll [Brontolo, Prenzuolo, Brenzuol) (Tirolo), 10 1,
316,318.
Brenner [Prever), monte In Tirolo, 2(fò.
Brenta (dij canale o valle, 90, 277, 893, 425, 484.
Brentonico [Brentonego) (trentino), 189, 420.
Brenzuol, v. Branzoll.
Breoni, v. Brioni.
Brescia [Brexa, Bressa, Briwia), 18, 24, 25, 36, 88,
39, 52, 99, 101, 114, 116, 117, 118, 120, 123, 125,
145, 146, 155, 159, 197, 204, 205, 206, 215, 220,
224, 227, 231, 233. 234. 237, 242, 246, 251, 253,
255, 256,258, 261, 270, 273, 274, 276, 278, 281,
284, 286, 296, 297, 299, 300, 313. 319, 323, 326,
332, 837, 355, 362, 365, 366, 377, 878, 895, S97,
399, 404, 406, 408, 411, 421, 422, 423, 428, 437.
444, 448, 449, 459, 460, 467. 470, 472, 473, 475,
475, 476, 477, 480, 481, 482, 486, 491, 492, 502,
504, 505, 508, 509, 510, 511, 514, 517, 518, 51»,
581
INDICE OGOOBAnOO
58^
520, K8, 580, 588, 535, 587, 538, 543, 544, 545,
546, 547, 549.
Bresciano [brewana) (contado di Brescia), 158, 181, 204,
238, 234, 254, 255, 270, 360, 395, 396, 410, 449,
474, 481, 482, 481, 492, 503, 510, 519, 521, 530,
581, 536, 538, 544.
Breaaanone o Brizen (Piaen, PHsenon, Pertenon, Pre^
Win) (Tirolo), 61, 178, 205, 206, 236, 244, 293,
858, 501, 503.
Brevio, ▼. Brivio.
Brexa, Brezana, v. Breacia, Bresciano.
Brianza o Monte di Brianza (diatretto della Lombar-
dia), 17, 36, 152.
Brindisi {Brandito), 28, 318, 824, 366, 415, 436, 468,
465, 529, 537, 546.
Brìoni {Breoni) (isole nell* Adriatico), 124.
BriTlo [Brevio) (comasco), 17, 24, 99, 117, 124, 129,
195, 203.
Bronicb, ▼. Bruneck.
Bronzolo, t. Branzoll.
Bracino, t. Bucino.
Bmneck [Brunith, Sronick, Bimiek] (Tirolo), 61,
110, 125, 236, 298, 336, 542, 513.
Baocbianico {Vuehiancio) (Abruzzo), 167.
Bucino [Brucino] (Principato citeriore), 170.
Buda (Ungheria), 42, 65, 80, 121, 185, 216, 221, 292.
Bndna (Dalmazia), 529.
BuJe (Istria), 201.
Barano, isola presso Venezia, 42.
Bargros (Spagrna), 28.
Barìolk), V. Borrello.
Bosalla (Buisa) (Ligraria), 197. '
Bassa, t. Basalla.
Bassolengo {Gussolengo) (veronese), 428, 431.
Cadine [Carene] (trentino), 256.
Cadore [Cadubrio) distretto montano noi Veneto, 206,
286, 298, 375, 418, 436, 538.
Calata, ▼. Gaeta.
Caimano (Cabrano) (napoletano), 838.
Calabria (provincia d'Italia), 241, 328, 338, 529.
Calcinato [Cahinà) (bresciano), 460, 461, 482, 502,
514, 515, 537, 547, 548.
Caldaro o Kaltern {Caldera) (Tirolo) 1 318, 326, 346,
362, 371, 372, 375.
Caliano {Calian, CJtviano) (trentino), 363, 372, 378,
379,401,420,423.
Calmasino {Chaìmasin, Colmasin) (veronesf^), 460, 482.
Calolzio iCalolzo, Caxaloìto) (ber^masco), 85, 95, 99,
104,111,113.
Calzinà, ▼. Olginate, e Calcinato.
Carnali [Camello) (Molise), 350.
Camerino [Camarin) (Marche), 28.
Campagna (Principato citeriore), 170.
Campagna ▼. Campania.
Campagnola di Castlon, v. Castione.
Campania [Campagna) (provincia d' Italia), 303.
Campobasso (Molise), 35.
Camposampiero (padovano), 35.
Canal, v. Incanal.
Canales, v. Cavalese.
Cancello (Aceti ^ Camello), colline nel napoletano, 878^
275.
Candia (Creta) (città ed isola), 39, 158, 159, 218, 238,
236, 237, 246, 435.
Canea (la Canta) (Candiaì, 67, 237, 291.
Canedole [Canedolo) (brosciano), 547; 548.
Canzello, v. Cancello.
Cao, ▼. Capo.
Caodistria, v. Capodistria.
Capaccio [Capato) (Principato citeriore), 168.
Capoa, V. Capna.
Capodistria (CaodUtHa) (Istria), 103, 204, 261, 291.
Capo d'Otranto, 515.
Capo Malia (Manlio) (Grecia), 291.
Capri (isola nel golfo di Napoli), 384, 411.
Caprinale (Cavil) (Valtellina), 400.
Caprino [Cavrin,Caurin) (bergamasco), 24, 71, 73, 76,
95,99, 110, 112, 113, 118, 128, 195.
Caprino (Cavrin^ Chaveri) (veronese), 404, 414, 416,
460, 481.
Capriolo (Cavriol) (bresciano), 281.
Caputi (Capoa) (Campania), 188, 215, 218, 242, 249,
278, 275, 279, 847, 350, 351.
Carantan, t. Caria tia.
Caravaggio [Caravazo) (bergamasco), 874, 375, 378,
894, 395, 396, 397, 400, 406, 408.
Carene, v. Cadins.
Carenno [Cavem, Careno) (bergamasco), 95, 98, 99,
104, 107, 108, 111,112.
Carintia [Carantan) provincia di Germania, 142, 841,
358,
Carmegnan, v. Carmignano.
Carmignaoo [Carmegnan) di Brenta (padovano), 539.
Carpenedolo (bresciano), 547, 548, 519.
Carpi (veronese), 29, 898, 404.
Casal (?), 377.
Casalmaggiore [Caxal mazor) (cremonese), 26, 437.
Casaya, v HofOastein.
Casoria (napoletano), 338.
Casovia, v. Kaschau.
Cassano d' Adda (Cassan) (milanese), 5, 13, 15, 16, 17,
23, 24, 36, 38, 47, 49, 50,51,52,66,71,73,75,
'76, 85, 93, 94, 96, 97, 99, 105, 107, 108, 109. 116,
117, 119, 125, 136, 141, 150, 152, 156, 157, 164,
177, 179, 185, 193, 194, 197, 201, 203. 207, 208,
209,213, 225, 243. 251, 253, 258, 259, 261, 268,
274, 277, 284, 292, 298, 800, 301. 315, 334, 342,
862, 365, 366, 374, 378, 394, 395, 396, 406, 408,
410, 412, 116, 420, 422. 427, 428, 437, 438, 446,
417, 450, 459, 477, 478, 480, 486, 487, 00, 504,
583
INDICE OEOORAFIOO
584
510, 520, 521, 522, 580, 581, 587, 543, 544, 545,
517, 548, 549, 550.
Castagrnaro (Coitignaro) (Teroneae), 29.
Castano, v. Hof Gastein.
Caste^nedolo, y. Casten edolo.
^ Castel fortino, v. Fortino.
Castelfranco (Umbria), 86, 94.
Castellamare (di Stablai (napoletano), 338.
Castellaneta (Terra d'Otranto), 167.
Castelletto di Bregranze [Brianze) (vicentino), 179.
Castelnovo (veronese), 449, 450, 460, 461, 463, 472,
477, 482.
Castelnnovo (Carso), 216.
Castelnuovo ^napoletano), 468, 469.
Castel di Sangro {Sanguie, Sanguigna) (Abrazio), 8,
10.
Castenedolo {Castegnedolo) (bresciano), 547.
Castiglione (mantovano) {Castion), 154, 305.
Castiglione delle Stiviere {Castion) (mantovano), 544.
Castion, V. Castiglione.
Castione {Campagnola di Castion) (veronese), 35, 481.
Castro, città ora distratta in campagna di Roma, 349,
350.
Castrovillari (Calabria^ 167.
Cattaro iChataro) (Dalmazia), 160, 271, 417, 507, 508,
529, 543.
Caarin, v. Caprino.
Causiti, V. Vacito.
Cava (del Tirreni) (Principato citeriore), 382, 385^
Cavaion {Caviglione, Chaviron, Cavion, Cavignon) (ve-
ronese), 428, 436, 437, 438, 444, 449, 450, 460, 461,
477,481,482.
Cavalcasene (veronese), 305, 332, 460,461,469,494,
497.
Cavalese (Canales) (trentino), 61.
Caviano, v. Celiano.
Caviglione, Cavignon, ▼. Cavaion.
Cavil, y. Caprinale.
Cavion, V. Cavaion.
Cavriana (mantovano), 509.
Cavrln, t. Caprino.
Cavriol, V. Capriolo.
Caxalmazor, v. Casal maggiore.
Cazalolzo, v. Calolzio.
Caxopo, V. Kasopo.
Cabrano, y. Caivano.
Cecilia, V. Sicilia.
Cefalonia [Zefaìonia) (isole Jonie), 27, 470.
Ceneda (trivi giano), 53.
Cere, Corra, v. Acerra.
Cerreto {Cento) (Terra di Lavoro), 170.
Certachio, v. Kurtatsch.
Ccrvara (Corvara) (trentino), 205.
Cervia (Zervia) (Romagna), 5, 6, 8, 23, 68, 76, 126,
190, 248, 253, 254, 289, 290, 334, 335, 364, 392,
416, 474, 500, 501.
Cesena (Romagna), 35, 123. |
Cesenatico {Porto Cesenatico) (Romagna), 155.
Chataro, v. Cattaro.
Chavanna, v. Chiavenna.
Chaveri, v. Caprino veronese.
Chaviron, v. Cavaion.
Cblavenna {Chavanna) (Valtellina), 394.
Chìena, v. Onjenna.
Chiese {Chies) fiume, 518.
Chieti {Civita di Chieti, Civitavecchia diChisii], 8, 9,
10,11, 19.
Cbioggia (CAroiftf), 8, 35, 94, 113, 135, 147, 155. 174,
264, 294, 295, 304, 338, 463.
Chisamo, v. Cysamos.
Chiusa (la) (comasco), 76, 90, 92, 95, 98, 99, 109, 112,
114,117.
» » (veronese) {Schiusa], 143, 186, 216, 224,
225, 257. 268, 280, 288, 344, 358, 375.
378. 379, 398. 401, 404, 410, 414, 415,
416, 417, 419, 420, 422, 423, 425. 426,
428, 431, 43G, 450, 478, 479, 498, 502,
514, 540.
CbiuBaforte [la Chiusa) (Friuli), 88, 75, 341.
ChIzpiI, V. Kitzbachel.
Cilly (Stiria), 43.
Cicilia, V. Sicilia.
Cipro {CypH, Cfpro), 199, 200, 210, 270, 515, 523.
Città Sant*Angelo [Civita SanVAntoìo) (Abruno), 168.
Cividale di Belluno, v. Belluno.
» di Friuli, 60, 65, 87. 297, 307, 331 .
Civita Castellana (campagna di Roma), 94, 260.
» di Chieti, V. Chieti.
Clyitaveochia (campagna di Roma), 349.
Clanfùrt, v. Elagenfurt.
Clissa (Dalmazia), 216.
Codroipo (Friuli), 182.
Colà {Collano) (veronese), 469, 472, 482.
Colemara [Maran) (padovano), 35.
Collane, V. Colà.
Cologna veneta (veronese), 28, 85, 185.
Cologno (al Serio) (bergamasco), 545.
Colonia o KOln {Cotogna) (Germania), 77, 78, 150, 219.
Comenzan, v. Comezzano.
Comezzano {Comenzan) (bresciano), 366.
Como (Lombardia], 50, 165, 202, 225, 236, 333, 3G2,
363, 395.
» (di) lago, 50, 1 12, 1 17. 124, 225, 226, 251, 275,
277, 283. 286, 346.
Concesio [Conzese] (bresciano), 399, 400.
Concordia (modenese), 493.
Concordia (Sagittaria) (veneziano), 53.
Condino [Condia) (trentino), 256.
Condojanni {Condajani) (Calabria), 169.
Conegliano [Coneian] (tri vi giano), 126.
Constantinopoli, v. Costantinopoli.
Conversano (Puglie), 169.
Conza (Principato Ulteriore), 168.
Conzese, v. Concesio.
585
INOICB GBOORAncO
586
«
Corftì iOùrpkùh 61, 97, 103, 144, 193, 205, 218, 264,
267, 2<'9, 275, 529.
Coriznola, ▼. Correziola.
Conoons [Cremons) (I)lirio)i 182.
Corpbù, T. Corfù.
Correnola (Qori%uola) (padoTano), 233.
Corsica, isola, 152.
Cortachio, v. Eartatsch.
Cortine (?), 323, 324.
Corrara, ▼. Groara.
Cosenza (Calabria), 529, 530.
Coslao, ▼. Oslavia.
Coetaotioopolì. 46, 67, 95, 99. 101, 118, 135, 248,
335, 380, 424, 427, 431, 471, 507, 508, 543.
Costanza (Oermania), 65, 101, 257.
Coyra o Kuhr (Svizzera), 80, 96, 99, 157, 164, 165,
235, 251, 253, 257, 260.
Cracovia (Polonia), 185.
Crema, 28, 100, 117, 157, 178, 191, 238, 246, 266,
297, 342, 343, 365, 450, 451, 500, 501, 505, 510,
511, 516, 522.
Cremaa, y. Krems.
Cremaaco (cioè contado di Crema), 439.
Cremona, 26, 96, 108, 119, 152, 196, 210, 251, 252,
257, 259, 815, 378, 489, 445, 450, 451, 464, 505,
511.
Cremons, ▼. Cormons.
Croazia {Corvatta) provincia, 77.
Croja (Albania), 161.
Crovara, t. Oroara.
Curzola. isola dell'Adriatico, 127, 305.
Cypri, V. Cipro.
Cysamos [ChUamo) (Candia),58.
Dalmazia (Dalmatia), 19, 102, 217, 246, 291, 804,
311, 312, 479, 490, 498, 500.
Damasco (Siria), 112, 187.
Danubio fiume, 43, 119, 122, 291, 292.
Deben, ▼. Val di Rendena.
Delfioato [Doìjlaà) (provinola di Francia), 12.
Deliceto [Licito) (Capitanata), 167.
Deaenzano {Detanzan) (bresciano), 379, 460, 461, 483,
485, 491, 509, 517, 530, 532, 535, 536, 540, 544,
547, 548, 549.
Dobla, ▼. Dower.
Dolco {Dohé, Dolcin) (veronese), 411, 416, 417, 422.
Doifinà, T Delfinato.
Dower {Dobla) (Ingrbilterra), 76.
Drag'ez, v. Ragatz.
Drouburgr (Obor Drauburg) {Traburch, Trobureh)^ <Ca-
rintia), 221, 236.
Drava o Drau {Lodran) finme, 221, 293.
Dulcigno {Dulzigno) (Albania), 471.
Bg^a {Tgna) (trentino), 46. 150, 250, 314, 318, 328,
857, 371, 426.
Blema^rna, v. Germania.
Enego (vicentino), 371.
Engadina {Agnelina) (valle nel Grlgioni), 323.
Ensprucb, ▼. Innsbrnck.
Faenza (Romagna), 35, 68.
Pelchrich, ▼. Feldkirch.
Feldkirch (Felchrich) (Tirolo), 101.
Feltro, 103. 124. 128, 136, 247, 248. 249, 250, 276,
277, 282, 306. 325, 353, 356, 372, 375, 401, 450.
Ferrandlna (Basilicata), 168.
Ferrara (^^rara), 26. 52, 62, 108, 119, 125, 154, 237,
399, 417. 421, 423. 426, 462, 471, 479,
486:
» (di Montebaldo) (veronese), 416.
Fiandra, o contea di Borgogna 12,77,78, 116, 196,
197. 924, 240, 241, 264, 329, 419, 535, 543.
Ficho, ▼. Fflssen.
Fieso, ▼. Fiissen.
Finale dell* Emilia (modenese), 462.
Fiorenza, v. Firenze.
Firenze [Fiorenza), 10, 26, 28, SS, 47, 63, 64, 68, 75,
77, 93, 116, 128, 156, 196, 197, 201, 213, 219,
220, 253. 256, 260, 287. 294, 297, 326, 329, 354,
393, 396, 399, 401, 403, 429, 434, 546.
Fiumicino {Fiumieello), porto in campagna di Roma,
349.
Foggia (f'o^tf, Foza) (Capitanata), 70, 71, 72, 86, 87,
88, 89, 106. 133.
Foligno, V. Fuligno.
Fondi (Terra di Lavoro), 508.
Forlì (Furti) (Romagna), 35.
Fornaci {Fornase) (Polesine di Rovigo), 530.
Forni (vicentino), 216, 327, 449.
Fomovo (bergamasco), 201.
Fortino {Castelfortino) (Terra d' Otranto). 86.
Porterà {Fortor), fiume della Capitanata, 80, 184.
Fossa Loyara (veneziano), 254, 539.
Foza, ▼. Foggia.
Francavilla (Terra d' Otranto), 168.
Francia (Franza), 8, 11, 12, 19, 28, 62, 63. 75, 76,
85, 116, 126, 183, 187, 196, 201, 202, 207, 248,
281, 296, 328, 334, 338, 352, 356. 361, 863, 364,
3G6. 405, 413, 417, 426, 445, 447, 459, 462, 464,
474, 484. 485. 493, 500. 603, 534, 537, 545.
Francoforte sul Meno (Franchfort) (Germania), 224.
Francooia, o Terre francbe (Germania), 65, 12], 164.
185.
Fratta (Polesine di Rovigo). 486, 505.
Frattesina (Polesine di Rovigo), 505.
b87
INDICE OEOOIUFIOO
Freddo, flame in Calabria, 530.
Fren, v. Fiissen.
Fres, V. Ftissen.
Frinii {La Patria, ìa Patria del FriuUi (corruzione di
Patria o Patriarcato), 53, 74, 119, 135, 158, S20,
222, 223, 238, 247, 254, 275, 294, 804, 344, 8^2,
865,409,410,413,427,436.
Fuligrno {Foligno) (Ombria), 13, 28, 47, 48, 61, 68, 70.
Forlì, V. Forlì.
Fiissen {Fieso, Ficho, Ifres, Frti, Fren) (Baviera), 61,
214, 219, 235, 244, 250.
Oaderna, y. Gardena.
Gaeta {Caieta) (napoletano), 188, 215, 218, 249, 273,
847, 348, 351, 354, 360, 384, 389, 406, 418, 469,
493, 508, 546.
Galatina, v. S. Pietro in Galatina.
Oftllipoli (Turcbia), 248.
V (Terra d' Otranto), 368, 369.
Garda (veronese), 404, 449, 460.
Garda (di) lagro, 25, 35, 67, 153, 166, 189, 207, 214,
216, 228, 236, 247. 251. 257, 259, 262, 281, 292,
301, ^1, 379, 410, 469, 475, 480, 482, 484, 490,
498, 499, 517, 519, 535, 540.
Gardena {Qadema), valle nel Tirolo, 205, 226.
Gargnano (Qrignan) (bresciano), 25, 218, 214.
Garigliano {Qarliano) fiume, 28, 232, 241.
Garlate {Garlà) (oomaseo), 97.
Garliano, v. Garì^liano.
Gausiti, Gautito, v. Vaoito.
Gatta (mestrino), 248.
Gavardo (bresciano), 409.
Geldrìa, v. Gneldres.
Genova (Zenoa, Genua), 37, 38, 168, 178, 188, 196,
197, 201, 206, 292, 299, 315, 316, 817, 320, 823,
334, 845, 848, 378, 403, 406, 412, 413, 448, 462,
481, 485, 49^.
GersLdada {féradada) (territorio sulP Adda nel berga-
masco), 151, 395.
Gerion (?) (di) ponte (bresciano), 548.
Germania {AUmagna, Blemagna), 12, 25, 38, 60, 65,
78, 87, 121, 122, 123, 125, 142, 177, 189, 209,
221, 222, 223, 224, 225, 241, 251, 255, 257, 259,
268, 274, <^86, 291, 292, 299, 301, 313, 323, 343,
349, 357, 363, 381, 396, 398, 419, 467, 469, 517,
543.
Gheldres, v. Gueldres.
Ghiena, v. Gujenna.
Giavarino, v. Raab.
Gioja (Zogia) (Pogrlie), 105, 189.
Giovenazzo {Jovenato) (Paglie), 217.
Gogia {Lagucchia) (fiume in bergamasco), 302.
Goloza, V. Kalocsa.
Golpbo, V. Adriatico.
Gorgonzola (milanese), 72.
Gorizia {QuHfiaU 73, 74, 87, 128, 341, 342, 843, » ^^
Gradisca (contado di Gorizia), 60, 74, 87.
Gran o Strigonia (Ungheria), 14, 65, 122, 123,
292.
Gravina (Paglie), 167.
Graz o Oratz {Prisgrat) (8tiria), 43, 185, 286.
Grecia, 229.
Gremin, v. GrSbming.
Grignan, v. Oargnano.
Grigno (VaUugana), 44, 163, 189.
Grisignana (Istria), 204.
Groara [Crovara, Corvara) (veronese), 104, 143, 154^
216, 398, 404, 410, 414, 415, 419, 420, 422, 423
426, 486, 437, 450, 519.
Grdbming {Oremin, S. Maria di Gremin) (Salzborg),
841, 344.
Grottaminarda {Grotta Menata, Grotte) (Principato ul-
teriore), 218, 232.
Grotteria (Gruttaria) (Calabria), 169.
Grattarla, v. Grotteria.
Guasto, V. Vasto.
Guadi (?) (Terra di Lavoro), 241.
Gueldres {Geldria, Gheldres) (Provincia dei Paeai Bas-
si), 77, 196, 224.
Guidizzolo iViditolo) (mantovano), 281, 492, 544.
Gujenna (Ghiena, Chiena) (provincia di Francia), 12,
240.
Gurizia, v. Gorizia.
Gussolengo, v. Bussolengo.
H
Hall (Ala, Alla) (Austria), 88, 60, 89, 104, 113, 116,
150, 205, 206, 216, 223, 226, 267, 269, 323, 843,
846, 372, 373, 547.
Hamil, V. Scbiadming.
Hlstria, V. Istria.
Hispania, v. Spagna.
Hofan (der March) (Inovar) (Austria), 122.
Hof Gastein {Castano^ Casata) (Salzburg), 272, 418.
Hongarla, v. Ungheria.
Hostia, V. Ostia, ed Ostiglia.
0,t,
layza, v. Jaice.
Ibenz, V. llanz.
Ifres, V. Fiissen.
Igna, V. Egna.
lì^nt {Ibenz, Vulane) (Cantone dei Grigioni), 101, 165.
Incanal o Canal (veronese), 414, 422.
Inghilterra {Anglia, Angelterra, Jngalterra), 75, 76,
126, 196, 197, 202, 207, 210, 248, 254, 271, 290,
306, 329, 335, 364. 405, 426, 474, 535, 543.
Innsbruck {Tspruch, Fnspruch, Usprich) (Tirolo), 36,
44,61.62, 101, 104, 109, 110, 116. 125, 128, l43.
150, 154, 166, 184, 188, 189, 205, ^7, 209, 214,
58$
MDICB OEOORAPIO»
590
I
916, 219, 222, 224, 225, 228, 235, 237, 243, 244,
SrA25a, 251, 266, 257, 259, 268, 269, 272, 278,
280, 289, 293, 316, 823, 327, 833, 334, 340, 358,
418, 503.
liohiti (fsola nel golfo di Napoli), 241, 270, 336, 347,
350, 359.
Inovar, netius in Ovar, v. Hofon.
boia de) Garda (bresciano), 190, 510.
» della Seala (Toroneae), 35.
JMria {ffisMah 77, 137,218,294,304,311,312,416,
493.
Italia, 8, 19, 28, 45, 62, 67, 77, 78, 81, 87, 90, 96,
101, 108, 110, 116, 121, 123. 125, 128. 157, 164,
166, 184, 189, 196, 206, 208, 209, 219, 220, 221,
222, 223, 224, 226, 227, 230, 231, 234,*240, 243,
248, 250, 257, 281, 283, 286, 287, 290, 296, 316,
32e, 328, 330, 342, 316, 356, 363, 364, 381, 383,
435, 451, 466, 468, 469, 474, 477, 480, 481, 484,
485, 495, 500, 5l2, 549.
Uri iTerra di Lavoro), 508.
Ivrea (Piemonte), 462, 474, 480, 481, 484, 503, 504,
516, 534, 535, 543, 549.
Izola, ▼. isola.
Ixoeernan (?), 216.
J
Jalce {lafza) (Bosnia), 65, 122. .
Jeradada, v. Oeradadda.
Jndemborg (Jufimkurtk) (Carìntla), 292.
Kalocsa {Golgota) (Ungheria), 122.
Kaltern, ▼. Caldaro.
Kasehan {Cassoria, Ca«09te)1(Ungberìa), 65, 80, 122.
Kaaopo {Cawopo) (Corfù), 97, 287, 313.
Kitzbucbel [Chizpil) (Salzbarg), 222.
Klageofart [Clan/uri] (Carintia), 341, 341.
Krema [Cremat) (Auatria), 292.
Kartatach {Cerhchio, Coriachio) (Tirolo), 826, 316.
Laeiae, ▼. Laxiae.
Lagncchia, ▼. Gogia.
Laioo (Calabria), 168.
Lambro fiume, 164.
Lanciano (Lanzano) (Abruzxo), 11, 26, 27, 28.
Lansano, ▼. Lanciano.
Lauro (Terra di Lavoro), 86.
Lavezar, v. Borgo Laveziaro.
Lavezo, y. Valeggio.
Lavis [Lavixe] (trentino), 371.
Lazise [Lacis$) (veronese), 250, 404, 416, 448, 459,
461, 463, 469, 476, 48T, 482, 483, 505.
Lecoe {L$u) (Terra d'Otranto), 824, 869, 465.
Lecco (comasco), 15, 16, 17, 23, 24, 38, 47, 50, 51,
66,71,72, 73, 75, 76, 79, 84, 90, 91, 95, 97, 99,
105, 107, 108, 109, 112, 114, 116, 117, 118, 119,
123, 124, 128, 129, 150, 151, 156, 157, 194, 195,
202, 203, 208, 209, 213, 216, 224, 225, 226, 228,
243, 252, 257, 258, 30», 318, 478, 494.
Lecco (di) riviera, 90.
Legnago (Lignago) (veronese), 331, 424, 502, 514, 517.
Lesagi, Lesego, v. Asiago.
Lesina (Iteina) (isola dell* Adriatico), 53.
Levante (cioè Stati e mari del Levante), 291, 31 1, 312.
Levico {Lievego) (trentino), 283.
Licito, V. Deliceto.
Lienz {Zonz) (Pusterthal), 236, 293, 294, 502.
Liesna, v. Lesina.
Lievego, v. Levico.
Lignago, V. Legnago.
Llgorno, v. Livorno.
Lindao {lindo) (Baviera), 101.
Linz (Austria), 419.
Lione (Francia), 12, 88, 77, 196, 209,211,364,474,
485.
Lispfda {LUpia) (padovano), 102.
Llvinallongo {Livinal) (Paaterthall), 125, 226.
Livorno [Ligorno) (Toscana), 97, 201.
Lizza Pnsina (veneziano), 181, 187, 188.
Lodi (milanese), 72, 151, 152, 157, 194, 201, 203,
207, 315, 317, 356, 395, 412, 420, 444, 445, 450,
459, 480, 493, 505, 511, 521, 537, 545.
Lodigiano {Lodesano) (cioò contado di Lodi), 157.
Lodran, reciius Io Dran, cioè la valle della Drava, ▼.
Drava.
Lodrone (trentino), 216, 225, 375, 377, 378.
Lombardia, 19, 38, 41, 44, 61, 73, 86, 87, 124, 144,
149, 156, 182, 168, 207, 223, 226, 231, 232, 236,
237, 243, 261, 320, 401, 493, 494, 495, 500.
Lomellina [LuwieUHa) (distretto del territorio pavese),
16, 23, 24, 38, 48, 109, 124, 128, 152, 209, 213.
225, 226, 258, 259, 268, 277, 284, 300, 302, 313,
315, 317. 362, 365, 378, 412, 417, 422.
Lomello {lumel) (pavese), 284.
Lonato {Iona) (bresciano), 266, 365, 437, 448, 480,
481, 486, 491, 492, 509, 517, 530, 535, 536, 537,
544.
Londra, 71,364, 535.
Lonigo (vicentino), 147, 263.
Loreto [S, Maria di Loreto) (Marche), 26, 66, 80, 96,
448.
Lubiana (Caralola), 123, 297, 341, 344*
Lucca (Zuca) (Toscana), 231*
Lucerà {Noehierat Noeera) (Capitanata), 36, 70, 71,
72, 87, 88, 89, 105, 106.
Lumel, Y. Lomellina.
Lomelina, ▼. Lomellina.
593
INDICE GEOGRAFICO
59i
Muda, T. Manthen.
UuggiB. (Muia) (HiBtria), 147.
Ilaoecbio, y. Monaco.
Mar (ifura), flome in Stiria, 43.
Maraoo (ìsola presso Veneisia), 62, 291.
» casa Gaeruzzif 291.
Maro (Basilicata), 169.
Mosso (ITtM) (comasoo), 194, 202, 226, 266, 801, 318.
Mata, T. Mauthen.
Nago (trentino), 301.
Napoli. 8, 10, 13, 26, 28, 37, 138, 139, 140, 178,
183, 201, 210, 212, 215, 217, 218, 2S2,
241, 242, 246, 248, 253, 260, 270, 273,
275, 276, 279, 280, 287, 290, 303, 804,
324, 827, 328, 336, 337, 338, 339, 341,
847, 848, 849, 850, 351, 853, 854, 359,
860, 870, 871, 881, 882, 383, 884, 885,
887, 889, 390, 391, 398, 411, 412, 436,
463, 464, 465, 466, 467, 468. 469, 470,
485, 493, 508, 516, 529, 584, 537, 542,
646.
j» (di) regno (reame), 10, 11, 27, 29, 37, 40, 72,
146, 166, 167. 168, 170, 184, 185, 186,
188, 214, 238, 241, 260, 288, 290, 814,
825, 889, 847, 848, 851, 370, 390, 396,
401, 429, 463, 468, 470, 486, 493, 494.
» di Romania, ▼. Naaplia.
Nardo [Nerih) (Terra d* Otranto). 167.
Nanplia {Napoli di Bomania), 161, 204, 236» 269, 507.
Nebiola, ▼. Nibbiola.
Nerito, V. Nardo.
Nero (Mazor) mare, 119.
Nibbiola [Nebiola) (novarese), 48.
Nicastro (Calabria), 169.
Nlcosia (Cipro). 53, 523.
Nitria Neutra (Ungheria), 122.
Noale (veneziano), 5, 100, 118, 263.
Nocera (inferiore) (Principato ulteriore), 167.
Nocbiera, Nocera, v. Lacera.
Noja (Puglia), 169.
Noia (Terra di Lavoro)', 168, 218, 241, 275, 279, 350,
851.
Nollo {Nullo) (bergamasco), 802.
Norimbergo, v. Nttrnberg.
Novara (Piemonte), 48.
Nullo, V. Nollo.
NUmberg o Norimberga {Nurimbergho) (Baviera), 223,
224, 880.
Ogento, V. Ugento.
Oira od Oria (Terra d* Otranto), 168.
Olanda (provincia), 219, 224.
Olfanto, v. Ofauto.
Olginate {Ulzina, Olzinà, Zina, Cahinà) (comasco),
24, 48. 49. 50, 51, 52, 66, 71, 72, 85, 91, 97, 99,
109, 118, 119, 129, 195.
Oliveto, V. Aivito.
Olmo (al Brembo) (bergamasco), 894. 429.
Ongaria, v. Ungheria.
Oppido (Oppilo) (Calabria), 169.
Orlano (Orgnano^ Orignano) (bresciano), 333, 346.
Orso (d*) capo (golfo di Salerno), 391.
Orvieto {Urvieto Vrbsvetana) (Umbria), 24, 28, 96,
128, 133, 155, 156, 158, 171, 210, 235, 241, 260,
269, 279, 287, 291, S94, 297, 336, 341, 347, 354,
859, 370. 889, 890. 398. 403. 411, 414, 415, 416,
421. 426, 439. 462. 463, 470, 494, 529, 530, 537,
546.
Orzinuovi {Urzi, Urzinovi) (bresciano), 482, 491, 503,
510, 520. 522, 544.
Oslavia {Coslao) (contado di Gorizia), 74.
Osnago (Uenago) (comasco). 49.
Osoppo {Osoph, Oiqf) (Friuli). 183. 275, 308, 843, 844,
858.
Ostia (Sostia) (campagna di Roma). 848.
Ostiglia (Ho$tia) (mantovano), 423, 437.
Otranto, 28, 313, 324. 866, 869, 415, 537.
Obrovazo (Dalmazia), 216.
Ofanto (Olfanto) (flame nel napoletano), 183, 212, 217,
216.
/ DiaHi di li. SAMtto. - Tom, 117U
Pacengo {Paniego) (veronese). 469, 477, 482.
Padenghe (Padengo) (veronese). 491.
Padova (Po^foa), 5, 18, 40, 42. 61. 85. 102. 118, 185,
136. 145, 146, 155, 161, 178, 174.
180. 187,. 194, 204, 281, 247, 249,
254. 261, 263, 268. 282. 287. 298,
299. 325. 831. 340. 351, 852, 853,
854. 861, 864, 881, 496, 498, 531,
539, 546.
» » porta Saracinesca, 354.
Padovano (padoana) (cioè contado di Padova), 85, 161,
515.
Padula (Principato citeriore), 167.
Pafo {Bafo) (Cipro), 58.
Palanzano (Villa Anseiano) (Terra d*Otranto). 870.
Palazuolo. v. Santa Giustina di Palazzolo.
Palena (Abruzzo). 169.
Palermo (Sicilia). 348.
Paliano (campagna di Roma), 359, 860, 890, 416, 421,
489, 440.
Paluzza (Friuli), 293, 857.
Pantego, v. Pacengo.
Parenzo (Istria), 161.
Parigi {Paris), 78, 211, 212,237, 238,296, 299, 834,
868.
Parma, 231, 896, 426, 438, 469, 500, 505, 517, 536.
88
597
0O1CE OfiOORAFIoa
598
Raab (GiavaHno) (Ungheria), 80.
Radstadt (Bogtoi, Beuitot) (Austria), 286, 341, 343,
358.
Kagate [Drager) (Svinerà), 101.
Ragnsa (Bagusi) (Dalmalia), 46, 324.
Raspo (latria;, 77, 144, 209.
Ratiabona o Regensborg [Bechimpurch, Baffspurch)
(Baviera), 142, 185, 210, 224, 291, 418, 419.
Rattenberg (Bothumberg) (Salzburg), 222.
Rauria {Bausii) (Anatrìa), 222, 272.
Rayenna (Romagna), 5, 8, 86, 62, 68, 76, 86, 94,
123, 126, 135, 155, 190, 197, 248. 289,
290, 334, 335, 862, 354, 364, 867, 872,
416, 447, 461, 474, 600, 501, 530, 634,
6l5.
» Saota Maria In Porto, 68.
Rayapnrcb, ▼. Ratlsbona.
Reame o Regno, v. Napoli.
Rechnitas {BUtrita todesca) (Stlria), 42.
Reggio (Emilia) {Be^o), 217, 392, 471, 479.
Remcdello (Bivaldello) (breaclano), 548.
Rende (Arenda) (Calabria), 169.
Retrone fluma (vicentino), 285.
Renatot, ▼. Radaiadt.
Rezà, Rezado, v. Reizato.
Reio V. Reggio.
Reaato {Be:fà, Betado) (bretclano), 644, 648.
Rimlnl {Arimano, Bimano) (Ronaagna), 36, 68, 69, 70,
155, 870.
Rivaldello, ▼. Remedello.
Riva di Trento, 25. 44, 135, 154, 214, 257, 259, 268,
326,400,404,511,680.
Rivoli {Trioìo, Trioìi) (veronese), 449, 450. 460.
Rivoltella (BivoUea) (bresciano), 477, 488, 509, 617,
530, 632, 535, 586, 540, 544, 547.
Rocca d' Anfo (breacUno), 184, 329, 377.
Rodi, isola. 158.
Roma, 10, 11, 13, 26, 28, 35, 37, 67, 85, 86, 96, 101,
119. 125, 130, 131, 132, 158, 230, 235,239,
319, 359, 256, 260, 266, 270, 281, 336, 337,
339,841, 360, 889, 391, 406, 429, 440.
» Castel Sant' Angelo, 126, 264.
Romagna, provincia dell* Italia, 35, 128, 231, 498.
Romano (di Lombardia) (bergamasco), 395.
Rosazzo (Friuli), 308, 405.
Rosetta {Boseto) (Egitto), 523.
Roatot, V. Radstadt.
Rothamberg, v. Rattenberg.
Rottenmann (Botiman) (Stiria), 344.
Rovereto [Bavere) (trentino) 44, 46, 136, 150, 164, 287,
247, 251, 372, 378, 379, 401, 403, 419, 420, 425,
435, 449, 515, 517.
Rovigo {Buigo) (Polesine), 183, 186, 421, 423, 462,
486.
Rogo, V. Rovo.
Ruigo, ▼. Rovigo.
Rovo {Bugo) (Puglia), 169.
8
Sacco iSaco) (trentino), 318.
Saoile [Sazil] (Friuli), 65, 265.
Saco, y. Sacco.
Saint Germaìn en Laye {San Herman), 11.
Saint Veit [San Vido) (Carintla), 868.
Salerno .Principato ulteriore), 166, 211, 882, 888, 891,
411,412.
Salienze (San Leonzio) (veroneae), 491.
Salò (bresciano), 24. 26, 42. 67, 162, 154, 295, 237, 269,
264, 312. 313, 818, 819, 3*32, 874, 378,879.
394, 404, 410, 449, 475, 476, 480, 482, 485,
490, 492, 602, 606, 510, 511, 517, 519, 630,
532, 536, 537, 538, 640, 644, 548.
» (di) riviera, 67. 166, 189, 190, 210, 247, 251, 267,
268, 319, 897, 483, 484, 486, 491, 510, 619,
537, 517, 548.
Salerno o Salurn (Tìrolo), 150, 814.
Salzburg {SaHprueh, BoUprueh) (Austria), 60. 221,
222, 842, 843, 418, 419.
Sambonìfacio (veronese). 85.
San Candido (Piiaterthall), 286.
San Canzian (Friuli), 406.
Sandrà (veronese)^ 482.
San Germano o Cassino (Terra di Uvoro), 26, 66, 70.
San Gervasio d' Adda (bergamasco), 856, 366, 604.
San Gregorio (milanese), 444.
Sanguie, Sanguigna, v. Castel di Sangro.
Sanguìnetto (Sanguanè) (veronese), 426.
San Horachil, v. S. Eraclio.
San Leonardo (Puglie), 336.
San Leonzio, v. Salienze.
San Michele (Tirolo), 826, 846.
San Paolo (trentino), 324, 326, 846.
San Pietro (a Patierno) napoletano), 337.
San Pietro In Galatlna (Terra d' Otranto) 167, 346.
San Severo (Capitanata), 66. 70. 72, 86, 87, 88, 89,
105, 107, 178, 184.
Santa Giustina di Palazzolo (Palazuol) (veronase), 463,
464, 463.
Sant'Alberto (ravennate), 91, 96.
Santa Moria di Gremin, v. Gr6bmlng.
Santa Maria di Loredo, v. Loreto.
Santa Maria di Termedi (Adriatico), 144, 184.
Sant'Ambrogio di Valpolicella (veronese), 143.
Sant'Angelo (del Lombardi) (Principato ulteriore).
168.
» (lodlgiano) , 4*20, 444, 522, 544.
» (Lomellina),284.
Sant' Antonio (Principato ulteriore), 217, 218, 232.
SanV Anzolo, v. Sant' Angelo.
Santa Severina, (Calabria), 168.
599
ISDICE GEOGRAFICO
Sant* Eraclio (San Horachii) (Umbria), 13, 61.
Sant* Eufemia {Santa Fumia) (bresciano), 486.
San Valentino (Principato citeriore), 169.
San Zerroan, v. Saint Gcrmain.
Sardegna, isola, 201, 242.
Sariat, v. Seriate.
Sarno (Principato citeriore), 169.
Saronno [Seron, Serono) (milanese), 202, 833.
Sassonia {Saxonia), lui.
Sava fiume, 216.
Sazonia, v. Sassonia.
Sasil, V. Saclle.
Sbabia, v. Svevia.
Sbeo, Sbez, v. Scbwaz.
Sboz, y. Scbwaz.
Sbuo, ▼. Scbwaz.
Scala (vicentino), 282.
Scaldasele (pavese), 284.
Scbio [Schivo) (vicentino), 46, 164, 425.
Scbladmingr [Slamil, Hamil) (Stlria), 341, 344.
^\im2^z{Sboz, Sbec, Sbei, Sbuo) (Tirolo), 60, 104, 150,
221, 222, 250, 272, 283, 342, 358.
Scbwelnfurtb [Stanfurt] (Franconla) 210.
Solavataber, v. Slavine e Tabor.
Sebenico iSibinico) (Dalmazia), 210, 335, 4'?].
Secbines, v. Sikino.
Seclos, V. Szec8{5.
Segrna (Croazia), 209.
Sera, v. Serra Capriola.
Seriate {Sariat) (bergamasco^, 545, 547, 549.
Serio fiume, 158.
Sermlone (bresciano), 35, 416, 508, 517, 519, 535,
536, 540.
Seron, v. Saronno.
Serra Capriola [Sera) (Capitanata), 85, 86, 88, 66, 71,
88, 178, 184.
Servi, castello nel trentino, 245.
Sessa (Terra di Lavoro), 168, 351.
Siblnlco, V. Sebenico.
Sicilia (Cicilia) (isola), 237, 241, 273, 280, 287, 290,
303, 328, 388, 392, 468, 493, 508, 529.
Slena (Toscana^ 28, 336, 390.
Sikino [Sechines] (isola dell* Arcipelago), 248.
Simari (Sìmbari) (Calabria), 169.
Simbari, v. Simari.
Sinopoli ^Calabria), 169.
Slavine (Sclavataber) (Carso), 93.
Soave (veronese^ 35, 371, 398.
Solesino (padovano), 589.
Solferino (mantovano», 509.
Solignano, v. Polignano a maro.
Solzprucb, V. Salzburg.
Somma [Suma) (napoletano), 167.
Sondrio (Valtellina), 300, 301.
Sorla o Sirla, 515, 523.
Soriano {Suriano) (Calabria), 169.
Sorrento [Surente) (napoletano), 338.
Spagna (Hitpania), 11, 76, 131, 158, 178, 196, 19r^
201, 206, 207, 239, 241, 335, 848, 349, 864, 87CO
384, 466, 467, 474.
Spalato (Dalmazia), 19, 58, 70.
Spira (àipaper) (Baviera), 4i9.
Spirano (bergamasco), 545.
Spoleto [Spotiti) (Umbria), 68, 86, 870, 487.
Squillace (^^gm/tfw; (Calabria), 166.
Stanfurt, v. Scbwelnfurtb.
Stanga (la) v. Steinecb.
Staymorch, v. Stirla.
Steder (?). 342.
Steinecb (Stanga) (Tirolo), 824.
Stelnfeld (StanfeU) (Carintia), 221.
Sterceucb, v. Sterzing.
Sterzlng [Sterzen, Stereeuch) (Tirolo), 61, 267,
834.
Stigliano (Basilicata), 166.
Stirla o Stelermarch [Staymorch) pcovincla dell' Au
stria, 236.
Stradella (pavese), 345.
Strlgonia, v. Gran.
Sulmona (Abruzzo), 8, 166.
Surente, v. Sorrento.
Suriano, v. Soriano.
Svevia (Sbabia) (provinola di Germania), 219, 272.
Szecsò (Sechi) (Ungheria), 122.
Tabor (Sclavataber) (Carso), 93.
Tagllacozzo {Tajacozto) (di) contado, 68.
Taranto (Terra d' Otranto), 188, 868, 529, &80.
Tauri Tauorn, monti in Carintia, 286, Sii, 348»
844, 858.
Tavemelie [Tavarnele) (cremonese), 46.
Tarvls [TrevUa) (CarinUa), 60, 74, 142, 272, 344.
Telia, V. Atella.
Telilo (Tey) (Valtellina), 401.
Temesvar (Temitvar) (Ungheria), 121.
Terlago [Trilago) (trentino), 312.
Termoli [Termini, Termule) (Molise), 85, 86, 87, 88,
105, 168.
Terraclna (Terazina) campagna di Roma, 351, 391.
Terra di Lavoro, provincia d'Italia, 468.
Terranova (Calabria), 168. «
Tevere fiume, 849.
Tey V. Tellio.
Thelss (Tissa, Tiza) fiume in Ungheria, 14.
Thoblaco, v. Toblacb.
Tirolo [Tiruol), 24, 25, 86, 61, 89, 108, 109, 110,
116, 150, 220, 235. 250, 268, 288, 846, 357, 302,
401,444,450,515,540.
Tissa, Tlsa, v. Theiss.
Toblacb (Thoblacho) (Tirolo), 236.
Todi (Umbria), 11, 106.
Tolmczzo [Tulmezoy Tulmetio) (Friuli), 221, 222, 235,
293, 294, 341, 343, 357, 359, 532.
608
INDICE OEOOIUnCO
604
Valpolicella (ValpoUsela) (veronese), 143, 161, 414,
423.
Valsabbia (bresciano), 291.
Valsecca (bergramasco), 108.
Valsolda (comasco), 314.
Valsugrana (trentino), 44, 189, 216, 278, 284, 325,
327, 353, 372, 401, 402, 419, 450.
Valtellina (VaìtoUna), 236, 300, 301. 318, 818, 327,
332, 346, 358, 368, 365, 871, 373, 374, 400, 401,
429.
Val torta (bergamasco), 302.
Valtrompia (bresciano), 90, 114, 151, 225, 228, 397,
477.
Varaadfn {Varadin) (Ungheria), 80.
Va.sto [Guasto) (Abruzzo), 26, 27, 70, 71, 167, 208, 253.
Vegevene, v. Vigevano.
Veglia iVeja) {sola delP Adriatico, 7, 144.
Venafro (Venafra) (Terra di Lavoro), 168.
Veja, V. Veglia.
Venezia (la tetra), 12, 17, 18, 20, 22, 28, 80, 32, 33,
34, 45, 49, 50, 58, 64, 68, 69, 73, 79,
80, 81, 82, 83, 85, 9«, 97, 100, 101, 112,
120, 122, 123, 125, 135. 140, 143, 147,
149, 155, 172, 173, 178, 190, 192, 208,
223, 252, 253, 277, 279, 283, 286, 294,
298. 802, 304, 307, 809, 325, 381, 400,
411, 414, 416, 447, 463, 476, 477, 488, j
495, 496, 497. 499, 526, 527, 641.
» arsenale, 20, 24, 153, 158, 174, 424.
» beccarla, 463.
» campo Rusolo, 146.
» casa Dona alla Giudecca, 178.
» » del duca. di F<>rrara, 63, 123, 281, 312,
398, 399, 424, 479, 501.
» <» Grimanl a s. Marta Formosa, 52, 53, 54.
» » Marcello, in riva di Biagio, 320.
o chieae della città.
» chiesa dei Greci a s. Antonino, 199.
» » della Carità, 187.
» j» di s Antonio, 210.
» »> di 8 Felice, 296.
» » di 8. Francesco della Vigna, 227.
» » di 8. Geminiaco (Zuminian), 258.
» » di 8. Giacomo di Rialto, 210.
» » di 8. Giobbe {Joò]^ 506.
» » di 8. Giovanni elemosinarlo, o di Rial-
to, 63.
» » di 8. Giovanni e Paolo [Zanepolo), 220.
» » di 8. Marco, 52, 53, 112, 128, 194,
209, 210, 213, 217, 220, 242, 258,
291,298, 480, 546.
» » di 8. Maria Formosa, 53.
» » di 8. Nicolò di Lido, 485.
» » di 8. Polo, 213.
*> » di 8. Stefano, 194.
» » di 8. Zaccaria, 220.
* contrade [contro) o parocchie, 81, 82, 83.
Venezia contrada della Madonna dell* Orto, 2d3| 861.
» k> di 8. Agostino, 249.
» » di 8. Antonino, 199.
»> »> di 8. Antonio, 178.
» » di B. Canciano (Cansian), 84, 270.
» i> di 8. Cassiano [Cassan), 227.
• » di 8. Croce, 238.
» 1» di 8. Felice, 263, 265.
» » di 8. Geremia, 291.
» » di 8. Giacomo dall' Orio, 295.
» » di 8. Giobbe [Joòu 294. 424.
» » di 8. Giovatml e Paolo {Zanepoìo)^
83, 84, 178.
» w di 8. GioTanni in Bragora, 70, 178.
» » di 8. Giovanni nuovo, 252.
» i> di 8. Giuliaao {Zulian), 134.
)» D di 8. Giustina. 93.
» » di 8. Luca» 212, 227, 252.
« >» dia. Maria delGigìio(^»^ii^po),411.
» » di 8. Maria Formosa, 52, 53.
* » di 8. Maria nuova, 147.
» » di 8. Marina, 249.
» o di 8. Moieò, 381.
>» » di 8. Nicolò dei Mandiooli, 294.
V » di 8. Patemiano [Potrinian), 60.
t» » di 8. Polo, 39.
» • di 8. Severo, 299.
» corte della Regina a b. Cassiano, 227.
» fondaco della feirina, 325.
» » dei tedeBcbl, 42, 128, 125.
» isola della Giudecca, 84, 178, 463.
» » di Lido, 69.
« » di Lazzaretto vecchio. 60, 70, 227» 228,
287, 448.
» » di s. Clemente (Ckimento), 282.
» » di 8. Giorgio in A lega, 463.
» » di 8. Giorgio maggiore, 320, 965.
» « di 8. Maria di Grazia, 415.
» merceria [marzaria], 53, 163.
» monastero dei Frari, 282.
» » di 8. Giovanni e Paolo, 873.
» ospitale degli Incurabili, 84, 210.
» palazzo ducale, 53.
» • » prigione della Torresella,
870, 373, 414.
» V » saia del Gran Ckmsiglio, 306.
» piazza di s. Marco, 70, 242.
» ponti, 81.
» ponto della Paglia, 188.
» » di legno a 8. Maria del Giglio, 411.
i> ^ di Rialto, 42, 71.
» procuratie, 52, 61.
» Rialto (centro commerciale delia città), 63,
68, 80, 82, 149, 463, 528.
» riva di Biagio, 320.
» 8. Marco (centro politico della città), 80, S2,
133, 136, 149, 178, 463, 528.
605
INDICE GEOGRAFICO
606
Venezia seaola di s. Giovanni Evangelista, 7, 340.
» sestieri, 30.
» sestiere di Cannarcgio, 507.
» » di Doraoduro [Ossoduro), 21, 352, 4G2.
» » di 8. Croce, 352, 462.
» » di s. Polo, 352.
» stendardi in piazza s. Marco, 52.
» Terr-anuova, 8l.
Veniezia, Viniexia, v. Venezia.
Venosa (Basilicata), 212, 215, 242.
Venosta (Venosa) (trentino), 89(3.
Venzone (Friuli), 13, 14, <)0, 05, 74, 80, 136, 142,
185, 210. 221, 272, 418, 501. 532.
Verona, 19, 20. 40, 67, 78, 90, 101, 102, 103, 101,
108, 117, 125, 126, 134, 135, 136, 143, 144, 153,
159, 161, 164, 165, 172. 178, 179, 180, 181, 187,
189, 197, 207, 203, 213, 214, 218, 228, 231, 235,
237, 242, 213, 245, 246. 247, iJ53, 25», 255, 257,
258, 262, 267, 269, 270, 273, 274, 275, 278, 280,
281, 282, 283, 285, 286, 292, 293, 294, 296, 297,
298, 299. 303, 305, 806, 308, 312, 313, 314, 318,
320, 321, 322, 323, 325, 329, 330, 331, 332, 336,
837, 342, 343, 345, 346, 353, 354, 356. 358, 362,
363, 365, 366, 371, 372, 373, 374, 375, 377, 378,
879, 381, 394, 895, 397, 398, 400, 401, 403, 405,
406, 408, 414, 415, 417, 422, 423, 424, 425, 426,
428, 431, 436, 437, 438, 440, 441, 412, 444, 449,
450, 459, 460, 461, 462, 463, 464, 469, 470, 471,
473, 474, 477, 478, 480, 481, 482, 483, 484, 485,
486, 488, 489, 490, 491, 492, 496, 497, 499, 500,
602, 604. 506, 508, 509, 510, 511, 514, 617, 519,
620, 522, 630, 532, 533, 635, 538, 539, 540, 641,
645, 646.
Veronese (cioè contado di Verona), 35, 90, 201, 206,
214, 259, 268, 280, 313, 328, 357, 373, 395, 396,
407, 408, 409, 410, 416, 429, 451, 506, 511, 515,
619.
Vespare (Polesine di Rovigo), 505.
Vetvana, v. Avetrana.
Vicentino (cioè contado di Vicenza), 26, 280, 327, 357,
373, 414, 449, 611, 538.
Vicenza, 19, 20, 26, 85, 89, 90, 93, 103, 104, 113,
115, 120, 134, 135, 149, 150, 154, 179, 187, 196,
204, 209, 220, 222, 223, 231, 243, 245, 246, 259,
268, 269, 276, 276, 260, 282, 285, 287, 288, 290,
298, 303. 306, 307, 313, 314, 321, 323. 325, 328,
329, 336, 356, 362, 363, 370, 371, 376, 393, 395,
396. 397, 402, 403, 408, 409, 410, 414, 419, 425,
428, 437, 444, 449, 461, 470, 72, 484, 485, 496,
497, 515, 517, 546.
Vidizolo, V. Guidizzolo.
Vienna (Austria), 14, 43, 65, 74, 80 1, 121, 122, 142,
164, 185, 209, 244, 260, 291, 2t2.
VieBÌQ (Bestize) (Capitanata), 105, 304.
,Vietri (Acqua Vetri) (Principato citeriore), 382.
Vigevano ( Vegevene) (pavese), 157, 213, 225, 226, 228,
266, 268, 284, 504.
Villaco(Carìntia), 60, 66, 74, 206, 292, 342, 344.
Villa d' Adda (bergamasco), 393.
Villafranca (voroucso), 431, 500.
Vimcrcate {Vilmercato) (milanese), 151.
Visentìna, v. Vicentino.
Viterbo (campagna di Roma), 235, 242, 260, 270,
280, 336, 341, 348, 351, 360, 390, 414.
Voghera [Vogera) (paveso), 302, 316.
Vovigaio(?), 216.
Vuchiancio, v. Buochìanico.
Vulane, v. Ilanz.
Xagabria, v. Zagabria.
Yspruch, V. Inusbruk.
Zagabria od Agram {Xagabria) (Croazia), 80, 123.
Zante (Isole Jonie). 269.
Zara (Dalmazia), 144, 161.
Zefalonia, v. Cefalonia.
Zeli {Zeglia) (Austria, Pinzgau), 293.
Zcnoa, V. Genova.
Zervia, v. Cervia.
Zillerthall [Arzilont) (Salzburg), 222.
Zina, V. Olglnate.
Zogia, V. Gioja.
Zudegaria, v. Valle Giudicarle.
INDICE
DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
Abbondio Agrosiino^ cancelliere a Venezia di Janna
Pregoso, 110, 149, 203, 222, 446, 447.
Aeoia (iifiVi) (d') Giovanni Bernardino, conte di Noja,
169.
Aeonrsio Cesare, canonico di Acerra, 279.
Aoqnaviva d'Aragona, casa nobilissima nel regno di
Napoli.
» » Andrea Matteo, duca d'Atri,
167. *
» * ' Bellisario, duca di Nardo, [Ne-
ri to), 167.
» » Giovanni Antonio Donato, con-
te di Gioia, 169.
» » Oinlio Antonio, marchese di
Bitonto, conte di Conver-
sano, 167, 169, 304, 839.
Acquino, y. Aquino.
Adda (d*J Girolamo, milanese, 555.
Adorno, famiglia principale e fazione di Genova, 152,
284, 299, 815.
« Antoniotto, conte di Rende, fu doge di Ge-
nova, 169, 197, 201, 206, 462, 486, 505,
517, 636.
B N. N., 197.
Adriano cardinale, v. Castelli.
Aemilianus, v. Miani.
Afflitto (d') Giovanni Vincenzo, conte di Tri vento, 169.
Agnello (dall') Benedetto, agente del marchese di
Mantova presso T esercito dei veneziani, 533.
Afelio (di) eonte, v. Siscar Alfonso.
Aierbo (d*) Michele, conte di Simari, 169.
Airola (di) conte, v. Carafa Giovanni Vincenzo.
Alarchon (d") Ferdinando {Arehon) capitano spagnolo,
86.
Albanese Giannino, contestabile al servizio dei vene-
ziani, 97.
» Teodoro, capo di cavalli leggieri al servizio
dei veneziani, 36, 88.
/ Diarii di M. 8anuto. — Tom XL Vii
Alberti {Alberio)y casa patrizia di Venezia,
j» Antonio, qu. Giacomo, 57.
» Francesco, de'Pregadi, qu. Antonio, 566.
Alberti (di) Girolamo, segretario ducale veneziano,
426.
Alberto signor, v. Pio Alberto.
Aldobrandìni [Aldovrandino) Pietro Maria, di Ra*
venne, contestabile al servizio dei veneziani, 182,
472, 474, 490, 492.
Alessano (di) contessa, v. Balzo (del) Antonicca.
Aliano (di) conte, v. Caraffa Antonio.
Alife {AUjfi\ (di) conte, v. Garlon.
Alonzo, capo di cavalli leggieri, 23.
Altavilla (di) conte, v. Capua (di) Loise.
Alvarotto Giacomo dottore, padovano, consigliere del
duca di Ferrara e suo oratore a Venezia, 52, 62, 123,
128, 194, 209, 210, 213, 217, 220, 242, 248, 258,
269, 281, 295, 296, 312, 361, 365, 392, 417, 471,
480, 484, 513, 533, 546.
Al Viano Bartolomeo (ricordato), 41, 285.
Alvito [Oliveto] (di) conte, v. Cardona (de) Ferdi-
nando.
Amalfi (di) duca, v. PiccoIom)ni Alfonso.
Ambrogio N. N , conte, luogotenente del duca d'Ur-
bino presso Teserei to veneziano in Lombardia, 322.
Amelfe (di) duca, v. Piccolomini Alfonso.
Andrea (d') Girolamo, cittadino veneziano, 553.
Angioina, fazione di Napoli,' 107.
Annibale cartaginese (ricordato), 230.
Antioco re (ricordato), 230.
Antonio signor, v. Leva (de) Antonio.
Aquino (d*) Lanzalao, marchese di Quarata, 167,
212.
Ara (de) Francesco, banchiere, 494.
Aragona (di) reggente la cancelleria del regno, 469.
» (d') Ferrante, duca di Montalto, 167.
Arciduca, v. Austria (di) Ferdinando.
Arco (d*) conti, nel trentino.
» Giovanni Battista, 853.
» Girardo, 44, 45, 62, 150, 154, 184, 214,
219, 220, 224, 228, 235, 237, 245, 247,
39
611
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
612
251, 257, 268, 269, 278. 282, 283, 293,
318, 323, 325, 327, 853, 374, 379, 404,
414, 416, 420, 485, 503,
Arco (d') Girolamo, 154.
» N. N., 429.
ArcoD, ▼. Àlarcbon.
Arcadi N. N. mercante a Venezia, 329.
Arena (d*) Giovanni Francesco, conte di Arena, 169.
Arende o Rende (di) conte, v. Adorno Antoniotto.
Argrentlno [Arzeniin) Giovanni, vescovo di Concor-
dia, 53.
Ariano (di) duca, v. Carafa Alberico.
Arigino, v. Arrechino.
Arimino (di) sigfnori, v. Malatesta.
Arimondo, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, fa provveditore a Feltre, qn. Si-
meone, 247.
* Francesco, fu provveditore al Sale, dei
Pregradi, qu Nicolò, 39, 54, 103, 562.
» Girolamo provveditore sopra le biade, qu.
Fantino, 560.
» Simeone, di Andrea, qu. Simeone, 264.
Armer (d*), casa patrizia di Venezia.
• Alvise, fu capo del Consiglio dei X, qu. Si-
meone, 56, 507, 508.
» Giacomo, fu vioesopracomito, di Alvise, 868.
Arnold! Girolamo, milanese, 555.
» Marc*AntonÌo, milanese, 559.
Arrabbiati, fazione in Firenze, 64.
Arrechino {Arigino) Leone, inviato a Venezia del ea*
stellano di Musso, 252, 277.
Arti (delie) corporazioni in Venezia, 296.
Arzentin, v. Argentino.
Ascreto Girolamo, cittadino venezlaac, 655.
Asola (di) Andrea, stampatore in Venezia, 555.
Astrofort, v. Traundsdorf.
Atella (di) marcbese, v. Caracciolo Gioito Cesar».
Ateniesi (diagli) republica, 230.
Atri (di) duca, v. Acquaviva d'Aragona Andrea
Matteo.
Atripalda (di) marcbese, v. Castriotta Alfonso.,
Attems {Attimis) (de) Girolamo, capitano di Gorizia,
182.
Aubigni (di) signore, v. Stuart Roberto.
Auprsburg Simeone, capitano tedesco, 67.
Augusta od Augsburg (di) vescovo, v. Stadton.
Aurelio Nicolò, fu cancelliere grande in Venezia, 411.
Auaprucb, y. Augsbnrg.
» (di) duca V. Brunswicb.
Austolpb, V. Traundsdorf.
Austria (d*) casa,
Austria (d') Carlo, re di Spagna, duca di Borgogna,
000 te di Fiandre eoo.. Imperatore elet*
to e re dei Romani, 8, 10, 11, 12, 19,
37. 46, 61, 70, 77, 78, 89, 101, 121,
157, 156, 182, 188, 189, 196, 201,
909, 805, 907, 908, dll, 212, 219,
234, 235. 236, 237. 238, 239, 240,
244, 248, 253, 278, 281, 282. 284,
290, 291, 305, 313, 315, 325, 326,
334, 343, 348, 351, 354, 357, 361,
881, 39^ 400, 401, 412, 415, 4l9,
437, 449, 459, 466. 467, 469, 470,
472, 474, 490, 493, 491, 495, 521, 540.
Austria (d*) Ferdinando, duca di Borgogna, infante di
Spagna, arciduca d'Austria, re di Boe-
mia, 14. 15, 25, 42, 43, 44, 46, 47,
60,61,65, 74, 75, 78, 80, 81, 90, 91,
100, 101, 108, 116, 121, 122, 123,
125, 135, 142, 144, 154, 164, 185,
209, 210, 211, 214, 2^1, 224, 236,
241, 245, 257, 258, 260, 268, 281,
282, 291, 292, 294, 299, 327, 309,
418, 419, 494, 543.
» Ferdinando (di) moglie, Maria d* Unghe-
ria, 14, 122, 292.
n Margherita, arciducbeesa d* Austria, do*
ohessa di Borgogna, governairioo della
Fiandra, 116, 197, 829, 335, 364, 474,
535.
» Giorgio, vescovo di Bressanone, figlie na*
turale deir imperatore MantmUieao,
436. 450.
» commissario ed* oratore a Venezia delPAr-
ciduca, V. Bressanone (di) preposto.
» g7«n cancelliere dell^ imperatore, v. Gat-
tinara.
» oratori al Gran Snltano deirarciduca, 335,
471.
B oratore a Venesia dell'Imperatore, t. San-
ehea.
» oratore in Francia del l'Imperatore, 11,
248.
> oratore dell' Imperatore in Inghilterra, y.
Mendoaa (de) Inigo.
Avalos d'Aquino (d') Alfonso, marcheae del Vasto e
di Pescara, gran camerlengo
del regno di Napoli. 28, 37,
86, 88, 167, 241, 275, 276,
294, 297, 336, 248, 350, 883,
885, 887, 388, 389, 890, 411,
467, 468.
» . » Costanza, duebeesa dt Frasca*
villa. 168.
Avellino (d\) contessa, v. Cardona (de) Maria.
Averoldi (di) Altobello, vescovo di Pela» togato poa*
tiflcio a Veneela, 56, 63, 67, 128,
180, 194, 209, 210, 917, 880^ 848,
853, 881, 296, 896, 308. 841, 864,
392, 898, 899, 403, 406, 470, 480,
484, 513.
• » Troiano, 125.
Avogadro {Avogafo)^ essa magnatiila di Brescia^ pa*
trilla di Veoeiia.
J
613
nmics DEI NOMI m psRaoxs e di omb
614
ATOgradro Antonio Maria, capo di caraill léi^gleri al
servizio dei veneziani, 856, 383.
» Bartolomeo, 188, 380.
» Maro* Antonio* condottiero al aervlzio dei
veneaianl, 465, 460.
ATraDcbe(d') vescovo, ▼. Langreao.
Aaali (d> Baldassare, di Mana {Ifaìo^ A90l, dsl £àloU
contestabile al servizio del veneslan*» 182, 814, 3d8|
329, 402, 478, 5i6.
Azia, y. Accia.
Azzai ini Balbi GirolamOi veneziano» veaoovo di Qurk,
186, 199.
B
BacbIanI, v. Batbyabi.
Bada o Batb (di) vescovo, t. Clerk.
Badoera ^alea (cioè del sopracomlto Badoer}> 824.
Badoer, casa patriaia di Veneaia.
» Alessandro, qu. Antonio, 57.
» Alvise, avvocato per le corti, qu. Bernardino,
67, 67.
» An^relo, nfflófale alle Ragioni veccbie, di Pie»
tro, 55.
1» Daniele, fb avvocato grande, qu. Bernardino,
147.
» Giacomo, fu oonsigliefe, savio aopra reatlmo
di Venezia, della Giunta, qu. Sebastiano
eavaliére, 89, 59, 108, 177, 559.
» Giovanni, dottore e cavaliere, fu capitano a
Verona, dei X Savi sopra V estimo di Ve«
nezla, qu. Ralnieri, 40, lOi, 159, 162, 163,
176, 668.
a Giovanni Alvise, patrono di una galea di Ales-
sandria, di Giacomo, 62.
» Giovanni Francesco, provveditore al Zante, di
Giaoomo, qn. Sebastiano oavaliere, 269.
» Girolamo, qu. Angelo, 568.
a Giuseppe [laepo], capo dei XL, qu. Boroar*
dino, 58, 263, 270, 314.
» Pietro, de' Pregadt, qu. Albertino dottore, 54,
558.
Baffo, casa patrizia di Venezia.
» Vincenzo, provveditore del Comune, qu. Bene-
detto, 55, 556.
Bafo (di) vescovo, v. Pesaro (da cà da) Giaoomo.
Bagliool (Baion), famiglia principale e fazione di Pe-
rugia.
» Matatesta, capitano delle fanterie ncIT eser-
cito dei veneziani, 88, 861, 417, 461, 463,
534.
» Orazio, 28, 47, 48, 68, 88, 94, 105, 106, 116,
841, 897, 804, 838, 339, 851, 884, 534,
537, 548.
Bafns (di) veseovo, v. Canossa.
Balabon Lorenzo di Miotto, da Castelletto di Bregan-
' se, 179.
Balbi, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fu provveditore del Cenatine, dei XLal
Criminale, qu. Marco, 146, 556.
a Andrea, tt sopragastaldo, qu. Buataccbio (Stai),
249.
» Benedetto, fu podestà a Lonlgo, qu. Pietro, qu»
Benedetto, lt7, 868, 871.
» Pranceaoo, qu. Pietro, da $an OiuUano, 358.
» Marco, fU vloesoprocomlto, qu. Giovanni, qu.
Glaeofflo, 863.
a Nicolò, patrono di una galea di Alessandria,
qu. Zaccaria, 68, 863.
» Antonio ^cittadino), qu. Alvise, 514.
» Antonio (cittadino), qn. Nicolò, 861.
Balchon N. N tedesco, 857.
Baldo Antonio, v. Falcucci.
Balzo (dei) Antonlcca, eontesaa di Alesaano, 170.
n » Francesco {Deìaiiù)^ conte di Ogento, 168.
Baroberg [Btmhergo) Francesco, tedesco, 553.
Banchi di Venezia, 886.
Bande nere, compagnie di Soldati oosl Chiamate, 47,
139, 1^48, 904, 888, 839, 884, 584.
Barba (dalla) Bernardino, V. Castellari.
Barbarigo, casa palritla di Venezia.
^ Andrea, fu al luogo di Procuratore sopra
gli atti dei sopragastaldi, dei X savi
sopra l'eatlmo di Veneaiai qu. Nicolò,
40, 54, 109, 559.
» Andrea, qu. Gregorio, qa. Serenissimo
principe, 57, 146, 865.
» Andrea, qu. Girolamo, 569.
» Benedetto, fti provveditore e sindaco In ter-
raferma, qu. Francesco, 168.
» Federico [Ferigo)^ ta ufflotale all' anna*
mento, qu. Francesco, 871.
» Giovanni, qu. Antonio, qu. Girolamo pro-
curatore, 56, 431, 568.
)> Girolamo, capo del Consiglio dei X, con-
sigliere, qu. Andrea, qu. Serenissimo
principe, 5, 60, 327, 852, 370, 398, 501,
558.
» Girolamo, primicerio della obiesa di san
Marco, protonotario apostolico, eletto
eroi vescovo di Cor fu, qu. Antonio, qu.
Girolamo procuratore, 54, 128, 194,
209, 810, 858, 895, 896, 484, 485, 546.
» Lodovico, de' Pregadi, qu. Andrea, 54,
558.
» Loreoso, qu. Lorenzo, qu. Girolamo pro-
curatore, 569.
é Maro' Antonio, fa podestà e capitano a Ro-
vigo, de* Pregadi, qu. Francesco, 186,
562.
» Marc' Antonio, provveditore sopra le ca-
mere, qu. Gregorio, qu. Serenissimo
principe, 55.
» Vicenzo, qu. Nloolò, 480, 567.
.1- ' «
615
INDICE DQ KOUI DI PERSONE E DI COBE
616
Barbarigo Zaccaria, fa affidale air armameoto, qa.
Fraacesoo, 265.
» Santo, avvocato, figlio natarale del qa. Pie-
tro Pranceaco, qa. Sereoisaimo princi-
pe, 227, 427, 553.
Barbaro, casa patrixia df Venezia.
» Almord, savio agli ordini, di Alvise, qa. Zac-
caria cavaliere e procuratore, 146, 149,
172, 174; 264, 270, 305, 314.
• Alvise, fa capo del Consiglio dei X, della
Giunta, qu. Zaccaria cavaliere e procu-
ratore, 54, 246, 255, 319, 330, 559
ù Antonio, podestà a Brescia, di Francesco, qu.
Antonio, 25, 125, 276, 279, 459.
w Cornelio, di Al vige, qo. Zaccaria cavaliere e
procuratore, 57, 373.
» Daniele, capitano a Verona, qu. Zaccaria ca-
valiere e procaratore, 19, 153, 172, 187,
189, 280, 292, 320, 323, 330.
» Giacomo, auditore nuovo e sindaco in terra-
ferma, qu. Alvise, 5, 100, 162.
9 Giovanni Battista, provveditore in Asola, qu.
Francesco, 448. 518.
» Girolamo, provveditore a PeschÌ€ra, di Lo-
renzo, 438, 481.
» N. N., di Daniele, qn. Zaccaria cavaliere e
procuratore, 280, 292.
» Pietro, fa podestà ad Isola, qn. Alvise, 263,
271.
» Zaccaria, fd pagatore nell* esercito, fu vlce-
sopracomito, di Daniele, qu. Zaccaria ca-
valiere e procaratore, 57, 145, 264, 351,
353, 428, 437, 451.
Barbaro Nicolò (cittadino), capitano del lago di Gar-
da, 24, 36, 67, 101, 104, 108, 117, 135,
153, 165, 179, 189, 207, 213, 214, 225,
228, 237, 247, 250. 251, 257, 258, 262,
267, 268, 269, 280, 292, 299, 300, 312,
371, 879, 404, 416, 423, 449, 472, 476,
482, 506, 510, 511, 530, 510.
Barbo, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fu rettore air ufficio delle Cazude, qu.
Giovanni, 249.
» Gabriele, podestà e capitano a Bassano, qu.
Pantaleone, 44, 61, 124, 128, 136, 154, 186,
253, 260, 296, 298, 353, 363.
» Giovanni, fu cap« dei XL, qu. Benedetto, qu.
Marco, 58, 146, 264.
» Giovanni, fu dei XL al civile, di Alvise, 265,
271.
» Marco, rettore e provveditore a Cattare, 160,
543.
Bardolino Alvise, dottore, 555.
Bari (di) arcivescovo, v. Merino.
» n duchessa, v. Polonia (di) regina.
Barocio Giovanni, v. Barozzi.
Barozzi, casa patrizia di Venezia.
»
»
•
Barozzi Alvise, dei X savi sopra le decime, qu. An-
gelo, 562.
» Antonio, qu. Francesco, 130.
» Giovanni (erroneamente Ant&nio) ecclesiasti-
co, qu. Francesco, 67, 126, 129, 130, 131,
132, 133, 145.
Bartolomio signor, v. Alviano.
Basadonna (Baaadona), casa patrizia di Venezia.
Alessandro, qu. Pietro, 264.
Alvise, qu. Alvise, 57.
Andrea, qu. Filippo, 366, 566.
Antonio, dei XL al criminale, qa. Pietro,
58, 331, 353.
Filippo, qu. Alvise, 56.
Giovanni, dottore, luogotenente nella Pa-
tria del Friuli, di Andr^, 13, 38, 42,
60. 65, 73, 74, 75, 80. 87, 93, 94, 136,
141. 158, 182, 183, 185, 210, 220, 221,
235,272,291,308, 341, 357, 417, 418,
501,513,532.
Batb (di) vescovo, ▼. Clerk.
Bathiani Francesco, bano di Croazia, ISl, 122.
Baviera (di) duca, Guglielmo, 99, 244, 825, 372, 450.
Baxadona, v. Basadonna.
Bajarde Gilberto {SMuh segretario di 8Uto, oratore
del re di Francia air Imperatore, 10, 248.
Belgioioso (di), fomiglia magnatizia di Milano (Bar-
blano).
» B Lodovico, 16, 17, 120, 202, 266, 429,
444, 445, 447, 476.
Bellay (dn) Giovanni, vescovo di Bsjonne, oratore di
Francia in Inghilterra, 76.
Belli (di) Bello, da Forlì, capo di fanti al servizio dei
veneziani, 261, 871, 441, 443, 444, 490, 514, 617,
530.
Beltrame, v. Beltran.
» (df) Giovanni, spagnuolo dimorante a Ve-
nezia, 554.
Beltran {Beltrame) Beatrice, oontaasa di Mesagne (àfi-
gianie), 170. '
Belzoloeo, v. Belgioioso.
Bembo, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, .qu. Lorenzo, 56.
« Alvise, fu provveditore degli stradiotti, qu.
Paolo (erroneamente qu, Giorgio), 246.
» Alvise, savio agli ordini, qu. Giovanni Bat-
tista, 67, 147, 172, 337, 338, 424.
» Antonio, Ai capo del Conaiglio dei X, sa-
vio sopra la mercanzia e navigazione, del
Pregadl, qu. Girolamo, 51, '79, 103, 559.
» Bernardo, qu. Alvise, da santa Maria Nuova,
147.
» Domenico, de* Pregadl, qu. Tomaso, 561.
» Giovanni, sopracomito, di Alvise, 274.
» Giovanni Matteo (erroneamente Giovanni J/a-
Ha), Capo dei XL, qu. Alvise, 25, 29, 41,
58,63,79,84, 115, 127, 129, 146, 162, 265,
^1
^'7 mOICB DEI NOMI DI
^'Hho Paolo, console in Àlenandria, qu. Oirolamo,
ia $an Giuliano, 522.
* Zaccaria, fxx provveditore a Baaaano, qu. Fran-
cesco, 263, 271.
^ Zaccaria, fti savio a terraferma, qu. Matteo
(erroneamente qu. Daniele), 246.
^etti Giovanni Francesco, conduttore dei dasio
^^el vioo in Venezia, 513.
^doao, uomo d*armi del marchese di Mantova,
^K^mo (di) consiglio della comunità, 547.
^ar<Jioo N. N., ingegnere, 303.
^K. * » merdaio a Venexia, 556.
*****«>, <«asa patrizia di Venezia.
Alvise, de* Pregadi, qu. Pietro, da i. PjIo,
^ 39, 54, 558.
Filippo, fu savio a terraferma, de* Prega-
^ di, qu. Dandolo, 39, 103, 568.
Francesco, de* Pregadi, provveditore ali*ar-
mare, bailo a Costantinopoli, qu. Dan-
^ dolo, 54, 507, 508, 559.
^ Oirolamo, di Nicolò, da san Polo, 133.
'^ Maffio, qu. Benedetto, 565.
MaiBo, qu. Francesco, fu dal Banco, 267,
» 354.
Nicolò, savio del Consiglio, dei XV savi
sopra r estimo di Venezia, della Giunta,
^et^ t^^ qu. Pietro, 29, 69, 176, 180, 560.
ftt^^^X:^3 ì monsignore, v. Croy (de) Adriano.
^^^^^^^ ^ (dJ) Marino, di Salò, 519.
^J^ljj. ^^Tg (di) duca, V. WUrttemberg.
^ ^ ^antoy commissario del duca di Milano nel-
\«xercito della lega, 201.
p^rtolioo Alessandro, di Tolmezzo, 343.
» (di) Bernardino, bergamasco, residente a Sa-
Cile, 65.
Bertoso, soldato del conte di Cajazzo, 17.
Beseno [Betem, Bitem) (di) Carlo conte, capo di fanti
al servizio dell* arciduca d'Austria, 150, 219.
Bezalù Pietro, spagnuolo dimorante a Venezia, 553.
Bianco Domenico, qu. Giovanni, 514.
Bidelnuso, v. Bidennuzio.
Bidemuzio {Bidelnuzo) Antonio, capitano della comu-
nità di Venzune, 65, 74, 142, 27d, 418, 419.
Bigarelli N. N., padrone di nave, 515.
Bigi {Bi4i] fazione di Firenze, 61.
Blrago Pietro, 16, 17, 284.
Biscardo, speziale ali* Insegna della Cerva in Venezia,
553.
Btsem, V. Beseno.
Bisi, V. Bigi.
Bisignaoo (di) principe, v. Sanseverino Pietro Antonio.
Bitonte (di) marnbese, v. Acquaviva d'Aragona Giù-
' Ilo Antonio.
Blosio N. N., segretario del papa, 171.
Ek>ccali Costantino, capo di cavalli leggieri, 322, 523.
j» Teodoro, atradiotto neiresercito imperiale, 369.
PERSONE E DI COSE
618
Bodo Ferencz, capitano ungherese, 122.
Bolan monsig^nore (di) figlia, v. Boleyn Anna.
Bolani, casa patrìzia di Venezia.
9 Antonio, qu. Alvise, qu. Marco procuratore,
145.
» Domenico (erroneamente Marco) vlcepagatore
neiresercito, provveditore a Monopoli.qo. Al-
vise, qu. Marco procuratore, 217, 314, 436,
532.
» Francesco, fu del V alla Pace, qu. Giulio, 264.
» Francesco, qu. Olroiamo, 56.
» Maffio, de* Pregadi, qu. Pietro, 39, 102, 558.
» Nicolò, auditore nuovo, sindaco in terraferma,
qu. Giovanni, 5, 100, 102.
» Sebastiano, salinaro a Cbioggia, qu. Giovanni,
304.
• Trojano il grande, qu Girolamo, 160, 245, 307.
Boldù, casa patrizia di Venezia.
» Angelo, qn. Antonio cavaliere, 57.
» Benedetto, savio agli ordini, qu. Antonio cava-
liere, 146, 172, 174, 837, 338, 424.
» Francesco, fu capo dei XL, qu. Girolamo, 264,
271.
» Francesco, fu vicesopraoomito, qu. Girolamo,
qu. Andrea, 263.
» Giacomo, dei XL al civile, qu. Girolamo, 271.
» Leonardo, qu. Pietro, 58.
» Nicolò, fu savio agli ordini, dei XL al civile,
qu. Girolamo, qu. Andrea, 149.
» Pietro, fu podestà e capitano a Crema, savio a
terraferma, avogadoredel Comune, qu. Leo*
nardo, 25. 30, 41, 59, 174, 246, 255, 297,
307, 319, 556.
Boleyn Anna, figlia di Tomaso visconte di Rocbford,
n.
Bollo (da) Gatino, contestabile al servizio dei veneziani,
807.
Boltstein (Bolsianer), capitano al servizio deiraroiduca
d* Austria, 272.
Bon, casa patrizia di Venezia.
» Alvise dottore, avogadore del Comune, qu. Mi-
cbele, 1 18, 159, 204, 228, 253, 257, 258, 270,
274. 278, 279, 297.
» Alvise, qu. Ottaviano, 54, 560.
» Girolamo, dei X savi, sopra le decime, qu. Alvi-
se, 55.
» Ottaviano, di Alvise, 471.
Bombergo, v. Bamberg.
Bonaldi (di) Francesco, cittadino veneziano, 555.
» I» Giovanni Antonio, cittadino veneziano,
555.
» » Giovanni [Zanetto) castaruol, 555.
Bondimier o Bondumier, casa patrizia di Venezia.
» Alessandro, fu sopracomlto, qu. Francesco,
264,331,353.
» Antonio, di Andrea, 161. 204.
» Andrea, qu. Zanotto, 161, 204.
619
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
e^
Bondimicr BcrnardiDO, provveditore ol Sale, qu. Giro*
lamo, 560.
9 Girolamo, de'Preeradi, qu.' Bernardo, 89i
558.
» Nicolò, fu sopracomito, di Andrea, 831,
853.
» Pietro, de'Preeradi, qu. Girolamo, 559.
BoDifacio Roberto, marchese di Gira, 168.
Bontempo Stefano, rag^ionato ali* ufficio dei camerlen-
ghi del Comune, 809, 810.
Bonzagrno Giovanni Battista, preposto Varadlnense,
oratore del re d'Ungheria a Venezia, 52, 77, 122,
125, 128, 184, 194, 217, 892, 480, 484.
Bordighello (Bordegelo) Leonardo, 150.
Borgete, v. Borgro (dal) Borghese.
Borgia {Borges) Francesco, principe di Squillace, 166.
Borgo (dai) Andrea, agente deiraroiduoa d'Austria,
462, 494, 505, 506, 536.
» (dal) Borghese, contestabile al servigio del ve-
nesianif 181,282,546.
» (del) Niooletto, di Valsugana, 401, 402.
Borgogna (?) (di) duoa, 872.
Borrello (di) conte, v. Pignatelli Camillo.
Boeeo Michele, da Lovrana, 77.
Bosnia (Botsina) (di) sangiacco o pascià, ▼. Usref Beg.
Botinetto Andrea, cittadino veneziano, di Giovanni,
555.
Botoniense vescovo, v. Clerk.
Botta Bernardino, cittadino renesiano, 555.
BoTOllno Martino, vicario di Valtellina, 800, 801.
Braìeoio (BratOt Fortebrazo) Oddo, di Bernardino, 24,
99, 856.
Bragadin, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, de' Pregsdi, qu. Marco, 516.
» Alvise, di Andrea, 57, 295.
» Alvise, di Gregorio, 568.
» Andrea, qu. Alvise procuratore, 54, 296.
» Daniele, di Andrea, 57.
» Domenico, fu ufficiale alla Dogana di mare,
qu. Andrea, 263, 564.
* Francesco, dei X savi sopra le decime, qu.
Andrea, qu. Giacomo, da Manta Maria
Formosa t 564.
» Francesco, fu capitano delle galee di Bey-
roth, qu. Vettore, 831,853.
» Francesco, savio dei Consiglio, qu. Alvise
procuratore, 29, 174, 176, 177, 234,
808, 887, 557.
» ' Giacomo, de' Pregadi, dei X savi sopra
l'estimo di Venezia, qu. Daniele, 40,
103, 558.
» Girolamo, fu capo dei XL, sindaco, qu. An-
drea, qu. Girolamo da campo Rusoh,
58, 146, 548.
» Lorenzo, fu capo del Consiglio dei X, della
Giunta, qu. Francesco, 55, 846, 859.
)» Marco, qu. Andrea, da san Severo, 208.
Bragadiu Nicolò^ provveditore alla Cefalonia, qu. Vii*
tore, 27, 470.
» Paolo, qu. Giovanni Alvise, 431, 568.
Brambis (di) duca, v. Brunswick.
Bramino, fu capitano delle barche del Cooaiglio dei ^
545.
Brandeburgo (di), casa principesca di Germania.
» n Gioacchino, maroheae (conte), 8$^
879.
Brandis (da) Lodovico, di Cividale, vicecapitano di Gì
disoa, 60.
» » N N , 60.
Bransbaich o Bransbec (di) duca, v. Brunswick.
Branswich (di) duca, v. Brunswick.
Brasaco, v. Brazzaco.
Brazo (dal) Francesco, cittadino veneziano, 555.
» » Vincenzo, cittadino veneziano, Cfó5.
» V. Braccio.
Brazzaco (di) Antonio, cittadino di Udine, S72.
Brenaro Jurl, esploratore, 42.
Brescia (da) Feraclno, contestabile al servizio dei ve-
neziani, 24, 99, 116, 183, 184, 310, 448,
477, 491, 504, 509. 518, 544.
» (di) comunità, 491, 492, 519, 880, 535.
» (di) consiglio delia comunità, 85, 475, 482,
491, 492, 503.
^Bressan Matteo, proto nell'arsenale di Venezia, 827.
Bressanone (di) preposto, oratore a Venezia dell* arci-
duca d* Austria, 134, 808.
» » véscovo, T. Austria (d') Giorgio.
Bresvich (di) duca, v. Brnnsvick.
Brexa, Brexan, v. Brescia, Bresean.
Briani, casa patrizia di Venesia.
» Marco, qu. Zaccaria, 264.
Brlsigei soldati, cioè delie compagnie del condottieri
di Naido di Brisighella, 402.
Broccardo Giovanni Battista, avvocato dei Procuratori
di a Marco, 287.
Bronswich (di) duca, v. Brun8Wi«!k.
Brucino (di) conte, v. Caracciolo Petrioone.
Brunswick-Lunebourg (Auspruch, Bransbaich, Bre^
xvich, Bransvich, Bransbec, Srettick, Bramèis,
Bruiovteh, Bronsvich, Ptamisbriceniis, Pronsbii,
Prausbain, Priunsbaen, Pranwviek, Pftcisburg^
Puerslang, Prausbanieh) (di) duca, Enrico, il gio^
vane, 61, 62, 90, 214, 216. 219, 235, 844, 851,
257, 260, 282, 299, 318, 327, 338, 834, 853, d58,
863, 371. 874, 878, 881, 40.1, 419. 449, 459, 464,
470, 472, 482, 483, 485, 494, 503, 505, 515,
530.
Brunswick (di) figlio del duca, 272.
Bruzvich (di) duoa, v. Brunswick.
Bua Mercurio, conte e cavaliere, capo di stradiotU al
servizio dei veneziani, 116, 118, 119, 183, 124,
856. 394, 896, 410.
» Prodano, o Pergomo, capo di stradiotti al servi-
zio dei veneziani, 856, 519, 518.
6?l
IKDICE DEI NO» DI PmSOHt B DI OOn
G93
Bncchfanieo (Vuchianefo) (di) marchese» ▼. Caracciolo
Mariro.
Bneclno (Brucino) (di) conte, y. Caraoeiolo Petrioone.
Bacintoro, Davig^Iio di g^ala del do^ e della Signo-
ria di Venezia, 485.
Buffalo (di) Angelo, gentilaomo romano, 53, 297.
Buriollo o Borrello (di) conte, t. Pigoatelli Camillo.
Jiosicbio Giorgio, capo di strad ietti al servizio del ve-
neziani, 368.
>» N. N., di Mestre, 173.
Cabanillla, t. Cayaniglia.
Gabriel, v. Gabriel.
Cadamosto {Cadetto) Ghirardo, agente del duca di Mi-
lano presso Odetto di Foys, 338, 381, 382, 387,
389.
Cadeuo, t. Cadamosto.
Cagnolin Giuseppe \Iteppo)i cittadino veneziano, 555.
Gagnolo Mafflo, da Bergamo, capo di fanti al servizio
de! veneziani, 79, 96, 99, 104, 107, 108, 119, 182,
855, 529.
CaiaaBO (di) conte, v. Sanseverino Roberto.
Gaieiani, v. Gaetani.
Calabrese, nome di una galea dell* armata imperiale,
467.
Calbo, easa patrizia di Venezia.
» Antonio, fu podestà e capitano a Bacila, qo. Gi-
rolamo, 265.
Calepino (da Calappio) Andrea, condottiero, 278.
Galeae, v. Nicbesola (di) G alese.
Calva Bartolomeo, cittadino veneziano, 555.
Calceran Zoppello, spagnnole dimorante a Venezia,
553.
Camerino (di) signori, v. Varano.
Camillo signor, v. Orsini.
Campagna (di) contessa, di casa Gardena, 170. NB. Nel-
r anno 1528 era eonte di Campagna Ferrante Orsi-
ni, il quale ebbe per moglie in prime nozze Beatrice
di Giacomo Alfonso di Matteo FerriUo, ed in se-
conde nozze Maria de Vernai Casiriotta Seemder'
beg ; deve essere quindi incorso errore noU*indÌoare
il casato della contessa di Campagna.
Campeggi [Campezo) Alessandro vescovo di Bologna,53.
• Lorenzo, cardinale prete del titolo di s. To-
maso in pariek, 13, 158, 336, 889, 406,
412.
» N. N., 141.
Campo Fregoso, t. Fregoso.
Camponescbi Francesco, figlio di Lodovico Franco fa
conte di Montorio, 9, 10, 882, 888.
Canal (da), casa patrizia di Venezia.
» Agostino, fa provveditore a Romano, qa.
Paolo, 246, 270.
» Angelo, di Vincenzo, 665.
a Bartolomeo, auditore nuovo, aiodaco in
terraferma, qu. Marino, 5, 100, 118,
162.
Canal (da) Giovanni Francesco, capo dei XL, qu.
Pietro, 58, 146, 172, 174, 351, 853,
861.
» Girolamo, castellano a Padova, qu. An-
tonio, 354.
» Girolamo, ftk provveditore generale in
Dalmazia, fu capitano al Golfo, di
Bernardino, 57, 102, 217, 255, 479,
483, 490, 496, 500.
» Nicolò, podestà a Cologna, 26.
>» Vitale, qu. Marino, 145.
Canal (da) Girolamo (cittadino), segretario dell' ora-
tore in Francia Sebastiano QtusliAian,
364.
Candiano N. N., 478.
Canea (della) oratori a Venezia, 67.
Canossa (di) Lodovico, già vescovo di Tricarico, ve-
scovo di Bajeuz, oratore di Francia a Venezia,
36, 52, 184, 188, 194, 200, 201, 209, 213, 217,
220, 258, 256, 281, 291^ 995, 996, 308, 354, 364,
365, 366, 373, 378, 392, 393, 413, 426.
Cantelmo Giovanni, conto di Popoli, 168^
Caodivacba, ▼. Capodivacoa.
Capaccio [Capaw) (di) conto, ▼. Sanse verino Gu-
glielmo.
Capello, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fti de* Pregadi, provveditore sopra la
Sanità, qu. Girolamo^ qu. PraaAesco, da
9ania Maria MaUr Domini, 56, 220, 252,
556.
» Antonio, procuratore, qu. Battista, qu. Ma-
rino, 54, 181, 558.
» Antonio, qu. Leonardo, 68.
9 Bernardo, de* Pregadi, di Lorenzo, 661.
» Carlo, capo del XL, qu. Francesco cavaliere,
12, 25, 29, 41, 58, 63, 115, 167, 806,
899, 556.
» Gristofbro, capitano a Brescia, qu. France-
sco cavaliere, 296.
» Domenico, qu. Nicolò, 480, 568.
» Domenico il grande^ fu Capo del Consiglio
dei X, della Giunta, qu. Carle, da ian
Poh, 55, 102, 559.
» Filippo, savio a torraferma, qu. Lorenzo, qu.
Giovanni procuratore, 26, 8(>, 35, 40, 41,
59, 68, 124, 174, 234, 309, 311, 432, 451,
452, 454, 479, 498, 523, 524, 557.
» Giovanni, de*Pregadi, qu. Lorenio» 174, 564.
» Marino, qu. Battista, 295.
w Nicolò, di Domenico, 57.
» Paolo, cavaliere, procuratore, qu. Vettore,
59, 194, 209, 820, 532.
» Paolo, di Domenico, 480.
» Pietro, qu. Franoetoo oavaliere^ 147, 178^ 266»
» Bilvano dal ^aneo, qu. Leopardo, 68.
623
INDICE DEI NOMI Di PERSONE E DI OO^E
Capello Simeone, tu al luo^o di Procaratore sopra
gli atti dei sopragastaldi, de' Pregadi, qa.
Domenico, 55, 103, 246, 558.
» Vincenzo, fu consigliere, capo del Consiglio
dei X, qu. Nicolò, 55, 161, 172, 557.
Capodivacca Antonio, dottore e cavaliere, cittadino
padovano, 19, 26, 531.
Caprioli (Cavriol) Antonio, bresciano, 281, 282, 383,
465, 467.
Capua (di) casa nobile del regno di Napoli.
» Giovanni Francesco, conte di Falena, 169.
» Loise, conte di Altavilla, 168.
» Maria, duchessa di Termoli, 168.
» arcivescovo, v. Schomberg.
Caracciolo (Caraioh) casa nobilissima del regno di
Napoli.
» Cola Maria, marchese di Castellanetta, 167.
« Giovanni, principe di Melfi, 183, 212, 214,
215.
» Giovanni Battista, duca di Martina, conte
di Nicastro, 167, 169.
» Giovanni Francesco, conte di Sani' An-
gelo, 168. *
» Giulio Cesare, marchese di Atella, 167.
» Marino, cavaliere gerosolimitano, protono-
tarlo apostolico, figlio di Domizio, 494.
» Marino, marchese di Bucchianico, 167.
» Petricone, conte di Buccino, 170.
Carafa, casa nobilissima del regno di Napoli.
» Alberico, duca di Ariano, 167.
» Antonio, conte di Aliano, principe di Stiglia»
no [Stiano), 166, 167, 530.
• Antonio (di) due figli, 530.
» Diomede, conte di Maddaloni, 168.
» Fabrizio, conte di Ruvo, 169.
» Ferrante, duca di Nocera, conte di Suriano,
167, 169.
• Galeotto, conte di Santa Severìfìa, 168.
» Giovanni Alfonso, conte di Montorio, 169. NB.
Sotto il nome di conti di Montorio tro-
vane! ricordati anche i feudatari di casa
Camponeschi, precedenti ai Carafa.
» Giovanni Battista, conte di Gretteria, 169.
» Giovanni Francesco, conte di Montecalvo, 169.
» Giovanni Tommaso, conte di Cerrito, 170.
» Giovanni Vincenzo, marchese di Montesar-
cbio, conte di Airola, 167, 169.
» PierantoniOy conte di Pollcastro, 169.
Caravaggio (da) Pietro, vicario di Montechiaro, 520,
535, 536.
Carazolo, v. Caracciolo.
Carbonella, maestro delle poste imperiali a Napoli,
468.
Cardinale in Inghilterra, v. Wolsey.
Cardinali (in generale), e collegi-, 97, 235, 260.
Cardinet (di) Ferrante, marchese di Lalno, 168.
Gardena (di) casa nobilissima del regno di Napoli.
Cardona Antonio, marchese della Padala, conte
Colisano, 167.
» Ferdinando, conte di Alvlto, Grande al
rante del regno, 168.
» Maria, contessa di Avellino, 170.
Carlovich Giovanni, conte di Corbavia, 43.
Caroldo Giovanni Giacomo, segretario ducale vene
ziano, 249.
Carpi (di) Alberto, v. Pio.
Casali (de) [Caxalio), nobile famìglia di Bologna.
di
»
Giovanni Battista, protonotario
apostolico, oratore, a Vene-
zia del re d'Inghilterra, 52,
66, 126, 128, 191, 209, 213,
217, 2*20, 242, 258, 289, 295,
296, 298, 392. 417, 426, 470,
480, 484, 543, 546.
» » Gregorio , cavaliere , tesoriere
del re d* Inghilterra e sno
oratore a Roma, 416, 426.
Cassim pascià, bilarbeì della Grecia, 47, 380.
Castellalto* (di) Francesco, conte, capitano di Trento,
44, 136, 150, 181, 188, 215, 216, 219, 220, 224,
235, 244, 276, 278, 282, 283, 288, 318, 823, 353,
372, 401, 402, 425.
Castellari Bernardino, detto dalla Barba, vescovo di
Casale in Monferrato, 68, 390.
Castellanetta (di) marchese, v. Caracciolo Cola Maria.
Castelli Adriano, cardinale prete del titolo di s. Grì-
sogono, 53.
Castello (da) Antonio, colonnello al servizio dei ve-
neziani, 49, 84, 99, 105, 152, 180, 197,
« 209, 213, 220, 243, 268, 269, 282, 265,
354, 365, £94, 395, 396, 422, 427, 429,
459, 482, 504, 520, 522, 544.
(da) Antonio, contestabile neir esercito dei
veneziani, v. Roso,
(da) Maria o Mariano, o Giovanni Maria,
contestabile in Brescia, 16, 24, 99, 119,
124, 448.
Castelnuovo (da) Battistino, capitano neiresercito im-
perlaio, 118.
Castiglione (de) Alvise, v. Gonzaga.
» (di) Giovanni Girolamo, 382, 384.
» (di) N. N. presidente di Milano, 202, 207.
Caation, v. Castiglione.
Castriotta Scanderbech, casa nobile del regno di
Napoli.
» Alfonso, marchese d'Atripalda, 167.
» Ferrante, duca di s. Pietro In Oalatina,
167, 368, 369.
» Giovanna, marchesa di Civita SanVAn*
gelo, 168.
o Maria, duchessa di Ferrandina, 168.
Castro (de) Giovanni Battista, capo di cavalli leer-
gieri al servizio dei veneziani, 14, 15, 16, 156,
203, 207, 292, 8)0, 801, 355.
»
»
^5
KDICE m NOMI DI PERSONE E DI COSE
626
CastroTiIIari (di) dnca, ▼. Spinello Ferrante.
Cattolico re, t. Austria (di) Carlo.
Carslcanti Bartolomeo, floreiitlno, 386.
Cavalletto (dal) Guiscardo, cittadino veneziano, 554.
Cavalli (di), casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, qn. Francesco, 430, 567.
a Giovanni, qu. Nicolò, 57.
» Girolamo, qu. Corrado, 178. .
» Marino, Cattavere, di Sigismondo, 56, 319.
» Sigismondo, Ai provveditore esecutore
neir esercito, qu. Nicolò, 246, 255,
830, 560.
Ca vaniglia Troiano, conte di Montella, 169.
Cavaiaa Costantino, segretario ducale veMeziano, 426.
Cavigni (di) monsignore, li.
Cavil (da) Filippo, di Valtellina, 400.
Cavriol, V. Caprioli.
Cazalio V. Casali.
Cenami Pandolfo, mercante Inechose a Venezia, 20,
555.
Cei»eda (di) vescovo, v. Orimani Giovanni.
Cere (da) Pietro Giorgio, capo di fanti, 284.
» Renzo, v. Orsini.
Cereaari Lodovico (o Girolamo), agente del marchese
di Mantova nell' esercito del confederati, 9, 10, 26,
27, 36, 71, 88, 138.
Cerrito (di) conte, v. CaraAi Giovanni Tommaso.
Cervia (di) Francesco, fuoruscito, 6.
» Oardellino, fuoruscito, 6.
Cesare signor, t. Fregoeo.
n N. N. mercante milanese, dimorante a Tre*
viso, 291, 418.
Cesarea Maestà, o Cesare, v. Austria (d*) Carlo.
Cesena (di) vescovo, v. Spiriti Cristoforo.
Cesi Paolo, cardinale diacono del titolo di Sant*Eu-
staochio, 13, 28, 235, 254, 415.
» Ottavio (Angelo), vescovo di Cervia, 253, 254.
Cava (Seva) Doria Giacomo, genovese, 553.
Challon (di) Filiberto, principe di Grange, 133, 241,
354, 491.
Chavi (da) Prospero, v. Colonna Prosperetto.
Chelani Andrea, v. Chelmi,
Cbelmi (Chelani) Andrea, capo di atradiotti al servi-
zio dei veneziani, 365.
Cberea Franceaoo, lacobese, attore drammatico a Ve*
nesla, 478.
Cbiario Nicolò, qu. Giuliano, 861.
Chiesa (cattolica) o Sede apostolica, 85, 170, 171,
172, 860, 880.
Chiodo Aurelio, veronese, 514.
Cbisamo (di) vescovo, v. Dolce.
Cbizzola Battista, prete di Brescia, 256.
Cibo Innocenzo, cardinale diacono del titolo di santa
Maria in Dominica, Legato in Bologna, 85,
890.
» Lorenzo, fratello del cardinale, studente nel-
I* università di Padova, 6L
/ Diaria di M. Sàkuto. *- Tom. Il VII
Cieo Marco, calafato di Monopoli, 533.
Cicogna {Ziffogna), casa patrizia di Venezia.
• Sebastiano, savio agli ordini, qu. Marco,
qu. Francesco, 56.
Cigrigni Filippo,, cittadino veneziano, qu. Benedetto,
860.
Cinami, v. Cenami.
Cingoli [Siguli] (da) Giovanni Antonio, capo di fanti
al servizio dei veneziani, 443, 490.
Cipelli Battista Ignazio, prete e letterato veneziano,
53.
Cittadino Evangelista, segretario di Teodoro Trivul-
zio, 77, 209, 211.
Civena (Ciena) Francesco, vicentino, 553, 554.
Civilu, conte di Monturri, v. Zurlo.
Civita Sant'Angelo (di) marchesa, v. Castriotta Gio-
vanna.
Civran [Sivran), casa patrizia di Venezia.
» Andrea, provveditore degli stradiotti, qu. Pie-
tro, 137. 246, 324, 366, 367, 465.
» Bertuccio, de* Pregadi, savio sopra V estimo
di Venezia, qu. Pietro, 55, 177, 607, 503,
559.
» Cristoforo, qu. Pietro, 137, 366, 367.
» Donato, qu. Pietro, 265.
» Gaspare, di Andrea, 869.
Claudio conte, v. Rangoni.
Clautgrof de Lus (?) tedesco, 380.
Clerk Giovanni, dottore, vescovo di Bath (di Bada o
Botoniense) e Wells, oratore straordinario d* In-
ghilterra in Francia, 197, 240, 474, 534.
Clero veneto e del dominio, 198, 200, 217, 307, 311,
312, 393, 398, 899, 501, 525, 526, 527, 539.
elea (di) Bernardo, vescovo di Trento, 161, 228, 215,
428.
» N. N. fratello del vescovo, 228.
elusone (di) Agostino, contestabile al servizio dei ve-
neziani, 79, 95, 111, 112, 116, 119,
182, 195, 202, 203, 259, 284, 354,
443, 444, 478, 490, 530, 535, 540.
» Bruno, contestabile al servizio dei vene*
ziani, 445, 447, 476.
Cocco, casa patrizia di Venezia.
n Francesco, qu. Antonio, 430, 568.
CoiJ (de) don Pietro, capitano neirarmata di Spagna,
889.
Colisano (di) conte, v. Gardena (de) Antonio.
Coloerna (di) consiglio della comunità, 28.
Colombina (dalla) Matteo, cittadino veneziano, 556.
Colonna, Colonneai, famìgha principale e fazione di
Roma, 41, 68.
» Ascauio, Gran contestabile del regno di Na-
poli, qu. Fabrizio, 166, 360, 385, 387,
388, 389, 390, 411, 416, 467, 468.
n Camillo, qu. Marcello, 380.
» Isabella, qu. Vespasiano, 2o9, 421, 440.
» Marzio, qu. Ottaviano, 189.
40
627
INDICE DEI NOMI DI PERSONE B DI COSE
698
Colonna Pompeo, vescovo di Rieti, cardinale prete
del titolo dei santi Apostoli, qu. Giro-
laoio, 28, 270, 336, 348, 349, 350, 354,
859, 360, 389, 391, 406, 412.
» Prospero (ricordato), 421.
» Prosperetto, signore di Cave, figlio di Gior-
dano duca di Maral, 416, 421, 439.
» Sciarra (Sara), naturale del qu. Fabrizio,
35, 336, 341, 359, 390, 416, 421, 439.
» Scipione, vescovo di Rieti, qu. Marcello,
390.
» Vespasiano, duca di Tractto, qu. Prospero,
166, 359, 421.
» Vespasiano (di) vedova, Giulia di Lodovico
Gonzaga da Bozzolo, 359.
Colorno (da) Alessandro, contestabile al servizio dei
veneziani, qu. Giannone, 330.
Colpano Tommaso, dottore, oratore a Venezia della
comunità di Verona, 20.
Cornino, uomo d'armi del marchese di Mantova, 140.
Como (da) Battista, qu. Marc' Antonio, esploratore,
282.
»•
Concordia (di) vescovo, v. Argentino.
Condaiani (di) conte, v. Marnilo.
Contarini, casa patrizia di Venezia.
* » Agostino, fa patrono di una galea di Bar-
barla, di Maro* Antonio, 265.
n Alessandro , fu capitano delie galee di
Barbarla, qu. Andrea, qu. Pandolfo,
331. 353, 499.
» Ambrogio, fu camerlengo del Comune,
qu. Andrea, da san Felice, 145, 262,
270, 314.
» Antonio, fu podestà a Vicenza, qu. Carlo,
306.
» Antonio, qu. Gentile, qu. Andrea procu-
ratore, 146.
» Bernardo, qu. Teodosio, 57, 564.
» Bertuccio, capitano delle galee di Alessan-
dria; qu. Andrea, 53, 62, 811, 331.
» Carlo, provveditore generale, di Panfilo,
60, 90, 93, 101, 103, 101, 117, 134, 135,
143, 153, 154, 160, 178, 181, 190, 208,
213, 214, 218, 220, 235, 237, 243, 259,
268, 209, 280, 281, 282, 285, 292, 293,
296, 297, 805, 812, 313, 314, 315, 318,
320, 321, 323, 332, 342, 353, 356, 362,
863, 365, 371, 374, 888, 404, 408, 414,
417, 423, -25, 428, 436, 437, 444, 449,
450, 459, 462, 463, 469, 474, 477, 480,
481, 485, 490, 496, 500, 602, 514, 517,
530, 532, 535, 538, 545, 516.
» Dionisio, qu. Andrea, 568.
» Domenico, di Marc'Antonio, da san Felice,
263.
» Domenico, consigliere, qu. Maffio, 172,
174, 340, 453, 498, 557.
Contarini Fantino, qu. Paolo, 563.
» Federico {Ferigo), qu. Aoibrogìo, 57, 566.
» Federico [Ferigo), qu. Giovanni Alvise, 57,
252.
» Francesco, fu capitano delle galee di Bar-
barla, qu. Alvise, 499.
» Francesco, qu. Zaccaria cavaliere, 351,
565.
» Gaspare, della Giunta, oratore al Papa,
qu. Alvise, 55, 305, 364, 892, 399. 405,
424, 470, 479, 500, 501, 530, 559.
» Giorgio, fu provveditore sopra gli estimi,
qu. Lorenzo, 270.
» Giovanni da Londra, fu podestà a Vicenza,
de' Pregadi, qu. Alvise, qu. Bertuccio
procuratore, da tanta Oiuttina, 55,
160, 179, 245, 307, 561.
» Giovanni, provveditore dell* armata , di
Marc* Antonio, detto Cazadiavoli, 127,
281, 294, 337. 340.
» Giovanni, qu. Alvise, da sant' Agostino,
249.
» Girolamo, provveditore sopra le camere,
qu. Taddeo, 55, 356, 560.
» Giulio, dal Znffo, provveditore sopra gli
uffici e cose del regno di Cipro, qu.
Giorgio cavaliere, 564.
» Giusto, provveditore al Sale, qu. Lorenzo,
qu. Giorgio, 560.
» Lorenzo, dei Pregadi, qu. Antonio, 55,
559.
» Marc* Antonio, dalla Pallada, avogadore
del Comune, qu. Andrea, 54, 62, 67,
103, 112, 127, 159, 162, 352, 462, 524,
563.
» Marc* Antonio, fu savio a terraferma, qu.
Michele, 160, 245, 507.
» Maro* Antonio, qu. Alvise, 179.
V Marco, qu. Taddeo, qu. Andrea procura-
tore, 58.
» Marco, fu provveditore a Peschiera, sin-
daco, qu. Taddeo, qu. Andrea procu-
ratore, 499, 543.
» Marco, qu. Zaccaria cavaliere, 295, 296.
» Marino, qu. Bartolomeo, 57.
» Natalino, fu de* Pregadi, provveditore so-
pra le fabbriche di Padova, qu. Lo-
renzo, 146.
• Natalino, fu provveditore al Sale, de^Pre-
gadi, qu. Girolamo, qu. Stefano procu-
ratore, 88, 59, 102, 558.
» Pandolfo, patrono di nave, 248.
» Paolo, qu. Zaccaria cavaliere, 351.
» Pietro, fu avogadore del Comune, qu. Al-
vise, 59, 560.
9 Ruggiero, fa ufficiale alle Ragioni vec-
chie, provveditore sopra la sanità, qu.
629
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
630
Bernardo, 63, 79, 81, 155, 160, 245,
307.
3» Santo, 'capitano a Padova, qu. Stefano. 18,
42, 254, 361, 539.
» Sebastiano cavaliere, qu. Sebastiano, 54.
» Simeone, qu. Alvise, 563.
» Taddeo, qu. Nicolò, 566.
» Tommaso, cavaliere, conte del Zaffo, qu.
Giorgio cavaliere, 54.
» Tommaso, fu bailo a Costantinopoli, ora-
tore al Gran Sultano, qu. Michele, 34,
65, 95, 101, J12, 135, 210, 237, 335,
471, 507.
# Tommaso, qu. Alvise, 57.
Conte (il), V. Boria Filippino.
Conversano (di) conte, v. Acquaviva d' Aragona Giulio
Antonio.
Conia (di) conte, v. Gesualdo Fabrizio.
Coppo, casa patrizia di Venezia.
» Nicolò, della Giunta, qu. Giacomo, 556.
Corbavia (di) conte, v. Carlovicb.
Cordes (de) Pietro, 553, 554.
Cordova o Corduba (di) Elvira, duchessa di Sessa,
168.
Còrer, v. Correr.
Corezo, v. Correggio.
Cormons [Cremons) (da) Cristoforo, 183.
Corner o Cornaro {Cornelio), casa patrizia di Venezia.
» » Andrea, abate commendatario deU
r abbazia di s. Zeno in Verona,
di Giacomo, qu. Giorgio cava-
liere e procuratore, 532.
» » Fantino, dalla Piseopia, de' Prega-
di, qu. Girolamo, 59, 566.
» » Filippo, fu giudice di Petizione, dei
XL al civile, qu. Girolamo, 271,
298, 332, 499.
» » Francesco, cavaliere e procuratore,
creato cardinale del titolo di san
Pancrazio, qu. Giorgio cavaliere
e procuratore, 336, 463, 480,
516, 532.
» » Giacomo, qu. Giorgio cavaliere e
procuratore, 329, 532, 563.
» » Giovanni, qu. Giorgia cavaliere e
procuratore, 186, 329, 532. .
9 » Giovanni, fu podestà a Noale, qu.
Alvise, 263.
» » Girolamo, capitano in Candia, qu.
Giorgio cavaliere e procuratore,
237.
» » Marc' Antonio, capo dei XL, qu. Ni-
colò, 361, 433, 556.
» * Marc' Antonio, dei X savi sopra le
decime, qu. Giovanni, 561.
» » Marc' Antonio, fu provveditore del
Comune, provveditore sopra il
I
cottimo di Damasco, qu. Paolo,
181, 307, 561.
Corner o Cornaro Marco, abate di s. Stefano di Car<«
rara, di Girolamo, qu. Giorgio
cavaliere e procuratore, 532.
» » Marco, provveditore dei 0)maDe>
qu. Donato, 55.
» » Marino, capo del Ck)nsiglio dei X,
qu. Paolo, 5, 60, 112,558.
» » Andrea, arcivescovo di Spalato, fi-
glio naturale di Giorgio cava*
liere e procuratore, 53, 336,463,
632.
9 » Marco, abate di s. Bona in Vidor,
figlio naturale di Francesco ca-
valiere e procuratore, 532.
Corona Francesco, mercante all' insegna della Sirena
in Venezia, 555.
Coroneo Giovanni, capo di stradiotti al servizio dei ve-
neziani, 137, 860.
Corradino capitano, v. Glurn.
Correggio {Corezo) (dehAndrea, di Macone, contesta*
bile al servizio dei veneziani, 182, 355, 501, 522.
Correr o Corraro, casa patrizia di Venezia.
» » Angelo, de' Pregadi, qu. Giovanni,
55,561.
» » Antonio, qu. Giovanni, 56, 86.
Corsari dei mari di Levante e dell'Adriatico, 291.
Corso Andrea, contestabile al servizio dei veneziani,
504, 522.
» Mariano, contestabile al servizio dei veneziani,
181, 237, 442, 443, 490.
•» Pietro, capo delle barche di Chioggia, 113.
Pietro Antonio, contestabile al servizio dei ve-
neziani, 504, 522.
Corte (da) Benedetto, oratore del duca di Milano a
Venezia, 29, 52, 62, 73, 85, 93, 96,
108, 116, 128, 133, 134, 136, 152, 188,
194,208,209,210, 213, 217, 220, 224,
242, 248, 258, 273, 295, 296, 320, 328,
831, 361, 365, 892, 397, 413, 417, 447,
459, 480, 484, 500, 513, 516, 532, 542,
543, 546.
» Matteo, dottore, professore di medicina nel -
r università di Padova, 136.
Corteregia {Curteregia) (da) Lodovico, contestabile al
servizio dei veneziani, 182, 186, 490.
Cortivo (dal) Andrea, scrivano all' ufficio sopra il re-
gno di Cipro, 8 i, 179, 190.
Corto Franceschino, professore neli' università di Pa-
dova, 194.
Ck)rus (da) Giovanni Francesco, prete bresciano, 366.
Cesco (Cono), contestabile al servizio dei veneziani,
98, 109. 117, 119, 182, 315, 317, 355, 445, 446,
447, 448, 459, 478, 480, 531, 533, 539.
Costantini Giovanni Battista, scrivano all' ufficio sopra
il regno di'Cipro, 84, 179, 190.
631
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
Coemer, v. Oasmaier.
Costanza (di) vescovo, v. Maerklin.
Costanzo (de) Tommaso, capo di cavalli legrgieri al
servizio dei veneziani, 120.
Crema (di) consiglio della comunità, 29.
Cremona (da) Lodovico, capo di fanti al servizio dei
veneziani, 443, 444.
» (di) castellano, v. Picenardi.
Cremons, v. Cormons.
Crespo Giovanni, duca di Nasso {Nixia)^ 275.
Cristianissimo re. Cristianissima Maestà, v. Francia.
Crivelli Lodrisio {Ludrifo), inviato del castellano di
Musso al provveditore generale neir esercito dei
yeneziani, 252, 268.
Crocco (?) capitano di archlbusieri nell' esercito fran-
cese, 882, 386, 388.
Croce {Crowe) Francesco, 238.
» A> (della) Sebastiano, cittadino veneziano, di
Bartolomeo, 555.
Croie, V. Croce.
Croy (de) Adriano, signore di Beaurein {Baroe), 360.
Canaletto Cecco, di Chioggia, i73.
Cupi Giovanni Domenico, arcivescovo di Trani, cardi-
nale del titolo di s. Giovanni ante portam laiinam,
53, 291, 297.
Curteregia, v. Corteregia.
Curtogli {Curiqgoli), corsaro turco, 100, 102.
Cuzina Zauetto, cittadino veneziano, 555.
Daja Mancino (Dagi Maclin) capitano nell'armata
spagnuola, 383, 387, 388.
Dalbon Francesco, cittadino veneziano, 555.
Dandolo, casa patrizia di Venezia.
» Antonio, della Giunta, qu. Girolamo, 55, 367,
560.
» Daniele, della Giunta, qu. Andrea, 39, 59,
559.
» Francesco, sopracomito, qu. Giovanni, 5, 25,
134, 331.
» Giovanni Antonio, savio sopra le acque, qu.
Francesco, 59, 329, 564.
» Marc' Antonio, qu. Giovanni, 568.
» Marco, dottore e cavaliere, savio del Consi-
glio, qu. Andrea, 51, 160, 172, 173, 174,
200, 233, 308, 352, 431, 52i, 657.
» Marco, qu. Paolo, 58.
Darò Ambrogio, milanese dimorante a Venezia, 555.
Davalos, v. Avalos.
Degano, capitano grigione, v. Salis (de) Tegen.
Delasso, conte di Ogento, v. Balzo (del) Francesco.
Deliceto (di) marchese, v. Piccolomiol Gio. Batta.
Dentini Morgante, capitano, 97.
Depentor (pittore) Francesco, esploratore, 121. 1
Desser Girolamo, genovese, dimorante a Venezia, 553. {
Detrico [Tetrico) Nicolò, capo di stradiotti al aerv
dei veneziani, 355.
Diedo, casa patrizia di Venezia.
• Domenico, fu salinaro a Chioggia, qu. Vito,
264.
» Francesco, provveditore del Comune, di Al-
vise, 56.
» Girolamo, capo di fanti, qu. Giovanni, 261.
» Girolamo, qu. Andrea, 57.
» Pietro, qu. Francesco dottore, 559.
• » Vettore, podestà e capitano a Rovigo, qu. Bal-
dassare, 421, 423, 462, 486, 536.
Divara, v. Guevara.
Dietrichstein [LietUtane] signori in Carintia.
•» Nicolò V, 224.
\>o\f»(Bolte) Alessandro, cittadino veneziano, qu. Ago-
stino, 514.
» » Andrea, cittadino veneziano, scrivano
alla Camera dei prestiti, qu. Seba^
stiano, 514, 361.
y» V Daniele, cittadino veneziano, 651.
» i> Michele, vescovo di Qssamo, 53, 220.
Doge di Venezia, v. G ritti Andrea.
Dolfln Delfino, casa patrizia di Venezia.
» V Al moro, fu camerlengo a Padova, pa«
gatore neir esercito, qu. Alvisa»
146, 516.
» » Alvise, qu. Girolamo, 430, 567.
» » Andrea, qu. Giovanni, 431, 568.
» » Daniele, qu. Giovanni, 431, 568.
• » Giacomo, patrono airarsenale, qu. Al-
vise, da »anV Angelo, 561.
• » Giovanni, avogadore del Comune, di
Lorenzo, 81, 179. 190, 205, 258,
267, 270. 281, 664.
» » Girolamo, qu. Marco, 266.
y> » Vettore, provveditore sopra i dazi, qu.
Nicolò, 656.
Dona [Donato), due diverse case patrizie di Venezia.
• Alessandro, Ux vicesopracomito, qu. Paolo, qa.
Francesco, da Murano, 265, 271, 274, 287,
332, 499.
» Almorò. della Giunta, qu. Pietro, 69, 659.
» Almorò (di) moglie, 398.
» Alvise; qu. Girolamo dottore, 133.
» Antonio, camerlengo e castellano a Cattaro, di
Marco, 271.
» Antonio, de'Pregadi, qu. Bartolomeo, 367, 561.
» Filippo, capitano a Raspo, 141, 209.
» Francesco cavaliere, consigliere, qu. Alvise, 6,
29, 33, 41, 59, 115, 161, 163, 164, 172, 337,
338, 432, 453, 557.
» Giovanni, camerlengo a Padova, di Vincenzo,
531.
» Giovanni, de* Pregadi, qu. Alvise, 565.
» Marco, qu. Girolamo dottore, qu. Antonio cava-
liere, 263, 271.
633
tMDiCB DO NOMI DI PEBSOMB B DI 0011
63i
II
Dona NIeolò, de*Prefir»d!, qu, Giacomo, W6.
« Nicolò, fu capitano delle galee di Beyruth, di
Andrea, qu. Antonio cavaliere, 265, 331, 353,
499.
N. N., camerlengo a Verona, 3S0.
Paolo, fti coMigllere, dell» Giunta, qu. Pietro,
59, 102, 559.
> Pietro, de' Pregadi, qu. AUlae, 565.
» Tommaso, provveditore a Cividale, qu. Nicolò,
65, 73, 297.
» Vettore, de' Pregadi, qu. Franoeaco, 367, 656.
Doria, casa magnatizia di Genova
» Andrea, capitano di galee, 178, 191, 304, 339,
847,318, 349, 351, 359, 384, 385, 388, 389,
890,40<S,4n, 415.
m Filippino, conte, 152, 328, 859. 381. 382, 885,
386, 891. 412, 415, 493, 508, 516.
Dorlmbergo, v. Norimberga.
Dresano, v. Trisslno.
Dubio Michele, cittadino veneiiano, 247.
Duca (II), V. Rovere (della) Francesco Maria.
Dugnano (da) Gian Giacomo, milanese, dimorante a
Venezia, 554.
Dngolin Alvise, cittadino veneziano, 555.
Duodo, casa patrizia di Venezia.
» Giovanni Alvise, fti capo del Consiglio dei X,
della Giunta, qu. Pietro, 177, 180, 559.
Nicolò (cittadino), qu. Marco, 553, 555.
Pietro, qu. Francesco, 566.
Tommaso (cittadino), padrone di na^e, qu. Gi-
rolamo, 555.
Duprat Antonio, vescovo di Sena, cardinale del titolo
di sant'Anastasia, gran cancelliere di Francia, 335,
364, 474, 484.
Dttvea Girolamo, mercante a Venezia, 555.
»
»
892, 893, 899, 421, 424, 432, 452, 464, 479,
485, 490, 496, 500, 602, 514, 517, 530, 532,
535, 538.
RrdOd (d') Simeone, vescovo di Zagabria od Agram,
80, 123.
Brizzo, casa patrisia di Venetia.
» Antonio, provveditore sopra la revisione dei
conti, qu. Battista, 661.
» Antonio, qu. Sebastiano, 480, 567.
>» Filippo, qu. Francesco, 69.
Este (d'), casa del duchi di Ferrara.
» Alfonso, duca, 62, 123, 188, 197. 269, 812,
372, 892, 396, 399, 421, 424, 471, 474,
479, 485, 683.
» Ercole, figlio primogenito del duca, 62,
485.
» oratore del duca a Venezia, v. Alvarotto
Giacomo.
Este (da) Nicolo, corriere, 184,
Ebrei, popolo, 229.
Egmont (d') Carlo, duca di Gueldrea (Qeldres), 12, 196,
219, 228, 364.
Egnatio, V. Cipelll Battista.
Embralm, v. Ibraim.
Emiliani, v. Miani.
Emo, casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, de' Pregadi, di Leonardo, qu. Giovan-
ni cavaliere, 186.
]» Giovanni, podestà a Verona, qu. Giorgio procu-
ratore, 19, 153, ìli, 218, 805, 312, 314,
323, 330, 332, 349, 353, 856, 362, 863. 365,
371, 374,878, 394, 398, 404, 4l4. 417, 423,
428, 436, 437, 444, 449, 450, 462, 463, 469,
474, 477, 480, 485, 490, 496, 500, 502, 514,
517, 530, 532, 535, 538, 545.
» Leonardo, savio del Consiglio, qu. Giovanni
cavaliere, 8, 29, 59, 159, 172, 174, 198, 200,
234, 253, 307, 308, 311, 319, 330, 337, 310,
Fabanl Francesco, notaro In Venezia, 190.
Facheto Giovanni, cittadino veneziano, 654.
Facchinetto, esploratore, 450.
Facodera, v. Focodère.
Faenza (da) Astor o Hestor, v. Manfredi.
Falcerlo Giovanni Maria, arciprete di a. Michele di
Brendola, 29.
Falcuccl {Faleutio) Ubaldo Antonio dottore, segreta-
rio a Venezia del duca di Urbino, 94, 168, 173,
820, 322, 403, 405. 408, 411, 426, 451, 471, 486.
Falger Andrea, cittadino veneziano, 566.
Fallar, casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, fu podestà a Montagnana, qu. Ber-
nardino, 269.
» Lodovico, del X savi sopra le decime, eletto
oratore in Inghilterra, qu. Tomaso, 806.
* Lorenzo, fti provveditore alle biade, del XV
savi sopra l'eUlmo di Venezia, de' Pregadi,
qu. Tommaso, 65, 180, 568.
» Pietro Antonio, qu. Tommaso, 638.
» Bebastiano, de' Pregadi, qu. Tommaso, 56.
Fano Lenza, 316.
Fanteaguzso Stefano, da Cesena, fa contestabile al ser-
vizio del veneziani, 6, 23.
Faraldo, v. Toraldo.
Farfa (di) abate, v. Orsini Napoleone.
Farfarello, esploratore, 303, 306.
Farina Cesare, contestabile al servìzio dei venezia-
ni, 97.
Farnese Alessandro, vescovo ostiense, cardinale del
titolo di 8. Ettstacchio, 24, 235, 349.
» Pietro Luigi, 215.
Fasan (de) Giorgio, esploratore, 422.
Fasol [Fasuol) Andrea, massaro alla cancelleria ducale
di Venezia, qii. Alvise, 361.
635
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
€36
Fedeli (Fidel) Giovanni Battista, 69, 70.
» Matteo, 69, 10.
» Vincenzo, 465.
Federicis Demetrio, capo di strad lotti al servizio dei ve-
neziani, 355.
Feltre (da) Cornelio, dottore, avvocato, 25.
Felzer Leonardo, capitano, 226.
Fen Onorato, uomo d*armi del castellano di Castelnuo-
vo di Napoli, 469.
Fenz Giacomo, oste in Draubarg^i 236.
Feracino, v. Brescia (da) Feracino.
Feramolin Antonio, da Brescia, contestabile al servizio
dei veneziani, 98.
Feramosca, v. Fieramosca.
Ferdinando, v. Austria (di) Ferdinando.
Ferino, v. Ferrìllo.
Ferrandina (di) duchessa, v. Castriotta Maria.
Ferrara (da) Dan tino, capitano, 184.
» (di) duca, oratori ecc., v. Este.
Ferrino Giacomo Alfonso, conte di Muro, 169.
Ferro, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, fa podestà a Pinguento, qu. Pietro, 265.
» Giovanni, capitano a Brescia, qu. Antonio, 24,
25, 36. 99, 114, 118, 155, 197, 206, 215,
224, 227,206,258, 274, 276, 279, 281, 286,
299, 300, 313, 323, 326, 332, 333, 334, 362,
877, 878, 397, 399, 406, 421, 422, 428, 487,
444, 448, 459. 460, 476, 478, 481, 491, 502,
503, 508, 518, 535, 543, 544, 547, 549.
Ferro Domenico, di Chiogrpriai 173.
» Saladino, nobile di Monopoli, 533.
Ficardo, capo di fanti al servizio dei veneziani, 261.
Fioola Giovanni Battista, notare a Monopoli, 533.
Fidel, V. Fedeli.
Fieramosca Cardino, vicentino, 29.
» Cesare, 389, 467, 468.
» Guido, conte di Mignano, 169.
» Vincenzo, dottore, oratore a Venezia della
comunità di Vicenza, 20.
Fieschi Pietro, fu vescovo di Cervia, 254.
Filamatl Andrea, ragionato a Venezia, 513.
Filitene Battista, da Cividale, esploratore, 87.
Fino (da) Bartolomeo, dottore, avvocato a Venezia, 381.
Fioravante Lodovico, 475.
Firenze (di) repubblica (Fiorentini) e Signoria, 10, 64,
77, 156, 201, 213, 230, 231, 232, 233,
238, 260, 287, 326, 328, 329, 366,
392. 396, 899, 403, 417, 464, 470,
474, 484, 529, 534, 535.
» clero, 201,260.
V Vili del governo, 64.
X di Balìa, 64.
esercito, 75, 77, 86, 88, 89,94,105, 106,
217, 403, V. anche Bande negre.
» gonfaloniere, 64.
» oratori a Venezia, v. Pazzi (de) Alessandro
e Gualterotti Bartolomeo.
»
»
Firenze (di) oratore in Francia, v. Sederini Giuliano.
Flisco, V. Fieschi.
Focher, v. Fugger.
Focodòre [Facodera) (de la) monsignore, capitano nel-
r esercito francese, 10.
Fonevit Morsit (?s capitano austriaco, 357.
Fonseca Galeotto, spagnuolo, auditore in Puglia, 869.
Forn (da) Beilo, v. Belli (di) Bello.
Foro ecclesiastico, 526, 527.
» secolare, 526.
Fortebrazo, v. Braccio.
Foscari, casa patrizia di Venezia.
» Agostino, qu. Giovanni, 567.
» Alessandro, del X savi sopra le decime, qu.
Urbano, qu. Filippo procuratore, 561.
» Alvise, provveditore a Ravenna, qu. Nicolò,
qu. Giacomo, qu. Serenissimo principe,
5, 8, 23. 68, 85, 94, 123, 155, 354, 367,
530, 534, 545, 565.
» Filippo, de' Pregadi, di Francesco, 58.
» Francesco, de* Pregadi, qu. Nicolò, 563.
» Francesco, il grande, qu. Filippo procuratore,
563.
» Giacomo, de* Pregadi, qu. Nicolò, 565.
» Girolamo, vescovo di Torcello, di Marco, 53.
j» Leonardo, qu. Nicolò, 57.
» Marco, fu oratore alla repubblica di Firenze,
della Giunta, provveditore generale a Bre-
scia, qu. Giovanni, qu. Marco, 62, 63, 64,
79, 233, 256, 258. 261, 270, 297, 305,
337, 865, 39T, 404, 405, 423, 449, 459,
475, 478, 492, 508, 620, 530, 586, 538,
644, 546, 549, 667.
Foscarini, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, consigliere, qu. Bernardo, 172,
174, 204, 406, 432, 453, 557.
» Antonio, qu. Nicolò, 481, 568.
» Francesco, qu. Nicolò, qu. Alvise procura-
tore, 431.
» Francescoi qu. Pietro, 58.
» Giovanni Maria, pievano di s. Canciano di
Monfalcone, 406.
» Girolamo, di Andrea, 480, 668.
» Sebastiano dottore, della Giunta, qu. Pie-
tro, 54, 560.
Foscolo, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, della Giunta, qu. Marco, 560.
» Marco, qu. Zaccaria, 566.
Fossa (dalla) Giovanni, cittadino veneziano, 555.
Foys Foix (di), casa principesca di Francia.
» » Odetto visconte di Lautrech {Luire-
co) maresciallo di Francia, 8, 9,
10, 11, 13, 19, 22,26, 27, 28,
35, 36, 37, 88. 40, 41, 47, 61,
66, 68, 70, 71, 72, 75, 77, 86,
87, 88, 89, 105, 106, 107, 123,
133, 137, 188, 139, UO, 156,
637
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
638
ne, 178. 183, 184, 188, 196,
212, 213, 217, 218, 227, 282,
234, 240, 342, 248, 275, 280,
286, 290, 303, 328, 336. 338,
339, 341, 350, 351, 353, 359,
363, 366, 367, 381, 382, 384,
385, 386, 390, 3^1, 39'3, 898,
415, 463, 493, 491, 508, 530,
534, 546.
Francavilla (di) duchessa, v. Avalos d' Aquino Co-
stanza.
Franceschi (de) Bartolomeo, cittadino veneziano, 361.
Francesco (di) Gerardo, mercante di vino a Venezia,
554.
» N. N., frate di s. Felice, 296.
Franche terre di Germania, 80, 358, 394, 419.
Francia, cioè re di Francia, v. Francesco I.
» casa reale.
» re Francesco I, 8, 10, 11, 19, 28, 29, 40, 63,
76, 77, 78, 80, 107, 126, 157, 165, 184,
190, 196, 197, 211, 212, 217, 234, 237,
238, 839, 240, 248, 249, 281, 290, 296,
308. 816, 317, 326, 330, 834, 335, 345,
356, 364, 366, 893, 403, 405, 412, 413,
451, 474, 480, 481, 484, 485, 495, 500,
504, 534, 543, 519.
» Francesco, delfino di Francia, 196.
» Enrico, duca d'Orleans secondogenito di Fran-
cesco I, 196.
n Luisa di Savoia duchessa di Anj^ouleme, ma-
dre del re Francesco I {madama) , 76, 197,
484.
1» Renea {Eeniera), figrlia del re Luigri XII, 62,
485.
» armata, 241, 347, 349, 381, 382, 386, 387,
889, 391, 415.
» esercito, 27, 106, 128, 133, 139, 140, 173,
184, 208, 279, 335, 347, 348, 349, 350,
351, 359, 885, 390, 467, 468, 480, 484.
n ^an cancelliere, v. Duprat.
» gran maestro, v. Montmorency.
m gran scudiere, v. GenouìUac.
» oratore a Venezia, v. Canossa, e Langeac.
» oratore air Imperatore, v. Bayarde.
» oratori in Inghilterra, v. Bellay (di) Giovanni
e Soliers Carlo.
Franco Girolamo, 212.
Frassina Cornino o Mino, capo di stradlotti al servi-
zio dei veneziani, 868.
» (Frastina) Pietro, capo di cavalli leggieri al
servizio dei veneziani, qu. Teodoro cava-
liere, 187, 800, 369.
Frati benedettini di s. Giustina di Padova, proprie-
tari del tenimento di Correzzola, 233.
» di 8. Antonio di Padova, 282.
» di 8. Cristoforo della Pace in Venezia, 153.
Fiaandiberg Giorgio [iigngr ZonO^ ospitano di lan**
zichenechi, 250, 417, 421, 423, 437, 477, 486, 491,
494, 500, 505, 506, 514, 517, 536.
Fregoso, o Campofregoso, famiglia principale e fa-
zione di Genova.
» » Alessandro, 356, 486.
» « Annibale, 109, 119, 182,
259, 284, 285, 302, 315,
355, 445, 446, 447, 448,
459,476,478,504.
» u Cesare, 23, 24, 36, 92, 110,
111,136,141,149,150,
151,183,193,194,261,
304,313,315,323,314,
356,362,365,374,378,
395,406,412,413,427,
439, 482, 537, 538, 544,
548.
» » Janus {Zuati Maria), go<
veroatore deir esercito
dei veneziani, 13, 14,
36, 52, 91, 93, 97, 98,
99, 110, 119, 120, 143,
151,185,186,196,204,
252,259,262,284,286,
299,302,315,333,334,
344,315,346,374,394,
395,396,406,412,416,
427,429,439,446,451,
452, 522, 547.
Frizzler Alessandro, cittadino veneziano, qu. Andrea,
361.
Fugger [Fucati, Focher) compagnia di banco e com«
marcio in Augusta, 109, 378.
Furanti, cioè ladri del pubblico erario in Venezia, 7.
Fnrlan Toso, contestabile al servizio dei veneziani, 182,
855, 522.
e
Gabinal Antonio, 460.
Gabriel (Cabriel), casa patrizia di Venezia.
» Angelo, il grande, fu avogadore del Comu-
ne, qu. Silvestro, 55, 160, 187, 233, 245,
306, 307, 319, 662.
» Cipriano, di Francesco, qu. Bertuccio cava*
liere, 266.
» Marco, fu consigliere, capo del Consiglio
dei X, della Giunta, qu. Zaccaria, 55,
501, 507, 545, 563.
» Zaccaria, procuratore (del qu.), commissa-
ria, 85.
Gabrieli (di) Nicolò, segretario ducale veneziano, 420.
Gaetani d* Aragona Giacomo Maria, conte di Morco^
ne, 168.
» f Onorato, duca di Traetto, 167|
276.
» » Onorato (di) due figli, 276.
639
OlDtCE Dm NOm DI PERSONE B DI COSE
640C
Galee TeneziaDe dell' armafA del Levante, ▼. Veoe-
ziani (dei) armata.
» » di Alessandria d* Egitto, 53, 62, 103,
242, 308, SII, 424.
» » di Beyrnt, 7, 150.
Oalese, v. Nichesola (di) Oalese.
Oambara (di), famiglia nobile di Brescia.
» » Brunoro conte, 291, 426, 521.
» » Federico, 833.
» » Gian Galeazzo, 437, 438, 477.
» » Giovanni Francesco, 481.
* » Uberto, protonotario apostolico, nunzio
pontificio in Inghilterra, 67, 126^ 190,
197, 201, 390, 420, 495.
Gambetti (di) Briamonte, mercante a Venezia, 555.
Garlon [Qarolon) Antonio Diaz, conte d' Allfe, 169.
Garolon, t. Garlon.
Garzia Pietro, segretario del consiglio imperiale, 468.
Garzoni, casa patrizia di Venezia.
» Antonio, dei XL al criminale, qu. Girolamo,
58, 562.
» Francesco, provveditore sopra gli uffici e cose
del regno di Cipro, qu. Marino procura-
tore, 191.
» Marco, di Francesco, qu. Marino procurato-
re, 264, 271.
» Zaccaria, cavaliere gerosolimitano, commen-
datore di Sicilia, qu. Marino procuratore,
54, 532.
Gasmaier (Qoimaier, Cosmar) Michele, capo di villani
austriaci fuorusciti al servizio dei veneziani, 210,
298, 401, 402, 532, 588.
Gastaldo Giovanni Francesco, o Battista, capitano di
cavalli leggieri nell'esercito imperiale, 141, 466.
Gatta Daniele, friulano, 38.
» (della) Alvise, drappiere a Venezia, guardiano
della scuola di s. Giovanni- Evangelista, 340,
554.
Gattinara (di) Mercurino, gran cancelliere dell' Im-
peratore, 468.
Gatto Alberto, agente in Francia, 11.
» Daniele, esploratore, 60.
Gazo Girolamo, 17, 50.
Gelder (di) duca, v. Bgmoot.
Gelpho, ▼. Guelfo.
Gennaro (de) Scipione, conte di Martorano, 169.
Genova (di) doge, v. Adorno Antoniotto.
» » repubblica, 231.
Genouillac (de) Giacomo Gourdon, signore d'Acier,
grande scudiere di Francia, 12.
Gentili {ZcntiU) Tobia, cittadino veneziano, 555.
Gentilini {Bentilinui) Giovanni Francesco, canoelliere
del patriarca di Venezia, 200.
Gerardo conte, v. Arco.
Germania (di) principi, 224, 241, 292, 343, 419.
Gesualdo {/eiualdo} Fabrizio, conte di Ck)nza, 168.
Ghibellini, fuorusciti di Cervia, 5, 23.
Ghibertl o Giberti (di) Giovanni Matteo, qu. France —
SCO, genovese, fu datario, vescovo di Verona, 136,^
144, 242, 281, 308, 312, 415, 484.
Ghisi {Giwiìt casa patrizia di Venezia.
» Antonio, di Giovanni Pietro, 265.
Ghisolfi {Qixoifi) Pietro, mercante a Venezia, 554.
Giacomo (di) Antonio, mercante di sapone [saofur] s^
Venezia, 555.
Gioia (di) conte, v. Acquaviva d' Aragona Giovanna
Antonio Donato.
Giovanni Battista, frate francescano osservante di Lo —
nato, 508, 509.
» (de) Giacomo, cittadino veneziano, 553, 554.
» (de) Santo, cittadino veneziano, 555.
» Gaetano, capitano neir armata spagnuola,
383, 387, 388.
» Giacomo, capitano svizzero al servizio dei
veneziani, 330.
» Giorgio, capo di stradiotti, v. Grimani Gior-
gio.
» Joacbin, v. Passano.
» N. N. chirurgo di Tolmezzo, 221, 222.
» N*. N. professore di grammatica, 45.
» Paolo, notare, 1 90.
» Pietro, maniscalco a Venezia, 18.
Gioverà, v. Guevara.
Giovio Paolo, storico, 391.
Oirardo conte, v. Arco.
Girolamo conte N. N., capo di fanti al servisio dei
veneziani, 262.
» N. N. padovano, capo di fanti al servizio
dei veneziani, v. Padova (da) Girolamo.
Giunta {Zonta) (del) Luca Antonio fiorentino, libraio
a Venezia, 553, 551.
Giustiniana galea (cioè del sopraoomito Giustinian),
324.
Giustiniani {Jusiinian), casa patrizia di Venezia.
» Andrea, procuratore, qu. Unfredo, 102,
180, 582, 567.
i> Antonio, qu. Fraocesco cavaliere, 431 , 484,
568.
» Bernardo, 566.
i> Daniele, 566.
» Francesco, di Nicolò, qu. Bernardo, 58,
264.
» Francesco, de^Pregadi, qa. Antonio dot-
tore, 562.
» Giovanni Francesco, di Girolamo proeura-
tore, 58.
» Giovanni Francesco, qu. Beneietto (del qu.)
figlia, y. Valier Baldassare.
» Girolamo procuratore, qu. Antonio, 59,
562.
» Girolamo, provveditore aopra la Sanità, qu.
Benedetto, 252, 562.
» Leonardo, qu. Unfredo, 67, 68.
» Leonardo, di Girolamo procuratore» 58.
641
INDICE DEI NOUl DI PERSONE E DI COSE
C42
»
Giustiniani Leonardo, de' Pregadi, qu. Lorenzo, 55,
558.
» Lorenzo, de* Pregadi, qn. Antonio, 58, 86,
561.
» Marino, avogadore del Comune, di Seba-
stiano cavaliere, 56, 84, 179, 186, 190,
205, 258, 274, 56t.
» Nicolò, fu rettore e provveditore a Nauplia,
provveditore sopra le acque, qu. Ber-
nardo (erroneamente qu. Leonardo e qu.
Nicolò) y 246, 256, 507.
» Pancrazio, fu capitano a Ravenna, qu. Ber-
nardo, 352.
» Paolo, fu sopracomito, capitano del Iago di
Garda, qu. Pietro, 57, 246, 499, 506,
507, 538.
Pietro, 130, 133.
Sebastiano cavaliere, oratore al re di Fran-
cia, consigliere, qu. Marino, 76, 159,
187, 190, 196, 197, 227, 234, 248, 290,
326, 334, 335, 352, 363, 364, 405, 412,
445, 451, 474, 484, 485, 500, 534.
» Giovanni (cittadino), qu. Antonio, 514.
Giustiniani Fabrizio, detto t7 gobbo, genovese, capitano
neir armata imperiale, 383, 386, 387, 388, 411.
Gizi, ▼. Ghisi.
Gixolfl, y. Gbisolfl.
Glum (di) Corradino, capitano di Ianzicbenecbi,385,
387, 388, 391, 392.
Gobbo (il), y. Giustiniani Fabrizio.
Gonella N. N. cittadino veneziano, 424.
Gonzaga, casa dei marchesi di Mantova.
» Federico, marchese di Mantova, capitano ge-
nerale e gonfaloniere della Chiesa, 359,
399, 426, 437, 438, 439, 485, 487, 488,
505, 506, 507, 517, 533, 536, 541, 547.
Ercole, vescovo di Mantova, cardinale dia-
cono del titolo di s. Maria Nuova, fra-
tello del marchese, 349, 440.
Ferrante, fratello del marchese, 139, 140.
Lodovico, da Bozzolo, qu. Gian fra ncesco,
515.
Luigi (Alvise) Rodomonte di Lodovico, si-
gnore di Gazzuolo, 172, 197, 359, 390,
421, 439, 440.
Luigi (Alffise) Alessandro, signore di Ca-
stiglione (G(i«/iOfi),qu. Rodolfo, 151, 181,
182, 184, 203, 204, 208, 214, 225, 233,
244, S05, 405, 431, 437, 438, 475, 477,
480, 481, 486, 491, 508, 515, 519, 544.
Frano€BCO, agente del marchese a Roma,
241, 347, 848, 3l9, 350, 351, 359, 390,
439.
Alessandro, signore di Novellerà [Nuvolara)
qu. Giampietro, 212, 215, 349, 351.
Pirro (moniignor) qu. Gianfrancesco, da Bof-
tolo, 480, 491, 515, 647, 548.
/ Piatii di U. Sakuto. - Tom IlVIl
»
»
»
»
Gonzaga Sigismondo, conte di Vescovado, qu. Gio-
vanni, 547, 548.
» oratore del marchese a Venezia, v. Mala-
testi.
Gorizia (di) capitano, v. Attems (di) Girolamo.
Gosmaier Michele, v. Gasmaier.
Goti, popolo, 230.
Gourdon, v. Genouillac.
Gradenigo (ffradonicus), casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fu capo del Consiglio dei X, prov-
veditore sopra le biade, qu. Domenico
cavaliere, 59, 73, 159, 176, 234, 398,
545, 548, 558.
Antonio, qu. Paolo, 568.
Francesco, de' Pregadi, qu. Bartolomeo,
564.
Giovanni, qu. Giovanni Paolo, qu. Giusto,
205.
Giovanni Battista, il grande, qu. Taddeo,
263.
Girolamo, provveditore a Salò e capitano
delia Riviera del lago di Garda, qu.
Federico, 25, 42, 67, 152, 151, 235,
237, 312, 318, 374, 379, 404, 475, 476,
480, 492, 502, 506, 510, 530, 538, 540,
514.
Leonardo, qu. Bartolomeo, 568.
Lorenzo, qu. Marino, 58.
Marco, capo di fanti, qu. Federico, 307.
Nicolò, qu. Francesco, 570.
Vincenzo, qu. Bartolomeo, 564.
Gran cancelliere dell'Imperatore, v. Gattinara.
» cancelliere di Francia, v. Duprat.
» maestro di Francia, v. Montmorency.
» scudiere di Francia, v. Genouillac.
» signore, o Gran Turco, v. Turchia.
Grangia (di) monsignore, oratore del re di Francia
presso i cantoni svizzeri, 80, 05, 96, 99, 157, 164,
165, 227, 234, 235, 251, 253, 257, 259, 260, 342,
343.
Grasolari Pietro, segretario ducale veneziano, 867.
Grasso {Orosso) Cesare, da Ravenna, contestabile al
servizio dei veneziani, 443, 472, 474, 490.
Gravina (di) duca, v. Orsini Ferrante.
Graziabona (Graiiabona) Agostino, cittadino venezia-
no, 555.
» » Leonardo, cittadino venezia-
no, 555.
Grecia (di) bliarbeì, v. Cassim pascià.
Grecopulo Manoli, stradiotto, 102.
Gregolin Giovanni, cittadino veneziano, dalla Afadon^
«flrf<r?rOr/o, 861,514.
Grian Pietro, mercante a Venezia, 555.
Grifalconi Francesco, cittadino veneziano, 555.
Grigionì fanti, 203, 227, 299, 327, 380, 342, 362, 370,
515, 516, 549.
Grimaldi, casa nobile di Genova.
41
»
643
IKDICE DEI NOUI DI PERSONE E DI COSE
6U
Grimaldi ADsaldo, 860.
» Federico , mercante a Venezia, 281, 294,
551.
Grimani, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fa capo dei XL, qu. Alvise, 57, 263.
» Antonio, doge (ricordato), 170.
» Antonio, qu. Girolamo, 569.
» Benedetto, qu. Marino, 57.
» Bernardo, sopracomito, qu. Domenico, 274.
» Bernardo, qu. Girolamo, 57.
» Domenico, cardinale (ricordato), 170, 308, 405.
» Francesco, qu. Pietro, 561.
» Giovanni, vescovo di Ceneda, qu. Girolamo,
qu. Serenissimo principe, 53.
» Giovanni Battista, podestà a Cbioggia, qu.
Girolamo, 295, 565.
» Girolamo, fu capo del Consiglio dei X, qu.
Marino, 56, 160, 216, 307, 428, 533, 561.
» Marc* Antonio, fu savio a terraferma, di Fran-
cesco, 56.
» Marco, procuratore, qu. Girolamo, qu. Sere-
nissimo principe, 54, 61, 356, 513, 531,
532, 568.
» Marco, qu. Nicolò, 57.
» Marino, patriarca di Aquileja, cardinale del
titolo di 8. Vitale, qu. Gii^olamo, qu. Sere-
nissimo principe, 52, 58, 51, 133, 170, 171,
172.
» Nicolò, qu. Alvise, 57, 852, 565.
» Pietro, de' Pregadi, di Francesco, 58.
» Vettore, procuratore, qu. Girolamo, qu. Se-
renissimo Principe, 20, 22, 52, 54, 558.
» Vincenzo, de* Pregadi, di Francesco, 58.
Grimani {Oiovanni) Giorgio, capo di stradiotti al ser-
vizio dei veneziani, 856, 514, 548.
G rioni (di) Natale, cittadino veneziano, 555.
Grison Cesare, contestabile, 182.
Grisoni, v. Origioni.
Gritti, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fu provveditore a Lonato, qu. France-
sco, 266.
» Andrea, doge di Venezia, qu. Francesco, 7, 19,
41, 44, 52, 53. 63, 67. 69, 77, 85, 93, 100,
112, 123, 125, 126, 127, 128, 136, 145,
152, 153, 155, 160, 161, 184, 186, 187,
188, 194, 198, 199, 200, 204, 208, 209,
210, 213, 217, 220, 232, 233, 234, 242,
243, 258, 256, 258, 267, 273, 291, 295,
296, 297, 298, .299, 309, 810, 319,829,
880, 331, 344, 345, 352, 854, 860, 361,
870, 873, 381, 392, 399, 414, 424, 427,
416, 452, 453, 462, 463, 464, 471, 476,
480, 483, 484, 485, 487, 498, 501, 506,
507, 511, 512, 516, 524, 582, 583, 539,
540, 546, 557.
» Andrea^ sopracomito, provveditore a Brindisi;
qu. Fraocescoi 468, 465.
Gritti Battista, vicesopraoomito, qu. Francesco» 463,
465, 529.
» Domenico, fu rettore e provveditore a C&ttaro,
qu. Francesco, 160, 507, 508.
» Omobuono (del qu. figli), 25.
» Pietro, provveditore al Sale, qu. Omobnono, qu.
Triadano, 367, 556.
» Sebastiano^ qu. Francesco, 57.
» Stefano, fu castellano a Verona, qu. Franceaco,
266.
» Alvise, figlio naturale di Andrea doge, 135.
» Lorenzo, figlio naturale di Andrea doge, 424.
» Lorenzo (di) moglie, figlia di N. N. Gonella,
424, 425.
Grosso Cesare, v. Grasso.
Gruttaria o Gretteria (della) conte, v. Carafa Giovanni
Battista.
Guagino Pietro, bergamasco, 223.
Gualdo Giuseppe, prete vicentino, 29.
Gualterottl Bartolomeo, dottore, oratore a Venezia
della repubblica di Firenze, 93, 91, 228, 231, 232,
238, 237, 242, 253, 258, 295, 296, 320, 328, 329,
365, 892, 417, 470, 480, 484, 529, 546.
Guan (de) Uberto, mercante a Venezia, 554.
Guarnieri Giovanni Francesco, cittadino di Brescia,
475.
Guasconi fanti, 217.
Guastalla (di) contessa, v. Torelli Lodovica.
Guasto (del) marchese, v. Avalos (d*) Alfonso.
Gubbio (Ugubio) (da) Gentile, conte, 28.
Guelfo {Qelpho) Bernardino, di Bassano, 44, 61, 163,
415.
Guerrino (de) Mafflo, cittadino veneziano, 551.
Guevara [Ivara, Divara, Varrà, Oiovara) (de) Gio-
vanni, conte di Potenza, gran siniscalco
del regno di Napoli, 168, 276, 350, 383,
885, 887, 388.
» (di) figlio, 276', 336, 850.
Guido conte, v. Rangoni.
Guisa (di) monsignore, v. Lorena (di) Claudio.
Guoro, casa patrizia di Venezia.
» Giusto, capitano a Bergamo, qu. Pandolfo,
56, 838, 834, 842, 857, 370, 398, 894, 400,
410, 429, 515, 547.
Gurzense yescovo, v. Azzalini.
Gussoni, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, procuratore, qu. Nicolò, 54, 180, 337,
.564.
» Giacomo, qu. Vincenzo, 480, 567.
H
Haliense vescovo, 287.
Hestor signor, da F^aenza, ▼. Manfredi.
HIppolito signor, ▼. Medici.
Horatio signori y. Baglioni.
645
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI OOiB
646
I
Ibraim [Bmhraim, Imbraitn) pascià, 47, 95, 100| 102,
135, 248, 880, 528, 543.
leardo, commendatore, ?. Vauri.
Imbrttim, v. Ibraim.
Imperatore, v. Austria (di) Carlo.
Infante (1*), ▼. Austria (di) Ferdinando.
]ngeg:neri {Infugneri) Ag^ostino, cittadino veneziano,
qn. Pietro, 860.
Inghilterra od Anglia, cioè re d' Inghilterra, v. sotto
Enrico Vili.
» casa regnante.
» Borico VII {Tudor) re (ricordato), 289.
» Arturo, principe di Galles, primogenito di
Enrico VII (ricordato), li.
» Enrico Vili (Tudor) re, 10, II, 12, 76, 77,
78, 196, 197, 211, 212, 240, 254, 289,
290. 306, 329, 335, 354, 364, 393, 495,
585.
» Catterina d* Aragona, regina, 11, 77, 354.
» cardinale, v. Wolsej.
» oratore a Roma, t. Casali Gregorio.
» oratore a Venezia, v. Casali Giovanni Bat-
tista,
o oratori in Francia, y. Taylor e Clerk.
» oratori straordinarii in Francia, v. Clerk,
Courtenay e Tunstall.
» segnretari. Inviati a Roma, 77.
iDDsbruk (di) consiglio dei reggenti, 109, 205, 206.
Ircino (da) Filippo, capo di fanti nell* esercito impe-
riale, 195.
Italiani fanti, 51, 66, 86, 87, 88, 120, 124, 128, 139,
140, 202, 203, 207, 209, 217, 227, 299, 303, 315,
827, 337, 342, 350, 884, 411, 422, 429, 494, 548.
Ivara, v. Guevara.
Ivori (?) capitano tedesco, 125.
J
Janise Virgilio, di Tolmezzo, 221.
Janus signore, ▼. Fregoso.
Jesualdo, t. Gesualdo.
Joachin Giovanni, v. Passano.
J!istinian, v. Giustiniani.
Labia, famiglia di Barcellona.
• Pietro, di Pietro, 79.
Lac, decano in Boemia, 298.
Lacedemoni, o Spartani, popolo, 230.
Ladri del pubblico erario {furanti) proclamati nel gran
Consiglio di Venezia, 7.
Lago (di) Garda (del) capitano, v. Barbaro Nicolò.
Laino (di) marchese, ▼. Cardines (di) Ferrante.
Landò,- casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, di Pietro, 138.
» Giovanni, arcivescovo di Candia, 532.
*» Pietro, capitano generale del mare, qu. Gio-
vanni, 69, 204, 205, 218, 233, 236, 267,
269, 275, 287, 290, 313, 31i, 820, 335,
366, 369, 384, 898, 415, 417, 436, 463,
465, 493, 515, 529, 537, 543.
Landverbesser {Lontferbeser) de\ì& Cvltìqììì, 142.
Lang Matteo, cardinale, vescovo di Salzburg, 221,
222, 272.
Langeac {Langiaeh) (de) Giovanni, vescovo di Avran-
che [Veraus, Grange), oratore di Francia a Ve-
nezia, 864, 373, 378, 392, 459, 462, 470, 480, 484,
485, 533, 539, 543, 546.
Lannoys (de) don Carlo, principe di Sulmona, viceré
e gran cancelliere del regno di Napoli, 166.
Lanzichenechi, 8, 9, 12, 13, 17« 18, 24, 38, 50, 66,
78, 86, 89. 96, 98, 105, 106, 116, 122, 124, 125,
128, 131, 139, 140, 156, 165, 182, 183, 184, 187,
194, 202, 203, 204, 208, 215, 217, 218, 227, 234,
235, 241, 248, 251, 253, 254, 257, 260, 273, 275,
279, 280, 281, 287, 299, 300, 301, 303, 305, 812,
317, 823, 326, 827, 328, 329, 330, 334, 337, 889,
841, 342, 348, 848, 850, 355, 356, 857, 360, 364,
365, 366, 370, 384, 392, 894, 899, 400, 403, 417,
421, 424, 439, 449, 451, 460, 462, 471, 474, 480,
481, 484, 485, 488. 491, 492, 493, 497, 500, 504,
505,506, 510, 520, 521, 522, 529, 534, 537, 538,
542, 543, 545, 549.
Lautrech (di) monsignore, v. Foys (di) Odetto.
Lazzara N. N., padovano, guardiano nel monastero di
s. Antonio, 282.
Lecce (Zeze) (di) barone, fuoruscito napoletano, fu
oratore di Francia a Venezia, 324.
Lecco (da) Bortolomeo, mercante a Venezia, 555.
Legato pontificio a Bologna, ▼. Cibo Innocenzo.
» » a Venezia, v. Averoldi Altobello.
» » in Francia, v. Salviati Giovanni.
Lenzo (da) Annibale, bolognese, capo di cavalli leg-
gieri al servizio dei veneziani, 13, 261.
Leon Battista, matematico, 223.
Leopardi Falcone, da Baiò, contostabile al servizio dei
veneziani, 340, 448, 477, 491, 504.
Lercario Girolamo, mercante a Venezia, 554.
Lesacar Bolchon, boemo, 293.
Lescut (Liseut) (de) monsignore, siniscalco di Gè-
nois, 12.
Lesina (di) vescovo, ▼. Trevisan 2^ccaria.
Leva Leyva (de) don Antonio, condottiero spagnolo,
13, 14, 15, 16, 17, 18, 23, 24,
25,38, 47, 48, 50, 51, 66, 71,
72, 73, 85, 90, 91, 92, 95, 98,
99, 109, 125, 150, 152, 156,
185, 186, 188, 197, 202, 203,
207, 208, 209, 213, 216, 225,
226, 244, 258, 259, 266, 274,
047
INDICE DEI NOVI DI PERSONE E DI COSE
ftn, 984, 802, 315, 893, 331,
345. 870, 371, 406, 408, 416,
423, 427, 429, 438, 439, 444,
445, 481, 490, 493, 494, 495,
500. 504, 506, 510, 518, 519,
521, 534, 545, 548.
Leva Leyva (de) Girolamo, cubino di Antonio, 266.
Leze (di) barone, v. Lecce.
Lezze (da), casa patrizia di Venezia.
» Bernardo, fu de' Preg^adi, di Michele, 245.
» Donato, fu de* Pregadi, di Michele, 160.
» Francesco, fu al luogo di Procuratore so-
pra gii atti dei soprag'astaldi, de* Pre-
sidi, dei X savi sopra V estimo di Ve-
nezia, qu. Alvise, 53, 55, 102, 867,
556.
» Giovanni, di Priamo, 352, 565.
» Marc* Antonio, de* Pcegadi, qu. Francesco,
295, 565.
. » Michele, della Giunta, qu Donato, qu. Lu-
ca procuratore, J)9, 563.
» Priamo, fu capo del Consiglio dei X, della
Giunta, qu. Andrea, 40, 569.
Licito (di) marchese, v. Piccolomini Gio. Batta.
Liesna (di) vescovo, v. Trevisan Zaccaria.
Lietistener, y. Dietrichstein.
Limburgensis dux, v. Brunswick.
Lion, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, procuratore, qu. Alvise, qu. Giacomo,
54, 180, 532, 566.
» Domenico, podestà a Chioggidi qu. Alvise, 91,
135, 173.
» Filippo, qu. Tomaso, 565.
» Girolamo, de* Pregadi, qu. Francesco, 565.
» Maffio, de* Pregadi, qu. Lodovico, 55, 559.
Lion (da) Giovanni Battista, cittadino padovano, 19, 26.
Lippomano, casa patrizia di Venezia.
» Alvisf", canonico di Bergamo, 158, 235,
336,370,389,415.
» Alvise, fu ufficiale alla dogana di mare,
qu. Antonio, 266, 271.
» Francesco, fu provveditore sopra gli uf-
fici e cose del regno di Cipro, provve-
ditore sopra il cottimo di Londra, qu.
Giovanni, 179, 190, 205, 258, 267, 273,
281,367.
» Giovanni, di Girolamo, qu. Tomaso, dal
Banco, 146,421,430,567.
» Giovanni Francesco, savio agli ordini, qu.
Nicolò, 147, 172, 174, 337, 338.
» Tomaso, podestà e capitano a Feltre, qu.
Bortolomeo <fj/ Banco, 103, 124, 128,
136, 248, 249, 276, 277, 282, 306,
325, 353, 356, 372, 875, 401, 450.
» Zaccaria, di Girolamo, 430, 567.
Llscut, V. Lescut.
Lltolfa, V. Tolfa.
Lodi (da) Francesco, inviato del castellano di Musso
duca di Milano, 252.
Lodovici (di) Daniele, segr^etario ducale veneziano,
393, 426.
Lodrone (di) conti (Lodroneschi), 224, 235, 378, 400.
» Antonio, 219.
» Battista, capitano di lanzichenechi, 62, 67,
206, 215, 251, 256, 282. 323, 324, 327,
374, 379, 509, 514, 519, 548.
m Giorgio, 154.
» Lodovico, 154, 214, 500, 505, 506, 536.
» Parisotto, 62, 459.
Lombardo, casa patrìzia di Venezia.
» Almorò, fu capo dei XL, qu. Giulio, 146.
Longhena {longeva) (da) Piero, condottiero al servi-
zio dei veneziani, 15, 16, 17, 24, 71, 73, 75. 92,
95,97,98, 99, 110, 111, 112, 113, 117. 119, 124,
128, 315, 323, 356, 445, 447, 448, 459, 475, 476,
478, 479, 497, 504, 539.
Longo, casa patrizia di Venezia.
» Benedetto, do* Pregadi, qu. Lorenzo, 556.
» Francesco, fu al luogo di Procuratore sopra
gli atti dei sopragastaldi, dei X savi so-
pra 1* estimo di Venezia, de* Pregadi, qu.
Francesco, 55, 102, 559.
Lontferbeser, v. Landverbesser.
Loredan, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, podestà e capitano a Crema, qu.
Bernardino, qu. Pietro, 28, 29, 100, 117,
238, 246, 430, 567.
» Giovanni, qu. Tomaso, 263, 270.
» Giovanni Francesco, qu. Marc' Antonio, 505,
566.
» Girolamo, fu capitano a Padova, capo del
Consiglio dei X, qu. Serenissimo Prin-
cipe, 161, 172, 319. 557.
» Lorenzo (erroneamente Leonardo) procura-
tore, savio dei Consiglio, qu. Serenissi-
mo principe, 29, 59, 128, 174, 191, 209,
308, 319, 432, 453, 524, 557.
» Lorenzo, qu. Alvise, 295.
» Luca, podestà e capitano a Crema, qu. Fran-
cesco, 100, 157, 178, 194, 266, 450, 451.
I» Marc* Antonio, fu provveditore a Salò, qu.
Tomaso, 264.
» Marco, fu avogadore del Comune, del XX
SJivi sopra l* estimo di Venezia, • io*
Pregadi, qu. Domenico, 39, 297, 516,
556.
» Marco, qu. Costanzo, 570.
» Pietro, provveditore sopra gli uffici e coso
del regno di Cipro, qu. Alvise, qu Pao-
lo, 179, 190, 205, 563.
» Vincenzo, qu. Leonardo, 56.
Lorena (di), casa ducale.
» » Antonio, duca di Lorena e Bar, 12.
» » Claudio, signore di Guise {Guisa), 241.
649
tHDlCE DB MOVI DI PERSONE E DI COtfE
650
Lorena (di) Lnlgi, eonte di Vaudémont [VandimonU],
S7, 99, 133, 881.
» » Tfflcontei T. Tureona.
Loschi [losco) Francesco, dottore e cavaliere, oratore
a Veoezia delia comuoità di Vicenza, 20.
Lotterie a Venezia, 373, 454, 455, 456, 457, 458.
Laca N. N., orefice ali* insega del Diamante in Ve-
nezia, 554.
Lncadelli Francesco, cittadino veneziano, 553, 554.
Ludovici, V. Lodovici.
Lugo (da) Maro' Antonio, vicepodestà a Portole, 261.
Lati Tomaso, capo di stradiotti al servizio dei vene-
ziani, 102.
Luther Martino, sua setta, sue dottrine e sue opere,
101, 185, 209, 224, 241, 419.
Lutrech, ▼. Foys.
Luzasco Paolo, veronese, condottiero al servizio dei
veneziani, 23, 24, 48, 49, 50, ti, 118, 156, 194,
203, 204, 207, 225, 292, 300, 301, 304, 315, 317,
333, 344, 355, 362, 394, 396, 405, 427, 438, 450,
451, 460, 463, 461, 469, 478, 483, 486, 488, 490,
491, 495, 496, 497, 500, 504, 505, 506, 514, 533,
536, 537, 540, 542.
Macedonia (di) Ladislao, vescovo di Varadino, 80.
Macerata (Masarati) (da) Nicolò, contestabile al ser<
vizio dei yeneziani, 442, 443, 490.'
Machon (de) Andrea, v. Correggio.
Madama, v. Francia (di) Luisa.
Maddaloni (di) conte, v. Carafa Diomede.
Maerklin Baldassare, vescovo di Costanza, 65.
Magno, casa patrizia di Venezia.
» Stefano, dei X savi sopra le decime, qu. An*
drea, 560.
» Stefano, podestà e capitano a Treviso, qu.
Pietro, 19, 242.
Maich, ▼. Manriqnez.
Malaciae Lazzaro, cittadino veneziano, 554.
Malateata, casa dei signori di Rimini, 69.
» Carlo (ricordato), 538.
» Malateata, di Pandolfo, 155, 304, 479, 514,
555.
» Ginevra, di Pandolfo, 68.
» Roberto, qu. Carlo, 538.
» Sigismondo, di Pandolfo, 68, 69, 70.
» signor, V. Baglioni.
Malatesti (de) Giovanni Battista, oratore del marchese
di Mantova a Venezia, 52, 128, 155, 184, 194,
209, 210, 213, 217, 220, 233, 242, 248, 208, 286,
295, 296. 299, 305, 392, 337, 413, 417, 426, 4^:0,
506, 517.
Malipiero, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fu capo del Consiglio deiX, savio
sopra restimo di Venezia, della Giunta,
qu. Stefano procuratore, 39, 1*77, 559.
» Alvise, qu. Pierazzo, 566.
Malipiero Cipriano, qu. Girolamo, 57.
;» Gasparo, capo del consiglio del X, qa. Mi-
chele, 41, 135, 155, 159, 161, 172, 545,
557.
» Giovanni, qu. Girolamo, qu. Giovanni, 25,
431, 568.
» Giovanni, qa. Paolo, 56.
• Giovanni Antonio, de* Pregadi, qu. Nicolò,
qu. Stefano procnratore, 249, 564.
» Girolamo, qu. Giacomo, 57.
» Girolamo, qu. Pierazzo, 566.
» Girolamo (erroneamente Giovanni) sopra-
comito, di Giovanni, 366.
» Girolamo, fu cattavere, qu. Pietro, 58, 146,
» Leonardo, di Girolamo, qu. Pietro, 270.
» Marco, de* Pregadi , qu. Marino, 55, 563.
» Marco, qu. Paolo, 565.
> Marco, qu. Pierazzo, 566.
» Marino, patrono di fusta armata, qu. Pietro,
qu. Marino, 68, 94, 210.
» Michele, qu. Giacomo, 430, 568.
» Nicolò, fu provveditore alla Cefalonia, qu.
Tomaso, 27, 470.
» Nicolò, provveditore sopra le Camere, qu.
Pietro, qu. Stefano procuratore, 561.
» Paolo, qu. Giacomo, 54, 430, 568.
» Pietro, fu al luogo di procuratore sopra gli
atti dei sopragastatdi, qu. Michele, 39.
» Priamo, qa. Dionisio, 56.
» Sebastiano, qu. Troilo, 431, 568.
» Vincenzo, dei XL al civile, 205, 281 .
Malombra Lodovico, cittadino trevigiano, 158, 539.
Malvezzi (di) N. N., cittadino bresciano, 118.
Manara Bernardo, contestabile al servizio dei vene-
ziani, 340, 355, 522.
Manenti Giovanni, sensale di cambi a Venezia, 373,
454, 456.
Menerà (di) contessa, v. Mareri.
Manfredi Antonio, cittadino veneziano, qu. France-
sco, 361.
» Astorre, del signori di Faenza, capo di fanti
al servizio del veneziani, 261,. 363, 371,
441, 442, 444, 490, 517, 530, 544.
» Giovanni Battista, segretario in Venezia del
conte di Calazzo, 17, 50, 51.
Manfroni, famiglia di Schio, 356.
Manolesso, casa patrizia di Venezia.
» Agostino, qu. Lorenzo, 266.
» Antonio, Cattavere, qu. Antonio, 560.
» Marco, podestà e capitano a Mestre, qu.
Marco, l'i3.
» Orsatto, fu salinaro a Cbioggia, qu. Gia-
como, 147,264,271.
Manriquez [Maich) Maria, duchessa di Terranova, ve-
dova del Gran capitano Consalvo, e madre di El-
vira di Cordova duchessa di Sessa, 168.
Mantova (di) marchese, oratori, ecc., v. Gonzaga.
651
nOICE OBI NOMI DI PERSOMB E 01 COSI
652
Maramaldo Fabrizio, capitano neU' esercito imperialCi
140, 327.
Marcella nave (cioè dei Marcello), 515.
Marcello, casa patrizia di Venezia.
» Alessandro, qu. Francesco, da «. Marina,
249.
Alvise, de' Pregradi, qu. Giacomo, 558.
Andrea, fu ai luogo di Procuratore sopra
gli atti dei sopragastaldi, dei XX savi
sopra r estimo di Venezia, de* Pregadi,
qu. Antonio, 89, 558.
Andrea, de' Pregadi, qu. Giacomo, 39, 55,
558.
Angelo, il grande, dei XL al criminale, qu.
Antonio, 367.
Antonio, canonico di Padova, di Girolamo,
287.
Antonio, fu capitano delle galee bastarde,
qu. Andrea, 274, 515.
Antonio, qu. Pietro, 566.
Bernardo, della Giunta, qu. Girolamo, 367.
Bernardo, fu capo del Consiglio dei X, savio
sopra r estimo di Venezia, qu. Andrea,
qu. Bernardo, 177.
Cristoforo, arcivescovo di Corfù, qu. Giaco-
mo, da san Toma, 287.
Donato, qu. Antonio, 320.
Federico {Ftrigo), qu. Pietro, 566.
Giacomo, patrono di fusta armata, qu. Pie-
tro, 110.
Giovanni, dei X savi sopra le decime, qu.
Pietro, 367.
Giovanni Francesco, de' Pregadi, qu. Anto*
nio, 55, 558.
Girolamo, qu. Antonio, qu. Giacomo, da san
Toma, 564.
Girolamo, fu esattore all'ufficio delle Ra-
gioni nuove, qu. Fantino, 249.
Girolamo, sindaco in s. Marco, qu. Galeazzo,
375, 531.
Girolamo, qu. Andrea, 515.
Marco, fu provveditore a Peschiera, qu. Ma-
rino, 263, 271.
» Pietro, fu censore della città, qu. Giacomo,
da san Toma, 111, 564.
» Pietro, procuratore, qu. Alvise, da santa
Marina, 537.
» Valerio, savio a terraferma, della Giunta,
qu. Giacomo Antonio cavaliere, 30, 41,
59, 126, 129, 145, 247, 480, 497, 559.
Marchiò, v. Melchiorre.
Marconi Bernardo, cittadino veneziano, 361.
Mareri (de) Costanza, contessa di Mareri {Manera),
170.
Margarita madama, v. Austria (di) Margherita.
Marin, casa patrizia di Venezia.
» Benedetto, qu. Marco, 56.
»
Marin Giacomo, fti auditore nuovo, dei XL ai criml*
naie, qu. Bartolomeo, 58, 562.
» Giovanni, fu auditore vecchio, sindaco in San
Marco, qu. Girolamo, 376, 531.
» Leonardo, fu savio agli ordini, qu. Tomaso,
145, 147, 263.
n Nicolò, qu. Antonio, qu. Giovanni dottore, 265.
Marin (di) Alvise, segretario ducale veneziano, 426.
» Bernardo, cittadino veneziano, 555.
» Giovanni, banchiere in Lombardia, 494.
» Giovanni Agostino, cittadino veneziano, 554.
Martina (di) duca, v. Caracciolo Giovanni Battista.
Martinengo (da), famiglia castellana di Lombardia,
patrizia di Venezia.
» Antonio Maria, qu. Bernardino, 273, 274,
275, 276, 319, 478.
» Antonio Maria (di) moglie, 273.
)> Battista, contestabile al servizio dei vene-
ziani, 181, 275. 333, 356, 409, 478,
481, 482, 491, 539.
» Cesare, contestabile al servizio dei vene-
ziani, 16, 24. 98, 109, 117, 119, 182,
259, 355, 445, 447, 459, 476, 901,
581.
» Gabriele, v. Tadino.
» Isnardo, 504.
» Lodovico, 894.
Martino, savoiardo, capo di fanti austriaci, 210.
Martorano (di) conte, v. Gennaro (de) Scipione.
Marnilo Giovanni, conte di Condojanni, 169.
Marzelo, v. Marcello.
Masarati, v. Macerata.
Masser (da cà) Leonardo, cittadino veneziano, porto^
ner del Collegio, qu. Francesco, 361.
Massimiliano conte, v. Pietrapiana.
Matafori Antonio, capo di cavalli leggieri al servizio
dei veneziani, 369.
Mataloni (di) conte, v. Carafa Diomede.
Mattel Girolamo, 439, 440.
Matteo N. N. tintore a Venezia, 448.
Matto Battista (di) fratello, capitano del duca di Mi-
lano, 521.
Mauresi Andrea, capo di stradiotti al servizio dei ve-
neziani, 137, 369.
Mauro Giovanni, di Pietro, da Pozeco, 182.
Mauro, o Maurus, v. Moro.
Mauroceno, v. Morosini.
Mazataze Angelo, cittadino veneziano, 554.
Mazzaroli (Mazaruol) Antonio, segretario ducale ve-
neziano, 226, 33S.
Medici (de), casa principale e fazione di Firenze, 28,
64, 93, 94, 157, 197, 287.
» » Ippolito, 359.
» » Nioolò, 336, 463, 480. 502.
Medici (de), famiglia nobile di Milano.
» » Agostino, fratello del Medeghino, 187,
194.
653
INDICE DEI NOm DI PERSONE E DI OOSB
654
Medici (de) Giovanni Giacomo, detto il Medeghino,
castellano di Masso, 24, 50, 5U 73,
76, 79, 84, 85, 90, 91, 92, 95, 97,
98, 99, 107, 109, 109, 112, 116, 117,
118, 119, 123, 156, 158, 185, 186,
187, 194, 195, 197, 201, 202, 203,
207, 208, 209, 224, 225, 228, 235,
243, 244, 251, 252, 257, 258, 266,
273, 274. 275, 277, 283, 300, 301,
302, 315, 318, 833, 348, 863, 518,
521.
» » Giovanni Battista, fratello del Medeghi-
110,50, 133, 156, 158, 186, 194, 202,
226, 273, 277, 300, 801.
Medico Marco, di Montag^nana, 31.
Medina (di) N. N , capitano neir esercito imperiale,
374.
Melchiorre (àfarekiò) (de) Bernardino, drappiere a Ve-
pezia, 555.
Melfi (di) principe, ▼. Caracciolo Giovanni.
Melito (di) conte, v. Meadoza (de) Diego.
Mella N. N., capitano del castellano di Musso, 302.
Memmo, casa patrizia di Venezia.
9 Giorgio, fa ufficiale alle Caznde, qo. Loren-
zo, 266, 430, 567.
» Giovanni, dei XL al criminale, qu. Tribuno,
58, 146, 562.
» Marco, qn. Andrea, 56.
» Stefano, della Giunta, qu. Giorgio, 556.
Mendoia (de) Diego, conto di Melito, 168.
» » Inigo, vescovo di Bnrgos, oratore deU
rimperatore in InghiUerra, 196.
Mercanti tedeschi a Venezia, 42.
Mercurio conto, v. Bua Mercurio.
Merino Stefano Gabriele, arcivescovo di Bari, 158.
Mesagoe {Migianie) (di) contessa, v. Bel tran Beatrice.
Messo N. N., di Valtellina, 400.
Mezzo (da) Girolamo, bergamasco. 555.
Mezzo (di), casa patrìzia di Venezia.
» » Francesco, fu conto alla Brazza, di Luca,
264.
Miani {Fmiliani, Aemilianus), casa patrizia di Ve-
nezia.
» Agrestino, fu console dei mercanti, di Giovanni
Francesco, 147.
» Giovanni, consigliere, qu Giacomo, 6, 29, 38,
41, 59, 114, 153, 161, 163, 164, 234, 338,
432, 453, 557.
» Giovanni Francesco, fu ufficiale alle Ragioni
vecchie, capo dei XL, qu. Girolamo, 29, 59,
81, 115, 161, 233, 562.
» Girolamo, qu. Angelo, 178.
» Vitale, qu. Paolo Antonio, 264, 271.
Mioheletto N. N., capitano austriaco delle artiglierie,
358.
Kiohiel, casa patrizia di Venezia.
« Alessandro, di Nicolò dottora 863,
Michiel Alessandro, fti capo dei XL, qu. Pietro, 58,
146.
» Alvise, consigliere, qn. Vettore, qu. Michiele,
56, 160, 246, 562, 566.
» Antonio, provveditore sopra le pompe, qu.
Pietro, 564.
» Giacomo, fu capo del Consiglio dei X, della
Giunta, qu. Tommaso, 180, 559.
» Giacomo, qu. Girolamo, 568.
» Giovanni, camerlengo del Comune, qu. Pie-
tro, 565.
• Giovanni, provveditore del Comune, qu. Fran-
cesco, 564.
» Girolamo, qu. Nicolò, 266.
» Lodovico, fu provveditore a Cividale, qu. Pie-
tro, da san Polo, 331, 353.
n Mafflo, podestà a Padova, qu. Nicolò dottore
cavaliere e procuratore, 18, 161, 364.
n Marc*Antonio, de'Pregadi, qu. Vettore, 566.
» Merino, fu castellano a Mestre, qu. Alvise,
qu. Mafflo, 262.
• Melchiorre, avogadore del Comune, di To-
maso, 81, 179, 258, 296, 324.
» Nicolò, dottore, fu capitano a Bergamo, dei
XV savi sopra 1* estimo di Venezia, qu.
Francesco, 41, 54, 160, 179, 565.
» Pietro Maria, fu camerlengo a Brescia, savio
agli ordini, qu. Pietro da san Polo, 57, 145,
146, 147, 172, 174, 337, 338, 424, 557, 558.
• Stefano, fu sopracomito, qu. Giovanni, 254,
265.
» Tommaso, de' Pregadl, qu. Giovanni Matteo,
55, 558.
9 Tommaso, provveditore sopra le Camere, qu.
Francesco, 560.
9 Vincenzo, governatore delle entrate, qu. Ni-
colò dottore cavaliere e procuratore, 562,
566.
Michiel (de) Stefano, cittedino veneziano, 555.
Mida Giovanni, 460, 461,
Migianie o Messgne (di) contessa, v. Beltran Beatrice.
Mignano (di) conte, v. Fieramosca Guido.
Milanese Girolamo, capitano, 106.
Milano (di) doca, v. Sforza Francesco.
» oratore a Venezia, v. Corto (da) Bene-
detto.
9 popolo, 208, 333, 843, 420, 439.
Milion, di Varo, monsignore, capitano nell'esercito
imperiale, 839.
MilloDo Bonifacio, cavaliere di s. Giacomo, dimoranto
in Venezia, 279.
Milledonne Angele, cittadino veneziano, qu. Antonio,
861.
Minio, casa patrizia di Venezia.
» Filippo, Signore di Notte, qu. Castellano, 534.
9 Giovanni Battista, podestà a Monfalcone, 93,
9i.
>
6j5
IKDICE DEt NOUI DI PERSONE E DI COSE
a
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>■
Minio Marco, consigliere, qu. Bartolomeo, 6, 29, 33,
41, 59, 112, 114, 161, 163, 205,267, 273,
432, 453, 557.
» Nicolò capo dei XL, qu. Almorò, 58, 146,
172, 174, 319. 433, 453.
V Silvestro, luogotenente in Cipro, qu. Andrea,
190, 200, 523.
Minotto, casa patrizia di Venezia.
» Vettore, de'Pregadi, dei XV savi sopra l'e-
stimo di Venezia, qu. Giacomo, 180, 559.
Mirandola (da) Marco, frate eremitano, 194.
» (della) Giovanni Francesco, v. Pico.
Missolo Ercole, di Pago, 74.
Mocenigo, casa patrizia di Venezia.
» Alvise cavaliere, consigliere, qu. Tom-
maso, 6, 29, 33, 67, 79, 81, 115, 126,
127, 129, 145, 159, 161,162,176,234,
255, 308, 320, 392, 399, 405, 498, 562.
» Andrea, dottore, de'Pregadi, savio a ter-
raferma, di Leonardo procuratore, qu.
Serenissimo principe, 54, 160, 180,
188, 233, 245, 247, 308, 311, 340, 406,
432, 454, 524, 5:^9.
» Andrea, qu. Leonardo, qu. Tomaso procu-
ratore, 147.
« Antonio, procuratore, di Alvise cavaliere,
51, 180.
» Francesco, fu podestà e capitano a Tre-
viso, procuratore, qu. Pietro, 56, 186,
532, 556.
» Lazzaro, capo del Consiglio dei X, qu.
Giovanni, 327, 558.
» Leonardo, procuratore, savio del Consiglio,
qu. Serenissimo principe, 25, 29, 59,
63, 174, 176, 209, 213, 308, 431, 453,
524, 539, 557.
» Nicolò, fu provveditore al Sale, de'Prega-
di, dei XV savi sopra l'estimo di Ve-
nezia, qu. Francesco, 180, 559.
;» Tommaso, fu capitano in Candia, dei XX
savi sopra l'estimo di Venezia, di Leo-
nardo procuratore , qu. Serenissimo
principe, 39, 55, 159, 162, 163, 233.
» Vettore, qu. Giacomo, 56.
» Filippo, figlio naturale del doge Pietro,
fu priore dell'ospizio della Cà di Dio,
78.
Molla (da), casa patrizia di Venezia.
» Andrea, dal Banco, del Consiglio dei X,
qu. Marino, da tan Giuliano, 133, 430,
567.
» Andrea, fu ufficiale alla Camera dei pre-
stiti, savio a terraferma, qu. Pietro,
da sanVAponal, 160, 245, 307, 312,
432, 557.
^ Domenico, provveditore sopra il cottimo
di Alessandria, qo* Bernardino, 556.
»
n
»
Molin (da) Filippo, provveditore sopra le aque, qa.
Girolamo, 367, 561.
Francesco, qu. Bernardino, 133.
Gaspare, procuratore, di Tomaso, 367,
513, 531.
Giacomo, di Pietro, qu. Giacomo dotttye,
57.
Giovanni, dei XL al criminale, sindaco,
qu. Benedetto, 146, 265, 543.
Giovanni Battista, provveditore in Dal-
mazia, qu. Girolamo, 19, 102, 217,
304, 493, 498.
Giovanni Francesco, provveditore alle
biado, qu. Pietro da sant'Aponal, 56.
Girolamo, di Pietro, qu. Giacomo dottore,
56.
Marco, procuratore, qu. Alvise procura-
tore, 64, 180, 209, 320, 367, 513, 531,
562.
Marino, consigliere, qu. Giacomo, 6, 29,
33, 59, 114, 144, 161, 163, 273. 560.
Nicolò, di Pietro, qu. Giacomo dottore, 51.
Paolo, qu. Antonio, 566,
Pietro, fu al luogo di Procuratore sopra
gli atti dei sopragastaldi, qu. Giro-
lamo, qu. Paolo, qu. Marco procura-
tore, 560.
» Pietro, qu. Giacomo, dottore, 56.
Monaldini (di) Obizzo, cittadino di Ravenna, 155.
Moncada (di) don Ugo, capitano dell'Imperatore, vi-
ceré di Napoli, 87, 178, 201, 217. 383, 385, 386,
387, 388, 389. 390, 411, 415, 467, 468.
Monete forestiere a Venezia, 80, 97.
» veneziane. 97, 446, 516.
Monopoli (di) oratori a Venezia della comunità, 532,
533.
Monsignore illustrissimo, v. Foys.
Montanes (de) Renale, capitano nel!' armata spa-
gnuola, 383, 387, 388.
Montealto (di) duca, v. Aragona (d') Ferrante.
Monte (del) Giovanni Maria, arcivescovo Sipontino o
di Manfredonia, presidente o governatore della Ro-
magna, 123, 501.
Montecalvi (di) conto, v. Carafe Giovanni PraDceseo.
Monteleone (di) conte, v. Pignatelli Ettore.
Montella (di) conte, v. Cavaniglia Troiano.
Montesarcbio (di) marchese, v. Carafa GiovaoDi Vm-
cenzo.
Montmorency (Memoransi) (de) .\nne, primo barone,
pari, maresciallo e Gran Maestro di Francia, 197,
405, 474, 484, 534.
Mon torio (di) conte, v. Carafa Giovanni Alfonso.
Mon torio Francesco, v. Camponeschi.
Montuoro [Monturri) (di) conte, v. Zurlo Giovanni
Bernardino.
Morcone (di) conte, v. Gaetani d'Aragona Giacomo
Maria,
Ó57
INDICE DCr MOUI DI PERSONE £ DI COSE
65d
»
9
Mora Antonio, cittadino veneziano, 553, 554.
» Pasqualino, cittadino Teneziano, 553, 554.
Moreliano Filippo Giaconoo, di Monopoli 533.
Morello Giovanni, cancelliere a Venezia di condottieri
vari, qu, Nicolò, 147, 149, 215, 361, 465, 537.
Moreta (de la) monsignore, v. SoUiera (di) Carlo.
Morexini t. Moroslni.
Moro [Maurus) casa patrizia di Venezia.
» Agostino, qn. Marino, 568.
Antonio, di Fantino, 266.
Bernardo, fu provveditore al Sale, de'Pregadi,
dei X savi sopra T estimo di Venezia, qu.
Leonardo, 39, 102, 563.
Daniele il grande, censore della città, qu. Ma-
rino, da $. Agostino, 54, 296, 568.
Gabriele cavaliere, savio a terraferma, qu. An-
tonio, 30, 41, 59, 64, 79, 83, 136, 188, 233,
873, 563.
Giacomo Antonio, fu giudice del Piovego, di
Lorenzo, qu. Cristoforo, 51, 145, 266.
Giovanni, fu luogotenente in Friuli, qu. Da-
miano, 158. 238, 256, 430, 567, 568.
Giovanni, provveditore dell' armata, qu. Anto^
nìo, 97, 144, 193, 205, 275, 335, 337, 866,
537.
Giovanni Battista, fu alla custodia di Padova,
qu. Fantino, 264. •
Girolamo, provveditore sopra la sanità, provve-
ditore sopra le pompe, qu. Alvise, 556, 661.
Marco, fu signore di Notte, qu. Bartolomeo,
265.
Pietro Antonio, di Fantino, 67.
Sebastiano, qu. Damiano, 668.
Tommaso, provveditore generale nelP esercito,
qu. Alvise, 5, 13, 15, 23, 36, 38, 47, 66, 71,
73, 76, 79, 80, 84, 87, 90. 91, 93, 94, 95,
96. 97, 98, 108, 109, HO, 114, 117, 118, 119,
125,135, 141, 144, 150, 151, 152, 155, 164,
1.77, 185, 186, 193, 194, 195, 196, 201, 202,
207,208, 213, 216, 225, 243, 251, 352, 258,
259, 260, 268, 274, 277, 284, 292, 298, 800,
301,302, 315, 322, 334, 340, 342, 343, 344,
345, 854, 355. 3^2, 365, 367, 874, 378, 394,
395, 896, 399, 406, 407, 408, 410, 412, 416.
420, 428, 429, 438, 439, 450, 451, 459, 476,
478,480, 481, 482, 486, 487, 492, 504, 510,
518,520, 521. 530, 632, 637, 540, 511, 546,
647, 648, 549.
Moron© Girolamo, dottore, fti cancelliere del duca
Francesco Sfor«a, 86.
Moroslni [Morexini, Mauroceno), casa patrizia di Ve-
nezia.
n Almorò, capitano al Golfo, qu. Antonio, 69,
103, 124, 194, 208, 267, 417, 529.
» Andrea, de' Pregadi, di Giustiniano, 68,
867!
• Antonio, della Giunta, qu. Michele, 666.
/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. XL VII
Moroslni Bartolomeo, fu ufficiale alla Dogana di
mare, qu. Andrea, 249.
» Bartolomeo, qu. Lorenzo. 430, 568.
» Carlo, procuratore, del XV savi sopra l' e-
stimo di Venezia, qu. Battista, da Li--
sbona. 54, 179, 329, 532, 563.
» Cristoforo, governatore delle entrate, qu.
Nicolò, 56.
» Domenico, fu podestà a Portogruaro, qu.
Giovanni, 270.
« Domenico, patrono di una galea di Beyruth,
qu. Giacomo, 531.
» Federico, qu. Cipriano, 669.
» Federico, qu. Girolamo, 57.
» Francesco, de' Pregadi, qu. Antonio, 561.
» Francesco, dottore, qu. Gabriele, 54.
» Francesco, fu savio a terraferma, fu avo-
gadore del Comune, podestà e capitano
a Treviso, de' Pregadi, qu. Nicolò, 55,
187, 243, 258, 565.
D Francesco, detto Squatarin, provveditore
sopra l dazi, qu. Pietro, 399, 501.
» Giovanni, sopraconsole, qu. Pietro, qu. Si-
meone, 398.
1» Giovanni Battista, dei X savi sopra le de-
cime, qu. Giacomo, 564.
» Giovanni Francesco, fu consigliere, dei X
savi sopra l'estimo di Venezia, de' Pre-
gadi. qu. Pietro, da 8, Cassiano, 177, 558.
» Giovanni Francesco, qu. Pietro, 55.
9 Girolamo, di Cristoforo, 135.
» Girolamo (di) moglie, figlia di Nicolò Ve-
nler, 135, 155.
» Girolamo, qu. Pietro, 430, 567.
» Giustiniano, della Giunta, qu. Marco, 59,
559.
» Lorenzo, castellano della Chiusa, 38, 60,-
341.
» Marco dottore, podestà a Bergamo, qu. Lo-
renzo, 54, 295, 297.
» Marino, de' Pregadi, qu. Pietro, 55, 559.
» Michele, fu savio a terraferma, qu. Pietro,
247, 255, 430, 567.
» Nicolò, de' Pregadi, qu. Zaccaria, 666.
« Pandolfo, fu podestà a Padova, provvedi-
tore all'Armare, qu. Girolamo, 40, 58,
352, 462, 561.
» Paolo, fu podestà a Muggia, qu. Giovanni
Alvise, 147,' 263, 271.
» Paolo, podestà e capitano a Belluno, qu.
Marco, das, Zanepoìo, 61, 87, 109, 125,
177, 205, 226, 255, 267, 316, 346, 362,
435, 436, 642.
• Pietro, de' Pregadi, qu. Battista, 56.
]) Pietro, savio a terraferma, qu. Francesco,
80, 35, 69, 136, 308, 311, 432, 464, 501,
623, 524, 562.
42
659
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSB
660O4
Morosioi Pietro, fa sindaco in terraferma, qu. Loren-
zo, 162, 174.
» Pietro, podestà e capitano in Capodistria,
qu. Alvise, 294.
» Silvestro, de' Pregradi, qu. Giovanni , da
sanV Aponah &6I.
Moscoviti, cioè Russi, oratori a Venezia, 8.
Mosto (da), casa patrizia di Venezia.
» Benedetto, dei XL al criminale, qu. Pie-
tro, 58, 562.
» Benedetto, podestà, a Portole, 261.
i> Francesco, provveditore sopra 1 banchi,
qu. Giacomo, 56, 561.
» Francesco, provveditore a Lonato, qu.
Pietro, qu. Valerlo, 481, 492, 509, 535.
Moti (di) Marc' Antonio, cittadino veneziano, 554.
Mozenigo, v. Mocenigo.
Mozzanlca (Mozanega) (da) Contino, 100, 117, 190,
238.
Mudazzo Muazzo, casa patrizia di Venezia.
» » Alvise, qu. Pietro, 431, 568.
» » Andrea, della Giunta, qu. Nicolò,
559.
» » Zaccaria, fu castellano a Corfù,
264.
Mula (da), casa patrizia di Venezia.
» Agostino, provveditore dell' armata, qu.
Paolo, 290, 337, 339, 529.
» Andrea, de'Pregadi, qu. Nicolò, 89, 55,
102, 563.
» Antonio, consigliere, del Consiglio dei X,
qu. Paolo, 112, 462, 558.
Muro (di) conte, v. Ferrillo Giacomo Alfonso.
Mus o Musso (di) castellano, v. Medici (de) Giovanni
Giacomo detto il Medeghino,
Muson Paolo, bandito di Cbioggia, 338.
N
Nadal, casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, capitano delle galee di Bejrutb, qu.
Bernardo, 7, 485.
Naldo (di) condottieri al servizio dei veneziani,
j» Babone, contestabile, 253.
» Gere^mia, 253.
» Giovanni, capo di cavalli leggieri, 6, 290,
402, 470, 472, 485, 500, 502, 517, 532,
544.
» Guido, contestabile, 24, 99, 104, 107, 108,
117, 119, 152, 163, 182, 253, 355, 378,
897, 400, 423, 4l9, 504, 522.
Nana galea (cioè del sopracomito Naai), 529.
Nani, due case patrizie di Venezia.
» Agostino, de'Pregadi, di Paolo, 290, 324, 564.
» Francesco, sopracomito, qu. Giovanni, 529, 548.
n Paolo, il vecchio, fu capo del Consiglio dei X,
della Giunta, qa« OiacomOi h^, 319| 562.
Nani Paolo, fu podestà a Verona, vicecapltano es
provveditore generale a Verona, del Consi-
glio dei X, della Giunta, qu. Giorgio, 217.
253,255,319,880,331, 337, 354, 875, 878,
394, 398, 404, 414, 417, 423, 428. 496, 487, '
444, 449, 450, 460, 462, 463, 464, 469. 474^^
477, 480, 485, 490, 496, 500, 502, 5U, 517,
530, 532, 534, 535, 538, 545, 546, 559-
NB. A colonna 534 correggasi la punteg-
giatura leggendo: quale è Prvte
ditor cenerai in Verona ; savio sora i conti, .
ni un patsoe : ecc.
Napoli (da) Giovanni, dimorante a Verona, 214.
» (di) baroni del regno, 493, 508.
» seggi, 280.
» viceré, v. Moncada Ugo.
Nardo (NeHlo) (di) duca, v. Acquaviva d' Aragona
Belisario.
Navagero, casa patrizia di Venezia.
» Andrea, oratore all'Imperatore, della Giun-
ta, qu. Bernardo, 867.
Navaier, v. Navagero.
Navarra (di) regina, Margherita di Valois, sorella del
re Francesco I di Francia, 76.
Navarro Pietro, conte, capitano generale dell' armata
di Francia, 8, 9, 27, 37, 70, 72, 88, 89, 138, 139,
% 183, 212, 215, 297, 859, 884.
Nave (dalla) Cristoforo, cittadino veneziano, 554.
Negro (del) Giovanni, di Grigno in Valsugana, 163.
» Girolamo, cittadino veneziano, di Francesco,
360.
» Pietro, cittadino veneziano, qu. Alvise, 554.
Neri (de) Marco {del Nero) fiorentino, oratore ad
Odetto di Foys, 386.
Nerito Nardo (di) duca, v. Acquaviva d' Aragona
Belisario.
Nicastro (di) conte, v. Caracciolo Giovanni Battista.
Nicbesola (di) Galese (Calese), veronese, fu vescovo di
Belluno, 126, 129.
Nioolosi Lodovico, cittadino veneziano, qu. Nicolò, 360.
Nicosia (di) arcivescovo, v. Podacataro.
Nigra (della) Antonio, cittadino veneziano, 554.
» » Francesco, cittadino veneziano, 554.
Nixla (di) duca, v. Crespo Giovanni.
Noale (da) Ahise, dottore, avvocato a Venezia, 555.
Nobili (di) Francesco, 540.
Nocera (di) duca, v. Carafa Ferrante.
Nogarola (da) Alessandro, conte, oratore a Venezia
della comunità di Verona, 20.
Noia (di) conte, v. Accia (d') Giovanni Berardino.
Nola (di) conte, v. Orsini Brrico.
Non (di) Pietro, conte, 143.
Nordis (de) Jacopo, vescovo di Urbino, 53.
Norimberga [Dorimbergo] (da) Raimondo, gentilaomo
di Gorizia, 182.
Novara (da) Vincenzo, capo di fan* al servizio dei
veoesianl, 807.
661
INDICE DQ NOMI DI PERSONE E DI COSE
66Ì
Norellara (da) eonte, v. Gonzaga Alessandro.
NoTello (da) Giaoometto, capo di fanti al senrizlo dei
teoesiani, 143, 144, 181, 237, 441, 442, 444, 473,
490.
Navolara, ▼. Novellara.
Obigni (di) monsignore, t. Stuart Roberto.
Ogrento (di) conte, v. Balzo (del). Francesco.
O^io (dall*) Giovanni, di Asiago, 113.
Gira (di) marchese, v. Bonifacio.
Oliveto od Àlvito (di) conte, v. Gardena (de) Ferdi-
nando.
Onorati [Onorai) Domenico, mercante dì tela [telaruol]
a Venezia, 551.
Oppito (di) conte, v. Orsini Roberto.
Grange (di) principe, y. Challon.
Gratto, Y. Orazio.
Oratori delle varie nazioni presso le corti e gli stati,
V. i nomi delle nazioni rispettive. .
» vari a Venezia. 52, 53, 128, 209, 210, 217,
220, 242, 295, 296, 392, 480, 484, 506.
» vari in Francia, 211, 212, 238, 474.
» vari air Imperatore, 8, 10, 11, 76, 239.
Orazio Alessandro, cittadino veneziano, 554.
» signor, V. Baglioni Orazio.
Orio, casa patrizia di Venezia.
» Giacomo Antonio, fb ufficiale alla Camera de!
prestiti, qu. Giovanni, 160, 245, 807.
» Pietro, dei XL al criminale, qu. Bernardino ca-
valiere, 58, 205, 258, 262, 267.
» Vincenzo, qu. Giovanni, 431, 437, 483.
» Zaccaria, fu dei XL al civile. Signore di Notte,
qu. Giovanni, 264, 271, 332, 422, 464, 511,
514, f3l, 539.
Orlando N. N, cameriere del papa, 370.
Orsini, casa principesca romana e fazione, e membri
di essa, 416.
» Camillo, 183, 212, 217, 218, 314, 315, 336,
356, 366, 436.
» Errico, conte di Noia, 168.
» Ferrante, duca di Gravina, 167.
» Franciotto, cardinole diacono del titolo di
santa Maria in Cosmedin, 13, 28.
» Giovanni Francesco, 304, 479, 529, 545, 546.
» Giovanni Paolo, di Lorenzo da Ceri, 360.
» Lorenzo da Ceri, delT Anguillara, 244.
w Napoleone, abate commendatario di s. Salva-
tore di^Farfa, Aglio di Giovanni Giordano,
68, 416.
» Nicolò, conte di Pitiglìano (ricordato), 41.
» Roberto, conte di Oppido, 169.
I» Valerio, signore di Monterotondo, 26, 303.
Padavin Giovanni Battista, cittadino veneziano, qu.
Nicolò, 861.
Padova (da) o Padoan Girolamo, contestabile al ser-
vizio dei veneziani, 262, 371, 459, 483,
493.
» (di) camera, 496, 498.
» (di) comonità, 531.
» (di) consiglio della comunità, 19.
Padregno, capo di cavalli leggieri nell* esercito im-
periale, 15, 16.
Padula (della) marchese, v. Gardena (de) Antonio.
Pafo (di) vescovo, v. Pesaro (da cà da) Giacomo.
Pagrain Pietro, di Arzignano, 89.
Pagan Nicolò, addetto alla corte pontificia, 421.
Palazzuolo (da) Raffaele, 99.
Palena (di) conte, v. Capua (di) Giovanni Francesco.
Paleologo, casa dei marchesi di Monferrato.
» Anna, figlia di Renato d*AlenQon, mar*
obesa di Monferrato, 277.
Paleologo Teodoro, interprete dell* oratore veneziano
al Gran Sultano, 135, 210.
Palla N. N. inviato della republica di Firenze, iu
Francia, 93.
Palmieri (di) Gottifredo, nobile di Mooopoli, 538.
Pandone Errico, conte di Venafh), 168.
Pantheo Giovanni Agostino, autore di an*opera m?/a
purificatione dell* oro, 40.
Papa Clemente VII, 5, 6, 8, 11, 13, 23, 24, 28, 53,
67,68,69,76,77, 85, 94, 96, 97, 119, 123,
126, 127, 129, 133, 145, 155, 156, 158, 170,
17i, 196, 197, 200, 201, 210, 235. 242, 248,
254, 260, 269, 270, 280, 287, 289, 808, 334,
836, 841, 347, 349, 350, 351, 359, 360, 364,
366,370, 374, 389, 391, 392, .393, 396, 398,
399, 403, 405, 414, 416, 426, 429, 437, 438,
439,440,461,462,463, 464. 469, 474, 479,
492, 49 1, 495, 498, 500, 501, 517, 529, 580,
637..
» Alessandro III (ricordato], 210.
9 Giulio II (ricordato), 200.
» Leone X (ricordato), 287.
» (del) legato a Venezia, v. Averoldi Altobello.
« (del) messo air esercito imperiale, 447, 448.
» (del) oratore in Francia, v. Pucci.
Parma (da) Agostino, contestabile a Corfù, 67.
Paso [Pawe) Girolamo, veneziano, SCO,
Pasquali go, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, procuratore, qu. Filippo, 59, 209,
366, 480, 532, 546, 562.
Francesco, fu capitano delle galee di
Alessandria, qu. Vettore, 247, 255,
330, 499.
Francesco, podestà a Noale, qu. Marc^An-
tonio, 100, 101, 118.
»
663
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
664
Pasqualig^o Giovanni, fd ufficiale alla dogana di mare,
qa. Marino, 265.
» Giovanni Maria, qu. Marco, 57.
» Lorenzo, procuratore, qu. Filippo, 59, 180,
866, 566.
» Nicolò, provveditore aopra i banchi, qu.
Vettore, 564.
T% Sebastiano, fu sopracomito, qu. Cosma,
254.
Pasqualini Nicolò, cittadino veneziano, 360.
Passano Giovanni Gioachino, dalla Spezia, sig^nore di
Vaylos Vaux, 178, 382, 388.
Patian N. N. di Mestre, 248.
Patriarca di Venezia, v. Querini Girolamo.
Paulucci iPauluzi) Antonio, cittadino veneziano, drap-
piere, 320, 553, 554.
Paxi, V. Pazzi.
Pazzi (de) Alessandro, oratore a Venezia della repub-
blica di Firenze, 29, 52, 77, 93, 125, 128, 194,
209, 231, 232, 233, 237, 242, 253.
Pelizon Francesco, cittadino veneziano, 553, 554.
Pellegrino, corriere di Francia, 363.
Pereny [Perini) Pietro, voivoda di Transilvanla, figlio
del fu Conte Palatino d' Ungheria, 15, 122.
Perini, v. Pereny.
Permarin, v. Premarin.
Perpigliana, galea spagnuola, 467.
Per^enon o Bressanone (di) vescovo, v. Austria (di)
Giorgio.
Pesaro '(da cà da), casa patrizia di Venezia.
V » Alessandro, de* Pregadi, qu. Nicolò,
40, 55, 565.
» » Antonio, de* Pregadi, qu. Alvise,
qu. Angelo, 560.
» » Antonio, fu podestà e capitano a
Treviso, qu. Leonardo, dal carro
di Lizza Fusina, 56, 186.
» » Benedetto, fU capitano generale
del mare (ricordato), 287.
» » Bernardo (erroneamente Zeo»ar(^o),
capo dei XL, sindaco, di Pie-
tro, 172, 174, 427, 453, 479,
511, 512, 524, 525, 539, 543.
Fantino, qu. Leonardo, 56.
Francesco, qu. Marco, 566.
Francesco, qu. Leonardo, 566.
Giacomo, vescovo di Pafo, qu.
Leonardo, 53, 128, 194, 209,
213, 217, 242, 258, 295, 296.
Giovanni, fu de' Pregadi, qu. Leo-
nardo, 186.
Giovanni, qu. Andrea, 57.
Girolamo, fu al luogo di Procu-
ratore sopra gli atti dei sopra-
gastaldi, qu. Nicoìò, 177, 560.
Girolamo, savio del Consiglio, dei
XX savi sopra l'estimo di Ve-
»
»
nezia, provveditore air Arse-
nale, qu. Benedetto procura-
tore, 89, 159. 162, 168, 172,
174, 255, 271, 308, 330, 393,
432, 451, 452, 454, 524^ 557.
Pesaro (da cà da) Leonardo , rectius Bernardo , v.
questo nome.
» » Marco, fu podestà e capitano a
Bassano, qu. Girolamo {Ca*
roxof), 246, 255.
» » Pietro, da Londra, procuratore,
oratore ad Odetto di Foys, qu.
Nicolò, 8. 10, 19, 22, 27, 29,
35, 40, 41, 44, 66, 68. 70, 75.
86, 103, 105, 113, 136, 145,
153. 155, 173, 176, 178, 183,
208, 212, 213, 217, 218, 227,
232, 234, 273, 274, 290, 303,
324, 327, 336, 367, 871, 381.
384, 398, 464, 487, 493, 508,
529, 534, 541, 546.
» » Pietro, de* Pregadi, qu. Bernardo,
558.
Pescara (di) marchese, v. Avalos.
Pexaro, v. Pesaro.
Piagnoni, fazione di Firenze, 64.
Piatese cavaliere, capitano del marchese di Mantova,
188, 189, 140, 141.
Picoolomini (Todeschini), famiglia principale di Siena.
» Alfonso, duca d'Amalfi [Melfe, Amelflu
gran giustiziere dei regno di Napoli,
166.
» Giovanni Battista, marchese di Deliceto
(Licito), 167.
Picenardi (Pizenardo) Annibale, capitano del duca di
Milano, castellano di Cremona, 315, 317, 439, 521.
Pico Giovanni Francesco, signore della Mirandola,
505.
Piero (di) Giovanni, tintore a Venezia, 655.
Pietrapiana (da) Juri o Giorgio, capitano dell' arci-
duca d'Austria, 62.
» » Massimiliano, capitano dell'arciduca
d'Austria, 150, 163, 374, 379.
Pievani delle chiese di Venezia, 82, 83, 253,
Plgnatelli Camillo, conte di Borrello {BurioUo), figlio
di Ettore, 169.
Pignat^i Ettore, conte di Monteleone, viceré dì Si-
cilia, 168.
Pio, casa del signori di Carpi.
» Alberto, oratore del re di Francia a Roma, si-
gnore di Meldola, 69, 196, 197.
Pisani due case patrizie di Venezia.
Alvise, vescovo di Padova, di Giovanni, di Al-
vise procuratore, 127.
Alvise, procuratore. Savio del Consiglio, prov-
veditore generale nell'esercito, qu. Gio-
vanni, dal Banco, 13, 28, 40, 41, 44, 47,
»
n
^65
INDICE DEI NOlli DI PERSONE E DI CX)SB
666
48, 61, 68, 70, 75, 86, 94, 103, 105, 116,
156, 176, 178, 184, 212, 213, 217, 218, 227,
232, 234, 273, 275, 290, 803, 324, 827, 836,
367, 871, 381, 881, 898, 464, 493, 508. 529,
534, 546, 562.
Pisani Bartolomeo, fu castellaoo a Padova, di Gio-
vanni, 249, 263.
» Bernardo, fu esattore all'ufficio dei governa-
tori alle entrate, qu. Francesco dal BancOf
249.
» Bertuccio, di Alessandro, 265.
» Fantino, di Vettore, qu. Giorgio, 265.
» Francesco, cardinale diacono del titolo di san
Marco, di Alvise procuratore, 13, 53, 837.
» Francesco, di Vettore, qu. Francesco, dal Banco,
265.
» Giacomo, provveditore sopra la sanità, qu. Do-
menico cavaliere, 63, 79, 81, 155, 275, 430,
567.
» Giovanni, de* Pregadi, procuratore, di Alvise
procuratore, dal Banco, 220, 533, 562.
» Giovanni, fu avvocato grande, qu. Benedetto,
264.
» Giovanni, podestà a Vicenza, qu. Nicolò, 19,
89, 969.
» Ottaviano, qu. Domenico cavaliere, 480, 567.
» Vettore, fu provveditore sopra la revisione dei
conti, qu. Giorjrio, 160, 215, 307.
» Vettore, qu. Francesco, dal Banco, 249, 264.
Pltigliano (di) conte, v. Orsini Nicolò.
Piva Giovanni Battista, fuoruscito di Cervia, 6.
Pisani, V. Pisani.
Pizinardo, v. Picenardi.
Pizzamano, casa patrizia di Venezia.
» Domenico, podestà a Brescia, qu. Marco,
56, 200. 313, 319, 378. 397, 899, 422,
488. 448, 459, 476, 477, 481, 482, 492,
509, 518, 544, 548.
» Francesco, qu. Giovanni Andrea, 431,
568.
» Gregorio, qu. Marco, 99. 101, 135, 166,
197, 215, 371, 895, 899, 449, 476, 482,
504.
Plzzoll (di) Giacomo, cittadino veneziano, 555.
Pochipani Giacomo Antonio, contestabile al servizio
dei veneziani, 182, 355, 504, 522.
» Scipione, capitano di .Valcamonica, 101,
221.
Podacataro Livio, arcivescovo di Nicosia, 53.
Podar N. N. di Drauburg, 293.
Poeta Ercole, veronese, contestabile al servizio dei
veneziani, 181,225,280, 898, 404, 414, 422, 428,
' 431, 443, 478, 490, 498, 540.
Pela (della) Girolamo, cittadino veneziano, 861.
Poi ani, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, al luogo di Procuratore sopra gli atti
dei sopragastaIdi,.qu. Giacomo, 806, 565
Polani Girol$imo dottore, fu della Giunta, de* Pre-
gadi, qu. Giacomo, 54, 153, 283, 559.
« Marino, provveditore a Veglia, qu. Bernar-
dino, 144.
Polenton Francesco, di Enego, 371.
Policastro (di) conte, v. Carafa Pier Antonio.
Polignano (di) marchese, v. Toraldo Vincenzo.
Polo (de) Antonio, stracciaiuolo a Venezia, 553, 554.
Polonia {Poiana) (di), casa regnante.
» » » Sigismondo I Jagellons, re di
Polonia» gran duca di Li-
tuània, signore di Prussia e
di Russia ecc., 185, 248.
» » » regina. Bona Sforza duchessa
di Bari, 168.
» n » oratore al gran Sultano, 248.
Ponte (da) casa patrizia di Venezia.
» Nicolò, dottore, fu de' Pregadi, di Anto-
nio, 54.
Pontirolo (Pontreuil ?) Leonardo, medico francese à
Venezia, 18.
Popoli {Vùpulo) (di) conte, v. Cantelmo Giovanni.
Porcaro Stefano, romano, 836.
Portello o Porcello, Orlando, di Salò, capitano nel-
l'esercito imperiale, 324, 515.
Porto (da), famiglia nobile di Vicenza.
» Alvise, 149, 222.
» Antonio, 104.
» Brunoro, luogotenente di Gian Paolo Man-
flrone, 120, 815, 355, 445, 447, 478.
Porto (del) Simeone, trentino, 143.
Potenza (di) conte, v. Guevara.
Pozo (dal) Alessandro, qu. Pietro, cittadino veneziano,
360.
» » Bernardo, cittadino veneziano, 554.
» » Leonardo, cittadino veneziano, 554.
Pramburg (?) (di) conte {ffergrof), 858.^
Pramisbrlcense duca, v. Brunswick.
Pranzvich (di) duca, v. Brunswick.
Prato (da) Giovanni Andrea, bresciano, cavaliere,
collaterale generale nell'esercito dei veneziani,
75, 1 17, 203, 207, 394, 396, 447, 487, 540.
Prausbanich, Prausbain (di) duca, v. Brunswick.
Pravil, mudaro in Boemia, 293.
Preclsburg (di) duca, v. Brunswick.
Premarin (Permarin), casa patrizia di Venezia.
» Tommaso, fu patrono di una galea di Fian-
dra, qu. Nicolò, 264.
Primicerio di s. Marco, v. Barbarigo Girolamo.
Principe, v. Gritti Andrea.
» d'Austria o di Castiglla, v. Austria (di)
Ferdinando.
» (d'Orange), v. Cballon (di) Filiberto.
Priolì V. Priuli.
Priuli, casa patrizia di Venezia.
» Almorò, qu. Bernardo, 430, 567.
Alvise, de* Pregadi-, qu. Marco, 58.
»
tffl
tiOKZ DB NOU DI PERSONE E DI- COSE
668
»
»
»
Frinii Alvise, fa proTvediiore al Sale, qa. Fraoee-
eoo, 56, 245, 490, 567.
» Andrea, dottore, qa. Pietro, da $. Sofla, 54,
430, 567.
Angelo Maria, qn. Pietro Alvise, 57.
Antonio, dal Banco, fa capo del Conaiglio
dei X, deTre^di, procuratore, qa. Maroo,
qa. Francesco, da s. Severo^ 56, 319, 998,
427, 428, 561, 568.
Benedetto, qa Francesco, 56, 430, 567.
Domenico, camerlengo del Cornane, qa. Ni-
colò, 565.
Donato, dei XL al criminale, qa. Roberto,
556.
Federico, de* Pregadi, qu. Giovanni France-
sco, 56.
Francesco, procuratore, provveditore sopra le
biade, qa. Giovanni Francesco, 54, 78,
180, 299, 516, 532, 557.
Francesco (di) figlia, v. Qaerini Francesco.
Giacomo, provveditore sopra i dazi, qu. Fran-
cesco, 556. "
Giacomo, qu. Bernardo, 430, 567.
Giovanni, fìi capo del consiglio dei X, della
Giunta, qu. Pietro procuratore, 103, 177,
560.
Giovanni, tu dei XL, di Nicolò, da i. Felice,
265, 271.
Girolamo, podestà a Bergamo, qu. Lorenso,
da I. Giacomo dall' Orio, 295, 297.
Girolamo, sindaco, qu. Giacomo, 543.
Girolamo, qu. Domenico, 568.
Lorenzo cavaliere, fu oratore air Imperatore,
qu. Alvise, qu. Nicolò, 54, 306, 865.
Marc' Antonio, fa podestà e capitano a Rovigo,
de* Pregadi, qu. Alvise, 55, 103, 559.
Nicolò, della Giunta, qu. Giacomo, 562.
Sebastiano, fU ufficiale alle Cazude, provve-
ditore sopra il cottimo di Damasco, qu.
Domenico, 187.
Vincenzo, qu. Lorenzo, 566.
Zaccaria, qn. Alvise, 430, 567.
Priunsbaen (di) duca, v. Brunswick.
Pronsbit (di) duca, v. Brunswick.
Pucci Antonio, vescovo di Pistola, 96, 97, 334, 474.
» Lorenzo, cardinale del titolo dei Santi Quattro
coronati, toscovo Prenestinense, 354.
Puerslang (di) duca, v. Brunswick.
Puglia (di) vfcerò, 215, 824, 968, 869, 465.
Pulignano (di) marcbese, v. Toraido Vincenzo.
Puzi, ▼. Paccl.
Pyro monsignore, v. Gonzaga Pirro.
»
»
»
»
»
Qaarata o Corate (di) marchese, v. Aquino (d*; Lan-
zalao.
Quartano Giovanni, padrone di nave, 20.
Qaerini {Quirini), casa patrizia di Venezia.
»
»
»
»
n
»
»
»
»
Andrea, fu capo di sestiere, qu.
Pietro, 249.
Angelo, qu. Zanotto, 264.
Francesco, di Antonio, qu. Maroo,
dalla Madonna dell' Orto, 147,
263.
Francesco (Stampella) de* Pregadi,
qu. Giovanni, 299, 563.
Francesco (di) moglie, figlia di
Francesco Priuli, 299.
Girolamo, de* Pregadi, qa. Fran-
cesco, 556.
Girolamo, qu. Giacomo, 58.
Girolamo, fu savio a terrafernia,
dei XX savi sopra 1* estimo di
Venezia, della Giunta, qu. Pie-
tro, (erroneamente qu, Andrea),
da santa Marina, 39, 559.
Girolamo, patriarca di Venezia, qu.
' Domenico, dai Miracoli, 53,
l'iS, 179.
Girolamo, rettore alla Canea, 291.
Girolamo, qu. Pietro» 55.
Nicolò, fu patrono di nave, qu.
Andrea, 265, 271.
Nicolò, ufficiale alla camera dei
prestiti, 514.
Stefano, qu. Pietro, 295.
Rai il Nicolò, capo di stradiotti al servizio dei veno-
ztani, 187.
Ramaszotti (de) Ramazzotto, di Ravenna, 349.
Rangoni, famiglia nobile di Modena.
» Claudio, capo di cavalli leggieri al servizio
del papa. 13, 14, 15, 16, 99, 117, 118,
119, 181, 195, 355, 362, 391, 396, 479,
522.
» Ercole, capo di fanti al servizio dei vene-
ziani, 24, 71, 73, 75, 95, 99, 119, 141,
156. NB. A colonna 73 ò erroneameota
cbiamato Claudio.
Francesco, 215.
Guido conte, capitano deir esercito ponti*
ficio, 106.
Ravenna (da) Pietro Maria, v. Aldobrandini.
Redolfl, V. Ridolfi.
Reggio {Rezo) (da) Andrea, commissario imperiale
nei trentino, 44.
Rende (di) conte, v. Adorno Antoniotto.
Renier, casa patrizia di Venezia.
» Daniele, consigliere, qu. Costantino, 6, 29,
59, 79, 161, 163, 164, 205, 267, 273, 432,
453, 496, 557.
669
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
670
Renier Federico, fu avogadore del Comuoe, censore
della città, qa. Alvise, 54, 159, 296, 297,
556, 558.
Renzo signor, v. Orsini Lorenzo.
Reso, ▼. Reggio.
Ricardo commendatore, v. Vaurl.
Ridolfi, casa nobile di Firenze.
ì> Nicolò, cardinale diacono del titolo del santi
Vito e Marcello, 133.
Rieti [Arieti) (da) Giovanni, contestabile al servizio
dei veneziani, 490, 540.
Rimlni [Etmano) (da) Battistino, capitano di fanti al
servizio dei veneziani, 24, 119, 124, 340,
448, 477, 491, 504, 530.
» (di) signor], ▼. Malatesta.
Riva (da), casa patrizia di Venezia.
» » Alvise, qu. Bernardino, 430, 485, 567.
» » Girolamo (cittadino), 514.
Riva (dalla) Antonio (Tognon) veronese, contestabile
al servizio dei veneziani, 261, 363, 371, 442, 443,
444, 472, 474, 490, 492, 544, 549.
Rizan, capitano austriaco, 90.
Rizzo Vincenzo, cittadino veneziano, qu. Marco, qa.
Giovanni, 361.
Robertet Florimondo, bali, tesoriere e segretario del
re di Francia, 211.
Rocca (della) Giovanni Antonio, corso, capo di fanti,
304.
Rocco, oste in Borgo di Valsugana, 401.
Rocbandolf, capitano austriaco, 62.
Roda {Euoda) (dalla) FrancescOi cittadino veneziano,
553.
Romano Simeone, barone napoletano, capo di fiintii
338.
Ronco di Rivo (de) Antonio, esploratore, 235.
Roso Antonio, da Castello^ oontestabile al servizio dei
veneziani, 18, 180, 181, 182, 504, 522.
Rossi (de), casa nobile di Parma.
» » Pietro Maria conte di San Secondo, 197.
» (di) Filippo, cittadino veneziano, di Giovanni,
360.
Rosslno, capo di fanti al servizio dei fiorentini, 466.
Rosso Andrea, segretario ducale veneziano, 295, 308,
485, 500, 531. '
Rota sacra, tribunale ecclesiastico, 97.
» Alessandro, cittadino veneziano, 555,
Rovere (della) Francesco Maria, duca di Urbino, ca-
pitano generale deireseroito dei ve*
neziani, 1 3, 28, 35, 36, 40, 4 1 , 44, 47,
&1, 70, 86, 91, 135, 155, 156, 173,
182, 187, 188, 197, 204, 220, 222,
223, 243, 257, 259, 268, 269, 277,
282, 284, 285, 288, 293, 296, 299,
802, 305, 312, 313, 314, 315, 319,
320, 322, 824, 332, 335, 337, 342,
845, 854, 356, 862, 865, 866, 374,
375, 878, 893, 894, 395, 896, 897,
898, 399, 400, 403, 405, 406, 407,
408, 411, 415, 422, 426, 427, 429,
437, 438, 440, 441, 444, i50, 451,
452, 460, 462, 464, 469, 470, 471,
472, 473, 474, 478, 483, 485, 486,
487, 488, 489, 491, 492, 500, 502,
503, 504, 506, 514, 517, 522, 530,
531, 538, 539, 545, 546, 549.
Rovere (della) Eleonora Gonzaga, duchessa di Urbi-
no, 155, 173.
» » oratore a Venezia, v. Falcucci.
Roveredo (di) capitano, 150.
Roy N. N., veneziano, 93.
Roberti (di) Alberto, cittadino veneziano, 514.
Ruffo Paolo, conte di Sinopoli, 169.
Ruoda, V. Roda.
Ruvo [Sugo] (di) conte, v. Carafa Fabrizio.
Ruzzanotti (di) Liberale, prete di Treviso, 173.
Ruzzini, casa patrizia di Venezia.
3è Carlo, qu. Domenico, 430, 568.
» Marc' Antonio, qu. Domenico, 430, 568.
8
Saba N. N. ammiraglio nelle galee di Beyrutb, 150.
Sagredo, casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, ufficiale alle Ragioni nuovoi qu.
Pietro, 560.
» Giovanni Francesco, provveditore a Cerviii
qu. Pietro, 6, 23^ 500.
» Pietro, capo di fanti, di Giovanni France-
sco, 261, 262.
Sagudino Nicolò, segretario ducale veneziano, qu. Al«
viso, 426, 471. .
Salamanca Gabriele, conte di.Ortemburg, gran teso*
riere deir arciduca d' Austria, 65.
Salamon, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, fu dei XL al civile, qu. Vito, 263.
» Alvise, fu dei XL, di Filippo» 265.
» Filippo, capitano in Cadore, qu. Pietro,
286, 298, 375.
» Giovanni Natale, fu savio a terraferma, qu.
Tommaso, 39, 55, 160.
» Lorenzo, fu podMtà e capitano a Feltre, qu.
Pietro, 103.
» Michele, pagatore airArmamento, di Ni-
colò, qu. Michele» 263.
* Nicolò, fu giudice del Mobile, qa* Giro-
lamo, 265.
» Nicolò, podestà a Bergamo, qu. Michele, 71,
104, 108, 112, 123, 128, 187, 547.
» Pietro, conte a Pela, qu. Vito, 125.
» Sebastiano, fu ufficiale al dazio del vino,
qu. Vito, 264.
» Vettore, qu. Nicolò» da santa Marta For*
moia, 264.
Saloroo (di) priocipoi v. Saosevorino Ferrante,'
671
INDICE D£l NOMI DI PERSONE E DI COSE
672
Salines, capitano nell* armata di Spagna, 383, 387,
888.
Salis (de) Tegeno [Degano, Tegaino, Tegine), capita-
no gpìgrione, 25, 67, 104,215,244, 300, 801, 302,
313, 318, 323, 827, 332, 342, 343, 3G2, 365, 370,
871, 378, 394, 400, 416, 429.
Salm {Solm) Nicolò, eonte, capitano austriaco, 14, 65,
99.
Salò (da) Falcone, v. Leopardi.
» iSalis) Filippino, contestabile, 116, 123, 182,
355, 504, 522.
Salazzo (di) marchese, Michele Antonio, 11, 27, 37,
70, 88, 89, 106.
Salvazo Alvise, cittadino veneziano, 254.
Salviati, casa nobile di Firenze.
» Giacomo, 347.
Salzgrof (t) (di) figli del duca, e vescovo, 358.
Salzburg (di) vescovo, v. Lang Matteo.
Sambernardin Girolamo, cittadino veneziano, 556.
Sambonlfacio (di) Antonio, di Giovanni, detto t7 Conte,
carpentiere néir arsenale di Venezia,
158.
1) Angela, di Antonio, 158.
» Franceschìna, di Antonio, 158.
Sancbez Mosen Alfonso, oratore dell' Imperatore a
Venezia, 45.
Sandetti Tuzo, portoner del Collegio in Venezia, 296,
854, 360.
San Fior (di) conte, v. Santa Fiora.
San Pietro In Galatina (di) daca, v. Castriota Scan-
derbech Ferrante.
Sanseverino, casa principesca di Napoli e di Lom-
bardia.
» Alfonso, duca di Somma, 167.
» Antonio, cardinale prete del titolo di
San Giovanni ante portam Latinam,
13.
» ' Ferrante, principe di Salerno, 166, 385.
» Girolamo, capo di fanti al servizio dei
veneziani, 262, 304.
» Guglielmo, conte di Capaccio, 168. NB.
Nel 1528 il feudo di Capaccio era
già stato confiscato dal Re Cattolico
a Guglielmo Sanseverino, ed era pos-
seduto da Bernardo Villamari : i San-
severino continuavano a portarne il
titolo.
» Pietro Antonio, principe di Bisignano,
166, p29, 530.
9 Boberto, conte di Caiazzo, qu. Giovanni
Francesco, 14, 15, 16, 17, 18, 23, 36,
38,48,49,50, 52, 91, 118, 125, 151,
166, 164, 180. 181, 191, 203, 207,
804, 333, 344, 355, 862, 394, 396,
405, 415, 427, 439, 448, 460, 478,
504, 522.
Saota Croeé, Cftpitano nell* esercito imperiale, 885.
Santa Fiora (San Fior) (de) Borse, conte, v. Sforza
Bosio
Sant'Angelo (di). conte, v. Caracciolo Giovanni Fran-
cesco.
» lodigiaoo (di) podestà, 420.
Santa Severina (di) conte, v. Carafa Galeotto.
» I) (di) arcivescovo, v. Sartorio.
Santi Quattro cardinale, v. Pucci Lorenzo.
Sanuta galea (cioè del sopracomito Sanuto), 324.
Sanuto [Sanudo], casa patrizia di Venezia.
» » Alvise, sopracomito, qu. Domenico,
97.
» *» Antonio, fu podestà a Brescia, dei
XX savi sopra l'estimo di Ve-
nezia, della Giunta, qu. Leonar-
do, 39, 559.
y> » Francesco, governatore delle en-
trate, qu. Angelo, qu. France-
sco, 56, 565.
» » Giovanni, provveditore sopra la sa-
nità, qn. Andrea, qu. Matteo, da
san Silvestro, 63, 79, 81, 155,
252, 561.
» » Lorenzo, qu. Angelo, 264, 271, 305,
314, 332, 365, 449, 450, 461.
x> » Marc' Antonio, qu. Benedetto, 562.
» » Marino (lo scrittore dei Diarii), fa
della Giunta, qu. Leonardo, 53,
56, 255, 426, 490.
» » Marino, della Giunta, qu. France-
sco, 55, 556.
San Valentino (^i) conte, v. Tolfa (dalla) Giacomo.
Sanxonla (di) duca, v. Sassonia.
San Zaccaria (di) Marco, capitano delle barche del
Consiglio dei X, 545.
Saona Grazioso, cittadino veneziano, di Andrea, 554.
Sapa Marco, v. Scarpa.
Sara Paolo, genovese, mercante a Venezia, 554.
Sarasin (del) Berto, mercante di vino a Venezia, 555.
Saratini Giulio, cittadino veneziano, 555.
Sarno (di) conte, v. Tultavilla.
Sartorio Giovanni Matteo, arcivescovo di santa Seve-
verina, 53.
Sassatello (Sawadelo) Ercole, capitano neli' esercito
imperiale, 374.
Sassonia (Sanxonia) (di) duca, Giovanni, 101, 372,
880, 394, 400, 4)1, 419, 423.
Savoia [Savoa) (di), casa ducale.
» » Lodovico di Carlo III, duca, 399.
» j» Claudio, conte di Tenda, figlio di Re-
nato, 384.
Savorgnano [Sovergnan] (di), famiglia castellana del
Friuli, patrizia di Ve-
nezia.
» » » Costantino, 343.
»' » ]» Girolamo, conte d^Ariia,
46, 49, 149, 275, 808.
673
motCX DO MOA Dt PEtlSONE B Di O0S>
674
Savorgnano {Sovergnan) (di) Giulio, di Girolamo, 49.
Saxadelo, ▼. Sassatello.
Sazonia ▼. Sassonia.
Scala (della) Mastioo, fti signore di Verona (ricordato)
221.
» Girolamo, cittadino veneziano, 554.
Scanderbecco, v. Castriotta Scanderbecfa.
Scarpa {Sapa) Marco, di Cbioggia, 294.
Scbomberjc Nicolò, arcivescovo di Capo a, 291.
Scipione V africano (ricordato), 230.
Scit, V. Sitich.
Scotti, casa magnatizia di Piacenza.
» Alberto, di Parfs, 316, 356, 487.
» Cesare, ]06, 38d, 384.
Scrofa (della) Girolamo, dottore, vicario in Frinì!,
238.
Scuole, confraternite religiose laicbe di Venezia, 296.
Sebenico (da) Giovanni {Zanetto), famiglio del pode-
desta di Portole, 261.
Sechini Giovanni Battista, addetto al Gran Consiglio
di Venezia, 204.
Sede apostolica, v. Cblesa.
Semitecolo, casa patrizia di Venezia.
» Giacomo, qu. Angelo, 56.
» Marc' Antonio, qa. Angelo, 266.
Semitecolo Giovanni Francesco (cittadino) qa. An-
gelo, 361, 514.
Seraplca, fu favorito del papa Leone X, 235.
Serena (dalla) Marco, mercante di Veoeata, 553, 554.
Serenissimo, ▼. Gritti Andrea.
Sermogna Francesco, di Conegiiano, 126.
» Ferina, moglie dt Francesco, 126.
Serrone, segretario imperiale, 467.
Serse, re dei Persiani (ricordato), 230.
Sessft (di) duchessa, t. Cordova (di) Elvira.
Sassola Domenico, padrone di fasta, 471.
Seva, Y. Ceva.
Sforza, casa ducale di Milano.
» Bona, duchessa di Bari, v. Polonia (di) regina.
» Francesco Maria II, duca di Bari e di Milano,
figlio di Lodovico, 26, 62, 68, 6^ 85, 94,
96, 109, 119, 152, 188, 191, 196, 210, 213,
225, 248, 252, 257, 258, 259, 292, 300,
302, 305, 313, 815, 317, 323, 331, 332,
837, 338, 345, 356, 361, 364, 365, 374,
875, 378, 387, 389, 394, 395, 396, 397,
406, 408, 409, 410, 412, 439, 444, 445,
446, 448, 450, 451, 459, 480, 485, 493,
494, 500, 501, 505, 510, 511, 521, 522,
530, 532, 536, 537, 539, 543, 550.
» fiosio [Bofto)t nipote di Guido conte di Santa
Fiora e di Francesca Farnese, 539.
» oratore in Francia del duca, v. Taverna.
» » a Vmiezia del duca, v. Corte (da) Be*
nedetto.
Bleardo N. N. capitano griglone al séfrizlo del teae*
Biaoli 880.
/ Diarti a ÌX. SAMtJTO. --'fPM. XLTtl
Slena (di) repubblica [tenesi), 28.
» cardinale, v, Piccolomini Giovanni.
Siet Marco, v. Siticb.
Siguli, V. Cingoli.
Sigismondo conte, v. Gonzaga.
Signor (il) V. Turchia.
Simbari o Simari (di) conte, v. Alerbo Michele.
Simitecolo, v. Semitecolo.
Simon (de) Gabriele, cittadino veneziano, 554.
» Pietro, mercante di zucchero a Venezia, 554.
Sinistri (di> Agostino, cittadino veneziano, 554.
Sinopoli (di) conte, v. Ruffo Paolo.
Si ponti no arcivescovo, v. Monte (del) Gio. Maria.
Sisca» Alfonso, conte di Ajello, 170
Sitich Marco (Sitim, Seith, Siet), capitano austriaco,
62, 90, 96, 219, 235, 244, 250, 257, 260, 268, 282,
299, 818, 325, 327, 363, 874, 379, 397.
Smerigli Antonio, fiorentino, 379, 380.
Smfrisotil Bolchon, boemo, 293.
Sederini Giuliano, di Paolo Antonio, vescovo di Vi-
cenza, oratore della repubblica di Firenze in Fran-
cia, 238, 474, 534.
Sogliano (Sogiano) (da) Carlo, conte, capo di colon-
nello al servizio dei vene^
ziani, ,490, 498, 588.
» » » Malatesta, conte, contestabile
al servizio dei venaiiani^
304, 854, 898, 404, 442^
448, 502.
Bai (dal) Girolamo, cittadino veneziano, 555.
» » Sebastiano, cittadino veneziano, 555.
Soldo (dal) Giovanni Aleasandro, castellano alla Gn>a«
ra, 143.
Solliers Carlo, signore di Morette, oratore di Fnm«
eia in Inghilterra, 196, 197.
Bolm, V. Salm.
Somma [Summa) (di) duca, v. Sanseverino.
Somp (di) Pietro, boemo, 393.
Soncino {Sonzin) (da) Soncltto, uomo d'armi del
mareheae di Mantova, 141.
Soranzo, casa patrizia di Venezia.
» Alessandro, provveditore al Sale, qu. Gia^
corno, 560.
» Alvise, al luogo di Procuratore sopra gii
atti dei Bopragastaldi, del ZX savi ao-
pra r estimo di Venezia, qu. Giacomo,
40, 560.
» Autonio, qo. MaiBo, qu. Vettore cKTaliefs 6
procuratore, 145, 147.
» Francesco, de* ^regàdl, di Giacomo pfoeiH
ratore, 56.
9 Francesco, qu. Alvise, 58.
» Giacomo procuratore, qo. Francesdo, éat
Banco, 160, 295, 582, 557.
» Girolamo, fu al luogo di PfoctA'atore so*'
pra gli atti dei sòpragaataldi, qu* iettcM
detto 560,
48
■. ''.^E*.. ^ .r
675
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE
676
Soranzo Nf afflo, qu. Zaccaria, 58.
» Pietro, qtt. Giovanni, qa. Vettore, 58, 480,
567.
» Vettore, fa savio agli ordini, provveditore
io Trani, qn. Maffio, qa. Vettore cavalie-
re e procuratore, 66, 105, 212, 253, 286,
313, 314, 335, 366, 448.
» Vettore, qa. Giovanni, qu. Nicolò, qn. Vet-
tore cavaliere e procuratore, 263.
Soria (de) Lopez, spagnuolo, 494.
Spada (dalla) Bartolomeo, cittadino veneziano, qu.
Graziadio, 361.
Sovergnan, v. Savorgnan. •
Spagna (di) armata, 152, 194, 241, 348, 319, 381,
382, 885, 386, 388, 389, 391, 415, 466.
Spagnoli, fanti e genti d^armi in Italia [esercito ee^
sano), 12, 13, 17, 24, 60, 61, 66, 71, 73, 80, 86,
87, 88, 97, 123, 124, 127, 128, 129, 131, 133, 140,
156, 157, 183, 191, 202, 203, 209, 212, 215, 249,
260, 266, 267, 273, 275, 277, 279, 280, 303, 304,
305, 307, 334, 336, 337, 339, 348, 350, 351, 853,
360, 364, 870, 384, 303, 401, 411, 439, 444, 450,
494, 503.
Spalato (di) arcivescovo, ▼. Corner Andrea.
Specianl [Spieiate^ SpUiano, Spieiano) Giovanni Bat-
tiate, dottore, milanese, 72, 152, 194, 201, 302.
Sperandlo, oontestebile al servizio dei veneziani, 604.
Spieiano, t. Specianl.
Sptn Antonio, pelliciaio (varoter) a Venezia, 655.
Spinelli Francesco, capo di archlbusieri al servizio
dei Teneziani, 144, 182, 371, 490.
Spinello Ferrante, duca di CastrovlUari, protonotarlo
del regno di Napoli, 167.
Splneta (?) marchese, capitene nell* esercito impe-
riale, 422.
Spiriti Cristoforo, vescovo di Cesena, 370, 873, 374,
414.
Splssa (dalla) Giuliano, 494.
Spitiano, Spiziano, ▼. Specianl.
Sqnillace (Squilau) (di) principe, t. Borgia Fran-
cesco.
StedioQ (de) Cristoforo, vescovo di Augsburg od Au-
guste, 244.
Stefer Giorgio, capitano svizzero, 157.
Staflleo Giovanni Lucio, vescovo di Sebenico, 77, 78.
Stempa Massimiliano, conte di Melzo, (di) moglie,
450, 451.
Stefani (di) Giovanni, padrone di nave, 554.
Stefano N. N., 461.
Stella Alvise, fabbricante di coperte (eoìtrer) a Ve-
nezia, 555.
Stiano Stigliano (di) principe, v. Carafa Antonio.
Stich, V. Sitich.
Stigliano (di) principe, v. Carafa Antonio,
Stringer, ▼. Siticb.
Btrofori ?• Traondsdorf.
Btronl, oaw pobile di Flrenie.
Strozzi Carlo, 553.
» Leonardo, 553.
Stuart Roberto, conte di Beaumont le Roger, signore
di Aubigni, 484, 534.
Stuffa (dalla) Giovanni, gentiluomo fiorentino, 390.
Sugana (de) Giovanni Giacomo, trivigiano, 553.
Sulmona (di) principe, ▼. Lannoys (de) Carlo.
Summa (di) duca, v. Sanseverino Alfonso.
Surian, casa patrìzia di Venezia.
» Agostino, qu. Michele, 297.
» Antonio, dottore e cavaliere, oratore alla re>
pubblica fiorentina, eletto podestà a Ber-
gamo, qu. Michele, 26, 28, 47, 68. 75,
93, 116, 128, 156, 201. 213, 260, 287, 297.
326, 329. 354, 403, 534, 546.
Suriano (di) conte, ▼. Carafa Ferrante.
Svizzeri cantoni, 65, 157, 165, 257.
» cantoni della lega grìgia, 80, 101, 157, 165,
178, 206, 235, 257, 300, 301, 318, 312.
394.
» soldati di ventura, 106, 139, 204, 217, 224,
227, 234, 299, 312, 330, 384, 504.
Szapolyal Giovanni, voivoda di Transilvania, t. Un*
gherìa (di) re.
Tadino Cfcbriele, da Martinengo, cavaliere gerosoli-
mitano, priore di Barlette, 378.
Tagliapietra (da cà), casa patrizia di Venezia.
» » Bernardino, dei X savi sopra le
decime, qu. Nicolò, 40, 56.
» » Francesco, fu provveditore gè-
rale in Dalmazia, fu rettore
e provveditore a Catterò, qu.
Andrea, 246, 507, 508.
» » Giovanni , fu vicesopracomito,
qu. Bartolomeo, 271.
» » Giovanni Antonio, capitano a
Vicenza, qu. Bernardino, 19,
90, 113, 116, 150, 154, 187,
196, 209, 220, 259, 268, 269,
* 276, 285, 287, 288, 298, 303,
806, 313, 314, 323, 328, 329,
836, 366, 863, 370, 371, 376,
898, 396, 897, 402, 403, 414.
419, 425, 428, 437, 461, 484,
515, 517.
» » Girolamo dottorCj qu. Quintino,
54.
» » Girolamo, qu. Alvise, 353.
» » Sebastiano, dei XL al criminale,
qu. Nicolò, 58, 556.
Taglie (Taje) (dalle) Sebastiano, scrivano air ufficio
sopra le biade, qn. Nicolò, 861.
Tfljapiera, ▼. Tagliapietra.
Taleoll Lodovico, otttedino veDesiano, 555,
677
INDICE DEI NOMI DI PEftSOMB E DI COSE
678
Tasso {de Taisis] Bartolomeo, banchiere, 201, 202,
206. 207, 493/
TaTerna FraDoesco, dottore, senatore, oratore del duca
di Milano in Francia, 356, 474, 534.
» Ottaviano, aeg^retario di Antonio de Leva,
521.
Tayler Giovanni, Tioecancelliere d'Inghilterra ed
oratore in Francia, 334, 385, 474, 534.
Taysil Giovanni, dimorante a Venzone, 501.
Tealdini Angelo, cittadioo veneziano, di Vinoenxo 247.
» Antonio, cittadino veneziano, di Vincenzo,
247.
Tebentin Cristoforo, di Zara, 145.
Tegen, v. Salis (de) Tegeno.
Teleslo Antonio, autore dell'opera de eoloribus, 319.
Telia od Atella (di) marchese, v. Caracciolo Giulio
Cesare.
Telia (della) {Atellano) Scipione, gentiluomo milaneee,
802, 805, 382.
Tenda (di) conte, v« Savoia (di) Claudio.
Teotor Matteo, capo delle barche di Chìoggia, 113.
Teodoro signor, v. Trivulzio.
Terlago [Trilago, Tfiìaeo) (di) Paolo, conte, 281, 288,
818, 346, 416.
Termoli [Termule\ (di) duchessa, v. Capua (di) Maria.
Terranova (di) duchessa, v. Manriquez Maria.
Teein Antonio, dottore, consigliere di Trento, 289.
Tetsaro Nicolò, esploratore, 871.
Testa Alvise, cittadino veneslano, qu. Francesooi qa.
Giacomo, 861.
Tetrico, v. Detrieo.
Thilesio, V. Teleslo.
Tbodaro signor, v. Trivulzio Teodoro.
Tiepolo, casa patrizia di Venezia.
» Giovanni, de'Pregadi, qu. Girolamo, 564.
» Nicolò dottore, savio a terraferma, della
Giunta, qu. Francesco, 54, 160, 172, 245,
559.
» Stefano, qu. Paolo, 296, 430, 567.
» Tommaso, qu. Francesco, 57.
» Vincenzo, qu. Francesco, 57.
Tinto Giovanni Francesco, cittadino veneziano, 514.
Tis (?) conte, seguace di Lutero, 78.
Tolfa (della) (Litolfa) Giacomo, conte di s. Valen-
tino, 169.
Tolmezzo (di) comunità, 235, 293, 294, 357, 359.
Toraldo {Faraldo) Vincenzo, marchese di Polignano,
167.
Torcello (Torzelo) (di) vescovo, v. Foscari Girolamo.
Torelli Lodovica, qu. Achille, contessa di Guastalla,
466.
Tornar! Giannino, daziere del vino in Candid, 158.
Torniello, casa nobile di Novara.
» Cristoforo, 73.
» Filippo, conte, 17, 266.
Torre (della), famiglia castellana del Friuli.
» » Nicolò, capitano di Gradisca, 65.
Torri (da) Leonardo, esploratore, 293.
Toscano Giacomo, cittadino veneziano, di Antonio,
553, 554. '
Totavilla, ▼. Tottavilla.
Tour (de la) Francesco, visconte di Turenna (Lorena)
oratore straordinario del re di Francia al papa,
403, 416.
Traetto (di) duca, v. Gaetani Onorato e Colonna Ve-
spasiano.
Treni (di) cardinale, v. Cupi.
Transilvania (di) voivoda, v. Ungheria (di) re, Gio-
vanni Szapolay.
» ' > voivoda, nuovo eletto, v. Pereny.
Trapp [Trapo) Carlo, capitano di Beseno, 44.
Tratascholf, v. Traundsdorf.
Traundsdorf (7Vtfs«/0{/; Transtol/er, Sirqfor, Aitrofort,
Auitolph, Troeho Astolfo, Trochito\fo, TrautUUH
pho, Trataseolf) Nicolò, capitano austriaco delle
artiglierie, 44, 62, 67, 89, 104, 816, 327, 375,
379.
Transistopho, v. Traundsdorf.
Trento (di) vescovo, v. Cles.
Trevisan, case patrizie due di Venezia.
» Andrea, cavaliere, savio del Consiglio, qu.
Tommaso procuratore, 29, 59, 174> 807,
808, 311, 432, 557.
» Andrea, qu. Paolo, 56.
» Daniele, de' Pregadi, qu. Andrea, 40, 55,
103, 177, 179, 558.
» Domenico cavaliere, procuratore, savio del
Consiglio, 29, 59, 128, 174, 176, 194,
209, 308, 399, 431, 453, 519» 524, 532,
557.
» Domenico, fu avogadore del Comune, qu.
Zaccaria, 258.
» Domenico, qu. Stefano, 57.
» Filippo, fu patrono di una galea di Barba-
ria, 179.
» Lodovico, qu. Domenico, 57.
é Michele, avogadore del Comune, qu. Nioolò|
qu. Tomaso procuratore, 7, 25, 54, 62,
93, 159, 162, 238, 352, 367, 398, 560.
» Nicolò, capo del Consiglio dei X, de' Pre-
gadi, consigliere, qu. Gabriele, 827, 352,
462, 507, 558.
» . Nicolò, fu capitano delle galee di Beyruth,
fu provveditore generale in Dalmazia,
qu. Pietro, qu. Baldassare, 246, 331,
353, 499.
» N. N. abate di s. Cipriano di Murano, 54.
» Paolo il grande f fu consigliere, dei XV savi
sopra l'estimo di Venezia, qu. Andrea,
qu. Paolo, 55, 179.
» Pietro, fu podestà a Vicenza, de' Pregadi,
qu. Paolo, 58, 246, 561.
» Stefano, fu sopracomito, de' Pregadi, qu.
Nicolò, 331, 353, 561.
m
lf0ICB DB NOMI DI PfiBSOKB B DI OOU
680
TreviMD Stefano, qn. Baldaatare» 59.
» Zacoaria, vaaeoTo di Lesina, qa. Olotaimi,
53.
TreTlsan Alviie (cittadino) fìi aer!?ano all'officio dalle
Cainde, 514, 516.
n Pietro (cittadino) mercante di legname, 555.
» Secondo (cittadino), qn. Francesco, 361.
» Zaccaria (cittadino), qa. Fraoeesoo, 514.
Treviso (di) camera, 159.
» (di) consiglio della comunità, 19.
Trilaoo, Trilago (di) conte, ▼. Terlago.
Tripalda od Atripalda (dì) marchese^ t. Castriotta
Alfonso.
Trissino (Drasno) (da) N. K. vicentino, 354.
Trinisi, v. Trivulzio.
Trivento (di) ooote, ▼. Afflitto (d*) Giovanni Vinoenso.
Trivixan, ▼. Trevisan.
Trivalsio, ftmiglia prinoipale e fanone di Milano.
» Agostino, cardinale diacono del titolo di
s. Adriano, 8, 13, 337, 339.
» Pomponio, 77, 211.
» Teodoro, maresciallo di Francia, 87, 152f
316, 413, 413.
Troobo Astolfo, Trochatolfo, v. Traundsforf.
Tron (Tpun)f oaaa patrisia di Vanesia.
» » Angelo, fu provveditore agli Orzinuovl,
qn. Andrea, 263.
» » Daniele, provveditore in Anfo, qn. An-
drea, 134.
m » Filippo, fa savio a terraferma, della
Giunta, podestà a Bergamo, qu.
Priamo, 55, 246, 255, 427, 484, 560.
» » Luca procuratore, savio del Consi-
glio, qo. Antonio, 26, 29, 97, 174,
307, 308, 311, 406, 431, 453, 498,
516, 524, 557.
9 » Nicolò, qn. Priamo, 431, 568.
» 9 Pietro, fu podestà a Verona, fu capo del
(Consiglio dei X, dei XX savi sopra
restimo di Veneiia, de*Pregadi, della
Giunta, qu. Alvise, 40, 41, 246, 329,
556.
» » Silvestro, fu sopracomito, qu. Matteo,
265.
» 9 Vincenzo , capitano a Bergamo , qu.
Priamo, 71, 104, 112. 187, 370, 431,
507, 568.
Tran, ▼. Tron.
Turchia (di) casa regnante.
» » Suleiman, gran sultano, 43, 47, 65, 67,
77, 90, 95, 101, 118, 123, 142, 216,
292, 385, 380, 396, 400, 401, 424,
471, 543.
9 » esercito, 65, 118, 122, 144, 209, 236,
297.
» » gianizseri, 100.
» » pascià, 101, 102, 380, 424.
Turdiia (di) Porta, 118, 335, 380, 471.
Tureich (aliéi Turaeb) Valentino, conte di Teme-
avar, 121.
Turena (di) visconte, ▼. Tonr (de la) Francesco.
Turlon Baldassare, mercante a Venezia, 555.
» Gaspare, mercante a Venezia, 555.
TnrssD Alessio, barone ungherese, 122, 123.
Tussignano Francesco, inviato del duca di Milano a
Venezia, 332.
Tottavilla Gerolamo, conte di Samo, 169.
U
Ubaldino Vincenzo, capo di fanti al servixio dei ve-
neziani, 443, 490.
UgDoan (da) Francesco, esattore della comuMità di
Vicenza, 20.
Ugo (don), V. Moncada.
Ugolini (di) Ugolino, di Chioggia, 173.
Ugubio, V. Gubbio.
Ungheria (d*) casa regnante.
» re Lodovico (ricordato), 47, 216.
» regina vedova, Bllsabetta d'Austria, 14,
15, 122, 142.
» 16 Giovanni Szapoljrai, già voivoda di
Tranailvania, 14, 15. 25. 42, 43, 46,
47, 60, 65, 67, 74, 77, 80. 87. 90,
96, 100, 181, 122, 123, 125, 142,
185, 210, 211, 214, 221, 236, 248,
260, 292, 380, 543.
» baroni, magnati, e prelati, 123.
» oratore a Venezia, v. Bonzagno.
9 oratore al Gran Sultano, 100, 1 18, 248.
Urbino o Urbich (da) Giovacni (Ivara?) capitano
neireaereito imperiale, 350, 383, 466.
» (di) duca, V. Rovere (della) Francesco Maria.
• (di) vescovo, v. Nordis. *
Ursini o Ursioo, v. Orsini.
Usref Beg, sangiaoco di Bosnia, 216, 335, 471.
Vacca Valerio od Oliviero, mercante di olio a Vene*
zia, 248, 554.
» Vincenzo (di) figlio, bandito di Desensano, 509.
Vailate (da) Ottaviano, contestabile al servixio dei ve-
neziani, 16, 24, 98, 109, 117, 119, 182, 355, 520,
522.
Valaresso, casa patrizia di Venezia.
» Fantino, de' Pregadi, qu. Battista, 556.
» Federico, de' Pregadi, di Paolo, qu. Fede-
rico, 56.
» Paolo il grande, fu podestà a Bergamo,
de' Pregadi, qu. Gabriele da sant'An-
gelo, 39, 59, 177, 246, 256, 330, 340,
558.
V Paolo, della Giunta, qu. Federico, 560.
681
UlDiCB PEI Mìa PI |>SBSOMB B PI OOfll
682
TaIar«iBO PaaqaaHno (oSttadlno), eapo dello barche
di Chlogr^ia, 113. ^
Valcamonioa (di) capitano, v. PocbipaDi.
Valoerca, v. ValBerca.
Valentino Andrea, cittadino di Venzone, 278.
Valter, casa patrizia di Venezia.
« Antonio, di Benedetto, 2&^, 271.
» Baldassare, di Bartolomeo, 299.
* Baldassare (di) moglie, figlia del qu. Gio-
vanni Francesco Giustiniao, 299.
» Bartolomeo, qu. Vettore, 567,
a Francesco, fa censore della città, fu capo del
Consiglio del X, dei XV savi sopra Testi-
mo di Venezia, qU. Girolamo, 40, 179, 560.
» N. N. qu. yiehele, 570.
» Salomone, 518.
» Valerio, della Giunta, qu. Antonio, 59, 559.
Valle (della) Fabrizio, 4»9, 440.
» » Giovanni Pietro, vicentino, 104.
» » Girolamo, cittadino veneziano, 554.
Valleve (di) Marcbesino, esploratore, 400.
Valserca, capitano spagnuolo, 128, 266.
Valtellina (di) capitano, 4C0.
Valtrompia (di) Giacomo Antonio, contestabile arger-
vizio dei veneziani, 114> 119, 124, 340, 448, 481,
483, 491, 504, 510.
Vandali, popolo, 280.
Vandemon o Vandemonte (di) monsignore, v. Lorena
. (di) Luigi.
Vandomo, v. Vendome.
Varadino (di) vescovo, v. Macedonia (di) Ladislao.
Varano, casa dei signori di Camerino.
» Rodolfo, naturale di Giovanni Maria, 28, 505.
Varrà, v. Guevara.
Vasto (del) marchese, v. AvbIos.
Vanri leardo, commendatore, spagnuolo, 383, 386,
387, 388, m.
» Luigi, castellano di Castelnuovo di Napoli, 468.
Vaylà, T. Vallate.
Vayvoda (il), v. Ungheria (di) re Giovanni.
Vecchi (di) N. N. vicario del vescovo di Trento, 245.
Vecchia (della) Venturlno, cittadino veneziano, 553,
551.
Velami Giovanni, capo di stradiotti al servizio dei
veneziani, 856.
Venafra (di) conte, v. Pendone Brrlco.
Vendome (Bourbon - Vendome), casa principesca di
Francia.
» » » (de) Carlo, duca, 12.
n 1^ » (de) FrancescOiSigno-
re di Saint Poi,
12, 484, 485, 500,
534.
Vendramin, casa patrizia di Venezia.
» Alvise, qu. Luca, 57, 63.
» Andrej, cavaliere gerosolimitano com-
mendatore di Treviso, qu. Paolo, 532.
»
»
Veodramiti Andrea, qu. Zaccaria» 566.
» Daniele, de* Pregadi, qu. Nicolò, qu. Se-
renissimo principe, 565.
Federico, qu< Leonardo, 564.
Francesco, qu. Luca, 57, 63.
Luca, dal banco, qu» Alvise, qu. Sere-
nissimo principe, 63, 569.
N. N. qu. Luca, 63.
Nicolò, qu. Zaccaria, 58, 566.
Zaccaria, qu. Zaccaria, 57, 563.
Venesia (da) Bonaventura, frate francescano, 213.
» Damiano (erroneamente Marco in luogo
di tnaiitro) fìrate domenicano, 220.
Venezlai uffici e consigli varii (in generale), 30, 31,
33, 73, 175, 192, 201, 286, 367, 428, 432,
484, 485, 511, 612, 513, 525, 527, 531.
Arsenale, 128, 311, 528.
» (air) patroni, 424.
Auditori nuovi delle sentenze, 5.
Auditori vecchi delle sentenze, 162.
Avogadori del comune ed A vogarla, 19, 52,
68, 93. 159, 179, 190, 192, 205, 255, 267,
270, 273, 274, 277, 287, 297. 867, 497,
507, 512, 528, 524, 527, 528, 546.
Beccaria (alla) ufficiali, 2^, 46, 60, 85, 94,
361, 462.
Camera dei prestiti (sopra la) provveditori,
295, 421, 424, 427, 483, 514.
Camere (sopra le) provveditori, 20, 499.
Camerlenghi del comune e loro ufficio, 22,
187, 809, dio, 588.
Cancelliere grande, v. Dado Girolamo.
Capi del Consiglio dei X, 5, 52, 59, 60, 63,
73, 80, 94, 95, 97,
100,103,111,153,
161,172,182,194,
197,271,273,275,
282,891,296,298,
806, 308, 320, 327,
331,354,864,370,
873, 392, 400, 456,
459, 463, 543, 545.
• » » SL, 19, 20, 22, 29,
59, 79, 102, 115,
119, 125,153,158,
162.172,174,175,
186, 192, 198, 199,
200,201,254,262,
270, 297, 298, 305,
310,354,360,361,
393,424,427,433,
434, 435, 452, 462,
485, 495, 497, 498,
506,507,513,525,
527, 528, 533, 538.
Capitano al golfo, v. Morosini Almorò.
» delle fanterie^ v, BagUonl Malatesta.
»
a
683
INDICE DQ NOMI DI PERSONE E DI COSE
6U
Venezia Capitano del Lagro di Garda, ▼. Ginstlnian
Paolo e Barbaro Nicolò.
» » generale dell* esercito, t. Rovere
(della) Fraucesco Maria.
» » generale del mare, v. Landò Pietro.
» Cazode (delle) ufficio, ed esattori, 201, 249,
447.
» Censori della città, 52, 533.
» Collaterale generale neir esercito, v. Prato
(da) GioY. Andrea.
» Collegio, 5, 22, 26, 29, 31, 35, 44, 46, 52,
60, 63, 67, 75, 81, 85, 93, 94, 95, 100,
101, 103, 112, 124, 127, 133, 136, 144,
149, 152, 153, 155, 158, 160, 187, 188,
190, 193, 194, 197. 204-, 208, 213, 217,
220, 228, 232, 237, 238, 242, 247, 248,
253, 354, 255, 258, 273, 282, 291, 294,
295, 296, 312, 831, 337, 340, 841, 854,
860, 361, 364, 370, 373, 378, 392, 893,
406, 413, 424, 426, 433, 447, 460, 462,
468, 469, 470, 471, 476, 479, 480, 485,
486, 490, 498, 499, 514, 516, 532, 538,'
537, 539, 546.
» Consiglieri ducali [Consieri) 7, 19, 20, 22, 29,
33, 40, 59, 93, 101, 112, 114, 115, 119,
125, 144, 153, 158, 159, 161, 172, 173,
174, 175, 179, 186, 191, 198, 199, 200,
201, 204, 242, 247, 253, 254, 256, 261,
262, 270, 273. 287, 296, 297, 298, 805,
810, 819, 352, 354, 860, 361, 366, 870,
393, 405, 406, 424, 427, 434, 435, 452,
453, 462, 495, 497, 498, 501, 506, 507,
511, 512, 513, 525, 528, 533, 538.
» Consiglio dei X, semplice e con la Giunta,
7, 29. 31, 34, 67, 70, 71, 75, 76, 85, 95,
97, 111, 118, 126, 135, 161, 180, 190,
191, 204, 238, 248, 273, 275, 282, 291,
295, 305, 308, 809, 323, 324, 336, 340,
351, 870, 873, 374, 898, 403, 406, 413,
415, 424, 433, 444, 445, 447, 463, 471,
501, 513, 514, 516, 529, 531, 539, 545.
» Conti (sopra la revisione dei) provveditori,
112, 115, 144, 352, 534.
» Cottimo di Damasco (sopra il) provveditori,
J02, 112, 153, 187.
» Danari (sopra il ricupero dei) provveditori,
2o:
» Decime (sopra le) savi, o X savi in Rialto,
32, 79, 115, 191, 201, 249, 367.
» Doge, V. G ritti Andrea.
» Estimo (di) Venezia [a tansar, oppure rifor-
mazione della terra) (sopra V) savi, 32, 33,
34, 38, 163, 177, 179.
» Fabbriclie di Padova (sopra le) provveditori,
145, 146.
« Galee di Alessandria (delle) capitano, t. Con-
tarini Bertuccio.
Venezia Galee di Alessandria (delle) patroni, 103.
» Galee di Beyrut (delle) capitano, 7, ▼. anche
Nadal Giovanni.
» Giudicati [Zudegadi) (in generale), 876.
» Giudici del Procuratore, 192.
» Giudici del Proprio, 192.
» Giunta (Zonta) dei Consiglio dei X« ▼. Con-
siglio dei X.
» Giunta {Zonta) del Consiglio de* Pregadl, 54.
» Governatore generale deir esercito, v. Fre-
goso Jan US.
» Governatori delle entrate (Govemadori) , 21,
26. 191, 198. 201, 361, 367, 433, 462,
499, 501, 507, 512.
» Gran Consiglio [Mator o Gran Comeio), 6,
7, 21. 31, 93, 112, 114, 115, 144. 153,
161, 174, 175, 177, 186, 191, 204, 255,
295, 297, 310, 351, 397, 421, 424, 427,
428, 430, 432, 433, 434, 435, 462, 499,
501, 507, 512, 513, 523, 525, 526, 528,
533.
» Mercanzia e navigazione (sopra la) savi, 499.
» Monte nuovissimo, 21, 433.
» » nuovo, 21, 295, 433.
» > veccbio, 21, 295, 433
» Notte (di) signori, 534.
» Pagatori n eli* esercito, 145.
». Pompe (sopra la) provveditori, 115.
» Pregadi, o Senato (dogati), 8, 12, 18, 20, 22,
29, 30, 31, 88, 45, 52, 54, 55. 56, 58, 62,
64, 67, 77, 78, 86, 101, 103, 112, 115,
124, 129, 136, 144, 153, 155, 161, 162,
173, 174, 177, 179, 181, 187, 188, 191,
192, 198, 200, 205, 217, 226, 232, 233,
243, 253, 258, 260, 262, 269. 271, 273,
286, 291, 295, 298, 299, 8p5, 306. SIS,
314, 324, 329, 332, 336, 337, 340, 363,
364. 365, 367, 370, 392, 397, 403, 406.
408, 421. 424. 425, 427, 431, 434, 445,
448, 451. 462, 474, 490, 495, 498, 500.
506, 507, 511, 512, 516, 517, 524, 525,
533, 638, 539, 556, 557.
» Procuratori e procura tie di s. Marco, 31, 79,
85, 174, 175, 176, 177, 186. 210, 217,
242, 250, 299, 340. 405, 427. 428, 432,
513, 523, 524. 525. 532, 533.
» Provveditore del mare o deirarmata, v. Mu-
la (da) Agostino.
» » degli Btradiotti, v. Civrau An-
drea.
V » deirarmata, v. Moro Giovanni,
e Mula (da) Agostino.
» » generale in Dalmazia, v. Molin
(da) Giovanni Battista.
» » generale a Brescia e nel bre-
sciano, S05, 233, 246, 253,
V. anche Foscarl Marco.
685
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI C0S8
Venesia, Provveditore generate a Verona, 329, 330,
T. BDcbe Nani Paolo,
n Provveditori generali netroserclto, 436, v.
anche Moro Tommaso, e Pi-
> » del Comune, SG, 361, 463, 499.
» Quaraatia civile nuova, 112, 1B7.
> > » veccliia, 153, 179, 186, 190,
305, 2i8, 261, 281.
» » criminale, 25, 58, 67, 179, 186.
187, 190, 191, 205, 238, 258,
267, 881, 375, 462, 507, 523,
SS4, 531, 543, 546.
• Bagriool {BaxoHj nuota Ideile) ufficio, 83,
191, 201, 201, 249,
367, 403, 499, 513,
531.
« ■ V TGcchie (delle) afficio, 499.
B Regno di CÌpro-(aopra gli uffici e coae del)
provveditori o aavi, 179, 201, 2)9.
» Riformaiione della terra, v. Estimo di Ve-
> Sale (al) provveditori ed affido, 68, 158.
> Sanità (Bopra la) provveditori, 8, 35, 70, 79,
81. 83, 83, 84, 149, 178, 253.
> Savi (in generale), 12, 18, 19, 20, 40, 67,
7S, 77, 95, 102, 103, 112, 125, 149, 153,
173, 181, ISO, 194,200,201,204,210,
an, 220, 238, 242, 247, 249, 254, 262,
270, 275, 313, 320, 329, 337, 378, 393,
405, 423, 424, 451, 452, 462, 464, 469,
479, 483, 4S4, 485, 486, 497, 498, 499,
600, 501, 623, 538, 546.
• Savi agli ordini, 8, 77, 78, 101, 145, 146,
149, 158, 172, 181, 188, 290, 294, 308,
310, 424.
> Savi a t«rra ferma, 8, 20, 22, 25, SO, 10,
59,77, 101, 144, 158, 159, 160, 172, 175,
180, 181, 168, 198, 199, 200, 204, 227,
833, 234, 243, 245, 251, 261, «62, 289,
290, 304, 307, 308, 309, 310, 337, 310,
366, 393, 398, 405, 432, 433, 434, 451,
454, 495, 497, 51), 512, 523, S24, 538,
539.
• Savi del Consiglio, 20, 2S, 25, 29, 40, 77,
78, 101, 144, 153, isti, 159, 173, 173,
174, 176, 180, 181, 198, 199, 200, 226,
233, 234, 243, 254, 261, 262, 289, 290.
996, S98, 304, 305, 307, 308, 310, 337,
340, 366, 302, 398, 399, 405, Ibi, 432,
439, 434, 451, 453, 454, 405, 497, SII,
513. 523, 524, 538, 539.
» Signoria, o Dominio, o Hepubblica [tignori
vtnetUni), 5, 8, 10, 12, 18, 19, 20, 21,
22, 26, 38, 32, 33, 35, 46, 52, 53, 60,
eS, 67, 66, 69, 78, 75, 79, 80, 85, 86, 90,
91, », eu, 94, 9S, 98, se, 103, 105, 109,
110, 111, 113, 111, 119, 122, 123, 124,
134, 141. 143, 144, 149. 150, 151, 152,
153, 161, 163, 165, 166, 179. 181, 191,
186, 188. 190, 191, 192, 193, 191. 196,
200, 203, 207, 20B, 210, 213, 215, 217,
218, 220, 223, 228, 231, 232, 333, 212,
251, 356, 257, 258, 260, 268, 270, 274,
277, 285, 288, 287, 289, 291, 292, 297,
298, 300, 301, 302, 303, 305, 309, 310,
311, 318, 315, 317, 319, 320, 321, 322,
324, 327, 3V9, 334, 335, 336, S37, 310,
343, 341,. 352, 3S4, 356, 361, 363, 864,
365, 366, 368, 377, 378, 379, 383, 393,
39S, 401, 402. 403, 401, 405, 408, 409,
410, 412, 413, 416, 417, 420, 424, '426,
427, 433, 431, 435, 438, 447, 448, 450,
451, 4E6, 461, 463, 461, 465, 470, 471,
473, 474, 475, 477, 478, 479, 480, 482,
483, 481, 487, 489, 492, 493, 495, 497,
502, SOS, 506, 508, 509, 511, 513, 515,
516, 517, 521, 523, 524, 526, 528, 533,
535, 537, 538, 61O, SU, S45, 549.
Venezia Sindaci io San Marco, 375.
» io terraferma, 158, 163.
Sopraoomiti dt galee, 3i0.
Straordio&ri, 499.
Tamar (a) aavI, v. Estimo di Venecia.
Tavola deli' usclU {inUia), 113.
Zecca, 86, 307, 309, 446.
Zudegadi, v. Oladieatl.
Reggimenti rettori, itabill temporanei,
nei vari poasedimenti di terraferma e di
mare (in generale), 175, 192, 432, 496,
497, 525, 527, 628.
Anto (a) provveditore, v. Tron Daniele.
■am^m •'■ Barbaro OioTannl
Bastano (di) podestà e capitano, t. Barbo Ga-
briele.
Belluno (a) podestà e capitano, v. Uoroelni
Paolo.
Bergamo (di) capitano, v. Tron Vincenio, e
Ouoro Giusto.
> » podestà, 295, 297, 427, v. en-
che Balamoo Nicolò, Moro*
■ini Marco, PrlDll Girola-
mo, Suriau Antonio e Tron
Filippo.
■ » rettori (il podestà ed il espi*
tanol,79,95, 99, 107, 110,
112, 116, 117, 120, 123,
124, 135, 141, 152, 153,
lò7, 205, 335, 352, 300,
801,302,375,394,429,459.
Breaola (di) capitano, v. Ferro Giovanni e
Capello Criitofbro.
é«t
mOlCE DÉT HOyiì DI lifiRSOf^E È DI COdB
688
Venezia Brescia (di) podestà, v. Barbaro Actonio e
Pizsamafio Domenico.
» » n rettori (eioò il podestà ed il ca-
pitano), 18,52,101,117,242,
253, 275, 337, 397, 405, 423,
438, 449, 459, 475, 492, 508,
514, 520, 530, 536, 538, 5l6,
549.
» Brindisi (a) provveditore, v. Gritti Andrea.
» Candia (in) capitano, v. Corner Girolamo.
» Canea (alla) rettore, v. Queriui Girolamo.
» Capodistria (a) podestà e capitano, 214, v. an*
che Morosini Pietro.
» Cattaro (a) camerlengo e castellano, v. Dona
Antonio.
» » » rettore e provveditore, v. Barbo
Marco.
» Cefalonia (alla) provveditore, v. Bragadin Ni-
colò.
» Cervia (a) provveditore, v. Sagredo Giovanni
Francesco.
» Chloggia (a) podestà, v. Lion Domenico e
Grimani Giovanni Battista.
» Chiusa (alla) castellano, v. Morosini Lorenzo.
» Cipro (in) consiglieri, 190, 523, v. anche Dona
, Giovanni Battista.
1» » (In) luogotenente, v. Minio Silvestro.
1 Cividale (a) provveditore, ▼. Dona Tommaso.
» Cologna (a) podestà, v. Canal Nicolò.
» Crema (di) podestà e capitano, v. Loredan
Andrea, e Loredan Luca.
n Feltre (a) podestà e capitano, v. Lippomano
Francesco.
» Friuli (del) luogotenente nella Patria, v. Ba-
sadoona Giovanni.
» Grisignana (a) podestà, 204.
» Lonato (a) provveditore, t. ìlosto (da) Fran-
cesco.
» Mestre (a) podestà e capitano» ▼. Manolesso
Marco.
» Moofalcone (a) podestà, v. Minio Giovanni
Battista.
n Monopoli (a) provveditore, ▼. Bolafii Dome-
nico.
» Noale (a) podestà, t. Pasqualigo Francesco.
» Padova (di) capitano, v. Contarini Santo.
« » » camerlengo, v. Dona Giovanni.
t 9 » podestà, 325, v. anche Michiel
MafSo.
» 9 » rettori (cioè il capHanio ed il po-
destà), 287, 364.
» Peschiera (a) provveditore, v. Barbaro Giro-
lamo.
» Pola (a) conte, v. Salamon Pietro.
» Portole (a) podestà, v. Mosto (da) Benedetto.
» Raspo (a) capitanOi 77, t. aoehe Dona Fi-
lippo*
Venezia Ravenna (a) provveditore, v. Foscari Alvise.
» Rovigo (a) podestà e capitano, v. Diedo Vet-
tore.
» Salò (a) provveditore e capitano della Ri-
viera, V. Gradenigo Girolamo.
» Trani (a) provveditore, v. Soranzo Vettore.
» Treviso (di) podestà e capitano, 153, 187,
325, V. anche Magno Stefano, Zane
Francesco, e Morosini Francesco.
I» Veglia (a) camerlengo e castellano, v. Viaro
Stefano.
» Veglia (a) provveditore, v. Polani Marino.
» Verona (di) capitano, v. Barbaro Daniele.
» » » rettori (il capitano ed il i)ode8tà),
19, 117, 136, 144, 161, 197,
. 242, 243, 273, 275, 280, 286,
293, 378, 425, 451, 459, 500.
« Vicenza (di) capitano, v. Tagliapietra Gio-
vanni Antonio.
» » » podestà, 825, v. anche Pisani
Giovanni.
» » » rettori (il capitano ed il pode-
stà), 20, 26, 243, 282, 285,
470.
» Zante (al) provveditore, v. Badoer Giovanni
Francesco.
» Zara (a) rettori (il oonteed il capitano), 145.
» Oratori presso le corti e segretari in missione.
» » a Roma, 399, v. anche Contarini Ga-
spare.
» » alla repubblica di Firenze, v. Surian
Antonio.
9 » al Gran Signore, v. Contarini Tom-
maso.
» » al duca di Milano, v. Venier Ga-
briele.
n » in Inghilterra, 254,271,806, v. an-
che Venier Marc' Antonio, e Fa-
lier Lodovico.
» » in Inghilterra (segretario), v. Spi-
nelli Gaspare.
9 » in Francia, v. Giustiniani Seba-
stiano.
» » in Francia (segretario), v. Canal (da)
Girolamo.
» Balli e consoli air estero.
» » Alessandria d'Egitto (In) console, v.
Bembo Paolo.
» » Costantinopoli (a) bailo, 95, 424, 427,
434, 435, 507, v. anche Zeno Pietro.
Veneziani ctttadini o popolari, 30, 83, 82, 83, 201,
309, 512.
» gentiluomini o patrizi, 30, 33, 59, 71, 73,
82, 88, 126, 181, 187, 188, 191, 201,
205. 209, 218, 220, 242, 254, 258, 291,
292, 299, 809, 853, 370, 459, 512.
jp (dai) armata, 97, 108, 144, 114, 218, 287,
689
WDICB DEI NOMI PI PERSONE E j^t COSE
690
S90, SU, 834, 828, ^86, 898, 463, 465,
493, 589, 530, 546.
Veneziani (dei) eeeroito, soldati, fanti, esenti d' armi,
40, 47, 48, 61, no, 73, 86, 97, 105,
106, 120, 121, 125, 150, 151, 185, 194,
196, 204, 213. Sl'9v 218, 243, 273, 303,
314, 317, 321, 322, 338, 335, 345, 374,
395, 413, 417, 422, 439, 445, 480, 490,
509, 520, 531, 537, 548, 544, 545, 546,
549, 550.
Venier {Venerio), casa patrizia di Venezia.
» Antonio, fa oonsierliere, dei XX savi sopra
restimo di Venezia, della Giunta, qu. Ma-
rino procuratore, 39, 329, 563.
» Antonio, provveditore sopra le biade, qu. Gio-
vanni, 416.
» Daniele, dei X savi sopra le decime, qu. Ago-
stino, 560.
» Domenico, fu oratore a Roma, qo. Andrea prò*
curatore, 126, 129.
» Francesco, fU savio agli ordini, di Pellegrino,
146.
» Francesco, qu. Giovanni, 564.
» Gabriele, oratore al dnoa di* Milano, qu. Do*
mantoo, da san Giovanni decollata, 26, 62,
68, 85, 119, 196, 210, 259, 802, 315, 356,
865, 866, 396, 407, 412, 420, 444, 445,
480, 498, 581, 536, 549.
Giovanni Antonio, qu. Qiaoomo Alvise, 565.
Leonardo, qu. Moisè, 480, 567.
Leonsfdo, fa provveditore al Sale, de* Pregadi,
qu. Bernardo, 39, 558.
Maro* Antonio, dottore, oratore in Inghilterra,
qu. Cristoforo, qu. Francesco procuratore,
76, 196, 248, 254, 289, 290, 335, 364, 405,
474, 535.
Maro' Antonio, signore di Sangoinetto, qu.
Pellegrino, qu. Alessandro, 57, 426.
Marco, fo vioedomlno nel Fondaco dei Tede-
sebi, qu. Lauro, 266.
Nicolò, capo del ConsIgUo dei X, qu. Girola-
mo, qu. Benedetto procuratore, 5, 60, 97,
135,155,446,561.
Nicolò (di) figlia, V. Morosini Girolamo.
Sebastiano, avvocato dei prigionieri, qu. Gio-
vanni, 238.
» Sebastiano, qu. Moisè, 430, 567.
Venier Pietro, cittadino ed esattore della comunità di
Vicenza, 20.
Vento Giorgio, genovese, 553, 554.
Venzone (da) Nicolò, esploratore, 291.
« (di) capitano della comunitìt, v. Bidenrazio.
» (di) comunità, 65, 74, 80, 142, 185, 272,
418, 419.
Verans od Avrancbe (di) vescovo, v. Langeac.
Veri o Millon (?) (di) monsignore, 870.
Verona (da) Giacomo Antonio, daziere di Padova, 174.
/ DiaHi di M. Sanuto. — Tom. U VII.
Vemazaio o Vernagaro Giacoma, cittadino veneziano,
558, 554.
Verona (di) camera, 497.
» » consiglio della comunità, 19, 78.
» » (di) vescovo, V. Ghiberti.
Vozza (da) Giovanni, di Giacomo, 124.
Vianuol Giacomo, cittadino veneziano, 554.
Vlaro, casa patrizia di Venezia.
» Antonio, dei XL al criminale, sindaco, qu. Gio-
vanni, 59, 367, 543.
» Stefano, camerlengo e castellano a Veglia, qu.
Giovanni, 7.
Vicenza (di) camera, 496, 497.
» » comunità, 286.
» » consiglio della comunità, 19.
Viceré dell* Abbruzzo. 9, 10, 37.
» di Napoli, V. Lanooy e Moncada.
» di Puglia, 107, 314.
» di Sicilia, V. Pignatelli.
Vico (da) Domenico, cittadino veneziano, 555.
Vioovaro ( Vieoaro, Vigcvaro) Giacomo, capo di cavalli
leggieri al servizio del veneziani, 13, 302, 315,
355, 445, 447, 478, 548.
Vide Daniele, notare alla cancelleria ducale di Vene-
aia, 201, 511, 512.
Vigovaro, v. Vicovaro.
Villan Pielaro, uomo di consiglio nelle galee di Bey-
rutb, 150.
Villi (?) (di) monsignore, oratore di Francia a Firen*
ae, 287,
Vimercate [Vilmercato) Andrea, mercante milanese a
Venezia, 553, 555.
Visconti, fiimiglia magnatizia di Milano.
» Filippo Maria, duca di Milano (ricordato),
231.
« Galeazzo Maria, duca di Milano (ricordato),
231.
Vitelli, famiglia principale di Castello.
» Alessandro, condottiero del papa, 156.
Vi trino (?) (di) abate, 185.
V4tturi, casa patrizia di Venezia.
» Francesco, fu castellano a Traù, qu. Ralnieri,
264.
» Giovanni, fa provveditore generale neireser-
cito, della Giunta, qu. Daniele, 273, 558.
» Rainieri, qu. Pietro (di) vedova, 161, 249.
» Zaccaria, di Benedetto, qu. Giovanni, 265.
Viviano, corriere, 384.
Voivoda (il) (di Transil venia), v. Ungberia (di) re Gio-
vanni.
Volpe (della) .Taddeo, cavaliere di Imola, condottiero
al serv&io dei veneziapl, 304, 484.
Vucbiancio (di) marcbese, v. Caracciolo Marino.
W
Wolsey Tommaso, vescovo di York od Bboracense,
44
691
INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI CX)SE
693
cardinale prete del titolo di e. Cecilia, legato in
Inghilterra, 196, 240, 248, 289, 290, 364, 474.
Wurttemberg ( Verhmberg, Birtimherg) (di) duca, Ul-
rico, 219, 857.
Zagabria (di) yescovo, v. Brd5d (d*) Simeone.
ZaflRgirdo Cristoforo, 605.
Zagabria (di) vescovo, v. Erd5d (d*) Simeone.
Zalo (da) Baldassare, v. Azzali.
Zanca N. N., segretario dei papa, 411.
Zane, casa patrizia di Venezia.
» Albano, fu capo dei XL, qu. Andrea, 264.
» Bartolomeo, fu provveditore sopra la Camera
dei prestiti, savio a terraferma, qu. Giro-
lamo, 160, 172, 174, 309, 311, 432, 451,
454, 479, 498, 524, 557.
» Francesco, podestà e capitano a Treviso, qu.
Girolamo, da i. Polo, 153.
^ Giovanni, podestà in Umago, qu. Alvise, 263.
» Girolamo, fu podestà e capitano in Capodistria,
de*Pregadi, qu. Bernardo, qu. Marco pro-
curatore, da sanV AgoftinOi 55, 103, 558.
» Vincenzo, qu. Giovanni, 57.
Zanetto Paolo, di Mauthen, 221.
m negoziante allMnsegna dei Tre San Marchi
in Venezia, 554.
Zanibon Bartoiomeo, vicentino, 104.
Zanobi (di) Pietro, mercante fiorentino a Norimberga,
di Bartolomeo, 379.
Zantani, casa patrizia di Venezia.
» Leonardo, fu provveditore sopra la Camera
dei prestiti, qu. Antonio (erroneamente
qu. Marco), 245, 307.
» Marco, fu podestà e capitano a Treviso, de*
Pregadi, qu. Antonio, 40, 55, 564.
» Vincenzo, fu capitano delle g^alee di Alessan-
dria, qu. Giovanni, 331, 353.
» Zaccaria, fu camerlengo in Cipro, qu. Gio-
vanni, 270, 431, 568.
Zanussi Gasparino, cittadino di Udine, 272.
Zeno o Zen, casa patrizia di Venezia.
Zeno Zen Filippo, qu. Bartolomeo, 263.
» Francesco, qu. Alvise, 56.
» Girolamo, qu. Simeone, 431, 568.
» Marc* Antonio, provveditore sopra il cot-
timo di Damasco, qu. Alessandro,
181, 264.
» Pietro, vicebailo a (Costantinopoli, della
Giunta, qu. Cattarino cavaliere, 46,
95, 99, 118, 248, 367, 380, 424, 484,
443.
Zeno Zen N. N., figlio naturale, di Vincenzo, 67.
» Giovanni Antonio, vicentino, oapitaoio
del bargello {devedo), 371, 393, 420,
425, 516, 517.
Zentili, V. Gentili.
Zentilinus, v. Gentilini.
Zero (da) Renzo, v. Orsini Lorenzo.
Zervia, v. Cervia.
Zigogna, V. Cicogna.
Zivran, v. Civran.
Zonta, v. Giunta.
Zoppello Calzeran, mercante spagnuolo a Venezia,
351.
Zorzi, casa patrizia di Venezia.
» Antonio, qu. Francesco, 480, 567.
» Bernardo, fu provveditore sópra la revisione
dei conti, di Nicolò qu. Bernardo, 568.
» Giovanni Battista, fu camerlengo a Treviao, di
Nicolò, 265.
» Girolamo, qu. Francesco, 480, 667.
» Marino, dottore, della Giunta, qu. Bernardo,
337, 565.
» Nicolò, fu duca in Candia, qu. Bernardo, 39,
59, 246, 568.
Zorzi, V. Giorgio.
» signor, V. Fraundsberg.
Zotto Agostino, qu. Paolo, da Paluzza, 293.
Zuane, v. Giovanni.
Zucaro o Ciucharo, capitanò spagnuolo, 23.
Zulian, casa patrizia di Venezia.
» Benedetto, qu. Girolamo, 670.
Zurlo [CMlu) Giovanni Bernardino, conte di Mon-
tuoro, 169.
Zuzi, soldato tedesco, 630.
Zustinian o Zustignan, v. Giustinian.
FINE DEL VOLUME QUADRAGESIIIO SETTIMO
PREZZO L. 19.50
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